Una giornata da a/v.... FCO-NRT
Moderatore: Staff md80.it
Una giornata da a/v.... FCO-NRT
Odio stare di riserva, odio non avere il turno già assegnato, sei sempre appeso agli stati d’animo degli operatori dell’ufficio turni… ma facciamo buon viso a cattivo gioco, e proviamo a chiamare il giorno prima, così da sapere se c’è già un volo… “Ciao Impiego, hai per caso qualche volo per me?” “Hmm… aspetta… vediamo… ti do una Tokyo… decollo 13:25 va bene?” “Si, grazie… torna su Roma o Milano?” “Su Malpensa…” “Ah, ecco… va bene, ciao”. Beh, almeno stanotte si riposa tranquilli… la sveglia domani mattina non mi coglierà all’improvviso.
E difatti, la spengo io prima che lei possa accennare ad un minimo squillo. Il rituale della colazione si compie tra una serie impressionante di sbadigli, ancora cerco di recuperare dall’ultimo turno. Vabbè, lavaggio e ingrassaggio completati, sfoggio la nuova divisa, di un tessuto più leggero (e speriamo più duraturo) del precedente. La chiamata dell’ufficio trasporti la prende la segreteria, poiché, parafrasando il buon vecchio Archimede, “quando un corpo è immerso in un liquido squilla il telefono”.
Arriva una Lancia K fiammante… stamattina all’autista “gl’e rode”, è nervoso, non riesce a restare sintonizzato su una stazione radio per più di trenta secondi… lo faccio parlare un po’, scopro che non è riuscito a fare un cambio turno e avere un giorno particolare libero. Sorrido, pensando che da noi è la normalità.
Al briefing solito traffico di facce nuove e vecchie, di volantini che annunciano un passo avanti negli accordi con l’azienda… “bene”, penso… Mentre sto seduto nella saletta, sento un tintinnio di campanellini, quasi a ricordare quelli delle caprette al pascolo… alzo lo sguardo, dinanzi a me si staglia la figura di una delle due REL giapponesi, il connubio perfetto tra il fisico di Antonio Inoki (commentato dall’ottimo Tony Fusaro!) e il volto di una maschera teatrale nipponica. Il mio sguardo estasiato non passa inosservato, mi si avvicina e si presenta… “Piacere mio…”.
Il briefing dura poco, tanti hanno voglia di fumare l’ultima sigaretta da qui a 12 ore, 31/180 i passeggeri, 11 ore e un pizzichetto il tempo di volo, pochi pasti speciali, un’assistenza, qualche infant… a me tocca il galley di Magnifica. Ok, “fra cinque minuti sdoganati”.
Ci troviamo fuori, dopo un controllo di polizia “sommario”, sul pulmino… I-DISE è parcheggiato vicino, arriviamo in un attimo… e cominciano i soliti “impicci”. Una gondola del motore sinistro è aperta,
i tecnici stanno sistemando qualcosa, un crick solleva il carrello sinistro per cambiare una gomma,
i gruppi di condizionamento esterno sbuffano e più che raffreddare l’interno riscaldano l’esterno, e un simpatico Fokkerino ultima le operazioni di carico alla piazzola adiacente
.
A bordo il caos… squadre pulizie che si incrociano con il personale del cartering, in un minuetto nei corridoi senza musica, ma con molto ritmo. Alla 1R non c’è più spazio per i miei bagagli, chi tardi arriva male alloggia… ma i piloti non hanno il loro di spazio?!? Bah… lasciamo perdere, il volo è lungo già di per se.
Il capo ci da un paio di belle notizie: i lettori di cassette non funzionano, il briefing di sicurezza non può essere mandato a schermo, bisognerà farlo mano, come sul medio raggio; l’IFE ha problemi, alcuni schermi non vanno, toccherà spostare alcuni pax. Per fortuna non siamo strapieni.
I tecnici salgono e scendono, sono irrequieti… stiamo facendo tardi. La scala montata alla 2R si allontana… “prova motore”, mentre mi controllo il cartering della magniica il rumore diventa quasi assordante. Passa qualche minuto, il motore si spegne, di nuovo via vai dei tecnici… l’inconveniente è risolto. Intanto, tra tutto questo manicomio, sono riuscito a controllarmi il catering, è sufficiente per la magnifica piena, preparo (coadiuvato dal team di magnifica!) le vaschette con le noccioline, il burro nei carrelli della mise-en-place, i menù con all’interno calzerotti, bustina unicef e locandina film, i bricchi per il the e caffè, le posate di scorta, le tazzine con lo zucchero e limone, stappo alcune bottiglie di vino, e per ultimo preparo i welcome drinks
.
