Uranio a bordo

Area dedicata alla discussione di argomenti sulla meccanica del volo e aerotecnica. Quesiti su come fa un aeroplano a volare!

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Messaggio da 1stAirbus » 26 agosto 2010, 10:49

Ho letto (Focus) che alcune parti delle ali degli aerei sarebbero realizzate con uranio comune (U238/92), è possibile?
Che caratteristiche tecniche ha questo metallo?

P.S., non vorrei che la gente che legge si spaventasse, anche i parafulmini hanno la punta di uranio (o torio), serve per ionizzare l'aria.

Grazie. :|

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bracco
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da bracco » 26 agosto 2010, 11:25

E' vero e mi sembra una bella stupidata.
La principale ragione per cui si utilizza l'U238 (purificato dall'U235 ottenendo quello che chiamano scorrettamente Uranio Impoverito) è il suo elevatissimo peso specifico, 19.000 Kg/m3. Di conseguenza si usa nei casi in cui serva una elevata inerzia (come nei tamper delle bombe a fissione) oppure elevata energia cinetica (come nei proiettili anticarro). Negli aerei serve quindi da zavorra. Sarebbe però molto più sensato usare il piombo (che pure è effettivamente utilizzato) perchè l'uranio 238 è comunque debolmente radioattivo (emette particelle alfa), il che non è un problema a meno che non venga ingerito o respirato in forma polverizzata (un po' come l'amianto) nel qual caso è presumibilmente tossico. Quindi perchè usare un metallo che, in caso di incidente per esempio, può essere disperso e respirato invece del (quasi)innocuo piombo?

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da teozena » 26 agosto 2010, 11:52

bracco ha scritto: Quindi perchè usare un metallo che, in caso di incidente per esempio, può essere disperso e respirato invece del (quasi)innocuo piombo?

E che costa anche di più... Presumo...
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da bracco » 26 agosto 2010, 12:35

teozena ha scritto:E che costa anche di più... Presumo...
In realtà costa pochissimo perchè è un prodotto di scarto. In natura l'uranio è costituito principalmente da una miscela di U238 e u235(circa lo 0,7%), poichè l'unico fissile con neutroni a bassa energia è l'u235 (l'U238 si fissiona solo con neutroni ad altissima energia, come quelli prodotti nelle reazioni termonucleari) è sempre necessario arricchire la miscela per usarla nei reattori per la produzione di energia (U235 al 2% in genere) o per le armi (U235 al 70-80% in genere), il che si ottiene con complicati e costosi metodi di separazione fisica dell'isotopo leggero. L'U238 puro separato non serve quasi a nulla, è come detto un prodotto di scarto.
Non so dirti se costi + o - del piombo, ma mi risulta essere un metallo decisamente economico.

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da JT8D » 26 agosto 2010, 15:03

L'Uranio è stato usato come "zavorra" in passato negli aerei (ad es. le prime versioni del B747), per i motivi detti sopra, cioè il suo elevato peso specifico.
Sottolineo che NON presenta nessun problema di radioattività e non è assolutamente pericoloso nella normale operatività. I problemi possono esserci in caso di crash, dove si sviluppano polveri a causa dell'impatto e delle alte temperature, che sono tossiche.
Per questo motivo è stato da parecchio sostituito con altri materiali, ad es. Tungsteno.

Paolo
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da sidew » 26 agosto 2010, 15:14

http://en.wikipedia.org/wiki/Depleted_u ... n_aircraft
Trim weights in aircraft

Aircraft that contain depleted uranium trim weights (Boeing 747-100 for example) may contain between 400 to 1,500 kg of DU. This application is controversial because the DU may enter the environment if the aircraft were to crash. The metal can also oxidize to a fine powder in a fire. Its use has been phased out in many newer aircraft. Boeing and McDonnell-Douglas discontinued using DU counterweights in the 1980s. Depleted uranium was released during the Bijlmer disaster, in which 152 kg was lost, but an extensive study concluded that there was no evidence to link depleted uranium from the plane to any health problems.[55]. Counterweights manufactured with cadmium plating are considered non-hazardous while the plating is intact.[56]
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da 1stAirbus » 26 agosto 2010, 21:00

152 kg was lost
152 chili di zavorra? A cosa serve tanta zavorra? Devono per caso essere equilibrate le ali? Mi pare che l'uranio serve(viva) per i trim, dico giusto?

