ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

La fobia del volo: dubbi comuni, cause, soluzioni.
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ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 31 agosto 2013, 17:37

Da dove si origina questa mi paura? Mi batte forte il cuore mentre inizio a scrivere... vi ho trovato ieri, per caso cercando sul web qualche articolo psicologico sull'aereofobia... mi è piaciuto molto questo forum... visioni così diverse... Ma tornando a me, sono una donna di 33 anni, primo volo a 14, e lo ricordo come un'esperienza fantastica: nuova ed eccitante. Diversi altri voli brevi durante l'adolescenza e la prima età adulta, sempre vissuti serenamente.
A 26 anni, dopo la laurea, decido di trascorrere l'intera estate in Spagna, primo vero distacco da una famiglia caotica e simbiotica. A settembre durante il volo di ritorno accade qualcosa che ancora oggi condiziona la mia vita: maltempo, notte, fulmini, forte turbolenza, non sembra di stare su un aereo ma su un motoscafo, si spengono le luci all'interno del veivolo e le hostess corrono su e giù per il corridoio. Penso "sto per morire e non rivedrò più la mia famiglia". Dopo quell'episodio ho fatto la stessa tratta l'anno successivo, forzandomi, e sono stata preda di un attacco di panico (non manifestato a nessuno). Poi due anni dopo decido che non permetterò a questa fobia di impedirmi di viaggiare e mi faccio dare degli psicofarmaci per affrontare un volo di un'ora per Palermo.
All'andata i farmaci hanno un minimo di effetto e seppur avverto forte ansia, non ho un attacco di panico; al ritorno il volo viene ritardato a causa di un guasto e io ho già assunto il farmaco quando danno l'annuncio, mi dico che se passa troppo tempo non farà più effetto e ne prendo un'altra dose. Finisco per sentirmi male (vomito e strordimento) e decido che non li prenderò mai più, ma da allora ho anche smesso di volare e mi limito a viaggiare in Italia, in treno, auto o traghetto.
Apparentemente la paura del volo deriva da un trauma, ma qual è il significato profondo di questa paura, che cosa è andata a toccare? Paura della morte, prima non contemplata? Paura di una punizione per slealtà verso i genitori (ero partita contro la loro volontà)? Autosabotaggio per rendermi infelice e diversa dagli altri?
Mi interrogo da molto tempo su questa cosa ormai, ma forse essendo direttamente coinvolta non riesco a vedere chiaramente il nesso tra la fobia e la mia storia di vita...

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da MartaP » 31 agosto 2013, 18:01

Ciao Colombella :D
Studi hanno riportato che, nelle persone che hanno paura di volare, nei tre anni precedenti la manifestazione della paura sono accaduti degli avvenimenti, positivi o negativi, che hanno messo in discussione la vita e la sicurezza della persona ( ad es. matrimonio, divorzio, perdita del lavoro, lutto, malattia, trasferimento di domicilio, ecc )....
Ti ritrovi in ciò??
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 31 agosto 2013, 18:19

Ciao MartaP :D ,
quando si è scatenata questa paura in realtà mi ero appena laureata, e questo potrebbe essere interpretato come un evento che rappresenta una fase di passaggio verso la vita adulta forse... tuttavia sono passati molti anni da allora e la paura non è cessata anzi, per diverso tempo ho proprio rinunciato del tutto a volare. Oggi questa rinuncia comincia ad andarmi stretta... non me la vivo più serenamente, mi sembra quasi una punizione...

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da MartaP » 31 agosto 2013, 20:01

Secondo me, invece potrebbe essere... :scratch:

Io ho avuto il mio primo attacco di panico nel 1997, durante un volo tranquillo ma più tranquillo che non si può!
E' stata una cosa inaspettata, improvvisa: nessun problema durante l'attesa. Ma quando mi sono seduta e ho allacciato le cinture ho cominciato a sudare freddo, mi sentivo in trappola, ho cominciato a tremare e a iperventilare e

La cosa è proseguita per anni, anche se io non ho mai rinunciato a volare: era troppo grande, il desiderio di andare via....
Neanch'io non mi sono mai capacitata, sul perchè di questa fobia. Così, proprio come te, ho cominciato a documentarmi su questo forum e ho letto il libro di Luca Evangelisti "Mai più paura di volare" in cui sono descritte tutte le dinamiche della fobia del volo e informazioni prettamente tecniche sul come vola un aereo. Ecco, leggendo questo libro mi sono ricordata che sei mesi rima dell'attacco di panico ho subito un grosso intervento chirurgico e quindi ho capito l'origine della mia fobia.

