Caso senza speranza

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 17 luglio 2018, 16:12

Dylan666 ha scritto: Eh ma allora dillo che gioco a carte scoperte,mio malgrado :lol:
Si...sono abbastanza scoperte... :mrgreen: diciamo che, al di là della forma...i passi sono stati quelli....

Dylan666 ha scritto: Ma ti credo senza riserve.
"prendi il volo e vai" .. per voi è facile,sono solo quattro parole.Per me dentro vi è racchiuso tutto l'universo.Ho letto da qualche altra parte in questo sito,che un 737 Ryanair ha avuto problemi di pressurizzazione..,fossi stato li dentro se mi fossi salvato dalla fibrillazione atriale avrei preso qualche altro colpo..D'altra parte ho visto che non è successo niente e l'aereo è arrivato intero.L'eterna lotta tra il bene e il male :mrgreen:
Dylan...è ovvio che il tuo prendere il volo non è il mio prendere il volo. Ma l’atto pratico è semplice...e, quando deciderai di mettere piede sull’aereo senza riserve, lo farai. Se lo fai consapevolmente e sei disposto a vivere la tua paura in un modo consapevole avrai di che congratularti con te stesso. Credimi ...in modo più assopito...che ti sembra semplicemente più normale, hai altri aspetti della tua vita che vivi con la stessa “mentalità”. È un modo di pensare...probabilmente nel resto ti forzi di non manifestare i disagi in modo così “violento”e ci riesci...ma non è “il volo” l’unica manifestazione. La tua qualità di vita migliorerà...e non sarà legata solo al semplice fatto di riuscire a volare. Ti limiti...e per quanto tu possa anche vivere “bene” sarai sempre limitato....se solo provassi a sentire cosa può regalarti un semplice volo fatto nel modo “giusto”...beh potrebbe proprio essere il tuo “principio”.
Tu vivi con l’equazione “guasto=morte”...così non è e l’ho sempre detto...sempre che tu creda di comunicare con una persona, cioè io, e non con un fantasma.... :mrgreen:
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da PIMPI » 17 luglio 2018, 16:35

flyingbrandon ha scritto:...sempre che tu creda di comunicare con una persona, cioè io, e non con un fantasma.... :mrgreen:
mmmmmm..... :roll: ora capisco tante cose! Ecco perchè sei in grado di guardarci dentro così bene..sei un fantasma!!! :bounce: :mrgreen:

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 17 luglio 2018, 16:53

PIMPI ha scritto: mmmmmm..... :roll: ora capisco tante cose! Ecco perchè sei in grado di guardarci dentro così bene..sei un fantasma!!! :bounce: :mrgreen:

SGRATTTTTT.....scusa....ci stava tutta... :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da PIMPI » 17 luglio 2018, 17:01

flyingbrandon ha scritto:
SGRATTTTTT.....scusa....ci stava tutta... :mrgreen: :mrgreen:
:mrgreen: :mrgreen: poi se lo vedo davvero che pilota il "mio" aereo ad agosto vi racconto!

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Giutreas » 17 luglio 2018, 18:47

flyingbrandon ha scritto:
Dylan666 ha scritto: Eh ma allora dillo che gioco a carte scoperte,mio malgrado :lol:
Si...sono abbastanza scoperte... :mrgreen: diciamo che, al di là della forma...i passi sono stati quelli....

Dylan666 ha scritto: Ma ti credo senza riserve.
"prendi il volo e vai" .. per voi è facile,sono solo quattro parole.Per me dentro vi è racchiuso tutto l'universo.Ho letto da qualche altra parte in questo sito,che un 737 Ryanair ha avuto problemi di pressurizzazione..,fossi stato li dentro se mi fossi salvato dalla fibrillazione atriale avrei preso qualche altro colpo..D'altra parte ho visto che non è successo niente e l'aereo è arrivato intero.L'eterna lotta tra il bene e il male :mrgreen:
Dylan...è ovvio che il tuo prendere il volo non è il mio prendere il volo. Ma l’atto pratico è semplice...e, quando deciderai di mettere piede sull’aereo senza riserve, lo farai. Se lo fai consapevolmente e sei disposto a vivere la tua paura in un modo consapevole avrai di che congratularti con te stesso. Credimi ...in modo più assopito...che ti sembra semplicemente più normale, hai altri aspetti della tua vita che vivi con la stessa “mentalità”. È un modo di pensare...probabilmente nel resto ti forzi di non manifestare i disagi in modo così “violento”e ci riesci...ma non è “il volo” l’unica manifestazione. La tua qualità di vita migliorerà...e non sarà legata solo al semplice fatto di riuscire a volare. Ti limiti...e per quanto tu possa anche vivere “bene” sarai sempre limitato....se solo provassi a sentire cosa può regalarti un semplice volo fatto nel modo “giusto”...beh potrebbe proprio essere il tuo “principio”.
Tu vivi con l’equazione “guasto=morte”...così non è e l’ho sempre detto...sempre che tu creda di comunicare con una persona, cioè io, e non con un fantasma.... :mrgreen:
Ciao!
Per me affrontare la paura di volare è stato il punto di avvio di una maniera differente di approcciarmi alla vita. Purtroppo non sono riuscito a compiere il percorso inverso, cioè essere più leggero nella vita e poi affrontare il volo serenamente. Però è fottutamente vero quello che scrive Brandon, ti aiuterà ad affrontare meglio altri aspetti.
Io non dovevo solo dimostrare qualcosa a me stesso e agli altri, ma avevo ed ho la maledetta voglia di viaggiare. Non mi sento guarito neanche per niente però adesso non è una paura invalidante quella dell’aereo, è una paura più consapevole.
Risulti essere una persona simpatica qui sul forum, ovviamente lo sei anche a me e ti auguro con tutto il cuore di volare perché vedere il mondo dall’alto è bellissimo.
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 18 luglio 2018, 1:08

PIMPI ha scritto:
flyingbrandon ha scritto:
SGRATTTTTT.....scusa....ci stava tutta... :mrgreen: :mrgreen:
:mrgreen: :mrgreen: poi se lo vedo davvero che pilota il "mio" aereo ad agosto vi racconto!
Sono già stato visto....avevo carne attaccata addosso.... :mrgreen:
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 18 luglio 2018, 12:21

Sono consapevole che questo passo migliorerebbe tutta la qualità della mia vita,tra le righe l'ho scritto nei primi messaggi.
Però vedi,Giutreas (a proposito grazie a tutti per le manifestazioni di simpatia,che sono reciproche),forse un'altra differenza che noto è che mentre tu "avevi ed hai la maledetta voglia di viaggiare",io questa voglia non ce l'ho affatto,e volerei solo per necessità.A dirla tutta sono molto "territoriale",restìo a spostarmi per lunghe distanze anche solo per andare in vacanza.Forse per quell'ancestrale legame che citava Brandon e Exence,forse per altro,non so; ma fosse per me mi sposterei solo a piedi e in bicicletta.
Altra cosa che mi viene in mente,sempre in riferimento a quanto scrivi qui:
Giutreas ha scritto: Se ti fossi presento almeno al gate avresti visto decine di persone affrontare con naturalezza quello che per te è un dramma. Questo a me aiuta ad esempio..
Al contrario,a me questo non aiuta,anzi amplifica l'ansia.Paradossalmente,se fossi completamente solo,senza assistenti,senza passeggeri,col solo pilota e il secondo,probabilmente riuscirei a salire su quel dannato aereo.

Pensate che sto seriamente valutando di chiedere a qualche compagnia cargo se accettano un passeggero.Insomma mi ci vedo di più su un 747 cargo pieno di scatole di cartone e container di ogni genere,piuttosto che pieno di persone.
Se penso ad una situazione del genere,allevio l'ansia e provo una sensazione di tranquillità.
Per dirti quanto possa essere strana e piena di passaggi tortuosi la nostra mente.C'è da dire però che non sopporto neanche discoteche,pub e luoghi affollati in genere.Anche al mare scelgo spiagge riservate e tranquille..
Brandon ha scritto: Tu vivi con l’equazione “guasto=morte”...così non è e l’ho sempre detto...sempre che tu creda di comunicare con una persona, cioè io, e non con un fantasma.... :mrgreen:
Non proprio.Vivo con l'ansia che l'aereo possa cedere in volo improvvisamente,così,dal nulla.Questi giorni ho letto molte discussioni del forum,so che i guasti in volo raramente sono ingestibili e che tutto viene pianificato.So che alla guida ci sono esperti e non mi sognerei mai di dar loro consigli,giudizi o di chiedere di essere presente ai comandi,per avere il famigerato "controllo" della situazione.La mia fobia riguarda l'essere seduto all'interno di un ambiente "ostile" ed avere quasi la premonizione che all'improvviso ceda tutto.Per ambiente ostile intendo un microcosmo che non dia la possibilità di essere abbandonato in tempo,in caso di necessità.Nella vita tendo ad avere sempre un "piano B",nel caso dell'aereo non lo vedo applicabile.Purtuttavia so bene che questo "piano B" è quanto di più sbagliato possa esserci per vivere con serenità,perchè contraddice la famosa accettazione,ma non riesco ad abbandonarmi al destino.Qualcosa mi blocca,e chi è nella mia situazione sa bene che è un nemico dal braccio molto forte.Vorrei poter trasmettere questo blocco a voi esperti,ma non è semplice tradurlo in parole.

