Fuori campo
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Fuori campo
Mi piacerebbe sapere dai volovelisti del forum con quali criteri scelgono il campo su cui atterrare nel caso di un fuoricampo.
Colore, dimensioni, eventuali ostacoli...cosa si guarda?
Colore, dimensioni, eventuali ostacoli...cosa si guarda?
Re: Fuori campo
ti rispondo per quello che riguarda anche il volo da turismo in caso di avaria.
se parliamo di campi ( perchè a volte una bella strada non è mica male se è sufficientemente larga ), si cerca il verde ( il marrone sa di campo arato e non è molto dolce ), vicino e abbastanza lungo ... libero da ostacoli inntorno.
se sei in montagna e non hai campi "belli" ... ti assicuro che la punta dei pini è buona, magari l'aereo non se la cava ... ma se ne può uscire con le proprie gambe.
se parliamo di campi ( perchè a volte una bella strada non è mica male se è sufficientemente larga ), si cerca il verde ( il marrone sa di campo arato e non è molto dolce ), vicino e abbastanza lungo ... libero da ostacoli inntorno.
se sei in montagna e non hai campi "belli" ... ti assicuro che la punta dei pini è buona, magari l'aereo non se la cava ... ma se ne può uscire con le proprie gambe.
Re: Fuori campo
se non c'è la presenza di campi verdi, ma solo di quelli arati potresti anche guardare come sono disposti i solchi fatti dal contadino e cercare di atterrare parallelo ad essi
Aeroclub Milano Student
ATPL theorical started!!!
PPL (A) obtained!!!
22/09/09...da oggi si iniza...
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Re: Fuori campo
qui un esempio (notevole il galleggiamento prima della decisione finale)
nel volo libero in parapendio basta molto meno spazio a patto di saperlo fare. Con un pò di esperienza non è più un emergenza, ma si può anche pianificare di proposito. Due settimane fa dopo due orette di volo ho fatto top su un minuscolo pendio innevato per ripartire subito dopo.
Anche il deltaplano permette spazi ridotti se si utilizza il paracadutino frenante, però richiede una tecnica più complessa. Altrimenti può optare al contropendio, ma sono sempre meno quelli capaci di farlo.
In conclusione penso che la maggiore difficoltà nell'aliante sia almeno parzialmente compensata dalla sua molto maggiore efficenza che da più chance di raggiungere campi più vasti e lisci, sebbene più lontani.
Un elemento insidioso per qualunque tipo di mezzo sono invece i cavi sospesi, è facile non vederli (sopratutto in determinate condizioni di luce) e le conseguenze è facile immaginarle. Inoltre la lunghezza del campo è molto relativa agli ostacoli circostanti, perchè questi imporranno di entrare più alti riducendo cosi la lunghezza utile del campo stesso.
nel volo libero in parapendio basta molto meno spazio a patto di saperlo fare. Con un pò di esperienza non è più un emergenza, ma si può anche pianificare di proposito. Due settimane fa dopo due orette di volo ho fatto top su un minuscolo pendio innevato per ripartire subito dopo.
Anche il deltaplano permette spazi ridotti se si utilizza il paracadutino frenante, però richiede una tecnica più complessa. Altrimenti può optare al contropendio, ma sono sempre meno quelli capaci di farlo.
In conclusione penso che la maggiore difficoltà nell'aliante sia almeno parzialmente compensata dalla sua molto maggiore efficenza che da più chance di raggiungere campi più vasti e lisci, sebbene più lontani.
Un elemento insidioso per qualunque tipo di mezzo sono invece i cavi sospesi, è facile non vederli (sopratutto in determinate condizioni di luce) e le conseguenze è facile immaginarle. Inoltre la lunghezza del campo è molto relativa agli ostacoli circostanti, perchè questi imporranno di entrare più alti riducendo cosi la lunghezza utile del campo stesso.
Re: Fuori campo
Bellissimo!
Quanto ti invidio Tristar. Avrei voluto fare parapendio ma mia moglie non vuole
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Re: Fuori campo
Grazie per le risposte
Nel caso del video però il signore mi pare abbastanza tranquillo, no?
