Domanda ai piloti del forum

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Matteo Bevilacqua
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Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Matteo Bevilacqua » 19 agosto 2012, 17:30

In qualità di passeggeri avete mai avuto paura?Sono curioso di sentire eventuali racconti.io invece sogno di diventare un pilota civile e adoro gli aerei ma ho alcuni momenti di paura,vorrei anche considerazioni su questo.
Grazie mille delle risposte.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 20 agosto 2012, 10:48

Matteo Bevilacqua ha scritto:In qualità di passeggeri avete mai avuto paura?Sono curioso di sentire eventuali racconti.io invece sogno di diventare un pilota civile e adoro gli aerei ma ho alcuni momenti di paura,vorrei anche considerazioni su questo.
Grazie mille delle risposte.
TEO :P
No mai.
Difficile fare considerazioni sulle tue paure se non esprimi quali esse siano...immagino , vista la tua volontà di diventare pilota, legata alla non conoscenza di alcuni aspetti oppure legate al non sentirsi adeguati alla situazione. Di questa natura, ovviamente, non sono incompatibili con quello che vuoi fare perché raggiungerai la conoscenza e le abilità che ti faranno sentire adeguato per quelle situazioni. La "paura" intesa come senso di conservazione , invece, è cosa buona e giusta che ci sia a qualsiasi livello...perché rappresenterà sempre quel campanello di allarme che ti permetterà di valutare "bene" la situazione.
Ciao!
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Matteo Bevilacqua
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Matteo Bevilacqua » 20 agosto 2012, 18:55

flyingbrandon ha scritto:
Matteo Bevilacqua ha scritto:In qualità di passeggeri avete mai avuto paura?Sono curioso di sentire eventuali racconti.io invece sogno di diventare un pilota civile e adoro gli aerei ma ho alcuni momenti di paura,vorrei anche considerazioni su questo.
Grazie mille delle risposte.
TEO :P
No mai.
Difficile fare considerazioni sulle tue paure se non esprimi quali esse siano...immagino , vista la tua volontà di diventare pilota, legata alla non conoscenza di alcuni aspetti oppure legate al non sentirsi adeguati alla situazione. Di questa natura, ovviamente, non sono incompatibili con quello che vuoi fare perché raggiungerai la conoscenza e le abilità che ti faranno sentire adeguato per quelle situazioni. La "paura" intesa come senso di conservazione , invece, è cosa buona e giusta che ci sia a qualsiasi livello...perché rappresenterà sempre quel campanello di allarme che ti permetterà di valutare "bene" la situazione.
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La mia paura non credo sia legata a non conoscenza anche se ho paura di cose che so perfettamente cosa sono e di cui una volta non avevo nessun timore,mi sono informato e ho scoperto che la paura puo essere legata a una paura esterna,cosa compatibile con la mia storia ,quindi dici che posso stare tranquillo?

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 21 agosto 2012, 10:34

Matteo Bevilacqua ha scritto: La mia paura non credo sia legata a non conoscenza anche se ho paura di cose che so perfettamente cosa sono e di cui una volta non avevo nessun timore,mi sono informato e ho scoperto che la paura puo essere legata a una paura esterna,cosa compatibile con la mia storia ,quindi dici che posso stare tranquillo?
Non ho ben capito...forse se espliciti il concetto mi è più chiaro! Ma una cosa posso dirla lo stesso...non so in che ambito ti riferisca il tuo "posso stare tranquillo?" ma...in ogni caso la risposta è sì...la paura è un aspetto della nostra vita e, ad ogni modo, il non essere tranquillo non penso possa mai essere d'aiuto.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da mermaid » 21 agosto 2012, 12:26

flyingbrandon ha scritto:
Matteo Bevilacqua ha scritto: La mia paura non credo sia legata a non conoscenza anche se ho paura di cose che so perfettamente cosa sono e di cui una volta non avevo nessun timore,mi sono informato e ho scoperto che la paura puo essere legata a una paura esterna,cosa compatibile con la mia storia ,quindi dici che posso stare tranquillo?
Non ho ben capito...forse se espliciti il concetto mi è più chiaro! Ma una cosa posso dirla lo stesso...non so in che ambito ti riferisca il tuo "posso stare tranquillo?" ma...in ogni caso la risposta è sì...la paura è un aspetto della nostra vita e, ad ogni modo, il non essere tranquillo non penso possa mai essere d'aiuto.
Ciao!
credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
è qualcosa di simile, matteo?
Ultima modifica di mermaid il 21 agosto 2012, 13:17, modificato 1 volta in totale.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Fran65 » 21 agosto 2012, 12:31

