
Quindi partenza da Venezia, all’alba del 12 agosto: zero traffico in autostrada e stranamente neanche al Marco Polo. Parcheggiamo praticamente in mezzo ai pioppeti di un parcheggio distante dall’aeroporto e direi che è andata anche bene visto che al momento di prenotare, cioè una settimana prima, non c’era manco mezzo posto libero in tutta Tessera. Voliamo con Lufthansa ma il volo è operato da Air Dolomiti: il check-in passa via veloce e io saluto la mia valigia sperando ardentemente di ritrovarla a Mosca dato che il transito è veramente strettissimo. Rapido anche il controllo sicurezza e con calma possiamo fare colazione, sbriciare qualche negozio e cambiare un po’ di rubli. Qui calerei un velo pietoso sul servizio dell’unica agenzia di cambio presente: prima sembrava potesse cambiarci fino a 1000 euro, poi farci uno sconto sulle commissioni, poi alla fine è riuscita a cambiarcene solo 450 perché era il massimo disponibile…vabbè, sorvoliamo. In perfetto orario imbarchiamo con il bus sull’Embraer 195, direzione Monaco: è la mia prima volta con il brasiliano e devo dire che è piuttosto comodo, con un ottimo legroom.
Questo il panorama al decollo da VCE: rimarrà così per tutto il breve viaggio, fino a peggiorare verso la Baviera.

Solito servizio Air Dolomiti di buon livello: salviettina all’imbarco e un velocissimo servizio con biscotti e bevande calde a scelta, quotidiani disponibili in italiano e tedesco.

Volo tranquillo e breve, in 40 minuti siamo a destinazione: purtroppo il panorama in fase di atterraggio è questo!

A Monaco ci accoglie una leggera pioggerellina, il cielo grigio e il bus: in tempi rapidi siamo all’interno dell’aeroporto ma la fila al controllo passaporti è piuttosto lunga. Il volo per Mosca parte dopo 40 minuti e nonostante i 20 minuti buoni spesi in attesa, arriviamo che l’imbarco è ancora ampiamente in corso. L’A321-200 per Mosca è pieno in tutta la sua capacità: tantissimi passeggeri sono italiani, provenienti dal nostro stesso volo e che fanno parte di 2 gruppi diversi di viaggi organizzati. Nel sentirli parlare a voce alta come fossimo stati al mercato del sabato, io e la mia compagna di viaggio ancora una volta ci siamo compiaciute di muoverci in autonomia. Dopo un decollo un po’ ballerino, le 3 ore successive passano abbastanza tranquille. Arriva il momento del pranzo:

Tra pasta e pollo scelgo il secondo: ad oggi ancora non mi spiego come mai sapesse di gomma con un retrogusto di pesce, del volatile nessuna traccia. Pane gelido e dolcetto abbastanza insapore ma da un volo di Y non mi aspetto granchè, quindi mi bevo un thè caldo (almeno questo gradevole) e provo a dormicchiare un po’. Peccato che la mia vicina non fosse della mia stessa idea quindi non riesco a chiudere occhio nemmeno 10 minuti. Il servizio di Lufthansa è preciso e le assistenti cordiali e sorridenti, peccato per soliti italiani caciaroni, che poi daranno il loro meglio con l’applauso finale all’atterraggio.
Il tempo verso Mosca migliora un po’ ma non durerà molto

Finalmente tocchiamo terra dolcemente dopo aver sorvolato chilometri di nulla e boschi di betulle: siamo nella grande madre Russia! Vi risparmio le facce soddisfatte di me e Chiara


Il nostro vicino di finger

Domodedovo e altro vicino

La fila al controllo passaporti è lunga e molto italian style ma riusciamo finalmente ad arrivare allo sportello, stile guardiola sovietica: la simpaticissima (si fa per dire…) addetta ci timbra il passaporto e allega il foglio con le date di arrivo e partenza. Arriva quindi il consueto momento di panico che questa volta dura pochissimo: poco dopo la partenza del nastro compaiono le nostre valigie! Gioia gaudio e tripudio, la nostra vacanza può cominciare! Interno dell’aeroporto

Esterno di Domodedovo con il cielo che desideravo trovare: grigio e plumbeo, Questa è la mia Russia!

Finita questa prima parte aeronautica cercherò di essere più concisa e di selezionare le foto più rappresentative dalle millemila scattate in questa settimana. Il tragitto verso il centro di Mosca inizia in mezzo a boschi e campagna, su una strada a 5 corsie per senso di marcia con un autista che avrebbe da insegnare anche ad Hamilton. In giro eleganti Mercedes, auto anni un po’ fatiscenti, camion e trattori con tanto di rimorchio. Avvicinandosi al centro iniziano chilometro di casermoni intervallati da centri commerciali e fast food occidentali ma rigorosamente con le insegne in cirillico.

Il nostro albergo è una delle Sette Sorelle, monumenti costruiti in epoca socialista e successivamente riqualificati e si trova nella zona della stazione di Leningradskaya. Questa la vista dalla nostra camera al tredicesimo piano.

