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Leggendo un altro post in altra sezione, mi è tornato alla mente come calcolavamo, unici al mondo, le limitazioni ostacoli con il DC9/30. Questo aereo, aveva ancora la limitazione di impiego della spinta di decollo con un motore in meno legata al massimo di 5 minuti. Anche altri aeromobili la avevano, tipo DC8 e B727 ecc, insomma quelli più anziani, ma io iniziai ad occuparmi del calcolo del peso massimo di decollo con il DC9/30, e di questo voglio parlare. Oltre alle solite verifiche pista, secondo segmento e ostacoli vicini, studiavamo una procedura con avaria motore alla V1 che accompagnava l’aeromobile fino alla prima radioassistenza utile che andava dal semplice NDB fino al VOR/DME con inclusa la holding. Dove la holding non c’era o dove la holding prevista non andava bene per la presenza di ostacoli limitanti, ne definivamo una noi ad hoc.
L’impiego della spinta di decollo limitato a 5 minuti, determinava una quota di accelerazione piuttosto bassa e notevolmente lunga. La quota massima, in molti casi, era di soli 800 ft QFE. Questi 800 ft reali consentivano la salita alla V2, l’accelerazione alle velocità previste per la retrazione flaps e SLAT e l’accelerazione fino alla velocità minima nel segmento finale con aeromobile pulito. I 5 minuti non bastavano per il completamento della pulizia e dell’accelerazione, quindi ad un certo punto bisognava ridurre la spinta alla massima continuativa che era la causa principale della bassa quota di accelerazione e della lunghezza della stessa, dovendo garantire sempre un gradiente minimo di salita o accelerazione pari a 1,2% per i bimotori. La notevole lunghezza del segmento di accelerazione e la bassa quota NETTA (circa 400 ft mi sembra di ricordare) imponevano uno studio particolareggiato di tutto il percorso. Per contenere lo studio ci si fermava ad una radio assistenza sufficientemente vicina . Per questo motivo si poteva arrivare su quel fix già puliti oppure ancora in accelerazione. Così, nelle nostre procedure si ipotizzava l’entrata nella holding alla velocità massima del segmento finale con l’inclinazione massima nelle virate di 15° di bank, proprio per coprire entrambe le possibilità e realizzando una superficie coperta dalle analisi la più ampia possibile. Per facilitarci lo studio avevamo elaborato su pellicola trasparente delle figure che rappresentavano tutte le possibili entrate in holding . Queste figure realizzate nelle scale più usate nelle cartine di procedura ci consentivano di identificare rapidamente l’aera coperta e gli ostacoli interessati che dovevano essere superati con i margini prescritti al decollo e cioè dalla quota netta più 35 ft.
L’avvento dell’uso dei 10 minuti con una quota minima di 1500 ft QFE, facilitarono lo studio ed ora, credo che sia tutto più semplice.
Ho cercato di sintetizzare e spero di non essermi perso dettagli importanti.
L’impiego della spinta di decollo limitato a 5 minuti, determinava una quota di accelerazione piuttosto bassa e notevolmente lunga. La quota massima, in molti casi, era di soli 800 ft QFE. Questi 800 ft reali consentivano la salita alla V2, l’accelerazione alle velocità previste per la retrazione flaps e SLAT e l’accelerazione fino alla velocità minima nel segmento finale con aeromobile pulito. I 5 minuti non bastavano per il completamento della pulizia e dell’accelerazione, quindi ad un certo punto bisognava ridurre la spinta alla massima continuativa che era la causa principale della bassa quota di accelerazione e della lunghezza della stessa, dovendo garantire sempre un gradiente minimo di salita o accelerazione pari a 1,2% per i bimotori. La notevole lunghezza del segmento di accelerazione e la bassa quota NETTA (circa 400 ft mi sembra di ricordare) imponevano uno studio particolareggiato di tutto il percorso. Per contenere lo studio ci si fermava ad una radio assistenza sufficientemente vicina . Per questo motivo si poteva arrivare su quel fix già puliti oppure ancora in accelerazione. Così, nelle nostre procedure si ipotizzava l’entrata nella holding alla velocità massima del segmento finale con l’inclinazione massima nelle virate di 15° di bank, proprio per coprire entrambe le possibilità e realizzando una superficie coperta dalle analisi la più ampia possibile. Per facilitarci lo studio avevamo elaborato su pellicola trasparente delle figure che rappresentavano tutte le possibili entrate in holding . Queste figure realizzate nelle scale più usate nelle cartine di procedura ci consentivano di identificare rapidamente l’aera coperta e gli ostacoli interessati che dovevano essere superati con i margini prescritti al decollo e cioè dalla quota netta più 35 ft.
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La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.
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Re: HOLDING
sei un ottima enciclopedia aeronautica sig. Tartan...piano piano sto imparando qualcosa.
mi piacerebbe fare copia/incolla del tuo post e metterlo nel mio 3D "Procedure Strumentali" se me lo concedi.mi sembra abbastanza attinente,no? grazie.
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- tartan
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Re: HOLDING
Nessun problema, puoi farne quello che vuoi. Ricorda solo che si tratta di procedura di emergenza (contingency) a seguito di avaria motore in decollo, tipica e specifica di filosofia Alitalia.