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da AZ055B-) » 31 marzo 2011, 22:26

1stAirbus ha scritto:
152 kg was lost
152 chili di zavorra? A cosa serve tanta zavorra? Devono per caso essere equilibrate le ali? Mi pare che l'uranio serve(viva) per i trim, dico giusto?
Vengono applicate ad esempio negli equilibratori per ottenere una compensazione statica per ridurre lo sforzo sui comandi in manovre come la richiamata.
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da 1stAirbus » 2 maggio 2011, 11:09

Grazie :wink:

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Valerio Ricciardi » 8 maggio 2011, 21:42

JT8D ha scritto:L'Uranio è stato usato come "zavorra" in passato negli aerei (ad es. le prime versioni del B747), per i motivi detti sopra, cioè il suo elevato peso specifico. Paolo
O bella, e quale può essere un motivo per desiderare di avere zavorra su un tipo di macchina in cui la ricerca della massima leggerezza possibile associata alla miglior resistenza allo sforzo e a cicli di stress prolungati è quasi un'ossessione?

Mi viene in mente su due piedi solo l'esigenza di aumentare il momento di inerzia in punti ben precisi magari non distanti dalle estremità allari magari per contrastare tendenze al flutter in determinati transitori di velocità (non si mettono massette concentrate e pesanti sulle estremità delle manopole delle moto, in fin dei conti, per evitare che si possano innescare oscillazioni di sterzo?), ma forse dico una fesseria apocalittica...

...nel qual caso non ridete troppo rumorosamente, grazie :oops:
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da FAS » 9 maggio 2011, 7:45

Tutte le superfici di controllo alettoni, elevatori e timone, essendo esposte al flusso aerodinamico possono infatti soffrire del fenomeno di flutter. Per questo motivo le proprietá delle masse di queste superfici di controllo sono/erano (non lo sono sui sitemi FBW AIB) un punto critico durante il bilanciamento delle stesse. Avere la massa giusta aiuta a minimizzare l'insorgenza del flutter.

Importanti sono:

-il centro di gravitá: Il CG di queste superfici deve trovarsi esattamente nella linea di cerniera altrimenti per le diverse accelerazioni imposte alla macchina il momento torcente che si verrebbe a creare potrebbe innescare il flutter. Le forze inerziali che agiscono sul CG della superfice di controllo inducono delle vibrazioni, che se non sono smorzate, grazie ad un buon bilanciamento, provocano la crescita dell'amplitudine della vibrazione stessa che puó rapidamente indurre al flutter.

-anche il momento d'inerzia é un parametro fondamentale da tenere sotto controllo. Se le accelerazioni dovute ad una qualsiasi manovra vanno a provocare un cambio della posizione della superfice di controllo non desiderato si perde il controllo della macchina. In addizione sui velivoli FBW con backup meccanico tipo il 777 possono accadere cose ancora piu pericolose. La frequenza dei filtri di attenuazione degli attuatori delle superfici di controllo possono essere influenzate dai momenti d'inerzia fino a dare delle leggi di controllo che possono rendere il velivolo instabile.

Fondamentalmente se una semiala si trova sotto l'effetto di una raffica verticale l'accelerazione delle sezioni all'estremitá alare sono piu gravi di quelle posizionate via via verso la fusoliera. Quindi un alettone bilanciato staticamente con una massa vicina al bordo d'attacco, avrá una massa verso l'inboard minore di quella outboard da qui si possono avere condizioni di instabilitá quando vengono applicate forze dinamiche. Da qui l'esigenza di poter avere una grande densitá puntuale di materiale in determinate posizioni della superfice di controllo....attraverso l'uso dell'uranio.


spero di essere stato chiaro.....
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da FAS » 9 maggio 2011, 8:28

....
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da FAS » 9 maggio 2011, 8:31

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Torakiki » 24 luglio 2011, 22:12

Negli anni '80, alcune barche da regata avevano nel bulbo, polvere di Uranio impoverito, a parità di volume era più pesante, o a parità di peso era più piccolo.