I ragazzi hanno già preparato il carrello giornali
.
Via all’imbarco, ma dei passeggeri nemmeno l’ombra. Il comandante freme. Arrivano i pompieri per il rifornimento, sarà effettuato mentre imbarcheremo.
Intanto parecchio traffico… passa un 777 EK
un 767 CO fa il push
mentre un 767 DL stacca,
passa un DC10 NW
un 767 Skyservice
e un A321 giordano
.
Arriva finalmente il primo autobus, ma deve fare un giro colossale… non può frapporsi tra l’aereo e i pompieri… questioni di sicurezza…
babbè, meno male sono giapponesi, si sistemano in un attimo appena a bordo. Io intanto approfitto per mettere il limoncello al freddo nel ghiaccio, e per predisporre il secchiello dei vini bianchi con altro ghiaccio.
Il secondo autobus porta la gran parte dei passeggeri, e il terzo una ultima parte.
Tutti a bordo, chiudere, armare, giornali, appendere le giacche, welcome drinks, dimostrazione, ritiro, il tutto dal parcheggio alla testata pista… in un solo lungo respiro. Siamo in ritardo, quasi un’ora, dobbiamo recuperare… il cpt promette di arrivare in orario nel suo annuncio personalizzato. Solo qualche secondo per immortalare il B707 dell’aeronautica
e si accelera.
Il decollo è nervoso, l’aeroplano pieno sfrutta tutta la pista che ha per lasciare faticosamente il suolo e guadagnare il suo ambiente naturale: il cielo.
Sotto scorre il litorale nord di Roma,
più avanti scorrerà Ancona
.
La salita è decisa, è prevista un po’ di turbolenza… rinviamo l’inizio del servizio di dieci minuti… arriva l’ok… prepariamo… no, contrordine… aspettare ancora. Alla fine dalla cabina di pilotaggio si mettono d’accordo e ci danno l’ok… metto a scaldare i 2 forni di pasta e i 2 di secondi, un pilota mi chiede di mangiare, gli scaldiamo il pasto crew. Andrà a dormire subito dopo il pasto.
Via con gli hot towels… prendo i vassoi e preparo, la collega termina l’opera. Allestisco i bar con vini, acqua, birre, the verde freddo, gli altri i carrelli della mise-en-place con posate, tovagliette, piattini, sale e pepe, burro. E’ un bel gruppo, affiatato, credo si lavorerà bene. C’è da preparare la zona sporca, con un carrello waste e uno con i cassetti vuoti. Fatto. La pasta è pronta, lo sento dall’odore del sugo, i secondi ancora no. I ragazzi escono a preparare la cabina, ad “apparecchiare” i tavolinetti dei passeggeri, offrendo acqua, mentre io preparo i carrelli pieghevoli che serviranno per passare la pasta. Subito dopo la mise-en-place, partono i bar… offerta di noccioline e aperitivi, la fame si fa sentire, sono le 3 passate ormai. Calzo i guanti, prendo le teglie di pasta, le dispongo sui carrelli allestiti con i piatti e il parmigiano, verso il sugo fresco sulle pennette e rimischio i ravioli per condirli meglio… e il carrello con i primi va. Torna in uno stato che lascio a voi definire…
.
Qualcuno chiede il bis… accontentato. Rientrati i carrelli, si cambia.. tocca ai secondi. Servono i cestini del pane, che ormai è caldo nel suo forno, e i sottovaschette… i cassetti con le ceramiche pesano un accidenti, spostarli è faticoso… via le teglie della pasta, avanti con i sottovaschetta. Dal forno caldo tiro fuori una ad una le vaschette dei “main course”, i secondi.. oggi tacchino con verdure e spiedino di pesce. E’ un’operazione laboriosa, bisogna stare attenti a non versare il condimento ustionante delle vaschette.
Per permettere una scelta a tutti, metto tutto quello che ho a disposizione… via con i secondi, con i carrelli torna indietro un po’ di roba, va rimessa nei forni. I giapponesi sono sempre molto “calmi” a tavola, mangiano lentamente. Ciò mi permette di portarmi avanti col lavoro e preparare le tazze per il caffè e the. Fatto ciò, proseguo con la portata successiva: formaggi e frutta…
.