Poi due anni fa mi sono stancata di questa fobia e ho partecipato ad un seminario organizzato dalla Lufthansa, per volare rilassati, e adesso ti posso dire che volare è diventato un piacere!! :D

Ah,prendevo anch'io sedativi, prima di volare, ma su di me avevano un effetto paradosso, ossia invece di farmi passare l'ansia me la facevano aumentare....(per la gioia di mio marito!! :mrgreen:)
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da sardinian aviator » 31 agosto 2013, 20:20

Ciao Colombella,
intervengo solo per darti il benvenuto e per dirti che il tuo post mi è piaciuto molto, soprattutto le domande che ti/ci poni. Non dubito che qui troverai le risposte giuste: per la parte tecnica del volo ci sono fior di esperti, anche se il lavoro più grosso lo devi fare tu.
Buon percorso di ritorno al volo!
È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 31 agosto 2013, 21:16

Grazie mille per avermi portato la tua testimonianza Marta, sentire la tua storia è senz'altro uno stimolo positivo per me! Non ho in programma dei viaggi al momento, quindi diciamo che ho un po' di tempo per leggere il libro che mi hai suggerito e poi magari programmarne uno :D

sardinan aviator grazie per il benvenuto e piacere di conoscerti :D Come avrai notato da ciò che ho scritto, io sono consapevole che la problematica scaturisce dall'interno e non dall'esterno, sono tranquilla rispetto all'affidabilità del mezzo e alla competenza dell'equipaggio, perché ovviamente la componenete razionale "lavora", ad ogni modo devo ammettere che leggere i vostri post sui dettagli tecnici mi ha già fatto prendere più confidenza con il mezzo...

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 31 agosto 2013, 23:36

Colombella ha scritto: A 26 anni, dopo la laurea, decido di trascorrere l'intera estate in Spagna, primo vero distacco da una famiglia caotica e simbiotica. A settembre durante il volo di ritorno accade qualcosa che ancora oggi condiziona la mia vita: maltempo, notte, fulmini, forte turbolenza, non sembra di stare su un aereo ma su un motoscafo, si spengono le luci all'interno del veivolo e le hostess corrono su e giù per il corridoio. Penso "sto per morire e non rivedrò più la mia famiglia".

[CUT]