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da tartan » 25 luglio 2011, 19:51

Grazie FAS!
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Valerio Ricciardi » 25 luglio 2011, 22:01

JT8D ha scritto:Sottolineo che NON presenta nessun problema di radioattività e non è assolutamente pericoloso nella normale operatività.
Non esagerare, adesso, Paolo. E' un potente alfa-emettitore, ed il fatto che i nuclei di Elio-4 emessi possano essere facilmente fermati da un cartoncino spesso o da un foglio di cuki alluminio non significa che non costituiscano, per i tessuti biologici, una fonte primaria di danno genetico potenzialmente oncogena.
Io, a mani nude NON lo maneggerei davvero.
Tant'è che nessuno maneggia U238 come si trattasse di patate, anche se non ha bisogno di girare con una tuta da palombaro ed il camice piombato.

Il rischio per operatori poco consapevoli è la ragione per cui progressivamente è stato eliminato esattamente dai piccoli contenitori che venivano posti in cima ai parafulmini: per ionizzare l'aria circostante, trovata che si riteneva potesse attirare preferenzialmente il punto di scarica di un eventuale fulmine... doveva logicamente esser fonte di radiazioni ionizzanti.

Che non sono MAI il massimo della vita, anche se non stiamo parlando né di Iodio 131 né di Cesio 137 o Plutonio.

l'U238 è metastabile, ed alla fine del suo processo di decadimento diventa piombo (stabile). Ma sino a quel monento, essendo radioattivo, pericoloso è e pericoloso rimane, anche se è facilissimo da gestire sinché non viene frammentato (esattamente come l'amianto: sinché l'Eternit resta compatto, magari verniciato con resine trasparenti che lo incapsulano ed impediscono al diffusione di fibre, è il "veleno" più innocuo del mondo. Ma di operai che toglievano coperture in Eternit tagliandole a pezzoni col frullino per sostituirlo con un tetto tradizionale, ne son morti a bizzeffe di mesotelioma pleurico).
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Valerio Ricciardi » 25 luglio 2011, 22:05

Torakiki ha scritto:Negli anni '80, alcune barche da regata avevano nel bulbo, polvere di Uranio impoverito, a parità di volume era più pesante, o a parità di peso era più piccolo.
Poi la cosa è stata progressivamente abbandonata, dopo alcune morti sospette in qualificati cantieri navali.
Inizialmente imputate all'utilizzo poco prudente della fibra di vetro (altro materiale che pur essendo assolutamente inerte se assorbito attraverso la pelle può provocare seri guai).
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Flyfree » 26 luglio 2011, 14:40

Valerio grazie per queste utilissime informazione

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Valerio Ricciardi » 26 luglio 2011, 23:07

...una precisazione doverosa: ciononostate, ad una ipotetica domada del tenore "allora io nei frequenti viaggi in B747 che ho effettuato negli anni '80 e '90 per lavoro sono stato inconsapevolmente esposto ad un dosaggio cumulativo di radiazioni per via dell'Uranio impoverito utilizzato come zavorra equilibrante, e nessuno me lo ha mai detto?"

risponderei "assolutamente no, e comunque sarebbero state, anche sul piano teorico (solo teorico, l'U238 non era scoperto ma incorporato in componenti dalla superficie esterna continua e metallica, perfettamente in grado di arrestare le particelle Alfa emesse) dosi infinitamente più piccole di quelle che in ogni volo ad alta quota ci sciroppiamo, felici, contenti e inconsapevoli, per via delle radiazioni cosmiche non filtrate dai densi strati della bassa atmosfera.

QUELLO SI' che alla lunga è un dosaggio, e ritengo dovrebbe interessare gli equipaggi di volo, assai più che un frequent flyer per quanto incallito.

Per quelle, la protezione offerta dal sottile guscio di alluminio della cabina è largamente inadeguato.
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da vihai » 27 luglio 2011, 0:51

Valerio Ricciardi ha scritto:Non esagerare, adesso, Paolo. E' un potente alfa-emettitore
Cosa significa "potente"?
Con un tempo di dimezzamento di 4.46 miliardi di anni come fa ad essere "potente"??
, ed il fatto che i nuclei di Elio-4 emessi possano essere facilmente fermati da un cartoncino spesso o da un foglio di cuki alluminio non significa che non costituiscano, per i tessuti biologici, una fonte primaria di danno genetico potenzialmente oncogena.
Aggiungi agli elementi schermanti anche l'epidermide e l'aria e vedi che i danni biologici da irradiazione esterna sono praticamente inesistenti.
Io, a mani nude NON lo maneggerei davvero.
A mani nude neanch'io ma per il fatto che gli ossidi e le polveri sono pericolosi, non per la radioattività. Se me lo dai opportunamente rivestito non c'è nessun problema.

