1) Ho capito poco di questa discussione sinceramente, più che altro non ho capito bene da dove è iniziata la confusione, dato che il primo link messo da nelson era comprensibile (il secondo discutibile come è stato detto) e di roba ce n'è scritta. Alzate la mano: chi l'ha letto?
2) Pensate 5 minuti prima di scrivere, così evitate errori e non vi offendete quando qualcuno (a ragione) vi corregge. Sennò chiamiamo quest'area "Mercato rionale" e chiudiamo baracca.
3) I tavolini volano. Anche quelli di casa mia.
4) Questa non è una gara a chi sputa più in là nel caso qualcuno non se ne fosse accorto. Almeno fatelo tutti nella stessa direzione…. qua c'è gente che s'è messa a sputare a destra e a sinistra un po' a caso. Dite la verità: li leggete per bene i messaggi degli altri che hanno scritto prima di voi?
5) Se sapete tre cose di cui una pertinente al discorso del momento e due no, serbatevi quest'ultime per le grandi occasioni. Verrà il loro turno.
6) Sullo stallo e la velocità di stallo mi pare che si sia arrivati ad una conclusione decente, anche se confesso che è difficile individuarla in questo marasma. Chi si è perso alzi la mano.
Dega, ad essere sbagliato non è tutto il discorso. Come ti ha detto N757GF spiegare perché si generi la portanza non è cosa facile (e non ho intenzione di provarci), e così, inspiegabilmente, per dare una sorta di legittimazione al discorso sulla depressione che la genera, spesso si sente quell’idiozia sulle particelle del dorso che accelerano per non rimanere indietro rispetto a quelle che scorrono lungo il ventre. Che gli scadrà mai? In realtà (è difficile anche spiegarvi perchè si cade in quest'errore) alle particelle di sopra non gliene frega un bel niente di cosa fanno quelle di sotto (vi faccio notare che anche questo non sarebbe proprio corretto), la corrente fluida subirà, sì, delle variazioni di velocità (leggi: accelerazioni) ma non in quel modo, e non per quel motivo. Insomma, le particelle che scorrono sul dorso arriveranno al bordo di uscita dell'ala quando gli pare, non vanno in coppia, quando si separano si separano, ognuna per la sua strada. Nessuno dice che debbano arrivare insieme, quando mai? Il problema in buona sostanza nasce dal fatto che per descrivere un fenomeno così complesso come quello della generazione della portanza, si deve far ricorso a delle semplificazioni, a delle ipotesi, anche molto forti. Sono ipotesi che si fanno in momenti precisi, per ragioni precise, non a caso. E soprattutto non sono generalizzabili. Mettendo insieme queste ipotesi più un po' di fantasia viene fuori quella teoria. E' un abuso di potere.
nelsonwilbury ha scritto:
- gli alettoni delle vetture non sono concavi per esigenze di scena, e se sono d'accordo in linea di principio, devo dissentire circa la loro "genericità" aerodinamica, che non è poi così semplice, altrimenti la Ferrari quindici anni fa non avrebbe lanciato la prima vettura stradale col sottoscocca interamente carenato (la 348); in secondo luogo cercavo di fare ad Olanda un discorso orientativo senza troppo casino, quindi, per favore, passatemelo; casomai ci sentiamo su un topic automobilistico, che è certo più il mio campo di quello aeronautico.
Non credo che Manuelvi intendesse dire che è cacchetta, voleva solo sottolineare che non è necessario che sia concavo per creare deportanza (da come avevi scritto tu sembrava che il profilo dovesse essere per forza concavo per fare questo). Può essere un comunissimo profilo biconvesso inclinato verso il basso. Questo basta a fargli generare deportanza. Ora, siccome non devono generare una deportanza a caso, ma questa dovrà avere determinate caratteristiche (essere sviluppata in un determinato modo, con una determinata dinamica, in determinate condizioni per avere determinati effetti, tenendo conto delle forze a cui è sottoposto, delle deformazioni e delle sollecitazioni a cui va incontro, del peso che deve avere ecc ecc ecc ecc…..) va da sé che si cerchi caso per caso la soluzione ottimale. Questa soluzione ottimale è spesso costituita da un profilo (monoplano, biplano, triplano…) concavo.
Ok?
nelsonwilbury ha scritto:
- Considerazione pura e fine a sé stessa circa le sacre scritture: su testi di ingegneria, a voler essere pignoli, la turbina è trattata esclusivamente come espansore, e non come compressore, e se la tratti come tale dinnanzi al "professorone" ti sputa in un occhio; ma se sono venti e passa anni che milioni di turbocompressori soffiano sotto i nostri cofani anche a 160.000 giri/min., non me lo sono sognato; perciò tanto di cappello alla turbina ad espansione, ma se l'uomo l'ha rovesciata e usata in senso inverso non si può negare l'evidenza. Sarebbe come dire che lo zero non è un numero reale.
Perciò invoco pratica elasticità nell'interpretazione dei testi tecnici.
Questo discorso non l’ho capito. “Turbina” non indica qualcosa che ha una certa forma, ma qualcosa che lavora in un certo modo. Ridurre il termine “turbina” nella definizione di espansore non è pignoleria, è una castroneria, dubito che fosse generalizzato. La ruota dei mulini “ad acqua”, per intedersi, è una turbina (idraulica in questo caso). Non ho capito nemmeno l’esempio del turbocompressore.
Però hai ragione, forse conviene aprire un topic a sé per discutere di questi altri argomenti, in questo c’è già abbastanza confusione per i miei gusti.