Wild Weasel

Area dedicata alla discussione sull’Aviazione Militare, gli Aerei, i Reparti e le Basi, le Pattuglie acrobatiche

Moderatore: Staff md80.it

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 25 febbraio 2010, 13:42

" ... 105 degrees and rising ...". Avevo pure ricordato e scritto giusto, poi mi sono fidato di Wikipedia quando sono andato a verificare!
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 25 febbraio 2010, 18:00

Qualche dettaglio relativo all'installazione del radar e del "Vulcan" (su un modellino di F-4E israeliano) .....

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

L'USAF fu costretta ad adottare tale soluzione in quanto, dopo che gli F-4C e D si scontrarorono in combattimento con gli agili MiG-17 e 19 (e, successivamente, con i 21), si rese conto che il solo armamento missilistico non era adeguato alla bisogna e la provvisoria dotazione di "pod" subalari contenenti il "Vulcan" non risolse la situazione a causa del notevole ingombro aerodinamico.

http://sobchak.wordpress.com/2009/08/24 ... 3a-gunpod/

Immagine

:wink:

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 25 febbraio 2010, 18:33

Bellissimo modello e bellissimo aereo. La mimetica israeliana è eccezionale.
Dovrebbe trattarsi di un F-4E entrato in guerra prima di ricevere anche la sonda di rifornimento in volo fissa sul fianco destro, che gli israeliani usavano per poter avere la possibilità di rifornirsi anche da aerei che usano il cestello, come il KC-130 per esempio. Israele soprannominò i suoi Phantom "Kurnas", "mazza".
Notare il pod ECM AN/ALQ-131 sotto la presa d'aria sinistra per la difesa dai SAM e soprattutto le sette, dico sette, coccarde siriane (ma non vedo le due stelline verdi, quindi potrebbero essere anche egiziane, non fa differenza) sul lato sinistro del muso che indicano altrettante vittorie in battaglia. Questo aereo ha quasi sicuramente combattuto nella guerra del Yom Kippur, 109° squadrone da combattimento, oggi basato a Ramat David, vicino Hàifa e vicino al Lago di Tiberiade, al confine con Siria e Libano e vicino al Golan e alla Valle della Bekaa, uno dei territori tuttora più caldi del mondo. Lo stemma dello squadron è sulla coda: un feroce rapace in campo rosso sangue che fa a pezzi una mezzaluna ... .
Richelieu ti mi stuzzichi e io ...

Alle due di mattina del 6 ottobre 1973 Egitto e Siria, approfittando del giorno sacro ebraico di Yom Kippur, lanciarono un attacco combinato contro Israele.
Con il favore delle tenebre, genieri egiziani protetti da forze speciali avevano gettato, non visti, almeno dieci ponti volanti sul Canale di Suez, mentre incursori egiziani avevano provveduto a rendere percorribili diversi sentieri attraverso i campi minati israeliani sulla riva est, non prima di aver gettato cemento a presa rapida nelle bocche delle condutture dalle quali gli israeliani avrebbero riversato nel canale petrolio e benzina in fiamme in caso di attacco.
Due armate egiziane forti di 70.000 uomini, protette dall’aviazione e precedute da almeno quattrocento carri T-55 e T-62 di fabbricazione sovietica, sotto uno schermo di artiglieria pesante e dietro un nugolo di missili AT-2 Swatter e AT-3 Sagger, superarono di slancio il Canale di Suez, travolsero i posti di frontiera israeliani e dilagarono nella penisola del Sinai, decise a vendicare l’umiliante sconfitta del ’67.
Contemporaneamente a nord un intero squadrone aviotrasportato di forze scelte siriane era riuscito ad atterrare, o è meglio dire a schiantarsi, con i suoi Mi-8 sul Monte Hermon, prendendo alle spalle e liquidando gli uomini del forte israeliano di Jabal Hal Sheikh, mentre sotto un possente schermo di artiglieria, al modo russo, le forze corazzate siriane attaccavano e sgominavano le forze ebraiche sulle alture innevate del Golan, costringendo Israele in una situazione che rappresenta l’incubo di ogni stratega: la guerra su due fronti.
Il mondo intero venne colto di sorpresa. Due paesi arabi, appoggiati politicamente ed anche materialmente da tutto il mondo islamico e dall’URSS, erano incredibilmente riusciti a prendere del tutto alla sprovvista, forse per la prima e ultima volta, Israele.
Non ci voleva un genio per capire, osservando le forze in campo e le direttrici principali d’attacco, che siriani ed egiziani non venivano semplicemente a riprendersi ciò che avevano perso nel ’67, ma venivano per uccidere.
L’entità e la direzione degli attacchi mostravano infatti inequivocabilmente la volontà di cancellare per sempre Israele dalle carte geografiche e di estirpare alla radice la presenza ebraica in Medio Oriente. Di conseguenza, gli Israeliani compresero fin dall’inizio che quella era una guerra per la loro stessa sopravvivenza e che quindi, ancora una volta, combattevano per la salvezza delle loro stesse famiglie.
La reazione israeliana non si fece certo attendere. In ogni città, in ogni villaggio di Israele risuonò la famosa sirena. In meno di quarantottore, 400.000 uomini e donne israeliani di età compresa tra i 17 e i 70 anni risposero alla chiamata.
Le forze armate dello stato ebraico non persero tempo a dissanguarsi in insignificanti attacchi contro i fianchi del cuneo corazzato nemico, ma, barattando spazio in cambio di tempo, si ritirarono combattendo verso oriente per riorganizzarsi, scagliando contro i nemici la loro Heyl Ha’Avir, la quale però ebbe subito la peggiore sorpresa e più importante informazione della guerra.
Era infatti successo che, forti dell’esperienza che derivava loro dagli scontri precedenti e fatta la conoscenza di quello di cui era capace la forza aerea israeliana, Egitto e Siria stavolta avevano deciso di cambiare registro: uomini e carri ora avanzavano protetti da un impenetrabile ombrello di missili terra-aria russi, alcuni dei quali erano tra i più avanzati del mondo.
Nutrite postazioni di SA-2 e SA-3 erano dislocate in territorio egiziano attorno a Porto Said, Ismailia e Suez, stendendo la loro copertura protettiva sopra il Canale e le truppe che lo attraversavano in direzione est, mentre sui ponti ufficiali egiziani con la pistola in mano si sbracciavano, incitando incessantemente gli uomini ad avanzare per far posto ad altri che seguivano.
Se l’assalto delle forze corazzate egiziane attraverso il canale fu giudicato (giustamente) incontenibile, al contrario gli Israeliani si accorsero che, sebbene a prezzo di pesanti perdite, riuscivano a rallentare e a contenere la penetrazione siriana nel Golan, dove in sole 24 ore le forze ebraiche persero non meno di 150 carri e 30 aerei.
Gli aerei e gli elicotteri con la stella di re Davide scoprirono che le truppe arabe a terra erano abbondantemente dotate del missile terra-aria spalleggiabile SA-7 Strela, che gli americani avevano imparato a conoscere durante gli ultimi anni del loro soggiorno in Vietnam.
Come se non bastasse poi, le divisioni corazzate nemiche erano dotate dei veloci semoventi cingolati che trasportavano l’eccellente sistema terra-aria russo 2K-12 Kub, conosciuto come “SA-6 Gainful”, il quale rappresentò di gran lunga la peggiore notizia per i piloti israeliani.
Il SA-6 è un grosso missile terra aria a guida radar per la difesa di teatro con gittata fino a 25 chilometri che ha il preciso scopo di coprire le truppe corazzate all’attacco, proteggendole dagli aerei nemici. La sua più evidente particolarità è che tutto il sistema del SA-6, compresi i radar di scoperta e guidamissili, è posizionato su agili mezzi cingolati, cosa che gli permette un’elevatissima mobilità e gli consente di seguire lo stesso ritmo dell’avanzata delle truppe a terra. Il SA-6 è tipicamente rappresentato da un cingolato con i due radar (scoperta e direzione del fuoco), più quattro o sei altri mezzi cingolati che portano i missili, tre su ogni veicolo. A seguire ci sono altri cingolati o camion 6 x 6 che trasportano i missili di scorta e l’attrezzatura di supporto. Inoltre, tutto il convoglio è fittamente difeso da un massiccio schieramento contraereo convenzionale, dotato in genere di veloci e micidiali cingolati ZSU-23, dotati essi stessi di controllo radar autonomo del tiro. Raggruppate in assembramenti che potevano arrivare fino alla forza di reggimento, le unità contraeree dotate di SA-6 iniziarono ad abbattere aerei israeliani a ritmi impressionanti.
I piloti israeliani infatti scoprirono con sgomento che il SA-6 è potenzialmente letale ad altitudini che vanno dai 50 ai 13.000 metri, che ha un’eccellente manovrabilità, un’alta velocità e soprattutto che i sistemi ECM americani allora in uso in Israele erano del tutto inutili contro i radar guidamissili del Gainful!
A ventiquattrore dall’inizio dell’attacco, le forze armate israeliane erano sull’orlo del collasso. Le perdite sulle alture del Golan salivano in modo esponenziale, mentre le divisioni corazzate egiziane convergevano inarrestabili verso il territorio metropolitano di Israele e verso Tel Aviv e presto sarebbero arrivate a portata di missili terra-terra “Luna” Frog-7, armati con i gas.
I satelliti americani mostravano che l’Unione Sovietica aveva approntato sette divisioni scelte aviotrasportate che stavano facendo le ultime verifiche all’equipaggiamento sulle piste in Ucraina e nel Caucaso, con tutti i loro aerei che scaldavano i motori e con le rampe posteriori abbassate, in attesa solo dell’ordine di via; di queste divisioni, una era appena sbucata fuori a effettivi completi in Jugoslavia e anche lì gli aerei erano pronti.
In aggiunta, c’erano l’equivalente di 40.000 fanti di marina sovietici pronti sulle loro navi da sbarco nel Mar Nero.
Su tutto il Mediterraneo gli aerei americani seguivano i posti di comando volanti e i ricognitori russi, scortati dai loro caccia.
Valutata la situazione, gli americani decisero di passare a DEFCON-3 ed insieme con un messaggio a Sadat, fecero intendere chiaramente a Breznev che se i russi fossero scesi in campo a fianco del mondo arabo, anche gli americani lo avrebbero fatto, a fianco di Israele.
La sera del 7 ottobre, il generale israeliano Moshe Dayan pronunciò davanti ai capi di governo riuniti la frase:
“…E’ la fine del terzo tempio…”; alle basi di Tel Nof e di Sdot Michà gli avieri israeliani ruppero i sigilli dei codici e aprirono i depositi corazzati delle loro testate nucleari.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
sochmer
FL 500
FL 500
Messaggi: 5435
Iscritto il: 27 gennaio 2009, 17:31

Re: Wild Weasel

Messaggio da sochmer » 25 febbraio 2010, 20:09

questa costa mi sta appassionando sempre di più!!!!! :shock:


Sa-6 Gainful
Immagine
L'ultimo successo di questo missile fu l'abbattimento di un caccia F-16 di 'O Grady sulla ex-Jugoslavia nel 1995.
strela
Immagine

Sa-2 Guideline
Immagine

Sa-3
Immagine

ZSU-23 Shrika
Immagine

ed infine
DefCon 3 durante la Guerra del Kippur
Il 6 ottobre 1973 le forze egiziane e siriane attaccarono a sorpresa Israele. Il 25 ottobre le forze armate americane passarono a DEFCON 3, perché venne considerato imminente l'ingresso dell'Unione Sovietica nel conflitto. Il 26 ottobre, il giorno dopo, le forze strategiche (CINCSAC e CINCONAD) tornarono allo stato DEFCON normale. Il 31 ottobre le forze americane stanziate in Europa (con l'eccezione della 6a flotta) cessarono lo stato DEFCON 3 e il 17 novembre anche la 6a flotta tornò allo stato normale.

;) http://it.wikipedia.org/wiki/Defcon
AW169 Final Asssembly Line Electrician

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 25 febbraio 2010, 21:42

Almost Blue ha scritto:
..... Richelieu ti mi stuzzichi e io .....
Una precisazione .....

