lavorare in aviazione

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da MD82_Lover » 2 aprile 2014, 22:03

sigmet ha scritto: A me invece due ventenni non mi dispiacerebbero.
Una mora ed una bionda !
Mandare C.V. con foto.
:wink:
Non ti facevo così viziatello... :lol: :mrgreen:

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mermaid
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da mermaid » 3 aprile 2014, 12:36

tartan ha scritto: Sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?, sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?, sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?.............
una di quasi 40 va bene uguale? :mrgreen:

razzo... anzianotta, dipendente da un handler e cassa integrata......... :shock: :mrgreen:
Ti!

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da spiridione » 3 aprile 2014, 13:02

mermaid ha scritto: una di quasi 40 va bene uguale? :mrgreen:

razzo... anzianotta, dipendente da un handler e cassa integrata......... :shock: :mrgreen:
No, dai!
Anzianotta no...... Non mi mettere di cattivo umore! :cry:
Spiridione.


Ho volato su un MD80 così vecchio, che sulla porta di una toilette c'era scritto ORVILLE
e sulla porta dell'altra WILBUR....





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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da SuperMau » 3 aprile 2014, 14:38

mermaid ha scritto:
tartan ha scritto: Sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?, sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?, sai quanti giovani ventenni disposti a seguirmi trovo?.............
una di quasi 40 va bene uguale? :mrgreen:
SI
Be'....sono andato un po' in giro...
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da Limosky91 » 3 aprile 2014, 15:30

Anch'io, alla bell'età di 22 anzi quasi 23 anni (tempus fugit) ho il sogno di entrare in aviazione. Come? In che posizione? quanto guadagnare? Dove andare? Queste sono le domande classiche che mi pongo e immagino chiunque si pone.
L'aviazione è un sogno sin dalla tenera età, ovviamente inizialmente focalizzata solo sulla figura del pilota poi con gli anni, anche grazie a md80.it, ho iniziato a conoscere un po' meglio e capire che il mondo è un po' più grande e non pilota-centrico.

Finito l'ultimo anno di liceo linguistico (capirai...nulla di tecnico, nulla di specifico, una seconda lingua OK ma la terza, il tedesco, molto molto traballante) inizio a prendere la PRIMA vera scelta sulla vita futura: decido di andare in università e di studiare Turismo. Benedetto sia quel giorno in cui presi la decisione.
A 23 anni sto finendo il terzo anno, la laurea entro il 2014 se Dio vuole, e che posso dire? Mi sono avvicinato al mondo dell'aviazione? Ni...però posso dire che in questi 3 anni mi fatto un cul* bello grande più che dal punto di vista universitario dal punto di vista lavorativo.
Primo lavoretto il primo anno di università, ho accompagnato una squadra di rugby in trasferta in Italia. Mi sono sbattuto, ho fatto molto di più del necessario*, mi sono fatto apprezzare, ho ricevuto un feedback positivo e un mese dopo stavo in uno showroom al Fuorisalone del Mobile come semplice attendant. Al Fuorisalone mi sono fatto notare, mi sono sbattuto, non facevo molto più del necessario ma quello che dovevo fare lo facevo bene, senza sbavature e grazie a ciò ho ricevuto anche lì un buon feedback che, tramite il passaparola, mi ha portato a firmare 2 mesi dopo per una multinazionale che si occupa di Mobility in qualità di service provider. Non è un impiego fisso, non ho un fisso, ma posso lavorare quando mi pare piace (a patto che ci sia lavoro). Insomma ottimo per conciliare con gli studi. 3 mesi dopo, a settembre, la multinazionale mi propone un grosso lavoro che mi occupa 4 mesi con la più grande realtà aziendale italiana, anche lì ottima esperienza anche se la mia figura finisce un po' nel dimenticatoio. Amen. Intanto do gli esami universitari e si avvicina la primavera, mi ricontattano per il Fuorisalone dove questa volta faccio anche il setting dell'esposizione (tanto lavoro manuale insomma). Passa un po' di tempo, decido di dedicarmi un po' di più all'università e lavorare di meno, anche se saltuariamente qualche evento lo faccio ancora. Poi il botto di questa primavera (e sono già passati 3 anni): mi richiama la squadra del rugby e questa volta mi chiede non solo di fare il liaison ma di essere il team manager locale (cioè affiancato al team manager della squadra). Nel frattempo mi chiamano di nuovo per il Fuorisalone e questa volta, oltre a fare l'esposizione e il setting, mi occuperò anche della gestione del personale dello showroom.