Per esempio,Brandon,se domani ti dicessero: "devi metterti bombole e respiratore e scendere a 90 metri sotto il mare",facendo attenzione agli squali...Andresti con la stessa calma e tranquillità con cui ti siedi su un 320?
Eppure bombole e respiratore sono collaudati,ti istruiremo ad usarli e ad evitare gli squali.Ma non ti viene un piccolo tonfo al cuore? E' un ambiente che non conosci,potenzialmente pericoloso,in caso di necessità non puoi organizzare luoghi adatti alla sopravvivenza.E' normale avere paura,penso.
So che mi risponderai che bisogna avere paura nel momento del pericolo,e non prima; ma la paura "anticipatoria" penso abbia ugualmente la sua utilità,dal momento che porta ad evitare situazioni di "potenziale" pericolo.E qui mi risponderai che tali situazioni le troverei e le trovo in ogni ambito della vita,compreso andare a piedi..la mia risposta sarebbe allora che io costruisco scale gerarchiche di pericolosità,e che magari andare a piedi lo colloco agli ultimi posti.
Insomma è un casino :( ,io ci proverò ancora e poi ancora,di sicuro non getto la spugna.

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Exence » 18 luglio 2018, 13:00

Dylan666 ha scritto:.Purtuttavia so bene che questo "piano B" è quanto di più sbagliato possa esserci per vivere con serenità,perchè contraddice la famosa accettazione,ma non riesco ad abbandonarmi al destino..
in realtà l'accettazione di sé non è fatalismo o abbandono al destino... è, anzi, dal mio punto di vista, tener presente che le lettere dell'alfabeto sono molte.. ;) e che se non funziona il piano A, ci sono i pani B, C, D ecc ecc,,,, piani che non significano piani di fuga ma di gestione diversa di una situazione da affrontare... possono essere soluzioni alternative .. se un modo di vivere una cosa non funziona se ne provano altri e via via finchè non trovi quello buono per te... Il destino è un argomento su cui mi interrogo da una ventina d'anni, non ho ancora delineato un pensiero preciso al riguardo... penso ci siano incontri o situazioni che sono frutto di un destino già scritto da qualche parte... ma poi sta a noi,,, da quella circostanza speciale... trarre ciò che di buono ci offre.
Anche il tuo volo dell'altro giorno poteva essere un "segno" che era ora di spiccare il volo... hai deciso tu cosa fare di quella opportunità, ma ne avrai altre! Davanti a situazioni che ci mettono paura siamo spesso soli, che lo vogliamo o no, ma dentro di noi c'è tutta la forza per superarle brillantemente , persino quando siamo circondati di gente che non crede in noi , o che ci dice "non ce la farai mai" ...
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Giutreas » 18 luglio 2018, 13:03

Anche io preferirei viaggiare su un aereo con meno persone ma non tra gli scatoloni. Se viaggiassi su un aereo cargo non ci sarebbe neanche il personale di cabina pronto a soccorrermi in caso di malore a bordo, quindi ciò mi metterebbe maggiore ansia.
Il volo che nei giorni precedenti ho affrontato con più ansia è stato un Napoli-Madrid che ho preso lo scorso febbraio in notturna. L’ansia era acuita dal fatto che ebbi un po’ di febbre, dal fatto che era la prima volta che volavo “da solo”, infine dal maltempo di quei giorni. Ebbi però la fortuna che di fianco a me non ci fossero passeggeri, allora una volta preso coraggio, dal mio tranquillo posto corridoio (che prenoto sempre perché mi è più comodo per alzarmi e per non guardare di sotto), mi sono spostato al posto finestrino. Vedere le luci di sotto una volta che l’aereo si è avvicinato alla costa spagnola è stato bellissimo. E di tutto questo Brandon mi aveva avvisato, mi diceva “vedrai che il volo in notturna è più bello”. Aveva ragione.
Comunque Brandon è una persona in carne ed ossa ed è anche un ragazzo di una simpatia travolgente. Dico ragazzo perché a dispetto dell’età che ha, dimostra molti meno anni.
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da tartan » 18 luglio 2018, 13:12

Io ringrazio tutti quelli che avendo paura di volare si sottomettono a queste specie di confessioni da cui emergono stati d'animo i più disparati. Stati d'animo che sono stati anche miei ma che ho superato con sufficiente abilità e che anche se ogni tanto ritornano riesco a sconfiggere con facilità. Però adesso mi nasce un problema. Dovrei dire a me stesso che prima di preoccuparmi devo far accadere il fatto e viverlo e risolverlo. Però non ci riesco. Dalle vostre esternazioni esce fuopri che l'atteggiamento dei genitori e degli amici più vicini è molto importante. A novembre sarò nonno, caxxo! Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Exence » 18 luglio 2018, 13:25

tartan ha scritto:Io ringrazio tutti quelli che avendo paura di volare si sottomettono a queste specie di confessioni da cui emergono stati d'animo i più disparati. Stati d'animo che sono stati anche miei ma che ho superato con sufficiente abilità e che anche se ogni tanto ritornano riesco a sconfiggere con facilità. Però adesso mi nasce un problema. Dovrei dire a me stesso che prima di preoccuparmi devo far accadere il fatto e viverlo e risolverlo. Però non ci riesco. Dalle vostre esternazioni esce fuopri che l'atteggiamento dei genitori e degli amici più vicini è molto importante. A novembre sarò nonno, caxxo! Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
ciao pino! so che ti piace scherzare quindi ti dico la mia esperienza con mio nonno paterno, uno dei pochi parenti di cui conservo un ricordo bellissimo. Ero l'unica nipote, ma lui aveva avuto solo figli maschi; a volte quando ero bambina passavamo dei pomeriggi insieme e non sapendo che giochi farmi fare, quando avevo 5 anni mi insegnò a giocare a carte, praticamente tutti i giochi esistenti (tranne il burraco)... da allora abbiamo sempre fatto grandi giocate, finche, quando ho avuto 20 anni, è morto di vecchiaia. Anni dopo, per caso, mi è capitato di poter giocare... e per un periodo ci ho fatto parecchi soldi (con il poker) :lol: ... ora non gioco da parecchio , però :wink:
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Exence » 18 luglio 2018, 13:28

Giutreas ha scritto: Comunque Brandon è una persona in carne ed ossa ed è anche un ragazzo di una simpatia travolgente. Dico ragazzo perché a dispetto dell’età che ha, dimostra molti meno anni.
a me sta antipatico ... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Giutreas » 18 luglio 2018, 15:09

Exence ha scritto:
Giutreas ha scritto: Comunque Brandon è una persona in carne ed ossa ed è anche un ragazzo di una simpatia travolgente. Dico ragazzo perché a dispetto dell’età che ha, dimostra molti meno anni.
a me sta antipatico ... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Hai ragione. A pensarci bene anche a me :D
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Giutreas » 18 luglio 2018, 15:15

tartan ha scritto:Io ringrazio tutti quelli che avendo paura di volare si sottomettono a queste specie di confessioni da cui emergono stati d'animo i più disparati. Stati d'animo che sono stati anche miei ma che ho superato con sufficiente abilità e che anche se ogni tanto ritornano riesco a sconfiggere con facilità. Però adesso mi nasce un problema. Dovrei dire a me stesso che prima di preoccuparmi devo far accadere il fatto e viverlo e risolverlo. Però non ci riesco. Dalle vostre esternazioni esce fuopri che l'atteggiamento dei genitori e degli amici più vicini è molto importante. A novembre sarò nonno, caxxo! Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
Secondo te dovrai essere solo te stesso e già andrà bene così. Ad avercelo un nonno che porta i nipoti in mongolfiera!
Mio nonno materno, al quale sono molto legato, mi ha insegnato ad andare in bici, a guidare la macchina, a radermi, mi ha fatto aprire il mio primo libretto di risparmio. Cose semplicissime, ma per me i suoi insegnamenti sono stati speciali. Anche con l’altro mio nonno ho passato bei momenti, lui da piccolo mi regalava sempre i soldi :D
Scherzi a parte, secondo me l’importante è che ci passi del tempo insieme, poi per lei/lui sarà tutto speciale quando lo ricorderà un giorno...quando non ci sarai più. Ok, ti autorizzo a grattarti le palle.
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 18 luglio 2018, 15:22