L’uva non è tagliata… il catering dovrebbe farlo per contratto, ma 9 volte su 10 è così… così come le coperte dei poti di riposo, le etichette di carta e plastica nei forni, ma mi fermo qui, se no divento polemico. Porgo alle colleghe le posate di scorta, per reintegrare quelle ritirate. Il carrello torna praticamente intatto per la parte dei formaggi, era prevedibile, i giapponesi non ne sono grandi estimatori. La frutta invece va… E’ ora della novità dell’estate, il gelato alla frutta fatto di frutta…
e sembra che i passeggeri gradiscono, al punto che qualcuno cerca di addentare il guscio della noce… vabbè il dattero e la fragola… ma la noce…
Dai, che ci siamo quasi… tornati i carrelli, disallestisco, rimetto a posto tutto quello che è avanzato, e preparo l’ultimo della serie… d’accordo col capo, un carrello con i gelati, uno con liquori, the caffè e the verde. Siamo quasi in dirittura… i nostri ospiti gradiscono, c’è la richiesta di qualche espresso che faccio a parte. Ogni tanto dal cockpit arrivano richieste di cibo… “C’è un po’ di frutta? “ “E formaggi? Avanza qualcosa?” “Si, un momento che sistemo anche voi”
I carrelli rientrano nel galley dai che si disallestice di nuovo… via il caffè e the rimasto, via il latte nel frigo, gli alcolici a posto, posate e bicchieri, piattini, tutto quello che ormai non fa più parte del servizio stivato. I carrelli piegati e sistemati nei loro alloggiamenti. Una mano a ritirare ci viene data dai ragazzi che hanno lavorato in economica, l’aeroplano è un tutt’uno, chi finisce prima dà una mano agli altri.
Iniziano finalmente i turni di riposo… manca un P2, le vendite sono state effettuate solo dal P2 che lavorava in classe economica. Mi rimane solo un vizio a questo punto, quello di mangiare… sono quasi le 17 e mi reggo in piedi con un panino “bevuto” durante la salita. Tiro fuori dal frigo la bresaola che ho preso a terra, un panino e voilà, il pranzo è servito, avrebbe detto Corrado. Bicchiere di coca light, aiuta la digestione - - e via col mio fido lettore mp3 a riposare un po’ le gambe.
Il secondo servizio scivola più del primo… è più veloce da preparare, e soprattutto da erogare. Una volta preparati i carrelli con i vassoi, i succhi di arancia, il pane e i lieviti al forno, allestiti i carrelli pieghevoli con la porzione calda (omelette, funghi, pomodori ripieni), ciambellone, yoghourt e miele, preparati i bricchi con the caffè e the verde basta andare in cabina e distribuire il tutto… detta così sembra facile.
Il rituale del disallestimento carrelli arriva puntuale come una cambiale, così come comincia ad arrivare la stanchezza… ci avviciniamo ale 23 ormai. Tocca alle carte di sbarco, ma per fortuna sono poche. Inizia la discesa,
il tempo è nuvoloso. Recuperiamo gli auricolari, rendiamo le giacche, e riassettiamo la cabina… io ho a che fare col galley, che intanto perde acqua dagli scarichi… sporchi, ormai sono intasati. Tampono con qualche tovagliolino… limitiamo i danni.
La toccata è decisa, il ruotino anteriore segna la pista e il colpo fa tintinnare bicchieri e stoviglie. Si apre uno sportello nel bagno, un collega va a richiuderlo.
Il rullaggio non è da meno del volo… 25 minuti per raggiungere il parcheggio, mentre passiamo accanto a un po’ di “bestioni”…
747 ANA
747 JAL con livrea dedicata
B777 vietnamita
Il nostro posto sarà dopo la virgin,
(che pare abbia detto un collega che “doppo che so passato io nun c’era rimasto morto de virgggin nell’eqquipaggio”).
Lo sbarco è rapido quanto l’imbarco…. e anche noi ci prepariamo a sbarcare… usciamo portando le nostre cose… andando salutiamo il nostro 777 che anche oggi ci ha portato a destinazione..
PS… il resto appena rientro in Italia !!!
E difatti, la spengo io prima che lei possa accennare ad un minimo squillo. Il rituale della colazione si compie tra una serie impressionante di sbadigli, ancora cerco di recuperare dall’ultimo turno. Vabbè, lavaggio e ingrassaggio completati, sfoggio la nuova divisa, di un tessuto più leggero (e speriamo più duraturo) del precedente. La chiamata dell’ufficio trasporti la prende la segreteria, poiché, parafrasando il buon vecchio Archimede, “quando un corpo è immerso in un liquido squilla il telefono”.
