Ricerca da paura
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Ricerca da paura
Buonasera a tutti,
è da tempo che non scrivo qua, anche se vi continuo a seguire con sempre grande piacere.
Chiedo scusa se il post non è appropriato per la sezione.
Avevo scritto, a suo tempo, per interrogarmi "a voce alta" sulla paura di volare.
Sono arrivata alla conclusione che io a mio agio, lassù, non ci sto. Così come non mi sento a mio agio in tante altre situazioni che non conosco bene e che non necessariamente implicano la presenza di un povero aereo, che non può incarnare o essere il simbolo di tutte le nostre paure.
Comunque, tutta questa premessa solo perché è funzionale al mio messaggio. Prima di esssere una che "a suo agio lassù non ci sta" sono una ricercatrice, specializzata in lingua inglese, e il mio desiderio di conoscere meglio un mondo, quello del volo (forse, per averne meno timore?), mi ha portato alla fine della fiera ad appassionarmi all'utilizzo dell'inglese come lingua dell'aviazione in contesti di emergenza.
Per esempio, leggendo negli anni alcuni articoli scientifici di colleghi, sembrerebbe che prima di una situazione di emergenza o, addirittura, nei casi peggiori, prima di un incidente ci siano dei pattern linguistici abbastanza comuni, che si presentano quindi con una certa regolarità, tra Comandante e Primo Ufficiale. Come, per esempio, una minor frequenza dell'uso del "we", "us", ecc. e una maggior tendenza all'utilizzo di "I", "me", "my", ecc. Solo per citare alcuni esempi.
Volevo quindi chiedere agli esperti qui presenti 1) se ciò viene effettivamente riscontrato nella pratica, secondo voi, cioè se l'utilizzo di un linguaggio "individualista" (passatemi il termine) va in qualche modo contro ciò che è la buona pratica 2) se, secondo voi, ci sono altre "spie" linguistiche, data la vostra esperienza 3) e se esistono dei corpus, delle raccolte di trascrizioni di comunicazioni nei cockpit, da poter analizzare per le mie ricerche.
Grazie a chi vorrà rispondermi e, come dicevo, chiedo scusa se il post non è appropriato per la sezione. Se mi date indicazioni, lo sposto subito.
Buona serata,
Francesca
è da tempo che non scrivo qua, anche se vi continuo a seguire con sempre grande piacere.
Chiedo scusa se il post non è appropriato per la sezione.
Avevo scritto, a suo tempo, per interrogarmi "a voce alta" sulla paura di volare.
Sono arrivata alla conclusione che io a mio agio, lassù, non ci sto. Così come non mi sento a mio agio in tante altre situazioni che non conosco bene e che non necessariamente implicano la presenza di un povero aereo, che non può incarnare o essere il simbolo di tutte le nostre paure.
Comunque, tutta questa premessa solo perché è funzionale al mio messaggio. Prima di esssere una che "a suo agio lassù non ci sta" sono una ricercatrice, specializzata in lingua inglese, e il mio desiderio di conoscere meglio un mondo, quello del volo (forse, per averne meno timore?), mi ha portato alla fine della fiera ad appassionarmi all'utilizzo dell'inglese come lingua dell'aviazione in contesti di emergenza.
Per esempio, leggendo negli anni alcuni articoli scientifici di colleghi, sembrerebbe che prima di una situazione di emergenza o, addirittura, nei casi peggiori, prima di un incidente ci siano dei pattern linguistici abbastanza comuni, che si presentano quindi con una certa regolarità, tra Comandante e Primo Ufficiale. Come, per esempio, una minor frequenza dell'uso del "we", "us", ecc. e una maggior tendenza all'utilizzo di "I", "me", "my", ecc. Solo per citare alcuni esempi.
Volevo quindi chiedere agli esperti qui presenti 1) se ciò viene effettivamente riscontrato nella pratica, secondo voi, cioè se l'utilizzo di un linguaggio "individualista" (passatemi il termine) va in qualche modo contro ciò che è la buona pratica 2) se, secondo voi, ci sono altre "spie" linguistiche, data la vostra esperienza 3) e se esistono dei corpus, delle raccolte di trascrizioni di comunicazioni nei cockpit, da poter analizzare per le mie ricerche.
Grazie a chi vorrà rispondermi e, come dicevo, chiedo scusa se il post non è appropriato per la sezione. Se mi date indicazioni, lo sposto subito.
Buona serata,
Francesca
Ultima modifica di FrancyFR il 11 marzo 2019, 23:42, modificato 4 volte in totale.
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Re: Ricerca da paura
ciao Francesca, prima di provare ad abbozzare una risposta volevo farti qualche domanda!
con
non parlo di assunzione di colpa/scarico di responsabilità, quanto alla tendenza di raccontare in prima persona, quindi pochi "abbiamo deciso di" ma più "il comandante ha voluto provare" o "il mio primo ufficiale ha proposto", intendi questo?
con
intendi nella situazione che ha portato all'incidente ("io sono il comandante e ti dico di fare così") o nel post incidente quando si interroga l'equipaggio ("ho detto al mio primo ufficiale di fare questo")sembrerebbe che prima di una situazione di emergenza o, addirittura, nei casi peggiori, prima di un incidente ci siano dei pattern linguistici abbastanza comuni, che si presentano quindi con una certa regolarità, tra Comandante e Primo Ufficiale. Come, per esempio, una minor frequenza dell'uso del "we", "us", ecc. e una maggior tendenza all'utilizzo di "I", "me", "my", ecc.
