Il concetto di sicurezza

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capitano nemo
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Il concetto di sicurezza

Messaggio da capitano nemo » 24 febbraio 2009, 9:13

Leggendo qua e là spesso mi sono domandato quale senso abbia, da un punto di vista meramente tecnico, parlare di sicurezza. Il termine "sicurezza" in fin dei conti è una parola vuota, a volte usata a sproposito (non qui, parlo di altri ambiti).
Secondo voi potrebbe essere utile fare una piccola esposizione di cosa voglia significare, in concreto, il concetto di sicurezza, legato al concetto di probabilità? E' da qualche giorno che ci sto pensando. Chi ha paura di volare potrebbe trarne giovamento?
Mi piacerebbe scrivere due righe in proposito, ma non sono un tecnico del ramo, e potrei dire cose non appropriate al campo aeronautico, anche se i concetti di probabilità di eventi OR o di eventi AND si applicano a tutti i campi.
Ci ho pensato dopo aver letto il topic "in caso di piantata dei motori", quando qualcuno scriveva " e se si piantano entrambi?". Da un punto di vista numerico si potrebbe capire subito quanto avere paura di una piantata contemporanea ha meno senso dell'avere paura di scivolare per le scale del proprio condominio. Non so, io l'ho buttata lì...
Scrivo qui perchè mi è sembrata la sezione più indicata per questo genere di discorsi.
Insomma, che ne dite? Una trattazione semplice, lineare, in modo che possa essere compresa da tutti.

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da Slowly » 24 febbraio 2009, 9:28

Mah.

Potrebbe essere interessante ma non sono convinto che PdV sia il posto migliore.

Proviamo a farlo vivere e vediamo che succede, ma mi riservo di spostarlo in Discussioni Generiche in qualunque momento.
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da capitano nemo » 24 febbraio 2009, 9:44

certo, forse è quello lo spazio più idoneo

l'ho scritto qui pensando che sia qualcosa che può legarsi concettualmente alla paura di volare

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da Hartmann » 24 febbraio 2009, 14:09

Ti do la definizione che si da in affidabilità. E' la probabilità che un oggetto ha di portare a termine una "missione". Naturalmente il rischio residuo (rischio accettabile) viene deciso dai progettisti.

Ciao
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da AirGek » 24 febbraio 2009, 18:24

Io ti potrei dire che la sicurezza è l'insieme di tutte quelle misure che vengono adottate allo scopo di ridurre al minimo le probabilità che un evento dannoso capiti durante le operazioni.
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da Slowly » 24 febbraio 2009, 19:45

Sposto in Discussioni Generiche
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da IVWP » 24 febbraio 2009, 23:36

credo che, dato che si esprime in più ambiti, trova diversi significati :

come già detto può essere inteso come insieme di tutte le misure e precauzioni, adottate per ridurre il rischio.
in questo caso è però presupposta la conoscenza del rischio, per poter prevedere delle decisioni tali da ridurlo.

continuando un accenno fatto da un Hartmann, il rischio non è il suo contrario: infatti i due concetti, pericolo o rischio, e sicurezza, sono complementari dell' insieme di possibili avvenimenti, che possono portare a più stati finali.

quindi può essere inteso anche come probabilità che tutto vada bene, o, detto in altro modo, le probabilità che gli avvenimenti si susseguano senza produrre stati indesiderati.

Però studio chimica, e non è proprio materia che insegna ad esprimersi chiaramente ! :mrgreen:

Ecco, ad esempio nel campo chimico industriale la sicurezza è intesa come previsione di possibili scenari di rischio e quindi come insieme delle misure adottate e studiate (o progettate) per ridurre tale rischio o quantomeno ridurre il danno

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da capitano nemo » 25 febbraio 2009, 13:57

Slowly ha scritto:Sposto in Discussioni Generiche
fatto bene, anche perchè ha preso una piega molto diversa dalle mie intenzioni iniziali.

vabbè, ci ho provato...

