Riguardo allo Pfeil (Do 335) m'era gia capitato di parlarne (anche se la sede non era il "massimo"...):
http://www.md80.it/bbforum/viewtopic.ph ... &start=210
Nonostante qualche "problema di gioventù", come anche il FW Ta-152, lo Pfeil era un aereo veramente eccezionale sotto molti punti di vista: soprattutto velocità ed armamento. Come quasi tutti gli aerei cui ti riferisci, non fece in tempo ad essere messo in produzione di massa perchè la guerrà finì prima. Se questo fosse accaduto, la Storia avrebbe potuto prendere strade diverse...Un solo aneddoto, di cui ho già detto mi pare, riferito per sua esperienza diretta da Pierre Closterman nel suo libro "Le grand Cirque". Lui e la sua pattuglia di quattro Tempest in pattugliamento sull'Olanda nella primavera del '45 avvistarono un Do 335, il quale, avendoli avvistati a sua volta, dette tutta manetta e li seminò senza alcuna difficoltà. Ed il Tempest era velocissimo...(Meglio così, una fortuna per tutti: morire in guerra fa già incazzare, ma morire a guerra praticamente finita dev'essere una fregatura veramente pazzesca...).
Non so da dove cominciare, quindi vado con le tue foto.
Il Me 163 Komet.
(Nome quantomai appropriato: infatti visto da un B-24 o da un B-17, doveva sembrare esattamente ciò che il suo nome indica: una cometa con la sua scia). Una cometa a razzo che però, invece che cadere dall'alto, saliva dal basso, da terra, ad una velocità che allora nessun pilota poteva immaginare (neanche il pilota stesso del Komet !).
Stranamente, la storia del primo intercettore a razzo operativo parte da lontano e da un posto inaspettato: l'ufficio tecnico per la ricerca di nuovi materiali della Kriegsmarine. Nel 1942 la Kriegsmarine e Karl Donitz in particolare si stavano proprio allora cominciando ad accorgere che l' Arma sottomarina tedesca (i famosi U-Boote), nonostante l'apparenza grandiosa e la propaganda, si stavano avviando verso una debacle senza precedenti (come poi in effetti fu. Dei 30.000 sommergibilisti, i "lupi grigi"di Donitz, che servirono nel Corpo più decorato di tutta la storia della guerra sui mari, 20.000, cioè due su tre, non hanno mai fatto ritorno alle loro basi), per motivi che non ti sto ad elencare. Totale: ci voleva un sommergibile capace di velocità in immersione mai neppure sognate e che fosse in grado di mantenere queste velocità per tempi "congrui". Tra le varie proposte, una delle più concrete fu quella di passare dai motori elettrici a batterie (in immersione mica puoi usare i Diesel) alle turbine a propulsione "Walter" che garantivano una velocità subacquea mai neppure sognata: intorno ai 20-25 nodi, più che doppia rispetto a quella degli U-Boote tipo VII allora in servizio attivo (e che erano i migliori sommergibili operativi esistenti) !
Come progetto era ottimo, peccato però che le turbine Walter funzionano con i gas derivanti dalla combustione della nafta in presenza di ossigeno e quest'ultimo era ottenuto dalla scomposizione chimica di grandi quantità di perossido di idrogeno (acqua ossigenata: H2O2) accumulato in enormi serbatoi nel sommergibile! L'acqua ossigenata è instabile e tende a rilasciare ossigeno, soprattutto alle alte temperature. Questo rilascio di ossigeno non fa che aumentare la pressione all'interno della bombola. Ossigeno e Perossido d'idrogeno sono altamente volatili ed infiammabili e sono pericolosissimi. Un Comandante che li prende a bordo, li tratta "con le molle" sulla sua nave in tempo di PACE e ci dorme male la notte finchè non li ha scaricati a destinazione. A bordo non si fuma e si cammina con speciali scarpe di la cui suola e fatta per dissipare l'energia statica e sfavorire le scintille....immagina cosa si prova ad averli a bordo in GUERRA! Come se non bastasse poi, il perossido d'idrogeno ha la fastidiosa tendenza a corrodere le bombole in cui viene accumulato, perchè è acido...una cosa molto seccante che in genere finisce con un accecante quanto scenografico lampo...