non parlo di assunzione di colpa/scarico di responsabilità, quanto alla tendenza di raccontare in prima persona, quindi pochi "abbiamo deciso di" ma più "il comandante ha voluto provare" o "il mio primo ufficiale ha proposto", intendi questo?
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China su fronte, si ses sezzidu pesa! ch'es passende sa Brigata tattaresa boh! boh! E cun sa mannu sinna sa mezzus gioventude de Saldigna
Non bat dinare a pacare
una vida pro miserat chi siat
s' omine
no er de imbolare
pro una gherra chi
est' unu affare
*Virtute Siderum Tenus*
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Re: Ricerca da paura
Grazie mille per la risposta e per la domanda!
Premetto che non sono un'esperta di aviazione, lo sono solo del mio ambito di ricerca (l'uso dell'inglese per scopi speciali), quindi dimmi/ditemi se sono poco chiara, così riformulo.
Intendo in tutte le fasi del volo, fino ad arrivare a fasi più "calde" o "decisionali" (non so se sono i termini adatti ma spero siano il più possibile chiari). Tutto ciò che avviene durante il volo e anche (e soprattutto) nel momento di gestire un'emergenza, più o meno seria.
Grazie ancora e se posso aggiungere spiegazioni alla mia richiesta, più che volentieri,
Francesca
Premetto che non sono un'esperta di aviazione, lo sono solo del mio ambito di ricerca (l'uso dell'inglese per scopi speciali), quindi dimmi/ditemi se sono poco chiara, così riformulo.
Intendo in tutte le fasi del volo, fino ad arrivare a fasi più "calde" o "decisionali" (non so se sono i termini adatti ma spero siano il più possibile chiari). Tutto ciò che avviene durante il volo e anche (e soprattutto) nel momento di gestire un'emergenza, più o meno seria.
Grazie ancora e se posso aggiungere spiegazioni alla mia richiesta, più che volentieri,
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Re: Ricerca da paura
quindi a bordo!
guarda, i piloti del forum potranno essere più esplicativi di me riguardo le comunicazioni all'interno della cabina di pilotaggio!
in passato ci sono stati diversi incidenti dovuti ai "gradi", primi ufficiali che non hanno voluto contraddire il comandante o fargli notare valori anormali, comandanti che zittivano i primi ufficiali, per cui ora, anche se l'ultima parola spetta al comandante, si hanno come figure il pilot flying e il pilot monitoring, di solito fanno 1 volo a testa come PF/PM, e le decisioni di solito si prendono assieme, si analizza il problema e si cerca una soluzione, quindi in teoria dovrebbe esserci più un utilizzo del noi rispetto all'io!
so che non sto assolutamente rispondendo alla tua domanda, forse non l'ho capita a pieno!
comunque, su internet dovresti trovare i report di vecchi incidenti, e nella relazione dell'ente (ANSV, FAA, BEU, CAA etc) dovrebbero essere incluse le trascrizioni del cockpit voice recorder, quelle torre-aereo invece ne trovi su youtube, questo per esempio riguarda le comunicazioni riguardo l'inconveniente di un aereo Air Astana nei cieli del portogallo di 4 mesi fa!
se può esserti di aiuto nella tua ricerca, in quel canale trovi altri video simili (inconvenienti più o meno gravi)
guarda, i piloti del forum potranno essere più esplicativi di me riguardo le comunicazioni all'interno della cabina di pilotaggio!
in passato ci sono stati diversi incidenti dovuti ai "gradi", primi ufficiali che non hanno voluto contraddire il comandante o fargli notare valori anormali, comandanti che zittivano i primi ufficiali, per cui ora, anche se l'ultima parola spetta al comandante, si hanno come figure il pilot flying e il pilot monitoring, di solito fanno 1 volo a testa come PF/PM, e le decisioni di solito si prendono assieme, si analizza il problema e si cerca una soluzione, quindi in teoria dovrebbe esserci più un utilizzo del noi rispetto all'io!
so che non sto assolutamente rispondendo alla tua domanda, forse non l'ho capita a pieno!
comunque, su internet dovresti trovare i report di vecchi incidenti, e nella relazione dell'ente (ANSV, FAA, BEU, CAA etc) dovrebbero essere incluse le trascrizioni del cockpit voice recorder, quelle torre-aereo invece ne trovi su youtube, questo per esempio riguarda le comunicazioni riguardo l'inconveniente di un aereo Air Astana nei cieli del portogallo di 4 mesi fa!
se può esserti di aiuto nella tua ricerca, in quel canale trovi altri video simili (inconvenienti più o meno gravi)
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Re: Ricerca da paura
Hai risposto eccome, grazie!
Bene anche per i dati da recuperare: le comunicazioni torre-aereo non erano in previsione per l'analisi, ma senz'altro mi aiuteranno a contestualizzare.
PS in effetti, potevo dire semplicemente "a bordo" e farla meno lunga
Bene anche per i dati da recuperare: le comunicazioni torre-aereo non erano in previsione per l'analisi, ma senz'altro mi aiuteranno a contestualizzare.
PS in effetti, potevo dire semplicemente "a bordo" e farla meno lunga