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da araial14 » 25 febbraio 2009, 14:37

capitano nemo ha scritto:
Slowly ha scritto:Sposto in Discussioni Generiche
fatto bene, anche perchè ha preso una piega molto diversa dalle mie intenzioni iniziali.

vabbè, ci ho provato...
In effetti non era ben chiaro se il concetto fosse espressamente legato a dei dati empirici od esteso a tutta la parte (infinita) psicologica.
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da Carla » 25 febbraio 2009, 15:04

In aviazione, la parola sicurezza ha un duplice significato: security e safety
SECURITY: prevenzione e protezione da attacchi illeciti e volontari di terzi, quindi attacchi aggressioni e attentati.
I controlli di sicurezza, le limitazioni dei liquidi nel bagaglio a mano nascono per contrastare l'azione criminale.
SAFETY: insieme di norme e comportamenti per salvaguardare la proprua incolumità da atti involontari e accidentali, la prevenzione di infortuni.
Quindi l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale (caschetti, "pettorina" alta visibilità), coni etc etc nascono per diminuire i pericoli e gli infortuni.

La
araial14 ha scritto:In effetti non era ben chiaro se il concetto fosse espressamente legato a dei dati empirici od esteso a tutta la parte (infinita) psicologica.
Anche per me non è ben chiaro, dacci qualche delucidazione in quanto l'argomento è molto interessante

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da araial14 » 25 febbraio 2009, 15:13

Hai comunque legato il concetto di sicurezza a quello di probabilità. In senso strettamente matematico e statistico di rimando, credo abbia delle valenze meramente esemplificative ma ,se non si considerano le varianti, temo siano solo dati numerici non esaustivi.
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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da Aldus » 25 febbraio 2009, 17:38

capitano nemo ha scritto:Leggendo qua e là spesso mi sono domandato quale senso abbia, da un punto di vista meramente tecnico, parlare di sicurezza. Il termine "sicurezza" in fin dei conti è una parola vuota, a volte usata a sproposito (non qui, parlo di altri ambiti).
Secondo voi potrebbe essere utile fare una piccola esposizione di cosa voglia significare, in concreto, il concetto di sicurezza, legato al concetto di probabilità? E' da qualche giorno che ci sto pensando. Chi ha paura di volare potrebbe trarne giovamento?
Sicuramente sì.
Noi stessi cerchiamo di portare "cultura tecnica" alle persone che hanno paura di volare.
Chessò...faccio un esempio....le semiali che flettono.
Ci sono persone che alla vista di una semiala in flessione, si preoccupa, e teme che si possa rompere.
E' nostro compito far capire a tutte queste persone, come vengono progettate, realizzate, e testate le semiali: alla fine di questa infarinatura di cultura, l'utente ha più consapevolezza di quell'elemento, ha capito quanto incredibilmente è robusto e flessibile, e soprattutto sino a che condizioni estreme (condizioni molto superiori alla norma) viene testato e certificato come "sicuro".
Tuttavia la paura è un'entità che spesso è infiltrata profondamente nella psiche, che varia da persona a persona, e che non sempre si riesce a debellare con la conoscenza tecnica.
Ad esempio parlando di "automobili", quante persone hanno paura che possa esplodere una gomma?
Non lo sappiamo.
Sappiamo solo che le gomme, come per le semiali di un aereo, vengono progettate per non scoppiare, per essere sicure, che dico sicure, sicurissime.
Tuttavia può capitare che una gomma esploda.
Certo, può capitare.
Può capitare per "sfiga", per uso errato di quell'elemento, per strapazzo, per scarsa manutenzione e incuranza,... per una sacco di cose.
Se però ci mettiamo nella testa questa "paura" ci facciamo un danno da soli.
Non si può andare in macchina sempre pensando che possa esplodere una gomma!
Guai.
Sarebbe un disastro psicologico in tutti i sensi, si vivrebbe malissimo non solo per la "gomma che può scoppiare", ma anche per tutto il resto della nostra vita (metti che mentre guido mi viene un infarto?).