...il titolo del 3d è troppo generico e l'argomento può interessare..... :wink:
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 21 agosto 2012, 17:41

mermaid ha scritto:[
credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
è qualcosa di simile, matteo?
È sul termine "esterno" allora che ho frainteso il senso. Quando parlo di paura, aldilà di quel fenomeno necessario alla sopravvivenza, come ad esempio un leone affamato davanti a te , e dei NECESSARI meccanismi messi in atto per uscire da quella situazione, per me la paura è sempre qualcosa di "interno". La rappresentazione esterna che manifesta il tuo disagio è, di per sè, totalmente ininfluente. È come parlare di coincidenze e sincronicità...la coincidenza è un fattore puramente temporale ma che assume , per te, un coinvolgimento emotivo e "diventa" sincronicità. Per un'altra persona , quella stessa coincidenza potrebbe rimanere tale. Tu sei la realtà, ma il modo in cui vivi quella stessa realtà ha diversi caratteri, simbologie, ed emotività in gioco proprio perché il tuo essere immersa nella realtà è diverso da quello di un'altra persona. Un ponte è un ponte. Ma se il tuo modo di viverti, a livello emotivo, ti ha portato a definire delle aree, delle separazioni, ...siano esse solo dei "periodi" temporali oppure delle vere e proprie aree comportamentali o ancora delle immagini che hai di te separate tra di loro (cosa non possibile)..., e se tu avessi dovuto "connettere" queste aree o periodi con dei " ponti emotivi" che ti hanno permesso di mantenere una visione di te "integra" , con un senso di continuità...non ci sarebbe niente di più semplice che la caduta di uno o più di questi "ponti" per avere dei disagi interiori. Un ponte collega due parti apparentemente separate dal punto di vista spaziale anche se, di separato non c'è proprio nulla. Penso che spesso, consapevolmente o meno, si cerchi di organizzare la nostra vita in modo "logico" e, soprattutto conosciuto, trascurando però che tanti aspetti della realtà, perfino di noi stessi, siano inconoscibili per natura. Le emozioni svolgono un ruolo rilevante nel vivere soprattutto ciò che non è conoscibile e rappresentano il segnale se ciò che cerchiamo di fare della nostra vita sia in accordo con tutto ciò che partecipa alla nostra vita (dal punto di vista naturale). Non è necessario tradurre le emozioni in un linguaggio comprensibile alla coscienza, basta essere consapevoli di quello che sta accadendo senza cercare necessariamente delle risposte. La realtà, di cui facciamo parte, svolge per noi questo fantastico gioco di "conoscenza" offrendo spunti che ci permettono di renderci consapevoli di ciò che stiamo vivendo...non di ciò che vivremo o abbiamo vissuto ma proprio di ciò che stiamo vivendo. Nel momento in cui ci sono 20 persone sul ponte ma "tu" avverti quella sensazione...non ha importanza se il ponte sia indistruttibile o meno ma, per te, è un richiamo emotivo alla tua esistenza. La realtà non ti obbliga a vivere come natura desidera ma ti mette spesso di fronte all'evidenza o meno se tu stai vivendo come la tua natura desidera ( o sei frutto di condizionamenti). Così come il "simbolo" fornito dall'esterno è poco rilevante così è importante che tu riconosca l'emozione che assume per te qualcosa di apparentemente "normale". L'emozione o a volte la malattia o a volte il "caso" sono solo avvisi in una lingua , per la tua ragione sconosciuta, che ti permettono di allineare "te stessa".  Tanto più rifiuti questo tanto più vivrai male...tanto più accetti tanto più comprenderai. Lo sforzo, se mai dovesse esserci, non dovrebbe riguardare la repressione ma la
Comprensione. Il lato positivo è che comunque la consapevolezza del proprio vivere permette comunque il quietarsi di manifestazioni "indesiderate" pur non avendo ancora compreso il senso...sempre che ciò sia possibile....Quindi per concludere...non capirò mai il senso di una paura "esterna". Dirò di più...forse non ha neanche senso definire esterno ed interno in questo contesto...proprio perché tu SEI la realtà nello stesso modo in cui un sasso è la realtà. Ma se proprio devo definire la paura...sicuramente non è la fuori come non lo è la causa...tranne quelle circostanze in cui ne vada della sopravvivenza in quel momento.
Ovviamente solo tu conosci l'esistenza o meno dei tuoi ponti e, solo tu, la rappresentazione che la realtà ti offre. Il modo per passarla o non arrivare a vivere queste rappresentazioni in modo "penalizzante" è un altro discorso ancora...
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da tartan » 21 agosto 2012, 17:59

mermaid ha scritto: credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
è qualcosa di simile, matteo?
A me successe tanti anni fa (sempre tanti anni fa, uffa!) su un ponte di Long Beach (San Pedro Port O'Call). Un ponte molto alto e lungo, con parapetto basso che quando ci stavi sopra la strada spariva e ti sembrava di volare. Lo attraversavo guardando dritto davanti a me, con il collo rigido, per non guardare fuori e mi sembrava sempre di essere attirato verso il bordo. La prima volta fu una sensazione spiacevole di molto (ricordi toscani!), poi divenne un fastidio, poi mi mancava se non ci andavo, poi mi sforzavo di far tornare quella sensazione, poi non vedo l'ora di tornarci per vedere che effetto mi fa.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da MarcoBG88 » 21 agosto 2012, 18:30