Arriva una Lancia K fiammante… stamattina all’autista “gl’e rode”, è nervoso, non riesce a restare sintonizzato su una stazione radio per più di trenta secondi… lo faccio parlare un po’, scopro che non è riuscito a fare un cambio turno e avere un giorno particolare libero. Sorrido, pensando che da noi è la normalità.
Al briefing solito traffico di facce nuove e vecchie, di volantini che annunciano un passo avanti negli accordi con l’azienda… “bene”, penso… Mentre sto seduto nella saletta, sento un tintinnio di campanellini, quasi a ricordare quelli delle caprette al pascolo… alzo lo sguardo, dinanzi a me si staglia la figura di una delle due REL giapponesi, il connubio perfetto tra il fisico di Antonio Inoki (commentato dall’ottimo Tony Fusaro!) e il volto di una maschera teatrale nipponica. Il mio sguardo estasiato non passa inosservato, mi si avvicina e si presenta… “Piacere mio…”.
Il briefing dura poco, tanti hanno voglia di fumare l’ultima sigaretta da qui a 12 ore, 31/180 i passeggeri, 11 ore e un pizzichetto il tempo di volo, pochi pasti speciali, un’assistenza, qualche infant… a me tocca il galley di Magnifica. Ok, “fra cinque minuti sdoganati”.
Ci troviamo fuori, dopo un controllo di polizia “sommario”, sul pulmino… I-DISE è parcheggiato vicino, arriviamo in un attimo… e cominciano i soliti “impicci”. Una gondola del motore sinistro è aperta,
i tecnici stanno sistemando qualcosa, un crick solleva il carrello sinistro per cambiare una gomma,
i gruppi di condizionamento esterno sbuffano e più che raffreddare l’interno riscaldano l’esterno, e un simpatico Fokkerino ultima le operazioni di carico alla piazzola adiacente
.
A bordo il caos… squadre pulizie che si incrociano con il personale del cartering, in un minuetto nei corridoi senza musica, ma con molto ritmo. Alla 1R non c’è più spazio per i miei bagagli, chi tardi arriva male alloggia… ma i piloti non hanno il loro di spazio?!? Bah… lasciamo perdere, il volo è lungo già di per se.
Il capo ci da un paio di belle notizie: i lettori di cassette non funzionano, il briefing di sicurezza non può essere mandato a schermo, bisognerà farlo mano, come sul medio raggio; l’IFE ha problemi, alcuni schermi non vanno, toccherà spostare alcuni pax. Per fortuna non siamo strapieni.
I tecnici salgono e scendono, sono irrequieti… stiamo facendo tardi. La scala montata alla 2R si allontana… “prova motore”, mentre mi controllo il cartering della magniica il rumore diventa quasi assordante. Passa qualche minuto, il motore si spegne, di nuovo via vai dei tecnici… l’inconveniente è risolto. Intanto, tra tutto questo manicomio, sono riuscito a controllarmi il catering, è sufficiente per la magnifica piena, preparo (coadiuvato dal team di magnifica!) le vaschette con le noccioline, il burro nei carrelli della mise-en-place, i menù con all’interno calzerotti, bustina unicef e locandina film, i bricchi per il the e caffè, le posate di scorta, le tazzine con lo zucchero e limone, stappo alcune bottiglie di vino, e per ultimo preparo i welcome drinks
.
I ragazzi hanno già preparato il carrello giornali
.
Via all’imbarco, ma dei passeggeri nemmeno l’ombra. Il comandante freme. Arrivano i pompieri per il rifornimento, sarà effettuato mentre imbarcheremo.
Intanto parecchio traffico… passa un 777 EK
un 767 CO fa il push
mentre un 767 DL stacca,
passa un DC10 NW
un 767 Skyservice
e un A321 giordano
.
Arriva finalmente il primo autobus, ma deve fare un giro colossale… non può frapporsi tra l’aereo e i pompieri… questioni di sicurezza…
babbè, meno male sono giapponesi, si sistemano in un attimo appena a bordo. Io intanto approfitto per mettere il limoncello al freddo nel ghiaccio, e per predisporre il secchiello dei vini bianchi con altro ghiaccio.
Il secondo autobus porta la gran parte dei passeggeri, e il terzo una ultima parte.
