GiorgioS ha scritto: Ma di cosa parli? Se dopo migliaia di ore di volo non è mai successo non credi che questo possa essere considerato un elemento statistico probante?
Poiché incidentalmente io statistica l'avrei anche studiata a livello universitario con Marcello Fulchignoni (il planetologo già ordinario di Statistica Stellare nella cattedra che fu del grande Paolo Maffei),
migliaia di ore come campione statistico non lo credo no, anzi, mi rotolo fra i singulti, se avessi detto una cosa simile all'esame avrei assistito alla planata del libretto dalla finestra di quell'aula de La Sapienza.
Si inizia a parlare per i
liner di un rate di sicurezza numericamente significativo non prima che un certo modello di aereo civile abbia accumulato
un milione di decolli (e
sarvognuno, come direbbe Proietti altrettanti atterraggi); e tu mi parli di migliaia di ore di volo.
E' equivalente a che tu volessi giudicare come va la Fiat Tipo sulla base di quel che ti raccontava tuo zio che l'ha avuta BEN otto anni, uguale uguale. Non ha senso. Bada: né in un senso né nell'altro.
Un ULM, anche se non è un deltaplano, ha una massa inerziale ben minore rispetto ad un velivolo di AG, da ciò ne consegue una ben minore quantità di moto da dissipare in caso di impatto con qualcosa a terra rispetto ad un velivolo di AG; figuriamoci di un liner o anche solo di un
executive. Anche come quantità di carburante a bordo in grado di generare esplosioni e incendi. Questi lo ha fatto notare bulldog89 con altre parole, ma in modo efficace. Non è questo il punto.
Ma ciò non toglie che quando una cosa cade cade, ed è meglio che non cada. E quando cade, il più delle volte cade in un punto in cui il conduttore (preferisco questo termine se uno che ha molte migliaia ore di volo da professionista non è un pilota ma una cariatide con tante immeritate stellette manco fosse uno di quei vecchi generali delle repubbliche delle banane che se le son messe da soli) non desiderava certo cadere. E' più facile che si un campo sul quale magari sperava di riuscire a posarsi in modo non catastrofico vista la mala parata che i tendoni della sagra della porchetta di Montecompatri, non c'è dubbio... ma sempre non decide dove cadere.
Quindi la possibilità di coinvolgere terzi incolpevoli esiste, anche se non elevatissima.
Ho fatto l'esempio opposto di un cluster statistico equipollente che avrebbe fatto molto rumore e prodotto probabilmente una reazione dell'opinione pubblica ingiusta e immeritata; dalla tua risposta, come in altre occasioni sottilmente furente, irrazionale ed "ormonale" debbo dedurre che non hai compreso nemmeno l'esempio, forse non sai che cos'è un cluster - il che non è una colpa - ma l'esempio era chiaro.
Io non ti capisco. In firma sfoggi un
"pilotastro della domenica" che mi suscita subito istintiva simpatia, perché sa di ambizione senza presunzione, sa di consapevolezza e passione; unito ad una (essenziale) dose di autoironia che a quelli come me può predisporre la mente solo alla stima.
Poi reagisci come se ancora dovessi simbolicamente uccidere la figura del padre (rito di passaggio di fine adolescenza assolutamente ineludibile per affermarsi come individuo) per affrancarti psicologicamente dalle tue radici e iniziare ad autodeterminarti. (Prendi naturalmente solo come scherzo simpatico la finta psicanalisi da rubrica di Annabella, ti prego).
Qui non c'è nessuna "autorità" che deve cercare di conculcare la tua libertà personale e le tue possibilità creative. Il thread è partito con una riflessione che in gran parte condividevo, in qualche aspetto mi stimolava dei dubbi (e comunque nel confronto successivo era gestibilissima, non è mai andato sopra le righe, è stato onesto con se stesso e con noi, ho potuto avere uno scambio sereno e pacato, se lo incontrassi domani sarebbe piacevolissimo - almeno per me - prendere una pizza insieme).
poi arrivi tu, e la prima cosa che si percepisce è che
1) devi per prima cosa marcare il territorio (se ci pensi il fatto che fosse formalmente non ULM ma aereo certificato quindi da considerare di AG
non rileva, le differenze tecniche son modeste, se la dinamica dell'incidente fa sospettare dei criteri di condotta inadeguati
TUTTI i discorsi sugli aspetti di HF, sul rapporto più o meno pienamente consapevole fra il conduttore e il velivolo, sulla percezione del limite di inviluppo etc etc etc sono
UGUALI)
2) per difendere - LEGITTIMAMENTE - la relativa libertà da cavilli, marche da bollo, formalità, grane burocratiche inutili di cui
sinora per fortuna gode il VDS l'unica cosa che ti viene (a differenza di altri) è
fare a chi ce l'ha più lungo, negare il valore dell'esperienza, misconoscere un'autorità "morale" di chi ne ha viste troppe più di te senza che lui in effetti quell'autorità non ha cercato di affermare in modo apodittico, ma ti ha solo lanciato dei segnali che derivavano solo dal grande numero di volte che aveva visto come andava a finire.
