Eccomi, cerco di sintetizzare ma "qualche riga" OT MD80 mi serve ...FAS ha scritto: ne approfitto!
in questo caso speciale mi sarei aspettato danno all’udito per via della decompressione…..visibile dal punto di vista medico?
Dal punto di vista strumentale qualunque danno all'udito è obiettivabile, potendo distinguere l'ipoacusia dovuta alla anomala trasmissione meccanica dell'onda acustica da quella dovuta alla sua trasformazione in impulso nervoso-elettrico.
Se per danno per decompressione ti riferisci alla patologia da decompressione che colpisce persone come i subacquei, allora è un caso differente.
La cosiddetta patologia da decompressione si instaura quando si soggiorna per lungo periodo a condizioni che necessitano di respirare aria ad alta pressione, tipicamente quindi in profondità sott'acqua.
Maggiore è il tempo in cui si resta in quelle condizioni, maggiore è la quantità di gas che si discioglie nei tessuti. I subacquei sono ben esperti nel seguire le tabelle di decompressione che permettono, sostando a quote intermedie, di far passare l'azoto in fase gassosa gradualmente ed eliminarlo con i polmoni.
Se la decompressione avviene troppo rapidamente, si formano microbolle nei tessuti e nel torrente circolatorio che comprimono quello che hanno intorno, o proprio occludono i vasi di piccolo calibro.
L'ischemia del territorio irrorato che ne deriva, soprattutto se delicato come il sistema nervoso centrale, può causare danni irreversibili.
Questo è uno dei motivi per cui bisogna astenersi da immersioni il giorno prima di un viaggio aereo. La pressurizzazione di crociera più bassa della pressione a livello del mare potrebbe, se c'è ancora del gas disciolto, causare le microbolle di cui sopra durante la rapida salita.
Per inciso, è anche il motivo per cui se uno fosse in volo con un forte raffreddore e catarro che chiude la tromba di Eustachio (collegamento tra orecchio medio e prime vie respiratorie), durante la discesa dovrebbe di tanto in tanto chiudere la bocca, tapparsi il naso e fare la manovra di Valsalva, cioè spingere per espirare.
Questo perchè durante il volo, soprattutto se lungo, la pressione dell'orecchio medio si pareggia a quella dell'abitacolo e, se la tromba è chiusa dalle secrezioni, durante la discesa non può aumentare automaticamente con la deglutizione, rimane in "depressione relativa" e richiama liquido all'interno, passando in otite catarrale e lasciandoci in ipoacusia per giorni.
Se si usa l'accortezza di forzare con delicatezza (mi raccomando...) l'aria nell'orecchio medio con la manovra di cui sopra, pareggiamo artificialmente le pressioni evitando l'essudato.
Da quanto scritto si evince che l'eventuale danno da decompressione esplosiva nell'aereo (si dice così?) , a parte la sfiga di un passeggero che sta tornando dalle Maldive dove ha fatto immersioni fino a poche ore prima , sarebbe solo un danno meccanico da rumore, ma non ho la minima idea di che botto si senta e spero di non sentirne mai!
Anche l'apertura degli airbags automobilistici può dare lesioni uditive.
Ti allego delle foto che chiariscono un po' la funzione uditiva, ma in soldoni la percezione uditiva è dovuta alla
- pressione acustica che mette in vibrazione la membrana timpanica,
- che fa vibrare la catena degli ossicini (martello, incudine e staffa),
- che fanno vibrare il liquido contenuto nella coclea (orecchio interno),
- che mette in vibrazione le protuberanze delle cellule ciliate cha altro non sono che micro trasduttori meccano-elettrici,
- che finalmente passano il segnale elettrico al nervo statoacustico che lo porta al cevello per la decodifica.
Come scrivevo all'inizio, l'ipoacusia può essere dovuta a
1. rottura della membrana timpanica o alterazione della catena degli ossicini
2. lesione delle cellule ciliate.
Mentre il primo danno può essere riparato chirurgicamente, il secondo è un danno critico e permanente di solito, come tutti i danni al sistema nervoso centrale (SNC), che può vicariare vie perse ma non rigenerarle (i nervi periferici si rigenerano lentamente perchè non fanno parte dello SNC).
Come puoi immaginare le microciglia dei trasduttori, le cellule ciliate, sono soggette ad usura fisiologica, soprattutto quelle che vibrano ovviamente a frequenze maggiori, intorno agli 8000hz, per l'esposizione cronica ad uno stesso rumore (tipici dei "buchi" di frequenza nell'ipoacusia).
Se invece ci si espone ad un rumore molto elevato (sparo a vicinanza per esempio), oltre ad un possibile danno meccanico per sforzo sulla membrana, ci può essere il danno sensoriale acuto con risultato paragonabile al cronico descritto prima.
La protezione dell'orecchio è fondamentale nella prevenzione delle ipoacusie senili, perchè il tipico risultato del danno è l'ipoacusia associata all'acufene, il fischio che rimane come ricordo del danno, quello non sparisce, ci si abitua bene però.
Io per esempio, da musicista dilettante che non si è protetto in sala prove prima di sapere le cose, ho un bell'acufene bilaterale con riduzione di 30db nella frequenza degli 8000hz.
IMPORTANTISSIMO E POCO CONOSCIUTO.... se vi capita di avere di colpo un'ipoacusia pressochè totale ad un orecchio che non passa in pochi secondi, correte al pronto soccorso!
Potrebbe essere un banale tappo di cerume che si è idratato dopo la doccia o una nuotata ed allora ve lo rimuovono e finisce lì il problema, ma se l'ipoacusia è dovuta ad un'alterazione della microvascolarizzazione dell'orecchio interno di qualunque origine, la finestra utile per una terapia medica che risolva il tutto è molto stretta.
Se aspettate il giorno dopo pensando "passerà", il danno sarà irreversibile e vi terrete il fischio.
Quindi, dopo questo "pistolotto" pur avendo cercato di non essere prolisso e tecnico, devo dire che non mi stupisce che il Comandante non abbia avuto sequele uditive che gli togliessero la I Classe.
Ciao!