Cosa l'ha portato a fare un fuoricampo?
Ti giuro che quando ho fatto la domanda era perchè avevo visto questo video qui...e in effetti mi è parso che la decisione non fosse stata immediata ma abbia richiesto una certa serie di valutazioni.tristar ha scritto:qui un esempio (notevole il galleggiamento prima della decisione finale)
Nel caso del video però il signore mi pare abbastanza tranquillo, no?
Cosa l'ha portato a fare un fuoricampo?
Re: Fuori campo
il fuoricampo non è una manovra eccezionale per il volo a vela per cui, quando si pianifica un volo di distanza sarebbe buona norma identificare, lasciatemi dire, gli "alternati" che altro non sono che campi di cui si è nota la loro atterrabilità senza troppi problemi (e la recuperabilità dell'aliante in un secondo tempo).
Per cui, in teoria, lungo tutta la rotta si ha presente dove è possibile planare per atterrare in un campo già sperimentato.
Detto questo, il pilota dispone il piano, ma la meteo lo condiziona e ci si può trovare in condizione di dovere fare fuori campo e scegliere il campo; con quali criteri?
- un campo arato e fresato garantisce un atterraggio cortissimo e quasi sempre senza danni al pilota e all'aliante
- un campo solo arato dà luogo ad un atterraggio corto, ma con possibili danni alla schiena e all'aliante
- un campo coltivato a granoturco, dà buone chance prendendo come riferimento per il flare la parte più alta delle piante e pian piano affondanodci dentro.
- i campi verdi possono riservare sorprese che dall'alto non si vedono: fossi, recizioni, pali, etc.. dove ci si può fare molto male
- nel dubbio è megli infilarsi in un lago, vicino a riva.
Per ora, io sempre riuscito a non fare fuoricampo, per cui quello che ho scritto si basa sui consigli e racconti di chi lo ha fatto
Per cui, in teoria, lungo tutta la rotta si ha presente dove è possibile planare per atterrare in un campo già sperimentato.
Detto questo, il pilota dispone il piano, ma la meteo lo condiziona e ci si può trovare in condizione di dovere fare fuori campo e scegliere il campo; con quali criteri?
- un campo arato e fresato garantisce un atterraggio cortissimo e quasi sempre senza danni al pilota e all'aliante
- un campo solo arato dà luogo ad un atterraggio corto, ma con possibili danni alla schiena e all'aliante
- un campo coltivato a granoturco, dà buone chance prendendo come riferimento per il flare la parte più alta delle piante e pian piano affondanodci dentro.
- i campi verdi possono riservare sorprese che dall'alto non si vedono: fossi, recizioni, pali, etc.. dove ci si può fare molto male
- nel dubbio è megli infilarsi in un lago, vicino a riva.
Per ora, io sempre riuscito a non fare fuoricampo, per cui quello che ho scritto si basa sui consigli e racconti di chi lo ha fatto
Don't worry about the world coming to an end today. It's already tomorrow in Australia
Re: Fuori campo
ops, scusa del doppioneMD82_Lover ha scritto: Ti giuro che quando ho fatto la domanda era perchè avevo visto questo video qui...
@LS4: andando "a sentimento" ho sempre pensato che i campi di frumento fossero la scelta migliore in mancanza di campi in erba adeguati, perchè penso permettano atterraggi morbidi e corti senza rovinare la superficie dell'aliante, però non sono sicurissimo su questo, per caso il gelcoat si danneggerebbe in un tale atterraggio?
@flyfree......porta anche tua moglie
Re: Fuori campo
penso che anche il frumento vada bene.
ho visto alianti atterrati nel granoturco e l'unico danno è stata una colorazione verde sul brodo d'attacco e sul muso dell'aliante; con una buona lucidata è andata via
ho visto alianti atterrati nel granoturco e l'unico danno è stata una colorazione verde sul brodo d'attacco e sul muso dell'aliante; con una buona lucidata è andata via
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Re: Fuori campo
scusate la domanda off topic ma cosa e' quel suono continuo che si sente nella cabina dell'aliante?
