Il Savoia Marchetti SM-95

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Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 30 settembre 2009, 14:45

Il Savoia-Marchetti S.M.95 è un monoplano quadrimotore passeggeri prodotto dall'azienda italiana Savoia-Marchetti, volò per la prima volta l'8 maggio 1943. Ad ala bassa a sbalzo con ruotino di coda, l'apparecchio fu costruito già durante la Seconda guerra mondiale e costituì la base per la ricostruzione dell'aeronautica civile italiana dopo il conflitto.

Contrariamente a quanto era accaduto ad altri aerei italiani, il SM-95 ebbe un certo sviluppo dopo il termine delle ostilità.
Infatti grazie all'intervento della Allied Commission (Air Force Sub Commission) venne autorizzato il completamento degli aerei giacenti presso le case costruttrici, purché fosse già presente la totalità delle parti staccate.
Grazie a questo fattore vennero autorizzati 2 velivoli, essendo disponibili anche i relativi motori Alfa Romeo 128 RC. 18.
Venne così completato il NC.41003, che fu pronto per il 07/1945, che però era motorizzato con gli Alfa Romeo 131 RC. 14/50.

Nel 09/1945 venne ultimato il velivolo nella versione B., che invece di essere registrato come NC.41004, venne iscritto come NC.41005, in quanto si diede la precedenza ad un esemplare nella versione C.
E così via sino alla chiusura della linea di montaggio che vide uscire l'ultimo esemplare (NC.41020) il 18 novembre del 1949, con lo svilupparsi di due varianti caratterizzate dall'allungamento della fusoliera (con la nuova prua appuntita) e dall'utilizzo di nuovi motori, come i Bristol Pegasus type 48 da 1.005 hp, oppure i Pratt & Whitney SIC-6 Twin Wasp R-1830 da 1.217 hp.

Globalmente i velivoli furono utilizzati essenzialmente da linee civili, con l'eccezione di 5 esemplari che vennero utilizzati in esclusiva dalla nuova Aeronautica Militare con le matricole MM.61811 (NC.41007), MM.61812 (NC.41008), MM.61813 (NC.41009), MM.61814 (NC.41011), e MM.61635 (NC.41005) unico esemplare realizzato della versione B.

Gli inizi:

Annunciato nel 1937 dall'ing. Alessandro Marchetti e sviluppato sulla base dell'aereo da trasporto S.M.75, era un velivolo quadrimotore con motori Alfa Romeo 126 RC.34 da 750hp, denominato inizialmente come S.M.76.

La struttura della fusoliera era in tubi di acciaio saldato, il rivestimento del frontale e del lato inferiore in lega leggera, le fiancate nella tradizionale tela verniciata e la parte posteriore in compensato. L'ala trilongherone in legno in un solo pezzo con ricopertura in legno. Motori Alfa Romeo spingenti eliche tripale metalliche SIAI-Hydrovaria S.53 a giri costanti e messa in bandiera. Cabina di pilotaggio con 2 posti affiancati e doppi comandi avente alle spalle le postazioni per il motorista (sulla sinistra) ed il marconista (sulla destra), la cabina passeggeri per il trasporto di 18 persone.


La progettazione del velivolo si prolungò fino al 1939, venne predisposto per montare motori Alfa Romeo 128 RC.18 da 860hp e la designazione ufficiale divenne S.M.95C dove "C" stava per "Civile".

Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale l'aereo venne accantonato, ma nel dicembre 1941 una richiesta della L.A.T.I., per un quadrimotore da utilizzare sulle rotte verso il Sud America, fece rispolverare il progetto per un velivolo che pur con caratteristiche inferiori ai “concorrenti” Piaggio P.108 e CANT Z.511A, aveva però un costo inferiore ed una realizzazione più pronta.

primi esemplari dovevano essere di una versione militare denominata S.M.95B, dove “B” stava per “Bombardamento”, dotata di motori più potenti degli Alfa Romeo e di armamenti idonei, ma alla fine il primo esemplare a volare fu la versione civile nel maggio 1943 sul campo di Vergiate con ai comandi il collaudatore Guglielmo Algarotti.

L'armistizio del 3 settembre 1943 e la conseguente occupazione militare tedesca fece si che gli unici due velivoli costruiti fossero requisiti, trasferiti in Germania dove furono asseganti alla Luftwaffe e poi probabilmente distrutti dalle vicende belliche.

Il 30 luglio 1945 volò il terzo esemplare superstite che, assieme ad un altro solo parzialmente costruito, era rimasto, non ultimato, presso le officine della Savoia Marchetti dal tempo dell’armistizio. Entrambi furono utilizzati a scopi militari, uno requisito dalla Royal Air Force, l'altro, presentato ufficialmente a Guidonia nell'aprile del 1946, come corriere militare dall'Aeronautica Militare Italiana.

Il dopo-guerra e l'avvio di Alitalia:

L'Alitalia ne acquistò sei esemplari che iniziarono il servizio nel corso del 1947, il 6 agosto il S.M.95C battezzato Marco Polo e immatricolato I-DALM inaugurò la prima rotta internazionale tra Roma e Oslo. La L.A.T.I. utilizzò tre esemplari inaugurando nel luglio del 1949 un servizio transcontinentale con il Venezuela utilizzando gli S.M.95C battezzati Sant'Antonio, San Francesco e San Cristoforo. Altri quattro aerei andarono alla SAIDE compagnia di bandiera egiziana, che li impiegò sulle rotte tra Il Cairo e Roma o Parigi. I velivoli prodotti ebbero un utilizzo quasi interamente civile con l'eccezione di cinque velivoli utilizzati dalla nuova Aeronautica Militare Italiana.

Il Savoia-Marchetti S.M.95C ebbe un anche certo sviluppo. Dai primi esemplari che vennero prodotti con i motori Alfa Romeo 128 RC.18, tranne il terzo che montava invece gli Alfa Romeo 131 RC.14/50, vennero in seguito adottati i Bristol Pegasus type 48 da 1 005 hp fino agli esemplari della L.A.T.I. che ebbero i Pratt & Whitney SIC-6 Twin Wasp R-1830 da 1 217 hp. Vi furono varie versioni che videro una fusoliera più lunga e una prua maggiormente appuntita, si progettò anche una versione interamente metallica, denominata S.M. 95S, poi mai realizzata.

Furono 20 gli S.M.95 di serie, dei quali l'ultimo esemplare uscì dalle linee di montaggio il 18 novembre 1949, l’ultimo volo di un S.M.95 fu registrato il 28 settembre 1954.

Dalla metà del 1947 accanto ai Fiat G-12 l’Alitalia mise in linea sei quadrimotori SIAI-S.M–95 (I-DALJ “Cristoforo Colombo”, I-DALK “Amerigo Vespucci”, I-DALL “Marco Polo”, I-DALM anche esso “Marco Polo” dopo che un incidente aveva provocato la perdita del primo, I-DALN “Sebastiano Caboto” e I-DALO “Ugolino Vivaldi”)

I-DALL, l'SM-95 battezzato con il nome di "Marco Polo" finì distrutto in un incidente il 17 gennaio del 1951, mentre durante il volo da Parigi a Roma venne colpito fatalmente da un fulmine, l'aereo si trovava ad un altitudine di 6.500 piedi, schiantandosi al suolo nei pressi della città laziale di Civitavecchia; le vittime furono 14 sulle 17 presenti a bordo.
I-DALL fù proprio lo stesso aereo che apri alla nostra compagnia di bandiera la via dei collegamneti internazionali con lo storico volo verso la capitale norvegese.

La linea Roma - Oslo:

Nonostante le grandi difficoltà già il 6 luglio del 1947 l’Alitalia effettuò il primo volo internazionale da Roma ad Oslo utilizzando un vecchio Savoia Marchetti SM-95 per riportare in Norvegia un gruppo di 38 marinai.
L'aereo venne infatti noleggiato da una compagnia navale norvegese per riportarli in patria dal nostro paese.
L'Alitalia acquisto questi aerei, tutti provenienti dall'aeronautivca militare, riverniciati e riconvertiti al trasporto civile, l'unico inconveniente, eccezion fatta purtroppo per la fragilità dei motori, fù il fatto che questi apparecchi non erano pressurizzati e quindi i passeggeri e anche i membri dell'equipaggio erano obbligati ad indossare le mashere di ossigeno durante il sorvolo delle Alpi.

