Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Moderatore: Staff md80.it
Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Interessante studio condotto dal Department of Dermatology, Mount Zion Cancer Research Center, University of California, San Francisco in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Mediche dell'Università di Torino, sul rischio di sviluppo di melanoma nei piloti di linea.
L'articolo originale è consultabile qui (a pagamento):
http://archderm.jamanetwork.com/article ... id=2019958#
Anche se molti di loro non pensano affatto ad abbronzarsi, i piloti di linea che volano per un'ora a novemila metri di quota sono esposti, loro malgrado, alle stesse quantità di radiazioni Uv-A emesse in 20 minuti da un lettino abbronzante. Con conseguente aumento del rischio di melanoma, secondo le conclusioni di una lettera di ricerca pubblicata su Jama dermatology. «Il parabrezza dei velivoli non è in grado di schermare in modo completo i raggi Uv-A, il cui ruolo nel melanoma è ben noto» esordisce Martina Sanlorenzo, della university of California a San Francisco, coautrice dell'articolo, ricordando che gli Uv-A causano danni al Dna sia in colture cellulari sia in modelli animali. I parabrezza degli aeroplani sono di policarbonato o di vetro composito multistrato, materiali che non bloccano del tutto le radiazioni Uv-A e non sono sufficienti a proteggere i piloti. Secondo le valutazioni eseguite, il passaggio di Uv-B, con lunghezza d'onda tra 280 e 320 nanometri (nm), attraverso i parabrezza di plastica e vetro è inferiore all'uno per cento. Ma la penetrazione degli Uv-A, con frequenza tra 320 e 380 nm può superare il 50%, con un maggiore effetto schermante della plastica rispetto al vetro. Sanlorenzo e colleghi hanno misurato la quantità di radiazione Uv in cabine di pilotaggio di aerei turboelica attraverso i parabrezza di plastica acrilica a livello del suolo e a varie altitudini sul livello del mare, confrontando i dati con le misurazioni dei lettini abbronzanti. «Le rilevazioni sono state effettuate a San Jose, California, e a Las Vegas intorno a mezzogiorno nel mese di aprile» spiega Sanlorenzo. E i risultati mostrano che volare per 56,6 minuti a 30.000 piedi, circa novemila metri, equivale a stare per 20 minuti sotto un lettino abbronzante. «E il livello di radiazioni sale volando fra le nuvole o su terreni innevati, perché il bianco potenzia il riflesso dei raggi solari» aggiunge la ricercatrice. E conclude: «Questi risultati suggeriscono la necessità di filtri solari e controlli cutanei periodici su piloti e personale di volo».
Fonte: http://www.doctor33.it/nei-piloti-di-ae ... 26708.html
L'articolo originale è consultabile qui (a pagamento):
http://archderm.jamanetwork.com/article ... id=2019958#
Anche se molti di loro non pensano affatto ad abbronzarsi, i piloti di linea che volano per un'ora a novemila metri di quota sono esposti, loro malgrado, alle stesse quantità di radiazioni Uv-A emesse in 20 minuti da un lettino abbronzante. Con conseguente aumento del rischio di melanoma, secondo le conclusioni di una lettera di ricerca pubblicata su Jama dermatology. «Il parabrezza dei velivoli non è in grado di schermare in modo completo i raggi Uv-A, il cui ruolo nel melanoma è ben noto» esordisce Martina Sanlorenzo, della university of California a San Francisco, coautrice dell'articolo, ricordando che gli Uv-A causano danni al Dna sia in colture cellulari sia in modelli animali. I parabrezza degli aeroplani sono di policarbonato o di vetro composito multistrato, materiali che non bloccano del tutto le radiazioni Uv-A e non sono sufficienti a proteggere i piloti. Secondo le valutazioni eseguite, il passaggio di Uv-B, con lunghezza d'onda tra 280 e 320 nanometri (nm), attraverso i parabrezza di plastica e vetro è inferiore all'uno per cento. Ma la penetrazione degli Uv-A, con frequenza tra 320 e 380 nm può superare il 50%, con un maggiore effetto schermante della plastica rispetto al vetro. Sanlorenzo e colleghi hanno misurato la quantità di radiazione Uv in cabine di pilotaggio di aerei turboelica attraverso i parabrezza di plastica acrilica a livello del suolo e a varie altitudini sul livello del mare, confrontando i dati con le misurazioni dei lettini abbronzanti. «Le rilevazioni sono state effettuate a San Jose, California, e a Las Vegas intorno a mezzogiorno nel mese di aprile» spiega Sanlorenzo. E i risultati mostrano che volare per 56,6 minuti a 30.000 piedi, circa novemila metri, equivale a stare per 20 minuti sotto un lettino abbronzante. «E il livello di radiazioni sale volando fra le nuvole o su terreni innevati, perché il bianco potenzia il riflesso dei raggi solari» aggiunge la ricercatrice. E conclude: «Questi risultati suggeriscono la necessità di filtri solari e controlli cutanei periodici su piloti e personale di volo».