Dylan666 ha scritto:A dirla tutta sono molto "territoriale",restìo a spostarmi per lunghe distanze anche solo per andare in vacanza.
Si Dylan...ma un conto è scegliere di fare qualcosa perché ci va di farlo...anche essere stanziali...un altro è essere obbligati ad esserlo per una erronea percezione della realtà.
Dylan666 ha scritto: Al contrario,a me questo non aiuta,anzi amplifica l'ansia.Paradossalmente,se fossi completamente solo,senza assistenti,senza passeggeri,col solo pilota e il secondo,probabilmente riuscirei a salire su quel dannato aereo.
Si...perché ti scoccia perdere quell’immagine di te che hai ben costruito e mostrare , agli altri, ciò che è in quel momento. Ma questo è un altro pilastro che dovresti abbandonare...perché è fonte di “ansia” anche nella vita quotidiana.
Dylan666 ha scritto: Per dirti quanto possa essere strana e piena di passaggi tortuosi la nostra mente.C'è da dire però che non sopporto neanche discoteche,pub e luoghi affollati in genere.Anche al mare scelgo spiagge riservate e tranquille..
Si...l’aereo cargo , per i motivi sopra esposti, può essere meglio...ma tieni presente che l’impossibilità di farlo, perché nessun aereo cargo ti può portare in giro, è ciò che ti fa provare sollievo “lo farei ma....”. Non avrei quindi la certezza che se avessi un 737 cargo tutto per te saliresti serenamente e di corsa.
Dylan666 ha scritto: Non proprio.Vivo con l'ansia che l'aereo possa cedere in volo improvvisamente,così,dal nulla.Questi giorni ho letto molte discussioni del forum,so che i guasti in volo raramente sono ingestibili e che tutto viene pianificato.So che alla guida ci sono esperti e non mi sognerei mai di dar loro consigli,giudizi o di chiedere di essere presente ai comandi,per avere il famigerato "controllo" della situazione.La mia fobia riguarda l'essere seduto all'interno di un ambiente "ostile" ed avere quasi la premonizione che all'improvviso ceda tutto.Per ambiente ostile intendo un microcosmo che non dia la possibilità di essere abbandonato in tempo,in caso di necessità.Nella vita tendo ad avere sempre un "piano B",nel caso dell'aereo non lo vedo applicabile.Purtuttavia so bene che questo "piano B" è quanto di più sbagliato possa esserci per vivere con serenità,perchè contraddice la famosa accettazione,ma non riesco ad abbandonarmi al destino.Qualcosa mi blocca,e chi è nella mia situazione sa bene che è un nemico dal braccio molto forte.Vorrei poter trasmettere questo blocco a voi esperti,ma non è semplice tradurlo in parole.
Dylan il punto è proprio questo...tu vivi il tuo pensiero come se fosse reale...ma NON lo è. Abbiamo già fatto esempi a riguardo...quindi non mi dilungo su quello...però vorrei farti notare che tu sei convinto di avere il piano B nella tua vita...di fatto, però, anche questa è un’idea tua...ti basta un infarto a passeggio che il tuo piano B è inutile ed inefficace. Dal punto di vista teorico, il fatto che tu non abbia il piano B a bordo dell’aereo è totalmente ininfluente...perché i piloti hanno anche il C e D. Ma ripeto ...queste sono “illusioni” da parte tua...per i piloti non sono illusioni nel senso che dietro quei piani c’è una preparazione e un aggiornamento continuo per permettere che ciò che e risolvibile si risolva...ma in qualsiasi momento può accadere che qualcosa non sia risolvibile...solo che a terra capita statisticamente in modo più significativo che in volo...e questo grazie anche allo “studio” e alla preparazione di un volo. Per riassumere...se vivi pensando che ci sia sempre da avere un piano B nella vita...a bordo ce ne sono di più e maggiormente collaudati. Se ti rendi conto che il piano B è, di fatto, una mera illusione o solo un aiuto a pianificare determinate circostanze...allora dovresti occuparti e preoccuparti ancora meno del piano B che non hai in tasca.
Dylan666 ha scritto:
Per esempio,Brandon,se domani ti dicessero: "devi metterti bombole e respiratore e scendere a 90 metri sotto il mare",facendo attenzione agli squali...Andresti con la stessa calma e tranquillità con cui ti siedi su un 320?
L’esempio , per un ovvio motivo, non è calzante. E sai perché? Perché prevede che sia io a farlo...e che io abbia ben capito a quali problematiche debba andare incontro. Non potrei mai pensare di scendere a 90m senza esserne capace...ma se mi dicessi di andare con un sommergibile a 90m...ti potrei serenamente pagare per farlo.
Dylan666 ha scritto: Eppure bombole e respiratore sono collaudati,ti istruiremo ad usarli e ad evitare gli squali.Ma non ti viene un piccolo tonfo al cuore? E' un ambiente che non conosci,potenzialmente pericoloso,in caso di necessità non puoi organizzare luoghi adatti alla sopravvivenza.E' normale avere paura,penso.
Ripeto...non mi fiderei della mia inesperienza...ma se mi addestrassi a farlo si...lo farei. Di certo , in un caso e nell’altro, mi incuriosirebbe farlo...non avrei “paura” nel senso di allontanamento....la manifesterei sulla mia preparazione “tecnica” in questo tuo esempio. Però, ripeto, l’essere un passeggero o l’essere l’esecutore di qualcosa, mette in gioco aspetti ben differenti.
Dylan666 ha scritto:

So che mi risponderai che bisogna avere paura nel momento del pericolo,e non prima; ma la paura "anticipatoria" penso abbia ugualmente la sua utilità,dal momento che porta ad evitare situazioni di "potenziale" pericolo.
Mischi L’oggettivo con ciò che è soggettivo. Fare un pensiero anticipatorio , che non è avere paura, ma fare un pensiero a riguardo ,è corretto, funzionale e sano. Ciò ti permette di scegliere e valutare la componente di rischio da accettare. In un volo di linea con una compagnia Europea direi che questa soglia di rischio è ben inferiore a ciò che fai normalmente...quindi puoi scegliere di farlo....
Dylan666 ha scritto: E qui mi risponderai che tali situazioni le troverei e le trovo in ogni ambito della vita,compreso andare a piedi..la mia risposta sarebbe allora che io costruisco scale gerarchiche di pericolosità,e che magari andare a piedi lo colloco agli ultimi posti.
Insomma è un casino :( ,io ci proverò ancora e poi ancora,di sicuro non getto la spugna.
E qui arriva il soggettivo...non puoi decidere , nonostante tutto, una tua scala gerarchica e prenderla per reale. Possiamo tornare alla mucca che ti cade in testa una volta aperta la porta di casa...se ti vuoi convincere ok...ma la realtà non ti metterà mai una maggiore probabilità di morte per schiacciamento da mucca fuori dall’uscio di casa tua. Questo è uno dei fulcri della consapevolezza...quindi non puoi non gettare la spugna ma non gettare i tuoi pensieri...sono incompatibili. O decidi che pensi di m***a e cambi i tuoi pensieri...o decidi di tenerti i tuoi pensieri e visto che non sei obbligato a volare non voli. Il punto, purtroppo, è che anche il non volare non ti permetterà di godere al pieno delle possibilità della tua esistenza! Ti accontenti? Si...perché non hai visto cosa può darti....ma sono scelte!
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da noflyzone » 18 luglio 2018, 16:43

Dylan666 ha scritto: Ciao noflyzone,si ci sono molti punti in comune,tranne il discorso della madre iperprotettiva e ansiosa; infatti se non sbaglio quella era la risposta di un altro utente..Ecco,mi pare fosse "PIMPI" che ha scritto:
Hai ragione, mi sono accorto solo in seguito che quelle non erano parole tue.


