Persino sul sito di Repubblica...
http://www.repubblica.it/economia/2016/ ... ref=HRLV-4
Martha fa tremare Leonardo:
l'ex pilota difende il "cinghiale" A-10 dall'attacco degli F-35
Una nuova tegola rischia di abbattersi negli Stati Uniti sul superjet da guerra che vede anche Finmeccanica-Leonardo in prima fila: il "warthog" nonostante gli anni, regge bene il confronto. E la deputata, eroina di Afghanistan e Iraq, punta a ritardarne il pensionamento
di LUCIO CILLIS
ROMA - Una storia d'altri tempi quella della donna che non vuole uccidere il cinghiale. Succede negli Usa che Martha McSally, 50 anni, pilota decorata, veterana in Afghanistan e Iraq, oggi deputata repubblicana di spicco, non abbia alcuna voglia di lasciare la pista al famigerato F-35 mandando in pensione il "suo" A-10 warthog, o "facocero" (un cinghiale africano). L'aereo sul quale ha trascorso molti anni della sua vita professionale. Negli Usa, e di riflesso anche in Italia se il dibattito prenderà quota, si è alzato un nuovo muro contro i super-aerei del futuro, quelli che dovranno fare i conti con il nemico a partire dal 2018. Un dibattito animato, che muove muscoli, cuore e che sta spostando anche le scelte della responsabile della Aviazione Militare Usa Deborah Lee James, pronta ad una retromarcia.
Si tratta di un duello politico (per adesso). Un dogfight fatto in casa, tra l'A-10 cinghiale e l'F-35, messo in piedi dall'ex colonnello Martha McSally, una donna pilota nata nel 1966, lo stesso anno del progetto A-X e - guarda caso - per anni eroica comandante di A-10 in Iraq e Afghanistan. La deputata si è messa in testa di combattere casa per casa la guerra per ritardare il progetto di dismissione del "suo" aereo. E oggi è possibile che l'intervento a favore degli A-10 possa deciderne o meno un pensionamento se nella legge sul budget fosse inserita una clausola di salvaguardia che garantisca un futuro a medio termine. Il nuovo campione dei cieli costa infatti un occhio: si stima circa 68mila dollari per ogni ora di volo, al netto del costo di acquisto di svariati milioni di dollari.
Già da solo, il passato di Martha incute timore ai lobbisti di casa a Washington. Lei è stata la prima donna pilota di guerra della storia e la prima a comandare uno stormo. Ma non basta: nel 2000 fu inviata in una base in Arabia Saudita. Ma poco tempo dopo portò in tribunale addirittura Donald Rumsfeld, il segretario alla Difesa Usa. Rumsfeld proprio mentre mandava soldati in Afghanistan per "esportare democrazia" e quindi il modello di libertà occidentale che si oppone anche al burka, obbligava le soldatesse come lei a indossare durante la libera uscita in Arabia Saudita l'abaja, una sorta di burka utilizzato nel Golfo Persico per non "urtare" la sensibilità degli sceicchi locali. Un affronto che per McSally andava lavato davanti ai giudici.
Il colonnello Martha, da ex militare, sta rendendo molto dura la vita di chi vuole ad ogni costo gli F-35: prima di far uscire gli A-10 dalla flotta e sguarnire le basi in Siria, Corea del Sud, Iraq, Est Europa e Filippine occorre "una comparazione in parallelo delle due performance operative". Insomma vinca il migliore tra i cieli. E chi è in effetti il migliore? Nella mischia che si è accesa da qualche settimana tra i sostenitori della "old school" che vede in prima linea questo protagonista dei campi di battaglia, schierato contro l'innovativo ma problematico F-35, l'indiscusso re dei cieli (fino ad oggi solo virtualmente) ed esempio di ritardo progettuale, sembra emergere il muso del suino alato. Il nostro Paese è parte integrante del progetto e sono diverse le aziende tricolori coinvolte nello sviluppo coordinato da Finmeccanica-Leonardo. Ma negli Usa i sostenitori del "vecchio è meglio" scaldano i motori e ribattono punto su punto i teorici benefici sui campi di battaglia offerti dal giovane concorrente che tarda a decollare.
L'A-10 nel disegno ricorderà pure un cinghiale, ma in Afghanistan e Iraq ha cambiato spesso in modo decisivo il corso delle battaglie, ed è nel cuore dei patrioti americani. Oltre che in quello di molti lettori e esperti che navigano nei siti e leggono le riviste specializzate, come Jane's o Defense News. Riscuote consensi anche negli stessi piloti che hanno avuto la possibilità di mettere le mani sulla cloche di un F-35. Descritto come un "bel giocattolo, ma non invincibile e inferiore al concorrente quando si tratta di close air support". "L'A10 non ha ancora un successore - spiegano - perché sul sostegno alle truppe e nel caso di attacchi su determinati obiettivi ravvicinati non ha concorrenti. Infatti può restare nell'area anche per 90 minuti, contro i 20 o al massimo 30 minuti del F-35", che in ogni caso ha bisogno di rifornimenti continui dai tanker, anche questi ormai anziani e pronti al pensionamento.
Poi, se si vuol essere pragmatici, occorre guardare alle caratteristiche strettamente militari: un "cinghiale" spara fino a 1.170 colpi prima di restare indifeso. Un F-35 è quasi invisibile ai radar ma ha le pallottole contate: solo 180. E poi la resistenza ai colpi del nemico: il primo sopravvive anche a sonore legnate, mentre il concorrente invisibile [EUFMEMISTIC STYLE =ON/]
non ha la pelle così dura {EUFEMISTIC STYLE=OFF/] . La battaglia si intensifica ulteriormente quando si parla dell'età avanzata del "facocero" e dei suoi punti deboli. Primo: non potrà dialogare con la quinta generazione di jet da guerra se non a costi elevati dovuti agli aggiornamenti dei sistemi a bordo. Seconda questione: l'A-10 sarebbe un mezzo "vecchio e rischioso per i piloti", con le ali sempre meno sicure visto l'utilizzo intensivo che ne è stato fatto per oltre un quarantennio. E subito si rialzano le barricate a difesa del vecchio uccello d'acciaio: le parti a rischio come le ali sono state tutte sostituite, spiegano alcuni tecnici e nuovi modelli super accessoriati sono stati acquistati di recente per oltre un miliardo di dollari. Perché dunque chiudere questo capitolo glorioso per l'industria aeronautica americana?
La risposta dei puristi dell'A-10 porta altri argomenti sul tavolo: alcuni aerei da combattimento di nuova generazione sarebbero in ritardo di almeno 10 anni rispetto ai concorrenti che si affacciano sui campi di battaglia del futuro. I software che guidano il puntamento degli obiettivi, ad esempio, sarebbero stati progettati intorno al 2005 e anche un anziano F-16, una volta aggiornato, potrebbe far meglio. Ed ecco che in una comparazione in parallelo che doveva restare top secret, ma della quale sono stati svelati alcuni retroscena, l'F-35 avrebbe battuto il vecchio campione F-16 solo in alcune particolari manovre. Ma non nei fondamentali del "dogfight" (il combattimento uno contro uno che ha segnato per un centinaio di anni gli scontri aerei nei cieli) nei quali l'F-35 è risultato inferiore alle attese.
Ma la guerra del futuro, spiegano i sostenitori del F-35, sarà ben altra cosa. Serviranno aerei stealth, invisibili e capaci di portare a termine bombardamenti e attacchi "Beyond Visual Range", o fuori dal raggio visivo. Non è roba da cinghiali.