Nessun Comandante di nessuna unità operativa che al terzo anno di guerra sotto i mari fosse ancora sufficientemente sano di mente avrebbe mai accettato a cuor leggero di imbarcare "cose" simili, (sempre a patto di non puntare una pistola alla nuca di sua moglie e dei suoi figli ovviamente). I "Lupi grigi" di Donitz erano abituati ad esaudire richieste che i loro colleghi inglesi ed americani avrebbero giudicato folli, ma chiedergli anche di fare la guerra sott'acqua a bordo di una colossale bomba sotto pressione, QUESTO sarebbe stato troppo perfino per loro, i tanto celebrati Lords degli abissi. Motivo per cui la Marina da Guerra scartò il sommergibile a propulsione Walter e le sue fenomenali prestazioni velocistiche subacquee, a fovore di un nuovo tipo di U-Boote, il tipo XXI, sempre elettrico sott'acqua, ma eccezionale per altri motivi (non è altro che il sottomarino di oggi...), ma non andiamo O.T.
La storia però non finisce qui. C'era infatti qualcuno cui non erano sfuggite le magnifiche doti "incendiarie" del perossido d'idrogeno e le sue "potenzialità". Questo qualcuno era la Luftwaffe, la quale Luftwaffe era alla ricerca di un potente e semplice "motore" da combinare ad uno dei rivoluzionari modelli di alianti senza piani di coda del cortese Prof. Lippisch; aliante che veniva sperimentato fin dal 1941 nel Centro di ricerca per le "Armi segrete", vicino a Peenemunde, dove tra l'altro veniva studiata un' arma capace di volare da sola (!) la bomba Fieseler Fi-103, meglio nota come V-1 (dove la V sta per "versuch", che significa "esperimento").
L'aliante di Lippisch era costituito da una fusoliera metallica, con ali in legno e superfici di controllo rivestite di tela. Aveva un ruotino di coda parzialmente retrattile ed era dotato di un grande pattino estraibile sotto la fusoliera. Il pilota godeva di ottima visibilità, tranne che in coda.
Quando la turbina a gas di perossido di idrogeno del buon Prof. Walter e l'aliante del Prof. Lippisch si incontrarono, nacque lo stupefacente Me-163, il primo intercettore a razzo del mondo; stupefacente perchè le sue prestazioni di salita in quota e di velocità pura aprirono una nuova era nella storia degli aerei da caccia, stabilendo nuovi standard: infatti, quello che era stato l'aliante di Lippisch, guardato con scetticismo se non addirittura con ilarità dai piloti (che avevano preso a chiamarlo "das Ei": l'ovetto), si era rivelato un mezzo che in velocità superava persino il fantascentifico Me 262 !
Nessuno fece più battutine su quell' "ovetto" senza piani di coda...Tantomeno i piloti americani.
E fu così che tra i piloti tedeschi cominciarono a circolare voci incredibili riguardanti un aereo segreto velocissimo, che si arrampicava come un proiettile (e in effetti, la velocità era quella...) ed era capace di superare qualsiasi aereo nemico conosciuto.
Le prestazioni di questo caccia non convenzionale erano tali che si rese necessario costituire particolari reparti (Erprobungskommando) di addestramento operativo, per familiarizzare i piloti (abituati ancora ai Me-109 ed ai FW-190) con le caratteristiche del nuovo aereo. Uno dei più noti fu l'Erprobungskommando-16 basato a Zwischenahn.
I piloti dovevano abituarsi, oltre che al nuovo "profilo di missione" ed all'alta velocità del loro nuovo mezzo, anche al "motore" posteriore invece che anteriore come sugli aerei ad elica, all'assenza dei piani di coda e del carrello ed all'atterraggio sul ventre con il proprulsore spento.
Si cominciava con il Me 163 ancora in configurazione di aliante puro, traninato in quota da altri aerei, in genere vecchi Me 110. Poi si passava al Me-163A, a razzo ma disarmato ed in fine al Me-163B, dotato di due letali cannoni Mark-108 da ben 30 mm a proiettili esplosivi.
Il Me-163 veramente poteva uccidere anche a terra, in ogni momento. Il suo razzo prevedeva l'accensione del combustibile (perossido d'idrogeno) in presenza di un catalizzatore (idrazina in alcool metanolo), entrambi altamente volatili e corrosivi. Anche il personale di terra riforniva il Me-163 con il fiato sospeso...Una scintilla, una caduta di un attrezzo, un residuo fuori del rubinetto della bombola e buuuuuuuum! Anche lo scossone dell'atterraggio sul ventre posteva bastare a far incendiare eventuali residui incombusti, rimasti nel razzo ed anche qui si finiva con un bel buuuuuuuuum...