Dylan666 ha scritto: Ti rispondo volentieri:
come avrai letto,ormai sono tanti anni che lotto contro la fobia del volare,e fra le varie battaglie intraprese c'è stata anche quella del professionista psicologo-psicoterapeuta e psicoanalista poi.
Non ricordo neanche più per quanto tempo ci sono andato,tieni presente che questi professionisti li ho in famiglia,quindi anche l'investimento economico è risultato poco impegnativo per motivi che potrai ben comprendere..
Mi sembri una persona intelligente,quindi ti farò il discorso in maniera un pò articolata e tecnica,nei limiti delle mie capacità espositive,così da farti un'idea precisa;
La psicologa è stata utilissima per tutto (avevo altri disturbi ansiosi e varie fobie,tutte sanate),tranne che per l'aerofobia.Ha usato un suo metodo che non so se sia valido universalmente per tutti: ha "sondato" sul tipo di educazione=modello genitoriale ricevuti,su eventuali eventi piacevoli ed eventi spiacevoli vissuti,training autogeno,EMDR (che con me ha fallito) e tante altre cose,ma soprattutto tanto dialogo ed autocritica.Tecnicamente è riuscita ad attivare dei circuiti che nella mia mente erano un pò "pigri",riabilitando delle "strade neurali" che col tempo avevo "viziato" in poche direzioni,mentre le mie potenzialità andavano molto oltre.In seguito mediante esercizi fisici e mentali,ho percorso sempre più spesso queste "stradine",fino a renderle delle autostrade vere e proprie rendendo naturale la loro percorrenza ai pensieri automatici.
Avevo artificiosamente reso le mie reazioni mentali,molto complicate e contorte rispetto agli stimoli esterni.Avevo "automatizzato" nel modo sbagliato il modo in cui il mio cervello creava difese ad offese inesistenti,o comunque di piccola entità.Chiaramente il modello familiare e l'educazione hanno avuto un ruolo essenziale,da bambini siamo delle spugne e se assorbiamo petrolio non possiamo rilasciare aranciata.Ma se abbiamo una buona dose volontà ed autocritica,possiamo svuotare un pò di petrolio e fare posto ad un pò di nuova aranciata...scusa l'esempio banale,ma le semplici metafore spesso rendono meglio di mille parole.
La strada che hai seguito non credo sia la migliore possibile.
Quando ti rivolgi a uno psicologo dovresti evitare qualsiasi persona con cui esista un legame familiare o di tipo affettivo. E' quello che mi diceva simpaticamente tempo fa una mia amica a cui chiedevo di psicoanalizzarmi.
Lo psicologo non può essere l'amica, la fidanzata o il parente, perchè dovrebbe esistere un certo distacco tra lui e il paziente.

Detto questo, credo di aver capito il lavoro che ha fatto su di te. In poche parole è andata a disturbare tutto quell'insieme di reazioni automatiche che hai sviluppato nel corso della tua vita e che ormai attivavi in modo automatico, andando contemporaneamente a riportare alla luce dei percorsi che avevi abbandonato in quanto li reputavi inefficaci. E' andata a modificare alcuni tuoi ragionamenti.
Dylan666 ha scritto: Inoltre,cosa molto importante,le persone più intelligenti e sensibili sono maggiormente portate ad introspezione prima e ad ansie-fobie-panico e ,purtroppo,a depressione poi.

Avrei qualcosa da obiettare su questa parte. Se sei un tipo che tende a porsi più domande rispetto alla media, a scavare in profondità piuttosto che restare in superficie, non è detto che diventerai ansioso o depresso.
Se hai una vita piacevole, potresti semplicemente diventare una persona molto curiosa, con tanta voglia di imparare, di conoscere persone nuove, di esplorare il mondo, o potresti sviluppare dei tratti artistici (imparare a suonare uno strumento o metterti a scrivere poesie)
La depressione e l'ansia scattano nel momento in cui ricevi dei feedback negativi dal mondo esterno. Specie se questi arrivano in giovane età, quando ancora non hai le strutture mentali appropriate per difenderti, possono essere devastanti a livello psicologo, abbassare in modo cronico i livelli di serotonina nel tuo cervello, e portare a vere e proprie patologie.
Dylan666 ha scritto: Nel complesso l'esperienza con questa professionista è stata molto positiva,lo rifarei assolutamente perchè ho fatto enormi passi in avanti e ho capito che mi trovavo come un leone in gabbia..
Per quanto riguarda l'aerofobia invece pochissimi risultati.Gli stessi metodi che hanno dato risultati positivi impensabili negli altri ambiti della vita,nel settore che interessa a noi hanno solo alleggerito un pò il "pessimismo cosmico (Leopardi perdoni la citazione)" che nutrivo nei confronti dell'aereo: nel senso che prima neanche avrei pensato minimamente di volare,escludevo a priori quel mezzo.Lo reputavo una bara volante e cercavo ogni giustificazione possibile per decretarne l'assurdità assoluta del suo utlizzo.
Pensa che studiavo mille modi per smentire le statistiche sulla sua sicurezza,come la fallacità dei sistemi utilizzati per i calcoli sugli incidenti effettivi: sul numero dei voli,sul numero degli spostamenti,sui km effettivi,sul numero dei passeggeri...ero davvero un caso unico. :evil3:
In conclusione,ti consiglierei questa esperienza,con la raccomandazione che nulla si ottiene con poco sforzo: o meglio,con poche risorse impegnate,otterrai pochi risultati.Per riprogrammare certe piste della mente occorre tempo,quindi anche l'impegno economico giocherà un ruolo importante.Inoltre,e forse questa è la cosa che ti farà desistere,devi trovare la persona giusta,e come ogni settore del professionismo i buoni in circolazione sono pochi; ho avuto pessime esperienze con pseudo esperti neo-laureati che sbandieravano curriculum chilometrici e chiacchiere basate sul nulla.Io ti consiglierei assolutamente un esperto di una certa età piuttosto che un trentenne.
Non avere vergogna a sceglierne uno del sesso che preferisci,lascia perdere i "buonismi e le quote rosa",se non hai estrema fiducia in chi hai davanti,lascia perdere,butteresti tempo e denaro.Con questo voglio dire che se sei maschilista e conservatore,non andare da una donna,saresti già prevenuto al fallimento.E' un discorso spiacevole,ma dovevo dirtelo.Se non hai preconcetti o comunque sei aperto a tutti,come me,sei avvantaggiato.

Quello che mi trattiene dal rivolgermi a uno psicologo è proprio questo: sapere che là fuori c'è una mandria di psicologi buoni a nulla all'interno della quali si salvano, forse, 2 o 3 psicologi ogni 100.
Ho alcune conoscenze in ambito psicologico (studentesse e giovani psicologhe laureate a cui mi rivolsi per un consulto anni fa) a cui non affiderei nemmeno la gestione della mia lista della spesa, figuriamoci la gestione dei miei pensieri e della mia vita!

Indubbiamente è un percorso lungo e complicato. Ero arrivato qui a caccia della ricetta magica che mi risolvesse il problema in un batter d'occhio ma, come qualsiasi percorso di crescita interiore, superare la paura dell'aereo, richiede tempo e pazienza.
Dylan666 ha scritto: Completamente fallimentare invece la psicoanalisi.Con me ha fallito tutto,compresa l'ipnosi: per l'esperto,non ero facilmente condizionabile a avevo innalzato barriere insormontabili per un'analisi decente.Poi forse ho incontrato un Freudiano convinto,ma il discorso dell'aereo come simbolo fallico e la sua caduta simbolica come insicurezza e paura del confronto con i concorrenti,non mi ha mai convinto,visto anche il non riscontro nella vita reale,non so se mi spiego.

I seminari e il confronto di gruppo,invece,hanno regalato più serenità nell'aprirsi agli altri su questo problema,senza paura di essere giudicati.Inoltre a me è servito per stimolare un pò l'ironia (che ti può salvare dal baratro) nei confronti di altri con lo stesso problema,più pessimisti di me (si,ce ne sono :mrgreen: ).
Qui entiamo nel territorio di cui parlavo io il mese scorso, e che ha sollevato l'indignazione generale, come se l'avere un pezzo di carta sia automaticamente garanzia di efficacia di una terapia.
Molti psicologi e affini ti portano spesso a lottare contro i mulini a vento, a cercare fantasmi nel tuo passato, a credere che i tuoi problemi originano da problemi di autostima, di scarsa considerazione di te stesso rispetto agli altri (emblematico il "confronto con i concorrenti" di cui ti ha parlato il tuo psicoanalista, e che non ha un corrispettivo nella tua vita), e chi più ne ha più ne metta.
L'aereo come simbolo fallico poi.... :mrgreen: da ridere proprio!!