Immagine

..... il badge che appare sulla coda del Phantom non è quello dello "Squadron 109" ("The Valley" Squadron) che tu hai descritto (..... un feroce rapace in campo rosso sangue che fa a pezzi una mezzaluna .....

Immagine

..... bensì quello dello "Squadron 201" ("The One" Squadron) .....

Immagine

..... evidentemente il numero 109 è quello individuale dell'aereo .....

http://www.airsqnpatches.com/ISRAEL.htm

:wink:

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 25 febbraio 2010, 22:02

..... “…E’ la fine del terzo tempio…”; alle basi di Tel Nof e di Sdot Michà gli avieri israeliani ruppero i sigilli dei codici e aprirono i depositi corazzati delle loro testate nucleari .....
Immagine

Ricordo che a quel tempo se ne parlò ..... anche se in forma dubitativa .....
..... l'ordine sarebbe stato direttamente impartito dalla Signora Golda Meir, capo del governo d'Israele .....

Da questo episodio trasse ispirazione Tom Clancy per il suo romanzo "The Sum of All Fears" (in Italia "Paura senza limite" - Rizzoli - 1991) .....

Immagine

:wink:

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 26 febbraio 2010, 8:03

Ricordo di aver letto, parecchio tempo fa, che gli F-4E forniti ad Israele erano sprovvisti del sistema computerizzato per lo sgancio a bassa quota di armamento di caduta (LABS) "AN/AJB-7" prodotto dalla Lear Siegler, che consentiva appunto anche il lancio di ordigni nucleari .....

Immagine
Lear Siegler CP-735A AN/AJB-7 Low Altitude Bombing System (LABS) control panel. LABS provides the ground-attack capability for all-altitude release of nuclear weapons at different angles and timings from the target. Also worked with Bullpup air-to-surface missile.
..... ma non credo che questo abbia comportato un grosso problema per l'industria militare israeliana .....

:wink:

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 26 febbraio 2010, 9:46

richelieu ha scritto:
..... il badge che appare sulla coda del Phantom non è quello dello "Squadron 109" ("The Valley" Squadron) che tu hai descritto (..... un feroce rapace in campo rosso sangue che fa a pezzi una mezzaluna .....
A ok. Ecco perchè le coccarde sulla prua non mi parevano siriane: sono egiziane. Il 201° era basato a Ramon, nel deserto del Negev.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 26 febbraio 2010, 18:29

L’ anno prima, nel 1972, una volta preso atto del ritiro delle truppe terrestri americane, che avevano lasciato meno di 7.000 soldati statunitensi in tutto il Vietnam del sud e una volta rinfoltiti i suoi ranghi con cannoni e carri armati russi e cinesi, il generale Giap aveva lanciato una vera e propria invasione contro il Sud, con armi e mezzi degni di un vero esercito convenzionale moderno, con tanto di artiglieria e carri armati. L’offensiva si scatenò su ben quattro fronti a sud della Zona Smilitarizzata il 30 marzo del ’72 e passò alla storia come l’offensiva “di Pasqua”. Contro ogni previsione, essa si risolse in un sostanziale fallimento per gli uomini di Hanoi. Infatti, se era vero che gli americani erano rimasti a guardare a terra, in cielo avevano invece dato sfogo a tutta la loro micidiale potenza aerea per appoggiare le (scarsamente motivate) truppe sudvietnamite.
Se i nordvietnamiti avevano usato addirittura T-54 e T-55, con un esteso dispiegamento di artiglieria, dotata dei razzi da 122 mm e dell’eccezionale M-46 sovietico da 130 mm, che superava in tutto i 105 americani, era anche vero che però stavolta pure gli americani avevano in serbo qualche novità per gli uomini del Nord.
Quanto a Kon Tum i T-54 e i BMP-1 erano saltati addosso ai sudvietnamiti, erano stati fatti a pezzi da qualcosa di nuovo.
Il Tube-launched Optically-tracked Wire-guided BGM-71 (TOW) è un missile anticarro filoguidato a carica cava che risulta letale entro un raggio di tre chilometri, su cui non mi dilungo. L’unica cosa è che si rivelò da subito un successo.
Sull’altra novità americana, che i carri nordvietnamiti si ritrovarono di fronte, vedrò di scrivere qualcosa la prossima volta, ora devo scappare, comunque di trattava dell’ AGM-65 Maverick.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 28 febbraio 2010, 13:30

(Questo è quello che so io).
L’ air-ground missile AGM-65 Maverick (“tipo indipendente”, “cavallo selvaggio” ?) nasce dalla necessità di poter dare alla fanteria un vero supporto aereo ravvicinato (CAS) diretto anche contro bersagli duri come i mezzi corazzati.
Allo stesso tempo questo supporto doveva però essere rapido e preciso, per permettere all’aereo che lo attuava di potersi destreggiare come meglio poteva in un ambiente pieno fino all’inverosimile di minacce ad alta tecnologia, come i SAM e la contraerea mobile radar-asservita.
Necessitava quindi una “bomba” molto precisa (e quindi guidata), ma che fosse anche molto veloce e che soprattutto, una volta lanciata, fosse in grado di dirigersi da sola sul bersaglio, permettendo all’aereo di andarsene subito dal punto di lancio.
L’ AGM-62 era ottimo per questo, ma era solo una bomba planante e, non avendo un motore a razzo proprio, risultava troppo lento quando si trattava di prendere un carro che viaggiava a sessanta chilometri all’ora. Inoltre, il Walleye era troppo grosso e pesante, le ultime versioni raggiungendo e superando le 2.000 libbre (Mk-84) e quindi un aereo come il Phantom non avrebbe potuto portarne più di cinque, quattro con il serbatoio esterno ventrale. Come se non bastasse poi, la telecamera del Walleye era ancora relativamente primitiva e poteva andar bene quando si trattava di centrare un ponte o una costruzione, ma quando si trattava di carri diventava impreciso, anche per la sua lentezza. Sui mezzi corazzati poi è necessario un centro perfetto e in punti che siano diversi dalla pesante piastra corazzata frontale dei carri, che può raggiungere i 250 mm di spessore ed è inclinata, per far rimbalzare i colpi diretti.
Alla Raytheon-Hughes presero allora una nuova telecamera dotata di alta risoluzione, ma stavolta ci aggiunsero anche un computer capace di memorizzare l’immagine voluta, con tutte le sue sfumature di luci e ombre e di dirigere l’arma sulle “ombre” volute, anche se queste erano in movimento.
A questa bomba volante venne poi aggiunto un potente motore a razzo autonomo, a propellente solido, che la accelerava fino ad oltre Mach 1 al momento del lancio. Dopo due secondi, il Maverick rallenta leggermente e cabra su una traiettoria preprogrammata, fino a che l’obbiettivo prescelto non viene a trovarsi al margine inferiore del campo visivo del suo occhio elettronico. A questo punto il missile picchia con decisione, facendo ritornare il bersaglio al centro del suo obbiettivo e tenendocelo anche se si muove ed accelerando alla massima velocità. In questo modo, l’AGM-65 piomba quasi verticalmente sull’obbiettivo, colpendo un carro sulla parte superiore (“cielo”) della corazzatura, dove questa è più sottile e dove la carica cava del missile e l’energia cinetica della picchiata supersonica fanno il loro “lavoro”.
La testata a carica cava dei Maverick-A e B dispone di 56 chili di esplosivo ad alto potenziale, dieci volte il peso di un missile anticarro da fanteria.
Le prime versioni del Maverick (AGM-65A) avevano una gittata effettiva sui 16 chilometri, non molti in effetti, perché così si entra nel raggio delle armi nemiche.
Il Maverick-B ebbe una telecamera ancora più precisa, con maggior risoluzione e con una capacità d’ingrandimento doppia rispetto alla precedente, in modo da permettere al pilota di non impazzire troppo a capire cos’era quello che stava puntando, in mezzo al caos del combattimento.
In queste prime versioni, la telecamera era diurna e quindi l’AGM-65 era un’arma che si poteva usare solo di giorno.
Il Maverck-D ebbe invece una telecamera a bassa intensità luminosa e IR e divenne un’arma ognitempo.
Ai Marines, che sono sempre i primi ad arrivare e combattere, necessita anche qualcosa che sia capace non solo di perforare corazze, ma anche di ridurre al silenzio i capisaldi fortificati nemici che spazzando le spiagge di sbarco. Da questa esigenza nacque il Maverick-E, a guida laser e non più TV.
Essendo laser, questo missile può essere indirizzato anche dalle truppe terrestri che dispongano di un illuminatore e che lo mandano dove più gli serve. Dato poi che, per loro necessità, i Marines non possono andare tanto per il sottile, il Maverick E è molto più pesante degli altri ed ha una testata più che doppia, rispetto ai Maverick “normali”: 136 chili di esplosivo, capaci di distruggere un carro anche solo con la sola forza della sua esplosione. I piloti degli F-18 e degli AV-8 A e B dei Marines possono dare così un contributo risolutivo ai loro compagni sul terreno. (I piloti del Corpo dei Marines si fanno un punto d’onore, per tradizione, di essere loro i soli, o per lo meno i primi responsabili della copertura aerea dei Marines a terra).
Il Maverick dei Marines può essere usato quindi anche contro bunker o contro navi di piccole dimensioni. La sua testata è dotata di un detonatore posteriore, che permette un istante di ritardo, in cui il missile, molto più pesante di quelli standard, fa in tempo a penetrare dentro l’obbiettivo prima di detonare, alcuni la chiamano semiperforante (i tedeschi la conoscevano bene già trent’anni prima, nel mostruoso “Mistel”).
Le versioni del Maverick si sono poi succedute negli anni: F, con guida IR antinave, G, K, ecc … , ma al tempo della guerra del Kippur la sola versione era la A.
L’AGM-65 era alla sua entrata in servizio uno dei più “piccoli” e compatti missili “fire and forget”. Lungo meno di due metri e pesante solo da due a tre quintali, a seconda della versione, il Maverick può essere trasportato in grande numero a bordo di un aereo, grazie anche alle speciali rastrelliere triple, che lo possono caricare a gruppi di tre su ogni pilone subalare. Un Phantom può imbarcarne fino a 12, mantenendo ancora il serbatoio ventrale a le rotaie esterne per i Sidewinder.
Per quanto riguarda l’uso, il pilota deve puntare l’aereo verso la direzione generale del bersaglio. La telecamera del missile “vede” l’obbiettivo. L’immagine compare su uno schermo del pilota, o del WSO, che acquisiscono il bersaglio, ci puntano sopra il missile e lanciano. Da questo momento in poi il Maverick fa tutto da solo e l’aereo può fuggire e/o passare al bersaglio successivo fino ad esaurimento scorte.
Pare facile ? E invece era un casino.
Infatti il problema era che, come si può intuire, il pilota doveva andare a caccia di carri fidando solo sulla telecamera del missile fissato al pilone subalare, ma questa telecamera, anche se ottima, era fatta per il missile, non per il pilota e quindi poteva vedere solo entro angoli assai ristretti di visuale (15° a destra e 15° a sinistra del missile) e senza dare una visione panoramica completa del campo di battaglia. Quindi non si vedeva nulla di ciò che stava sulla destra e sulla sinistra. Era come volare con i paraocchi. Se l’aereo doveva bruscamente scartare da un lato, magari per non essere impallinato da qualcuno, il pilota perdeva il bersaglio, che intanto avrebbe fatto del suo meglio per non essere distrutto.
E infatti i carristi nemici all’aperto, o almeno i superstiti tra i carristi nemici all'aperto, impararono alla svelta a scappare a tavoletta e a zig-zag coprendosi di fumogeni, magari rimettendoci i cingoli, ma uscendo dall’anglo di visuale della telecamera del missile; non che per il Maverick in volo facesse molta differenza, ma per il puntatore del Maverick sull’aereo, era un casino. I carristi impararono anche che i primi a morire erano i carri che si muovevano, infatti un carro “morto” non alza polvere e soprattutto non si muove, quindi i piloti israeliani davano subito la caccia ai carri in movimento. I carristi impararono quindi a fare il morto, ma poi era la fanteria a terra a smascherarli e a chiamare gli aerei.
Anche con un missile “lancia e dimentica” quindi, il pilota doveva essere BRAVO e soprattutto calmo. I più bravi erano quelli con una buona memoria visiva del campo di battaglia, i quali non si innervosivano quando il carro riusciva ad uscirgli dalla visuale, ma memorizzavano mentalmente le tracce dei suoi cingoli e lo ribeccavano al secondo passaggio, cosa tutto meno che facile, perché in battaglia NON si ritorna mai dalla stessa direzione, a meno che l’alto comando non fosse così a corto di uomini da rastrellare piloti anche nei manicomi.
Quindi bisognava memorizzare le tracce dei cingoli del carro che si rifiutava di morire e immaginare anche dove sarebbero venute a trovarsi quando si sarebbe tornati sotto un altro angolo. Inutile dire che fare tutto questo mentre vi sparano tutto quello che si ritrovano sotto mano non è da tutti. Ogni dieci Maverick lanciati, otto carri armati venivano distrutti, il nono carro riceveva comunque danni tali da non consentirgli di combattere, il decimo ne usciva illeso. Una percentuale di successi considerata molto alta.
Oggi questo problema non esiste più, meno che sull’A-10 dell’ANG, i cui piloti sono però tra i migliori del mondo.
Infatti oggi ci sono interi sistemi di navigazione e attacco dell’aereo che danno una visuale complessiva e perfetta del suolo dove avviene lo scontro, di giorno, di notte e in mezzo al fumo, come il Low Altitude Navigation and Targeting Infra Red system for Night (LANTIRN), nei suoi vari modi d’uso.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 28 febbraio 2010, 17:07