Quanto mi sono avvicinato al mondo dell'aviazione in tre anni? Secondo me mi sono avvicinato parecchio, ho un carico di esperienze piuttosto vasto e non focalizzato in un solo settore, parlo fluentemente 4 lingue di cui due native. Ok è vero, ho un grosso vantaggio, cioè di essere madrelingua di una lingua ricercata ma...non sono certo l'unico in Italia a parlare giapponese e non ho mai e poi mai utilizzato "conoscenze" per farmi dare una spintarella. Le conoscenze che hanno influito me le sono guadagnate col buon lavoro, senza leccare cul i
morale della favola? sbattersi, sbattersi e sbattersi. Se non ci si sbatte non si ottiene nulla e quello che si ottiene poi risulta effimero.
LINO
Quando uno urla, lo fa soltanto perchè ha paura

Perché gli aerei volano? Perché c'è stato qualcuno che non ha mai detto "è impossibile" far volare un ammasso di ferro con a bordo delle persone.

E se vi è capitato di pensare di essere dei codardi in un mondo di guerrieri, ricordatevi sempre che è successo anche ai vostri nemici. Grazie a questa consapevolezza sarete in grado di nascondere lo smarrimento e di non abbassare mai lo sguardo.

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da **F@b!0** » 3 aprile 2014, 15:48

Il discorso di Lino é inattaccabile! A differenza sua io ho fatto un aeronautico, per cui avevo più conoscenze "tecniche" appena uscito dalla scuola, ho fatto 4 concorsi in aeronautica, 3 per l'accademia e 1 come pilota di complemento, sempre scartato, ho fatto 1 anno di ing. aerospaziale, che per diversi motivi ho mollato, ho cercato un lavoro e l'ho trovato nel call center di Meridiana, poco male, l'importante era entrare, dopo 2 stagioni riesco a passare a geasar come addetto di scalo, anche grazie al fatto che avevo già avuto a che fare col sistema di gestione dei passeggeri dato che è lo stesso che meridiana usa per la gestione delle prenotazioni!
lavorare a contatto con i passeggeri può essere logorante, ma a volte può essere istruttivo, piano piano sto imparando le lingue, oltre che perfezionare l'inglese, sto imparando anche tedesco, spagnolo, francese e russo, di russo mi sono anche fatto un corso per fatti miei!
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China su fronte, si ses sezzidu pesa! ch'es passende sa Brigata tattaresa boh! boh! E cun sa mannu sinna sa mezzus gioventude de Saldigna

Non bat dinare a pacare
una vida pro miserat chi siat
s' omine
no er de imbolare
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da tartan » 4 aprile 2014, 0:38