- flyingbrandon
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Re: Ricerca da paura
Prima di tutto complimenti....un bel modo di “sfruttare” il non essere a tuo agio...FrancyFR ha scritto:
Per esempio, leggendo negli anni alcuni articoli scientifici di colleghi, sembrerebbe che prima di una situazione di emergenza o, addirittura, nei casi peggiori, prima di un incidente ci siano dei pattern linguistici abbastanza comuni, che si presentano quindi con una certa regolarità, tra Comandante e Primo Ufficiale. Come, per esempio, una minor frequenza dell'uso del "we", "us", ecc. e una maggior tendenza all'utilizzo di "I", "me", "my", ecc. Solo per citare alcuni esempi.
Volevo quindi chiedere agli esperti qui presenti 1) se ciò viene effettivamente riscontrato nella pratica, secondo voi, cioè se l'utilizzo di un linguaggio "individualista" (passatemi il termine) va in qualche modo contro ciò che è la buona pratica 2) se, secondo voi, ci sono altre "spie" linguistiche, data la vostra esperienza 3) e se esistono dei corpus, delle raccolte di trascrizioni di comunicazioni nei cockpit, da poter analizzare per le mie ricerche.
Grazie a chi vorrà rispondermi e, come dicevo, chiedo scusa se il post non è appropriato per la sezione. Se mi date indicazioni, lo sposto subito.
Buona serata,
Francesca