L’alba del 7 ottobre 1973 vede Israele combattere per la vita in un’accanita guerra difensiva su tutti i fronti.
I piloti della HHA e dell’ esercito si sacrificano a decine, per permettere a 400.000 riservisti di poter raggiungere i propri posti di combattimento. I piloti israeliani non si fanno illusioni riguardo al trattamento che gli verrebbe riservato da parte delle truppe nemiche nell’eventualità di un loro abbattimento.
La sera del 9, grandi formazioni corazzate israeliane riescono a fermare i siriani sul Golan, dove, dopo una furiosa battaglia, più di 800 carri siriani e israeliani bruciano come torce, illuminando la notte con i loro incendi.
Ma nel frattempo si combatte su un altro fronte anche un’altra battaglia, quella più terribile, contro il tempo, che gioca inesorabile contro Israele: i depositi di armi e munizioni infatti sono ormai quasi vuoti. Smontati i posti a sedere, tutti gli aerei più veloci della El Al iniziano a decollare scortati dai caccia, diretti verso qualunque paese decida di fornire aiuto, soprattutto gli Stati Uniti.
Attraverso l’Atlantico ed il Mediterraneo e passando per la base aerea di Lajes, messa a disposizione dal Portogallo nelle Azzorre, si organizza così un ponte aereo che inizia a portare in Israele rifornimenti di natura militare di ogni tipo, compresi anche diversi volontari di religione ebraica provenienti dai quattro angoli del pianeta. Alle basi di Ramon, Tel Nof e Ramat David iniziano ad arrivare i primi AGM-45 e AGM-65 americani, insieme con i TOW e Sidewinder e Sparrow di rimpiazzo.
Gli aerei El Al sono pesantemente scortati lungo tutto il Mediterraneo dai Phantom della 6° Flotta dell’ US NAVY ed incontrano una portaerei americana ogni seicento miglia e fino a centocinquanta miglia da Israele, dove vengono presi in carico dai caccia nazionali dello stato ebraico.
Tra i vari problemi aperti, c’è sempre quello dei SA-6 egiziani e siriani. I piloti israeliani superstiti notano che il SA-6, nonostante la guida radar semi-attiva, mantiene appena lanciato la stessa traiettoria rasoterra preprogrammata (ancora a radioguida) che aveva anche il SA-2 e, come i piloti americani in Vietnam, anche gli israeliani cercano di trarne vantaggio, picchiando verticalmente sulle postazioni nemiche da grande altezza, invece di attaccarle rasoterra, mentre i missili sparati sono ancora bassi.
Dato che poi i dispositivi RWR a disposizione di Israele non captavano il lancio e la guida di SA-6 contro gli aerei israeliani (cosa che terrorizzava i piloti, perchè li rendeva sostanzialmente sordi e ciechi), si cercò di optare a questo, con un certo successo, mediante l’uso degli UH-1 e degli AH-1Q ed AH-1S dell’esercito, che si spingevano in ricognizione avanzata, per monitorare da dietro qualche collina i movimenti ed i lanci dei SA-6, avvertendo immediatamente i piloti di tutti i lanci su cui mettevano gli occhi. Questi elicotteri subirono molte perdite.
Inoltre, gli aviatori israeliani notarono anche che il radar Straight Flush dei SA-6, che poteva anche assegnare più missili su un singolo aereo nemico, era invece relativamente lento nel gestire più di un missile su più di un bersaglio e quindi cominciarono ad attaccare in gruppi numerosi, per rallentare, se non addirittura confondere i radar dei SA-6, in questo divennero professionisti alcuni tra i migliori e più coraggiosi tra tutti i piloti israeliani (che hanno da sempre anche donne nelle loro fila), che si spingevano a bassa quota a stuzzicare e confondere i SA-6, in modo che non si concentrassero solo sui Phantom all’attacco, contando solo sulla velocità e manovrabilità del loro semplice ma eccezionale aereo: il Douglas A-4 Skyhawk.
Era infatti necessario che i radar dei SA-6 si occupassero degli A-4 e degli elicotteri, affinchè i Phantom F-4E li distruggessero con l’AGM-45, altrimenti gli artiglieri nemici spegnevano temporaneamente il radar, accecando lo Shrike e così si era costretti a ricominciare da capo e se non c’era un secondo AGM-45, bisognava attaccare con i razzi da 2.76 pollici (ottimi per altro) o addirittura a cannonate.
Se andava benissimo per i Marines a Chu Lai e Da Nang, gli israeliani non potevano certo lasciarsi sfuggire la meraviglia dell’ingegner Heinemann. L’A-4 M era un aereo fuori dal comune. Poteva operare a pieno carico da piste scarsamente preparate e decollare in 500 metri con i razzi JATO.
Aveva un nuovo motore Pratt and Whitney serie J-52-P 408, molto più potente dell’originario J-65 (A.S. Sapphire britannico) e soprattutto aveva anche insita nella sua natura un’insospettabile quanto completa capacità nucleare tattica, con diverse tecniche operative da alta e bassa quota, cosa che non guasta mai.
Portava inoltre radaraltimetro, telemetro laser e un piccolo, ma ottimo radar doppler per la mappatura aria-suolo. Gli A-4M ed N israeliani erano quindi aerei eccezionali almeno quanto i loro piloti.
Gli israeliani inoltre non avevano mancato di aggiungere qualche piccola modifica sui loro A-4 mimetici: due cannoni ADEN da 30 mm, invece dei Colt da 20, nonché una completa dotazione di fuochi d’artificio come chaffs e flares.
Gli A-4 israeliani furono da subito impegnati a fondo e subirono perdite terribili.
Con i suoi 8,38 metri di ala a delta e la sua minuscola sagoma, lo Skyhawk israeliano era un wild weasel di prim’ordine. Confidando solo nella manovrabilità, nei suoi due 30 mm e soprattutto nelle sue due Zuni (con 19 razzi non guidati da 70 mm o quattro da 127 mm), questi A-4M ed N si rivelarono per i SA-6 nemici mortali.
I razzi non guidati sono un’arma micidiale. Possono essere messi in contenitori di varia grandezza e che possono contenere un diverso numero di razzi, a seconda del calibro.
Il lanciatore di razzi non guidati ad alette ripiegabili LAU-61 C contiene classicamente 19 razzi da 2.76 pollici (70 mm), ciascuno con una testa di guerra di 5 chili.
La testata può essere di vario tipo: dirompente, a frammentazione antiuomo (Shrapnel, o a Flechette), perforante, incendiaria al fosforo bianco, fumogena, illuminante, disturbatrice ECM (chaff).
Il contenitore-lanciatore LAU-10 invece porta quattro razzi non guidati da 5 pollici (127 mm), simili a quelli precedenti, ma ancora più distruttivi.
I razzi possono essere sparati a salve, oppure in salva unica, che come potenza corrisponde all’effetto di un colpo d’artiglieria navale da 203 mm.
Appena lanciati, i razzi hanno un grado di dispersione preprogrammata e regolabile (a terra) e normalmente battono un area rettangolare lunga 30 metri e larga 20, ma che può variare in base alla distanza di lancio e alla quota. Esistono poi anche i potentissimi CRV-7.
http://www.md80.it/bbforum/viewtopic.ph ... 49#p639149
I razzi non guidati possono poi funzionare anche come armi aria-aria e proprio l’A-4, il cui pilota era rimasto a corto d'argomenti, ha abbattuto in questo modo più di un Mig-17 in Vietnam.
Gli A-4M/N israeliani portavano poi anche una coppia di AIM-9 ai piloni esterni. Anche il Rafael Shafrir Mk-II dimostrò di essere un ottimo missile aria-aria.
Gli israeliani poi trovarono anche un altro punto debole nel SA-6: i tempi di ricarica dei missili sui cingolati sono relativamente lunghi ed erano pochissime le postazioni che si facevano sorprendere scariche di giorno, ma quando gli elicotteri ne trovavano una, questa non aveva più scampo.
Nonostante le sue qualità eccezionali, l’A-4 si dimostrò più vulnerabile al SA-7 Strella della fanteria che al SA-6 (che comunque restava un pericolo mortale). Per questo motivo, l’ugello di scarico degli A-4N israeliani venne caratteristicamente allungato “a tubo”, per ridurre l’ampiezza dell’angolo sotto cui poteva essere visto il getto caldo del motore. La soluzione si rivelò semplice, ma soddisfacente e in associazione con i flares salvò parecchi aerei (e piloti).
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 1 marzo 2010, 13:54

(Tutto ciò è solo quello che so io)

“ … guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle;
tale sarà la tua discendenza …
Alla tua discendenza Io do questa terra, dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate”.

(Gènesi. 15, 5-12. 17-18)