Verso le Americhe:

Nello stesso anno, e con lo stesso modello di aeroplano, l'Alitalia inaugura il primo collegamento intercontinentale da Milano, via Roma, a Buonos Aires.
Trentasei ore di viaggio, senza pressurizzazione e pasti a bordo, compiendo scali intermedi a Dakar, Natal, Rio de Janeiro e San Polo del Brasile

Dal 1949, dopo la sciagura di Superga, nella quale persero la vita i giocatori e lo staff del "Grande Torino" assieme all'equipaggio e un piccolo gruppo di giornalisti, durante l'avvicinamento all'aeroporto di Torino, provenienti da Lisbona, cominciarono a sparire i Fiat e poco dopo anche i Savoia Marchetti, sotituiti dai più moderni Douglas DC-4; i primi saranno di quarta "mano".

Finisce così la breve, ma intensa parentesi dei voli con le macchine italiane, il divario tecnologico con le più recenti realizzazioni americane ed inglesi é tale che i nostri vecchi aerei senza radar (si volava rigorosamente a vista o con l'ausilio delle carte), senza pressurizzazzione, scarsa capacità di trasporto, velocità modeste ed autonomia da omnibus, spariranno anche i ricordi degli inizi a bordo delle ultime ali italiane di linea.

MM 61635 (ex I-ABQH)
MM 61811 (ex I-DALN)
MM 61812 (ex I-DALJ)
MM 61813 (ex I-DALK)
MM 61814 (ex I-DALL)

Motore 4 x Alfa Romeo 128 R.C.18
Potenza 4 x 860 cv. a 1.800 mt
Apertura alare 34,28 mt
Lunghezza totale 22,24 mt
Altezza totale 5,70 mt
Superficie alare 128,30 mq
Peso a vuoto 12.800 kg
Peso a carico max 21.000 kg
Velocità max 400 km/h
Velocità minima 130 km/h
Tempo di salita 26'46" a 5.000 mt
Tangenza max 6.500 mt
Autonomia 2.000 km
Decollo 460 mt
Atterraggio 480 mt
Armamento nessuno
Allegati
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zzzzvvsao.jpg
zzzzzugyfyssas.jpg
zzzzzzjvvkhhjjk.jpg
zzzzcvcsw.jpg
zzzz.doc
L'SM-95 Alitalia, reg. I-DALN "Sebastiano Caboto"
(144.5 KiB) Scaricato 226 volte
zzzzzhhjkkhhkjjjjj.jpg
I-DALL in volo su Roma
ZZZZZZGFFHHKJHKJKJJKJK.jpg
Il prototipo
ZZZZZCGCGHCJCGHJHVVJHVHK.jpg
Il Savoia-Marchetti SM.95 I-DALL dell'Alitalia all'aeroporto di Manchester

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 12:12

i-daxi ha scritto:Dal 1949, dopo la sciagura di Superga, nella quale persero la vita i giocatori e lo staff del "Grande Torino" assieme all'equipaggio e un piccolo gruppo di giornalisti, durante l'avvicinamento all'aeroporto di Torino, provenienti da Lisbona, cominciarono a sparire i Fiat e poco dopo anche i Savoia Marchetti, sotituiti dai più moderni Douglas DC-4; i primi saranno di quarta "mano".
Quella della tragedia di Superga era un Fiat G12.
Da tifoso del Toro ne so qualcosa...

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 2 ottobre 2009, 12:35

Maestrale ha scritto:
i-daxi ha scritto:Dal 1949, dopo la sciagura di Superga, nella quale persero la vita i giocatori e lo staff del "Grande Torino" assieme all'equipaggio e un piccolo gruppo di giornalisti, durante l'avvicinamento all'aeroporto di Torino, provenienti da Lisbona, cominciarono a sparire i Fiat e poco dopo anche i Savoia Marchetti, sotituiti dai più moderni Douglas DC-4; i primi saranno di quarta "mano".
Quella della tragedia di Superga era un Fiat G12.
Da tifoso del Toro ne so qualcosa...
E' sì, fu proprio quello.

Brutto incidente, e terribile pagina sia per lo sport che per l'aviazione.

Si potrebbe scrivere assieme qualcosa ad hoc, magari cercando articoli, foto e filmati originali.

Che ne pensi?

Giusto per non dimenticare.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 12:38

i-daxi ha scritto:
Maestrale ha scritto:
i-daxi ha scritto:Dal 1949, dopo la sciagura di Superga, nella quale persero la vita i giocatori e lo staff del "Grande Torino" assieme all'equipaggio e un piccolo gruppo di giornalisti, durante l'avvicinamento all'aeroporto di Torino, provenienti da Lisbona, cominciarono a sparire i Fiat e poco dopo anche i Savoia Marchetti, sotituiti dai più moderni Douglas DC-4; i primi saranno di quarta "mano".
Quella della tragedia di Superga era un Fiat G12.
Da tifoso del Toro ne so qualcosa...
E' sì, fu proprio quello.

Brutto incidente, e terribile pagina sia per lo sport che per l'aviazione.

Si potrebbe scrivere assieme qualcosa ad hoc, magari cercando articoli, foto e filmati originali.

Che ne pensi?

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Di roba in giro ce n'è parecchia per mettere giù qualcosa.
Si può fare. (Frankenstein Junior, ndr :D )

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 2 ottobre 2009, 12:41

Bene.

Quando vuoi. :)

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 14:08

Questa è una base per iniziare la discussione (fonte Wikipedia).

Il trimotore Fiat G.212, con marche I-ELCE, delle Avio Linee Italiane, decolla dall’aeroporto di Lisbona alle 9:40 di mercoledì 4 maggio 1949. Comandante del velivolo è il tenente colonnello Meroni. Il volo atterra alle 13:00 all’aeroporto di Barcellona. Durante lo scalo, mentre l’aereo viene rifornito di carburante, la squadra del Torino incontra durante il pranzo quella del Milan che è diretta a Madrid.

Alle 14:50 l’I-ELCE decolla con destinazione l’aeroporto di Torino-Aeritalia. La rotta seguita fa sorvolare al trimotore Cap de Creus, Tolone, Nizza, Albenga, Savona. All’altezza di Savona l’aereo vira verso nord, in direzione del capoluogo subalpino, dove si prevede di arrivare in una trentina di minuti. Il tempo su Torino è pessimo. Alle 16:55 l’aeroporto di Aeritalia comunica ai piloti la situazione meteo: nubi quasi a contatto col suolo, rovesci di pioggia, forte libeccio con raffiche, visibilità orizzontale scarsissima (40 metri). La torre chiede anche un riporto di posizione. Dopo qualche minuto di silenzio alle 16:59 arriva la risposta: "Quota 2.000 metri. QDM su Pino, poi tagliamo su Superga". A Pino Torinese, che si trova tra Chieri e Baldissero, a sud est di Torino, c’è una stazione radio VDF (VHF direction finder), per fornire un QDM (Rotta magnetica da assumere per dirigersi in avvicinamento ad una radioassistenza) su richiesta. Giunti sulla perpendicolare di Pino, mettendo 290 gradi di prua ci si trova allineati con la pista dell’Aeritalia, a circa 9 chilometri di distanza, a 305 metri di altitudine. Poco più a nord di Pino Torinese c’è il colle di Superga con l'omonima Basilica, in posizione dominante a 669 metri di altitudine. A causa del forte vento al traverso sinistro, l’aereo nel corso della virata potrebbe avere subìto una deriva verso destra, spostandolo dall’asse di discesa e allineandolo, invece che con la pista, con la collina di Superga; ma è solo una delle tante ipotesi. La triste realtà è che alle ore 17:03 l’aereo con il Grande Torino a bordo, eseguita la virata verso destra e messo in volo orizzontale e allineato per prepararsi all'atterraggio, si va invece a schiantare contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga. Il pilota, che credeva di avere la collina di Superga alla sua destra, se la vede invece sbucare davanti all'improvviso (velocità 180 km/h, visibilità 40 metri) e non ha il tempo per fare nulla: non si desumono infatti, dalla posizione dei rottami, tentativi di riattaccata o virata. L’unica parte del velivolo rimasta parzialmente intatta è l’impennaggio. Alla Basilica invece nessun danno. Alle 17:05 Aeritalia Torre chiama I-ELCE, ma non riceve alcuna risposta. Delle 31 persone a bordo non si salvò nessuno

Aggiungo di persona: sono stato più volte a Superga a visitare la lapide.
Un triste luogo di pellegrinaggio di tante persone che in quel periodo videro sparire uno dei simboli della rinascita di un paese distrutto moralmente e fisicamente dalla guerra.
E pensare che sarebbero bastati una ventina di metri di quota in più per fargliela mancare... (la basilica)

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 2 ottobre 2009, 15:37

Grande.