Per esempio se mi dessi in mano una barra di combustibile di reattore nucleare *prima* che sia stata irradiata, si intende, è del tutto safe maneggiarla a mani nude.
Il rischio per operatori poco consapevoli è la ragione per cui progressivamente è stato eliminato esattamente dai piccoli contenitori che venivano posti in cima ai parafulmini: per ionizzare l'aria circostante
Negativo. L'uranio non è abbastanza attivo per essere usato in un parafulmine. Nei parafulmine c'era normalmente Radio e Americio ma comunque con attività non particolarmente pericolosa.
Che non sono MAI il massimo della vita, anche se non stiamo parlando né di Iodio 131 né di Cesio 137 o Plutonio.
Non è il tipo di isotopo che è importante, ma la sua attività (e il tipo di emissione).
l'U238 è metastabile, ed alla fine del suo processo di decadimento diventa piombo (stabile). Ma sino a quel monento, essendo radioattivo, pericoloso è e pericoloso rimane
Anche il potassio-40 nelle banane è radioattivo ma per solo per questo non consideriamo le banane pericolose e sono *tanto* radioattive rispetto al fondo naturale.

Dipende sempre dai numeri che vanno interpretati bene.

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da 1stAirbus » 2 agosto 2011, 16:45

Quoto Vihai da qui alla luna, anche se sottolineo l'importanza di valutazione dei potenziali rischi di permanenza alle alte quote dei viaggiatori frequenti e del personale viaggiante. Ma probabilmente tutti gli iscritti alla "Gente dell'aria" conoscono meglio i loro rischi rispetto a noi che stiamo seduti sui sedili dietro :wink:

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Re: Uranio a bordo

Messaggio da Valerio Ricciardi » 2 agosto 2011, 19:20

vihai ha scritto:
Valerio Ricciardi ha scritto:Non esagerare, adesso, Paolo. E' un potente alfa-emettitore
Cosa significa "potente"?
Con un tempo di dimezzamento di 4.46 miliardi di anni come fa ad essere "potente"??
Non è solo il tempo di dimezzamento ad essere significativo della pericolosità di un radionuclide, ma l'insieme di tutti i passaggi alla fine dei quali l'isotopo di partenza trasmuta in un altro isotopo non più instabile.

Basandosi solo sul tempo di dimezzamento, si giudicherebbe assai poco pericoloso lo iodio 131 dato che la sua attività primaria è concentrata in un emivita assai breve. Ossia, se "tieni a bada la belva" per pochi anni, poi stai più tranquillo, basta che tu non ci faccia i gargarismi.

Su questo grossolano equivoco si son basate molte consapevoli azioni di disinformazione attuate negli ultimi cinque anni da vari gruppi cointeressati al ritorno dell'Italia al nucleare a fissione di tipo tradizionale, quando si passava all'argomento "scorie".
vihai ha scritto: Aggiungi agli elementi schermanti anche l'epidermide e l'aria e vedi che i danni biologici da irradiazione esterna sono praticamente inesistenti.
Un epidermide infantile è schermante alle particelle alfa quanto lo è la pelle di una irlandese lentigginosa e diafana agli Uv del sole delle due del pomeriggio a Lampedusa.
E quanto allo spessore d'aria necessario per ridurre a livelli non significativi l'energia cinetica associata ad uan particella alfa emessa, non è purtroppo così trascurabile.
Io, a mani nude, confermo, NON lo maneggerei davvero.
Anche se non sto certo dicendo che farlo mi potrebbe provocare ustioni o verruche fluorescenti o baggianate del genere.
Quanto ai contrappesi in Uranio impoverito, io non li avrei usati, considerato quel che accade se un aereo precipita e va in mille pezzi (magari andando a fuoco per soprannumero). Pur ritenendo che un alettone in alluminio con dentro quel materiale sia assolutamente tranquillo, in condizioni operative normali e sinché il personale addetto a toccare in giro sa di che cosa si tratti.
Ma se penso alle sonde di pressione del 757 Aeroperu tappate coll'American Tape Saratoga... mi rendo conto che una cosa è il mondo teorico, una cosa il mondo reale.
L'azione delle radiazioni ionizzanti è di tipo stocastico, ossia probabilistico, e come per altri fattori oncogenici non è serio cercare di stabilire una soglia minima al di sotto della quale il pericolo è insignificante. Si può ritenere che sulla scala del rischio, al di sotto di certi livelli di esposizione, si stia sulla coda della gaussiana, che tende asintoticamente a zero. Dove ti situi sulla suddetta coda, è arduo valutarlo.
Così come è altrettanto non serio fare allarmismi esagerati, ovviamente.
vihai ha scritto: Per esempio se mi dessi in mano una barra di combustibile di reattore nucleare *prima* che sia stata irradiata, si intende, è del tutto safe maneggiarla a mani nude.
E' relativamente safe. Io personalmente ho misurato livelli di emissione sino a 329 volte il fondo naturale... dal trattamento antiriflesso di alcuni miei pregiati obiettivi fotografici trattati SMC (Super-Multi-Coated), il trattamento a 7 strati sviluppato dalla NASA per ridurre i problemi di visibilità nei piccoli oblò già delle capsule Gemini, e poi adottato acquistandone diritti dalla mitica Asahi Pentax; credi, ce n'è abbastanza per utilizzarli - come faccio per lavoro - in modo safe... ma non tanto da tenerli sul comodino mentre dormo.