Ridotto, o per lo meno contenuto lo strapotere dei SAM nemici, gli aerei israeliani iniziarono ad essere più liberi. Non dovendo passare la maggior parte del tempo ad evitare missili, i Mirage III-C ed i Phantom iniziarono a prendersi cura dei carri e degli aerei nemici.
Poiché l’Egitto possedeva esso stesso diversi Mirage III, oltre ai Mirage-5 ricevuti da diversi paesi, come la Libia, per non ammazzarsi a vicenda, gli israeliani dipinsero vistosissimi triangoli arancioni o gialli, bordati di nero, sulle ali e sulla deriva dei loro Mirage, per distinguerli dagli altri.
L’ AGM-65 Maverick e la Mk-20 Rockeye iniziarono a rallentare il nemico. Nonostante perdite elevatissime, gli israeliani iniziarono ad avere la sensazione di poter reggere e questo vuol dire tutto.
Gli egiziani ed i siriani si resero conto subito del cambiamento e finalmente si fermarono, al limite orientale della gittata dei loro SAM, attestandosi a difesa, scavando trincee e sfruttando le wadi ed iniziando a lottare per difendersi dall’aviazione israeliana, che iniziò a bersagliarli con il napalm.
Appena gli egiziani puntavano il naso a oriente, uscendo dall’ombrello protettivo dei radar “Fan Song”, P-40 e “Low Blow” a lungo raggio basati a Suez, Ismailia e Porto Said, erano dolori per loro.
Al contrario, il SA-7 si rivelò una buona protezione per i soldati a terra, specie contro aerei bassi e lenti e contro elicotteri israeliani.
Per aumentare la sopravvivenza del già robustissimo A-4, gli israeliani provarono ad allungargli a tubo l’ugello della turbina. In questo modo, si rendono più “remoti” gli ultimi stadi della turbina e il getto caldo del motore, che quindi vengono “visti” con più difficoltà dalla testa cercante di un missile IR. Inoltre, lo Strela rivelò anche l’insospettata sensibilità ai raggi UV, emessi delle pale delle turbine in moto, quando il missile arrivava vicino al motore del suo bersaglio.
Allungando l’ugello di scarico quindi si riduceva anche la segnatura UV; inoltre, se il missile era fortunato, esplodeva comunque sul tubo di prolungamento e non direttamente sulla turbina e quindi era relativamente più “lontano” dal motore. In ogni caso, molti piloti di Skyhawk si salvarono dal SA-7 grazie a questo semplice accorgimento; gli elicotteristi a caccia di SA-6 invece vennero messi in croce dallo Strela.
Molto efficaci infine si rivelarono, come sempre, anche i Commando israeliani, che si infiltravano la notte dietro le linee, in missioni praticamente suicide, per cercare e distruggere i SAM.
Inoltre, per cercare di ovviare al fatto che l’AGM-45 perdeva efficacia se i serventi della batteria nemica si accorgevano e spegnevano tutto, gli israeliani dovettero ingegnarsi e crearono batterie di AGM-45 terrestri, montate su cingolati, come il “Kilshon” (Tridente), che altro non era che un M-50 Sherman privato della torretta e dotato di un lanciatore triplo con tre AGM-45 Shrike. Ogni missile era modificato per il lancio da terra, mediante un ulteriore motore a razzo che si accendeva per primo e sollevava in aria l’AGM-45. Una volta in quota poi il razzo si esauriva e si staccava, lasciando libero lo Shrike di dirigersi sul radar del SA-6, dopo che questo era stato fatto accendere mediante un attacco aereo che faceva da esca. Il Kilshon e simili dettero buona prova di sé, l’unica cosa era che dovevano arrivare entro un raggio di non più di 15 chilometri dal radar nemico: la portata terrestre dell’ AGM-45.
Per ridurre le perdite umane, che iniziavano a diventare insostenibili, un altro aiuto venne in soccorso. Infatti gli israeliani iniziarono ad usare ogni volta che era possibile gli UAV, come il Ryan-Firebee BQM-34, lanciato da terra a mezzo di razzi, o dal cielo, dal loro DC-130 Hercules, che gli americani avevano già usato estesamente in Vietnam con ottimi risultati.
Gli UAV, piccoli e lenti e che potevano volare anche per 20 ore, dettero ottimi risultati (nettamente superiori ai drone da Mach-4 come il D-21) non solo nella ricerca delle postazioni SAM, ma anche nel ruolo ELINT, registrando le emissioni dei nuovi radar nemici e questo fu un colpo mortale per il SA-6, perché una volta registrate le bande usate dal radar nemico, israeliani e americani si misero all’opera per produrre nuovi RWR e nuove apparecchiature ECM, in grado di disturbare il nuovo missile russo.
Ridottasi l’efficacia dei SAM, le truppe egiziane e siriane si fermarono davanti agli attacchi della HHA.
Nonostante tutto questo, Sadat, forse per alleggerire la pressione israeliana sugli alleati siriani, ordinò ai suoi reticenti generali un attacco in massa nel Sinai. Senza altra scelta, i generali egiziani, consci del fatto che si trattava di un’offensiva senza speranze, il 14 ottobre attaccarono e puntualmente, appena uscirono da sotto la copertura dei loro SAM, gli egiziani vennero fatti a pezzi perché l’aviazione e gli elicotteri israeliani si limitarono ad aspettarli al varco sulle loro direttrici di avanzata, sui passi di Khatima, Giddi e di Mitla, dove intere colonne meccanizzate egiziane rimasero ad ardere sul terreno, il resto degli egiziani dovette ritirarsi combattendo per la propria pelle; ma non avevano fatto i conti con la reazione israeliana.
Cercando di mantenere a tutti costi l’iniziativa infatti Israele lanciò subito un’offensiva su vasta scala, basata sull’azione combinata di grandi unità paracadutiste lanciate a tergo del nemico e che avrebbero aperto la strada ai carri armati israeliani. In questo modo, il 15 ottobre Israele riuscì a insinuarsi in forze alle spalle degli egiziani in ritirata, che increduli si ritrovarono davanti a loro i carri di Israele.
I paracadutisti gettarono subito ponti galleggianti sul Canale di Suez ed i carri israeliani ci passarono sopra diretti a ovest, mettendo piede, anzi i cingoli, in Egitto.
Per il 20 ottobre, tutto il III Corpo egiziano era circondato dagli israeliani nel Sinai e tagliato fuori da ogni possibilità di ritirata.
Israele si apprestava ad invadere in forze l’Egitto dalle sue teste di ponte, saldamente tenute, sulla riva occidentale del Canale si Suez. Quando le postazioni dei radar nemici caddero in mano israeliana, i SAM vennero accecati del tutto.
Frattanto, dal 14 ottobre, gli USA avevano già dato il via all’operazione “Nickel Grass”: il rifornimento di Israele a mezzo di C-141 e di C-5 Galaxy americani.
Nel Golan, anche se a prezzo di altissime perdite, gli israeliani erano riusciti a respingere i siriani e perfino a mettere piede in Siria, da dove, dopo aver piazzato l’artiglieria pesante da 155 e 175 mm, iniziarono a bersagliare addirittura i sobborghi di Damasco a 40 chilometri di distanza.
L’aviazione siriana cessò di attaccare direttamente Israele, dovendo ora concentrarsi tutta nella difesa del territorio siriano.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 1 marzo 2010, 14:53

..... L’A-4 M era un aereo fuori dal comune .....


:shock:

Avatar utente
sidew
10000 ft
10000 ft
Messaggi: 1423
Iscritto il: 24 maggio 2007, 8:28
Località: Milan, Italy
Contatta:

Re: Wild Weasel

Messaggio da sidew » 1 marzo 2010, 16:05

Non a caso molti piloti chiamano gli A4 Skyhawk con il nomignolo di "Scooter"... :mrgreen:

Piccolino, e maneggevole, come uno scooter nelel strade delle città
Aldo

"Oops!" - Shannon Foraker, Ashes of victory

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 1 marzo 2010, 20:53

SPETTACOLO l' A-4 !


Nella notte tra il 9 ed il 10 febbraio 1986 sei battaglioni corazzati libici, armati di tutto punto, appoggiati dall’artiglieria e da 5.000 chadiani fedeli a Tripoli, sferrarono un attacco a sorpresa in territorio chadiano, a sud della red line del 16° parallelo. Le tre direttrici dell’attacco si sviluppavano verso Oum Chalouba, Kalait e Kouba Olanga, fedeli al presidente Hissene Habré, con l’intento di penetrare molto in profondità nel nord desertico del Chad e causare se possibile il crollo del governo filofrancese nella regione.
Così Gheddafi rompeva gli indugi e violava apertamente gli accordi di Creta del 1984, dove si era impegnato con i francesi a ritirarsi dal nord del Chad. Evidentemente il Colonnello contava, o sperava sul fatto che la Francia si sarebbe girata dall’altra parte.
Parigi invece era da tempo che si manteneva continuamente informata sulla situazione.
Il personale dell’eccellente 2° Regiment Etranger de Parachutistes, appoggiato dall’agile 1° Regiment Etranger de Cavalerie (mezzi corazzati) della Legione mantenevano un ottimo peace keeping in tutta la regione, andando e venendo dalla loro base di Raffalli, a Calvi, fin dal ‘69.
Gli uomini del CRAP (Commandos de Recherche et d’Action dans le Profondeur) del 2° REP seguivano per filo e per segno ogni movimento dei libici e dei loro alleati nella Aouzou strip. La Legione straniera, per nulla sorpresa, prese discretamente il controllo dell’aeroporto di N’Djamena, pronta a proteggere l’evaquazione dei circa 1.500 civili occidentali.
Il 13 febbraio, con il decollo dalla Francia dei contingenti che avrebbero portato la Force d’Action Rapide in Chad a superare i 1.000 uomini, aveva inizio “Epervier” (Falco).
Il 16 febbraio, a Bangui, alle prime luci, iniziarono a decollare uno dopo l’altro due KC-135 dell’Armée de l’Air, seguiti da un Atlantique e da due C-160 Transall.
Il rumore dell’ ultimo Transall si era appena spento in lontananza che in testata pista fecero la loro comparsa, rullando ordinatamente in fila indiana, 12 Jaguar e otto Mirage F-1C.
I Mirage si sarebbero occupati della scorta, armati con missili MATRA Magic R550 e di Super-R-530, mentre la vera forza d’attacco sarebbe stata rappresentata dai Jaguar.
L’obbiettivo della giornata era la pista di quattro chilometri completata dai libici, in barba a tutti gli accordi, a Ouadi Doum, nella striscia di Aouzou.
Questa base era molto più agevole di quella ad Aouzou e poteva accogliere non solo i Su-22, ma anche i più pesanti T-22 Blinder provenienti da Sebha.
Ouadi Doum era un vero e proprio aeroporto, con una completa dotazione radar, pesantemente difeso da almeno una postazione di SA-6, nonché da una quindicina di ZSU-23, più artiglieria convenzionale di tutti i tipi.
Per questo motivo, otto Jaguar portavano appese al pilone ventrale le bombe antipista BAP-100, mentre i rimanenti quattro portavano bombe per uso generale da 250 chili, sovrapponibili alle Mk-82 e si sarebbero occupati della contraerea. Tutti i Jaguar portavano poi su un pilone subalare esterno un contenitore MATRA Phimat, dispensatore di artifici ECM chaffs e flares.
Le BAP-100 sono armi “a grappolo”, progettate espressamente per danneggiare piste di aeroporti. Una volta lanciate si disperdono secondo uno schema programmato e rallentano la caduta mediante un piccolo paracadute.
In prossimità della pista, si accende un motore a razzo che accelera l’ordigno facendolo penetrare in profondità attraverso il cemento della pista. Un detonatore a tempo fa poi detonare l’arma sotto la pista, per creare grossi crateri, che richiedono più tempo per essere riparati.
I libici non si aspettavano di essere attaccati così presto e con tale decisione e vennero colti di sorpresa. La pista venne distrutta.
I Jaguar francesi, che erano già stati usati nel ’77 da basi in Senegal contro i guerriglieri del Polisario nel deserto dell’Africa occidentale e dal ’78 in Chad, per appoggiare la Legione Straniera contro i libici, avevano dato l’ennesima dimostrazione delle loro ottime qualità.
I libici però non sono gente che si scoraggia per così poco. Il giorno seguente, un Tu-22 decollato da Aouzou si finse bel bello un volo civile diretto a N’Djamena, in prossimità della città, invece di scendere e rallentare, gettò la maschera, accelerò ad oltre Mach-1 e cabrò a 5.000 metri, poi sganciò bombe convenzionali sulla pista dell’aeroporto internazionale, con lodevolissima precisione, anche a detta dei francesi.
La guerra divampò, finchè i governativi filo francesi, pesantemente aiutati da Parigi, non ricacciarono i libici fuori dal nord del Chad.
Nel 1987 Gheddafi perse la sua avventura in Chad.
I Jaguar ritornarono a far visita a Ouadi Doum e a Aouzou diverse volte, finchè non distrussero i SA-6, colpendoli con i pesanti missili antiradar AS-37 Martel.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 2 marzo 2010, 14:29

Un passo in dietro. (Come al solito, premetto che questo è solo quello che so io e chiedo scusa in anticipo per eventuali errori).
La guerra del Kippur si concluse con una vittoria israeliana, ma, secondo molti, fu una vittoria ottenuta per il rotto della cuffia e grazie ai consistenti rifornimenti ottenuti dagli Stati Uniti ed inoltre i paesi arabi avevano dimostrato che non era impossibile prendere gli israeliani di sorpresa e avevano fatto capire che anche loro disponevano di armi tecnologicamente avanzate. Israele non avrebbe mai più dovuto correre rischi simili.
Indipendentemente dalle considerazioni politiche comunque, le truppe israeliane sul campo si erano comportate splendidamente, non solo resistendo a un attacco a sorpresa su due fronti senza perdere la testa, ma reagendo ed ottenendo una vittoria che pareva impossibile ottenere.
Alla fine dovettero intervenire gli Stati Uniti stessi, con Kissinger, per porre un freno all’inarrestabile avanzata di Israele in Egitto e in Siria.
Nella guerra del Kippur, solo l’Egitto aveva schierato non meno di:

20 postazioni di SA-6 mobili
almeno 135 siti, tra SA-2 Guideline e SA-3 Goa, tra Porto Said e Suez
circa 3.000 SA-7 Strela
circa 2.000 cingolati ZSU-23 di artiglieria contraerea semovente

Mentre la Siria da parte sua aveva messo in campo non meno di 40 postazioni SAM di ogni tipo.