Non conosco nessun pilota, ma credo che un pizzico di "strizza" rimanga sempre perché, seppur si conosce l'aeromobile e si sa come affrontare le situazioni più controverse, come si suol dire, fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

Io, da passeggero, non ho mai avuto paura di volare (persino la prima volta, ero solo un po' "eccitato" ma presumo che la situazione fosse dettata dalla prima esperienza) e non l'ho tutt'ora perché nel mio piccolo so qualcosina di aviazione (poca roba, frutto di qualche ora di visione di programmi televisivi sugli incidenti aerei - che più che far "paura" sono molto utili per comprenderne la dinamica) e mi rendo conto che la paura è irrazionale.
Se poi ci si trova a tot mila metri di quota con uno squarcio nella fusoliera e l'aereo che precipita, beh, lì è molto più razionale. :mrgreen:

Ma non sono un pilota, quindi la mia testimonianza non serve a una beneamata fava!

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da mermaid » 21 agosto 2012, 18:46

flyingbrandon ha scritto:...
sì,capisco perfettamente cosa intendi per esterno e interno, e probabilmente dicevamo la stessa cosa:
esterno rispetto al ponte, alla macchina.. se la causa della paura è dentro di me, è fuori dall'oggetto su cui si manifesta, in questo senso io intendevo 'esterna', come credo anche l'utente che ha aperto il 3d (esterna rispetto all'aereo che è una macchina di cui conosce i meccanismi, volendo lui fare il pilota).
grazie per la consulenza :mrgreen: :D
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 21 agosto 2012, 19:39

mermaid ha scritto:[
grazie per la consulenza :mrgreen: :D
Non lo era...
Era solo per capire io cosa intendevate per paura "esterna"...
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da mermaid » 21 agosto 2012, 19:50

flyingbrandon ha scritto:
mermaid ha scritto:[
grazie per la consulenza :mrgreen: :D
Non lo era...
Era solo per capire io cosa intendevate per paura "esterna"...
ma a me ha fatto l'effetto di una consulenza... :roll:
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Luke3 » 21 agosto 2012, 20:18

MarcoBG88 ha scritto:Non conosco nessun pilota, ma credo che un pizzico di "strizza" rimanga sempre perché, seppur si conosce l'aeromobile e si sa come affrontare le situazioni più controverse, come si suol dire, fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

Io, da passeggero, non ho mai avuto paura di volare (persino la prima volta, ero solo un po' "eccitato" ma presumo che la situazione fosse dettata dalla prima esperienza) e non l'ho tutt'ora perché nel mio piccolo so qualcosina di aviazione (poca roba, frutto di qualche ora di visione di programmi televisivi sugli incidenti aerei - che più che far "paura" sono molto utili per comprenderne la dinamica) e mi rendo conto che la paura è irrazionale.
Se poi ci si trova a tot mila metri di quota con uno squarcio nella fusoliera e l'aereo che precipita, beh, lì è molto più razionale. :mrgreen:

Ma non sono un pilota, quindi la mia testimonianza non serve a una beneamata fava!
Non parlerei propriamente di strizza o paura. E' la consapevolezza che non stiamo andando a fare una passeggiata nel parco ed e' un'attivita' che porta i suoi rischi, e che ciascuna nostra azione ha delle conseguenze, alcune delle quali possono essere catastrofiche. E' quella consapevolezza che ti porta a non fare ca**ate, al pretendere da te stesso di dare sempre il meglio e di non prendere decisioni che potrebbero esporre al rischio noi e chi e' nell'aereo con noi, mantenendosi sempre sulla strada piu' prudente. Io dubito sempre di chi vola troppo rilassato, con l'atteggiamento del "ma si che sara' mai, e' come andarsi a fare un giro in bicicletta", perche' e' una mentalita' che porta a rischiare piu' del necessario.
Questa consapevolezza si, paura nel senso proprio del termine no. Poi ci sono momenti in cui (almeno personalmente) un attimo di strizza arriva, ma e' retroattivo. Al momento dell'evento quando stai per aria non hai il tempo di spaventarti, subentra l'addestramento e ti attivi per uscire dalla situazione il prima possibile nel modo piu' sicuro possibile e senza coinvolgere eventuali passeggeri (meglio ancora se non se ne accorgono). Poi una volta a terra hai tutto il tempo di pensarci e reagire come meglio pensi. Ed il ricordo di quella sensazione e quell'esperienza fa si che in quella situazione non ci vai a finire piu', che sia dipeso da te o meno. Io finora questi momenti in 4 anni li conto ancora sulle dita della mano, perche' sono molto conservatore nel modo in cui volo, e spero (meglio detto: faro' tutto nelle mie capacita') per far si che rimanga cosi'.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 21 agosto 2012, 20:32