Un approccio corretto non dovrebbe essere fatto di frasi fatte o di metafore a carattere sessuale tratte dal un libro di Freud, ma dovrebbe essere qualcosa del tipo:
"Ho un problema? Bene, questo problema io devo affrontarlo....NELLA REALTA'!!!"

E sottolineo, nella realtà!! Non attribuendo a un oggetto dei significati che non possiede o convincendo il paziente di avere problemi che non ha.

Uno dei temi che la psicologia affronta in modo alquanto inappropriato, è il tema dell'amore e del sesso. Un giovane ragazzo che non ha mai avuto una ragazza, o che ha enormi difficoltà per trovarne una e si ritrova spesso a passare anni e anni di solitudine, nel momento in cui si rivolge a uno psicologo perchè sta male, si sente dire una serie di fesserie madornali sulla personalità, sul carattere, sulla fiducia in sè stessi, sul non mollare mai, sul pensare positivo, sul sorridere al mondo (quando lui magari è stempiato, col mento retruso e lo sguardo da pesce lesso :roll: ), anzichè sentirsi dire l'unica cosa che avrebbe senso e che gli potrebbe portare giovamento: "Mio giovane paziente, lei non ha mai avuto una ragazza perchè è brutto e perchè la ragazza media del 2020 è iper-pretenziosa e quindi ha degli standard di uomo inarrivabili per l'80% della popolazione maschile. Se ne faccia una ragione!!"


Ecco cosa significa affrontare i problemi nella realtà. Avere il coraggio di guardare i problemi in faccia, dargli il giusto nome, non vagare alla ricerca di fantasmi, non puntare la luce in una direzione che non porta a nulla...

Il mese scorso ho letto l'intervento molto pertinente di uno psicologo su un forum di medicina, che ha scritto qualcosa del tipo
"La paura di volare fa parte delle cosiddette fobie specifiche, e non è una cosa che si cura con sorriso, buon umore e iniezioni di autostima"

Non ha fatto menzione a simboli fallici ( :lol: ) o alla paura del confronto con i concorrenti (???)
Ha parlato anche di "esposizione progressiva" (???) e di alcuni esercizi mentali come possibile soluzione al problema. In pratica bisognava sforzarsi di immaginarsi dentro l'aereo, e capire che reazioni potrebbe avere il nostro corpo in quella situazione, tentando di controllare eventuali reazioni fobiche.
Per esposizione progressiva invece non ho capito cosa intendesse. Magari può essere utile su altre fobie (ho paura dei ragni, la prox volta che ne vedo uno, anzichè fuggire a gambe levate provo a starci a 2 metri di distanza, poi a 1 metro, poi a 50 cm, fino a non averne più paura), ma sugli aerei?! Come fai a esporti "progressivamente" a un aereo? Voglio dire....o ci sali, o non ci sali.

Ieri mi chiedevo se può essere utile abituarsi a vedere qualche aereo in aeroporto. Mettersi in prossimità della pista e osservare gli aerei decollare e atterrare. Forse una delle cose che ci terrorizza è anche il fatto che l'aereo e l'aeroporto sono cose molto distanti dalla routine quotidiana. Gli aeroporti sono sempre fuori città, non ti capita mai di passarci casualmente di fronte come può capitare di passare casualmente di fronte alla stazione dei treni o alla fermata degli autobus. Magari abituarsi a farci un salto ogni tanto, così da far familiarizzare la mente con quell'ambiente e con quel mezzo di trasporto, potrebbe giovare...
Ieri mentre guidavo ripensavo al concetto di "esposizione progressiva" e mi è venuta in mente sta cosa.
Magari è una boiata, non so... :mrgreen:
Ultima modifica di noflyzone il 18 luglio 2018, 17:02, modificato 2 volte in totale.

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da PIMPI » 18 luglio 2018, 16:54

tartan ha scritto: ..A novembre sarò nonno, caxxo! Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
Prima di tutto sono contenta per te! E' una splendida notizia! :bounce:
Il mio unico consiglio è..esserci...esserci sempre..nel bene e nel male..nei momenti maggiormente favorevoli ed in quelli difficili..
Senza giudizi..
Che non vuol dire non dare consigli, non esprimere opinioni, ma dire "questa cosa che hai fatto secondo me è sbagliata" senza trasmettere il concetto "sei tu ad essere sbagliato"..
La stessa cosa che si diceva con Brandon e Dylan qualche post fa "hai fallito questa prova, ma non sei un fallito"..
Ecco..direi..essere un porto sicuro per tuo nipote..sapere che qualunque cosa accada tu sarai lì per lui..
E costruirci ricordi, allegri, divertenti, profondi..tutto insieme..
Con i miei due nonni materni avevo un rapporto straordinario..
Li ho persi troppo presto, ma sono con me ogni giorno!

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 18 luglio 2018, 17:48

noflyzone ha scritto:

Indubbiamente è un percorso lungo e complicato. Ero arrivato qui a caccia della ricetta magica che mi risolvesse il problema in un batter d'occhio ma, come qualsiasi percorso di crescita interiore, superare la paura dell'aereo, richiede tempo e pazienza.
C'è chi è riuscito velocemente...senza un percorso lungo e complicato.
noflyzone ha scritto:
Un approccio corretto non dovrebbe essere fatto di frasi fatte o di metafore a carattere sessuale tratte dal un libro di Freud, ma dovrebbe essere qualcosa del tipo:
"Ho un problema? Bene, questo problema io devo affrontarlo....NELLA REALTA'!!!"

E sottolineo, nella realtà!!
È buffo. Sei proprio tu che non tratti l’aereo nella realtà. Sei tu che non stai vivendo il volo nella realtà dei fatti. Il punto , quindi, è portarti nella realtà...e il punto di partenza NON è la realtà...altrimenti non avresti paura dell’aereo. Ti sfugge questo piccolo, ma enorme, passaggio logico. È evidente che l’aereo ha dei significati che vanno oltre...la ricerca di ciò che rappresenta spesso, per tanti, è stata la chiave. Ovviamente , per te che non ha altri significati, non diventa la “chiave”...
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da PIMPI » 18 luglio 2018, 18:14

flyingbrandon ha scritto: È evidente che l’aereo ha dei significati che vanno oltre...la ricerca di ciò che rappresenta spesso, per tanti, è stata la chiave.
Parto da qui per condividere questa esperienza sul discorso "psicologo"..
Premetto che il mio psicoterapeuta non è uno psicoanalista, quindi non è freudiano, ma segue tutta un'altra teoria..comunque, quando ho deciso di prenotare il viaggio, gli ho chiesto subito qualche dritta su come affrontare il problema-aereo.
E lui mi ha guardato perplesso e mi ha detto "perchè, da un anno cosa stiamo facendo qui?"
Gli ho risposto che della paura di volare gli avevo parlato forse solo mezza volta ad uno dei primi incontri..mi ha risposto che da un anno stiamo affrontando il problema dell'ansia anticipatoria, del panico, ecc..e dei motivi che stanno dietro..e che quindi stavamo già affrontando il problema del volo..perchè non è il volo il problema, ma quello che rappresenta..