Israele aveva perso nei primi tre giorni il 4% del totale dei suoi aerei d’attacco. La contraerea nemica distrusse 53 dei 170 A-4 e 33 dei 177 F-4E.
Questo risultato, ha portato l’HHA ad ammettere che i SAM erano riusciti a ridurre la sua capacità di garantire “close air support” alle truppe, tuttavia, la batosta presa dagli egiziani sui passi di Giddi, Mitla e Khatima, non appena si erano avventurati fuori dalla copertura dei loro SAM, secondo Israele confermava la corretta dottrina dell’aviazione nell’appoggio ravvicinato.
Secondo i comandanti dell’HHA quindi il problema era stato rappresentato dai SAM e giunsero a numerose conclusioni, alcune delle quali erano che:

I) Gli aerei israeliani inizialmente non disponevano di apparecchiature di allerta ed ECM capaci di riconoscere e disturbare il SA-6.

II) Le prestazioni del missile del SA-6 erano state sottovalutate.

III) I missili Maverick e gli ARM avevano dato buona prova, ma c’era bisogno anche del costosissimo AGM-78 e di altre armi, che permettessero prestazioni “stand off”: la Rafael Advanced Defense Systems Ltd, insieme con la Lockheed Martin misero mano allo sviluppo dell’ AGM-142 “Have Nap”, o “Popeye”. Un grosso missile stand off, a guida TV e IR.
Alla Texas Instruments frattanto progettarono l’ottimo AGM-88 HARM che però ebbe un lungo periodo di sviluppo, perché è molto sofisticato (e costoso).

IV) In futuro sarebbe stato necessario dotarsi di apparecchiature ECM adeguate e soprattutto più flessibili contro minacce diversificate e sarebbe stato indicato anche dedicare veri e propri aerei specializzati nel ruolo ECM ed ELINT.

V) Gli UAV (o RPV) si erano rivelati ottimi e poco costosi.

VI) Necessitavano aerei effettivamente multiruolo, dotati di un’agilità superiore a quella del Phantom. Israele mise gli occhi sull’F-15 e sull’F-16.

Maverick, AGM-78 e AGM-142 furono usati nel giugno 1982, durante l’operazione “Pace in Galilea” nel Libano meridionale, con “ottimi” risultati.
Su questa e su altre operazioni israeliane (come anche “Opera”) ci sarebbe da scrivere un libro intero e non ho intenzione di farlo.
Israele intendeva rendere finalmente sicuro il suo confine settentrionale e spingersi in Libano per ripulire dall’OLP per lo meno una fascia di territorio libanese profonda 40 chilometri.
Gli israeliani, in seguito al fallito attentato di Abu Nidal al loro ambasciatore Argov a Londra (che rimase paralizzato) ed accortisi che l’OLP stava mettendo su un arsenale e non potendo permettersi di perdere la faccia a causa dei continui colpi di mano palestinesi in Galilea, che arrivavano fino all’uso di razzi Katyusha da 122 mm lanciati più o meno a caso in territorio israeliano, ordinarono all’ IDF (Israeli defense force) di attaccare e invadere il Libano del sud, distruggendo anche aerei e SAM che la Siria aveva schierato a cavallo del suo confine con il Libano e nella fertile valle della Beqaa, dove si asserragliavano anche diversi gruppi armati dell’OLP.
Degno di nota fu l’assalto al complesso ed articolato schieramento SAM siriano nella valle della Beqàa, anche con l’uso dello Standard, dell’AGM-142 e delle bombe a grappolo CBU-87, che si possono sganciare anche da media quota. Particolarmente pericolosi, sulla corta distanza, si rivelarono il SA-8 ed il SA-9 russi, schierati dai siriani.
Il carro russo T-72 si rivelò ottimo, ma anche lui dovette soccombere sotto gli AGM-65 ed i TOW. Il Mercawa israeliano fece lo stesso, davanti ai MILAN dei siriani.
Israele mise su una forza d’attacco impressionante, che disponeva anche della migliore tecnologia disponibile, dall’ E-2C Hawkeye, all’F-15, dall’AGM-78, all’AGM-142, nonché aerocisterne ed aerei ECM ed ELINT e il 9 giugno scatenò l’operazione aerea “Mole Cricket-19” che portò Israele ad ottenere una vittoria schiacciante sull’aviazione siriana e sulle difese missilistiche siriane, che vennero annientate, inoltre ebbe luogo lo scontro tra aviogetti più grande dal tempo della Corea, dove gli israeliani, senza neanche una perdita, ottennero la totale superiorità aerea sulla regione.

http://en.wikipedia.org/wiki/1982_Lebanon_War

http://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Mole_Cricket_19
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 2 marzo 2010, 18:36

Negli anni ottanta il regime libico di Gheddafi era per gli USA il nemico pubblico numero uno, specie dopo che aveva dimostrato di dare ampio appoggio al cosiddetto terrorismo internazionale.
Nella primavera del 1986 tre portaerei americane, Saratoga, America e Coral Sea, con le loro rispettive squadre navali, incrociavano in acque internazionali nel mar Mediterraneo, appena fuori dal quella che Gheddafi aveva definito “la linea della morte”: una linea immaginaria tracciata tra Bengasi e Misratah (Misurata) che rendeva acque territoriali libiche tutte quelle comprese nel Golfo della Sirte.
Dopo aver dichiarato di aver trovato prove inequivocabili del coinvolgimento di Gheddafi nell’attentato alla discoteca La Belle di Berlino Ovest, dove avevano trovato la morte anche due americani, l’amministrazione Reagan ordinò alle squadre navali che incrociavano nel Mediterraneo di penetrare con i loro aerei a sud della “linea della morte” di Gheddafi, mantenendosi però sempre oltre le regolamentari 12 miglia nautiche dalla costa libica.
Era da marzo che gli aerei americani intercettavano sul bacino centrale del Mediterraneo aerei libici come Su-22, Mirage-5 ed F-1, Mig-23 e Mig-25 che si avvicinavano non invitati alle loro portaerei; inoltre, i radar di almeno un SA-5 e di diversi SA-2 avevano illuminato più di una volta F-14 ed F-18.
Motovedette libiche avevano stuzzicato poi le squadre navali americane, finchè due A-6E del VA-55 non avevano messo in corpo ad una corvetta libica un AGM-84 Harpoon.
Dopo l’episodio della discoteca tedesca, Reagan ordinò l’operazione “El Dorado Canyon”. I telefoni squillarono alla base aerea di Lakenheath, nell’ufficio operazioni del 48° TFW. 18 F-111F e cinque Raven del 42° ECS fecero il pieno e scaldarono i motori.
Poiché numerosi paesi europei si erano rifiutati di aprire il loro spazio aereo al transito degli americani, i bombardieri dovettero intraprendere un lungo percorso attorno alla costa occidentale dell’Europa, passando a ovest del Portogallo per poi piegare attraverso Gibilterra. Numerose aerocisterne KC-10 e KC-135 vennero pertanto dislocate lungo il percorso, che avrebbe richiesto circa 12 ore.
Ma gli F-111F non avrebbero potuto nulla se prima gli aerei dell’US Navy non avessero fatto fuori preventivamente le difese contraeree libiche.
Per questo motivo c’erano un aereo ed un missile in particolare al loro esordio operativo ed erano il nuovissimo F/A-18 Hornet e l’AGM-88 HARM.
Sebbene la USS Coral Sea CVA-43 fosse la più vecchia portaerei di squadra della Marina americana e benché fosse una vecchia classe Midway ed avesse già combattuto in due guerre, in quella primavera del 1986 aveva a bordo il più moderno stormo aereo imbarcato di tutta la Marina, tutto montato sui suoi quattro squadroni di F-18 (normalmente, all’epoca, c’erano invece uno o due, in genere due, squadroni di F-14, più due di A-6, o A-7). A bordo della vecchia portaerei c’era infatti, agli ordini del capitano di fregata Byron Duff, tutto il 13° Carrier Air Wing, composto dai VFA 131 (Wildcats) e 132 (Privateers) della Marina, completati, per portare ad organico il CAW, dai VMFA 314 (Black Knights) e 323 (Death Rattlers) del Corpo dei Marines degli Stati uniti, tutti su F/A-18 Hornet.
Alla mezzanotte del 14 aprile 1986, l’America, la Saratoga e la Coral Sea iniziarono a lanciare i loro aerei verso la costa libica.
Agli F-18 del 13° CAW si affiancarono anche gli A-6E e gli A-7E delle altre due portaerei, preceduti dagli ottimi EA-6B Prowler e protetti dagli F-14 che volavano più in alto, gli aerei d’attacco si diressero verso la costa nemica.
Superata la spiaggia, gli Hornet scesero sotto i 100 metri ed accesero il radar APG-65 in modalità aria-suolo, mentre le antenne dei dispositivi di allerta radar AN/ALR-67 degli F-18 iniziavano a captare le emissioni dei radar libici. Ogni Hornet portava due serbatoi supplementari subalari ed un AGM-88 ad ogni pilone subalare esterno. Anche gli A-7E e gli A-6E portavano HARM, ma anche bombe a grappolo Rockeye.
Gli aerei americani incontrarono subito uno sbarramento di decine di SA-2, ed inoltre SA-3, SA-6 e SA-8. Grazie ai Prowler, nessun missile libico trovò il suo bersaglio. Anche la postazione SA-5 a Sirte si accese, ma i piloti riferirono che non seguì alcun lancio, al contrario, i più di trenta HARM lanciati quella notte distrussero tutti gli obbiettivi designati e gli F-111F attaccarono senza problemi.

L’ High speed Anti Radiation Missile AGM-88 (HARM) è un sofisticato missile ARM che nasce dall’esigenza di coniugare i pregi dei vecchi AGM-45 e 78, ma senza ereditarne i difetti.
Quindi, l’AGM-88 si “ricorda” la posizione del radar nemico che ha acquisito anche se gli artiglieri lo spengono, ma è più veloce, ha un raggio superiore (110 chilometri) ed è più leggero dell’AGM-78 ed inoltre può essere portato quasi da qualunque aereo. (L’AGM-78 infatti era grande e pesante perché derivava dal missile terra-aria navale RIM-66 Standard).
L’ HARM inoltre supera i due missili precedenti in velocità ed inoltre il suo software è enormemente più avanzato, infatti l’AGM-88 è un missile multimodale.
Nella modalità SP “self protection”, il missile riceve le informazioni dai sistemi di allerta radar dell’aereo, che lo programmano sulle minacce incontrate prima del lancio. In TO “Target of opportunity” è lo stesso computer dell’HARM ad individuare le minacce e a memorizzarle prima del lancio. In queste due modalità, il missile può addirittura essere lanciato a 180° rispetto alla minaccia.
Nel modo PB “Pre-briefed” invece il missile viene preprogrammato ed è capace di essere lanciato alla cieca e da alta quota nella direzione generale dei bersagli probabili noti, rallenta e li scandaglia da solo durante il volo, attaccando per primi quelli che il suo software ritiene più pericolosi. Se non trova nulla, finito il propellente, si autodistrugge.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 2 marzo 2010, 20:07

Per chi volesse saperne di più .....

