maksim ha scritto:
Comunque, io dico: "evviva le informazioni vere, evviva le informazioni vere ma inutili, evviva le informazioni vere ma ridondanti. Sempre".
Se tu non sei di questo avviso, rispetto la tua posizione.
Se posso, vorrei sottolineare un problema.
Poniamo che accada un fattaccio come quello di Madrid.
Dei giornalisti, molti, riportano - ammettiamo anche in modo un po' più decente - tutto quello che sentono e captano, cercando solo di verificare che il dato non sia inventato o messo in giro in modo fraudolento. Cioè con onestà, anche se senza competenza, e seguendo il principio "nulla deve essere tenuto nascosto ai miei lettori".
Ora, il problema è che in una catena complessa di eventi come un incidente aereo, al lettore medio manca completamente - come si potrebbe pretenderlo? - una base culturale che gli permetta di leggere in una corretta chiave interpretativa una serie di dati di interpretazione tutt'altro che immediata (ho letto che nel caso di un incidente a un DC10 o MD11 che cadde in mare l'Agenzia di investigazione preposta spese 87 milioni di dollari per giungere ad una conclusione certa e diramare le nuove procedure di sicurezza del caso).
Bene: ieri, sul Corriere della Sera, una tal Giusi Fasano, siglando solo G. Fas. (firma per esteso in altro articolo più lungo) scrive, riporto testualmente:
Ma dopo nemmeno 24 ore si registra una discrepanza fra quello che ha dichiarato la Spanair e quello che dice il sindacato dei tecnici della manutenzione. La compagnia ha detto che il problema, al primo decollo tentato, era il surriscaldamento di una presa d'aria, poi isolato. Per i tecnici, invece, l'avaria era dovuta a un sensore che misura la temperatura esterna. Perché le versioni non coincidono nonostante il pilota dell'Md abbia fatto rapporto prima di andare incontro alla morte?
Se ho capito i post di Tienneti (non è affatto sicuro, si parla di cose che non domino, fino al virosbandometro e agli SLAT ci arrivo pure, ma non vado troppo oltre; mi interessava il succo più che il dettaglio del sensore) forse perché stavano parlando in due modi diversi della stessa cosa, infatti Tienneti mi sembra parli del riscaldamento preventivo di un componente per evitare che in condizioni di freddo in quota la sua lettura sia falsata. E poi comunque Tienneti dice che se pure quel componente non va, si possono calcolare gli stessi parametri che ti servono e che il medesimo registra con l'ausilio di tabelle "precotte", e che si è autorizzati a volare per massimo 10 giorni prima di dover necessariamente, secondo regole, aggiustare il pezzo. E che quel pezzo, con un decollo fallito seguito da crash non può comunque entrarci assolutamente nulla. Se lo dice un primo ufficiale di MD8X, scusate, ma io sino a prova contraria sarei orientato a credergli, più che a Giusi Fasano.
Il vero guaio è che a leggere Giusi Fasano, si sente odore di tentativo di depistare una imbarazzante verità, nemmeno fosse il DC9 di Ustica. Ciò non è "dire la verità", è - magari in buonissima fede - orientare l'opinione del lettore. E due righe sotto continua:
C'è un altro dato preoccupante che emerge dalla giornata di ieri: poche ore prima dell'incidente un altro Md-82 Spanair ha avuto un problema tecnico, sulla rotta Madrid-Lanzarote. E stato costretto a un atterraggio di emergenza alle Canarie.
Primo, Lanzarote non mi pare sia alle Azzorre. Dunque potrei pensare che sia partito da un'isola (Tenerife? Las Palmas?) ed abbia fatto atterraggio al primo aeroporto buono che si trovava sulla strada. Poi non dice di che problema tecnico si tratti. E se si fosse trattato di una avaria assolutamente secondaria presa sul serio da un Comandante eccezionalmente scrupoloso e prudente? Magari non si voleva proprio spegnere la spia che indica uno dei carrelli non ancora correttamente retratto e con portelloni chiusi (dico probabilmente una fesseria qualunque, compatibile col mio livello di conoscenze), e il pilota nel dubbio non si è fidato ed ha preferito interrompere un viaggio lungo fino a conseguire delle certezze dopo una ispezione tecnica (magari l'interruttore che comanda la spia con falso contatto). Che ne so io? Che ne capisco? E se nulla ne capisco io che dal volo sono molto intrigato, che ne capisce Giusi Fasano?
E, di fatto, il messaaggio che passa è (la giornalista ha riportato una notixzia "vera", senza censurare): «ecco, notate, due in meo di due giorni, che significa ciò?» E il lettore pensa, portato per manina come un bambino a questo: «vedi, è una compagnia in crisi che sta cominciando ad avere problemi a raffica, si vede che non hanno i soldi per fare la manutenzione e tirano via, fanno finta, morale della Spanair non bisogna fidarsi, pericolo.»
Allora, poniamo che il giornalista dica tutte verità, riporti tanti frammenti di fatti ritenedo prioritario non celare né omettere nulla. Butta lì e riporta tutto quel che sente. Non vuole censurare, nemmeno involontariamente.
Risultato EFFETTIVO? Poniamo, centocinquanta persone che volevano andare da Madrid a Lione con un volo magari Spanair, ci rinunciano perché hanno diffidenza dopo quel che è successo decidendo «il problema sono i voli, meglio il problema sono i voli con l'Md8x, meglio ancora il problema sono i voli con gli Md8x Spanair», e decidono di farsi un mare di ore di corriera per arrivare a Lione, compreso salire e scendere dai Pirenei.
Il modo di fare giornalismo della Giusi Fasano di turno avrà indotto dei lettori a fare, contro l'interesse della propria sicurezza, una scelta associata a un rischio statistico di morte incomparabilmente superiore.
E questo immagino non fosse certo nelle intenzioni di quella giornalista, né della media dei suoi colleghi.
Al tempo del disastro di Ustica ci fu invece l'interesse economico a far fallire l'Itavia, per rilevarne flotta e rotte, e si prestarono a raccontar una carriolata di menzogne immonde giornalisti prezzolati altrettanto immondi (sotto il patrocinio morale dell'allora ministro dei Trasporti, che molti anni dopo si scopì interessato alla faccenda...). Vi ricordate tutta la flotta Itavia - tutti DC9 freschi e ben tenuti - messa a terra sostenendo a priori l'ipotesi del "cedimento strutturale", nemmeno fossero dei vecchi Comet non revisionati? Ma quella è un altra storia.
Insomma, credetemi, informare "correttamente" non è affatto così facile e immediato. Ci vuole saggezza equilibrio e senso di responsabilità, condito dalla capacità di capire che effetto può fare ciò che scrivi anche al lettore meno competente. La faccenda non si riduce a una dicotomia fra la libertà di informazione "cosa a priori santa e buona", e il controllo fascistoide dell'informazione a mezzo censura preventiva e selettiva, tipo URSS ed oggi Cina.
Penso che sia un problemaccio, molto più complesso e articolato, come complesso e articolato è concludere perché è cascato un aereo.