Apparentemente la paura del volo deriva da un trauma, ma qual è il significato profondo di questa paura, che cosa è andata a toccare? Paura della morte, prima non contemplata? Paura di una punizione per slealtà verso i genitori (ero partita contro la loro volontà)? Autosabotaggio per rendermi infelice e diversa dagli altri?
Mi interrogo da molto tempo su questa cosa ormai, ma forse essendo direttamente coinvolta non riesco a vedere chiaramente il nesso tra la fobia e la mia storia di vita...
Premesso che per quanto possa essere per te interessante trovare l'origine della tua paura di volare (in realtà l'hai già trovata) non è necessario per farla "sparire"...possiamo fare, se ti va, un piccolo percorso...in realtà da te già delineato. Ho tenuto due parti del tuo post perché trovo siano significative. A livello fisiologico, è dimostrato, ed è anche intuitivo, qualsiasi esperienza rimane impressa nella memoria tanto più è legata a livello emotivo. Lo si può vedere facilmente quotidianamente...ora...la prima cosa è che ti sei spaventata, quella notte, per quella turbolenza. È peccato che la tua ignoranza, in senso buono, ti abbia fatto pensare "è fatta...sono morta" per quel episodio di turbolenza. Purtroppo, ciò che rende una esperienza drammatica è spesso il vissuto soggettivo e non tanto ciò che è effettivamente accaduto. Nel tuo caso non ho dubbio che la turbolenza potesse sembrarti forte ma, fidati, se è "severa" gli assistenti di cabina,da procedura, si siedono nel PRIMO posto , disponibile o non, rispetto a dove si trovano. Se li vedi correre per la cabina è per assicurarsi che tutto sia bloccato, ma ciò significa che non è una turbolenza severa. Tornando al tuo vissuto, hai pensato di morire, e ciò è sufficiente per farti paura ma, spesso, non basta perché tu smetta di fare quella cosa...per farti un esempio se avessí rischiato un frontale, probabilmente, ti saresti rimessa alla guida della macchina...pur conservando quel ricordo. Per l'autosabotaggio ci possiamo tornare dopo..ma non mi sembra il tuo caso...soprattutto ciò non ti renderebbe diversa dagli altri...anzi.... :mrgreen: il punto centrale è la seconda che hai detto...il senso di colpa, per il rapporto simbiotico "tradito" unito all'emozione "forte" della turbolenza ha lasciato il segno nella tua amigdala... :D ne sono ragionevolmente convinto per due motivi...il primo è che ci sono gli ingredienti perché ciò sia accaduto...il secondo, ben più importante, è che lo senti tu e l'hai detto.
C'è pero una cosa che mi preme...anzi...che dovrebbe premerti. Perché parli di "slealtà"? Un rapporto simbiotico non è mai un "buon" rapporto...per una serie di ragioni, ma il danno maggiore lo crea se oltre che simbiotico non è alla pari. Da come scrivi, dal senso di colpa che traspare, dal giudizio di "slealtà" che hai avuto si delinea che non è un rapporto alla pari. Non capisco neanche come un "viaggio", post laurea, in Spagna, possa essere frutto di una discussione...direi che eri tutto sommato sufficientemente adulta per decidere dove andare in ferie...quindi a meno che non ci fossero "cose strane" non vedo perché una tua scelta, diversa dalla loro, possa essere motivo per essere definita "sleale"...ma su questo solo tu puoi dire qualcosa a riguardo...o anche se non ti va di dirla puoi saperla.
A te, ora, interessa tornare a volare oppure interessa solo sapere dove affonda le radici la tua paura?
Ciao!
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 1 settembre 2013, 9:45

Colombella ha scritto:Ciao MartaP :D ,
quando si è scatenata questa paura in realtà mi ero appena laureata, e questo potrebbe essere interpretato come un evento che rappresenta una fase di passaggio verso la vita adulta forse...
Lo è...ma questo non ti ha comportato minimamente uno stress...anzi, hai associato questa tua nuova fase attraverso la ricerca di una tua indipendenza...avevi deciso di stare tutta un estate in Spagna...e questo è positivo. Semmai è stata la tua famiglia a trovare traumatico questo tuo "passaggio" e ti ha instillato un senso di colpa. Quindi l'origine, non è per te la crescita ma ciò che gli altri hanno vissuto nella tua crescita.
Colombella ha scritto: tuttavia sono passati molti anni da allora e la paura non è cessata anzi, per diverso tempo ho proprio rinunciato del tutto a volare. Oggi questa rinuncia comincia ad andarmi stretta... non me la vivo più serenamente, mi sembra quasi una punizione...
Gli anni sono passati, ma proprio perché non è stato quell'evento la genesi il tutto è rimasto immutato fino ad adesso. Anche perché, sicuramente, se una relazione è basata sui sensi di colpa...ha continuato ad esserlo. In effetti è una punizione ma...puoi smetterla di punirti. E , ribadisco, anche se nel tuo caso è evidente, non è importante studiarne l'origine per non farla diventare un fattore limitante della tua vita "ora".
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 2 settembre 2013, 0:11

Flyingbrandon ti ringrazio molto per la tua lucida analisi, la condivido pienamente.
Preziose anche le delucidazioni di tipo tecnico in merito alla severità della turbolenza.