mermaid ha scritto:credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
Beh mah... secondo te, questa tua fobia di guidare sui ponti si è innescata dopo un fatto ben preciso (esempio: hai avuto un attacco di panico mentre guidavi la macchina sopra un ponte) oppure è un timore che hai relativo ad alcune percezioni di "insicurezza della struttura", paura dell'altezza oppure un senso di "vuoto sotto di te"?

Spesso le fobie che proviamo sono dovute al fatto che il nostro cervello "ha imparato" a riconoscere e interpretare determinate situazioni come pericolose perchè associa a tali fatti delle emozioni che magari abbiamo provato in una fase antecedente, caricati da altri fattori psicosomatici che non comprendiamo subito e che spesso sono inconsci. Come una sorta di imprinting generato da un trauma. Quindi, inconsciamente, anche se adesso siamo liberi da ogni repressione psicosomatica il nostro cervello riconosce come "pericolo" una situazione normale.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da mermaid » 21 agosto 2012, 20:38

Uzik ha scritto:
mermaid ha scritto:credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
Beh mah... secondo te, questa tua fobia di guidare sui ponti si è innescata dopo un fatto ben preciso (esempio: hai avuto un attacco di panico mentre guidavi la macchina sopra un ponte) oppure è un timore che hai relativo ad alcune percezioni di "insicurezza della struttura", paura dell'altezza oppure un senso di "vuoto sotto di te"?
stiamo andando ot, ma comunque no, non riesco a risalire ad un episodio in particolare. la prima volta che è successo stavo guidando sulla cisa e ho attribuito queste sensazioni alla stanchezza (non avevo pensato ad un attacco di panico), visto che avevo dormito poco la sera prima.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da tartan » 21 agosto 2012, 21:08

Uzik ha scritto:
mermaid ha scritto:credo sia paragonabile a quello che succede a me sui ponti: ho sempre guidato senza problemi, poi qualche anno fa, di colpo, il panico. so perfettamente cosa succede, so guidare, so guidare sui ponti che conosco (per es la tangenziale di milano), ma quando sono su strade nuove la mia percezione si altera e mi sento sempre sul ciglio della strada a millemila all'ora, anche se la lancetta segna i 50 e rompo i maroni a tutti stando a cavallo della mezzeria....
ovviamente l'origine della paura non è nel ponte o nella macchina, ma 'esterna'...
Beh mah... secondo te, questa tua fobia di guidare sui ponti si è innescata dopo un fatto ben preciso (esempio: hai avuto un attacco di panico mentre guidavi la macchina sopra un ponte) oppure è un timore che hai relativo ad alcune percezioni di "insicurezza della struttura", paura dell'altezza oppure un senso di "vuoto sotto di te"?

Spesso le fobie che proviamo sono dovute al fatto che il nostro cervello "ha imparato" a riconoscere e interpretare determinate situazioni come pericolose perchè associa a tali fatti delle emozioni che magari abbiamo provato in una fase antecedente, caricati da altri fattori psicosomatici che non comprendiamo subito e che spesso sono inconsci. Come una sorta di imprinting generato da un trauma. Quindi, inconsciamente, anche se adesso siamo liberi da ogni repressione psicosomatica il nostro cervello riconosce come "pericolo" una situazione normale.
E perchè per me poi è diventata una cosa piacevole e da riprovare?
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 21 agosto 2012, 22:01

tartan ha scritto:E perchè per me poi è diventata una cosa piacevole e da riprovare?
Beh... presumibilmente perchè il tuo iniziale timore era dato dal fatto di vivere questa preoccupante e spiazzante sensazione di "volare" per via della prospettiva magari a te poco famigliare di quel ponte (parapetti bassi, la strada...).
Poi percorrendolo diverse volte hai incominciato a "metabolizzare" il tutto autonomamente e ad associare addirittura un senso di euforia nell'attraversare il ponte. Sicuramente il fatto che hai la passione per il volo e quindi certe sensazioni ti provocano euforia e piacere ha contribuito a rendere autoimmune questo tuo disagio che provavi.