Quando ero ragazzino si era di Coppi o di Bartali oppure della marina o dell'aviazione. Io ero di Coppi e della marina, forse perchè i miei amici erano tutti di Bartali e dell'aviazione. A scuola non andavo molto bene e il motivo l'ho scoperto molto più tardi ma non ve lo dico. Dopo le medie scelsi il perito aeronautico perchè lo faceva già un mio amico ed io prima non sapevo neanche che esistesse. Nonostante i miei scarsi risultati i miei genitori si sacrificarono e mi iscrissero. Non erano ricchi i miei genitori e avevano anche donato il loro poco oro (comprese le fedi) alla patria, per sostenere la guerra, quella seconda. Io seguitavo ad essere scarso, però loro insistevano, e fecero bene. Non mi potevano dare paghette, così l'estate lavoravo. Ho fatto il cameriere, il fattorino, il pulitore di uffici, il venditore di libri e così mi guadagnavo la paghetta estiva. Una estate seguii il consiglio della mia professoressa di francese e andai per due mesi in una colonia estiva in Bretagna, Francia, come assistente e tornai che pensavo in francese. Poi mi diplomai e cominciai a battere la via Pontina, la zona industriale di Roma. Tutti mi rispondevano: che fai, cerchi lavoro quando qui licenziamo? Nel frattempo facevo domande dappertutto e mi chiamò l'Alitalia. Feci un colloquio che non li convinse del tutto, però rimasero colpiti. Ancora mi chiedo cosa fu che li colpì. Non mi assunsero, però mi fecero fare un test psicoattitudinale e mi mandarono a un corso di programmatore IBM. Superai i vari esami intermedi ma non la classifica fatta da Alitalia, così mi rispedirono in attesa. Nel frattempo rispondevo a tutti gli annunci che trovavo sui giornali e mi chiamò per un colloquio, insieme ad altri, la Thermomatic di Bologna che produceva bruciatori per caldaie da riscaldamento. Al colloquio, contrariamente a quanto fatto per gli altri, non mi dissero le faremo sapere ma mi dattero appuntamento direttamente a Casalecchio di Reno per il corso. Ci andai, feci il corso e tornai procacciatore di affari per loro. Non ho venduto un bruciatore e credo di essere ancora un loro dipendente non avendo dato mai dimissioni e non avendo mai ricevuto licenziamenti. Mi chiamò l’Olivetti per Milano senza che li avessi mai interpellati. Rifiutai perché a Milano non ci andavo neanche morto. (in realtà mi ero appena fidanzato) Ho fatto anche un concorso per il ministero dell’aeronautica come AIUTO DISEGNATORE AGGIUNTO IN PROVA. Dopo la prova scritta uno dei commissari che era anche un professore del Galilei dove avevo studiato e che doveva conoscermi bene, mi stupì non poco quando mi telefonò e mi disse di andare a fare gli orali perché la prova scritta era stata eccellente. Risposi di no perché nel frattempo l’Alitalia mi aveva richiamato, insieme a molti altri. Rifeci il colloquio e fui assunto. Mi misero ad occuparmi dei voli charter, nel senso che mettevo insieme il materiale che altri studiavano e preparavano per i piloti che avrebbero fatto il volo charter. Un giorno il mio capetto fece un errore e lo addebitò a me e si lamentò con il capo perché io ero inaffidabile. Così mi spostarono e mi misero in un altro ufficio dove si parlava e si lavorava di aviazione e da quel giorno nacque un fan dell’aviazione, mai più marina, anche se sempre Coppi.
Oggi, 3 aprile, sono andato all’inaugurazione di un nuovo locale per matrimoni eccetera. Un allargamento di un ristorante famoso qui a Ladispoli dove vado spesso a mangiare e che ha riservato una sala ai dipinti di Barbara. Volevo gonfiare la mongolfiera, ma le previsioni erano troppo brutte, specialmente per il vento forte, così ho montato l’arco gonfiabile. Si è alzato il vento proprio mentre lo gonfiavo, me lo ha rintorcinato tutto e mi sono fatto un mazzo tanto che volevo tornarmene a casa e abbandonare tutto li. Però, con calma e sangue freddo, sono riuscito a montarlo. Appena montato, è uscito il sole e il vento è calato. Una serata splendida, però per due volte è andata via la corrente e l’arco si è sgonfiato sulle macchine parcheggiate dove non dovevano parcheggiare. Altre due faticacce per tenerlo su senza che si rompesse. Poi, alle ore 22, ho deciso di toglierlo e questo mi è riuscito bene. In poco tempo l’ho impacchettato ed ora sto qui a scaricarmi battendo sui tasti e se mi leggete bene e se non mi leggete chissene, io me ne vado a dormire. Ciao.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
http://web.tiscali.it/windrider/
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da MD82_Lover » 4 aprile 2014, 8:40