3) il risultato è che sembra che tu debba
difendere il VDS da qualcosa, come se fosse poi tanto diverso dall'AG; cosa che più passa il tempo, più al di là dei limiti "formali" non vedo. Come se ci fosse il Grande Complotto che vuole imbrigliare di lacci e lacciuoli con ogni scusa un modo di volare che può essere molto sereno e gratificante.
Basta che passi il gatto a dire "stiamo attenti a non farci male" che tu contieni a stento la tua indignazione, vedi subito l'usciere del Catasto che ti dice che devi rifare la fila e poi riprendere il numeretto e andare alla stanza 23.
Ma può essere questo forum un pericolo per il VDS? Ma che, scherziamo? Al massimo se uno arriva qui e si comporta da testa calda, FORSE qualche ragazzo/ragazza che vorrebbe avvicinarsi al mondo dell'aviazione proprio dalle sue reazioni alterate, irose e scomposte se ne allontanerà, ossia PROPRIO IL CONTRARIO DI QUEL CHE CONSIDERI DESIDERABILE.
Il dubbio che il metamessaggio NON sia questo: "è ora di regolamentare in modo più restrittivo il VDS", mai?
A meno che uno attraverso il volo non debba... dimostrarsi qualcosa. E quella, secondo me, è una condizione di partenza (con la moto, coll'ultraleggero, con la moto d'acqua, in palestra, in pista con l'auto, in parete, sott'acqua, in grotta... in tre di queste situazioni mi son fatto MOLTA esperienza, a suon di brevetti di livello anche non poco crescente) poco rassicurante per chiunque. Sai quanti
fighetti tecnicamente gasati ho visto nella mia vita?
Non ti sto ascrivendo a quella categoria, bada. Ma è una categoria diffusissima, e i suoi membri sembrano - come schemi mentali - fatti con lo stampino. Ed influenzano l'approccio di tanti su tante discipline.
Noti che non ho scritto sport? Ho scritto
discipline.
Metti la cera, togli la cera. L'immagine disneyana del ragazzotto che impara arti marziali dal vecchio guru è semplificata, parodistica, grossolana quanto vuoi ma ha un suo perché.
Infatti il VERO maestro di arti marziali, sogna che ogni suo allievo NON si trovi MAI coinvolto in una rissa nella quale le superiori capacità tecniche da lui acquisite possano cavarlo d'impaccio rompendo le ossa a tutti. Perché lo scopo dell'arte marziale è l'opposto: produrre non un
attaccabrighe vincente, ma un individuo tanto
consapevole della sua capacità difensiva ed offensiva da risultare
olimpicamente equilibrato ed in grado di trasmettere una propria sicurezza interiore tale, che il potenziale avversario lo percepisce e si fa venire il dubbio se per caso sia meglio discuterne con calma, anche se apparentemente ha di fronte uno meno aitante.
Per me anche il volo dovrebbe essere una disciplina, non una ricerca di scariche di adrenalina da ricercare altrove, in contesti più...
fragranti, epidermicamente vellutati e morbidi.
E ai corsi di immersione rognano perché si rompono i cosiddetti ad imparare le tabelle
US Navy V per la decompressione, perché ormai i computer da immersione dall'Aladin in poi son talmente diffusi che non le usa più nessuno; e le
cariatidi che hanno nella tasca del jacket le tabelle plastificate e ogni tanto si ripassano il modo di usarle, se li molla l'Aladin o il Suunto finiscono l'immersione come nulla fosse in piena sicurezza dopo due conti, i fighetti no, basta una batteria Li-Ion che pianta (succede ogni tanto, succede... ma loro ti dicono
che le statistiche...) e finiscono,
se gli va bene, in camera iperbarica... dopo essere stati soccorsi e salvati
da una cariatide. Perché un altro fighetto quella situazione pericolosa NON sa gestirla.
Del mio amico del Soccorso A. e Speleo morto (
una vera cariatide, a 37 anni aveva un'esperienza mostruosa, quelli bravi ed esperti lo portavano in palma di mano, i ragazzini
"ahò, alla fine chi si crederà di essere, io se salgo su una fune ci metto la metà di lui") per togliere dai guai dei testosteronici che non si facevano intimidire dalle forze della natura ho già parlato.
Secondo me il testosterone ha una sua sede naturale nella quale esprimersi al meglio delle sue potenzialità, e non sono i
tounneaux, né col Savannah né col 72 né col Cheyenne.