Ma credo che ciò che Mermeid racconta faccia riferimento ad un altro contesto

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 22 agosto 2012, 0:50

Uzik ha scritto:
Come una sorta di imprinting generato da un trauma. Quindi, inconsciamente, anche se adesso siamo liberi da ogni repressione psicosomatica il nostro cervello riconosce come "pericolo" una situazione normale.
E se non c'è stato trauma come la maggior parte delle volte? E , soprattutto, cosa intendi per trauma?
Ciao!
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 22 agosto 2012, 11:35

flyingbrandon ha scritto:E se non c'è stato trauma come la maggior parte delle volte? E , soprattutto, cosa intendi per trauma?
Ciao!

Spesso è sufficiente un primo (o unico) episodio di attacco di panico per innescare quel processo chiamato "fobofobia", cioè la "paura della paura" proprio perchè la prima esperienza di ADP può
essere traumatizzante e generare quindi una serie di fobie, ansie e il cosidetto "disturbo da attacchi
di panico" (Dap) che è ben diverso da un ADP perchè il Dap crea una "fobia anticipatoria" e si cade nel proiettare
tale fobia in un contesto simile o che il nostro cervello ritiene riconducibile a quella volta in cui si è manifestato un ADP.


Rappresenta un trauma. Perchè? Perchè è proprio da quell'episodio "traumatizzante" che si crea un precedente
e che la nostra natura umana lo assume come situazione di pericolo, quindi da evitare sempre e, come ho detto sopra, addirittura il nostro cervello lo stigmatizza e lo rielabora fino a quando (come dicono alcuni neurologi) "è il cervello stesso a raccontarci una bugia" quindi si creano attacchi di panico anche in situazioni differenti dal contesto del trauma iniziale.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da tartan » 22 agosto 2012, 13:51

Che vita triste co tutti sti traumi!
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 22 agosto 2012, 14:04

Uzik ha scritto:
flyingbrandon ha scritto:E se non c'è stato trauma come la maggior parte delle volte? E , soprattutto, cosa intendi per trauma?
Ciao!

Spesso è sufficiente un primo (o unico) episodio di attacco di panico per innescare quel processo chiamato "fobofobia", cioè la "paura della paura" proprio perchè la prima esperienza di ADP può
essere traumatizzante e generare quindi una serie di fobie, ansie e il cosidetto "disturbo da attacchi
di panico" (Dap) che è ben diverso da un ADP perchè il Dap crea una "fobia anticipatoria" e si cade nel proiettare
tale fobia in un contesto simile o che il nostro cervello ritiene riconducibile a quella volta in cui si è manifestato un ADP.


Rappresenta un trauma. Perchè? Perchè è proprio da quell'episodio "traumatizzante" che si crea un precedente
e che la nostra natura umana lo assume come situazione di pericolo, quindi da evitare sempre e, come ho detto sopra, addirittura il nostro cervello lo stigmatizza e lo rielabora fino a quando (come dicono alcuni neurologi) "è il cervello stesso a raccontarci una bugia" quindi si creano attacchi di panico anche in situazioni differenti dal contesto del trauma iniziale.
Qua parlavamo della paura in generale...e non hai risposto alla mia domanda. Quindi , per te, l'attacco di panico è IL trauma, ma non tutti quelli che hanno paura hanno avuto un attacco di panico, quindi non avrebbe comunque validità generale ma specifica....però allora ti chiedo...perché quelli che hanno avuto il primo attacco di panico, quindi ancora esenti dal trauma, lo hanno sperimentato? E qui torniamo alla risposta del mio quesito nel post sopra. Sono pienamente d'accordo che il cervello ti dica una bugia...ma te l'ha detta anche la prima volta. Gli effetti di un attacco di panico hanno il loro "perché", perfino l'atto estremo di svenire ha il suo perché "fisiologico". È meglio perdere conoscenza mentre il leone ti sbrana piuttosto che vivere atroci dolori...nel momento in cui non c'è più nulla da fare, per il cervello, è meglio farti smettere di soffrire. Ma...cosa non trascurabile, non parlavamo del primo tipo di paura "essenziale" alla sopravvivenza...ma di ciò che porta il tuo cervello, in una situazione "normale" a raccontarti una bugia...
Ciao!
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 23 agosto 2012, 20:27

flyingbrandon ha scritto: Quindi , per te, l'attacco di panico è IL trauma, ma non tutti quelli che hanno paura hanno avuto un attacco di panico, quindi non avrebbe comunque validità generale ma specifica....però allora ti chiedo...perché quelli che hanno avuto il primo attacco di panico, quindi ancora esenti dal trauma, lo hanno sperimentato?
No. Sbagliato. Io ho parlato di attacchi di panico che generano disturbi da attacco di panico. E la cosa è ben diversa. Perchè? Perchè gli attacchi di panico si verificano per delle cause specifiche: ereditarietà (non genetica, ma comportamentale), si possono verificare per situazioni anche protratte dall'infanzia (rapporto con i genitori, iperprotezionismo, ecc..) oppure quella che è la più diffusa: lo stile di vita, i suoi livelli di stress, l'autostima...