Il pilota doveva abituarsi anche ad una tuta di volo a prova di acido e a prova di fuoco, la stessa cosa valeva per il personale a terra. A parte questi piccoli dettagli, rimanevano le prestazioni favolose. Risultò che il Me 163 superava le caratteristiche di progetto. Aveva una velocità massima in volo orizzontale che sfiorava i 900 Km/h e in picchiata si avvicinava a quella del suono. Poteva arrampicarsi ad 11.000 m di quota in due minuti netti dal rilascio dei freni. Tutte cose dell'altro mondo per chi veniva dai caccia ad elica.
Si avviava la turbina e poi si metteva la manetta sul minimo: questo era il comando che permetteva ad una semplice pompa di immettere idralazina e metanolo in una camera di scoppio dove c'era il perossido d'idrogeno. Uno scoppio segnalava la partenza. Una nebbia bianca circondava l'aereo e un forte sibilo saliva d'intensità (gli avieri, sfilati i tacchi di sotto le ruote, erano già al riparo da un pezzo, con gli estintori in mano....).
A 200 Km/h si decollava e subito dopo si sganciava il carrello di legno. Spinta la manetta in avanti, il Komet da 4 tonnellate si proiettava nel cielo con una spinta che nessun pilota aveva mai sentito prima e senza il fragore di un motore a pistoni. A 750 Km/h (velocità superiore a qualunque aereo nemico) iniziava una vertiginosa ascesa verso le nuvole, lasciandosi dietro una scia bianchissima. L'accelerazione schiacciava il pilota contro il sedile.
Ma le buone notizie finivano qui, infatti, il propellente a razzo non durava per più di soli 10 min (sei, se alla massima potenza) ! Poi si esauriva ed il Me 163 tornava ad essere un aliante (anche se da 870 Km/h). Finita l'accelerazione, l'aereo diventava un bersaglio naturale per i caccia nemici, che non facevano altro che aspettarlo al varco più in basso... Anche se a 900 Km/h in picchiata, il Me 163 poteva allontanarsi di parecchio dagli aerei nemici di scorta ai bombardieri e quindi non era proprio facilissimo agguantarlo.
Inoltre, il Me 163 aveva una velocità che superava di almeno 500 Km/h quella dei bombardieri americani e ciò rendeva difficile per il pilota tedesco inquadrare bene i bersagli, perchè aveva a disposizione solo una manciata di secondi, cinque sec al massimo!
In definitiva, nonostante le prestazioni strabilianti, il Me 163 non si rivelò un buon distruttore di bombardieri ed anzi era troppo pericoloso per chi lo pilotava e troppo vulnerabile una volta spento il motore a razzo. Non oso pensare che effetto potevano avere i proiettili nemici sulle bombole di perossido d'idrogeno....
Studiarono anche un turboreattore da crociera, ma non fecero in tempo ad istallarlo su nessun Komet, se questo fosse avvenuto, il Komet avrebbe potuto diventare veramente un bel problema.
L'unico reparto che conosco che lo impiegò, facile da ricordare, fu il Jagdgeschwader 400, basato sempre a Zwischenahn nell'estate 1944. I P-51 ed i Tempest impararono presto a seguire i Komet fino in prossimità del loro atterraggio ed a distruggerli quando rallentavano e tornavano ad essere alianti "normalissimi". Infine arrivarono gli Inglesi con i carri armati che risolsero tutto. (Un'ultima cosa: i collaudatori inglesi provarono il Me 163 solo in configurazione di aliante e non si azzardarono nemmeno a rifornirlo di perossido d'idrogeno ed accendere il razzo...).
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Riguardo al Bachem 349 Natter, non ne so molto e neanche i piloti tedeschi ne volevano sapere. Mi sa di pazzia dell'ultima ora. Era un razzo monoposto in legno che si avvicinava molto all'idea del Kamikaze. Esso aveva tre sezioni: la prima era un muso carenato che si sganciava al momento del bisogno, scoprendo una razziera con razzi non guidati di calibro vario; la seconda sezione del Natter era l'abitacolo, la terza ed ultima era il motore a razzo e per gli alti comandi nazisti evidentemente era di gran lunga la più importante, infatti era la sola dotata di paracadute balistico!
L' "aereo" infatti si scomponeva dopo l'impiego: l'abitacolo cadeva come una sassata ed il pilota doveva essere per forza di cose bravo ad uscirne e lanciarsi con il paracadute. La parte con il razzo scendeva invece comoda comoda con il suo paracadute, così non andava persa...Roba da matti. La verità è che sono armi "dei poveri", dettate dalla disperazione. I paesi ricchi non hanno bisogno di simili follie, però ti vincono la guerra (osservazione non mia, ma con la quale mi son trovato sempre del tutto d'accordo).
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".