Immagine
U.S. Naval Institute Press - 2002

America's war on terrorism did not start on 11 September. Long before the overt war in Afghanistan and the covert war against al-Qaida, U.S. forces struck at one of the hotbeds of terrorism in the world. On 15 April 1986, in the dead of night, American strike aircraft roared into the very heart of Muammar Qaddafi's Libya, attacking carefully selected targets and nearly killing the "brother leader" himself. Code-named Operation El Dorado Canyon, the raid was in direct response to Qaddafi's support of a terrorist act against U.S. service personnel stationed in Europe and was a result of President Ronald Reagan's pledge to respond to terrorism with "swift and effective retribution."

Stanik, a retired naval officer and Middle East scholar, provides a detailed account of the raid as well as an in-depth analysis of its causes and effects. He also describes three other hostile encounters between U.S. and Libyan forces during Reagan's presidency and details U.S. covert operations. From a bombing in Berlin, West Germany, to terrorism in the skies over Lockerbie, Scotland, from the halls of power in Washington to airbases in England and the decks of American warships in the Mediterranean, Stanik has woven a truly international thriller that is all too real and forebodingly relevant to current events. A study in diplomacy, strategy, high-level policy, deck-plate operations, and the unique challenges offered by a new brand of evil, this book is required reading for a better understanding of the ongoing war on terrorism.

Joseph T. Stanik has participated in the Fulbright-Hays Seminars Abroad Program, studying in Egypt and Israel. His other published works include several articls and a monograph of the Sixth Fleet's confrontation with Qaddafi.
8)

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 2 marzo 2010, 20:28

Spero che Almost Blue mi vorrà perdonare se torno sull'argomento Vietnam ..... ma mi sembra utile segnalare questo articolo testè apparso sul numero di Marzo del mensile "Air Force Magazine", organo ufficiale della "Air Force Association", che tratta del primo impiego delle "smart bombs" .....

http://www.airforce-magazine.com/Magazi ... 0bombs.pdf

:wink:

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 2 marzo 2010, 21:04

Me lo stampo e leggo con calma.

Intanto ritorno su un aereo di cui abbiamo scritto poco niente.
(Wikipedia) Wild Weasel V : l’F-4G.

L'F-4E, la versione tecnologicamente più avanzata del Phantom II avente maggiori capacità di attacco al suolo, divenne la base per l'F-4G Wild Weasel V (anche conosciuto come Advanced Wild Weasel). Le principali modifiche riguardarono la sositituzione del cannone interno, rimpiazzato dall'APR-38 Radar Homing and Warning Receiver (successivamente aggiornato ad APR-47), e l'aggiornamento del cockpit del navigatore per meglio dirigere le operazioni di attacco in caso di guerra elettronica. Un totale di 116 F-4E furono convertiti nella versione G, il cui primo volo avvenne nel 1975, cominciando a prestare servizio attivo a partire dal 1978.
Gli F-4G furono schierati su quattro stormi:
• Due operanti dalla George Air Force Base di Victorville in California, come parte integrante delle forze di risposta rapida;
• Uno venne assegnato all'USAFE (US Air Forces Europe) nella base tedesca di Spangdahlem;
• Un altro fu integrato nel PACAF (Pacific Air Forces) e rischierato sulla Clark Air Force Base nelle Filippine.

Gli F-4G della George AFB e di Spangdalhem combatterono durante la Guerra del Golfo nel 1991 proteggendo con successo formazioni aeree dalla contraerea nemica. In questo conflitto L'F-4G venne largamente usato contando una sola perdita, non in territorio nemico, tra tutte le missioni effettuate. Il caccia venne perso in Arabia Saudita a causa di una serie di tentativi di atterraggio abortiti per il passaggio di una tempesta di sabbia, che fecero rimanere a secco di carburante il velivolo. L'equipaggio si eiettò senza riportare ferite poco prima dello spegnimento dei motori.
In seguito alla Guerra del Golfo i caccia vennero assegnati al 124th Wing della Air National Guard di Boise. I velivoli appartenenti alle basi aeree di Spangdahlem e di Clark furono consegnati al 57th Fighter Wing della Nellis AFB a Las Vegas in Nevada. L'F-4G rimase in servizio fino al 1996, dopo aver partecipato a vari dispiegamenti in Arabia Saudita e Turchia a supporto di varie operazioni, tra cui:
• Operation Provide Comfort
• Operation Southern Watch
• Operation Vigilant Warrior
La versione G fu l'ultima variante del Phantom II in servizio nelle Forze Armate statunitensi.


L’F-4G è immediatamente riconoscibile per la chiusura della bocca del cannone, che non c’è più e per la carenatura “a matita” per l’antenna a banda medio-alta dell’APR-47 alla sommità della deriva. Inoltre, l’F-4G portava quasi sempre pods ECM, come l’ALQ-119 che disturbava le frequenze dei radar che minacciavano l’aereo.
L’F-4G manteneva poi la capacità di imbarcare anche Sidewinder e Sparrow, ma le sue armi principali, oltre ai disturbatori elettronici che portava (sull’aereo si contavano 52 antenne di varia forma e dimensione), erano l’AGM-88 HARM e il Maverick. (poteva portare anche i più vecchi AGM-45 e 78).
Quando nel gennaio ’91 scoppiò Desert Storm e sebbene fosse considerato ormai anziano, l’F-4G rappresentava l’unico vero aereo SEAD dell’USAF ed ottenne un totale successo contro i SAM iracheni.
Forti dell’esperienza degli israeliani, anche i piloti weasel degli F-4G smisero di attaccare rasoterra, per non cacciarsi in mezzo alla contraerea e ai SA-8. Al contrario, gli F-4G wild weasel attaccavano da quote pari o superiori ai 9.000 metri, in missioni che potevano durare circa tre ore. I piloti wild weasel potevano portare a termine anche due o tre missioni di questo tipo al giorno, rimando in aria a fare rifornimento in volo finchè non esaurivano i missili.
Venendo da una conversione degli E, i primi F-4G portavano ancora la mimetica a toni di verde e bruno tipo “Sud est asiatico”, mentre negli ultimi anni e in Desert Storm gli F-4G vestirono la mimetica a due toni di grigio “Hill grey”, simile a quella degli F-16 e con questa colorazione cessarono la loro carriera nell’USAF.
Vale la pena di menzionare anche un altro Phantom per il quale Desert Storm rappresentò il classico canto del cigno, un Phantom che, con i suoi equipaggi, non smise mai un attimo, nell’arco di 30 anni, di svolgere un lavoro rischioso e per lo più sconosciuto al grande pubblico: l’RF-4C, che concluse la sua carriera nel ’92 e che fino a tutta la Desert Storm rappresentò l’unico vero ricognitore tattico supersonico dell’Air Force. L’ultima mimetica dell’RF-4C fu lo schema Europe-1 con cui tutti si ricordano lui e l’A-10.
Allegati
f-4-00000000.jpg
0627447.jpg
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 3 marzo 2010, 13:19

L' EF-111 Raven / Electric Fox

Le operazioni di soppressione delle difese contraeree in Medio Oriente avevano dimostrato anche che ormai la minaccia missilistica aveva raggiunto livelli di raffinatezza e di complessità tali, che ormai necessitavano veri e propri aerei specializzati nel riconoscimento e nel disturbo delle emissioni radar nemiche.
Per quanto riguarda l’USAF, a metà anni settanta l’EB-66 Destroyer era ancora un ottimo “trasportatore” di apparecchiature che potevano essere anche aggiornate, ma per le sue prestazioni non avrebbe più potuto realmente accompagnare gli aerei attaccanti in profondità in territorio nemico, specie gli F-111F e D e gli A-6E della Marina. Inoltre, l’EB-66 era fuori produzione e il suo mantenimento si stava rivelando antieconomico.
Da un’intuizione della General Dynamics, in stretta collaborazione con la Grumman, i progettisti crearono un aereo unico, capace di possedere le spettacolari doti di penetrazione supersonica ognitempo in territorio ostile, coniugandole però con una completa capacità di ricezione e disturbo ECM dei radar e delle difese contraeree nemiche: ne scaturì l’ EF-111 Raven (Alcuni dicono “Corvo”, ma dovrebbe suonare più come “corvo affamato”, quello che con il lungo becco strappa avidamente gli occhi ai cadaveri), che volava come un caccia, o anche più veloce (2.300 Km/h), ma aveva una completa capacità EW (electronic warfare).
Il prototipo volò il 15 dicembre ’75, solo come dimostratore aerodinamico, privo delle vere apparecchiature, per valutare la validità della cellula.
Il primo vero Raven, completamente equipaggiato, decollò il 10 marzo del ’77 e la prima consegna si ebbe nell’ ’84.
Il Raven mantiene il potente radar di navigazione e per la mappatura cartografica ognitempo degli altri F-111, privato però della capacità di attacco, nonché il radar TF per l’inseguimento del terreno, ma il suo cuore è rappresentato dalle due tonnellate di computers e di apparati disturbatori di frequenze alloggiati nella ex stiva bombe e che sporgono ventralmente nella caratteristica carenatura a canoa, lunga cinque metri, che alloggia il sistema ECM AN/ALQ-99 TJS (tactical jamming system), le cui antenne orientabili nelle tre dimensioni stanno nella tipica carenatura a dito in cima alla deriva dell’aereo, simile a quella del Prowler (e che pesa due quintali). Canoa sotto la pancia e dito in cima alla deriva rendono subito riconoscibile l’EF-111.
Anche l’abitacolo è diverso dagli altri F-111, infatti tutti gli strumenti e lo schermo per la navigazione ognitempo sono spostati dal lato del pilota, mentre tutti gli strumenti EW sono rappresentati, anzi ammassati, sul cruscotto dell’ EWO (electronic warfare officer, come sul vecchio F-105G) e gli mostrano presenza, posizione, attività e grado di minacia di tutte le apparecchiature nemiche terrestri, aeree e navali. L’aereo porta un imponente sistema elettrico (basterebbe per una città) ed elettronico, con un altrettanto imponente sistema di raffreddamento di sistemi.
L’ala a geometria variabile permette al Raven di volare lento, risparmiando combustibile, ma la possibilità di mettere l’ala a freccia massima (posizione in cui l’F-111 è un delta aerodinamico) e di volare supersonico ad altissima quota aumentano grandemente il raggio d’azione (3.000 Km!) del velivolo, che è superiore a quello del Prowler.
L’ EF-111 è disarmato, non ha capacità di attaccare fisicamente i bersagli con missili ARM; non ha cannone e le sole armi difensive sono un paio di Sidewinder, l’enorme capacità di disturbo e la sua alta velocità: il Raven supera Mach-1 senza postbruciatori (come tutti gli F-111 “puliti”).
Un solo EF-111 può oscurare i radar e far impazzire i SAM su un’area di circa 300.000 chilometri quadrati, grande all’incirca come la Polonia e fa tutto questo con un solo operatore, mentre il Prowler ne ha tre, questo per avere un’idea della potenza elettrica installata e del grado di automazione elettronica dell’aereo. L’EF-111 può portare 25 tonnellate di carburante e spingersi da solo molto in profondità sul territorio ostile, accompagnando fisicamente e proteggendo tutti gli aerei attaccanti e rimanendo in zona d’operazioni anche per quasi cinque ore, prima di dover salire a rifornirsi. Come facevano gli F-100F e gli F-105G sul Vietnam del nord, anche gli EF-111 rappresentavano l’elemento di testa dell’ondata attaccante, solo che invece di creare un sentiero di chaffs in cui si infilavano i bombardieri, il Raven apriva una pista elettronica libera da minacce.
In ogni azione, come El Dorado Canyon e soprattutto Desert Storm, i Raven sono sempre stati i primi aerei ad entrare nello spazio aereo nemico e gli ultimi ad uscirne (lo stesso faceva l’altrettanto eccezionale RA-5 Vigilante in Vietnam).
Il nome Raven è il più noto, ma raramente viene usato dagli addetti, in realtà l’EF-111 ha avuto di volta in volta diversi soprannomi, come “Electric Vark”, “Spark Vark”, o “Electric Fox” e pare che sia quest’ultimo quello che ha trovato di gran lunga il maggior favore dei piloti, proprio per l’enorme potenza elettrica installata.
Le unità electronic combat in cui furono radunati i 42 EF-111 furono il 329° (poi 330°) squadrone e la sua unità gemella, il 42° ECS. Questi squadron furono storicamente di gran lunga tra i più utilizzati di tutta l’Air Force, venendo di volta in volta rischierati, anche solo con alcuni aerei, presso vari Wing, a seconda delle necessità che via via si presentavano in giro per il mondo. Infatti gli aerei alla base Cannon, a Clovis in New Mexico, sede del 330° ECS non erano quasi mai tutti presenti, perché qualcuno era sempre da qualche parte, in giro per il pianeta. Lo stesso facevano gli aerei del 42° ECS, schierati presso l’accogliente 66° ECW, a Upper Heyford, in Inghilterra.
Alle due di mattina (ora in cui cominciano praticamente tutti gli umani conflitti!) del 2 agosto 1990 Saddam invase il Kuwait, mentre gli americani facevano finta di cadere costernati dalle nuvole. (Il che significava che i loro satelliti da ricognizione non avevano VISTO cinque divisioni irachene, di cui quattro corazzate, una della Guardia Repubblicana, unità di supporto, elicotteri, forze speciali ed aviazione, andarsene a spasso per il deserto verso oriente in direzione del confine, sollevando incommensurabili nuvoloni di polvere con i loro cingoli …
Cinque EF-111 del 42° ECS partirono dall’Inghilterra, destinazione Incirlik in Turchia, mentre altri cinque lasciarono Mountain Home, in Idaho, base dell’ AICW (air intervention composite wing) del 366° stormo per la soleggiata Taif, in Saudi Arabia.
Alle 02:38 del 17 gennaio ’91, il primo aereo americano penetra in Iraq ed è un EF-111 del 42° ECS.
Quella notte, i capitani Denton e Brandon (facili da ricordare) furono i primi e unici piloti di EF-111 a poter dire di aver abbattuto, anzi di aver provocato la distruzione di un aereo nemico (vittoria che mi pare NON gli venne manco riconosciuta).
Da quello che so, il loro Raven venne inquadrato ed acquisito in pieno da un Mirage F-1 iracheno, il quale li illuminò per pochi secondi. Voi adesso pensate che quel pilota iracheno sia stato bravo e fortunato.
Invece no, perché poi, giustamente spaventati, gli americani si buttarono in una picchiata supersonica seminando tutti i chaffs e flares che potevano; picchiata che li portò a pelo dei cammelli sul deserto gelido (e duro), punto in cui eseguirono una richiamata altrettanto pazzesca ad alto numero di G (7-8-9?). Il pilota del Mirage, che li seguiva a tuffo, venne sorpreso dalla manovra, evidentemente sottovalutando le prestazioni dell’EF-111 e non richiamando in tempo sbattè per terra fine.
Nonostante il parere negativo dei generali dell’Air Force, gli EF-111 sono stati ritirati dal servizio nel maggio 1998 e ora l’Air Force non dispone più di un vero aereo EW suo proprio e dipende dai Prowler e dai nuovi EF-18-G “Growler” della Marina.
Al contrario, forse l’Australia mantiene ancora i suoi EF-111C riammodernati.
Allegati
Raven EF-111A.jpg
EF-111S-2.png
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
Kansai
02000 ft
02000 ft
Messaggi: 469
Iscritto il: 19 gennaio 2006, 20:05
Località: Minato-ku, Tokyo, Japan