"....non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi.gli occhi vedono solo cio' che e' limitato.guarda col tuo intelletto e scopri quello che conosci gia'.allora imparerai come si vola".
R.Bach il gabbiano jonathan livingston
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Re: Fuori campo
è il suono del variometro elettrico che dà indicazioni sulla velocità verticale dell'aliante. più è acuto più l'ascendenza è forte e si sta guadagnando quota . se è basso (oppure nessun suono) si sta scendendo
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Re: Fuori campo
Il variometro.coach ha scritto:scusate la domanda off topic ma cosa e' quel suono continuo che si sente nella cabina dell'aliante?
Comunque per la mia piccola esperienza senza motore la scelta del campo viene fatta in base alle dimensioni ,alla superficie(colore) alla pendenza (se si vede dall'alto vuol dire che in basso sara' ancora piu' rilevante),agli ostacoli ,al vento e ai dintorni (ingressi)
Generalmente il campo di colore marrone chiaro dovrebe essere il piu' indicato essendo questo il colore di un terreno coltivato o seminato da poco tempo e quindi livellato) ed escludendo quello di colore verde intenso o verde irregolare (poiche' potrebbe nascondere avvallamenti notevoli).L'atterraggio su erba alta dicevano fosse sconsigliato.
Strisce di verde scuro potrebero essere in prossimita' di ostacoli dove il trattore non poteva arrivare per sfalciare l'erba.
Si preferisce atterrare in salita anche con un moderato vento in coda.L'importante e' gestire il circuito.Spesso si arriva lunghi o corti.
SE il campo non e' lungo a sufficienza (almeno 200-300 mt) e' meglio atterrare su un campo arato ,magari preparandosi ad un imbardata intenzionale anche toccando con la tip dell'ala.
Poi ci metterei pure la conoscenza degli autoctoni.Un mio amico fu preso a randellate da un contadino che aveva visto atterrare nel suo campo altri due alianti nei tre giorni precedenti...
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.
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Re: Fuori campo
Ci mancherebbe, non era mica una critica la mia, anzi!tristar ha scritto:ops, scusa del doppione
Intanto grazie a tutti per le risposte, poi posto un link che ho trovato poco fa curiosando in giro.
Probabilmente tutte cose già note agli esperti, ma mi è sembrato interessante e carino da leggere.
Ci sono scritte molte delle cose che avete detto.
LINK
Mi scuso per i termini evidenziati, ma non so come fare per toglierli.
Re: Fuori campo
Grazie per le risposte.
"....non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi.gli occhi vedono solo cio' che e' limitato.guarda col tuo intelletto e scopri quello che conosci gia'.allora imparerai come si vola".
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Re: Fuori campo
Ci si potrebbe scrivere libri e trattati su come affrontare il fuoricampo (e qualcuno lo ha fatto davvero) ma alla fine le buone regole sono davvero molto poche.
Prima di tutto la consapevolezza che il fuoricampo può capitare SEMPRE, non solo nel volo di distanza. Personalmente non ho mai fatto fuoricampo, ma di alianti finiti nei campi a poche centinaia di metri dalla pista ne ho raccolti davvero tanti. Si può finire in fuoricampo anche durante un voletto cielo campo o persino durante un volo scuola.
Bisogna sempre essere pronti a fare un fuoricampo e fondamentalmente non va temuto.
In ogni caso comunque un'altra regola sacrosanta è la tempestività con cui si inizia il fuoricampo.
Il fuoricampo non è tale quando si mettono le ruote per terra. Ci vuole una tempestiva preparazione che dia il tempo al pilota di scegliersi non un campo, ma possibilmente più di uno nei dintorni, in modo da averne subito uno "di riserva" nel caso il campo prescelto manifesti ostacoli non visti fino all'ultimo momento.
Diciamo quindi che occorre una quota di decisione in cui si smette di veleggiare e cercare l'ascendenza per tentare di ritornare a casa e ci si focalizza solo ed esclusivamente sul fuoricampo.
