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da i-daxi » 19 aprile 2010, 16:09
Le ceneri vulcaniche e i danni agli aeroplani: il caso Etna
19/04/2010 - L’Etna presenta una situazione peculiare, in quanto nelle sue vicinanze si trovano 3 aeroporti (Catania Fontanarossa, Catania Sigonella e Reggio Calabria) e in quanto spesso le sue manifestazioni eruttive sono precedute soltanto di pochi minuti da variazioni dei parametri geofisici monitorati, non concedendo lunghi tempi per l’allertamento.
A tale fine negli ultimi due anni, il Dipartimento della Protezione Civile, di concerto con ENAC, ENAV, Aeronautica Militare e INGV ha elaborato delle procedure per consentire, in caso di eruzione, l’immediato allertamento dei controllori del traffico aereo, e conseguentemente dei piloti in volo, nonché per estendere le possibilità di mantenere aperto lo spazio aereo e gli scali aeroportuali, fornendo ogni giorno agli enti competenti, le mappe previsionali della possibile dispersione delle ceneri in atmosfera in caso di attività eruttiva nelle successive 48 ore.
Islanda: Il vulcano Eyjafjallajökull. Attività dal 20 marzo a oggi
19/04/2010 - Riportiamo la cronologia degli eventi dal 20 marzo ad oggi. I dati provengono dall'Institute of Earth Sciences (fusione del Nordic Volcanological Institute e delle sezioni di geologia e geofisica del Science Institute, University of Iceland)
18 aprile 2010
L’Institute of Earth Sciences ha reso noto che l’attività esplosiva del vulcano Eyjafjallajökull prosegue con emissioni di cenere. Le immagini satellitari (EUMETSAT/MET OFFICE) fino alle ore 13.45 di oggi, mostrano il pennacchio di cenere in prossimità del vulcano. L’Istituto ha eseguito inoltre una stima preliminare del materiale eruttato nei primi tre giorni dell’eruzione, e il volume totale emesso ammonta a circa 140 milioni di metri cubi. I prodotti eruttati sono principalmente frammenti a grana fine, che in minima parte si sono depositati nelle immediate vicinanze del cratere vulcanico (30 milioni di metri cubi) e sul lago ghiacciato di Gígjökulslón (10 milioni di metri cubi). La restante parte dei prodotti emessi è stata trasportata dal vento verso est e verso sud del vulcano (100 milioni di metri cubi). Il tasso eruttivo medio stimato è di 300 m3/s (750 tonn/s), che corrisponde a circa 10-20 volte il tasso eruttivo della frattura apertasi sul fianco del vulcano nel marzo scorso. L’attività vulcanica quindi risulta relativamente costante e parametri come l’andamento dell’ampiezza del tremore sono stazionari su valori al di sopra della media.
17 aprile 2010
L’Institute of Earth Sciences ha comunicato che l’attività esplosiva è proseguita con emissioni di cenere, la cui ricaduta ha interessato le aree disabitate intorno al vulcano. Le diverse immagini satellitari fino alle 14.00 mostrano che la dispersione di ceneri in atmosfera continua in direzione SSE sud-est.
L’attività vulcanica quindi risulta relativamente costante e parametri come l’andamento dell’ampiezza del tremore risultano stazionari.
16 aprile 2010
Prosegue l’eruzione vulcanica, e le autorità di Protezione Civile Islandesi tengono sotto controllo la situazione. Le zone interessate sono state evacuate e si sono riscontrati danni a strade, ponti e infrastrutture a causa delle inondazioni. L’evacuazione iniziata nella serata del 15 aprile, ha visto coinvolti principalmente residenti locali e aziende agricole.
La cenere vulcanica dispersa in atmosfera ha causato seri problemi al traffico aereo del Nord Europa. La comunità scientifica, le autorità pubbliche, gli istituti meteorologici e l’Aviazione Civile Islandese rimangono in costante contatto con gli analoghi enti preposti Europei per monitorare l’evolversi della situazione.
15 aprile 2010
L’agenzia di Protezione Civile Islandese comunica che l’energia dell’eruzione in corso al vulcano Eyjafjallajökull sembra essersi stabilizzata, sebbene durante la notte e nel corso della mattina si siano verificate esplosioni associate a ricaduta di cenere vulcanica. Sono stati raccolti dei campioni per le analisi di laboratorio e i risultati preliminari indicano che l’area intorno al ghiacciaio Myrdalsandur, verso Est, è stata interessata dalla ricaduta di materiale. La cenere è caduta in modo irregolare e sporadico, in alcune zone è arrivata a costituire uno strato spesso circa 3 mm. Gli abitanti dell’area descrivono la cenere di colore nero-grigia e molto fine, simile alla farina o ai grani di zucchero. La ricaduta di cenere ha comportato anche una sensibile diminuzione di visibilità al suolo. I ricercatori non escludono il rischio di ulteriore attività vulcanica e associati rischi di alluvione.
