sardinian aviator ha scritto:Ragazzi miei, ma qui sta venendo fuori un'immagine della sicurezza volo, delle compagnie e dei piloti assai poco lusinghiera e rassicurante. Voi mi state dicendo che:
a) in passato (?) si sono barattate politiche ed investimenti sulla sicurezza in cambio di (meno costosi?) aumenti di retribuzione, immagino dei piloti.
b) oggi non c'è più tripe for cats e le compagnie tagliano su tutto, quindi limano all'osso anche safety issues;
c) nello specifico i piloti stanno diventando fedeli ed ossequienti esecutori, attenti a far fare profitti a datori di lavoro, che non diventa un obbiettivo consequenziale della sicurezza del trasporto, ma quello primario.
d) è bravo il pilota che riesce in tutte e due le imprese ma al secondo atterraggio/riattaccata/dirottamento diciamo precauzionale, in zona grigia per intenderci, deve aspettarsi reazioni non proprio positive.
Spero di non scoprire l'acqua calda.
BTW quindi questo manual citato (che non è neanche tanto male) sarebbe del costruttore e non dell'operatore?
Alla a) non ti so rispondere.
b) non limano all'osso...ma per contenere le spese , e non per guadagnare necessariamente di più, hanno avvicinato qualsiasi zona grigia. Andare in giro con 3 tonnellate in più di carburante, in genere, mi permetterebbe più tempo per qualsiasi cosa...ma oggi non si può più. Quando è necessario lo si porta...quando non lo è non si fa. Qualsiasi avaria, perché potenzialmente può capitarti di tutto, richiede tempi di risoluzioni più rapidi e con meno alternative. E ci sono altri esempi dove i margini di sicurezza restringono. Per la fatica e i riposi vengono calcolati i tempi massimi e minimi come standard e non come eccezioni. E così ci sono altri elementi che possono restringere i margini di sicurezza. Io sono conscio di ciò che significa ed opero e scelgo di conseguenza. Per quello che concerne il bird strike, fenomeno sicuramente da non trascurare e capisco che sia il tuo punto centrale, non lo vedo come "una bomba inesplosa nel settore aereo", tale da richiedere una mobilitazione di lavoratori e passeggeri come auspicavi tu. Ogni tanto ho l'impressione che tu voglia togliere discrezionalità alle scelte dell'equipaggio e non capisco perché. Informare, generare cultura e poter così influenzare le scelte dell'equipaggio e delle compagnie la trovo una scelta giustamente da perseguire. Imporre , solo su quell'aspetto, una direttiva di rientro immediato forse eccessiva seppur prudente.
C) ti sbagli. Per me è prioritario fare il volo da A a B in sicurezza. Poiché lavoro in una compagnia seguo le direttive della compagnia sull'utilizzo delle loro macchine e sul modo in cui loro vogliono che sia svolto o lavoro. Ove possibile è evidente che io abbia tutti gli interessi che la compagnia abbia profitto in modo da poter continuare a volare, cosa che piace a me. La sicurezza totale , come ti ho detto, sarebbero tutti gli aerei a terra. Ma ciò non è auspicabile per me e per altri. Ci deve essere quindi un equilibrio tra le scelte...questo richiede maggiori responsabilità da parte di chi opera in prima persona...e a me va bene che sia così proprio perché non mi sento un esecutore di ordini ma una persona pensante e capace di gestire una scelta. Non ho paura di ritorsioni, e non ho paura di scegliere diversamente qualora lo ritenessi giusto o più "safe"....e questo è un atteggiamento "generale". Certo...come ti ho detto al punto B)...potessi allargare dei margini per avere più spazio ne sarei ben contento...ma non posso non comprendere le difficoltà delle compagnie...se non lo capissi semplicemente non avrei capito il contesto in cui opero.
D) come al solito il bravo pilota è quello che non deve mai dimostrare di esserlo. Io, e vedo la maggior parte dei colleghi così, scelgono in base a ciò che c'è e non a ciò che l'azienda direbbe...quindi su quello sono abbastanza tranquillo.
In conclusione non devi dimenticare che ciò che conta sono i numeri e non le impressioni. Una volta erano tutti mega manici...potevano fare un ILS in volo rovescio, anni e anni di esperienza ma...i morti erano maggiori senza neanche dover riferirlo in base al numero di voli. Ciò significa che la sicurezza del trasporto aereo è migliorata nonostante tutto. Si evidenziano in certi incidenti delle componenti comuni che indicano che forse su certi aspetti ci si è spinti troppo in là...o che ciò che mediamente ti aiuta , nella m***a, può spingerti ancora di più a fondo. La strada quindi è ancora lunga e l'attenzione massima ma...non è cercando di "bloccare" i voli che si realizza una vera svolta nella sicurezza...sicuramente si è evidenziato che nella prevenzione si può lavorare bene...quindi sulle strutture aeroportuali, sulle informazioni etc etc...ma in caso di impatto...continuerei a far scegliere ai piloti quello che devono fare...così come lo fanno in tutti gli altri aspetti riguardanti il volo. Ad esempio il lavoro svolto da Tartan salva la vita...è puramente preventivo...ma io so quanto portare in volo...dove andare se mi si sfonda un motore...so che mi separo da tutti e che posso occuparmi del motore esploso e del rientro in sicurezza. L'addestramento è ovviamente ciò che permette che ciò accada in sicurezza. Auspico che anche per i bird strike si avrà il massimo supporto da terra ma trovo per lo meno anacronistico e troppo semplice per una compagnia dire "se senti tok rientra". Non lo si fa per nessuna altra cosa....e non trovo che questo renda la compagnia o il mondo dell'aviazione "unsafe" o poco "safe".
Ciao!