Prima cosa da scrutare: le linee elettriche o aeree in generale. Anche da poche centinaia di metri dal suolo è assolutamente impossibile scorgere i fili elettrici: la miglior soluzione è scrutare il terreno per cercare i pali. Se se ne individua uno allora occorre guardare intorno per trovare l'altro. In questo modo si può avere l'idea del percorso reale della linea elettrica anche senza vedere realmente i fili.
La pendenza è fondamentale e si valuta molto male dall'alto. Quello che sulla verticale sembra un campo perfettamente in piano può essere in realtà dotato di una forte pendenza.
A parte rischio di prenderlo dalla parte sbagliata, non è comunque per niente facile atterrare su un campo in forte salita. Occorre valutare la morfologia del terreno intorno, non è per niente facile comunque.
Il colore del campo può essere determinante ma non si possono assolutamente fare delle considerazioni schematiche tipo "verde va bene" o "marrone va male".
Per esempio io prima di infilare l'aliante dentro un campo di granturco lo metto senza indugio in un campo arato con zolle da fresare. Distruggerò le bandelle e il carrello ma perlomeno vedo su cosa atterro. Il granturco nasconde una pericolosissima insidia: gli irrigatori.
Gli irrigatori per i campi di mais sono in metallo e belli robusti. Si mimetizzano tra le piante e spesso spariscono letteralmente. Centrarne uno significa ammazzarsi.
Il granturco si riconosce abbastanza bene dall'alto perché è bello fitto e alto. I campi con colture basse e magari dotati di solchi sono perfetti, a meno che non siano attraversati da fossetti per l'irrigazione o drenaggio delle acque. In quel caso c'è poco da fare, non si può sapere fino a quando non ci metti le ruote dentro.
I campi marroni possono essere perfetti, possibilmente se di colore chiaro i quali tendenzialmente indicano un terreno arato e fresato. In quel caso è meglio che atterrare sull'asfalto, una ghiottoneria per il pilota di aliante: ci si ferma letteralmente in poche decine di metri.
L'importante è frenare immediatamente con decisione e magari proteggersi il fondoschiena con un bello strato di dynafoam, il quale aumenta le possibilità di non spaccarsi la schiena in caso di un urto violento in fase di fuoricampo.
Prima di tutto la consapevolezza che il fuoricampo può capitare SEMPRE, non solo nel volo di distanza. Personalmente non ho mai fatto fuoricampo, ma di alianti finiti nei campi a poche centinaia di metri dalla pista ne ho raccolti davvero tanti. Si può finire in fuoricampo anche durante un voletto cielo campo o persino durante un volo scuola.
Bisogna sempre essere pronti a fare un fuoricampo e fondamentalmente non va temuto.
In ogni caso comunque un'altra regola sacrosanta è la tempestività con cui si inizia il fuoricampo.
Il fuoricampo non è tale quando si mettono le ruote per terra. Ci vuole una tempestiva preparazione che dia il tempo al pilota di scegliersi non un campo, ma possibilmente più di uno nei dintorni, in modo da averne subito uno "di riserva" nel caso il campo prescelto manifesti ostacoli non visti fino all'ultimo momento.
Diciamo quindi che occorre una quota di decisione in cui si smette di veleggiare e cercare l'ascendenza per tentare di ritornare a casa e ci si focalizza solo ed esclusivamente sul fuoricampo.
Prima cosa da scrutare: le linee elettriche o aeree in generale. Anche da poche centinaia di metri dal suolo è assolutamente impossibile scorgere i fili elettrici: la miglior soluzione è scrutare il terreno per cercare i pali. Se se ne individua uno allora occorre guardare intorno per trovare l'altro. In questo modo si può avere l'idea del percorso reale della linea elettrica anche senza vedere realmente i fili.
La pendenza è fondamentale e si valuta molto male dall'alto. Quello che sulla verticale sembra un campo perfettamente in piano può essere in realtà dotato di una forte pendenza.