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Re: HOLDING
Complimenti!! molto chiara (e coinvolgente) anche l'esposizione.
Grazie assai
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- tartan
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Re: HOLDING
Grazie a te. All'epoca già si parlava di uso della spinta per 10 minuti e cercammo di ottenere dalla Douglas le performance relative a 10 minuti. Ci spararono una cifra assurda per un solo flap di decollo. Poi ci dissero che era il loro modo per dirci di no. Infatti non accettammo, però in cambio ci offrirono di darci tutto il supporto possibile sia in contatti con il loro tecnici che in documentazione tecnica. In pratica ci dissero fatevele da soli. AZ accettò e mi spedì in USA, Long Beach, Lakewood Boulevard a studiare. Quando tornai sapevo quasi tutto sul DC9/30, avevamo tutti i pezzi di carta originali Douglas e la loro benedizione. Il mio capo preparò il programma di calcolo delle traiettorie, le elaborò ed io verificai con l'Olivetti programma 101 alcuni punti spot, così, utilizzando due calcolatori diversi, uno più importante e l'altro adatto solo per punti precisi e due cervelli diversi, uno da matematico puro e l'altro da poraccio (I due estremi), riuscimmo a determinare le traiettorie di decollo con avaria motore valide per l'impiego della spinta di decollo per 10 minuti.
All'approvazione, ENAC ci disse che non se ne parlava proprio visto che non c'erano precedenti, così li tutto fu messo nei cassetti e quando l'ATLAS ottenne finalmente la documentazione ufficiale DACO per il DC10 e potevamo tirale fuori, il DC9/30 era in corto finale e non se ne fece più niente.
Era ormai l'anno 2008 quando un signore Boeing ex Douglas, in visita tecnica in una compagnia aerea in cui lavoravo anche io, riandò indietro nel tempo parlando con me e ad un certo punto mi guardò con espressione stupita e mi disse: ma lo sa che lei conosce cose che neanche i miei colleghi conoscono? Ci mancò poco che mi commuovessi.
All'approvazione, ENAC ci disse che non se ne parlava proprio visto che non c'erano precedenti, così li tutto fu messo nei cassetti e quando l'ATLAS ottenne finalmente la documentazione ufficiale DACO per il DC10 e potevamo tirale fuori, il DC9/30 era in corto finale e non se ne fece più niente.
Era ormai l'anno 2008 quando un signore Boeing ex Douglas, in visita tecnica in una compagnia aerea in cui lavoravo anche io, riandò indietro nel tempo parlando con me e ad un certo punto mi guardò con espressione stupita e mi disse: ma lo sa che lei conosce cose che neanche i miei colleghi conoscono? Ci mancò poco che mi commuovessi.
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Re: HOLDING
Te l'ho sempre detto Pino, devi scrivere un libro!
Non un libro puramente tecnico ma uno che racconti, come fai qua, la tua esperienza lavorativa e i concetti tecnici insieme.
Nel caso, gia ti vedo appena stampato il lavoro che dici "azz mi son dimenticato di scrivere che..."
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Re: HOLDING
Questa mi è parsa di averla già sentita...tartan ha scritto: "Ma lo sa che lei conosce cose che neanche i miei colleghi conoscono?"
Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione ed un'assoluta tolleranza. MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI
BIRRA POINT
Ministro rapporti CULturali
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Re: HOLDING
E' vero, già l'ho detta, però qui ci stava bene perchè quello che ho scritto sopra è uno dei motivi per avergliela tirata fuori e ci saranno altre occasioni per ripeterla. Buona pasquetta.b747-8 ha scritto:Questa mi è parsa di averla già sentita...tartan ha scritto: "Ma lo sa che lei conosce cose che neanche i miei colleghi conoscono?"
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Re: HOLDING
Grazie per l'invito, però solo l'idea di scrivere qualcosa e di accomunarmi ai vari cantanti o attori o soubrette o parlamentari o giornalisti, mi fa venire l'orticaria. Comunque, queste cosette che scrivo le raccolgo in una cartella chiamata raccontini, ma solo per evitare di ripetere quello che ho già scritto. Lavoro inutile, a quanto pare (vedi sopra), perchè prima di scrivere dovrei leggere visto che mi dimentico, ormai, abbastanza spesso di quello che faccio.davymax ha scritto:Te l'ho sempre detto Pino, devi scrivere un libro!
Non un libro puramente tecnico ma uno che racconti, come fai qua, la tua esperienza lavorativa e i concetti tecnici insieme.
Nel caso, gia ti vedo appena stampato il lavoro che dici "azz mi son dimenticato di scrivere che..."
Comunque ho verificato che se anche mi ripeto, la ripetizione è sempre diversa, per lo stesso motivo, naturalmente. Sopportatemi, vi prego!
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Re: HOLDING
Io credo che il libro andrebbe a ruba e non si potrebbe nemmeno mai paragonare ai libri da "cantanti o attori o soubrette o parlamentari o giornalisti".
"Failure is not an option." (cit. Eugene F. Kranz)