Fonte: http://www.doctor33.it/nei-piloti-di-ae ... 26708.html
Gio'
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Se è vero e se si sa, perché non ovviare?
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Mi sembra come quello studio che ha scoperto che se metti una mano nell'acqua che bolle probabilmente ti scotti... Si chiama "Scoperta dell'acqua calda."
Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
L'abstract dello studio recita "Recently, a meta-analysis reported an increased incidence of melanoma in pilots and cabin crew, which was possibly due to occupational exposures. Cabin crews’ exposure to cosmic radiation was assessed in different studies and always found below the allowed dose limit. However, the cumulative exposure of pilots and cabin crew to UV radiation, a known risk factor for melanoma, has not been assessed to our knowledge."tartan ha scritto:Se è vero e se si sa, perché non ovviare?
E' il primo lavoro che studia gli effetti di esposizioni cumulative. Non so se nelle varie visite/controlli effettuati sugli equipaggi venga prevista questa problematica, ma evidentememte il problema è stato fin ora sottostimato, e penso che comunque non sia così difficile prevederere una schermatura UV-A e UV-B per la finestratura dei cockpit.
In ambito scientifico e medico bisogna documentare scientificamente anche che l'acqua calda scotta!Lampo 13 ha scritto:Mi sembra come quello studio che ha scoperto che se metti una mano nell'acqua che bolle probabilmente ti scotti... Si chiama "Scoperta dell'acqua calda."
Gio'
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
E' quello che volevo dire io. Non credo che ci voglia molto a prevedere e a "pretendere" una schermatura adatta in sede di progettazione, però questo significa anche maggiori costi e finché qualcuno non si incazza opportunamente, i maggiori costi decidono. In fondo nel nostro e, soprattutto "vostro" mondo attuale comanda e decide il low cost. L'importante è poter telefonare ed avere il video davanti al muso.Beorn ha scritto:ma evidentememte il problema è stato fin ora sottostimato, e penso che comunque non sia così difficile prevederere una schermatura UV-A e UV-B per la finestratura dei cockpit.tartan ha scritto:Se è vero e se si sa, perché non ovviare?
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Se il problema sono i raggi cosmici, la schermatura la vedo improbabile...se sono gli UV, dovrebbero avere melanomi !i piloti , con incidenza significativamente maggiore rispetto agli assistenti di volo...ma così non sembra essere dall'abstract.Beorn ha scritto: L'abstract dello studio recita "Recently, a meta-analysis reported an increased incidence of melanoma in pilots and cabin crew, which was possibly due to occupational exposures. Cabin crews’ exposure to cosmic radiation was assessed in different studies and always found below the allowed dose limit. However, the cumulative exposure of pilots and cabin crew to UV radiation, a known risk factor for melanoma, has not been assessed to our knowledge."
E' il primo lavoro che studia gli effetti di esposizioni cumulative. Non so se nelle varie visite/controlli effettuati sugli equipaggi venga prevista questa problematica, ma evidentememte il problema è stato fin ora sottostimato, e penso che comunque non sia così difficile prevederere una schermatura UV-A e UV-B per la finestratura dei cockpit.
Comunque avevano postato qualcosa anche poco tempo fa.