tartan ha scritto:Quando ero ragazzino si era di Coppi o di Bartali oppure della marina o dell'aviazione. Io ero di Coppi e della marina, forse perchè i miei amici erano tutti di Bartali e dell'aviazione. A scuola non andavo molto bene e il motivo l'ho scoperto molto più tardi ma non ve lo dico. Dopo le medie scelsi il perito aeronautico perchè lo faceva già un mio amico ed io prima non sapevo neanche che esistesse. Nonostante i miei scarsi risultati i miei genitori si sacrificarono e mi iscrissero. Non erano ricchi i miei genitori e avevano anche donato il loro poco oro (comprese le fedi) alla patria, per sostenere la guerra, quella seconda. Io seguitavo ad essere scarso, però loro insistevano, e fecero bene. Non mi potevano dare paghette, così l'estate lavoravo. Ho fatto il cameriere, il fattorino, il pulitore di uffici, il venditore di libri e così mi guadagnavo la paghetta estiva. Una estate seguii il consiglio della mia professoressa di francese e andai per due mesi in una colonia estiva in Bretagna, Francia, come assistente e tornai che pensavo in francese. Poi mi diplomai e cominciai a battere la via Pontina, la zona industriale di Roma. Tutti mi rispondevano: che fai, cerchi lavoro quando qui licenziamo? Nel frattempo facevo domande dappertutto e mi chiamò l'Alitalia. Feci un colloquio che non li convinse del tutto, però rimasero colpiti. Ancora mi chiedo cosa fu che li colpì. Non mi assunsero, però mi fecero fare un test psicoattitudinale e mi mandarono a un corso di programmatore IBM. Superai i vari esami intermedi ma non la classifica fatta da Alitalia, così mi rispedirono in attesa. Nel frattempo rispondevo a tutti gli annunci che trovavo sui giornali e mi chiamò per un colloquio, insieme ad altri, la Thermomatic di Bologna che produceva bruciatori per caldaie da riscaldamento. Al colloquio, contrariamente a quanto fatto per gli altri, non mi dissero le faremo sapere ma mi dattero appuntamento direttamente a Casalecchio di Reno per il corso. Ci andai, feci il corso e tornai procacciatore di affari per loro. Non ho venduto un bruciatore e credo di essere ancora un loro dipendente non avendo dato mai dimissioni e non avendo mai ricevuto licenziamenti. Mi chiamò l’Olivetti per Milano senza che li avessi mai interpellati. Rifiutai perché a Milano non ci andavo neanche morto. (in realtà mi ero appena fidanzato) Ho fatto anche un concorso per il ministero dell’aeronautica come AIUTO DISEGNATORE AGGIUNTO IN PROVA. Dopo la prova scritta uno dei commissari che era anche un professore del Galilei dove avevo studiato e che doveva conoscermi bene, mi stupì non poco quando mi telefonò e mi disse di andare a fare gli orali perché la prova scritta era stata eccellente. Risposi di no perché nel frattempo l’Alitalia mi aveva richiamato, insieme a molti altri. Rifeci il colloquio e fui assunto. Mi misero ad occuparmi dei voli charter, nel senso che mettevo insieme il materiale che altri studiavano e preparavano per i piloti che avrebbero fatto il volo charter. Un giorno il mio capetto fece un errore e lo addebitò a me e si lamentò con il capo perché io ero inaffidabile. Così mi spostarono e mi misero in un altro ufficio dove si parlava e si lavorava di aviazione e da quel giorno nacque un fan dell’aviazione, mai più marina, anche se sempre Coppi.
Oggi, 3 aprile, sono andato all’inaugurazione di un nuovo locale per matrimoni eccetera. Un allargamento di un ristorante famoso qui a Ladispoli dove vado spesso a mangiare e che ha riservato una sala ai dipinti di Barbara. Volevo gonfiare la mongolfiera, ma le previsioni erano troppo brutte, specialmente per il vento forte, così ho montato l’arco gonfiabile. Si è alzato il vento proprio mentre lo gonfiavo, me lo ha rintorcinato tutto e mi sono fatto un mazzo tanto che volevo tornarmene a casa e abbandonare tutto li. Però, con calma e sangue freddo, sono riuscito a montarlo. Appena montato, è uscito il sole e il vento è calato. Una serata splendida, però per due volte è andata via la corrente e l’arco si è sgonfiato sulle macchine parcheggiate dove non dovevano parcheggiare. Altre due faticacce per tenerlo su senza che si rompesse. Poi, alle ore 22, ho deciso di toglierlo e questo mi è riuscito bene. In poco tempo l’ho impacchettato ed ora sto qui a scaricarmi battendo sui tasti e se mi leggete bene e se non mi leggete chissene, io me ne vado a dormire. Ciao.
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da SuperMau » 7 aprile 2014, 11:37

Un po' in risposta a quanto diceva Gek qualche post prima, riguardo il fattore umano e la crescita del personale dipendente.
Vabbe', sorvoliamo sul MINIMO 40 hr di lavoro, sappiamo tutti che in America funziona in maniera differente.

Fonte; Newsletter interna
How To Attract And Keep Contractors…Professionally

Everyone knows paying higher rates for contractors will attract them. However, what if we
can’t offer higher rates? There are other factors that can help attract contractors.

Equality -- It is a powerful word and justly so. All employees should be treated the same. A
company should take pride in their staff, both contract and direct hires, and treat them equally.
Include everyone in company BBQ’s, team building luncheons and holiday events; create an
environment of likeness, even down to the same uniforms.

Guaranteeing long-term work is another circumstance that has curb appeal. When long-term
is not a viable option, guarantee a minimum forty hour workweek. Contract mechanics pay a
great deal of money out of pocket to relocate, and expenses like travel, gas, lodging and food
remain real-life necessities while still supporting a family back at home. Guaranteeing long-term work, or at least a 40 hr workweek, is a much more attractive offer for that individual who
then needs to begin replenishing the costly endeavor of relocating.