Non è facile rispondere alle tue domande ...perché il “pattern” linguistico esce in automatico in situazioni di stress e non è poi semplice ricordare le esatte parole. Detto questo , però, dividerei le situazioni...cioè se ti interessa sapere il “prima”...vuoi puntare i riflettori che un cockpit “ostile” o , per lo meno, freddo possa essere causa di emergenze ? O se nel momento in cui avviene un’emergenza il cockpit passa ad essere più individualista? Mi spiego meglio...se hai un pattern individualistico e ti pianta un impianto idraulico non c'è connessione tra pattern ed emergenza. Se l’emergenza è di natura “non meccanica” , ma dovuto ad un errore umano, allora si può cercare la correlazione tra pattern ed emergenza....ed è quello che si studia nel CRM. Per quanto riguarda il passaggio nell’emergenza vera e propria, anche qua fare un distinguo. Per quanto riguarda il decision making...ovvero il cosa si decide di fare, le volte che mi è capitato o al simulatore il pattern è rimasto “noi”...dove andiamo? E se facessimo? Però nella risoluzione dell’emergenza, inizialmente, dove si definiscono i ruoli , ad esempio, è sempre individualista...ma lo è perché la fraseologia standard che, per chiarezza, è “imperativa” e senza fronzoli...proprio perché uno richiede un’azione e l’altro esegue. È cambiata proprio da poco su Airbus...ma pur sapendo che il PF (chi vola l’aeroplano) ha il controllo dell’aereo e il PM ( che monitorizza quello che fa il PF, l’aereo, risponde alla radio ed esegue) , il PF , in emergenza ribadiva “I’ve control and comunications...e ordinava ECAM Actions”. Quindi in quelle fasi è normale che un cockpit diventi “individualista”...ma poi dovrebbe tornare , nell’analisi delle soluzioni, più a “noi”. Tieni anche presente che la situazione può richiedere un punto di vista...quindi se la domanda è “tu cosa faresti?”...la risposta non può che essere “io farei...”. Insomma....se vuoi studiare “durante un emergenza”, ci possono essere dei cambiamenti di pattern dovuti alla situazione contingente e non necessariamente ad una “ostilità” o ad un “erroneo” passaggio “individualista”. Sempre a titolo di esempio...chi sta volando l’aeroplano è responsabile della condotta “safe” ed ha la precedenza sulle azioni del PM. Quindi se il PM sta facendo qualsiasi cosa ma al PF serve qualcosa...il PF ordina e il PM interrompe quello che sta facendo per eseguire l’ordine. Quindi il diverso “pattern” durante l’emergenza è un po’ più difficile da analizzare per questo intreccio di ruoli, fraseologia e richieste. Tieni anche presente che la maggior parte delle emergenze non richiede un particolare decision making che faccia discutere sul dove andare o cosa fare...perché è tutto stabilito. Puoi trovare le trascrizioni del cockpit , ma se le trovi è perché è accaduto qualcosa di grave...e , quindi, ti perderesti le informazioni relative ad un diverso “pattern” senza alcun tipo di risultato diverso dal normale svolgersi del volo. Sicuramente il comportamento modifica il linguaggio....e altrettanto sicuramente il comportamento a bordo può modificare o alterare la sicurezza a bordo. Nella nostra cultura, per fortuna, ciò ha un impatto minore perché è comunque possibile discutere , e portare l’attenzione anche all’azienda che prende provvedimenti a riguardo. In altre culture, dove il ruolo è meno “discutibile”, ciò può portare anche a conseguenze non desiderabili.
Ciao!
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Re: Ricerca da paura
Da quello che riporta Brandon pare chiaro, a me, che l'equipaggio dovrebbe arrivare da una scuola di comune cultura, mentre spessissimo i piloti provengono da compagnie diverse di paesi diversi e da interpretazioni delle regole diverse che in caso di emergenza possono prevalere e modificare il comportamento previsto dalla compagnia per la quale stanno volando. Spero di essere riuscito a sintetizzare.
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Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
http://web.tiscali.it/windrider/
Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.
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Re: Ricerca da paura
L'interessante ricerca di FrancyFR (ma FR starà mica per Ryanair?) mi ha fatto sorgere un altro interrogativo. Con lo stesso criterio, che pattern linguistico si usa in sala operatoria in situazioni normali e in quelle di emergenza? E' un lavoro di equipe che lavora alla pari oppure c'è sempre un dominus in scala gerarchica?
È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio
-
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Re: Ricerca da paura
Buonasera a tutti,
grazie mille per aver dedicato il vostro tempo a queste mie elucubrazioni!
Tutte le vostre risposte hanno chiarito molti aspetti e mi hanno aperto nuovi scenari da tenere in considerazione, non essendo io del settore. Intanto, dovrò quindi scegliere su quale "parte" di scambi linguistici relativi all'emergenza concentrarmi: se sul prima (quindi, quando ancora l'emergenza non si è verificata) o se sul durante (gestione dell'emergenza). Altra cosa da delimitare: emergenza per errore umano o non umano. E credo sia più interessante, per i miei scopi e se ho ben capito dalle vostre risposte, il primo scenario.
Mi pare chiaro dovrò leggermi un bel po' di roba per capire come funzionano i ruoli (citando flyingbrandon: "chi vola l’aeroplano e ha il controllo dell’aereo e chi monitorizza quello che fa il PF, l’aereo, risponde alla radio ed esegue") poiché questo necessariamente regolamenta, sempre se ho ben capito, anche gli scambi linguistici.
Faccio un esempio per capire se ho capito (che intrecci!) Il caso del 2009 di Air France 447 è stato analizzato in modo secondo me interessante (per "secondo me" non intendo da un punto di vista dell'aviazione - non ci capisco niente!) dal punto di vista linguistico: scelte linguistiche non in linea con i principi che governano un atto comunicativo appropriato e che si è tradotto, nel caso di specie, con la violazione del "cooperative principle" (molto banalmente, da Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Cooperative_principle).
Ecco, le situazioni che vorrei analizzare sono in linea con questo evento. Secondo voi ha senso oppure "ogni caso è a parte" ed è impossibile trovare pattern? E, soprattutto, voi cosa ne pensate (se vi siete mai interessati alle trascrizioni relative al caso Air France 447)?
Grazie per il vostro contributo e spero di non essere troppo noiosa o fuori tema - ditemi pure se mi devo spostare (o sparire
)
PS per sardinian aviator: ah, giusto, FR sta per Ryanair!
grazie mille per aver dedicato il vostro tempo a queste mie elucubrazioni!
Tutte le vostre risposte hanno chiarito molti aspetti e mi hanno aperto nuovi scenari da tenere in considerazione, non essendo io del settore. Intanto, dovrò quindi scegliere su quale "parte" di scambi linguistici relativi all'emergenza concentrarmi: se sul prima (quindi, quando ancora l'emergenza non si è verificata) o se sul durante (gestione dell'emergenza). Altra cosa da delimitare: emergenza per errore umano o non umano. E credo sia più interessante, per i miei scopi e se ho ben capito dalle vostre risposte, il primo scenario.
Mi pare chiaro dovrò leggermi un bel po' di roba per capire come funzionano i ruoli (citando flyingbrandon: "chi vola l’aeroplano e ha il controllo dell’aereo e chi monitorizza quello che fa il PF, l’aereo, risponde alla radio ed esegue") poiché questo necessariamente regolamenta, sempre se ho ben capito, anche gli scambi linguistici.
Faccio un esempio per capire se ho capito (che intrecci!) Il caso del 2009 di Air France 447 è stato analizzato in modo secondo me interessante (per "secondo me" non intendo da un punto di vista dell'aviazione - non ci capisco niente!) dal punto di vista linguistico: scelte linguistiche non in linea con i principi che governano un atto comunicativo appropriato e che si è tradotto, nel caso di specie, con la violazione del "cooperative principle" (molto banalmente, da Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Cooperative_principle).
Ecco, le situazioni che vorrei analizzare sono in linea con questo evento. Secondo voi ha senso oppure "ogni caso è a parte" ed è impossibile trovare pattern? E, soprattutto, voi cosa ne pensate (se vi siete mai interessati alle trascrizioni relative al caso Air France 447)?
Grazie per il vostro contributo e spero di non essere troppo noiosa o fuori tema - ditemi pure se mi devo spostare (o sparire