Il primo giorno è dedicato al Cremlino, nucleo storico di Mosca e fortezza al cui interno si trovano monumenti religiosi, palazzi storici e uffici amministrativi.
Cattedrale della Dormizione

Cattedrale dell'Annunciazione

Cattedrale dell'Arcangelo Michele

Palazzo dei Congressi

Senato

All’esterno si apre la piazza Rossa su cui si affacciano la Cattedrale di San Basilio, i Magazzini Gum, la cattedrale di Kazan e il Museo di stato


In realtà le foto più belle le farò di sera, con la piazza semideserta grazie anche alla pioggia. La piazza è affollata di turisti ma riusciamo anche a visitare l’Armeria (splendide ma non fotografabili le uova Fabergè e le carrozze della zarina), il Mausoleo di Lenin, la tomba del Milite ignoto e dall’esterno anche il Bolshoi.

Pochi metri più avanti…

Il giorno successivo, dopo aver ammirato l’arte antica e le splendide icone delle Cattedrali, ci dedichiamo al settore moderno della galleria Tretiakov e all’avanguardia russa in particolare. Tra tutti, due quadri in tema aeronautico, con un po’ di fantasia...


Costeggiando la Moscova andiamo verso la Cattedrale di Cristo salvatore

Da lontano si può vedere il Cremlino in tutta la sua bellezza e maestosità.

Passiamo il pomeriggio a Izmailovo dove al celeberrimo mercatino riesco a fare un acquisto che soddisfa la mia aeromania per l’esosa cifra di 300 rubli, circa 4 euro

Prima di tornare in albergo però vogliamo goderci la vista notturna di Mosca: rischiamo più volte la vita con un tassista folle ma il rischio è ripagato dallo spettacolo che vediamo.



La mattina di Ferragosto, sotto una pioggia fastidiosa andiamo a prendere il treno veloce (si fa per dire…) verso San Pietroburgo: controllo sicurezza come in aeroporto e accesso ai binari solo mezz’ora prima dell’arrivo del treno. Come in Italia, uguale uguale….
Il nostro SAPSAN


Ottimo servizio, treno pulito, hostess eleganti e gentili, addirittura uno schermo dove viene proiettato un film. Per 4 ore lo spettacolo è questo, intervallato da qualche microscopico villaggio con casette in legno e qualche fiume.

San Pietroburgo è completamente diversa da Mosca e ce ne rendiamo conto al primo giro sulla Prospettiva Nievsky che vedremo per i successivi 3 giorni costantemente trafficata e occupata da code infinite. In un centro commerciale molto poco russo dove cerchiamo qualcosa da mangiare, troviamo anche un pezzo della nostra città

Il giorno successivo, sotto la pioggia, visitiamo il monastero di Smolny , la bellissima chiesa di San Nicola, sant’Isacco, il palazzo di Tauride, il palazzo Mensikov, il palazzo Jusupov e ammiriamo il palazzo d’Inverno dalla riva opposta del fiume

Masochiste all’impossibile, decidiamo di fare il giro delle varie isole in battello nonostante il tempo non proprio clemente.
L’incrociatore Aurora da cui fu sparato il colpo che diede l’inizio all’assalto del palazzo d’inverno durante la rivoluzione russa

Colonne rostrate e museo navale

In lontananza Kronstadt e il golfo di Finlandia

Al ritorno passando attraverso Piazza del Palazzo andiamo a visitare la spettacolare cattedrale del Salvatore sul sangue versato: l’interno è ricoperto da 7000 metri quadri di mosaico ed è di una bellezza che toglie il fiato!


Per non farci mancare nulla, la sera balletto al teatro dell’Hermitage, un gioiellino con la capienza massima di 250 spettatori ispirato al teatro Olimpico di Vicenza: assistiamo a un Lago dei Cigni veramente incantevole.
E, dulcis in fundo, il giorno successivo il Palazzo d’Inverno in tutta la sua imponente eleganza

Piazza del Palazzo

Nuvole e sole

Passiamo un giorno intero dentro l’Hermitage e ancora è poco per quanto c’è da vedere: non soltanto opere fantastiche dei più grandi artisti al mondo, ma anche la meraviglia del palazzo stesso. Non si può che rimanere abbagliati nelle stanze piene d’oro e di marmi colorati, lampadari di cristallo, pavimenti in 14 tipi di legni diversi. Difficile descrivere tanta bellezza che fa cornice a Raffaello, Canaletto, Matisse, Monet, Rembrandt. Non potendo postare le migliaia di foto, ho scelto quella dell’opera che più mi ha toccato, Amore e Psiche di Antonio Canova.