Il concetto di sicurezza ha ragione di essere allo scopo di abbassare il più possibile le eventuali "probabilità negative".
Le probabilità che un qualcosa vada male, ci sono, nessuno lo nega.
Se facciamo qualcosa per impedirle (controlli rigorosi, progettazione seria, test in ogni condizione possibile e anche oltre, etc etc) queste probabilità nefaste saranno basse, bassissime.
Se invece non facciamo niente o sottovalutiamo i problemi, tali probabilità nefaste saranno elevate, enormi.
La sicurezza è dunque tutto questo insieme di cose: discipline diverse e materie diverse che cooperano tra di loro in ogni campo e settore al fine di portare a zero le "probabilità" che qualcosa vada storto.
E quando nella storia qualcosa è andato storto, si analizzano le cause per far sì di eliminarle per sempre in futuro.

Purtroppo però tra il dire e il fare, le cose non sono così semplici.
Nonostante ci si metta tutto l'impegno del mondo per portare l'aviazione a un livello di sicurezza pari a "zero incidenti" (e/o zero episodi negativi), ci sono ancora delle "probabilità" che qualcosa sfugga.
Questo NON deve diventare il pretesto per entrare in paranoia psicologica (della serie "oddio allora non volo più"), bensì per mettersi in testa il concetto contrario.
Quale?
Quello che vuole l'aviazione come un'entità veramente sicura, che in decenni ha progredito sempre di più con la ricerca e con soluzioni atte proprio ad abbassare il più possibile le "probabilità negative".

Questo è quello che la nostra mente deve fissarsi in testa: "l'aviazione è SICURA", perchè questo è il dato di fatto (se così non fosse cadrebbe un aereo tutti giorni, cosa questa che vediamo bene non avviene!).

Poi c'è anche la sfiga, e contro quella si può far poco anche se comunque si è già fatto molto perchè la "sfiga" non esiste in campo tecnico: se qualcosa si rompe non è per "sfiga", ma perchè FISICAMENTE doveva rompersi.
Adesso o domani o tra un anno, non importa.
Doveva rompersi per "fisica", non per "sfiga".
Ecco quindi il perchè la moderna progettazione riesce a debellare anche la "sfiga".
Se un elemento è progettato perfetto, non si rompe, e non può rompersi neanche a pregare il padreterno.
La probabilità che tale elemento si rompa può eventualmente arrivare da altri fattori, chessò un bird strike (che NESSUN progettista può impedire che avvenga).
Tuttavia il progettista può prendere consapevolezza di tale probabilità, ed ecco che con tale consapevolezza progetta gli elementi in grado di sopportare al meglio tale eventualità.
Un altro esempio lampante di "tecnologia" che serve ad abbattere la "sfiga" e/o le probabilità negative.

Attualmente l'elemento più debole di questa catena interminabile di sicurezza, è forse proprio l'uomo.
Non la macchina e i suoi elementi.
L'uomo.
E quando si tratta di "aggiustare e/o progettare l'uomo", è ben più difficile del progettare un pezzo di alluminio a prova di rottura sempre e comunque.
L'uomo può fallire, ed è per questo che l'istruzione al volo che viene data ai piloti subisce continue modifiche, nuove regole, nuovi training.
Lo scopo è sempre il medesimo: rendere l'uomo ai comandi una sorta di "macchina infallibile" che non commetta mai un errore e, anzi, sappia rimediare a tutti gli errori.
I moderni aeroplani hanno dato una mano all'uomo nell'espletare molte funzioni, sono macchine intelligenti che "sanno" come volare, cosa va fatto, cosa non va fatto, si auto governano quasi da sole.
Ma ai comandi di queste macchine c'è sempre l'uomo, e se l'uomo sbaglia clamorosamente, la macchina non sempre può aiutarlo.

In conclusione, la paura è in parte un atteggiamento giustificato.
Alle volte meno, alle volte più.
E la paura è un sintomo umano, non fa parte delle macchine (loro non sanno cos'è la paura).
Curioso che tale sintomo umano (la paura) risieda nell'uomo, e che l'uomo ancora oggi sia l'anello debole della catena.
Il giorno che riusciremo a rendere l'uomo ai comandi (e non) una "macchina biologica perfetta" nello svolgimento di determinate funzioni, avremo sconfitto per sempre la probabilità che qualcosa vada storto.
Le nostre macchine, i nostri moderni aeroplani, già sono vicinissimi a questo traguardo, sono macchine estremamente sicure che volano splendidamente.
L'uomo va ancora addestrato, sempre di più, va portato (o almeno avvicinato) al livello di queste macchine.
Più ci si avvicinerà a questa simbiosi perfetta, più vedremo drasticamente scomparire le probabilità nefaste che qualcosa possa andare storto.