Grazie mille e alla prossima :)

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 15:38

i-daxi ha scritto:Grande.

Grazie mille e alla prossima :)
Prego.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 2 ottobre 2009, 16:18

L'aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole con il Benfica per festeggiare l'addio al calcio del capitano della squadra lusitana José Ferreira. Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino - considerata una delle più forti compagini di tutti i tempi. La formazione del Torino aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-'43 alla stagione 1948-'49 (i campionati '43-'44 e '44-'45 non vennero disputati a causa della seconda guerra mondiale) e costituiva i 10/11 della nazionale. Insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali, il Grande Torino aveva contribuito con le sue imprese a dare lustro a una nazione che cercava di risollevarsi dopo i terribili anni di guerra, di fascismo e di occupazione tedesca. Nell'incidente perirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Stampa). A identificare le salme dei periti venne chiamato tra gli altri l'ex commissario tecnico Vittorio Pozzo, che conosceva molto bene i calciatori del Torino. Lo spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese scampando miracolosamente all'incidente.

L'impatto che la tragedia ebbe in Italia fu fortissimo. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite contro la squadra granata. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni. Lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.













Allegati
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la lapide commemorativa
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il Grande Torino
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illustrazione dell'incidente sulla Domenica del Corriere
zzzzbjbh.jpg (4.96 KiB) Visto 17950 volte
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Ultima modifica di i-daxi il 2 ottobre 2009, 16:30, modificato 1 volta in totale.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 16:27

I rottami dell'aerei ed i resti di quello che era a bordo li ho visti al museo del Centenario del Toro nel palazzo della Regione a Piazza Castello.
Mancava solo la ricostruzione del G12 con il troncone di coda perchè credo sia ancora conservato nel museo della basilica di Superga.
Nel palazzo della Regione non ci sarebbe mai entrato.


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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 2 ottobre 2009, 16:40

Come dicevo sopra... tutti oggetti visti nel museo del Centenario ed ora nel museo del Grande Torino a Grugliasco.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Wolf359 » 3 ottobre 2009, 1:13

Maestrale ha scritto:Questa è una base per iniziare la discussione (fonte Wikipedia).

Il trimotore Fiat G.212, con marche I-ELCE, delle Avio Linee Italiane, decolla dall’aeroporto di Lisbona alle 9:40 di mercoledì 4 maggio 1949. Comandante del velivolo è il tenente colonnello Meroni. Il volo atterra alle 13:00 all’aeroporto di Barcellona. Durante lo scalo, mentre l’aereo viene rifornito di carburante, la squadra del Torino incontra durante il pranzo quella del Milan che è diretta a Madrid.

Alle 14:50 l’I-ELCE decolla con destinazione l’aeroporto di Torino-Aeritalia. La rotta seguita fa sorvolare al trimotore Cap de Creus, Tolone, Nizza, Albenga, Savona. All’altezza di Savona l’aereo vira verso nord, in direzione del capoluogo subalpino, dove si prevede di arrivare in una trentina di minuti. Il tempo su Torino è pessimo. Alle 16:55 l’aeroporto di Aeritalia comunica ai piloti la situazione meteo: nubi quasi a contatto col suolo, rovesci di pioggia, forte libeccio con raffiche, visibilità orizzontale scarsissima (40 metri). La torre chiede anche un riporto di posizione. Dopo qualche minuto di silenzio alle 16:59 arriva la risposta: "Quota 2.000 metri. QDM su Pino, poi tagliamo su Superga". A Pino Torinese, che si trova tra Chieri e Baldissero, a sud est di Torino, c’è una stazione radio VDF (VHF direction finder), per fornire un QDM (Rotta magnetica da assumere per dirigersi in avvicinamento ad una radioassistenza) su richiesta. Giunti sulla perpendicolare di Pino, mettendo 290 gradi di prua ci si trova allineati con la pista dell’Aeritalia, a circa 9 chilometri di distanza, a 305 metri di altitudine. Poco più a nord di Pino Torinese c’è il colle di Superga con l'omonima Basilica, in posizione dominante a 669 metri di altitudine. A causa del forte vento al traverso sinistro, l’aereo nel corso della virata potrebbe avere subìto una deriva verso destra, spostandolo dall’asse di discesa e allineandolo, invece che con la pista, con la collina di Superga; ma è solo una delle tante ipotesi. La triste realtà è che alle ore 17:03 l’aereo con il Grande Torino a bordo, eseguita la virata verso destra e messo in volo orizzontale e allineato per prepararsi all'atterraggio, si va invece a schiantare contro il terrapieno posteriore della Basilica di Superga. Il pilota, che credeva di avere la collina di Superga alla sua destra, se la vede invece sbucare davanti all'improvviso (velocità 180 km/h, visibilità 40 metri) e non ha il tempo per fare nulla: non si desumono infatti, dalla posizione dei rottami, tentativi di riattaccata o virata. L’unica parte del velivolo rimasta parzialmente intatta è l’impennaggio. Alla Basilica invece nessun danno. Alle 17:05 Aeritalia Torre chiama I-ELCE, ma non riceve alcuna risposta. Delle 31 persone a bordo non si salvò nessuno

Aggiungo di persona: sono stato più volte a Superga a visitare la lapide.
Un triste luogo di pellegrinaggio di tante persone che in quel periodo videro sparire uno dei simboli della rinascita di un paese distrutto moralmente e fisicamente dalla guerra.
E pensare che sarebbero bastati una ventina di metri di quota in più per fargliela mancare... (la basilica)
Ma con così poca visibilità voleva lo stesso atterrare ? :shock:
Poi una cosa che non ho mai capito di noi italiani ! Perchè ci uniamo sempre quando si tratta di calcio ? Come mai il Torino è stato proprio il simbolo della rinascita dell'Italia del dopo guerra ? E' solo una mia curiosità !

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Almost Blue » 3 ottobre 2009, 9:33

Poi una cosa che non ho mai capito di noi italiani ! Perchè ci uniamo sempre quando si tratta di calcio ?
No, non solo quando si tratta di calcio.
Anche quando si tratta di escorts.

Perchè il Torino sia "un simbolo della "rinascita dell' Italia del dopoguerra" non ne ho la più pallida idea, ma di sicuro la gente che vive in caverna, in mezzo ai topi, mangiandoli insieme all'erba del campo quando va bene, non si può certo permettere il lusso di seguire il calcio ti pare? Finirebbe come minimo con il mangiarsi il cuoio del pallone o coll'addentare gli stinchi dei giocatori infortunati (che cioè non possono scappare).

Quindi insomma come vedo avevamo anche noi discreti quadrimotori. A pensar male li si sarebbe potuti usare come "base" di partenza per un bel bombardiere strategico a lunghissimo raggio, come anche il P-108, ma no per carità, così si rischia di vincere le guerre per davvero.....
In fondo però, forse è meglio che i quadrimotori italiani portino solo squadre di calcio.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 3 ottobre 2009, 23:05

Ciao.

Provo a rispondere a tutti e due, i casi sono molti e in fondo molto semplici da spiegare anche se forse distanti da noi e dalla nostra mentalità; forse i nostri padri, i nostri nonni e forse addirittura i nostri bi-snonni ce lo saprebbero spiegare meglio.