Re: Wild Weasel

Messaggio da Kansai » 3 marzo 2010, 14:54

L'appassionata e interessantissima spiegazione di Almost Blue mi ha fatto tornare in mente un film che non vedo da anni, ma che mi ricordo benissimo. BAT 21. L'avete mai visto? E' tratto da una storia vera, e poi adattato.
Gene Hackman nel ruolo di Iceal Hambleton, un ufficiale esperto in contromisure elettroniche che durante la guerra in Vietnam riesce a catapultarsi dopo essere stato colpito da un SAM. Dopo alcuni tentativi di recupero andati a vuoto e usando una terminologia golfistica, a tirarlo fuori dalla giungla ci pensa Danny Glover, nel ruolo di un pilota da ricognizione.

Questo è il film http://it.wikipedia.org/wiki/Bat*21
E questo è il vero Iceal Hambleton http://en.wikipedia.org/wiki/Iceal_Hambleton
"Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti" (Carlo Alberto Dalla Chiesa)

http://www.flickr.com/photos/dave_italy

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 4 marzo 2010, 13:59

Si Bat-21 certo che me lo ricordo. Grazie per avver aggiunto questa storia.

Il coraggio e la preparazione dei piloti argentini si rivelarono esattamente all’altezza di ciò che gli inglesi si aspettavano da loro. Quello che i britannici forse avevano sottovalutato era il loro senso del dovere, che li portava ad andare fino in fondo anche se sapevano che la pazzesca guerra in cui li aveva precipitati il “borracho” Galtieri era un’avventura senza speranza.
I Mirage III della Fuerza Aerea, i Super Etendeard e gli A-4Q dell’Armada (Marina argentina) rappresentavano infatti un nemico mortale e i loro missili antinave Exocet avevano affondato o seriamente danneggiato più di una nave di Sua Maestà. Tutto questo doveva finire.
Per rendere inutilizzabile da parte dei Mirage e degli A-4 l’aeroporto di Port Stanley, nella East Falkland, il Regno Unito chiamò gli Avro Vulcan del n° 44 Squadron della Royal Air Force.
Distruggendo la pista e le istallazioni argentine a Port Stanley infatti, i più sofisticati aerei nemici avrebbero dovuto tornare ad operare dalla lontana terra ferma, al limite della loro autonomia; questo inoltre avrebbe influito negativamente sul morale degli argentini, ma soprattutto probabilmente la cosa più importante era che l’Inghilterra voleva far capire chiaramente che poteva se voleva usare i suoi bombardieri strategici per colpire il territorio argentino in qualunque modo e momento.
Di conseguenza, all’aeroporto militare di Wideawake, Ascensione, che nelle ultime settimane era diventato uno dei più trafficati del mondo, arrivarono anche i Vulcan, che ormai quasi alla fine della loro carriera operativa stavano quindi per entrare nella loro prima ed ultima operazione di guerra. L’ operazione Black Buck era al via.
Questa operazione prevedeva la soppressione delle difese contraeree e l’interdizione dell’aeroporto di Port Stanley occupato dagli argentini. I Vulcan, oltre al loro carico di 21 bombe convenzionali da 1.000 libbre (equivalenti alle Mk-83), portavano anche un pod ECM ALQ-101 e da uno a quattro AGM-45 Shrike ai piloni subalari esterni. La prima missione Black Buck ebbe luogo la notte del 30 aprile del 1982.
I grossi bombardieri della RAF effettuarono sette sortite contro l’aeroporto nemico, riuscendo a distruggere la pista e quasi tutte le istallazioni radar. Queste missioni erano le più lunghe mai effettuate fino a quel momento, comprendendo un volo di 7.000 chilometri per di 16 ore tra andata e ritorno, sull’oceano Atlantico meridionale. Lungo tutto il percorso necessitavano più di una dozzina di aerocisterne (Victor e Valiant), a intervalli regolari e di aerocisterne che rifornissero le altre aerocisterne, in un percorso a staffetta fino alle Falkland.
Dalla valutazione dell’AGM-45 Shrike, lanciato dai Vulcan, gli inglesi trassero preziose informazioni, che misero a frutto nello sviluppo del loro missile ARM, che era allora in fase di sviluppo.
Con un’apertura alare di soli 73 cm e un peso di 268 chili, ’M.B.D.A. ALARM (Air Launched Anti Radiation Missile), è un missile antiradiazioni veramente speciale, sofisticatissimo e, come anche l’AGM-88, dotato di capacità multimodale a seconda delle esigenze ed è considerato da qualcuno il più versatile missile ARM oggi in servizio.
Il missile è stato concepito per proteggere una formazione aerea attaccante che vola a bassa quota e per essere lanciato fuori dalla portata delle armi nemiche. Per questo motivo ha una gittata effettiva superiore ai 100 chilometri (chi dice 90, chi 150) è può salire da solo fino a 13.000 metri (chi dice 20.000). L’arma è capace di cercare, localizzare e dirigersi autonomamente sulle minacce radar che rileva, attaccando per prime quelle giudicate più pericolose.
L’ALARM ha almeno cinque modi di utilizzo.
Il più classico è il modo “diretto”, in cui il missile appena lanciato cabra brevemente a media quota (circa 6.000 metri), per poi attaccare ad alta velocità la minacce rilevate davanti agli aerei attaccanti. Il missile ovviamente si ricorda la posizione della minaccia anche se il radar viene spento. Questa modalità è di norma usata contro difese nemiche fisse, poste a protezione di bersagli di alto valore.
Particolare è invece il modo “differito”. Appena lanciato il missile accelera e sale alla massima quota (13.000 metri), poi spegne il motore a razzo ed apre un piccolo paracadute; subito dopo inizia una scansione davanti a sé e sui due fianchi, scendendo lentamente per avere la massima probabilità di trovare ciò che cerca, anche se il radar nemico viene spento e riacceso a intervalli, appena lo trova accende un secondo motore ed attacca alla massima velocità.
Il modo “doppio” coniuga i due precedenti ed è il missile a decidere come procedere, a seconda del comportamento dei bersagli. Se li localizza subito, passa a “diretto”, sennò sale e passa in “differito”.
Nel modo “corridoio”, o di “soppressione d’area” l’ALARM sale e rallenta, procedendo più lentamente delle sue possibilità ed in lieve picchiata, scandagliando sui lati, mentre localizza i bersagli ed assegna priorità in base alle informazioni ricevute quando era ancora sull’aereo. In questo modo, l’ALARM è anche antinave.
L’ultimo modo infine è quello “universale” ed è simile all’AGM-88 americano: il missile viene lanciato dalla massima distanza e quota possibili, poi sale alla massima quota davanti e sopra alla formazione aerea attaccante, esplorando la regione davanti a lui ed attaccando per prima la minaccia più grave, potendo anche qui scegliere tra “diretto” o “differito”.
Gli aerei attaccanti possono così lanciare anche alla cieca dozzine di ALARM davanti a sé e aspettare che attacchino i radar nemici.
L’ ALARM è stato testato in Desert Storm dove ha avuto completo successo. Un Tornado può portarne nove.
Allegati
ALARM-Tornado-S.jpg
Images_alarm_on_tornado.jpg
Images_alarm_on_tornado.jpg (11.31 KiB) Visto 17986 volte
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

actelios
Rullaggio
Rullaggio
Messaggi: 12
Iscritto il: 19 maggio 2009, 0:15

Re: Wild Weasel

Messaggio da actelios » 6 marzo 2010, 13:47

be...eccone un bell'esemplare per gli appassionati modellisti

ciao! :bounce:
Allegati
wild weasel.jpg
di ottima fattura Italeri vintage

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 6 marzo 2010, 15:09

E buon lavoro!

Tra gli aerei dell' ex Patto di varsavia, mi pare che ci siano il Mig-27 ed il Su-34, nonchè le versioni da attacco del Su-27, come il Su-30M.
Il Mig-27K in particolare dev'essere una vera bestia: notare le blindature trapezioidali da 23 mm attorno all'abitacolo, il 30 X 165 mm Gryazev-Shipunov GSh-6-30 a sei canne, con cadenza superiore al Avenger ed il pesante missile ARM russo KH-31 (AS-17) Krypton (chi sarà a scegliere sti nomi ...).
Allegati
mig-27_034_of_114.jpg
big_1189425597.jpg
big_1189494954.jpg
d0056023_4ab8f0f22c7ac.jpg
Irkut-Su-30KN-Kh-31P-1.jpg
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 6 marzo 2010, 16:11

Almost Blue ha scritto:
..... (chi sarà a scegliere sti nomi ...) .....
Eccoti accontentato .....
The NATO uses so-called "Reporting Names" when referring to aircraft and missiles of FSU (Former Soviet Union) states and the People's Republic of China.
Reporting names for aircraft are selected by the ASIC (Air and Space Interoperability Council; renamed in 2005 from ASCC, Air Standardization Coordinating Committee - member states are Australia, Canada, New Zealand, USA and UK), but names for missiles (and other systems like radars etc.) are created by other organizations. However, all reporting names are eventually forwarded to NATO in a single list.