Ma ricordatevelo sempre: l'aviazione moderna è sicura! :wink:

O preferite volare su quattro tralicci di bambù ricoperti di tela? :D

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da neutrinomu » 25 febbraio 2009, 19:00

Non voglio fare il menagramo ma nella vita di "sicuro" c'è solo la morte :headbang:

Mi ricordo di aver sentito(mi spiace, non ricordo dove...) che era stata valutata la probabilità di morire in un incidente aereo, ed era paragonabile a quella di morire a causa dell'impatto di un asteroide con la terra... Mi sembra una affermazione che lascia davvero il tempo che trova ma questo da una idea dell livello di "sicurezza" dell'aviazione moderna.
Swishhhhh! Faster than light! :scrambleup:

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da capitano nemo » 25 febbraio 2009, 19:28

Innanzitutto grazie per i vostri interventi.
Provo a cercare di spiegare cosa volevo dire.
Provare a dare, su base numerica, la sensazione che l'aereo è sicuro. Ora, posso capire che molti, io per primo, si trincererebbero dietro il "vabbè ma è troppo complicato, si studia anni e anni per arrivare a comprendere certe cose". Questo è vero. Ma è anche vero che uno sforzo per la divulgazione di ciò che è ostico, in modo da renderlo meno ostico, e comprensibile, è una cosa che mi affascina molto, perchè implica una potentissima sintesi a monte.
Chi non ne sa nulla, e mi ci metto anch'io in mezzo, non sa cosa voglia dire una probabilità pari a 10E-06, ma se gli dico "guarda, tu osserva il fenomeno, se vuoi che quell'evento si verifichi devi aspettare che il fenomeno si ripeta un milione di volte" lui capisce ancxhe se è un violinista o un tramviere. Questo dà il senso della probabilità, o dell'improbabilità. Ma la cosa più interessante è far comprendere come, se un evento singolo è raro, due eventi singoli contemporanei sono ancora più rari, ma non della metà, non di un quarto, ma del quadrato. Non so se riesco a farmi capire. Immaginiamo di definire una catena di eventi. Perchè accada quell'incidente tutti gli aspetti negativi di quegli eventi devono verificarsi contemporaneamente. Moltiplichiamo queste probabilità e otterremo un numero basso quanto non ci si aspettava, agli occhi di un profano. Ecco cosa intendevo. Spiegare a tutti, in modo chiaro, semplice, ed intuitivo perchè certi signori dicono che l'aereo è sicuro. Non lo dicono perchè sono ubriachi o perchè ne hanno un tornaconto. Ma lo dicono solo perchè è la verità.
Naturalmente, quello che all'iinizio mi sembrava qualcosa di semplice, riflettendoci, mi è parso più complicato di quanto pensassi.
Spero di non essere stato inutilmente prolisso, ma ho paura di si.

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da neutrinomu » 25 febbraio 2009, 19:53

Esemplifico io: :wink: Se A e B sono due eventi indipendenti, la probabilità che essi si verifichino contemporaneamente è data da

P(A e B) = P(A) * P(B)

La probabilità invece che si verifichi l'uno O l'altro è

P(A o B) = P(A) + P(B)
Swishhhhh! Faster than light! :scrambleup:

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Re: Il concetto di sicurezza

Messaggio da capitano nemo » 25 febbraio 2009, 20:32

bravo, hai centrato il succo del problema :D

ora postiamo queste formulette in PdV e così tutti si rassicurano

quello che sarebbe da evitare (secondo lo spirito che intendo io) è proprio questo: scrivere concetti in notazioni comprensibili solo agli addetti ai lavori :wink:

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