La prima è che di fatto il Torino fù, assieme al Genoa, la prima squadra di calcio italiana o almeno di quelle che conosciamo.
La seconda è che la gente, dopo la guerra aveva un grande bisogno di distrarsi, di svagarsi e forse di ritrovare, in un modo molto semplice e popolare di ritrovare una sorta di identità nazionale ma non solo, un qualcosa che li unificasse e li accumunasse tutti....ossia il calcio.

Un'altro aspetto riguarda due fattori, non trascurabili (secondo me) e tuttavia uniti tra loro.

Torino era la capitale dell'industria italiana, la Fiat e non solo, ma era anche quel crocevia ove tutti gli italiani, ricchi e poveri, del nord e del sud si ritrovavano e convivevano assieme e il calcio era forse il loro modo di sentursi uniti, di rinascere e di abbattere le barriere che di fatto li separavano.

In ultimo ricordiamoci che tutto lo sport italiano è stato, e sotto molti aspetti continua ad essere non professionistico, e quindi, per quetso motivo, un modo utile anche per integrare i propri bilanci.

Ora il calcio, ma in generale lo sport e tutto ciò che ci stà dietro si è evoluto, la televisione, i soldi, la famalo hanno modificato, cambiato, storpiato, lo fanno sembrare molto diverso quasi alieno, ma sono sicuro una volta lo sport era lo sport e non si fermava a quello ma andava oltre.

Spero di essermi spiegato correttamnte.

Buona serata a tutti :)

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Wolf359 » 4 ottobre 2009, 1:16

i-daxi ha scritto:Ciao.

Provo a rispondere a tutti e due, i casi sono molti e in fondo molto semplici da spiegare anche se forse distanti da noi e dalla nostra mentalità; forse i nostri padri, i nostri nonni e forse addirittura i nostri bi-snonni ce lo saprebbero spiegare meglio.

La prima è che di fatto il Torino fù, assieme al Genoa, la prima squadra di calcio italiana o almeno di quelle che conosciamo.
La seconda è che la gente, dopo la guerra aveva un grande bisogno di distrarsi, di svagarsi e forse di ritrovare, in un modo molto semplice e popolare di ritrovare una sorta di identità nazionale ma non solo, un qualcosa che li unificasse e li accumunasse tutti....ossia il calcio.

Un'altro aspetto riguarda due fattori, non trascurabili (secondo me) e tuttavia uniti tra loro.

Torino era la capitale dell'industria italiana, la Fiat e non solo, ma era anche quel crocevia ove tutti gli italiani, ricchi e poveri, del nord e del sud si ritrovavano e convivevano assieme e il calcio era forse il loro modo di sentursi uniti, di rinascere e di abbattere le barriere che di fatto li separavano.

In ultimo ricordiamoci che tutto lo sport italiano è stato, e sotto molti aspetti continua ad essere non professionistico, e quindi, per quetso motivo, un modo utile anche per integrare i propri bilanci.

Ora il calcio, ma in generale lo sport e tutto ciò che ci stà dietro si è evoluto, la televisione, i soldi, la famalo hanno modificato, cambiato, storpiato, lo fanno sembrare molto diverso quasi alieno, ma sono sicuro una volta lo sport era lo sport e non si fermava a quello ma andava oltre.

Spero di essermi spiegato correttamnte.

Buona serata a tutti :)
Grazie ! Direi che lo sport un volta era meglio giusto ? Lo dico a quelli più grandicelli ! Perchè ormai da quando ho memoria vedo un mondo alla deriva ! Sempre più superficiale,attaccato alle apparenze ai soldi e alle cose negative ! :(

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 6 ottobre 2009, 8:24

Sempre riguardo al disastro di Superga, ieri sera col mio bravo Flight Simulator ho ripercorso l'ultima tratta dell'I-ELCE, ovvero da Albenga (LIMG o ALL se preferite le sigle IATA) all'aeroporto Aeritalia (LIMA) di Torino con un Cessna 152.
Condizioni meteo volutamente buone, per vedere il panorama sottostante.

Decollo da Albenga e metto la prua per 340 gradi fino a raggiungere la quota stabilita dal piano di volo (FL85).
Proseguo alla stessa quota e con la stessa rotta fino a qualche miglio dopo la linea di Cuneo Levaldigi (LIMZ o CUF) poi inizio a scendere fino a FL60.
Seguo sempre la rotta per 340 che mi porta proprio sopra al VOR denominato TOP ed a quel punto scendo a FL30 con rotta 010 gradi per permettermi l'allineamento con Aeritalia che è disposto a 280 (la pista infatti è la 28R) poi viro per 280 passando su Torino fino ad atterrare.

Se riesco stasera ritento lo stesso tragitto però con le medesime condizioni meteo (senza visibilità) e senza usare altri strumenti che bussola e altimetro.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 9:48

Ciao :)

Nei prossimi giorni (è parecchio lunga) racconterò un'altra vicenda interessante riguardante il Siai Marchetti SM-95 Alitalia, questa volta in territorio Africano.
Ultima modifica di i-daxi il 6 ottobre 2009, 12:01, modificato 1 volta in totale.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 6 ottobre 2009, 10:03

i-daxi ha scritto:Ciao :)

Nei prossimi giorni (è parecchio lunga) racconterò un'altra vicenda interessante riguardante il Siai Marchetti SM-79 Alitalia, questa volta in territorio Africano.
Il 79 era un bombardiere leggero usato anche come aerosilurante.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 12:24

Maestrale ha scritto:
i-daxi ha scritto:Ciao :)

Nei prossimi giorni (è parecchio lunga) racconterò un'altra vicenda interessante riguardante il Siai Marchetti SM-95 Alitalia, questa volta in territorio Africano.
Il 79 era un bombardiere leggero usato anche come aerosilurante.
Ho corretto.

Comunque sì il Siai Marchetti SM-79 è stato un ottimo aereo da guerra, come del resto anche l'SM-75 che però é stato anche un eccellente aereo civle come anche l'SM-83..

Come ho gia scritto in un'altra discussione a tema, vennero usati oltre che dall'Ala Littoria e dalla LATI, anche dalla Sabena e anche da alcune compagnie aeree dell'Est Europa, quali la Cecoslovakian CSA, la Malev (Malert all'epoca) e anche la compagnia di bandiera Jugoslava Jat.

Ci fù anche una versione dell'SM-79 denominata "corsa", molto particolare.
Allegati
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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 12:51

Un altro aereo Siai, purtroppo poco ricordato che ebbe impiego nell'aeronautica civile fù l'SM-74.

Il Savoia-Marchetti S.74, soprannominato dagli equipaggi Millepiedi, fu un quadrimotore di linea ad ala alta prodotto in piccola serie dall'azienda italiana Savoia-Marchetti negli anni trenta.

Sviluppato dal precedente S.72, era caratterizzato da struttura mista in legno e duralluminio. Venne utilizzato dalla compagnia aerea di bandiera Ala Littoria a partire dal 1935, successivamente, durante la seconda guerra mondiale, venne utilizzato dalla Regia Aeronautica nel ruolo di aereo da trasporto militare.

primi disegni relativi ad un ambizioso progetto dell'ingegner Alessandro Marchetti di un grande velivolo da trasporto passeggeri risalgono alla primavera del 1934. Esso riutilizzava elementi comuni ad un altro velivolo progettato precedentemente, l'S.M. 72, da cui prendeva l'ala, alta ed a sbalzo, strutturata in legno rivestita da compensato e tela verniciata. La grande fusoliera, costituita da due tronconi poi uniti tra loro, era progettata per offrire ampi spazi interni e grande comfort per gli standard dell'epoca. Aveva una sezione ovoidale con struttura in tubi di acciaio saldati, rivestita in duralluminio tranne per la parte posteriore in tela verniciata, alla quale era collegato un massiccio carrello fisso dotato di ammortizzatori elastici. La cabina di pilotaggio era posizionata sulla parte superiore della fusoliera, in posizione avanzata, dove trovavano posto i due piloti in posizione affiancata, un marconista e un motorista. Quest'ultimo poteva accedere ai motori direttamente dalla cabina, in caso di necessità anche durante il volo, grazie ad un passaggio ricavato nella struttura delle ali. La lussuosa cabina dei passeggeri aveva da 20 a 27 posti a sedere disposti su 3 file, era dotata dotata di bar e toilette, di una serie, nel piano sottostante, di vani bagagli accessibili dall'esterno e consentiva un'ottima panoramica esterna grazie ad una fila ininterrotta di finestrini.