PS per sardinian aviator: ah, giusto, FR sta per Ryanair!
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Re: Ricerca da paura
FrancyFR ha scritto:
Faccio un esempio per capire se ho capito (che intrecci!) Il caso del 2009 di Air France 447 è stato analizzato in modo secondo me interessante (per "secondo me" non intendo da un punto di vista dell'aviazione - non ci capisco niente!) dal punto di vista linguistico: scelte linguistiche non in linea con i principi che governano un atto comunicativo appropriato e che si è tradotto, nel caso di specie, con la violazione del "cooperative principle" (molto banalmente, da Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Cooperative_principle).
Per rispondere a questo devo prima leggermi , almeno, ciò che hai linkato per capire ....

Non c’e niente Di impossibile. Forse dovrei capire meglio cosa intendi per pattern...però di base, in un cockpit c’è la fraseologia aeronautica e I call out che sono standard che riguardano la condotta del volo, in operazioni normali e di emergenza. C'è poi una “normale” comunicazione tra essere umani. Il pattern penso sia definibile, se lo è, nel secondo tipo di comunicazione...perché è quella che può essere influenzata dal “rapporto”.FrancyFR ha scritto: Ecco, le situazioni che vorrei analizzare sono in linea con questo evento. Secondo voi ha senso oppure "ogni caso è a parte" ed è impossibile trovare pattern? E, soprattutto, voi cosa ne pensate (se vi siete mai interessati alle trascrizioni relative al caso Air France 447)?
Grazie per il vostro contributo e spero di non essere troppo noiosa o fuori tema - ditemi pure se mi devo spostare (o sparire)
PS per sardinian aviator: ah, giusto, FR sta per Ryanair!
Avevo letto tutta l’inchiesta , con relative trascrizioni, ma è passato un bel pò di tempo. Difficile , in quel caso, slegare l’avaria dalla comunicazione. La comunicazione non è stata adeguata...ma perché, fino a poco prima dello schianto, a nessuno dei due era chiaro ciò che fosse in atto. Difficile quindi avere una comunicazione chiara quando ti manca totalmente la chiarezza su ciò che sta accadendo. È interessante, forse non dal punto di vista prettamente linguistico ma comunicativo, come l’interruzione drastico di chiarezza comunicativa è arrivata proprio dall’aereo. Quella avaria non era mai stata studiata, da nessuno, in quota...ma , vista la pericolosità nella fase di decollo, fatta proprio in quella fase. È anche uno dei pochi Memory Items di Airbus. Quando è stata proposta , in seguito all’incidente, al simulatore , ad essere onesto è davvero “spiazzante” se non l’hai mai vista. Suona di tutto, sia l’overspeed che l’avvisatore di stallo, ti vengono dati molti sistemi in avaria...davvero tanti e ritengo che sia difficile mantenere un “pattern” linguistico efficiente visto che il primo punto della discussione è ciò che ti comunica la macchina. Il PF è sempre stato convinto di essere in overspeed...tanto è vero che in un certo momento voleva utilizzare anche gli speedbrake. L’altro Primo ufficiale che faceva da PM non pensava di essere in overspeed e ha fermato l’azione del PF ma non ha colto che il PF avesse quella sensazione e quindi non si è posto il dubbio che potesse continuamente tirare il side stick a cabrare. Da un punto di vista linguistico , se ci fosse stata una chiara espressione delle proprie sensazioni , e non solo un tentativo di capire cosa stesse accadendo, forse gli esiti sarebbero stati diversi...però è anche vero che nessuno dei due , in quel momento, cercava una maggiore comunicazione ma era focalizzata alla soluzione di un aereo che stava venendo giù. Certamente c’è stata poca chiarezza anche dal punto di vista dei call out standard di una emergenza...ma anche questo attribuibile, a mio avviso, dal non aver individuato il problema e dai continui avvisi ECAM. Diciamo che in questo specifico incidente sono emersi , e sono stati fonte di discussione, altri problemi ...l’addestramento , non nel senso che non lo si era, ma non si è valutato correttamente che potesse essere così problematica quell’avaria in un contesto diverso dalla fase di decollo. L’ergonomia...in qualsiasi altro aereo sarebbe stato evidentemente il fatto che uno dei due stesse continuando a tirare l’aereo a sè...mantenendolo quindi in una condizione di stallo. L’uso eccessivo degli automatismi con la cieca fiducia che l’aereo , sullo stallo ad esempio, non potesse finirci in nessun caso (questo da noi no). A questo proposito mi era tornato in mente che quando sono passato dal 737 all’Airbus, a Tolosa presso la sede Airbus, durante il passaggio macchina ci è stato chiesto se ce la sentivamo di fare un tipo di procedura ...io e il collega rispondiamo in coro “no problem” e stacchiamo l’autopilota per fare questa procedura a mano (convinti ci stesse chiedendo quello che aggiunge la difficoltà in più)....NOOOOOOOOO.....STOPPPPP....freeza il simulatore e ci fa una manfrina sul fatto di aver staccato l’autopilota ed essere andati a mano. Poi ci ha chiesto direttamente “ma voi con i passeggeri fate le procedure a mano?????”....

Tutto ciò per dire che , forse, non è l’esempio di incidente tipico per uso scorretto dei pattern linguistici a meno che tu non apra la ricerca ad una “comunicazione” molto più ampia.
Ciao!
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Re: Ricerca da paura
Ed eccomi, finalmente, a rispondere.
Ho capito che sarà una ricerca bella complessa e sto sempre più maturando l’idea che dovrò cercare un altro ricercatore, nell’ambito aeronautico, con cui condurla. Ci vorrà anche uno psicologo, senz’altro, e un altro esperto di comunicazione in situazioni critiche. Insomma, ci vorrà un bel gruppo di ricerca. Ne ero già consapevole ma le vostre risposte mi sono servite per capire chi potrebbe fare cosa, quindi: grazie, come sempre, per l’aiuto!
Questa sezione del forum, per tanti aspetti, sarebbe davvero una fonte preziosa per moltissime ricerche. Nessuno vi ha mai coinvolti (professionisti e utenti, intendo) per delle ricerche? Soprattutto psicologi e psicologi del linguaggio, mi vengono in mente (tipo, banalmente, come si esprime linguisticamente “la paura” e, nello specifico, quella di volare).
Perché potrebbe essere interessante ma anche utile. Se si conosce come si comunica la paura, forse si trovano anche più facilmente le cause e i rimedi (abbinati ovviamente ad una marea di altri dati non linguistici, eh). Niente, era solo una riflessione...
Un’altra cosa che mi viene in mente legata a questo. Nel mondo dell’aviazione commerciale, si prende in considerazione la “paura di volare” dei passeggeri per scegliere il modo in cui comunicare con i passeggieri, non nelle emergenze, intendo, ma nella routine del volo?
Ho capito che sarà una ricerca bella complessa e sto sempre più maturando l’idea che dovrò cercare un altro ricercatore, nell’ambito aeronautico, con cui condurla. Ci vorrà anche uno psicologo, senz’altro, e un altro esperto di comunicazione in situazioni critiche. Insomma, ci vorrà un bel gruppo di ricerca. Ne ero già consapevole ma le vostre risposte mi sono servite per capire chi potrebbe fare cosa, quindi: grazie, come sempre, per l’aiuto!
Questa sezione del forum, per tanti aspetti, sarebbe davvero una fonte preziosa per moltissime ricerche. Nessuno vi ha mai coinvolti (professionisti e utenti, intendo) per delle ricerche? Soprattutto psicologi e psicologi del linguaggio, mi vengono in mente (tipo, banalmente, come si esprime linguisticamente “la paura” e, nello specifico, quella di volare).
Perché potrebbe essere interessante ma anche utile. Se si conosce come si comunica la paura, forse si trovano anche più facilmente le cause e i rimedi (abbinati ovviamente ad una marea di altri dati non linguistici, eh). Niente, era solo una riflessione...
Un’altra cosa che mi viene in mente legata a questo. Nel mondo dell’aviazione commerciale, si prende in considerazione la “paura di volare” dei passeggeri per scegliere il modo in cui comunicare con i passeggieri, non nelle emergenze, intendo, ma nella routine del volo?
- flyingbrandon
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Re: Ricerca da paura
No...è lasciato alla sensibilità personale. L’unico interesse che la compagnia ha di comunicare con i passeggeri è di natura “commerciale “....FrancyFR ha scritto:
Un’altra cosa che mi viene in mente legata a questo. Nel mondo dell’aviazione commerciale, si prende in considerazione la “paura di volare” dei passeggeri per scegliere il modo in cui comunicare con i passeggieri, non nelle emergenze, intendo, ma nella routine del volo?