Tutti a bordo, chiudere, armare, giornali, appendere le giacche, welcome drinks, dimostrazione, ritiro, il tutto dal parcheggio alla testata pista… in un solo lungo respiro. Siamo in ritardo, quasi un’ora, dobbiamo recuperare… il cpt promette di arrivare in orario nel suo annuncio personalizzato. Solo qualche secondo per immortalare il B707 dell’aeronautica
e si accelera.
Il decollo è nervoso, l’aeroplano pieno sfrutta tutta la pista che ha per lasciare faticosamente il suolo e guadagnare il suo ambiente naturale: il cielo.
Sotto scorre il litorale nord di Roma,
più avanti scorrerà Ancona
.
La salita è decisa, è prevista un po’ di turbolenza… rinviamo l’inizio del servizio di dieci minuti… arriva l’ok… prepariamo… no, contrordine… aspettare ancora. Alla fine dalla cabina di pilotaggio si mettono d’accordo e ci danno l’ok… metto a scaldare i 2 forni di pasta e i 2 di secondi, un pilota mi chiede di mangiare, gli scaldiamo il pasto crew. Andrà a dormire subito dopo il pasto.
Via con gli hot towels… prendo i vassoi e preparo, la collega termina l’opera. Allestisco i bar con vini, acqua, birre, the verde freddo, gli altri i carrelli della mise-en-place con posate, tovagliette, piattini, sale e pepe, burro. E’ un bel gruppo, affiatato, credo si lavorerà bene. C’è da preparare la zona sporca, con un carrello waste e uno con i cassetti vuoti. Fatto. La pasta è pronta, lo sento dall’odore del sugo, i secondi ancora no. I ragazzi escono a preparare la cabina, ad “apparecchiare” i tavolinetti dei passeggeri, offrendo acqua, mentre io preparo i carrelli pieghevoli che serviranno per passare la pasta. Subito dopo la mise-en-place, partono i bar… offerta di noccioline e aperitivi, la fame si fa sentire, sono le 3 passate ormai. Calzo i guanti, prendo le teglie di pasta, le dispongo sui carrelli allestiti con i piatti e il parmigiano, verso il sugo fresco sulle pennette e rimischio i ravioli per condirli meglio… e il carrello con i primi va. Torna in uno stato che lascio a voi definire…
.
Qualcuno chiede il bis… accontentato. Rientrati i carrelli, si cambia.. tocca ai secondi. Servono i cestini del pane, che ormai è caldo nel suo forno, e i sottovaschette… i cassetti con le ceramiche pesano un accidenti, spostarli è faticoso… via le teglie della pasta, avanti con i sottovaschetta. Dal forno caldo tiro fuori una ad una le vaschette dei “main course”, i secondi.. oggi tacchino con verdure e spiedino di pesce. E’ un’operazione laboriosa, bisogna stare attenti a non versare il condimento ustionante delle vaschette.
Per permettere una scelta a tutti, metto tutto quello che ho a disposizione… via con i secondi, con i carrelli torna indietro un po’ di roba, va rimessa nei forni. I giapponesi sono sempre molto “calmi” a tavola, mangiano lentamente. Ciò mi permette di portarmi avanti col lavoro e preparare le tazze per il caffè e the. Fatto ciò, proseguo con la portata successiva: formaggi e frutta…
.
L’uva non è tagliata… il catering dovrebbe farlo per contratto, ma 9 volte su 10 è così… così come le coperte dei poti di riposo, le etichette di carta e plastica nei forni, ma mi fermo qui, se no divento polemico. Porgo alle colleghe le posate di scorta, per reintegrare quelle ritirate. Il carrello torna praticamente intatto per la parte dei formaggi, era prevedibile, i giapponesi non ne sono grandi estimatori. La frutta invece va… E’ ora della novità dell’estate, il gelato alla frutta fatto di frutta…
e sembra che i passeggeri gradiscono, al punto che qualcuno cerca di addentare il guscio della noce… vabbè il dattero e la fragola… ma la noce…
Dai, che ci siamo quasi… tornati i carrelli, disallestisco, rimetto a posto tutto quello che è avanzato, e preparo l’ultimo della serie… d’accordo col capo, un carrello con i gelati, uno con liquori, the caffè e the verde. Siamo quasi in dirittura… i nostri ospiti gradiscono, c’è la richiesta di qualche espresso che faccio a parte. Ogni tanto dal cockpit arrivano richieste di cibo… “C’è un po’ di frutta? “ “E formaggi? Avanza qualcosa?” “Si, un momento che sistemo anche voi”
I carrelli rientrano nel galley dai che si disallestice di nuovo… via il caffè e the rimasto, via il latte nel frigo, gli alcolici a posto, posate e bicchieri, piattini, tutto quello che ormai non fa più parte del servizio stivato. I carrelli piegati e sistemati nei loro alloggiamenti. Una mano a ritirare ci viene data dai ragazzi che hanno lavorato in economica, l’aeroplano è un tutt’uno, chi finisce prima dà una mano agli altri.