Dylan666

Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 18 luglio 2018, 19:29

Exence ha scritto: in realtà l'accettazione di sé non è fatalismo o abbandono al destino... è, anzi, dal mio punto di vista, tener presente che le lettere dell'alfabeto sono molte.. ;) e che se non funziona il piano A, ci sono i pani B, C, D ecc ecc,,,, piani che non significano piani di fuga ma di gestione diversa di una situazione da affrontare......
Ottimo anche questo punto di vista,ci rifletto :thumbleft:
Giutreas ha scritto:Anche io preferirei viaggiare su un aereo con meno persone ma non tra gli scatoloni. Se viaggiassi su un aereo cargo non ci sarebbe neanche il personale di cabina pronto a soccorrermi in caso di malore a bordo, quindi ciò mi metterebbe maggiore ansia.
.
Perfetto,hai evidenziato un altra differenza: la tua "paura" di sentirti male all'interno dell'aeromobile la conosco bene,apparteneva ad una sorta di ipocondrìa che mi seguiva anni e anni fa.Io invece non ho più di questi pensieri,ed anzi il poter viaggiare completamente solo mi da sollievo.Non penso mai che mi potrei sentire male,ma che possa cedere la struttura; anzi,penso che eventuali persone in momenti di pericolo,possano essermi d'intralcio.
tartan ha scritto:Io ringrazio tutti quelli che avendo paura di volare si sottomettono a queste specie di confessioni da cui emergono stati d'animo i più disparati. Stati d'animo che sono stati anche miei ma che ho superato con sufficiente abilità [cut]
Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
Io ho letto molti tuoi messaggi,non so quanti anni tu abbia ma di sicuro ho percepito grande esperienza e bontà d'animo.E al di là della "scorza" che emerge dai tuoi post ironici (io sono ironico ed auto-ironico dalla nascita),traspare una grande disponibilità verso il prossimo.
Non ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni,e da bambino li avrei desiderati,ma non credo tu abbia bisogno di "istruzioni" su come vivere questa tua nuova condizione: ti verrà così spontaneo che probabilmente ti meraviglierai di te stesso,e scoprirai lati che non conoscevi della tua personalità.A me è successo con i miei nipotini :angel3:
flyingbrandon ha scritto: Si...perché ti scoccia perdere quell’immagine di te che hai ben costruito e mostrare , agli altri, ciò che è in quel momento. Ma questo è un altro pilastro che dovresti abbandonare...perché è fonte di “ansia” anche nella vita quotidiana.
Anche questo aspetto è interessantissimo.Io non riesco a cogliere queste sfumature,essendo parte in causa.Grazie per l'aiuto che stai dando e per il tempo che dedichi ad analizzare tutti i messaggi.
Si...l’aereo cargo , per i motivi sopra esposti, può essere meglio...ma tieni presente che l’impossibilità di farlo, perché nessun aereo cargo ti può portare in giro, è ciò che ti fa provare sollievo “lo farei ma....”. Non avrei quindi la certezza che se avessi un 737 cargo tutto per te saliresti serenamente e di corsa.
Non sapevo che fosse vietato.Anni fa invece un dirigente di una ditta di trasporti,che non posso citare per motivi di privacy,mi disse che sarebbe stato possibile e avrei potuto viaggiare su un Boeing come "ospite" di un familiare dell'equipaggio.
Però in effetti mai come in questo caso è valido il detto "tra il dire e il fare..",se non ho occasione di viverlo,non posso escluderlo apriori.
..se vivi pensando che ci sia sempre da avere un piano B nella vita...a bordo ce ne sono di più e maggiormente collaudati.
Altro aspetto che non avevo considerato: fidarmi maggiormente del piano B dei piloti.Il mio pensiero automatico (ed errato,che percorre quella viuzza tortuosa e in salita) è il seguente: i piloti hanno il loro piano B,io devo avere il mio.I piloti devono pensare a salvare l'aereo seguendo le procedure (e l'esperienza),io devo pensare a salvarmi il didietro seguendo le mie di procedure,ma come dici giustamente,in situazioni di pericolo sarebbero del tutto ininfluenti.Infatti cosa potrei fare nel caso l'aereo si disfacesse in volo? Niente! Ma come un serpente che si morde la coda,è proprio questa consapevolezza di impotenza che mi crea ansia.
Ma tu pensi che mi basterebbe prenotare e salire sul volo,constatare che non succederà nulla di spiacevole per spegnere questo funzionamento?
L’esempio , per un ovvio motivo, non è calzante. E sai perché? Perché prevede che sia io a farlo
Ok mi aspettavo questa tua risposta,volevo vedere quanto ci mettevi.Sei stato immediato.
Però era solo per riuscire a trasmetterti un milligrammo dell'ansia che provo io a varcare la soglia della fusoliera.
Si,non sono io a compiere il volo con l'aereo in spalla,per fortuna :mrgreen:
..ma se mi dicessi di andare con un sommergibile a 90m...ti potrei serenamente pagare per farlo.
Va bene,ho capito che tu non hai fobie.Ma il tuo studio e il praticare meditazioni e filosofie orientali,di sicuro hanno aiutato il percorso di maturazione che hai avuto.Però riuscirò a trovare un tuo punto debole :P :mrgreen:
Però, ripeto, l’essere un passeggero o l’essere l’esecutore di qualcosa, mette in gioco aspetti ben differenti.
Hai mai avuto paura durante un tuo volo? Hai mai rischiato di perdere il controllo ,o di provare un senso di impotenza di fronte a situazioni di pericolo,anche non inerenti il tuo lavoro? Come le hai gestite,se ci sei riuscito?
In un volo di linea con una compagnia Europea direi che questa soglia di rischio è ben inferiore a ciò che fai normalmente...quindi puoi scegliere di farlo....
Questo me lo devo stampare bene in testa.
E qui arriva il soggettivo...non puoi decidere , nonostante tutto, una tua scala gerarchica e prenderla per reale. [cut]...quindi non puoi non gettare la spugna ma non gettare i tuoi pensieri...sono incompatibili. O decidi che pensi di m***a e cambi i tuoi pensieri.
Quando avverrà sarai uno dei primi a saperlo,dato che di sicuro sarà grazie al forum e lo sciverò a caratteri cubitali.

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da tartan » 18 luglio 2018, 20:04

Dylan666 ha scritto:
tartan ha scritto:Io ringrazio tutti quelli che avendo paura di volare si sottomettono a queste specie di confessioni da cui emergono stati d'animo i più disparati. Stati d'animo che sono stati anche miei ma che ho superato con sufficiente abilità [cut]
Quale dovrà essere il mio atteggiamento da nonno per evitare non solo paure di volare, ma paure in genere? Sto facendo tesoro dei vostri ragionamenti e per questo vi ringrazio, veramente, senza i miei soliti tentativi ironici, mai cattivi, ma pur sempre ironici. La chiudo qui, già mi sono esposto troppo. Grazie.
Io ho letto molti tuoi messaggi,non so quanti anni tu abbia ma di sicuro ho percepito grande esperienza e bontà d'animo.E al di là della "scorza" che emerge dai tuoi post ironici (io sono ironico ed auto-ironico dalla nascita),traspare una grande disponibilità verso il prossimo.
Non ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni,e da bambino li avrei desiderati,ma non credo tu abbia bisogno di "istruzioni" su come vivere questa tua nuova condizione: ti verrà così spontaneo che probabilmente ti meraviglierai di te stesso,e scoprirai lati che non conoscevi della tua personalità.A me è successo con i miei nipotini :angel3:
Ti ringrazio per le buone parole e per l'incoraggiamento. La mia età la conoscerai a breve perché quando si avvicina il compleanno tolgo la mia data di nascita in quanto mi da fastidio che il computer dia il via agli auguri. Con gli amici più cari non ci facciamo mai gli auguri di compleanno perchè non ce n'è bisogno.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
http://web.tiscali.it/windrider/
Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.