[/quote]Beorn ha scritto: In ambito scientifico e medico bisogna documentare scientificamente anche che l'acqua calda scotta!
A livello scientifico sì...a livello medico non proprio....
Ciao!
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Giusto!
Così imparate a volare sul jet
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“No Ciube quando l'impero l'ha costruita non pensava ai Wookiee”.Ian Solo
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Evidence Based Medicine!flyingbrandon ha scritto:...a livello medico non proprio....
Ciao!
Gio'
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Mamma ha sempre detto : "vola piano e basso!"noone ha scritto:Giusto!
Così imparate a volare sul jet
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Una volta l'anno si viene controllati OVUNQUE da un dermatologo per cercare eventuali lesioni ed a volte viene richiesta l'effettuazione della analisi apposita, credo si chiami luminescenza, per lesioni "sospette".Beorn ha scritto:L'abstract dello studio recita "Recently, a meta-analysis reported an increased incidence of melanoma in pilots and cabin crew, which was possibly due to occupational exposures. Cabin crews’ exposure to cosmic radiation was assessed in different studies and always found below the allowed dose limit. However, the cumulative exposure of pilots and cabin crew to UV radiation, a known risk factor for melanoma, has not been assessed to our knowledge."tartan ha scritto:Se è vero e se si sa, perché non ovviare?
E' il primo lavoro che studia gli effetti di esposizioni cumulative. Non so se nelle varie visite/controlli effettuati sugli equipaggi venga prevista questa problematica, ma evidentememte il problema è stato fin ora sottostimato, e penso che comunque non sia così difficile prevederere una schermatura UV-A e UV-B per la finestratura dei cockpit.
In ambito scientifico e medico bisogna documentare scientificamente anche che l'acqua calda scotta!Lampo 13 ha scritto:Mi sembra come quello studio che ha scoperto che se metti una mano nell'acqua che bolle probabilmente ti scotti... Si chiama "Scoperta dell'acqua calda."
Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
sigmet ha scritto:Mamma ha sempre detto : "vola piano e basso!"noone ha scritto:Giusto!
Così imparate a volare sul jet
Lo diceva sempre anche mia nonna paterna
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- Valerio Ricciardi
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Se lo si vuole, filtrare gli UV-A è abbastanza banale.
Ma va fatto in modo positivo e pianificato, non deve essere un effetto secondario casuale e parzialmente inevitabile della presenza di più strati di materiali accoppiati - che all'origine hanno lo scopo solo di garantire trasparenza, assenza di distorsioni, resistenza alle variazioni di pressione e ad un gradiente di temperatura fra interno ed esterno che può raggiungere e superare i 70°C .
Si deve dire "non deve passare più dello 0, xx% delle radiazioni elettromagnetiche nella banda compresa fra XX ed YY Nm.
Ciò il più delle volte lo si fa per mezzo di sottilissimi strati di ossidi metallici disposti sotto alto vuoto sulla superficie prescelta del vetro (sarebbe penso l'ultima interna) e di spessore tale da generare fra loro interferenze distruttive nella banda di frequenza prescelta.
Le ditte che costruiscono filtri interferenziali per osservazioni e fotografia astronomica, come la ben nota tedesca Baader Planetarium, hanno tutta la tecnologia e le conoscenze che si possono desiderare sull'argomento.
Ma va fatto in modo positivo e pianificato, non deve essere un effetto secondario casuale e parzialmente inevitabile della presenza di più strati di materiali accoppiati - che all'origine hanno lo scopo solo di garantire trasparenza, assenza di distorsioni, resistenza alle variazioni di pressione e ad un gradiente di temperatura fra interno ed esterno che può raggiungere e superare i 70°C .
Si deve dire "non deve passare più dello 0, xx% delle radiazioni elettromagnetiche nella banda compresa fra XX ed YY Nm.
Ciò il più delle volte lo si fa per mezzo di sottilissimi strati di ossidi metallici disposti sotto alto vuoto sulla superficie prescelta del vetro (sarebbe penso l'ultima interna) e di spessore tale da generare fra loro interferenze distruttive nella banda di frequenza prescelta.