Con questi elementi, e tutte le sfumature e le diramazioni del caso, si rende terreno fertile per l'insorgere di attacchi di panico. Provare "paura" è normale. Fa parte del bagaglio di emozioni "primarie". L'AdP è un lampo di bugia che il cervello racconta ma, amico mio, non cadere nelle frasi "è un qualcosa di interno a te, quindi sei tu!" perchè noi non siamo fatti a compartimenti stagni, ma siamo un unico prodotto di fattori consci ed inconsci e ...ti ricordi di quella volta che hai dovuto fare un "go around" mentre cercavi di atterrare con vento fortissimo? Fu allora che tu decidesti di abortire l'atterraggio perchè il tuo cervello valutò come impossibile l'operazione di atterraggio. Ecco, allora ti fidasti del tuo cervello. Non hai pensato che il tuo cervello ti raccontasse una bugia. Quando hai un attacco di panico il cervello ti racconta una bugia. Ma non lo sai. E non lo metti in dubbio.
Ci vuole tempo.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da mermaid » 23 agosto 2012, 20:30

Uzik ha scritto: Quando hai un attacco di panico il cervello ti racconta una bugia. Ma non lo sai. E non lo metti in dubbio.
Ci vuole tempo.
il problema è che io lo so bene (che la mia percezione alterata è una bugia del cervello) e se non bastasse ci sono gli strumenti della macchina a confermarlo. perchè non mi basta per guidare serena?
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 23 agosto 2012, 21:08

Uzik ha scritto: Perchè gli attacchi di panico si verificano per delle cause specifiche: ereditarietà (non genetica, ma comportamentale), si possono verificare per situazioni anche protratte dall'infanzia (rapporto con i genitori, iperprotezionismo, ecc..) oppure quella che è la più diffusa: lo stile di vita, i suoi livelli di stress, l'autostima...
Quindi te,vil tuo modo di vivere, il tuo modo di essere, il tuo modo di percepire la realtà e, il tuo modo di sentirti al mondo...
Uzik ha scritto:
, amico mio, non cadere nelle frasi "è un qualcosa di interno a te, quindi sei tu!" perchè noi non siamo fatti a compartimenti stagni, ma siamo un unico prodotto di fattori consci ed inconsci e ...
Mai stata tanto lontana da me una visione dell'uomo a compartimenti stagni...mi dici di non cadere in quella frase ma parli di prodotti consci e inconsci....di chi? Dell' "altro"? O di te?
Uzik ha scritto:
Ci vuole tempo.
Anche no. Certo che se ricerchi una causa esterna....elencando però aspetti interni...potresti anche metterci una vita e non arrivare alla soluzione.
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 23 agosto 2012, 22:34

mermaid ha scritto:il problema è che io lo so bene (che la mia percezione alterata è una bugia del cervello) e se non bastasse ci sono gli strumenti della macchina a confermarlo. perchè non mi basta per guidare serena?

Beh ma qui non parliamo di attacco di panico, giusto? Magari quella volta sulla cisa, la stanchezza, le circostanze, hanno scoperchiato qualcosa di latente che adesso si ripresenta ogni volta che affronti situazioni simili provocandoti una certa ansia e disagio.
Ti vorrei dire che la cosa è molto interessante perchè in passato, parlando con persone con disagi circostanziali del tutto analoghi a questi, si sono poi scoperte di soffrire di claustrofobia (gallerie) o di vertigini (il sapere di essere su un ponte) che non avevano mai ponderato prima d'ora. Lo stress infatti può far affiorare, amplificare, o "creare" quesi problemi.
Ma questo è solo un esempio.
Magari può essere utile "identificare" cosa ti mette a disagio guidare su un ponte prima di capire il perchè.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da Uzik » 23 agosto 2012, 22:54

flyingbrandon ha scritto:Anche no. Certo che se ricerchi una causa esterna....elencando però aspetti interni...potresti anche metterci una vita e non arrivare alla soluzione.
Ciao!

Non cerco cause esterne. Ma perchè poi? La soluzione di cosa?

Magari si può capire solo anche il senso.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 23 agosto 2012, 23:01

Uzik ha scritto:
flyingbrandon ha scritto:Anche no. Certo che se ricerchi una causa esterna....elencando però aspetti interni...potresti anche metterci una vita e non arrivare alla soluzione.
Ciao!

Non cerco cause esterne. Ma perchè poi? La soluzione di cosa?

Magari si può capire solo anche il senso.