Fixed-wing aircraft are designated by reporting names beginning with code letters designating the aircraft's mission. Propeller-driven planes are designated by single-syllabic words (e.g. "Bear"), and jets by multi-syllabic words (e.g. "Backfire"). Helicopters and guided missiles are designated similarly, but the length of a word is not defined.
http://www.designation-systems.net/non-us/soviet.html

http://www.designation-systems.net/

:wink:

Avatar utente
87Nemesis87
FL 150
FL 150
Messaggi: 1963
Iscritto il: 9 maggio 2008, 14:51
Località: Somewhere over the rainbow...

Re: Wild Weasel

Messaggio da 87Nemesis87 » 7 marzo 2010, 11:22

una domanda...

ma gli A-10 erano usati come aerei wild weasel? (forse l'avete detto prima e se è così mi scuso :oops: )

...perchè se erano utilizzati mi piacerebbe sapere molto su quella bestia che montano al posto di una normale mitragliatrice...il GAU-8 Avenger :shock: :shock:
...finalmente laureato!!!

...ATPL: Completato!!
-- MEP, SEP, IR, CPL, MCC --
-- CRJ-100/900 Type Rated --
-- B737-300/900/MAX Type Rated --

Avatar utente
AirGek
FL 500
FL 500
Messaggi: 12633
Iscritto il: 7 dicembre 2008, 12:02
Località: 12 o'clock opposite direction

Re: Wild Weasel

Messaggio da AirGek » 7 marzo 2010, 11:27

87Nemesis87 ha scritto:una domanda...

ma gli A-10 erano usati come aerei wild weasel? (forse l'avete detto prima e se è così mi scuso :oops: )

...perchè se erano utilizzati mi piacerebbe sapere molto su quella bestia che montano al posto di una normale mitragliatrice...il GAU-8 Avenger :shock: :shock:
Non credo, l'A-10 fu sviluppato apositamente con la funzione anti-carro, il che non rientra negli obbiettivi delle missioni wild weasel.
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 7 marzo 2010, 12:57

Da quello che so io, l'A-10 non è un wild weasel, nè tanto meno un SEAD. L' A-10 è un aereo da appoggio tattico (CAS) alle truppe di terra. E' essenzialmente un distruttore di carri e di fortificazioni nemiche. In realtà è un aereo molto "semplice" ("se una cosa non c'è, non può scassarsi") e non può portare missili ARM.
Il Warthog ha una notevolissima capacità STOL (decolli/atterraggi corti), un'ottima manovrabilità a bassa quota e ha la capacità di rimanere a lungo sopra il campo dello scontro: le sue due General Electric TF-34 (le stesse del Viking) sono potenti ed economiche, nel senso che sacrificano la massima velocità di punta, a favore di una lunga autonomia a basse quote e non hanno il postbruciatore; un A-10 può combattere quasi tre ore a 400 chilometri dalla sua pista, prima di dover andare a rifornirsi. Questo secondo me è un pregio, ma anche un difetto: senza postbruciatori, non ti puoi togliere di torno a tutta velocità e all'improvviso se ce n'è bisogno e puoi contare solo su virate strette, ecco perchè l'A-10 deve stare molto attento ai SAM, specie quelli della fanteria come il SA-7, oppure i SA-8/9, che però sono su veicolo e possono essere visti meglio, anche se sono molto pericolosi, perchè sparano intere salve di missili IR su un singolo bersaglio e quindi andrebbero visti ed attaccati dalla massima distanza possibile, l'ideale sarebbe con un Maverick.
L' A-10 non porta apparecchiature sofisticate e quindi non può andare a caccia di postazioni SAM, soprattutto anche perchè non ne avrebbe la necessaria velocità. Da quello che so io, a bordo non c'è la benchè minima apparecchiatura elettronica, tranne uno schermo ottico dove compaiono le immagini delle telecamere del Maverick (che come ho scritto sopra, non sono proprio facili da usare) ed il Pave Penny, che è quell'affare a goccia appeso sotto l'abitacolo, sul lato destro. Il Pave Penny non è un designatore laser, ma è solo un ricevitore, quindi non può illuminare bersagli, ma può solo ricevere la luce laser proveniente da altrove (altri aerei, elicotteri, uomini a terra con illuminatore). Questo è molto importante perché così la potenza di fuoco viene indirizzata dove serve e non si corre il rischio di fare fuori truppe amiche. Quindi l’A-10 potrebbe teoricamente sganciare bombe a guida laser, ma in pratica non lo fa mai, perché le quote a cui combatte sono troppo basse per usare bene le LGB (laser guided bomb). Il Pave Penny quindi serve al pilota dell’ A-10 per avere un punto di mira sul suo HUD, che gli faccia capire bene qual è la minaccia che deve attaccare per prima, inoltre anche il Maverick-E è a guida laser e quindi può essere usato anche dall’A-10 (però non so se l’USAF ha l’AGM-65-E, probabilmente si).
L’ A-10 non opera mai da solo, ma è solo una delle quattro componenti da me conosciute su cui si articola un attacco “combinato” (o una difesa combinata): truppe terrestri, artiglieria (e carri amici), elicotteri anticarro, aviazione (A-10). Questa tecnica è l’equivalente odierno del “blitz” tedesco.
L’artiglieria è da sempre nemica giurata dei carri armati, infatti con il suo sbarramento, specie se su terreni pianeggianti, può rallentare, se non fermare lo sfondamento operato dai carri nemici.
Subito dopo intervengono gli elicotteri, come gli Apache e poi gli A-10. Almeno questa dovrebbe essere la teoria (quindi NON fate mai i carristi).
Gli A-10 dovrebbero operare in sezioni di quattro alla volta, prima usano le armi guidate sui bersagli più minacciosi (per loro) e cioè i SAM e i Triplo-A, poi iniziano a usare le armi rimanenti sui carri, infine il cannone da 30 mm. Oggi, nessun altro aereo si avvicina ai carri armati nemici (e alle loro difese) come fa l’ A-10.
Le bombe cluster sono potentissime armi anticarro (e antiuomo), come la CBU-87, che può essere sganciata anche a bassa quota.
Il cannone Avenger ad azionamento idraulico ormai è universalmente noto, l’unica cosa è che a quanto so io NON ha quella cadenza di fuoco “mostruosa”, tanto sbandierata, infatti mi pare che il percussore è fisso, mentre sono le sette canne a ruotare, sparare, estrarre il bossolo, ricaricarsi, sparare e così via … In questo modo, alla massima cadenza di fuoco dell’A-10 (4.200/min), a me fanno 600 colpi/canna/minuto.
Il 30 mm Boeing-Hughes M-230 Chain Gun dell’ Apache, al contrario, ha una sola canna, ma da quello che ho capito ha l’otturatore rotante ad azionamento elettrico (e regolabile dal pilota a seconda del tipo di bersaglio), che può arrivare a 800 colpi/minuto superando di gran lunga l'Avenger, solo che mi sa si surriscalda.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Avatar utente
87Nemesis87
FL 150
FL 150
Messaggi: 1963
Iscritto il: 9 maggio 2008, 14:51
Località: Somewhere over the rainbow...

Re: Wild Weasel

Messaggio da 87Nemesis87 » 7 marzo 2010, 16:59

grazie mille almost ^______^

...mi ha sempre incuriosito il facocero :mrgreen:
...finalmente laureato!!!

...ATPL: Completato!!
-- MEP, SEP, IR, CPL, MCC --
-- CRJ-100/900 Type Rated --
-- B737-300/900/MAX Type Rated --

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 7 marzo 2010, 17:41

AirGek ha scritto:
87Nemesis87 ha scritto:una domanda...

ma gli A-10 erano usati come aerei wild weasel? (forse l'avete detto prima e se è così mi scuso :oops: )

...perchè se erano utilizzati mi piacerebbe sapere molto su quella bestia che montano al posto di una normale mitragliatrice...il GAU-8 Avenger :shock: :shock:
Non credo, l'A-10 fu sviluppato apositamente con la funzione anti-carro, il che non rientra negli obbiettivi delle missioni wild weasel.
Una famosa foto della "bestia" .....

Immagine

Immagine

..... tanto per dare un'idea delle sue dimensioni.

Nel 1977 due A-10 vennero presentati al Salone di Parigi.
Purtroppo, nel giorno dell'inaugurazione, uno dei due precipitò durante l'esibizione uccidendo il pilota.
L'altro rimase esposto nel grande piazzale per tutta la durata della manifestazione.
Al suo fianco era stato sistemato un GAU-8 completo di munizionamento e ricordo che un funzionario della Fairchild mostrava agli spettatori un pezzo di metallo con un foro al centro che sosteneva essere parte della corazza di un carro armato sovietico tipo T-62.
Questo fu il mio secondo incontro con un'arma tipo "Gatling".

Il primo fu invece, molti anni prima, cinematografico.
Da ragazzino andai ad assistere alla proiezione di un film western in bianco e nero intitolato, qui in Italia, "L'avamposto degli uomini perduti" interpretato da Gregory Peck e, nel finale apparve, a sorpresa, la "Gatling" .....
Guardate la sequenza partendo da un'ora e trentasei minuti .....

http://video.google.com/videoplay?docid ... 8000589370#

..... un colpo di manovella ..... e via .....

Immagine

:wink:

Avatar utente
AirGek
FL 500
FL 500
Messaggi: 12633
Iscritto il: 7 dicembre 2008, 12:02
Località: 12 o'clock opposite direction

Re: Wild Weasel

Messaggio da AirGek » 7 marzo 2010, 18:06

Copia di A-10_Thunderbolt_II_Gun_Run.jpg
Sfondo del mio PC 8)
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri

Avatar utente
richelieu
FL 500
FL 500
Messaggi: 13958
Iscritto il: 22 dicembre 2008, 21:14

Re: Wild Weasel

Messaggio da richelieu » 7 marzo 2010, 18:25

Fuochi di artificio .....



:roll:

Avatar utente
AirGek
FL 500
FL 500
Messaggi: 12633
Iscritto il: 7 dicembre 2008, 12:02
Località: 12 o'clock opposite direction

Re: Wild Weasel

Messaggio da AirGek » 7 marzo 2010, 18:41

richelieu ha scritto:Fuochi di artificio .....



:roll:

Si he... classica hollywoodianata :mrgreen:

Qualcosa di reale
Tempi duri creano uomini forti,
Uomini forti creano tempi tranquilli,
Tempi tranquilli fanno gli uomini deboli,
Uomini deboli creano tempi duri

Avatar utente
Almost Blue
FL 150
FL 150
Messaggi: 1628
Iscritto il: 21 maggio 2008, 14:03

Re: Wild Weasel

Messaggio da Almost Blue » 7 marzo 2010, 19:43

Gliela demolisce attorno la casa, così alzano le mani e reggono il tetto.
Vabè.
Comunque oggi le armi anticarro hanno raggiunto livelli tali che solo chi ha già il controllo del cielo (o ha una enorme copertura SAM) può permettersi di usare i carriarmati, oppure è un pazzo.
Guardate cosa può fare un Javelin da fanteria a un carroarmato da 50 tonnellate (un T-72). Notare l'espulsione del missile dal tubo, credo ad aria compressa), poi si accende il razzo. Si vede la cabrata programmata e il missile che piomba dall'alto, come fa il Maverick , solo che il più leggero dei Maverick ha una testata che è sei volte e mezza più grande di quella del Javelin. Pensate cosa succede ai poveracci all'interno, notare nel secondo video (un Bill-II che colpisce un vecchio Centurion radiocomandato), il calor bianco che fonde il carro dall'interno, una volta che hanno preso fuoco le munizioni, il calore di fusione fa addirittura sobbalzare la torretta da non so quante tonnellate. La guerra è terribile ed è molto meglio andare a piedi (così si scappa meglio!). I carri sono solo "calamite per le pallottole"!

http://www.youtube.com/watch?v=Z1RRQS_FXP4

http://www.youtube.com/watch?v=8ARjuTKdiIk
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

Rispondi