In questo senso, comunque, ci sono compagnie che offrono corsi per la paura di volare...
Ciao!
Ultima modifica di flyingbrandon il 15 marzo 2019, 0:17, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ricerca da paura
"Si avvisano i signori passeggeri che a breve attraverseremo una zona di turbolenza, vi preghiamo di stare seduti e con le cinture allacciate"
Questo forse è l'unico annuncio che può "aiutare" qualcuno con la paura di volare, il preavviso della turbolenza! (Anche se il fine è evitare che qualcuno si faccia male, non preavvisare chi ha paura)
Questo forse è l'unico annuncio che può "aiutare" qualcuno con la paura di volare, il preavviso della turbolenza! (Anche se il fine è evitare che qualcuno si faccia male, non preavvisare chi ha paura)
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China su fronte, si ses sezzidu pesa! ch'es passende sa Brigata tattaresa boh! boh! E cun sa mannu sinna sa mezzus gioventude de Saldigna
Non bat dinare a pacare
una vida pro miserat chi siat
s' omine
no er de imbolare
pro una gherra chi
est' unu affare
*Virtute Siderum Tenus*
China su fronte, si ses sezzidu pesa! ch'es passende sa Brigata tattaresa boh! boh! E cun sa mannu sinna sa mezzus gioventude de Saldigna
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- MartaP
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Re: Ricerca da paura
... da ex paurosa, Fabio, posso dirti che tempo fa questo tipo di annuncio mi avrebbe fatto venire ancora più paura...**F@b!0** ha scritto:"Si avvisano i signori passeggeri che a breve attraverseremo una zona di turbolenza, vi preghiamo di stare seduti e con le cinture allacciate"
Questo forse è l'unico annuncio che può "aiutare" qualcuno con la paura di volare, il preavviso della turbolenza!

...invece, l'ultima volta che l'ho sentito, di ritorno da BCN, le aavv erano appena passate e, maremma maiala, avevo il the bollente in mano..

(@ invece poi ,fortunatamente, non c'è stata alcuna turbolenza..

- Lampo 13
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Re: Ricerca da paura
Guarda, io sono arrivato alla conclusione che ci deve essere una qualche connessione tra turbolenza,MartaP ha scritto:...invece, l'ultima volta che l'ho sentito, di ritorno da BCN, le aavv erano appena passate e, maremma maiala, avevo il the bollente in mano..![]()
accensione delle seat belt e distribuzione di liquidi bollenti, non so quale ma c'è di sicuro.
Ogni volta che accendi le seat belt la turbolenza finisce, ma appena le spegni eccola che ritorna...
appena hai, finalmente, il tuo agognato caffè bollente in mano, subito cominciano degli scossoni
che attentano alla pulizia della tua bella camicia bianca ed alla integrità della tua pelle delicata!
- MartaP
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Re: Ricerca da paura
premesso che:sardinian aviator ha scritto:L'interessante ricerca di FrancyFR (ma FR starà mica per Ryanair?) mi ha fatto sorgere un altro interrogativo. Con lo stesso criterio, che pattern linguistico si usa in sala operatoria in situazioni normali e in quelle di emergenza? E' un lavoro di equipe che lavora alla pari oppure c'è sempre un dominus in scala gerarchica?
Il chirurgo è, legalmente parlando, il capo equipe;
l'anestesista è responsabile della gestione delle emergenze
ma
"Gli operatori di una struttura sanitaria, medici e paramedici, sono tutti ex lege portatori di una posizione di garanzia, espressione dell’obbligo di solidarietà costituzionalmente imposto ex artt. 2 e 32 della Costituzione nei confronti dei pazienti, la cui salute essi devono tutelare contro qualsivoglia pericolo che ne minacci l’integrità; l’obbligo di protezione perdura per l’intero tempo del turno di lavoro." ( non fate caso al termine "paramedici" , che in Italia non esistono.. anche gli infermieri, essendo professionisti, rispondono in primis per ciò che riguarda le attività previste dal profilo professionale, anche alla luce dell'ormai ventennale abrogazione del mansionario);
...in pratica: se si lavora in sala operatoria si sa benissimo quali sono le emergenze che possono capitare ( che poi son sempre quelle: arresto cardiaco, arresto respiratorio, FV, anafilassi, shock emorragico..) quindi si gestisce l'emergenza tutti insieme appassionatamente, ovverosia, ognuno sa cosa fare e come fare : non occorre che il chirurgo e l'anestesista diano ordini ( se c'è AC = si rianima; se c'è FV = si defibrilla;; se c'è anafilassi si fanno i relativi farmaci, ecc..)
...quindi diciamo che il pattern linguistico, solitamente, ha un indirizzo plurale.. poi dipende, sempre e comunque, dal carattere delle persone..