Facilitating professional growth is an invaluable asset. Having management who understands
their position and is interested in helping grow their skills is crucial. Top professional manage-ment can make all the difference when they are fair, approachable, positive and not quick to
point the finger. A negative manager can quickly ruin a contractor’s work experience.

Demonstrating consistent hiring practices is paramount. It’s just not prudent to do a big hir-ing push and then lay everyone off a week later. Yes, things change – contracts are lost, planes
don’t come in – however, a company doing everything possible to keep everyone through slow
times builds confidence in any employee; especially contractors who rely on their next move to
pay off.

Communication is key. As with any viable relationship, communication between Supervisor/
Manager and Mechanic is paramount. If there are any incidents that need addressing (i.e. tardi-ness/personality differences), rather than firing for the first offense, communicate in a positive,
non-accusatory manner the needs and expectations of said mechanic. Troubleshoot problems
rather than take swift, rash actions. Confident, competent and communicative management is
a key ingredient to any cohesive, thriving work environment.

In our line of work, dealing with the human element can be both rewarding and challenging.
Sometimes a simple shift in perspective can help us see that there are other valuable factors to
attracting and keeping contract hires.
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da Bario » 19 aprile 2014, 11:34

Buongiorno a tutti
Sono un laureato in giurisprudenza da sempre appassionato del mondo dell’aviazione civile e vorrei provare a ritagliarmi un posto in questo mondo.
Vorrei un vostro consiglio sull’utilità di partecipare ad uno dei seguenti Master :
1) Air and Space Law @ Leiden University
http://en.mastersinleiden.nl/programmes ... /programme#
2) Airport Planning and Management MSc/PgDip/PgCert @ Cranfield University
http://www.cranfield.ac.uk/courses/mast ... ement.html
3) MS Airport Management @ ENAC France
http://www.enac.fr/en/menu/taxonomy/term/314
4) Airport and airline management @ University of West London
http://www.uwl.ac.uk/academic-schools/h ... management

Premetto che solo il primo si configura come una naturale prosecuzione del mio corso di studi universitario ma temo che l’ambito sia troppo settoriale e gli sbocchi lavorativi siano un po’ troppo ristretti.
Ciò che più mi piacerebbe fare sarebbe lavorare in un aeroporto anche se non disprezzo le compagnie aeree.
Cosa mi consigliate di fare ? Vale la pena o no investire in questi master ?

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da tartan » 19 aprile 2014, 12:59

Puoi scegliere? Che c**o ragazzi!
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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da Poly05 » 9 maggio 2016, 0:40

Salve a tutti, ho letto il thread, e sono più o meno nella stessa situazione, avendo un misero diploma da perito aeronautico, sono alla ricerca di un impiego, dato che ho l'hobby di non morire di fame.

Ora ho 21 anni, dal compimento della maggiore età ho concluso ben poco, ho svolto qualche lavoretto part-time per pochi soldi, ho risparmiato per prendere le patenti superiori per provare come trasportatore,ma nulla di concreto, perchè non provare a cercare qualcosa nell'ambito per cui ho studiato?

Come tanti sono partito con l'idea del pilota, ho trascorso l'intera adolescenza tra simulatori, modellini, foto e video di aerei, così dopo un anno di liceo sono passato all'ITaer di Forlì, avendolo anche a pochi km da casa.Iniziai il PPL con loro, ma dopo 5 ore di volo chiusero l'Fto. Chi voleva proseguire poteva andare privatamente a una delle due scuole di volo in loco, ma vista la delusione e i 2mila euro già andati in fumo ho abbandonato il tutto. Di conseguenza anche i risultati dello studio sono andati calando e mi sono trascinato fino al diploma.

Dunque, da quando mi sono diplomato anche l'aeroporto di Forlì ha chiuso, e da anni fanno chiacchere sulla riapertura, i due più vicini sono Rimini e Bologna, per un lavoro all'interno a chi mi dovrei rivolgere?
Ho parlato con un ragazzo che lavora a bologna in rampa per l'handling ma non mi ha dato alcun riferimento.
Non miro certamente a diventare il direttore dello scalo, mi accontento di un lavoro in rampa o simili.

Grazie, Alessio

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da drucks87 » 9 maggio 2016, 13:24

Aviapartner e sacbo avete provato?

Ciao!

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Re: lavorare in aviazione

Messaggio da Poly05 » 10 maggio 2016, 17:02

Ho fatto la candidatura online all'aeroporto di bologna, per ora cercano categorie protette
Aviapartner cerca varie posizioni in altri stati, in italia per ora niente (e non funziona la candidatura spontanea online). le solite mail a vuoto..

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