Quando parlavo di "slealtà" pensavo a questo:

"Secondo lo psicoterapeuta Ivan Boszormenyi-Nagy le vere forze che legano in modo sano l’individuo al gruppo familiare e lo liberano, stanno al di là dei giochi di potere osservabili e delle tattiche manipolative.

La lealtà familiare non indica un’ inclinazione individuale, ma una forza sistemica, funzionale alla salvaguardia del gruppo multigenerazionale.

L’interiorizzazione delle aspettative influenza la struttura psicologica dell’individuo e crea il cosiddetto “computo individuale” che attraversa le esperienze, le sensazioni, i pensieri, i desideri individuali. Tale computo diventa coercitivo quando il membro, più o meno consapevolmente, sacrifica la sua esistenza a interessi e scopi non derivanti dalla sua individualità, ma dalle priorità di altri.

La componente dell’obbligo è molto importante perché in caso di inadempimento porta con sé il senso di colpa, funzionale al mantenimento del sistema familiare o del gruppo di appartenenza".

In effetti il mio processo di svincolo dalla famiglia di origine è sempre stato ostacolato e quel viaggio nasceva da un mio desiderio di esplorare e di vivere secondo le mie regole.

Rispetto all'esempio che fai dell'incidente d'auto come imprinting traumatico che avrebbe potuto farmi smettere di guidare, niente di più azzeccato: pochi mesi dopo il mio volo turbolento incorro infatti in un bruttissimo incidente d'auto che mi lascia miracolosamente illesa e guido il giorno stesso, poche ore dopo essere uscita dal prontosoccorso con il collarino indosso. Per cui sì è l'associazione a fare la differenza, non l'evento in sé.

Dando per assodato che sia questa l'origine della fobia, volevo chiederti cosa ne pensi della meditazione durante il volo. L'idea di poter evadere, se voglio, mi rasserena; in realtà dentro di me, in questo preciso momento, non sto più associando l'aereo a qualcosa di pericoloso, ma di emozionante, al tempo stesso c'è qualcosa che ancora oppone qualche resistenza e sento che mi serve un escamotage...

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 2 settembre 2013, 9:12

Colombella ha scritto:
In effetti il mio processo di svincolo dalla famiglia di origine è sempre stato ostacolato e quel viaggio nasceva da un mio desiderio di esplorare e di vivere secondo le mie regole.
Anche alla luce della definizione che mi hai postato trovo che il tuo processo di svincolo dalla famiglia di origine non sia da considerarsi "sleale" in nessun modo. A parere personale poi la tua crescita come individuo non può , in nessun modo, ostacolare "la famiglia" e, soprattutto, è prioritario. La famiglia, nella figura dei genitori, dovrebbe avere come scopo quello di fornirti tutti gli elementi necessari alla tua crescita per poi, finalmente, lasciarti libera di crescere ed evolvere. Quello che avviene , spesso, è invece un gioco di "potere" e di manipolazione per tenere legate le persone...legame che però viene spostato dall'affetto (amore) di per sé naturale ad un legame basato sul senso di colpa che rovina ciò che è naturale. Un legame fatto quindi di debolezze e che invece di trasmettere fiducia, trasmette insicurezze. Spero che nonostante gli ostacoli tu sia andata dritta per la tua strada e che , semmai, debba solo liberarti dalle catene del senso di colpa.
Colombella ha scritto:
Dando per assodato che sia questa l'origine della fobia, volevo chiederti cosa ne pensi della meditazione durante il volo. L'idea di poter evadere, se voglio, mi rasserena; in realtà dentro di me, in questo preciso momento, non sto più associando l'aereo a qualcosa di pericoloso, ma di emozionante, al tempo stesso c'è qualcosa che ancora oppone qualche resistenza e sento che mi serve un escamotage...
Beh...non esiste , in generale, un'idea migliore. Non so a che pratica di meditazione ti riferisca ma tutte ti riportano ad un momento "presente" e , proprio per questo, sono perfette. Non so che esperienza abbia tu di meditazione ma , in generale, ricordati che meditare non è "evadere"...e neanche un escamotage per non pensare...cosa che comunque ti può essere utile per sostenere un volo ma perde di efficacia se vuoi Meditare ogni ora della tua vita. La meditazione non è un atto straordinario da fare tot minuti/ore al giorno per essere consapevole in quei minuti ma un processo che dovrebbe, in modo naturale, estendersi a tutta la giornata...dovrebbe permetterti di essere consapevole in tutto ciò che fai...e per farlo tutto ciò che fai dovrebbe essere uno spunto di meditazione. Vivere la tua emozione , in effetti volare lo è in modo naturale, è Meditazione...e anche le tue resistenze, ora, lo sono. Quindi mi sentirei di dirti che...tu, ora, sei perfettamente in grado e perfettamente "pronta" per volare dove ti pare...
Ciao!
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da mermaid » 2 settembre 2013, 10:44