La propulsione era affidata a 4 motori, inizialmente dei Piaggio P.X R da 700 hp con eliche metalliche tripala SAI a passo variabile in volo, poi sostituiti, nel 1937, dai più potenti Alfa Romeo 126 RC.34 da 780 hp.

In tutto vennero realizzati solamente 3 esemplari:

I-URBE, numero di costruzione 21001 e MM.424, immatricolato il 26 marzo 1935.
I-ALPE, n.c. 21002 e MM.425, immatricolato il 31 maggio 1935.
I-ROMA, n.c. 21003 e MM.423, immatricolato il 13 dicembre 1935, dotato di motori Bristol Pegasus III da 845 hp, e riconoscibile dalle capottature dei motori più strette .
Impiego operativo: civile.

Questo imponente velivolo, quasi l'equivalente di un Jumbo per l'epoca, entrò a far parte della flotta della neonata Ala Littoria la quale, in collaborazione con l'Air France, il 18 luglio 1936 inaugurò un servizio giornaliero di collegamento tra Roma e Parigi via Marsiglia. Tuttavia l'avvento di velivoli più veloci dall'autonomia più elevata li resero superati per i collegamenti internazionali e li relegarono, nel 1938, a compiti di collegamento tra l’Italia e la Libia, comprendendo varie città sia lungo la costa che all’interno. Durante questo periodo gli aerei portarono contemporaneamente la doppia immatricolazione civile e militare e I-ROMA acquisì la sigla T2-6 indicante il campo T2 di Tobruk dove avevano sede.

Con l'entrata in guerra da parte dell'Italia i tre S.74 vennero militarizzati passando nei ranghi del Comando Servizi Aerei Speciali. Il 16 giugno 1940, ridipinti con la livrea mimetica e modificati con l'adozione di panche laterali nella fusoliera, furono reimmatricolati in MM.60364, MM.60365 (I-ROMA) e MM.60366, quindi presi in carico dalla 616ª Squadriglia Trasporti. Successivamente vennero trasferiti presso il Comando Aeronautica Libia settore Est che faceva capo alla base aerea di Berka a Bengasi e presi in carico dalla 604ª Squadriglia ricevendo le immatricolazioni 604-8 (I-URBE), 604-9 (I-ROMA) e 604-11 (I-ALPE) [2].

Da questo momento si ritrovarono nel pieno delle operazioni belliche, impegnati a rifornire le oasi a ridosso del confine libico-egiziano, in particolare Giarabub e Cufra, quindi nelle operazioni di sfollamento dei civili dalla Cirenaica.
Le avverse sorti del conflitto costrinse la 604ª Squadriglia a ripiegare senza perdite e nel febbraio 1941 il 604-9 lasciò la base di Berka per Castel Benito, vicino a Tripoli. da quel momento si susseguirono missioni di trasporto di profughi e feriti a quelle di rifornimento di carburante e viveri, soprattutto per la divisione corazzata Ariete. Dall'agosto del 1941, a causa di un attacco del 604-8 da parte di un Bristol Blenheim della RAF a nord di Pantelleria, i collegamenti furono effettuati solo di notte per evitare ulteriori spiacevoli incontri con i caccia nemici.

Nessuno dei tre S.74 riuscì a sopravvivere alle sorti del conflitto.

Il primo dei tre S.74 a rimanere distrutto fu il 604-11. Partito da Castel Benito il 23 ottobre 1941 per la base aerea di Gerbini con ai comandi il mar. pil. Franco Ferrari e con 26 tra civili e militari a bordo, a causa della scarsa visibilità dovuta a nuvole basse finì per urtare una montagna nei pressi di Licodia Eubea, senza aver superstiti.

Il secondo S.74, il 604-8, andò distrutto assieme ad altri numerosi velivoli durante il pesante bombardamento e mitragliamento dell’aeroporto di Castel Benito il 2 novembre 1941.

Il 609-9 sopravvissuto resistette prima ad un incidente con un CANT Z.1007bis della 59ª Squadriglia sulla base di Castelvetrano, poi ad un mitragliamento (oltre 60 colpi a segno) da un Bristol Blenheim. Nell'estate del '42 svolse un’intensa attività tra Derna e Bu-Amud verso Fuka (nei pressi di El Alamein), dove in 9 voli trasportò 373 paracadutisti della Folgore con relativo armamento. Dopo un'ulteriore danneggiamento da parte della contraerea nemica venne riportato a Castel Benito e nel gennaio del 1943 terminò i suoi compiti di rifornimento alle truppe per rientrare in patria all'aeroporto di Roma-Centocelle. Giunto in Italia passò al Gruppo Complementare del C.S.A.S., e fu su questo aeroporto che in data 19 luglio 1943 venne gravemente danneggiato dal bombardamento americano su Roma.

Il 22 dicembre 1937 l' S.74 I-ROMA, opportunamente alleggerito per l'impresa, stabilì il record mondiale di velocità in circuito chiuso di 1 000 km e con carico di 10 t alla velocità di 322,089 km/h. Il 26 gennaio 1938 venne restituito alla Savoia-Marchetti per il ripristino alle condizioni di volo normali.
Allegati
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una bella riproduzione in scala
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Una cartolina d'epoca
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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 13:17

SAVOIA MARCHETTI SM.74
“ Millepiedi “

Nella primavera del 34 l’ing. Alessandro Marchetti progettava un velivolo da trasporto passeggeri, partendo da una soluzione incentrata su una fusoliera a sezione ovoidale con struttura in tubi di acciaio saldati e rivestimento in duralluminio, tranne per la parte posteriore in tela verniciata.
Da segnalare che la fusoliera risultava suddivisa in 2 tronconi sia per il trasporto del velivolo stesso che per la sostituzione di una parte danneggiata.
L’ala, alta ed a sbalzo, risultava quella del Sm.72: basata su una struttura trilongherone in legno e rivestimento in compensato e tela verniciata.
Il carrello era fisso e controventato con ammortizzatori elastici.
La cabina di pilotaggio risultava in posizione superiore ed avanzata con i posti di pilotaggio affiancati ed i posti per il marconista e per il motorista, il quale, attraverso un passaggio ricavato nell’ala stessa, poteva accedere ai motori durante il volo.
La cabina dei passeggeri (da 20 a 27 su 3 file) era caratterizzato da una finestratura continua.
Esisteva inoltre, sotto il piano cabina, dei vani per i bagagli con le aperture verso l’esterno.
La motorizzazione era affidata a 4 motori, inizialmente dei Piaggio P.XR da 700hp. con eliche tripale metalliche SAI a passo variabile in volo, poi sostituiti da Alfa Romeo 126RC34 da 780hp..
Vennero realizzati 3 esemplari:

1°) I-URBE, numero di costruzione 21001 e MM.424, immatricolato il 26/03/35;
2°) I-ALPE, n.c. 21002 e MM.425, immatricolato il 31/05/35;
3°) I-ROMA, n.c. 21003 e MM.423, immatricolato il 13/12/35, ma dotato di motori Bristol Pegasus III° da 845hp. (caratterizzati da capottature motori più strette).

