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da Almost Blue » 12 gennaio 2010, 12:53
"Allora colonnello, il signor Senatore lo porto al bordello ?"
"Ma no cretino ! Con un cristiano praticante come quello lì mica puoi metterti a parlare di pompini e scopate ...... devi aspettare che inizi a parlarne LUI ... !
Lo so a memoria.
L'Air America era ufficiale, era quello che facevano a non esserlo.
Sentite questa, perchè non è un film, ma a quanto pare è vera. E' un episodio raccontato dall' allora Maggiore dei Marines John Trotti, che a quanto ne so si fece almeno due turni operativi in Vietnam sugli F-4B e poi divenne anche istruttore al Naval Air Advanced Training Command a Kingsville, Texas.
L'episodio riferito si è svolto nel 1966. Il luogo: la base aerea dei Marines a Da Nang.
... Mi salvai da una crisi acuta* solo grazie a un vecchio amico dei giorni degli Skyhawk, che pilotava un Bug Smasher per l’Air America.
Il mio amico aveva promesso di portarmi con sé appena io avessi finito la mia attività e così all’alba del giorno seguente (che era l’ultimo prima di essere messo in lista per la partenza verso Okinawa), mi fece salire sul suo aereo e ci dirigemmo verso la giungla.
Andavamo su e giù come uno yo-yo, atterrando su piste erbose non più lunghe di due campi da football. La gente scendeva e altra ne saliva, sicchè l’aereo era sempre pieno.
“Viet cong”, mi disse quando due uomini in pigiama nero di età indefinita salirono a bordo, salutandoci con un inchino. “Per la precisione – aggiunse – sono commissari dell’esercito nord viet distaccati presso i Viet cong per controllare se la disciplina di partito viene osservata”.
Poi si rivolse ad uno di loro chiedendo: “Come va, Tojò?”.
I due ufficiali fecero un largo sorriso e il capo abbozzò un gesto per indicare che la situazione era sotto controllo.
“E adesso cosa succede?”, chiesi con apprensione.
“Nulla. E’ tutto tranquillo. Loro devono raggiungere Ban Meh Thuot e noi gli risparmiamo una marcia infernale di cinque giorni”.
“E se provassero ad impadronirsi dell’aereo?”.
Lui mi guardò come se io fossi idiota, poi disse: “E perché dovrebbero? In primo luogo non lo saprebbero pilotare. In secondo luogo, hanno compiuto missioni con noi per più di un anno e noi ci capiamo molto bene. Insieme con il più giovane ci siamo fatti un paio di birre giù a Sàigon il mese scorso, una volta che ci siamo incontrati per la strada. Parla inglese meglio di te e mi ha raccontato una quantità di cosette interessanti, è un tipo a posto”.
Poi proseguì: “Da principio i Nord viet ci odiavano, ma adesso non più. Infatti senza di noi ci metterebbero molto più tempo ad impadronirsi del Vietnam del sud, perché dovrebbero ricorrere solo all’infiltrazione ed alla sovversione e questo permetterebbe al governo di Sàigon di combatterli su un piede di parità.
No, per loro è molto meglio affrontare una guerra aperta, particolarmente una guerra come la facciamo noi. L’unica paura che hanno è che noi ci stanchiamo di correre dietro alle ombre nella jungla lungo i confini con il Laos e marciamo diretti su Hanoi. Ma sanno benissimo che non abbiamo la minima intenzione di farlo e che prima o poi ce ne andremo. Quando questo avverrà, il Vietnam del sud cadrà come una pera matura: non solo, ma il Nord si ritroverà a possedere l’esercito più potentemente armato di tutto il Sud est asiatico”.
Volammo per tutto il giorno e per tutto il giorno imparai sulla guerra del Vietnam molto più di quanto già sapessi, o fossi disposto a credere. A un certo punto il mio circuito di ricezione arrivò al punto di saturazione.
Il giorno della partenza, al momento di andarmene, volsi lo sguardo verso il nostro accampamento come se lo vedessi per la prima volta. Quella piccola area circondata da territorio straniero, che avevamo riempito di baracche, tende e pareti a soffietto nella sabbia della pianura vietnamita e che avevo considerato come casa mia per un lasso di tempo che già ora mi sembrava una vita intera era ormai parte del passato e stava fuggendomi. Poteva essere stata solo fantasia ?
Potevo aver vissuto un’allucinazione ?
A me non sembrava più lo stesso luogo e forse non lo era più.
( * La crisi acuta cui si riferisce derivava dal fatto che siccome i geni del Pentagono dicevano che i periodi più pericolosi per un pilota erano quello iniziale, per paura e inesperienza e quello finale del servizio, per eccessiva confidenza e perché oramai avevano la testa già a casa, i comandanti potevano decidere di mettere a terra il pilota congedando, condannandolo anche a diverse settimane di totale inattività).
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Almost Blue il 12 gennaio 2010, 16:44, modificato 1 volta in totale.
"Find a job you like and and you'll not have to work a single day in your life".
), i Pilatus PC-6, uno in particolare con lo spettacolare atterraggio in collina, e i mitici Bell 204B (UH-1).
internet 
Fantastico!