Take it easy! :nike:
Allora perché mi dici di non cadere nella trappola di affermare che sia una questione "interna"?
Sei tu che hai affermato che è questione di tempo...pensavo ti riferissi per la soluzione...ma probabilmente ho frainteso.
Ciao
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da flyingbrandon » 24 agosto 2012, 2:21

Uzik ha scritto:ti ricordi di quella volta che hai dovuto fare un "go around" mentre cercavi di atterrare con vento fortissimo? Fu allora che tu decidesti di abortire l'atterraggio perchè il tuo cervello valutò come impossibile l'operazione di atterraggio. Ecco, allora ti fidasti del tuo cervello. Non hai pensato che il tuo cervello ti raccontasse una bugia. Quando hai un attacco di panico il cervello ti racconta una bugia. Ma non lo sai. E non lo metti in dubbio.
Ci vuole tempo.
Prima non ho avuto tempo di rispondere anche a questo perché ero al lavoro...
L'esempio è azzeccato...ma, penso, non per il verso che avresti voluto dare tu e ora ti spiego perché.
Se decido di fare un go around perché qualcosa la fuori non mi convince e mi fido del mio cervello, che sia una bugia o meno, non ha importanza perché riattaccando mi porto in una posizione sicura e di controllo...poi valuto se è stata una bugia o meno....ma la risposta del mio cervello è stata corretta in tutti e due i casi.
Nel momento in cui a te, o chi soffre di attacchi di panico, la situazione sembra prendere una piega non gradevole, non hai la risposta da parte del tuo cervello di metterti in una posizione di controllo e al sicuro ma..."continui l'avvicinamento". Per fortuna, è come se fossi al simulatore, ti schianti ma non muori....perché era solo una "finta" ...una bugia. Ma la cosa più importante è che l'attacco di panico ti manifesta il fatto che hai ignorato il tuo "modo" di vivere la vita non in accordo con il tuo modo di essere....vuoi perché vivi sulle "credenze" altrui che non corrispondono alle tue...vuoi perché ti stressi...vuoi perché hai una bassa autostima. L'attacco di panico è uno "scossone" che il corpo e il tuo cervello ti danno per dire "oh c***o...ma hai capito o no!?!?"
Ecco perché sono contro l'uso di farmaci per questi disturbi...perché come per la maggior parte dei disturbi rappresenta un campanello di allarme per avvisarti che non stai vivendo la tua vita come dovresti. Il togliere la spia non significa riparare il guasto ma semplicemente non ricordarcelo continuamente...ma se non ti fai arrivare il messaggio è probabile che il corpo, che per l'appunto non è a compartimenti stagni, ti farà arrivare il messaggio in altri modi. Essere consapevoli significa non vivere tutta la propria vita con il pilota automatico. Su qualsiasi aereo troverai sempre l'indicazione di...staccare il pilota automatico se qualcosa nei sistemi non ti convince e non capisci cosa sta succedendo. Chi manifesta l'attacco di panico non stacca mai il pilota automatico per prendere il controllo consapevolmente. Non esiste un attacco di panico dove il respiro sia regolare...è sempre in affanno. Ma se riesci, e non è per niente difficile, ad essere consapevole del tuo respiro, il solo controllarlo ti permette di non avere alcun attacco di panico. I benefici del controllo del respiro sono tanti ed enormi ma non è questa la sede ora per parlarne.
Un'ultima cosa...non potrei fare niente di diverso che "take it easy"...perché i tuoi problemi non sono miei problemi e perché, nonostante tu mi dica "amico mio" non siamo né amici né conoscenti. Mi pare che tu manifesti un po' di casino tra "interno" ed "esterno" perché hai elencato una serie di tematiche "interne" ma allo stesso tempo mi esorti a non cadere nell'errore di avvisare che il problema dell'attacco di panico è interno. Delle due quindi...o me lo dici tanto per contraddirmi...oppure non hai ancora ben definito il campo d'azione della tua persona tanto da non riconoscere ciò che dipende da te da quello che non dipende da te.
Ciao!
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da MartaP » 24 agosto 2012, 7:11

...Brandon ammettilo, sei un psicoterapeuta travestito da pilota :mrgreen: .....
Comunque, usando le parole testuali di Luca Evangelisti, il termine " traumatico" fa riferimento ad una "situazione che direttamente o indirettamente è legata all'idea della morte. Può essere diretto o indiretto. Non c' è un nesso causale tra il primo episodio traumatico e i successivi ( la diminuzione di potenza dei motori dell'aereo non provoca in tutti i passeggeri la fobia del volo) , quindi contano anche il nostro carattere, la nostra storia individuale, il momento esistenziale che si sta vivendo. Questo evento che rompe gli equilibri si chiama, tecnicamente, "evento scatenante" e può essere positivo ( matrimonio, gravidanza, mutuo...oddio non so se quest' ultimo può essere considerato positivo :shock: ) o negativo ( malattia, morte del coniuge, separazione, cambiamento di lavoro..) insomma, è un evento che modifica sostanzialmente gli assetti della nostra esistenza. Molto spesso ignoriamo totalmente il legame causale tra l'evento scompenso e i problemi che ne conseguono. Si verifica nei tre anni antecedenti la comparsa dell'ansia da volo."