- MartaP
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Re: Ricerca da paura
..quindi, per un pilota, arrivare a destinazione con la camicia candida è un terno al lotto...Lampo 13 ha scritto: Guarda, io sono arrivato alla conclusione che ci deve essere una qualche connessione tra turbolenza, accensione delle seat belt e distribuzione di liquidi bollenti, non so quale ma c'è di sicuro.
Ogni volta che accendi le seat belt la turbolenza finisce, ma appena le spegni eccola che ritorna...
appena hai, finalmente, il tuo agognato caffè bollente in mano, subito cominciano degli scossoni
che attentano alla pulizia della tua bella camicia bianca ed alla integrità della tua pelle delicata!

- Lampo 13
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Re: Ricerca da paura
A me la cosa che più impressionava era lavare la cloche con le salviettine umidificate, lavarmi le mani, fare 1 ora di volo, rilavarmi le mani e vedere l'acqua assolutamente nera! Credo che gli aeroplani siano uno dei posti più sporchi che esistano... un consiglio, i serbatoi dell'acqua potabile non sono apribili, credo in nessun aeroplano, e per evitare problemi sanitari l'acqua caricata è addizionata di ulteriore cloro, per questo the e caffè fanno schifo, evitatela.MartaP ha scritto:..quindi, per un pilota, arrivare a destinazione con la camicia candida è un terno al lotto...Lampo 13 ha scritto: Guarda, io sono arrivato alla conclusione che ci deve essere una qualche connessione tra turbolenza, accensione delle seat belt e distribuzione di liquidi bollenti, non so quale ma c'è di sicuro.
Ogni volta che accendi le seat belt la turbolenza finisce, ma appena le spegni eccola che ritorna...
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Re: Ricerca da paura
Oh finalmente! Fra tante elucubrazioni mentali qualcosa di pratico e utileLampo 13 ha scritto:A me la cosa che più impressionava era lavare la cloche con le salviettine umidificate, lavarmi le mani, fare 1 ora di volo, rilavarmi le mani e vedere l'acqua assolutamente nera! Credo che gli aeroplani siano uno dei posti più sporchi che esistano... un consiglio, i serbatoi dell'acqua potabile non sono apribili, credo in nessun aeroplano, e per evitare problemi sanitari l'acqua caricata è addizionata di ulteriore cloro, per questo the e caffè fanno schifo, evitatela.MartaP ha scritto:..quindi, per un pilota, arrivare a destinazione con la camicia candida è un terno al lotto...Lampo 13 ha scritto: Guarda, io sono arrivato alla conclusione che ci deve essere una qualche connessione tra turbolenza, accensione delle seat belt e distribuzione di liquidi bollenti, non so quale ma c'è di sicuro.
Ogni volta che accendi le seat belt la turbolenza finisce, ma appena le spegni eccola che ritorna...
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- Giutreas
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Re: Ricerca da paura
Io invece apprezzo i comandanti "parlanti", quelli cioè che descrivono la rotta, le condizioni meteo incontrate e quelle previste all'arrivo, la temperatura, ecc.. L'ultima volta il comandante spagnolo di Iberia ogni tanto prendeva la parola e si lasciava andare a questa sorta di radiocronache del volo, interminabili perché faceva la versione castigliana e quella inglese. In altre occasioni ci sono stati comandanti che non hanno proferito parola per tutto il volo, altri (Volotea mi pare) che in avvicinamento hanno inserito addirittura la musica in diffusione.MartaP ha scritto:... da ex paurosa, Fabio, posso dirti che tempo fa questo tipo di annuncio mi avrebbe fatto venire ancora più paura...**F@b!0** ha scritto:"Si avvisano i signori passeggeri che a breve attraverseremo una zona di turbolenza, vi preghiamo di stare seduti e con le cinture allacciate"
Questo forse è l'unico annuncio che può "aiutare" qualcuno con la paura di volare, il preavviso della turbolenza!![]()
...invece, l'ultima volta che l'ho sentito, di ritorno da BCN, le aavv erano appena passate e, maremma maiala, avevo il the bollente in mano..![]()
(@ invece poi ,fortunatamente, non c'è stata alcuna turbolenza..)
Oggi è il domani che tanto ti preoccupava ieri.
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Re: Ricerca da paura
C'era un Comandante AZ di A300 famoso per i suoi interminabili annunci, in pratica in un volo Roma Milano parlava per tutta a crociera! Era francamente troppo... 

- Giutreas
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Re: Ricerca da paura
Lampo 13 ha scritto:C'era un Comandante AZ di A300 famoso per i suoi interminabili annunci, in pratica in un volo Roma Milano parlava per tutta a crociera! Era francamente troppo...