Tutti chiaramente utilizzati dall’Ala Littoria.
I velivoli si dimostrarono veloci, robusti e sicuri, nonché si distinsero per la comodità ed il lusso, inaugurando linee di collegamento come Roma-Parigi (18/07/36).
Nel 37 tutti gli esemplari furono rimotorizzati con gli Alfa Romeo.
Da segnalare che l’aereo I-ROMA il 22/12/37 stabilì il record mondiale di velocità in circuito chiuso di 1.000km. e con carico di 10t. alla velocità di 322,089km/h.
In data 26/01/38 venne restituito alla casa costruttrice per il ripristino alle condizioni di volo normali.
Nel '38 i velivoli, ormai superati per i collegamenti internazionali, vennero trasferiti a compiti di collegamento tra l’Italia e la Libia, comprendendo varie città sia lungo la costa che all’interno.
Durante questo periodo gli aerei portarono contemporaneamente la doppia immatricolazione civile e militare: sono infatti siglati T2- per indicare il campo T2 di Tobruk ove hanno sede, come, ad esempio, I-ROMA e T2-6.
Con il sopraggiungere degli eventi bellici, anche i 3 velivoli vennero militarizzati, passando nei ranghi del Comando Servizi Aerei Speciali.
Il 16/06/40, militarizzati con una nuova mimetica e modificati con l’adozione di panche laterali in fusoliera, furono reimmatricolati: MM.60364, 60365 (I-ROMA) e 60366.
Furono presi in carico dalla 616°Sq.Trasporti.
Il 25/06/40 vennero trasferiti alla Sezione Autonoma Trasporto del C.S.A.S. sulla base di Roma-Urbe.
Il 07/07/40 i velivoli furono trasferiti sulla base di Berka a Bengasi, al comando del ten.col. Giuseppe Tesei, alle dipendenze del Comando Aeronautica Libia settore Est.
Successivamente passarono in carico alla 604°Sq. del cap. Bruno Trocca, ricevendo le immatricolazioni: 604-8 (I-URBE), 604-9 (I-ROMA) e 604-11 (I-ALPE).
Durante il periodo iniziale delle ostilità (dal 24/08/40) si ritrovarono impegnati a rifornire le oasi a ridosso del confine libico-egiziano, in particolare Giarabub (su una distanza di circa 500km. sono trasportati sino a 5t. di materiale a viaggio).
Il 29/08 iniziarono a rifornire l’oasi di Cufra, lontana ben 940km..
Dal 25/09 iniziarono le operazioni di sfollamento dei civili dalla Cirenaica.
L’08/01/41 furono sospesi i rifornimenti a Giarabub, in quanto già sotto attacco nemico, dopo aver trasferito materiali per oltre 106t. in 30 voli, ed evacuato militari feriti od ammalati.
Sotto l’offensiva inglese del gen. Wawell nell’inverno 41, la 604°Sq. fu costretta a ripiegare senza perdite.
Il 05/02/41 il 604-9 risultò l’ultimo aereo a lasciare Bengasi per Castel Benito, vicino a Tripoli.
Contemporaneamente iniziarono le operazioni di trasporto di profughi civili e di militari feriti dalla Libia all’Italia (aeroporti di Catania-Fontanarossa e di Gerbini).
Tra il 09 ed il 10/04/41 durante la controffensiva italo-tedesca, i ns. aerei si adoperarono in rifornimenti di carburante e viveri tra Agedabia ed El-Mechili, soprattutto per la divisione corazzata Ariete.
Il 30/07/41 il 604-8, partito da Castel Benito per Gerbini con 28 militari ed un carico di 1t. di materiali, venne attaccato per 4 volte da un Bristol Blenhein a nord di Pantelleria.
Malgrado i ripetuti attacchi, ma grazie all’abilità del pilota che evoluì a pelo d’acqua, l’aereo riuscì a riparare indenne a Pantelleria, da dove ripartì in giornata per Gerbini.
Dal 01/08/41 i collegamenti furono effettuati solo di notte per evitare spiacevoli incontri con la caccia nemica.
Il 23/10/41 il 604-11, partito da Castel Benito per Gerbini con ai comandi il mar.pil. Franco Ferrari e con 26 tra civili e militari a bordo, causa nuvole basse, finì per urtare una montagna nei pressi di Licodia Eubea, senza aver superstiti.
Il 02/11 l’aeroporto di Castel Benito subì un pesante bombardamento e mitragliamento con tragiche conseguenze.
Tra gli innumerevoli aerei distrutti risultò anche il 604-8.
Il 11/12 il 609-9 sulla base di Castelvetrano subì un incidente, risultando investito da un Cant.Z.1007bis della 59°Sq..
Dopo la riparazione presso lo SRAMM locale, l’aereo riprese la vita operativa.
Il 04/04/42, sulla base di Gialo durante le operazioni di carico, il superstite 604-9 venne mitragliato (oltre 60 colpi a segno) da un Bristol Blenheim.
Il cap. Trocca, per evitare ulteriori sorprese, fece scaricare il velivolo e decollò immediatamente con 3 motori in funzione.
Dopo un volo di oltre 1h. atterrò ad Agedabia.
Nel 07/42 svolse un’intensa attività tra Derna e Bu-Amud verso Fuka ( nei pressi di El-Alamein ), dove in 9 voli trasportò 373 paracadutisti della Folgore con relativo armamento.
Nei voli di rientro vennero evacuati militari feriti.
Il 26/07, con ai comandi il cap. Vittorio Moretto, venne colpito dal fuoco contraereo della flotta inglese, e costretto a rientrare a Bu-Amud.
Il 28/07 venne riportato a Castel Benito dallo stesso cap.Trocca.
Fino al 07/01/43 continuò la sua attività di rifornimento alle truppe.
In quella data decollò per l’ultima volta da Castel Benito per Roma-Centocelle.
Su questo aeroporto il ns. aereo passò al Gruppo Complementare del C.S.A.S., e fu su questo aeroporto che in data 19/07/43 risultò danneggiato gravemente dal bombardamento americano su Roma.
Si concluse così la storia di questo aereo, che si distinse sempre come mezzo robusto, dalla elevata manovrabilità, con buone qualità di volo e grande capacità di carico.
Nella mente di chi lo ha utilizzato, sarà sempre ricordato con il suo soprannome: “Millepiedi”.
Allegati
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Il Savoia-Marchetti S.74 I-URBE
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Parigi - aeroporto Le Bourget 1935: in primo piano il Savoia-Marchetti S.74 I-URBE in servizio con l'Ala Littoria.
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Fotografia della cabina di pilotaggio
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I-URBE ripreso da vicino per illustrare particolari del velivolo
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I-URBE ripreso da vicino per illustrare particolari del velivolo
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I-ROMA ripreso a Roma-Urbe
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I-URBE in hangar a Roma-Urbe, sede dell’Ala Littoria

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 6 ottobre 2009, 13:41

Veramente belle macchine gli SM.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 13:50

Maestrale ha scritto:Veramente belle macchine gli SM.
Daccordissimo. :)

Molto apprezzati anche all'estero come questo idrovolante Siai C.55 P che volò anche per l'Aeroflot. :mrgreen:
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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 6 ottobre 2009, 13:55

i-daxi ha scritto:
Maestrale ha scritto:Veramente belle macchine gli SM.
Daccordissimo. :)

Molto apprezzati anche all'estero come questo idrovolante Siai C.55 P che volò anche per l'Aeroflot. :mrgreen:
Gli S55 modificati (X) furono usati nelle trasvolate di De Pinedo e Balbo se non ricordo male.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 6 ottobre 2009, 15:17

Maestrale ha scritto:
i-daxi ha scritto:
Maestrale ha scritto:Veramente belle macchine gli SM.
Daccordissimo. :)

Molto apprezzati anche all'estero come questo idrovolante Siai C.55 P che volò anche per l'Aeroflot. :mrgreen:
Gli S55 modificati (X) furono usati nelle trasvolate di De Pinedo e Balbo se non ricordo male.
Esattamente. :)

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da MikeAlphaTango » 7 ottobre 2009, 11:21

Maestrale ha scritto:Sempre riguardo al disastro di Superga, ieri sera col mio bravo Flight Simulator ho ripercorso l'ultima tratta dell'I-ELCE, ovvero da Albenga (LIMG o ALL se preferite le sigle IATA) all'aeroporto Aeritalia (LIMA) di Torino con un Cessna 152.
Condizioni meteo volutamente buone, per vedere il panorama sottostante.

