Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Moderatore: Staff md80.it
Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
La mattina dell' 11 marzo 1919 un ex pilota militare britannico, smobilitato appena il giorno prima, piomba negli uffici della Vickers Aviation Ltd., a Brooklands, nel Surrey, dicendo semplicemente: "Sono io quello che cercate, sono l'uomo giusto nel posto giusto".
Si tratta del capitano John Alcock, ex pilota di bombardieri, reduce dalla prima guerra mondiale e da una prigionia in Turchia.
Tre settimane più tardi Alcock sarà raggiunto alla Vickers da quello che sarà il suo compagno nello storico sorvolo dell'Atlantico: Arthur Whitten Brown, anche lui ex militare, osservatore sui ricognitori dei Royal Flying Corps, il quale, precipitato dietro le linee nemiche e catturato dai tedeschi, aveva ammazzato il tempo in campo di prigionia specializzandosi in navigazione astronomica.
Entrambi entreranno nella storia; saranno i primi a sorvolare con un aereo l'Atlantico e a ricevere il premio di diecimila sterline, che era stato messo in palio sei anni prima da Lord Northcliffe, proprietario del quotidiano londinese Daily Mail. La grande Guerra aveva interrotto, ma non arrestato la competizione e la partita era ancora ufficialmente aperta.
La gara era riservata rigorosamente soltanto ai civili. Non faceva differenza se il sorvolo fosse avvenuto partendo da est o da ovest. In ogni caso, l'aereo avrebbe dovuto atterrare o in Nord America, o in un territorio europeo appartenente al Regno Unito, compresa l'Irlanda.
Alcock e Brown scelsero la direzione da ovest verso est, per sfruttare i venti dominanti favorevoli. L'aereo era un ex bombardiere della prima guerra mondiale Vickers Vimy, alleggerito e spogliato di ogni attrezzatura militare e riempito con quasi quattro tonnellate di combustibile. L'abitacolo (aperto) venne allargato e modificato, per permettere ai due uomini dell'equipaggio di stare seduti affiancati invece che in tandem. I motori erano due Rolls Royce Eagle VIII raffreddati a liquido, da 360 hp. Il velivolo ricevette una livrea completamente gialla. In queste condizioni l'autonomia massima teorica era di quattromila chilometri, una cosa eccezionale per l'epoca se si considera che siamo a soli sedici anni dal primo volo dei fratelli Wright (e di mezzo c'era stata la Grande Guerra, perchè in realtà la sfida lanciata da Lord Northcliffe risaliva al primo aprile 1913).
Dicono che in mezzo all'Atlantico, attraversando un temporale, Brown fu costretto a lasciare l'abitacolo per staccare il ghiaccio dai condotti di aspirazione dei motori, camminando sulle ali.
Si tratta del capitano John Alcock, ex pilota di bombardieri, reduce dalla prima guerra mondiale e da una prigionia in Turchia.
Tre settimane più tardi Alcock sarà raggiunto alla Vickers da quello che sarà il suo compagno nello storico sorvolo dell'Atlantico: Arthur Whitten Brown, anche lui ex militare, osservatore sui ricognitori dei Royal Flying Corps, il quale, precipitato dietro le linee nemiche e catturato dai tedeschi, aveva ammazzato il tempo in campo di prigionia specializzandosi in navigazione astronomica.
Entrambi entreranno nella storia; saranno i primi a sorvolare con un aereo l'Atlantico e a ricevere il premio di diecimila sterline, che era stato messo in palio sei anni prima da Lord Northcliffe, proprietario del quotidiano londinese Daily Mail. La grande Guerra aveva interrotto, ma non arrestato la competizione e la partita era ancora ufficialmente aperta.
La gara era riservata rigorosamente soltanto ai civili. Non faceva differenza se il sorvolo fosse avvenuto partendo da est o da ovest. In ogni caso, l'aereo avrebbe dovuto atterrare o in Nord America, o in un territorio europeo appartenente al Regno Unito, compresa l'Irlanda.