Oggi è il domani che tanto ti preoccupava ieri.
-
- Rullaggio
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Re: Ricerca da paura
Grazie per la risposta, F@b!0.
Una cosa che mi sto chiedendo da un po' (e la domanda è rivolta ovviamente ai piloti del Forum) è: la componente "paura di volare" dei passeggeri, tanto diffusa e ben nota, rientra in qualche modo nella vostra formazione teorica? Anche solo parzialmente o in maniera incidentale - tipo, state affrontando l'argomento X e la "paura di volare" viene anche solo nominata o discussa in maniera più o meno strutturata?
Probabilmente la questione è già stata affrontata altrove sul Forum e forse la risposta alla mia domanda è "no", ma ho approfittato dell'annuncio del pilota suggerito da F@b!0 per chiedere conferma.
Grazie a tutti!
Francesca
Una cosa che mi sto chiedendo da un po' (e la domanda è rivolta ovviamente ai piloti del Forum) è: la componente "paura di volare" dei passeggeri, tanto diffusa e ben nota, rientra in qualche modo nella vostra formazione teorica? Anche solo parzialmente o in maniera incidentale - tipo, state affrontando l'argomento X e la "paura di volare" viene anche solo nominata o discussa in maniera più o meno strutturata?
Probabilmente la questione è già stata affrontata altrove sul Forum e forse la risposta alla mia domanda è "no", ma ho approfittato dell'annuncio del pilota suggerito da F@b!0 per chiedere conferma.
Grazie a tutti!
Francesca
**F@b!0** ha scritto:"Si avvisano i signori passeggeri che a breve attraverseremo una zona di turbolenza, vi preghiamo di stare seduti e con le cinture allacciate"
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Re: Ricerca da paura
No!FrancyFR ha scritto:Grazie per la risposta, F@b!0.
Una cosa che mi sto chiedendo da un po' (e la domanda è rivolta ovviamente ai piloti del Forum) è: la componente "paura di volare" dei passeggeri, tanto diffusa e ben nota, rientra in qualche modo nella vostra formazione teorica? Anche solo parzialmente o in maniera incidentale - tipo, state affrontando l'argomento X e la "paura di volare" viene anche solo nominata o discussa in maniera più o meno strutturata?
Probabilmente la questione è già stata affrontata altrove sul Forum e forse la risposta alla mia domanda è "no", ma ho approfittato dell'annuncio del pilota suggerito da F@b!0 per chiedere conferma.
Grazie a tutti!
Francesca
Ciao!
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Re: Ricerca da paura
Quando portavo pax sulla mia mongolfiera io facevo sempre un discorso tipo questo:
Benvenuti a bordo, io sono il comandante e su questo non ci piove. Cercherò di portarvi da qui a li e se non ci riesco ve lo dico prima. Vi racconterò tutto quello che farò e tutto quello che succede, quindi evitate domande inutili. Se mi vedrete sbiancare, ammutolire e sentirete puzza di m***a, non vi preoccupate, tanto è inutile.
Benvenuti a bordo, io sono il comandante e su questo non ci piove. Cercherò di portarvi da qui a li e se non ci riesco ve lo dico prima. Vi racconterò tutto quello che farò e tutto quello che succede, quindi evitate domande inutili. Se mi vedrete sbiancare, ammutolire e sentirete puzza di m***a, non vi preoccupate, tanto è inutile.

La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.
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Re: Ricerca da paura
tartan ha scritto:Quando portavo pax sulla mia mongolfiera io facevo sempre un discorso tipo questo:
Benvenuti a bordo, io sono il comandante e su questo non ci piove. Cercherò di portarvi da qui a li e se non ci riesco ve lo dico prima. Vi racconterò tutto quello che farò e tutto quello che succede, quindi evitate domande inutili. Se mi vedrete sbiancare, ammutolire e sentirete puzza di m***a, non vi preoccupate, tanto è inutile.

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Re: Ricerca da paura
Rispondo solo ora perchè solo ora ho letto. A bordo non esistono solo i piloti, ci sono anche gli assistenti di volo, quelli che erroneamente vengono considerati poco più che camerieri al servizio dei pax, quando non sono considerati ancora peggio quando su voli di compagnie arabe o compagnie europee in mano ad arabi. Gli assistenti di volo sanno che i passeggeri possono avere paura e sono addestrati per questo. Sanno che ci possono essere emergenze anche sanitarie a bordo e sono addestrati per queste, quindi alcune domande andrebbero rivolte a loro più che ai piloti, visto che questi si devono occupare principalmente della sicurezza del volo a prescindere dalle paure di "chicche e sia"!FrancyFR ha scritto:Grazie per la risposta, F@b!0.
Una cosa che mi sto chiedendo da un po' (e la domanda è rivolta r ai piloti del Forum) è: la componente "paura di volare" dei passeggeri, tanto diffusa e ben nota, rientra in qualche modo nella vostra formazione teorica? Anche solo parzialmente o in maniera incidentale - tipo, state affrontando l'argomento X e la "paura di volare" viene anche solo nominata o discussa in maniera più o meno strutturata?
Probabilmente la questione è già stata affrontata altrove sul Forum e forse la risposta alla mia domanda è "no", ma ho approfittato dell'annuncio del pilota suggerito da F@b!0 per chiedere conferma.
Grazie a tutti!
Francesca
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Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Re: Ricerca da paura
Ricordo addirittura che ad un utente del forum particolarmente pauroso fu permesso di sedere di fianco ad un assistente di volo durante il decollo.tartan ha scritto:Rispondo solo ora perchè solo ora ho letto. A bordo non esistono solo i piloti, ci sono anche gli assistenti di volo, quelli che erroneamente vengono considerati poco più che camerieri al servizio dei pax, quando non sono considerati ancora peggio quando su voli di compagnie arabe o compagnie europee in mano ad arabi. Gli assistenti di volo sanno che i passeggeri possono avere paura e sono addestrati per questo. Sanno che ci possono essere emergenze anche sanitarie a bordo e sono addestrati per queste, quindi alcune domande andrebbero rivolte a loro più che ai piloti, visto che questi si devono occupare principalmente della sicurezza del volo a prescindere dalle paure di "chicche e sia"!FrancyFR ha scritto:Grazie per la risposta, F@b!0.
Una cosa che mi sto chiedendo da un po' (e la domanda è rivolta r ai piloti del Forum) è: la componente "paura di volare" dei passeggeri, tanto diffusa e ben nota, rientra in qualche modo nella vostra formazione teorica? Anche solo parzialmente o in maniera incidentale - tipo, state affrontando l'argomento X e la "paura di volare" viene anche solo nominata o discussa in maniera più o meno strutturata?
Probabilmente la questione è già stata affrontata altrove sul Forum e forse la risposta alla mia domanda è "no", ma ho approfittato dell'annuncio del pilota suggerito da F@b!0 per chiedere conferma.
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