A parte rischio di prenderlo dalla parte sbagliata, non è comunque per niente facile atterrare su un campo in forte salita. Occorre valutare la morfologia del terreno intorno, non è per niente facile comunque.
Il colore del campo può essere determinante ma non si possono assolutamente fare delle considerazioni schematiche tipo "verde va bene" o "marrone va male".
Per esempio io prima di infilare l'aliante dentro un campo di granturco lo metto senza indugio in un campo arato con zolle da fresare. Distruggerò le bandelle e il carrello ma perlomeno vedo su cosa atterro. Il granturco nasconde una pericolosissima insidia: gli irrigatori.
Gli irrigatori per i campi di mais sono in metallo e belli robusti. Si mimetizzano tra le piante e spesso spariscono letteralmente. Centrarne uno significa ammazzarsi.
Il granturco si riconosce abbastanza bene dall'alto perché è bello fitto e alto. I campi con colture basse e magari dotati di solchi sono perfetti, a meno che non siano attraversati da fossetti per l'irrigazione o drenaggio delle acque. In quel caso c'è poco da fare, non si può sapere fino a quando non ci metti le ruote dentro.
I campi marroni possono essere perfetti, possibilmente se di colore chiaro i quali tendenzialmente indicano un terreno arato e fresato. In quel caso è meglio che atterrare sull'asfalto, una ghiottoneria per il pilota di aliante: ci si ferma letteralmente in poche decine di metri.
L'importante è frenare immediatamente con decisione e magari proteggersi il fondoschiena con un bello strato di dynafoam, il quale aumenta le possibilità di non spaccarsi la schiena in caso di un urto violento in fase di fuoricampo.
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Re: Fuori campo
Libelle, come l'hai scritto tu il fuori campo, verrebbe voglia di farne uno subito...
Grazie!!!!
Grazie!!!!
Re: Fuori campo
Eh... come saprai anche qui dipende... giusto per la cronaca uno dei soci di Calcinate l'ha messo in un campo da fresare, peccato che la terra argillosa seccata dal sole estivo era diventata letteralmente calcestruzzo e ha buttato via l'aliante.libelle ha scritto: Per esempio io prima di infilare l'aliante dentro un campo di granturco lo metto senza indugio in un campo arato con zolle da fresare.
Ciao,
Re: Fuori campo
Come ho scritto sopra, meglio atterrare in un campo arato e sfasciare l'aliante piuttosto che infilarlo dentro un campo di granturco dove si nascondono gli irrigatori. Ripeto, centrarne uno sul muso vuol dire come minimo sbriciolarsi le gambe o rimetterci addirittura la pelle. L'aliante si può anche buttare, del resto ognuno di noi ha la sua assicurazione corpo a copertura del valore dell'aliante. La vita no, non ha prezzo.vihai ha scritto:Eh... come saprai anche qui dipende... giusto per la cronaca uno dei soci di Calcinate l'ha messo in un campo da fresare, peccato che la terra argillosa seccata dal sole estivo era diventata letteralmente calcestruzzo e ha buttato via l'aliante.libelle ha scritto: Per esempio io prima di infilare l'aliante dentro un campo di granturco lo metto senza indugio in un campo arato con zolle da fresare.
Ciao,
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Re: Fuori campo
Prego..ma sai, tra il dire e il fare....MD82_Lover ha scritto:Libelle, come l'hai scritto tu il fuori campo, verrebbe voglia di farne uno subito...
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Re: Fuori campo
Bhè...è evidente che era una battuta, ci mancherebbe , però sono situazioni che possono presentarsi, quindi, almeno dal punto di vista teorico, sapere quali potrebbero essere le opportunità migliori per farsi il meno male possibile non credo sia un dettaglio di poco conto.libelle ha scritto: Prego..ma sai, tra il dire e il fare....
Poi certo, come hai detto tu, dal dire al fare ce ne passa, ma cercare di ridurre al minimo i margini di rischio scartando a priori le situazioni che questo rischio lo aumenterebbero in modo certo mi pare una buona cosa.