che bello questo 3d :D

complimenti Colombella, è raro trovare qui in paura di volare persone che non si aggrappano con le unghie e coi denti alle proprie convinzioni fuorvianti!
Ti!

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 2 settembre 2013, 12:36

Flyingbrandon, grazie ancora per questo tuo contributo alla mia "evoluzione".
A livello consapevole, non ho il minimo dubbio sul fatto che la propria individuazione non dovrebbe assolutamente essere intesa come slealtà verso la famiglia di origine, ma livello preconscio probabilmente non era così: la paura del volo, per il timore di una possibile punizione (morte) a seguito di una disubbidienza, ha radici profonde nella mia storia familiare e la turbolenza vissuta è stato solo l'evento scatenante.
Immagino che averlo definitivamente chiarito e visto mi renderà più consapevole rispetto alle mie dinamiche interne.
Rispetto alla meditazione pensavo alla Mindfullness, unica forma di meditazione di cui abbia esperienza, ho sperimentato, in alcune rare occasioni meditative, stati che oserei definire di trascendenza; la consapevolezza del qui e ora, momento per momento, credo sia invece ciò a cui fai riferimento tu.

Mermaid grazie per i complimenti, io credo che guardarsi dentro per " vedere" sia l'unica strada per poter vivere consapevolmente e non lasciarsi vivere passivamente...

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 2 settembre 2013, 13:37

Colombella ha scritto:Flyingbrandon, grazie ancora per questo tuo contributo alla mia "evoluzione".
A livello consapevole, non ho il minimo dubbio sul fatto che la propria individuazione non dovrebbe assolutamente essere intesa come slealtà verso la famiglia di origine, ma livello preconscio probabilmente non era così: la paura del volo, per il timore di una possibile punizione (morte) a seguito di una disubbidienza, ha radici profonde nella mia storia familiare e la turbolenza vissuta è stato solo l'evento scatenante.
Immagino che averlo definitivamente chiarito e visto mi renderà più consapevole rispetto alle mie dinamiche interne.
Sì...soprattutto ciò che è stato...non è più. Ciò che sarà, invece, parte da ciò che è.
Colombella ha scritto: Rispetto alla meditazione pensavo alla Mindfullness, unica forma di meditazione di cui abbia esperienza, ho sperimentato, in alcune rare occasioni meditative, stati che oserei definire di trascendenza; la consapevolezza del qui e ora, momento per momento, credo sia invece ciò a cui fai riferimento tu.
Sì...faccio riferimento proprio a quello. E quello penso sia La Meditazione. Ogni altro "esercizio", è sicuramente utile...ha sicuramente benefici ma, finchè rimane un "esercizio", un qualcosa a cui si dedica un momento della giornata, e una volta usciti da quello stato si è nuovamente ciò che si è, pensando a ciò che si vorrebbe...rimane , appunto, un ottimo esercizio ma senza portare alcuna vera trasformazione dentro di noi. Quando diventa il nostro modo di vivere "diverso"...allora si è raggiunto qualcosa di veramente significativo. Tanti attribuiscono alla meditazione, o a qualcosa in generale, la proprietà o la capacità di farci sentire diversi ma a quel punto, la meditazione stessa diventa l'analogo, in forma più filosofica, di chi pensa che comprare quello, guadagnare tanto, o altro di esterno a noi possa renderci migliori. Non penso sia così...penso che solo ciò che "penetra" realmente nella tua vita, senza attribuire un significato preciso a ciò che è ,sia in grado di farci fare un "salto". Il 90% della nostra vita ruota sulla percezione, tutto possiede una informazione e come noi percepiamo quella informazione fa la differenza. Puoi vivere come con il pilota automatico, con sprazzi di lucidità, come puoi essere continuamente alla ricerca di quella lucidità. La scelta è nostra, la responsabilità...anche.
Comunque ringrazio io te...per il tuo contributo alla mia "evoluzione".
Ciao!
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 2 settembre 2013, 14:46