La Polizia ha interdetto i viaggi in auto verso le località di Vík e Myrdalsandur verso Ovest, e per Kirkjubæjarklaustur verso Est. Gli interventi per la rimozione della cenere continuano sui ponti di Markarfljót. Gli osservatori meteorologici internazionali, in cooperazione con l’Icelandic Met Office stanno monitorando le condizioni meteo e la dispersione attesa per le ceneri vulcaniche.
14 aprile 2010
L’osservazione diretta, avvenuta solo nelle prime ore della mattinata, ha mostrato che l’eruzione è caratterizzata da un pennacchio di vapore e cenere che si è elevato per un’altezza di ca. 8 km al di sopra del ghiacciaio. Diverse notizie riportano di una zona priva di ghiaccio in un’area di ca. 200 m nell’area sommitale, con acque di fusione che scorrevano in direzione Nord-Sud. Durante un sorvolo effettuato da personale tecnico-scientifico è stato possibile osservare una nuova frattura di ca. 2 km allungata in direzione Nord-Sud, e depositi da ricaduta di cenere in direzione Est.
Circa 700 persone sono state evacuate dalla zona e diversi voli sono stati cancellati. Lo scioglimento dei ghiacci, aumentato durante la giornata, ha determinato la chiusura e il danneggiamento di alcune strade.
12-13 aprile 2010
A seguito del decremento dell’attività, il 12 aprile, l’Icelandic Civil Protection Department decide di abbassare il livello di allerta da “emergency” a “danger”.
Il 13 aprile dall’osservazione diretta di un pilota, non sono stati osservati flussi lavici attivi, ma solamente pennacchi di vapore. Alle ore 23:00 GMT, della stessa giornata, uno sciame sismico è stato localizzato al di sotto dell’area craterica centrale, più a ovest rispetto alle precedenti fessure eruttive. Circa un’ora dopo, l’aumento del tremore sismico ha preannunciato un eruzione da una nuova bocca sull’orlo meridionale della caldera, coperta dal ghiacciaio Eyjafjallajökull.
9-11 aprile 2010
Le deformazioni registratesi durante l’evento eruttivo sono tornate ai livelli precedenti l’eruzione.
7 aprile 2010
L’eruzione cessata dai crateri sommitali, è rimasta confinata alle fratture apertesi il 31 marzo 2010. Le colate di lava hanno coperto un’area di ca. 1.3 km2 con uno spessore medio di ca.10-20 m, mentre il cono di scorie più grande formatosi ha un’altezza di 82 m.
23 marzo-6 aprile 2010
L’attività eruttiva ai crateri è rimasta stazionaria, con colate laviche che si sono riversate all’interno di due canyon, Hrunagil e Hvannárgil, e hanno generato diversi pennacchi di vapore una volta a contatto con la neve. Nella serata del 31 marzo, si è aperta una nuova frattura immediatamente a nord della precedente. L’ampiezza del tremore vulcanico si è mantenuta stazionaria per tutto il periodo.
21 marzo 2010
L’eruzione, osservata dall’alto fra le 4.00 e le 7.00 GMT del mattino, è stata caratterizzata da fontane di lava lungo una frattura di circa 500 m orientata NE-SW, sul fianco NE del vulcano ad una quota di circa 1000m. I flussi di lava si sono allontanati di poco dal punto di emissione e un pennacchio di dimensioni ridotte (altezza minore di 1 km) è stato trasportato dai venti verso ovest. L’eruzione si è verificata appena al di fuori della copertura glaciale del Eyjafjallajökull, quindi in quell’occasione non si è avuta fusione del ghiaccio e conseguente alluvione.
20 marzo 2010
Nella tarda serata ha avuto inizio una nuova fase eruttiva localizzata in una zona libera dal ghiaccio, con una larghezza di circa 2 km, che si trova fra il vulcano Eyjafjallajökull e il vicino vulcano Katla, ricoperto dal ghiacciaio Myrdalsjökull. Le prime osservazioni, delle 23.52 GMT, indicavano la presenza di una nube rossa che rischiarava il cielo notturno al di sopra del vulcano. L’eruzione è stata preceduta da intensa attività sismica e alti tassi di deformazione nelle settimane precedenti l’inizio dell’evento, evidenze della fase di ricarica magmatica del sistema.