Iniziano finalmente i turni di riposo… manca un P2, le vendite sono state effettuate solo dal P2 che lavorava in classe economica. Mi rimane solo un vizio a questo punto, quello di mangiare… sono quasi le 17 e mi reggo in piedi con un panino “bevuto” durante la salita. Tiro fuori dal frigo la bresaola che ho preso a terra, un panino e voilà, il pranzo è servito, avrebbe detto Corrado. Bicchiere di coca light, aiuta la digestione - - e via col mio fido lettore mp3 a riposare un po’ le gambe.
Il secondo servizio scivola più del primo… è più veloce da preparare, e soprattutto da erogare. Una volta preparati i carrelli con i vassoi, i succhi di arancia, il pane e i lieviti al forno, allestiti i carrelli pieghevoli con la porzione calda (omelette, funghi, pomodori ripieni), ciambellone, yoghourt e miele, preparati i bricchi con the caffè e the verde basta andare in cabina e distribuire il tutto… detta così sembra facile.
Il rituale del disallestimento carrelli arriva puntuale come una cambiale, così come comincia ad arrivare la stanchezza… ci avviciniamo ale 23 ormai. Tocca alle carte di sbarco, ma per fortuna sono poche. Inizia la discesa,
il tempo è nuvoloso. Recuperiamo gli auricolari, rendiamo le giacche, e riassettiamo la cabina… io ho a che fare col galley, che intanto perde acqua dagli scarichi… sporchi, ormai sono intasati. Tampono con qualche tovagliolino… limitiamo i danni.
La toccata è decisa, il ruotino anteriore segna la pista e il colpo fa tintinnare bicchieri e stoviglie. Si apre uno sportello nel bagno, un collega va a richiuderlo.
Il rullaggio non è da meno del volo… 25 minuti per raggiungere il parcheggio, mentre passiamo accanto a un po’ di “bestioni”…
747 ANA
747 JAL con livrea dedicata
B777 vietnamita
Il nostro posto sarà dopo la virgin,
(che pare abbia detto un collega che “doppo che so passato io nun c’era rimasto morto de virgggin nell’eqquipaggio”).
Lo sbarco è rapido quanto l’imbarco…. e anche noi ci prepariamo a sbarcare… usciamo portando le nostre cose… andando salutiamo il nostro 777 che anche oggi ci ha portato a destinazione..
PS… il resto appena rientro in Italia !!!
-
- 05000 ft
- Messaggi: 756
- Iscritto il: 28 dicembre 2004, 17:09
- Slowly
- Administrator
- Messaggi: 26108
- Iscritto il: 28 settembre 2004, 12:43
- Località: ...nei pensieri di chi mi vuole bene!
- Contatta:
Mitico Aviator!!!!
Mi-ti-co!!!!!!!
Mi-ti-co!!!!!!!
SLOWLY
MD80.it Admin
e-mail: slowly@interfree.it
MSN: slowly@md80.it
Skype: slo.ita
Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
MD80.it Admin
e-mail: slowly@interfree.it
MSN: slowly@md80.it
Skype: slo.ita
Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
E il fuori programma a Tokyo....
Che la nostra vita sia movimentata, è un dato noto a molti.. ma che il "movimento" stavolta sia stato nel più vero senso della parola, non me lo sarei aspettato nemmeno io.
In breve.... il report, - o racconto - del volo l'ho scritto in camera a Tokyo, la mattina del mio arrivo... così i ricordi sono più vivi, e approfittando della connessione offerta dal management dell'hotel.