Decollo da Albenga e metto la prua per 340 gradi fino a raggiungere la quota stabilita dal piano di volo (FL85).
Proseguo alla stessa quota e con la stessa rotta fino a qualche miglio dopo la linea di Cuneo Levaldigi (LIMZ o CUF) poi inizio a scendere fino a FL60.
Seguo sempre la rotta per 340 che mi porta proprio sopra al VOR denominato TOP ed a quel punto scendo a FL30 con rotta 010 gradi per permettermi l'allineamento con Aeritalia che è disposto a 280 (la pista infatti è la 28R) poi viro per 280 passando su Torino fino ad atterrare.

Se riesco stasera ritento lo stesso tragitto però con le medesime condizioni meteo (senza visibilità) e senza usare altri strumenti che bussola e altimetro.
Piccolo OT. E' appena stato rilasciato un Fiat G.12 per FS (2004 o X), prova a rifare la tratta con quello (magari con una delle versioni più recenti) e potrai avere una ricostruzione molto fedele di quel tragico volo. (anche se l'aereo del grande Torino era un G. 212, le principali differenze riguardavano le dimensioni e la motorizzazione).

Qualcuno sa se l'orientamento della pista di Aeritalia nel 1949 era il medesimo di quello attuale? O era in servizio la pista ora abbandonata, più lunga e più larga?

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da Maestrale » 7 ottobre 2009, 11:47

MikeAlphaTango ha scritto:
Maestrale ha scritto:Sempre riguardo al disastro di Superga, ieri sera col mio bravo Flight Simulator ho ripercorso l'ultima tratta dell'I-ELCE, ovvero da Albenga (LIMG o ALL se preferite le sigle IATA) all'aeroporto Aeritalia (LIMA) di Torino con un Cessna 152.
Condizioni meteo volutamente buone, per vedere il panorama sottostante.

Decollo da Albenga e metto la prua per 340 gradi fino a raggiungere la quota stabilita dal piano di volo (FL85).
Proseguo alla stessa quota e con la stessa rotta fino a qualche miglio dopo la linea di Cuneo Levaldigi (LIMZ o CUF) poi inizio a scendere fino a FL60.
Seguo sempre la rotta per 340 che mi porta proprio sopra al VOR denominato TOP ed a quel punto scendo a FL30 con rotta 010 gradi per permettermi l'allineamento con Aeritalia che è disposto a 280 (la pista infatti è la 28R) poi viro per 280 passando su Torino fino ad atterrare.

Se riesco stasera ritento lo stesso tragitto però con le medesime condizioni meteo (senza visibilità) e senza usare altri strumenti che bussola e altimetro.
Piccolo OT. E' appena stato rilasciato un Fiat G.12 per FS (2004 o X), prova a rifare la tratta con quello (magari con una delle versioni più recenti) e potrai avere una ricostruzione molto fedele di quel tragico volo. (anche se l'aereo del grande Torino era un G. 212, le principali differenze riguardavano le dimensioni e la motorizzazione).

Qualcuno sa se l'orientamento della pista di Aeritalia nel 1949 era il medesimo di quello attuale? O era in servizio la pista ora abbandonata, più lunga e più larga?

Immagine
Già scaricato ed effettuato il volo con condizioni meteo simili.
Ho dovuto fare 3 passaggi su LIMA prima di atterrare...
Comunque LIMA all'epoca aveva una sola pista da 945 m. orientata per 290 e non per 280 com'è ora.
Attualmente ne ha 3 tutte orientate per 280 (1 in asfalto da 1074 m. 1 in erba da 750 m. ed 1 sempre in erba da 500 m. per gli alianti).

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da transadriatica » 14 aprile 2010, 16:38

Sono di iscrizione recente e sto leggendo un po' per volta tutti i topics di Aviazione Storica. Mi capita quindi di riesumare argomenti ormai fermi da tempo, come questo.

Prima di affrontare l'argomento, mi permetto di fare un appello a tutti e una raccomandazione agli amministratori: cercate di tenervi nell'argomento del topic e quando non ci riuscite forse sarebbe bene che gli amministratorei intervenissero spostando qualche intervento. In questo topic, ad esempio, il soggetto è SM.95, ma si parla poi, ed anche estesamente, di SM.74, si discute di G.12 e dell' incidente di Superga (con qualche nota sociologica), si divaga su temi di FS e si fa un inciso sull' S.55. Insomma, un calderone incredibile.
E visto che ormai il groviglio è inestricabile, vado anch'io OT e commento a proposito di:
i-daxi ha scritto:
Maestrale ha scritto:
i-daxi ha scritto:
Maestrale ha scritto:Veramente belle macchine gli SM.
Daccordissimo. :)

Molto apprezzati anche all'estero come questo idrovolante Siai C.55 P che volò anche per l'Aeroflot. :mrgreen:
Gli S55 modificati (X) furono usati nelle trasvolate di De Pinedo e Balbo se non ricordo male.
Esattamente. :)
Gli S.55X furono usati solo per la seconda crociera di Balbo in Nord America, quella detta del Decennale, da cui la X, ovvero Decimo (anniversario della fondazione della Regia Aeronautica); la crociera di De Pinedo in Sud e Nord America, in solitario, e la prima crociera di Balbo in Sud America, in formazione, furono fatte con S.55 normali.

Tornando all'argomento del topic, una foto del prototipo dell'SM.95 a Guidonia nell'agosto 1943.

Immagine

Nonostante sia un prototipo civile è in mimetica militare ma con i fasci alari obliterati, operazione fatta dopo il 25 luglio.

L'incidente del 27 gennaio 1951 accadde a I-DALO, non a I-DALL (che finì all'AMI nel 1953 e fu rottamato poco dopo). Non so come sia stato fatto il conteggio delle vittime riportato da i-daxi (carisismi tutti, ma l'avete un nome o vivete di soli nick?) ma lo steward dell'aereo, Pietro Bolongaro, sbalzato fuori della fusoliera quando questa si squarciò al contatto col terreno, riuscì ad estrarre dai rottami 4 passeggeri ancora vivi: solo che l'aereo era in fiamme e si ustionò molto gravemente, specialmente al viso, rimanendo sfigurato.
Michele

PS: non ditemi che predico bene e razzolo male a proposito di dati "attinti" da fonti non citate: la voce SM.95 di "Dimensione Cielo" contiene informazioni basate sugli appunti che presi più di trent'anni fa sentendo dalla viva voce di Pietro Bolongaro il racconto dell'incidente di Civitavecchia.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 14 aprile 2010, 17:56

Chiedo venia, per l'errore sulla registrazione, può siccedere e non sempre é possibile rimediare temperstivamente.
Volevo solo se mi permettete, puntualizzare 3 cose, in tutta amicizia e sincerità.
Intanto la fonte sull'incidente di I-DALO, sito che molti di voi conoscono: http://aviation-safety.net/database/rec ... 19510127-0; la seconda cosa é che purtroppo non sempre ho tempo, lavorando di fare ricerca più di tanto, oppure, trovando dati parziali e non avendo sempre a disposizione dei veri e propri libri in formato cartaceo, devo fare una sorta di summa, o meglio di collage e quindi citare forse anche decine e decine di fonti per una o due righe, in fine, non sempre ho a disposizione una vera e propria fonte in quanto alcuni punti possono basarsi su esperienze personali o su racconti orali di familiari o di conoscenti e quindi forse dovrei citare i loro nomi :wink: :roll:
Per esempio ho avuto la fortuna di avere uno zio ormai non più in vita che da ingegnere aeronautico si occupava durante la guerra in Libia e non solo della manutenzione e o della rimessa in volo degli apparecchi danneggiati durante i bombardamenti o gli scontri in volo, fino allo smontaggio di pezzi da un aereo danneggiato e non più in grado di volare ad un aereo sano come pezzi di ricambio, fino all'attività di conversione di aerei da militari a civili nel primo dopo guerra.
Quindi se e quando dovessi pubblicare qualche passo dei suoi racconti dovrei citare il suo nome?

