Il problema, a mio avviso, non sta tanto nella raccolta dei dati e delle informazioni quanto nel loro utilizzo da parte della massa degli utenti (in questo caso le Dir. Op. Volo e i piloti). Ovvero nella circolazione delle informazioni, nell'analisi e nella discussione, al fine di ottenere quel bagaglio di lessons learned tale che ogni incidente non sarà stato inutile ma avrà insegnato qualcosa.
Avevo citato i casi di Eindhoven e di Ciampino come similari. In entrambi uno stormo di storni si è comportato presumibilmente allo stesso modo, alzandosi improvvisamente in volo da una testata e riposandosi al suolo qualche secondo dopo, per più volte consecutive, come è loro abitudine. In Olanda la TWR mandò una pattuglia ad allontanarli (a CIA neanche quello!) ma questi tornarono e restarono posati a terra, quindi invisibili, fino a che un C130 non arrivò in cortissimo finale. Allora si alzarono improvvisamente e l'aereo ci si trovò in mezzo. Riattaccò, ma dando potenza due motori non risposero e non riuscì a sollevarsi mentre sarebbe bastato continuare l'atterraggio per arrivare sani e salvi. Più o meno esattamente quanto accaduto a CIA, salvo fortunatamente il finale dove, bene o male, l'aereo è riuscito a posarsi a terra .
Se i piloti di RYR a CIA avessero conosciuto ed analizzato questo precedente, probabilmente non avrebbero tentato la riattaccata e tutto sarebbe finito meglio. C'è anche da dire che il luogo, la stagione e l'ora erano tipici per la presenza di questa specie, ma queste cose ai piloti non le dicono e nei manuali non c'è traccia. Queste cose doveva saperle ovviamente anche l'autorità aeroportuale.
Chiunque tramite internet può trovare le relazioni finali di quasi tutti gli incidenti avvenuti nel mondo, ma appunto questo compito non dovrebbe essere lasciato alla buona volontà del pilota coscienzioso.
Per quanto riguarda l'esportazione di alcuni concetti e procedure aeronautiche in altre attività ad alto rischio, come la medicina, è in atto (è appena iniziata) una campagna portata avanti da alcuni settori "illuminati" di quella disciplina che interagiscono con un'associazione che si chiama STASA (Centro studi sicurezza trasporti e sistemi avanzati,
http://www.stasa.it ) allo scopo proprio di recepire principi per noi consolidati, come il risk assessment e il CRM. La stessa associazione sta anche cercando di favorire la creazione di un'unica autorità di investigazione per tutti i settori del trasporto, un po' come la NTSB americana, viste le spaventose (credetemi) differenze fra le inchieste aeronautiche e quelle navali, ferroviarie o stradali.