E, per farti un esempio, il 50/1,4 SMC Takumar spesso di serie sulle eccellenti Spotmatic F velava il fotogramma dietro le tendine attraverso lo specchio reflex e le tendine in seta gommata, se lasciato per parecchi giorni montato sulla macchina con pellicola dentro (dimenticata in un armadio dopo una gita). Uno specchio alluminato sulla prima superficie, di vetro flint (al piombo)... altro che epidermide.
vihai ha scritto: Non è il tipo di isotopo che è importante, ma la sua attività (e il tipo di emissione).
Sono d'accordo, ma solo se integri il concetto con "e il suo percorso tipico di decadimento".
Non è affatto raro che un isotopo dalla debole radioattività arrivi ad una forma stabile dopo sei o sette passaggi intermedi, alcuni dei quali con tempo di dimezzamento assai breve e con emissioni, persino, gamma.
Che son qualcosa di assai meno gestibile e confinabile di nuclei di Elio4.

Fai l'intelligente esempio delle banane; però ahimè potrei citarti le misure da me fatte in alcune cantine tufacee a Pitigliano, non aperte da mesi, in cui il livello di Radon presente e rilevabile era semplicemente spaventoso, con letture moooooooooooooolti ordini di grandezza superiori ai limiti suggeriti come safe dall'OMS per la permanenza e l'attività umana; ma nessuno si pone minimamente il problema di informare la popolazione della assoluta convenienza di ventilare spesso gli scantinati ipogei scavati nel tufo. Cosa semplice ed economica.

Ti faccio però notare una cosa. Nell'esempio delle banane, giustamente dici che "le consideriamo" non pericolose; ritieni che, con la diffusione planetaria delle banane e con tutte le centinaia di banane che sinora io e te insieme a milioni e milioni di altri individui ci saremo felicemente pappati, se per caso la concentrazione di Potassio 40 fosse invece stata, da un punto di vista del rischio oncogenico, significativa, ciò lo si sarebbe potuto facilmente evidenziare e dimostrare in uno screening sanitario?

Nella malaugurata ipotesi che uno di noi avesse in vecchiaia un problema di tal natura (sgrat sgrat sgrat) quante probabilità ci sarebbero, a tuo avviso, di poterlo nella nostra coscienza associare al Potassio 40 assorbito dalle banane piuttosto che al benzene inalato cumulativamente nella nostra esistenza da quando esiste la benzina "verde"... facendo rifornimento al self service?
L'anello benzenico non scherza, ai corsi di chimica era il primo esempio che veniva approfondito quando si pronunciava per la prima volta la parola "cancerogeno"...
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Re: Uranio a bordo

Messaggio da vihai » 4 agosto 2011, 22:37

Valerio Ricciardi ha scritto: Non è solo il tempo di dimezzamento ad essere significativo della pericolosità di un radionuclide, ma l'insieme di tutti i passaggi alla fine dei quali l'isotopo di partenza trasmuta in un altro isotopo non più instabile.
Il tempo di dimezzamento *è* significativo perché da quello dipende il numero di decadimenti per unità di tempo. Certo, possono esserci decadimenti più o meno energetici, ma se sono pochi, sono pochi comunque.