Le ditte che costruiscono filtri interferenziali per osservazioni e fotografia astronomica, come la ben nota tedesca Baader Planetarium, hanno tutta la tecnologia e le conoscenze che si possono desiderare sull'argomento.
"The curve is flattening: we can start lifting restrictions now" = "The parachute has slowed our rate of descent: we can take it off now!"
Chesley Burnett "Sully" Sullenberger
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
I vetri del cockpit sono a strati, di cui uno metallico, credo oro, ed è l'elemento riscaldante. Se si indossano le lenti polarizzanti perdono la trasparenza e sembra di guardare in una pozza d'acqua in cui è stata versata benzina.Valerio Ricciardi ha scritto:Se lo si vuole, filtrare gli UV-A è abbastanza banale.
Ma va fatto in modo positivo e pianificato, non deve essere un effetto secondario casuale e parzialmente inevitabile della presenza di più strati di materiali accoppiati - che all'origine hanno lo scopo solo di garantire trasparenza, assenza di distorsioni, resistenza alle variazioni di pressione e ad un gradiente di temperatura fra interno ed esterno che può raggiungere e superare i 70°C .
Si deve dire "non deve passare più dello 0, xx% delle radiazioni elettromagnetiche nella banda compresa fra XX ed YY Nm.
Ciò il più delle volte lo si fa per mezzo di sottilissimi strati di ossidi metallici disposti sotto alto vuoto sulla superficie prescelta del vetro (sarebbe penso l'ultima interna) e di spessore tale da generare fra loro interferenze distruttive nella banda di frequenza prescelta.
Le ditte che costruiscono filtri interferenziali per osservazioni e fotografia astronomica, come la ben nota tedesca Baader Planetarium, hanno tutta la tecnologia e le conoscenze che si possono desiderare sull'argomento.
Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Gli studi di sostenibilitá sono stati realizzati e per l'appunto non c'é giustificazione economica ed i relativi requisiti in tema "Safety & Health Hazard" sono pressoché inesistenti.tartan ha scritto:E' quello che volevo dire io. Non credo che ci voglia molto a prevedere e a "pretendere" una schermatura adatta in sede di progettazione, però questo significa anche maggiori costi e finché qualcuno non si incazza opportunamente, i maggiori costi decidono. In fondo nel nostro e, soprattutto "vostro" mondo attuale comanda e decide il low cost. L'importante è poter telefonare ed avere il video davanti al muso.Beorn ha scritto:ma evidentememte il problema è stato fin ora sottostimato, e penso che comunque non sia così difficile prevederere una schermatura UV-A e UV-B per la finestratura dei cockpit.tartan ha scritto:Se è vero e se si sa, perché non ovviare?
Comunque:domanda?
di che tipo di esposizione parliamo? pelle nuda esposta direttamente ai raggi solari?
"Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune" (Alessandro Manzoni)
Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Dovevo scaricarmi il paper oggi a lavoro ma non ho potuto. Sostanzialmente, hanno usato un misuratore di raggi UV (un Solartech UV Index Meter) posizionato sul sedile pilota, a varie quote e in due località (California e Nevada) e hanno confrontato l'indice con quello misurato su un lettino UV abbronzante campione. I valori sono stati comparati con un indice di cancerogenità.FAS ha scritto: Comunque:domanda?
di che tipo di esposizione parliamo? pelle nuda esposta direttamente ai raggi solari?
Una valutazione empirica è sicuramente la valutazione del colorito del Comandante!
Gio'
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Re: Nei piloti di aereo aumenta il rischio di melanoma
Si ok...di quelle ricerche proprio con i controcazzi insomma... torniamo a parlare di cose serie...Beorn ha scritto: Dovevo scaricarmi il paper oggi a lavoro ma non ho potuto. Sostanzialmente, hanno usato un misuratore di raggi UV (un Solartech UV Index Meter) posizionato sul sedile pilota, a varie quote e in due località (California e Nevada) e hanno confrontato l'indice con quello misurato su un lettino UV abbronzante campione. I valori sono stati comparati con un indice di cancerogenità.
Ciao!
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