Di solito, quando si arriva nella hall dell'albergo, dopo aver preso le chiavi, ci si accorda con i colleghi sul da farsi... chi esce, chi si riposa, chi va per negozi, chi altro... bene, una collega mi chiede di andare a visitare un tempio, volentieri l'accompagno, essendo io un curiosone per natura. Questa volta ci spingiamo fino ad Asakusa, dalla parte opposta della città rispetto a Shinjuku, il quartiere dove sorge il nostro hotel. Il tempio grande, bello, con molti giardini a contorno, e una zona "commerciale" cdove fare acquisti di ogni genere, dai biscottini fatti a mano ai gattini che salutano con la zampetta a qualsiasi oggetto o souvenir bizzarro possiate immaginare. Dopo aver ammirato la pagoda, aver visitato l'interno, aver acceso l'incenso ed esserci "cosparsi" dei suoi fumi, ci incamminiamo verso la zona commerciale, curiosando come bambini tra le bancarella... quando ad un tratto, un rumore sordo, come di un tuono lontano, soffocato da gridolini di raagazze... il terreno sotto i nostri piedi comincia a muoversi, sussulta, si sposta come un cavallo imbizzarrito... sembra di essere su uno di quei passaggi tra una carrozza e l'altra di un treno... "il terremoto!", dico alla mia collega, che mi guarda fissa e un po' impietrita. "Non preoccuparti, siamo all'aperto, siamo tranquilli" le dico, e penso "a meno che non si apra la terra qui sotto!".
E' questione di attimi, tutti capiscono di cosa si tratta, sono abituati -loro- ... i semafori ondeggiano, i cavalcavia onnipresenti seguono il movimento della terra che ricorda quello di un orso che cerca di scrollarsi di dosso un peso... poi tutto finisce, così come è iniziato, improvvisamente.
Cerchiamo qualcuno che parli inglese, per capire se ci sia qualcosa in più da sapere di quello che già immaginiamo. Lo troviamo in un ragazzo alla staqzione della metro. Ci dice che il servizio è sospeso, per controllare che non ci siano danni alle strutture. "Accidenti, come torniamo in hotel?" "Proviamo con un autobus..." Ma gli sguardi e le espressioni di quelli che interroghiamo per avere lumi ci fanno desistere... sembra di essere in mezzo all'oceano... un fiume di auto che lentamente invade ogni piccolo angolo di asfalto... sembra impossibile raggiungere in tempi "brevi" il nostro quartiere.
"Beh, andiamo a mangiare qualcosa... con la pancia piena si ragiona meglio..." suggerisco alla mia collega, che acconsente... la scusa per magiare sushi è sempre buona..
Il finale della storia ve lo riassumo qui... "tutto è bene quel che finisce bene"... dopo 3 ore circa il servizio metro riparte, riusciamo a saltare su un treno stracolmo che ci riporta - stanchi dal fuso e dal camminare - in albergo... pronti per andare a riposarsi... del resto al pick-up mancano appena 9 ore...
PS.. appena potrò vi mostrerò qualche altro scatto...
In breve.... il report, - o racconto - del volo l'ho scritto in camera a Tokyo, la mattina del mio arrivo... così i ricordi sono più vivi, e approfittando della connessione offerta dal management dell'hotel.
Di solito, quando si arriva nella hall dell'albergo, dopo aver preso le chiavi, ci si accorda con i colleghi sul da farsi... chi esce, chi si riposa, chi va per negozi, chi altro... bene, una collega mi chiede di andare a visitare un tempio, volentieri l'accompagno, essendo io un curiosone per natura. Questa volta ci spingiamo fino ad Asakusa, dalla parte opposta della città rispetto a Shinjuku, il quartiere dove sorge il nostro hotel. Il tempio grande, bello, con molti giardini a contorno, e una zona "commerciale" cdove fare acquisti di ogni genere, dai biscottini fatti a mano ai gattini che salutano con la zampetta a qualsiasi oggetto o souvenir bizzarro possiate immaginare. Dopo aver ammirato la pagoda, aver visitato l'interno, aver acceso l'incenso ed esserci "cosparsi" dei suoi fumi, ci incamminiamo verso la zona commerciale, curiosando come bambini tra le bancarella... quando ad un tratto, un rumore sordo, come di un tuono lontano, soffocato da gridolini di raagazze... il terreno sotto i nostri piedi comincia a muoversi, sussulta, si sposta come un cavallo imbizzarrito... sembra di essere su uno di quei passaggi tra una carrozza e l'altra di un treno... "il terremoto!", dico alla mia collega, che mi guarda fissa e un po' impietrita. "Non preoccuparti, siamo all'aperto, siamo tranquilli" le dico, e penso "a meno che non si apra la terra qui sotto!".
E' questione di attimi, tutti capiscono di cosa si tratta, sono abituati -loro- ... i semafori ondeggiano, i cavalcavia onnipresenti seguono il movimento della terra che ricorda quello di un orso che cerca di scrollarsi di dosso un peso... poi tutto finisce, così come è iniziato, improvvisamente.