Dylan666

Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 18 luglio 2018, 20:35

noflyzone ha scritto: La strada che hai seguito non credo sia la migliore possibile.
Quando ti rivolgi a uno psicologo dovresti evitare qualsiasi persona con cui esista un legame familiare o di tipo affettivo
.
Esiste un legame familiare "ufficiale",ma nessun legame affettivo.Sono persone che neanche conoscevo,se non di nome,ma per vie traverse appartengono alla mia famiglia acquisita.Io non ho parenti come li intendete voi,ma non mi spingo oltre.
In ogni caso ne ho sentiti anche di completamente "estranei",se possibile.
Avrei qualcosa da obiettare su questa parte. Se sei un tipo che tende a porsi più domande rispetto alla media, a scavare in profondità piuttosto che restare in superficie, non è detto che diventerai ansioso o depresso.
Chiaramente non é scontato che succeda,ma si é piú a rischio.Le persone piú sensibili sono quelle che soffrono maggiormente sia gli insuccessi,sia le condizioni sfavorevoli.Poi si puó essere particolarmente sensibili perché la vita é stata "ingiusta" o "matrigna" come diceva Leopardi,se si é fisicamente sgradevoli o affetti da qualche malformazione fisica; queste condizioni influiscono pesantemente sul carattere e sulla personalitá.Oppure si puó avere semplicemente una tendenza innata al pessimismo,o all´empatia o a qualsiasi altro aspetto caratteriale che possa portare a chiudersi e ad amplificare l´introspezione.
La depressione e l'ansia scattano nel momento in cui ricevi dei feedback negativi dal mondo esterno. Specie se questi arrivano in giovane età, quando ancora non hai le strutture mentali appropriate per difenderti, possono essere devastanti a livello psicologo, abbassare in modo cronico i livelli di serotonina nel tuo cervello, e portare a vere e proprie patologie.
Concordo,ma tieni presente che in ambiti familiari dove i feedback negativi sono all´ordine giorno,membri della stessa famiglia che subiscono le stesse influenze, possono avere reazioni e percorsi diversi,a seconda della genetica.Ogni caso é a se,per questo parliamo sempre a grandi linee.
Sono d´accordo con te , ed é un dato di fatto, che il modello genitoriale sia fondamentale in particolari fasi della crescita.E´ anche il motivo per cui tutti gli psicologi e psicoterapeuti iniziano col sondare l´infanzia e l´adolescenza.
Quello che mi trattiene dal rivolgermi a uno psicologo è proprio questo: sapere che là fuori c'è una mandria di psicologi buoni a nulla all'interno della quali si salvano, forse, 2 o 3 psicologi ogni 100.
Ho alcune conoscenze in ambito psicologico (studentesse e giovani psicologhe laureate a cui mi rivolsi per un consulto anni fa) a cui non affiderei nemmeno la gestione della mia lista della spesa, figuriamoci la gestione dei miei pensieri e della mia vita!
Qui hai tristemente ragione,e ti diró di piú: la facoltá di psicologia é una di quelle maggiormente frequentate da persone che non hanno le idee molto chiare di cosa vogliano fare nella vita,e pensando alla psicologia dicono: ''che bello,mi ha sempre appassionato capire il pensiero umano",salvo scoprire poi che non hanno alcuna propensione al dialogo,alla comprensione,allo studio e hanno passato gli esami perché studiavano concetti a memoria,per loro incomprensibili.Esiste in tutte le facoltá,ma in questo caso é piú marcato.
Qui entiamo nel territorio di cui parlavo io il mese scorso, e che ha sollevato l'indignazione generale, come se l'avere un pezzo di carta sia automaticamente garanzia di efficacia di una terapia.
Molti psicologi e affini ti portano spesso a lottare contro i mulini a vento, a cercare fantasmi nel tuo passato, a credere che i tuoi problemi originano da problemi di autostima, di scarsa considerazione di te stesso
Un approccio corretto non dovrebbe essere fatto di frasi fatte o di metafore a carattere sessuale tratte dal un libro di Freud, ma dovrebbe essere qualcosa del tipo:
"Ho un problema? Bene, questo problema io devo affrontarlo....NELLA REALTA'!!!"

E sottolineo, nella realtà!! Non attribuendo a un oggetto dei significati che non possiede o convincendo il paziente di avere problemi che non ha.
In realtá il ruolo dello psicologo non é quello di risolverti il problema,ma di aiutare la tua mente a trovare le "armi" necessarie affinché tu vinca certe battaglie interiori.Lo psicologo deve aiutarti a portare il tuo cervello a tornare ad essere al servizio della tua anima,non deve fornirti soluzioni pronte,ma deve accompagnarti in un percorso che sará solo il tuo.
Uno dei temi che la psicologia affronta in modo alquanto inappropriato, è il tema dell'amore e del sesso. Un giovane ragazzo che non ha mai avuto una ragazza, o che ha enormi difficoltà per trovarne una e si ritrova spesso a passare anni e anni di solitudine, nel momento in cui si rivolge a uno psicologo perchè sta male, si sente dire una serie di fesserie madornali sulla personalità, sul carattere, sulla fiducia in sè stessi, sul non mollare mai, sul pensare positivo, sul sorridere al mondo (quando lui magari è stempiato, col mento retruso e lo sguardo da pesce lesso :roll: ), anzichè sentirsi dire l'unica cosa che avrebbe senso e che gli potrebbe portare giovamento: "Mio giovane paziente, lei non ha mai avuto una ragazza perchè è brutto e perchè la ragazza media del 2020 è iper-pretenziosa e quindi ha degli standard di uomo inarrivabili per l'80% della popolazione maschile. Se ne faccia una ragione!!"
Perdonami noflyzone,non vorrei davvero essere inopportuno,ma vorrei esternarti un mio pensiero; puoi tranquillamente rifiutarti di rispondere,ma io voglio chiedertelo dato che un pó ti sei esposto: noto una costante nei tuoi messaggi,che fa riferimento alla sfera sentimentale dell´uomo; penso che tu abbia avuto delle grandi delusioni amorose e abbia sofferto molto,é cosí?
In quel caso,se tu avessi avuto esperienze negative con qualche psicologo,é normale che abbia maturato una sorta di avversione per la categoria,perché sappiamo che quando si soffre per amore,ció che vorremmo é la cessazione della pena o per conquista dell´innamorato,o per qualche magico pensiero che ce la facesse dimenticare.E la stragrande maggioranza degli psicologi,peccano di presunzione credendo che bastino delle belle parole per farci "guarire".
In realtá l´innamoramento é una cosa di per se stessa "stupida",in inglese si dice "cadere in amore" ,per far capire che in sostanza si tratta di cose subdole e fallaci: il vero amore arriva con la maturazione e con la consapevolezza,esula spesso dall´ideale aspetto fisico ed é plastico,si trasforma col tempo,prende mille sfumature e talvolta neanche lo sappiamo riconoscere di primo acchitto.
Per cui,per me,un bravo professionista non dovrebbe dare belle parole o formule magiche,ma dire semplicemente che quella cotta non corrisposta e quella sofferenza,in realtá, fanno parte di una maturazione necessaria,serve per forgiare la nostra anima e farci capire che la persona giusta non é quella che riteniamo noi,ma quella che riterremo "entrambi",quando ci si troverá finalmente vicini.
Se poi si appartiene alla categoria dei "brutti veri",che per qualche motivo abbiano delle deformitá,servono professionisti esperti in quel campo,perché l´argomento é delicatissimo e non tutti hanno la preparazione e la predisposizione per affrontare certi argomenti.
In conclusione sono d´accordo anche in questo caso,c´é molta superficialitá su certi argomenti,soprattutto da parte di chi si spaccia per "esperto sui problemi sentimentali,da abbandono ecc".
Se posso permettermi un piccolo consiglio,anche frequentare certi forum o leggere troppo di fobie sociali et similia,non portano certo giovamento a chi attraversa una fase della vita particolarmente delicata in campo affettivo.
Mi scuso per il grande off topic,forse avrei dovuto scrivere queste cose in privato,ma non sono molto esperto di blog e per me é giá tanto accettare che una scatola di plastica possa permettere a persone distanti mille miglia,di poter parlare come se si fosse seduti allo stesso tavolino di un bar.
Ieri mi chiedevo se può essere utile abituarsi a vedere qualche aereo in aeroporto. Mettersi in prossimità della pista e osservare gli aerei decollare e atterrare. Forse una delle cose che ci terrorizza è anche il fatto che l'aereo e l'aeroporto sono cose molto distanti dalla routine quotidiana....
Ieri mentre guidavo ripensavo al concetto di "esposizione progressiva" e mi è venuta in mente sta cosa.
Magari è una boiata, non so... :mrgreen:
Io lo faccio spesso e l´ho sempre fatto,ma non mi ha mai giovato.Non so se conosci l´aeroporto di Alghero,ma ti permette di osservare da vicino gli aeromobili in movimento,io ne rimango affascinato e starei ore a guardarli...ma di salirci dentro non se parla neanche.

Dylan666

Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 18 luglio 2018, 20:45

tartan ha scritto: Ti ringrazio per le buone parole e per l'incoraggiamento. La mia età la conoscerai a breve perché quando si avvicina il compleanno tolgo la mia data di nascita in quanto mi da fastidio che il computer dia il via agli auguri.
Ma figurati,io dico sempre,forse spesso sbagliando,quello che penso.
Abbiamo una cosa in comune,o meglio quasi: io non sopporto gli auguri da nessuno,a volte dimentico perfino il giorno del mio compleanno.
Memorizzo le targhe delle automobili invece...altro aspetto da sondare :mrgreen:

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flyingbrandon
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 18 luglio 2018, 21:01