Il mio evento traumatico scatenante è stata una importante operazione chirurgica dove sono stata in pericolo di vita.
Dopo 4 mesi ho preso un aereo e...attacco di panico!!!!
Ma non ho capito subito il collegamento, l'ho capito dopo 12 anni, dopo aver letto il libro di Evangelisti...
Ciao!!!
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da sigmet » 28 agosto 2012, 18:49

MartaP ha scritto: Questo evento che rompe gli equilibri si chiama, tecnicamente, "evento scatenante" e può essere positivo ( matrimonio, gravidanza, mutuo...oddio non so se quest' ultimo può essere considerato positivo :shock: ) o negativo ( malattia, morte del coniuge, separazione, cambiamento di lavoro..) insomma, è un evento che modifica sostanzialmente gli asset
ti della nostra esistenza. Molto spesso ignoriamo totalmente il legame causale tra l'evento scompenso e i problemi che ne conseguono.
Curiosita': Gli eventi da te citati (sia positivi che negativi) sono quelli che compaiono ai primi posti nella scala del risk assesment . Per un pilota Ignorarli e' dannoso quanto inutile tanto da sconsigliare per quanto possibile di andare in volo.
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da MartaP » 29 agosto 2012, 9:03

..Sigmet, cos'è il risk assesment ? :bounce:
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da sigmet » 29 agosto 2012, 11:44

MartaP ha scritto:..Sigmet, cos'è il risk assesment ? :bounce:
E' una domanda retorica o vuoi giocare...? :wink:

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da MartaP » 29 agosto 2012, 12:19

.. che bravo, hai trovato una slide dell'IPASVI :D :D
(ma in Infermieristica si parla soprattutto di Risk Management, gestito da un Risk Manager)

..effettivamente la mia domanda era incompleta. Tu hai scritto che "gli eventi da me citati (sia positivi che negativi) sono quelli che compaiono ai primi posti nella scala del risk assesment . Per un pilota ignorarli e' dannoso quanto inutile tanto da sconsigliare per quanto possibile di andare in volo"

Quest'ultima affermazione non mi è chiara. Vuoi dire, per esempio, che se un pilota attraversa un evento particolare gli viene sconsigliato di volare?

e..a che cosa vorresti giocare? :wink:
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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da sigmet » 29 agosto 2012, 13:12

Anche la mia risposta non era del tutto esaustiva; Il risk management come tu mi insegni non significa eliminare i rischi ma saperne gestire la presenza mitigandone le conseguenze nell'attivita' di tutti i giorni; per prima cosa essendone consapevoli. Nel caso dei piloti c'e' una matrice di rischio da "stress "(detta di Holmes-Rahe ma vale per qualsiasi lavoro) che assegna a ciascun evento un coefficiente:



Immagine

In genere un valore superiore a 150 sconsiglia l'attivita' di pilota in comando unico a bordo.
Oltre a questa vi e' un altra tabella che assegna dei coefficienti al tipo di missione volata, alle condizioni meteo. alle performances dell'aereo etc. Un po come succede se il paziente ha' piu o meno di 64 anni, deve subire un intrvento complesso al cuore oppure un appendice, il ricovero e' corto oppure lungo etc. La somma dei valori di ciascun fattore andra' confrontata con questa altra tabella:

Immagine
Spero di essere stato piu' chiaro ora.

Ad ogni modo pur avendo tenuto piu' volte dei corsi al personale medico e paramedico mi sono chiesto piu' volte se in sala operatoria o in corsia si applicano sempre nella realta' dei criteri di "safeguards" simili anche a livello di HF.. :roll:
Io avrei bisogno del corso "paura di ospedale.." :eeeeek: ,
Per i giochi va bene tutto tranne quelli di carte, li sono veramente una pera... :dontknow:
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.

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Re: Domanda ai piloti del forum

Messaggio da MartaP » 29 agosto 2012, 16:53

Sigmet, non ho parole!
In senso positivo, intendo..non avevo idea di questa cosa :D
Sono d'accordo con te, al personale medico ed infermieristico dovrebbero applicare gli stessi criteri.
Anzi, magari se nella sanità ci fossero tutti i controlli che ci sono nel campo dell'aviazione!!

lo so che vado OT ma:
posso cortesemente chiederti che tipo di corsi hai tenuto per il personale ospedaliero??
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