Comunque...mi sono informata sugli irrigatori utilizzati per le coltivazioni di mais perchè mi aveva incuriosita il discorso...
Molto brevemente...l'irrigazione a pioggia può essere fatta con aste irrigue cementate e del diametro di circa 1,5-2 pollici oppure con cavalletti sui quali vengono inseriti i cannoni.
Le aste irrigue dall'alto dovrebbero essere riconoscibili, perchè hanno un'altezza che è di circa mt 2,50, pertanto sono più alte del granoturco.
I cannoni dovrebbero essere anche questi visibili dall'alto, perchè, nella maggior parte dei casi, nel punto in cui passano i tubi e sono fissati i cavalletti, ci sono due file di coltivazione mancanti.
Il problema è che non sempre queste due file mancano, quindi dall'alto la visuale può non dare alcun tipo di informazione.
I cannoni a fine turno vengono rimossi, ma rimangono i cavalletti ed ho avuto conferma che andarci contro non è il massimo...
Re: Fuori campo
Naturalmente, intendevo dire che è molto facile scrivere su come si fa un fuoricampo. Poi però bisogna vedere cosa realmente succede quando uno ci si trova nella realtà.bhè...è evidente che era una battuta, ci mancherebbe....
Gli irrigatori sono solo uno delle tante insidie che possono nascondersi in un fuoricampo. Le altre sono addirittura ..il bestiame che può pascolare in un campo.
E' stato scritto che è preferibile evitare i campi in cui stanno pascolando pecore, sono molto pericolose dato che si spaventano molto facilmente e cominciano a correre all'impazzata in tutte le direzioni, anche contro l'aliante in rullaggio.
Le mucche invece sono tranquille ma terribilmente curiose.
E' successo che un pilota, dopo essere felicemente atterrato in un campo, si è allontanato per cercare un telefono (evidentemente si tratta di un fatto risalente a diversi anni fa).
Una volta ritornato all'aliante, lo ha trovato circondato da una mandria di pacifiche mucche che guardavano, e annusavano questo strano coso bianco apparso sul loro praticello. Evidentemente non era di loro gusto.
Anche gli agricoltori sono sempre da tenere a mente come possibili insidie per i fuoricampo.
C'è chi realmente si è dovuto mettere a correre per sfuggire all'ira omicida di un pastore inviperito per la perdita di diverse pecore, fuggite a causa dell'apparire improvviso di un aliante in mezzo al pascolo.
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Re: Fuori campo
è capitato anche ad un mio amico atterrato in un campo di granoturco, però ha avuto il tempo di spiegare al contadino che era assicurato e quindi l'assicurazione avrebbe risarcito il danno (in pratica ha venduto il raccolto prima di farlo).libelle ha scritto:Anche gli agricoltori sono sempre da tenere a mente come possibili insidie
Il contadino allora gli ha detto di tornare pure quando voleva, amici compresi
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Re: Fuori campo
Verissimo, tendenzialmente gli agricoltori ci guadagnano anche di più. Un aliante fa dei danni veramente minimi quando atterra in un campo coltivato.è capitato anche ad un mio amico atterrato in un campo di granoturco, però ha avuto il tempo di spiegare al contadino che era assicurato e quindi l'assicurazione avrebbe risarcito il danno (in pratica ha venduto il raccolto prima di farlo).
Il contadino allora gli ha detto di tornare pure quando voleva, amici compresi
Un paio di anni fa togliemmo un Twin Astir da un campo appena seminato cercando di fare il meno danno possibile. Con nostro grande stupore il proprietario del campo ci disse con la massima tranquillità di non preoccuparci a calpestare il meno possibile, le piantine sarebbero nate lo stesso.
E se qualcuna non sarebbe nata, al massimo la perdita in termini di soldi sarebbe stata di qualche centesimo di euro. Quando gli abbiamo detto che l'assicurazione avrebbe coperto tutti i danni si è pure messo a ridere.