Alcock e Brown scelsero la direzione da ovest verso est, per sfruttare i venti dominanti favorevoli. L'aereo era un ex bombardiere della prima guerra mondiale Vickers Vimy, alleggerito e spogliato di ogni attrezzatura militare e riempito con quasi quattro tonnellate di combustibile. L'abitacolo (aperto) venne allargato e modificato, per permettere ai due uomini dell'equipaggio di stare seduti affiancati invece che in tandem. I motori erano due Rolls Royce Eagle VIII raffreddati a liquido, da 360 hp. Il velivolo ricevette una livrea completamente gialla. In queste condizioni l'autonomia massima teorica era di quattromila chilometri, una cosa eccezionale per l'epoca se si considera che siamo a soli sedici anni dal primo volo dei fratelli Wright (e di mezzo c'era stata la Grande Guerra, perchè in realtà la sfida lanciata da Lord Northcliffe risaliva al primo aprile 1913).
Dicono che in mezzo all'Atlantico, attraversando un temporale, Brown fu costretto a lasciare l'abitacolo per staccare il ghiaccio dai condotti di aspirazione dei motori, camminando sulle ali.
- sardinian aviator
- FL 500
- Messaggi: 5010
- Iscritto il: 20 ottobre 2009, 11:12
- Località: Nord Sardegna
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Il loro aereo atterrò o meglio si schiantò nei pressi di Clifden, in Irlanda, nei pressi della stazione telegrafica di Marconi. Sul luogo c'è un monumento a ricordo, assai poco frequentato.
A mio parere resta una delle imprese più sottovalutate della storia, chissà per quale arcana ragione... ah, il marketing
A mio parere resta una delle imprese più sottovalutate della storia, chissà per quale arcana ragione... ah, il marketing
È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Già, quasi tutti forse dicono Atlantico e pensano subito a Lindbergh e invece i primi sono stati i britannici. Da quel che ho letto sul Vimy si erano congelate le prese d'aria dell'anemometro per cui andavano con una "stima" della velocità rispetto al mare che non ho idea di come si fa.
Quando si congelarono anche le prese dei motori, tolsero potenza e scesero il più possibile per vedere se si scongelavano prima di cadere in mare. A circa trenta metri dall'acqua, Alcock ridiede potenza e miracolosamente i motori ripresero.
A quel punto, verso le otto e un quarto di mattina, avvistarono le isole di Eashal e Turbot. Dopo poco furono sopra la stazione del radiotelegrafo di Marconi a Clifden, nella contea di Galway. Fecero un giro attorno alla stazione e scelsero un prato per atterrare. Si accorsero troppo tardi che trattavasi di una marcita. poco dopo aver toccato finirono in canale erboso, dopo aver volato per 15 ore e 57 minuti. L'aereo ricostruito dovrebbe essere conservato in un museo di Londra.
Quando si congelarono anche le prese dei motori, tolsero potenza e scesero il più possibile per vedere se si scongelavano prima di cadere in mare. A circa trenta metri dall'acqua, Alcock ridiede potenza e miracolosamente i motori ripresero.
A quel punto, verso le otto e un quarto di mattina, avvistarono le isole di Eashal e Turbot. Dopo poco furono sopra la stazione del radiotelegrafo di Marconi a Clifden, nella contea di Galway. Fecero un giro attorno alla stazione e scelsero un prato per atterrare. Si accorsero troppo tardi che trattavasi di una marcita. poco dopo aver toccato finirono in canale erboso, dopo aver volato per 15 ore e 57 minuti. L'aereo ricostruito dovrebbe essere conservato in un museo di Londra.
- sardinian aviator
- FL 500
- Messaggi: 5010
- Iscritto il: 20 ottobre 2009, 11:12
- Località: Nord Sardegna
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Non potrò mai perdonarmi di essere passato a Clifden con la macchina e di non essermi fermato, ma allora non lo sapevo
È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio
- aircraftfire
- 01000 ft
- Messaggi: 141
- Iscritto il: 4 agosto 2006, 11:18
- Località: LIVT
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Clifden è stata una tappa (o meglio, un "dirottamento"...) durante il mio viaggio di nozze, ormai quasi 10 anni fa.
Qui trovate alcune foto dell'area dove Alcock e Brown sono atterrati e del monumento eretto nel 1959 su un'altura circa un miglio e mezzo più a nord.