Poi la catena dopo il primo decadimento può essere più o meno veloce e quindi avere in cascata fino a 14 altri decadimeni ma se anche avvenissero tutti subito (non lo fanno) moltiplicheresti per 14 un'attività comunque bassa.
Basandosi solo sul tempo di dimezzamento, si giudicherebbe assai poco pericoloso lo iodio 131 dato che la sua attività primaria è concentrata in un emivita assai breve.
È il contrario! Emivita breve significa più decadimenti per unità di tempo e quindi attività più alta.
Ossia, se "tieni a bada la belva" per pochi anni, poi stai più tranquillo, basta che tu non ci faccia i gargarismi.
Sì, ma prova a confrontare un kg di I131 con 1 kg di U238, solo di calore il primo farebbe i fuochi d'artificio :)
Su questo grossolano equivoco si son basate molte consapevoli azioni di disinformazione attuate negli ultimi cinque anni da vari gruppi cointeressati al ritorno dell'Italia al nucleare a fissione di tipo tradizionale, quando si passava all'argomento "scorie".
Ovvero? Le scorie più pericolose sono infatti gli attinidi con tempi di dimezzamento intermedi, abbastanza lunghi per essere un problema a lungo e abbastanza brevi da essere "calde".
Un epidermide infantile è schermante alle particelle alfa quanto lo è la pelle di una irlandese lentigginosa e diafana agli Uv del sole delle due del pomeriggio a Lampedusa.
Hai l'epdermide di un bambino?
E quanto allo spessore d'aria necessario per ridurre a livelli non significativi l'energia cinetica associata ad uan particella alfa emessa, non è purtroppo così trascurabile.
Io, a mani nude, confermo, NON lo maneggerei davvero.
Sì, e magari quando esci di casa non ti metti la protezione solare 60 eh?
Vogliamo confrontare le particelle alfa con un bel po' di fotoni ultravioletti?
L'azione delle radiazioni ionizzanti è di tipo stocastico, ossia probabilistico, e come per altri fattori oncogenici non è serio cercare di stabilire una soglia minima al di sotto della quale il pericolo è insignificante.
Perché non sarebbe serio? In ogni attività devi stabilire una soglia di attenzione, pericolo, eccetera, altrimenti nascono paradossi assurdi :)

Persino l'acqua può essere tossica, quindi la consideriamo tale in qualunque quantità?
Si può ritenere che sulla scala del rischio, al di sotto di certi livelli di esposizione, si stia sulla coda della gaussiana, che tende asintoticamente a zero. Dove ti situi sulla suddetta coda, è arduo valutarlo.
C'è anche il fatto che il modello di dose lineare è probabilmente troppo prudenziale.
E' relativamente safe. Io personalmente ho misurato livelli di emissione sino a 329 volte il fondo naturale... dal trattamento antiriflesso di alcuni miei pregiati obiettivi fotografici trattati SMC
Non era invece un componente del vetro? Magari proprio un vetro all'uranio? :)
Ti faccio però notare una cosa. Nell'esempio delle banane, giustamente dici che "le consideriamo" non pericolose; ritieni che, con la diffusione planetaria delle banane e con tutte le centinaia di banane che sinora io e te insieme a milioni e milioni di altri individui ci saremo felicemente pappati, se per caso la concentrazione di Potassio 40 fosse invece stata, da un punto di vista del rischio oncogenico, significativa, ciò lo si sarebbe potuto facilmente evidenziare e dimostrare in uno screening sanitario?
Se avesse prodotto un aumento misurabile e sensibile di incidenza di qualche forma tumorale si sarebbe prima o poi rilevato.

Per dire, ci si fanno tante seghe mentali sulla pericolosità dei campi EM ma quello che è *già* dimostrato scientificamente è che se c'è un rapporto causa effetto è comunque piccolo piccolo e probabilmente trascurabile.
Nella malaugurata ipotesi che uno di noi avesse in vecchiaia un problema di tal natura (sgrat sgrat sgrat) quante probabilità ci sarebbero, a tuo avviso, di poterlo nella nostra coscienza associare al Potassio 40 assorbito dalle banane piuttosto che al benzene inalato cumulativamente nella nostra esistenza da quando esiste la benzina "verde"... facendo rifornimento al self service?
Infatti i rischi vanno sempre considerati in ordine di entità. E i potassio-40 se ne sta in fondo in fondo, non come il benzene.

Ciao,

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