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Re: Fuori campo
Ti è andata bene! io me la sono dovuta dare a gambe per fuggire dal contadino inferocito dopo essere atterrato nel campo fresato... col paracadute!libelle ha scritto: Verissimo, tendenzialmente gli agricoltori ci guadagnano anche di più. Un aliante fa dei danni veramente minimi quando atterra in un campo coltivato.
Un paio di anni fa togliemmo un Twin Astir da un campo appena seminato cercando di fare il meno danno possibile. Con nostro grande stupore il proprietario del campo ci disse con la massima tranquillità di non preoccuparci a calpestare il meno possibile, le piantine sarebbero nate lo stesso.
E se qualcuna non sarebbe nata, al massimo la perdita in termini di soldi sarebbe stata di qualche centesimo di euro. Quando gli abbiamo detto che l'assicurazione avrebbe coperto tutti i danni si è pure messo a ridere.
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“No Ciube quando l'impero l'ha costruita non pensava ai Wookiee”.Ian Solo
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Re: Fuori campo
C'è anche a chi è andata molto ma molto peggio.Ti è andata bene! io me la sono dovuta dare a gambe per fuggire dal contadino inferocito dopo essere atterrato nel campo fresato... col paracadute!
Apprestandosi al fuoricampo un pilota (il cui nome è celebre tra i volovelisti italiani) scorge un lungo campo che sembra una pista, bello perfetto, assolutamente uniforme e di colore marrone chiaro.
Fantastico, un campo arato e sicuramente fresato, lo infilo lì!
Nel momento in cui l'aliante tocca questo "campo" il pilota di accorge che qualcosa non va a causa degli enormi schizzi di liquido marrone che inondano l'aliante.
Ma che roba è?
Era finito in una lunga e soprattutto ben colma vasca a cielo aperto di decantazione di un collettore fognario....
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Re: Fuori campo
Per ovviare ad alcuni dei casi succitati posso suggerire di viaggiare con soppressa da tre kg al seguito?
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Re: Fuori campo
Sei sicuro che non hai mai volato in mongolfiera?libelle ha scritto:Naturalmente, intendevo dire che è molto facile scrivere su come si fa un fuoricampo. Poi però bisogna vedere cosa realmente succede quando uno ci si trova nella realtà.bhè...è evidente che era una battuta, ci mancherebbe....
Gli irrigatori sono solo uno delle tante insidie che possono nascondersi in un fuoricampo. Le altre sono addirittura ..il bestiame che può pascolare in un campo.
E' stato scritto che è preferibile evitare i campi in cui stanno pascolando pecore, sono molto pericolose dato che si spaventano molto facilmente e cominciano a correre all'impazzata in tutte le direzioni, anche contro l'aliante in rullaggio.
Le mucche invece sono tranquille ma terribilmente curiose.
E' successo che un pilota, dopo essere felicemente atterrato in un campo, si è allontanato per cercare un telefono (evidentemente si tratta di un fatto risalente a diversi anni fa).
Una volta ritornato all'aliante, lo ha trovato circondato da una mandria di pacifiche mucche che guardavano, e annusavano questo strano coso bianco apparso sul loro praticello. Evidentemente non era di loro gusto.
Anche gli agricoltori sono sempre da tenere a mente come possibili insidie per i fuoricampo.
C'è chi realmente si è dovuto mettere a correre per sfuggire all'ira omicida di un pastore inviperito per la perdita di diverse pecore, fuggite a causa dell'apparire improvviso di un aliante in mezzo al pascolo.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
http://web.tiscali.it/windrider/
Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.
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Re: Fuori campo
Vediamo.
Io qualche fuoricampo l'ho fatto e in uno ho anche rotto l'aliante. (colpa solo mia)
Intanto i fuori campo più pericolosi sono quelli vicini a casa.
Se sei alle 6 di sera in aria morta a 100 km da casa la scelta è facile.
Se ti mancano 100 mt di quota per arrivare al campo è molto più difficile accettare la sconfitta e si rischia davvero di farsi male.
Questo significa che bisogna sapersi arrendere. Prima ci si rende conto di essere fuori e più tempo c'è per le scelte giuste.