L’ultima sera ceniamo da un mio cugino di terzo ( o quarto..) grado che da un be po’ di anni si è trasferito dal Polesine a San Pietroburgo dove ha aperto un paio di attività, tra cui un ristorantino italiano veramente intimo e curato. Quale occasione migliore per un bicchiere di prosecco in compagnia di italiani e russi, seduti allo stesso tavolo?
Purtroppo il viaggio volge al termine. Andando verso Pulkovo vediamo la periferia della città, piuttosto insignificante a dire il vero, con parecchi edifici di stampo sovietico ma senza il fascino che avevo respirato a Mosca.

Arrivate a LED inizia la lunghissima serie di controlli: iniziamo con la sicurezza subito appena entrate, praticamente a 5 metri dalla porta d’ingresso. L’interno dell’aeroporto non è male ma non esiste un posto dove sedersi e c’è un unico bar piuttosto triste.

Appena aprono i banchi Lufthansa facciamo il check-in, passiamo un controllo dei biglietti manuale, una mini dogana dove l’addetta ci chiede solo se abbiamo soldi russi e ci infiliamo in un corridoio abbastanza tetro e deserto. Le solite simpaticissime funzionarie russe controllano il passaporto e ritirano il foglio che ci è stato consegnato all’arrivo: un timbro sul passaporto e via, fuori dalle scatole. Passiamo velocemente perché è una zona veramente brutta: arriviamo al controllo sicurezza e in questo caso è veramente molto approfondito con tanto di perquisizione ad ognuno. Finalmente arriviamo nella parte più carina di Pulkovo che è praticamente deserta!

Abbiamo un’oretta buona davanti, che io avevo preventivato per fare un po’ di foto, e ne approfittiamo per spendere gli ultimi rubli da Starbucks. Con molta fantasia, questo è il mio nome…

Lascio Chiara al duty free e mi faccio un giro intorno:
Il 321 di Ural Airlines

Lontanissimi UTair e KLM

L’Embraer di Montenegro Airlines va a Tivat

Poi un paio di meno consueti: due frullini che ipotizzo essere Antonov ma non riesco a capire quale modello, ogni aiuto ben accetto


Un po’ prima di noi parte l’iraniano di Mahan Air: non riesco a distinguere ( ma non c’è riuscito nemmeno il super esperto


La macchina che ci riporterà a casa

E il vicino di finger che va a Zurigo

Imbarchiamo velocemente sul A321-100 che torna a Francoforte e in perfetto orario lasciamo la terra russa. I primi 25 minuti balliamo parecchio poi il volo sarà liscio e tranquillo.
Pranzo, abbastanza immangiabile ma servito da una assistente di volo molto simpatica.

Cielo su FRA soleggiato

Atterraggio impercettibile (e senza applauso per fortuna visti i pochi italiani) e dopo aver pascolato un bel po’ sulla pista, ci viene a prendere il bus.
Due regine mostrano audacemente il B-side…

Qui ovviamente Lufthansa ovunque

Passiamo vicino a lui

Davanti mi vedo un Dreamliner azzurrino di Air Canada e nel momento in cui cerco di posizionarmi per fotografarlo, l’autista svolta verso l’aeroporto e addio sogni di gloria.
Stavolta abbiamo più tempo rispetto all’andata ma FRA non esattamente piccolo quindi ci muoviamo velocemente verso il terminal da cui partirà il nostro volo e voilà, nuovo controllo sicurezza. Di fronte a noi la polizia schierata con il mitra e una borsa sue due viene aperta e verificata approfonditamente. Qui spendo dieci minuti buoni a spiegare perché avessi due telefoni e che libro stessi leggendo mentre l’addetto verificava la mia trousse dei trucchi. Diciamo che mi sono spiegata perché ci fosse la fila anche qui. Finalmente mi da l’ok e possiamo andare a rifocillarci nella breve attesa del volo per Venezia.
Il nostro A319-100 partirà semivuoto con 10 minuti di ritardo: servizio molto sbrigativo ma ci sta vista la brevità del volo. Peccato che abbiano ritirato i bicchieri praticamente 10 minuti prima di atterrare. Qui sopra casa mia

E tra le nuvole pannose

La laguna sotto di noi

Purtroppo ero nella fila sbagliata ovvero a sinistra quindi non ho potuto fotografare Venezia ma in fin dei conti è stato quasi meglio così: mi sono goduta l’atterraggio su una delle città che amo di più al mondo, il cui fascino difficilmente si trasmette con una fotografia.
Due considerazioni per concludere questo TR, se avrete avuto la pazienza di leggerlo tutto. Alla domanda “Perché la Russia” non sono riuscita a rispondere a parole, ma ho avuto la mia personale risposta in mille occasioni: la bellezza dell’Hermitage, la magia della cattedrale ortodossa dove ho ascoltato i canti accompagnati dal profumo di incenso, sulla piazza Rossa di notte o guardando la Moscova.
Tra Mosca e San Pietroburgo di sicuro ho preferito la prima: tutto è enorme e lì si respira la vera Russia. L’ex capitale è invece più europea ma con quel non so che di incurante, tipico dell’ex impero sovietico.
E comunque, se esiste il mal di Russia, a giudicare dalla nostalgia di questi giorni….io ce l’ho di sicuro!