Come già accennato negli altri post, Alcock e Brown sono atterrati nei pressi di una stazione radio Marconi, i cui ruderi sono ancora visibili e valorizzati con dei pannelli didattici.
Fortunatamente, il Connemara è una regione bellissima (forse la più bella) dell'Irlanda ed il tempo era perfetto, così la neomoglie non si è lamentata troppo per la gita a fini aeronautici.
Parlando di Irlanda e trasvolate atlantiche, un altro "dirottamento" che ho messo in atto durante lo stesso viaggio è stata la visita al museo degli idrovolanti di Foynes. Non aspettatevi di vedere degli aerei dal vivo "in lamiera e longheroni", però ci sono molte informazioni sul ruolo che l'idroscalo di Foynes ha avuto nell'era degli idrovolanti. Si racconta che il rinomato Irish Coffee sia nato qui per rifocillare i passeggeri di un volo rientrato per il maltempo.
Qui trovate alcune foto dell'area dove Alcock e Brown sono atterrati e del monumento eretto nel 1959 su un'altura circa un miglio e mezzo più a nord.
Come già accennato negli altri post, Alcock e Brown sono atterrati nei pressi di una stazione radio Marconi, i cui ruderi sono ancora visibili e valorizzati con dei pannelli didattici.
Fortunatamente, il Connemara è una regione bellissima (forse la più bella) dell'Irlanda ed il tempo era perfetto, così la neomoglie non si è lamentata troppo per la gita a fini aeronautici.
Parlando di Irlanda e trasvolate atlantiche, un altro "dirottamento" che ho messo in atto durante lo stesso viaggio è stata la visita al museo degli idrovolanti di Foynes. Non aspettatevi di vedere degli aerei dal vivo "in lamiera e longheroni", però ci sono molte informazioni sul ruolo che l'idroscalo di Foynes ha avuto nell'era degli idrovolanti. Si racconta che il rinomato Irish Coffee sia nato qui per rifocillare i passeggeri di un volo rientrato per il maltempo.
Saluti,
Leonardo
"If you think prevention is expensive, you should try having an accident"
Leonardo
"If you think prevention is expensive, you should try having an accident"
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
È vero, impresa assolutamente sottovalutata.
Ma in cosa differiva la specifica del premio che ha suscitato la trasvolata di Lindberg rispetto a questa?
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk
Ma in cosa differiva la specifica del premio che ha suscitato la trasvolata di Lindberg rispetto a questa?
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Di preciso non saprei, tranne che per due cose: Alcock e Brown lo fecero otto anni prima ed erano due, quindi non in solitario. (La sfida poi, quella degli inglesi, era stata lanciata addirittura nel 1913).
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Il solitario non era un requisito: diversi - tra cui i due che sulla rotta Parigi New York, se non ricordo male, furono dati per dispersi pochi giorni prima dell'impresa di Lindberg - fecero il tentativo in coppia e su plurimotori.
Appena torno a casa, rivedo la questione sul libro "Spirit of St. Louis".
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk
Appena torno a casa, rivedo la questione sul libro "Spirit of St. Louis".
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Doveva essere un volo non stop da New York a Parigi (o viceversa).hv1260 ha scritto:È vero, impresa assolutamente sottovalutata.
Ma in cosa differiva la specifica del premio che ha suscitato la trasvolata di Lindberg rispetto a questa?
Alberto
MD80 Fan
«Ogni domanda alla quale si possa dare una risposta ragionevole è lecita.» Konrad Lorenz
«Un sogno scaturito da un grande desiderio: la grande voglia di volare e scoprire altri orizzonti verso i quali andare, con la voglia di nuovo. Per me questa è l'avventura.» Angelo D'Arrigo
«Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.» Robert Oppenheimer
MD80 Fan
«Ogni domanda alla quale si possa dare una risposta ragionevole è lecita.» Konrad Lorenz
«Un sogno scaturito da un grande desiderio: la grande voglia di volare e scoprire altri orizzonti verso i quali andare, con la voglia di nuovo. Per me questa è l'avventura.» Angelo D'Arrigo
«Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.» Robert Oppenheimer
Re: Alcock e Brown: primi sopra l'Atlantico.
Ah, ecco, mi sembrava!
Grazie
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk
Grazie
Inviato dal mio Nexus 5X utilizzando Tapatalk