Vabbé....
Ti auguro buon pomeriggio e grazie per aver corretto.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 14 aprile 2010, 18:29

Un'ultima cosa, sempre sul noto sito citato si legge che le persone a bordo di I-DALO al momento della tragedia erano 17, 12 passeggeri e 5 membri dell'equipaggio, di questi 14 persero la vita, si salvarono un membro dell'equipaggio, come tu hai raccontato e 2 altre persone.
A questo punto le vittime sono secondo quello che scrivi 12 e 5 i superstiti, oppure mi vien da pensare che forse le persone a bordo erano in numero maggiore.
Da quello che sò i Savoia-Marchetti S.M.95 potevano ospitare 18 passeggeri, 2 piloti, 1 marconista, 1 motorista e fino a 2 altre persone di servizio.

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da transadriatica » 14 aprile 2010, 19:16

i-daxi ha scritto:Chiedo venia, per l'errore sulla registrazione, può succedere e non sempre é possibile rimediare tempestivamente...........
Quindi se e quando dovessi pubblicare qualche passo dei suoi racconti dovrei citare il suo nome?
Caro i-daxi (ma il nome proprio no? Chiamarti con la marca di un Caravelle mi pare proprio strano, quindi ti chiamerò col nome di I-DAXI: Antares), e ricominicio:
caro Antares
non prendere la correzione della registrazione dell'SM.95 come una reprimenda: è solo una correzione. Penso che un forum serva proprio a condividere conoscenza: se per un qualunque motivo un'informazione non è esatta è, secondo me, dovere correggerla.
Sul numero delle vittime, il fatto che Bolongaro abbia tirato fuori dalla fusoliera quattro passeggeri vivi non è in contrasto con il fatto che altrove si parli di tre soli sopravvissuti: evidentementi due dei passeggeri sono poi deceduti. Per questo mi chiedevo come era stato fatto il conteggio delle vittime (come ben sai, le statistiche degli incidenti hanno criteri precisi per stabilire se un deceduto a seguito di un incidente è deceduto nell'incidente). E qui permettimi un piccolo inciso da storico dilettante: Aviation Safety Net non è una fonte primaria, in quanto riporta dati attinti da altri documenti, e nel caso di questo incidente la fonte da loro citata è disarmante: il trafiletto di un giornale, sembrerebbe americano, dedicato all'incidente. Certamente dati più ampi si sarebbero trovati in giornali italiani, specialmente locali, ma soprattutto nei rapporti tecnici di allora, a partire da quello dei carabinieri.
Quanto alla citazione delle fonti, ovviamente il mio PS non si riferiva a te: se hai avuto modo di leggere gli altri miei post, avrai notato che ho avuto un bersaglio ben preciso, in quanto uno degli iscritti interviene con copie fedelissime (ammiro la pazienza del lavoro di copiatura) di Dimensione Cielo, ma usando espressioni come "mio blog, mio intervento" con cui a me sembra voglia farle passare per farina del suo sacco, visto che omette di scrivere che sono appunto prese di peso da un lavoro non suo (e gli autori sono ancora tutti vivi e vegeti, anche se con qualche acciacco, visto che giovanissimi più non siamo!). Quindi stai tranquillo: quando fai lavoro di sintesi e non di copia pedissequa la eventuale citazione delle fonti serve ad avvalorare quanto si scrive ma non è strettamente necessaria.
Detto questo: perchè ti sembrerebbe strano citare tuo zio nel caso ci scrivessi qualcosa che hai appreso da lui? Secondo me sarebbe innazitutto un gesto di grande affetto per lui e in ogni caso sarebbe l'evidenza dell'origine di un'informazione, senza la quale potrebbe sembrare una chiacchiera invece che un pezzetto di storia.
Michele

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 14 aprile 2010, 20:21

transadriatica ha scritto:
i-daxi ha scritto:Chiedo venia, per l'errore sulla registrazione, può succedere e non sempre é possibile rimediare tempestivamente...........
Quindi se e quando dovessi pubblicare qualche passo dei suoi racconti dovrei citare il suo nome?
Caro i-daxi (ma il nome proprio no? Chiamarti con la marca di un Caravelle mi pare proprio strano, quindi ti chiamerò col nome di I-DAXI: Antares), e ricominicio:
caro Antares
non prendere la correzione della registrazione dell'SM.95 come una reprimenda: è solo una correzione. Penso che un forum serva proprio a condividere conoscenza: se per un qualunque motivo un'informazione non è esatta è, secondo me, dovere correggerla.
Sul numero delle vittime, il fatto che Bolongaro abbia tirato fuori dalla fusoliera quattro passeggeri vivi non è in contrasto con il fatto che altrove si parli di tre soli sopravvissuti: evidentementi due dei passeggeri sono poi deceduti. Per questo mi chiedevo come era stato fatto il conteggio delle vittime (come ben sai, le statistiche degli incidenti hanno criteri precisi per stabilire se un deceduto a seguito di un incidente è deceduto nell'incidente). E qui permettimi un piccolo inciso da storico dilettante: Aviation Safety Net non è una fonte primaria, in quanto riporta dati attinti da altri documenti, e nel caso di questo incidente la fonte da loro citata è disarmante: il trafiletto di un giornale, sembrerebbe americano, dedicato all'incidente. Certamente dati più ampi si sarebbero trovati in giornali italiani, specialmente locali, ma soprattutto nei rapporti tecnici di allora, a partire da quello dei carabinieri.
Quanto alla citazione delle fonti, ovviamente il mio PS non si riferiva a te: se hai avuto modo di leggere gli altri miei post, avrai notato che ho avuto un bersaglio ben preciso, in quanto uno degli iscritti interviene con copie fedelissime (ammiro la pazienza del lavoro di copiatura) di Dimensione Cielo, ma usando espressioni come "mio blog, mio intervento" con cui a me sembra voglia farle passare per farina del suo sacco, visto che omette di scrivere che sono appunto prese di peso da un lavoro non suo (e gli autori sono ancora tutti vivi e vegeti, anche se con qualche acciacco, visto che giovanissimi più non siamo!). Quindi stai tranquillo: quando fai lavoro di sintesi e non di copia pedissequa la eventuale citazione delle fonti serve ad avvalorare quanto si scrive ma non è strettamente necessaria.
Detto questo: perchè ti sembrerebbe strano citare tuo zio nel caso ci scrivessi qualcosa che hai appreso da lui? Secondo me sarebbe innazitutto un gesto di grande affetto per lui e in ogni caso sarebbe l'evidenza dell'origine di un'informazione, senza la quale potrebbe sembrare una chiacchiera invece che un pezzetto di storia.
Michele
Ciao!
Sono tornato ora a casa, chiamami Paolo e scusami, comunque grazie, ho un caratteraccio :oops: :oops:
Bolongaro é stato un eroe e nonostante questo non sono al momento riuscito a trovare niente su di lui :(
Pensa.
Se non l'hai già fatto avrai modo di imbatterti in alcuni post miei nei quali, anche perchè ho avuto delle richieste espresse, data la non facilità purtroppo nel reperire i suoi libri, dei testi tratti da libri di Adalberto Pellegrino che ammiro profondamente, nomi di piloti, assistenti, motoristi a prima vista quasi anonimi ma che hanno compiuto a bordo degli aerei italiani civili in Alitalia e non solo delle vere prodezze, peccato che non vengano altrimenti ricordati.
Per il resto, amici.
Michele e Paolo, Transadriatica e un vecchio Caravelle :D :D
Buona serata e a presto :D

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da richelieu » 14 aprile 2010, 20:35

i-daxi ha scritto:
..... comunque grazie, ho un caratteraccio :oops: :oops: .....
A dire il vero, non sembrerebbe ..... anzi, direi piuttosto che sei una persona molto educata .....
Ciao.

:D

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Re: Il Savoia Marchetti SM-95

Messaggio da i-daxi » 14 aprile 2010, 20:43

richelieu ha scritto:
i-daxi ha scritto:
..... comunque grazie, ho un caratteraccio :oops: :oops: .....
A dire il vero, non sembrerebbe ..... anzi, direi piuttosto che sei una persona molto educata .....
Ciao.

:D
Grazie! :D
Buona serata anche a te e a presto :D :D

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