Cerchiamo qualcuno che parli inglese, per capire se ci sia qualcosa in più da sapere di quello che già immaginiamo. Lo troviamo in un ragazzo alla staqzione della metro. Ci dice che il servizio è sospeso, per controllare che non ci siano danni alle strutture. "Accidenti, come torniamo in hotel?" "Proviamo con un autobus..." Ma gli sguardi e le espressioni di quelli che interroghiamo per avere lumi ci fanno desistere... sembra di essere in mezzo all'oceano... un fiume di auto che lentamente invade ogni piccolo angolo di asfalto... sembra impossibile raggiungere in tempi "brevi" il nostro quartiere.
"Beh, andiamo a mangiare qualcosa... con la pancia piena si ragiona meglio..." suggerisco alla mia collega, che acconsente... la scusa per magiare sushi è sempre buona..
Il finale della storia ve lo riassumo qui... "tutto è bene quel che finisce bene"... dopo 3 ore circa il servizio metro riparte, riusciamo a saltare su un treno stracolmo che ci riporta - stanchi dal fuso e dal camminare - in albergo... pronti per andare a riposarsi... del resto al pick-up mancano appena 9 ore...
PS.. appena potrò vi mostrerò qualche altro scatto...
-
- 10000 ft
- Messaggi: 1164
- Iscritto il: 11 maggio 2005, 17:18
- Località: LIPU - LIPZ
- Slowly
- Administrator
- Messaggi: 26108
- Iscritto il: 28 settembre 2004, 12:43
- Località: ...nei pensieri di chi mi vuole bene!
- Contatta:
Si, molto molto belli, e scritti davvero molto bene!
Potresti farci un libro Aviator!!!!
Potresti farci un libro Aviator!!!!
SLOWLY
MD80.it Admin
e-mail: slowly@interfree.it
MSN: slowly@md80.it
Skype: slo.ita
Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
MD80.it Admin
e-mail: slowly@interfree.it
MSN: slowly@md80.it
Skype: slo.ita
Scarica il mio (oh) mamma devo prendere l'aereo!
- Sienamonza2
- 10000 ft
- Messaggi: 1248
- Iscritto il: 25 gennaio 2005, 22:09
- Località: Cagliari
un po' di foto....
il pulmino che ci porta in hotel
gli svincoli stradali
un vicoletto
telefono a casa...
o mi ci faccio accompagnare?
la pagoda del tempio
l'ingresso del tempio
si cena
e si beve...
ah.. e non si fuma per strada!
gli svincoli stradali
un vicoletto
telefono a casa...
o mi ci faccio accompagnare?
la pagoda del tempio
l'ingresso del tempio
si cena
e si beve...
ah.. e non si fuma per strada!
-
- 10000 ft
- Messaggi: 1164
- Iscritto il: 11 maggio 2005, 17:18
- Località: LIPU - LIPZ
Grazie a tutti...
non si fuma per strada, mentre si cammina... e nemmeno stando fermi. Ma ci sono spesso lungo i marciapiedi delle "isole" per fumatori, con posacenere e sgabellini (tipo fermata autobuis) per sedersi... segno di estrema civiltà a mio parere.
Ah, per Samu, forse ti riferisci a questo blog qui.
non si fuma per strada, mentre si cammina... e nemmeno stando fermi. Ma ci sono spesso lungo i marciapiedi delle "isole" per fumatori, con posacenere e sgabellini (tipo fermata autobuis) per sedersi... segno di estrema civiltà a mio parere.
Ah, per Samu, forse ti riferisci a questo blog qui.
-
- 00500 ft
- Messaggi: 87
- Iscritto il: 28 luglio 2005, 16:14
- Località: roma
CIAOOO.....
sei un grande........
trasuda la passione per il tuo lavoro......
riesci a lavorare e a cogliere l'immagine anche nei momenti topici.....
molti magari "invidiano" chi viaggia, guardando solo i lati positivi e dimenticando cosa comporta un tipo di vita simile.....
grazie per avermi portato in Giappone.......
Robby
trasuda la passione per il tuo lavoro......
riesci a lavorare e a cogliere l'immagine anche nei momenti topici.....
molti magari "invidiano" chi viaggia, guardando solo i lati positivi e dimenticando cosa comporta un tipo di vita simile.....
grazie per avermi portato in Giappone.......
Robby