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da Alien » 25 ottobre 2012, 14:55
Vorrei ora focalizzare l’attenzione sui dettagli di quello che considero la causa primaria dell’incidente: la mancata descrizione/comprensione del problema. Il paragrafo 1.16.3.1 riporta la successione temporale degli eventi per quanto riguarda le IAS (la figura 67 del paragrafo 1.16.5.1 contiene le altre informazioni, tutte essenziali per il mio commento). Tutto è sostanzialmente iniziato con questi quattro eventi, due dei quali a livello di sistema, e due a livello sistema+display:
2h10m03.5 - 2h10m05
Perdita di ADR 2 nel sistema.
2h10m04 - 2h10m05
Perdita di ADR 1 nel sistema.
2h10m05
Warning ECAM: AP OFF
2h10m10
Warning ECAM: Alternate Law
Secondo me, in questo preciso istante, AF447 era stato condannato. Per il preciso motivo che esiste una discrepanza fatale tra la situazione effettiva delle velocità e quella indicata nel cockpit: due su tre sono perse, e sono proprio quelle dei display, cioè ADR 1 e 2. Ai piloti vengono indicate due velocità inaffidabili, ma non viene loro indicato che lo sono, nè tanto meno quali. Tant’è vero che, sempre da fig. 67, il PF non commuta il suo PFD da ADR 1 a ADR 3 fino a 2h10m40, cioè ben 30 secondi dopo il problema. Tra l’altro, commutare da ADR 2 a ADR 3 non migliora la situazione (anzi, peggiora la comprensione di essa) in quanto ADR 3 era inaffidabile, ed è stato confrontato con ADR 1 che nel frattempo era tornata valida (traccia verde ADR 1 in figura 67).
Il sistema però, dal proprio punto di vista, si è correttamente riconfigurato a seguito di perdita di integrità di certi parametri. Con la perdita di affidabilità dei dati aria (due persi su tre, da triplex la ridondanza diventa simplex), l’autopilota e le funzioni di protezione si devono disingaggiare. Di qui le due corrette indicazioni ECAM e Alternate Law. E queste indicazioni sono quindi state considerate come causa e non effetto nella errata fatale valutazione dello scenario.
La filosofia del sistema prevede dunque che siano i piloti a verificare l’integrità delle velocità. ma mi chiedo come facciano ad eseguire tale verifica se non li si avvisa di doverla eseguire. Al para. 1.16.3.1, si dice chiaramente che la perdita di ADR 1 e 2 è stata registrata (quindi rilevata, ovviamente) dal computer FMGEC2, ma a tale evento non era associata alcuna azione (oscuramento, o flag) sul display PFD destro. Questo significa che il sistema è stato sì in grado di riconoscere i canali guasti, come ADR 1 e 2, ma non di dirlo tramite avionica.
Nei sistemi ridondati, la bestia nera sono i guasti simultanei, o di “common mode”. Un guasto simultaneo nei diversi canali impedisce al sistema di riconoscere i canali guasti da quelli buoni. In questo caso, però, dal fatto che ci siano state sconnessioni AP e Full Law, potrei dedurre che i guasti su ADR 1 e 2 siano stati sequenziali e non simultanei. Il sistema è stato in grado di riconoscere prima un canale guasto (diciamo ADR 1, confrontandolo con 2 contro 1), escluderlo, e poi riconoscere che anche ADR 2 era guasto. In linea di principio, confrontando due soli canali (nel nostro caso ADR 2 e 3), non si sarebbe in grado di distinguere quello buono da quello guasto, ma data la particolare anomalia, un crollo del valore di velocità, presumo che il computer sia stato in grado di dire che il canale buono era quello dove non c’era una variazione brusca di velocità, che sarebbe impossibile fisicamente.