Dylan666 ha scritto:
Altro aspetto che non avevo considerato: fidarmi maggiormente del piano B dei piloti.Il mio pensiero automatico (ed errato,che percorre quella viuzza tortuosa e in salita) è il seguente: i piloti hanno il loro piano B,io devo avere il mio.I piloti devono pensare a salvare l'aereo seguendo le procedure (e l'esperienza),io devo pensare a salvarmi il didietro seguendo le mie di procedure,ma come dici giustamente,in situazioni di pericolo sarebbero del tutto ininfluenti.Infatti cosa potrei fare nel caso l'aereo si disfacesse in volo? Niente! Ma come un serpente che si morde la coda,è proprio questa consapevolezza di impotenza che mi crea ansia.
Ma questa non è consapevolezza....è proprio questo il problema. Non hai sempre un piano B...non sempre hai modo di averlo....e qualora l’avessi NON è detto che sia attuabile. Tu stesso sei suscettibile , fisicamente, ad una morte improvvisa senza alcun piano B. Per questo il piano B, come lo intendi tu, non è sempre necessario come non sempre utile. La vita va vissuta...puoi cercare di viverla bene o viverla così e così o male. Ciò che ti serve a viverla bene lo fai...ciò che non ti serve non lo usi. Quello che ti è servito può esserti nuovamente utile come no...il tuo passato è contenuto nel tuo presente anche se non ci pensi. Devi solo scegliere...a volte seguire semplicemente l’istinto...a volte devi prepararti....a volte non devi fare una beata mazza. Non si programma tutto...non si deve avere l’amore presunzione di sapere cosa accadrà e neanche di cosa dovrebbe accadere. Magari vuoi evitare a tutti i costi una situazione, spiacevole, che è proprio quella che ti permette di vivere poi benissimo. Ci sono delle esperienze che non scegliamo ma che servono...quindi non dico di cercarsi i problemi...ma di risolverli quando capitano...e spesso si risolvono meglio quando siamo rilassati...quando hai una mente più aperta che nota delle sfumature che non avremmo notato se troppo concentrati a “sapere” cosa dovrebbe accadere.
Dylan666 ha scritto: Ma tu pensi che mi basterebbe prenotare e salire sul volo,constatare che non succederà nulla di spiacevole per spegnere questo funzionamento?
No...ti basta prenotare, salire su un volo, e viverlo per quello che è....e per ciò che sarai tu. Hai contato i respiri? A riposo e in tensione? Il volo deve essere solo il mezzo che ti permette di studiarti. Il volo è ciò che ti dirà cosa puoi fare. Non devi andare a volare soffrendo come un cane e scendere pensando a cosa ê accaduto la fuori...ma ciò che accaduto la dentro. La tua capacità di decidere....scegliere...e vivere...ti apriranno delle porte inaspettate. Attraverso quelle potrai continuare I tuoi percorsi. Potrebbe piacerti? Certo...perché no! È improbabile nel momento in cui sali sull’aereo come se stessi salendo sul patibolo...ma se ti lasci aperta la possibilità di divertirti..può accadere anche quello. L’importante, comunque, sarà ciò che fai. Fregatene delle gente...non esiste...non frega niente alla gente di come lo stai vivendo...ognuno ha la sua vita....e a te non fregherà niente di come ti vedano...sei lì per un passo importante...quindi sarai lì per te.
Dylan666 ha scritto:
Va bene,ho capito che tu non hai fobie.Ma il tuo studio e il praticare meditazioni e filosofie orientali,di sicuro hanno aiutato il percorso di maturazione che hai avuto.Però riuscirò a trovare un tuo punto debole :P :mrgreen:
Il punto non è non avere punti deboli...il punto è avere tutti i punti e usarli....
Dylan666 ha scritto: Hai mai avuto paura durante un tuo volo? Hai mai rischiato di perdere il controllo ,o di provare un senso di impotenza di fronte a situazioni di pericolo,anche non inerenti il tuo lavoro? Come le hai gestite,se ci sei riuscito?
No. A volte poi mi sono detto “c***o porca p****na mignotta”...ma sempre DOPO. No impotenza no...ma che l’ho vista brutta brutta brutta sì (non in volo)...nei pericoli o situazioni pesanti che ho affrontato nella mia vita.
Si...se sono vivo direi che ho gestito i problemi grossi. Bene? Male? Potevo fare meglio? Non so...di certo hanno accresciuto il mio bagaglio personale e mi hanno portato ad essere quello che sono...e da quello che sono cerco di costruire costantemente ciò che sarò.

Dylan666 ha scritto: Quando avverrà sarai uno dei primi a saperlo,dato che di sicuro sarà grazie al forum e lo sciverò a caratteri cubitali.
No sarà grazie a te. È serenamente alla tua portata...puoi farlo quando vuoi...basta che tu lo faccia altrimenti non ci credi. È colpa tua se sei qua....è merito tuo se sei qua....insomma dipende sempre da te...però io sarò davvero contento per te...
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 19 luglio 2018, 8:54

flyingbrandon ha scritto:
Dylan666 ha scritto: è proprio questa consapevolezza di impotenza che mi crea ansia.
Ma questa non è consapevolezza...
Essere consapevoli di non poter far niente,non è consapevolezza..?

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 19 luglio 2018, 10:26

Dylan666 ha scritto: Essere consapevoli di non poter far niente,non è consapevolezza..?
No non lo è. Ti faccio un esempio in modo che tu lo possa comprendere. Supponi di non voler andare mai in qualsiasi ristorante perché pensi che , in un qualsiasi momento, ti possa arrivare una portata avvelenata e tu non avresti modo di saperlo....se non a posteriori, morendo o stando male. Ti definiresti “consapevole” di questa tua impotenza e quindi sarebbe giustificato il tuo reagire, cioè non andare mai al ristorante?
La consapevolezza affonda nella realtà...la tua non è la realtà ma un tuo pensiero che, anche dati alla mano, è lontano dalla realtà...
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 19 luglio 2018, 10:39

flyingbrandon ha scritto: Ti definiresti “consapevole” di questa tua impotenza e quindi sarebbe giustificato il tuo reagire, cioè non andare mai al ristorante? ..
Mi definirei "consapevole" di questa mia impotenza,nel senso che "so" di non poter far nulla,ma non sarebbe giustificato il mio reagire,quello l'hai aggiunto tu :wink: .Sbaglio qualcosa? :scratch:

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 19 luglio 2018, 10:47

Dylan666 ha scritto:
flyingbrandon ha scritto: Ti definiresti “consapevole” di questa tua impotenza e quindi sarebbe giustificato il tuo reagire, cioè non andare mai al ristorante? ..
Mi definirei "consapevole" di questa mia impotenza,nel senso che "so" di non poter far nulla,ma non sarebbe giustificato il mio reagire,quello l'hai aggiunto tu :wink: .Sbaglio qualcosa? :scratch:
Io l’ho aggiunto a parole...tu hai scritto che questa consapevolezza ti genera ansia...e il coso che si morde la coda...ma dalla consapevolezza non scatta “ansia” ...soprattutto se l’oggetto non è reale...ovvio che se tu avessi davanti una tigre affamata, saresti sì consapevole della tua posizione di inferiorità ma sarebbero altre le considerazioni da fare ...ma qua non stiamo parlando di un pericolo “reale”...ma di un tuo pensiero....
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 19 luglio 2018, 11:48

Ora ho capito,grazie :thumbleft:

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Giutreas » 19 luglio 2018, 22:54

Ciao Dylan666, allora quando lo prenotiamo questo volo? :wink:
Oggi è il domani che tanto ti preoccupava ieri.

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 20 luglio 2018, 3:04

Giutreas ha scritto:Ciao Dylan666, allora quando lo prenotiamo questo volo? :wink:
Non essere fastidioso... :mrgreen:
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 20 luglio 2018, 9:57

Ci penso ogni notte,prima di andare a letto :lol:
Ieri c'è stato un atterraggio di emergenza a Cagliari,queste cose non giovano alla mia fobia :pale:

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da flyingbrandon » 20 luglio 2018, 10:34

Dylan666 ha scritto:Ci penso ogni notte,prima di andare a letto :lol:
Ieri c'è stato un atterraggio di emergenza a Cagliari,queste cose non giovano alla mia fobia :pale:
Dylan...queste sono ca**ate. Semmai dovresti capire sempre più che quando capitano dei problemi non significa che si muoia...e che i problemi non sono aerei che si sbriciolano....
Ciao!
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Re: Caso senza speranza

Messaggio da Dylan666 » 20 luglio 2018, 11:17

flyingbrandon ha scritto:dovresti capire sempre più che quando capitano dei problemi non significa che si muoia...
Si questo sto cercando di metabolizzarlo,imprevisto non sempre = incidente.
Piuttosto non so se chiederlo qui o in un'altra stanza: strutturalmente,è più robusto un 737 o un 320? :confused5:

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Re: Caso senza speranza

Messaggio da PIMPI » 20 luglio 2018, 11:25

Dylan666 ha scritto: Piuttosto non so se chiederlo qui o in un'altra stanza: strutturalmente,è più robusto un 737 o un 320? :confused5:
Credo che tu faccia bene a scriverla qui questa domanda.....rientra perfettamente nella paura di volare! :lol:

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