Mi affascina molto questo tuo approccio all'esistenza, posso permettermi di chiederti da che tipo di percorso origina? Intendo dire se da esperienze di tipo meditativo, spirituale, olistico, di counseling ecc...?

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 2 settembre 2013, 19:10

Colombella ha scritto:Mi affascina molto questo tuo approccio all'esistenza, posso permettermi di chiederti da che tipo di percorso origina? Intendo dire se da esperienze di tipo meditativo, spirituale, olistico, di counseling ecc...?
No non puoi permetterti. Fallo e basta. Ok l'hai fatto.
Non è facile rispondere a questa domanda. Lo è rispondendoti...la vita e la curiosità. Penso che la prima metamorfosi possa individuarsi con l'inizio dello studio della fisica e la pratica intensa delle arti marziali orientali...ma ogni episodio di vita vissuta...le gioie...i traumi...le sincronicità colte mi abbiano più volte aperto delle "porte". A volte le ho chiuse...a volte ho sbirciato...a volte le ho spalancate...e fatico davvero a capire quali porte mi abbiano portato dove sono...anzi...non ha senso chiederselo perché la risposta è "sicuramente tutte". Non so come, non so esattamente quando ma ho iniziato ad ampliare i miei studi, che si sono fusi con l'esperienza. E così mi sono ritrovato a leggere libri sul buddismo e il taoismo, per comprendere meglio anche le origini di ciò che praticavo, poi ho trovato testi che univano la fisica alle discipline orientali...poi ho studiato testi che riguardassero il funzionamento del cervello da un punto di vista fisiologico...poi da quello psicologico...poi ho cercato qualcosa che mi portasse una maggiore consapevolezza e ho letto testi "illuminanti"...altri "spazzatura"...poi però ho scoperto che non ero abbastanza attento nell'osservare....allora mi sono messo ad osservare di più...intanto la vita ti regala mazzate e gioie...e ho iniziato ad indagare se fossero davvero mazzate e gioie...o se fosse semplicemente la vita. Certo...ora ho una visione più olistica della vita...e certo...ho la scrivania dell'anima piena di puzzle da comporre. Ma ho scoperto che non è importante sapere...ma vivere...allora ho continuato a studiare ma con più attenzione all'esperienza personale..l'unica, per me, veramente attendibile...e ora....ora continuo a fare quello che ho sempre fatto, vivere, nel modo in cui ora mi sembra più opportuno, più arricchente...che non so se sarà lo stesso modo di domani...ma sono certo che non è quello di ieri. Sì Medito....ho meditato...ma ora Medito e ho smesso di meditare.
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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da Colombella » 2 settembre 2013, 20:49

Grazie infinite per questa che giudico essere una risposta davvero arricchente e buona vita a te flyingbrandon!
Felice di aver scambiato questa conversazione :)

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Re: ALLA RICERCA DELLE ORIGINI

Messaggio da flyingbrandon » 2 settembre 2013, 23:07

Colombella ha scritto:Grazie infinite per questa che giudico essere una risposta davvero arricchente e buona vita a te flyingbrandon!
Felice di aver scambiato questa conversazione :)
Piacere mio! Siamo sempre qua...quando vuoi scambiare 4 chiacchere!
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