Ad ogni modo, a parte questi dettagli di implementazione, il mio punto è che il sistema era stato in grado di rilevare anomalie dei dati aria, prendere le corrette contromisure di disingaggio di funzioni “clienti” di tali parametri anomali, ma non in grado di avvisare i piloti. Eppure, il sistema è in grado di generare il warning di cui parlo: la figura 67 riporta (i tratti neri) la tempistica dei flag SPD sul display PFD, ma, purtroppo, si vede come questi siano arrivati molto, troppo tardi (sul PFD sx a 2h11m40, sul PFD dx a 2h11m45). Per quanto mi sembra di capire, il Report non spiega in dettaglio (forse Airbus non lo dice) il design del software relativo alla generazione di questi flag SPD, e dell’indicazione relativa ECAM Check Speed. L’indicazione ECAM arriva addirittura a 2h12m44 (figura 71 del Report), cioè tardissimo, ancora più tardi del già tardivo flag sui PFD.
Cioè, ricapitolando, al tempo zero (circa 2h10m04) abbiamo l’evento scatenante, al tempo t = +1 secondo avvisiamo i piloti di intervenire (con un ECAM rosso, piuttosto veloce, 1 secondo o meno), mentre l’ECAM fondamentale che spiega la causa del problema (tra l’altro blu, nemmeno ambra e non tantomeno rosso) glielo diamo a t = +2minuti 40 secondi. Mi chiedo come sarebbe stato possibile per chiunque capire che la causa dell’ECAM rosso a t = +1s era un ECAM blu arrivato DOPO, a t = +2m40s...
Non conosco l’avionica e l’ergonomia dell’Airbus, ma forse, in generale, i piloti andrebbero avvisati in qualche modo sulle cause di un warning ECAM rosso. Ipotizzo che, dopo che il PF intervenga con la corretta procedura dovuta al warning rosso AP, il PNF debba essere in qualche modo in grado di “interrogare” il warning stesso e sapere le cause di esso (in questo caso, speed o Air data anomalies). L’informazione sarebbe disponibile nei computer. Il PF prende la corrective action richiesta dal warning rosso, mentre con più calma, il PNF indaga e ricostruisce lo scenario.
Alternativamente, sempre secondo la mia opinione, il check sulle velocità andrebbe lasciato al computer invece che ai piloti. I dati aria sul display potrebbero essere quelli validi, “votati” dal computer, e non quelli direttamente in arrivo dalle sonde. I piloti, guardando i display, vedrebbero informazioni con il massimo livello di integrità, e non sarebbero indotti ad errore riferendosi, nell’esecuzione della procedura, a dati dubbi (sarebbe come nei velivoli militari). Invece, qui, abbiamo una filosofia “via di mezzo”, che non riesco a capire. Se volessero, potrebbero benissimo commutare sui valori “grezzi” delle sonde individuali, ma sapendo che, se non lo volessero fare, il display riporta comunque quanto di meglio è disponibile. E che, in mancanza di integrità sufficiente, il display si annerisce; oppure un flag, anche temporaneo, oscura i dati incerti. Io credo che sarebbe meno peggio non fornire dati incerti, piuttosto che fornirli comunque, certi o incerti.
Non voglio nemmeno entrare nel merito dell’Airmanship tra piloti di esperienze differenti (più tradizionali, o più strumentali EFIS). Sta di fatto che, se si accetta che un pilota si debba basare sull’EFIS, allora bisogna che egli abbia le informazioni corrette. Secondo me, non esiste nulla di sbagliato a delegare certe funzioni ai computer. I computer non hanno, e non devono avere, capacità decisionali: i computer devono vigilare e intervenire a livello sistema per rilevare e isolare guasti (oltre al compito, non in discussione qui, di proteggere l’aeroplano nel suo inviluppo). Infatti, sono molto più veloci degli umani nelle azioni correttive. Ma, essendo lasciata la responsabilità decisionale ai piloti, allora il problema qui diventa puramente ergonomico: bisogna presentare le informazioni in modo corretto, e disambiguo, cioè in modo tale da far sì che il pilota possa costruirsi l’immagine mentale corretta dello scenario. Io posso aver il diritto di criticare un pilota che non esegua una procedura, ma non nel caso in cui non lo metto in grado di capire che tale procedura deve essere eseguita.
Giorgio