Io quando ho deciso che sono fuori spengo anche il vario eletrico per evitare la tentazione di provarci ancora una volta.
La precedenza la darei ha:
campi fresati
campi seminati con piante basse.
Arati
Verde
Nel verde si può nascondere di tutto.
Dal fosso al tubo a, come successo a qualcuno, il tombino di cemento.
Prendere questi ostacoli con il carrello può significare lasciarci la schiena.
Esistono situazioni in cui resta una sola scelta. In salita sulla chioma delle piante.
Anni fa (davvero tanti) ho recuperato (in elicottero), un nimbus 3 che aveva fatto questa scelta in Valtellina.
Naturalmente ci sono altre considerazioni. le dimensioni del campo, la direzione del vento, la pendenza.
Se la pendenza è apprezzabile si atterra sempre in salita qualunque sia la direzione del vento. Chi ha provato ad atterrare in discesa ha scoperto che l'efficienza degli alianti è davvero tanta... talvolta anche con i freni spalancati.
Se si può scegliere un campo noto, già atterrato in passato da altri. Oggi c'è anche tante avio superfici a disposizione.
Se si è in gruppo e altri hanno già fatto fuoricampo senza danni.. seguirli se possibile nello stesso campo. Oltre alla compagnia in attesa del recupero si ha la sicurezza offerta dal fatto che se non hanno trovato ostacoli loro non dovremmo trovarli nemmeno noi.
Al contrario di come vedo fare spesso, in fuori campo è meglio un finale un po' più ripido del normale.
I vantaggi sono:
Maggior separazione dagli ostacoli. (molti li vedrete solo avvicinandovi al campo. Altri sono sono alle volte del tutto invisibili)
Dovendo fare una Flare più accentuata si dissipa più energia e quindi, malgrado le apparenze, ci si ferma prima che arrivando alla stessa velocità ma piatti.
Assicurarsi anzitutto di entrare in campo.
Meglio arrivare un po' più lunghi che corti. Una volta a terra l'energia si dissipa molto in fretta, ma se in campo non si entra ci si fa davvero molto male.
Stallare a 5 mt di altezza cercando di allungare la planata ha conseguenze molto più severe che toccare 10 metri dopo.
Una volta in campo mettere giù l'aliante e spalancare i freni. Non rullate assolutamente. Di sicuro ve ne pentirete dopo (tutti metri in più per recuperare l'aliante) ma almeno riducete i rischi di sbattere contro ostacoli che non avevate visto.
Una considerazione dovuta anche all'esperienza personale.
Il fuori campo è una logica conseguenza del volo senza motore. Non accettare questo, rifiutarsi di prendere in considerazione questa eventualità (ma la chiamerei anche opportunità) è molto pericoloso.
L'unica volta che ho fatto dei danni seri è quando mi sono rifiutato di prendere in considerazione questa scelta.
Ho voluto credere ad un computer quando la logica e la ragione mi dicevano che non potevo arrivare.
Mi sono chiuso in un angolo e alla fine sono dovuto atterrare su una collineta di riporto su cui sorgeva una pista da motocross con 100 mt utili e vento alle spalle.
Appena ho toccato ho imbardato per fermarmi, riuscendoci già nella parte discendente della collina. (risultato coda dell'aliante rotta)
L'aver rotto, anche se troppo tardi, la catena degli eventi, mi ha permesso di uscirne solo con danni materiali e nell'orgoglio.
Dal momento in cui ho cominciato ad essere basso, a quando l'ho accettato, non solo ho sorvolato decine di campi utilizzabili, ma anche un avio superficie nota e ben segnalata.
Io qualche fuoricampo l'ho fatto e in uno ho anche rotto l'aliante. (colpa solo mia)
Intanto i fuori campo più pericolosi sono quelli vicini a casa.
Se sei alle 6 di sera in aria morta a 100 km da casa la scelta è facile.
Se ti mancano 100 mt di quota per arrivare al campo è molto più difficile accettare la sconfitta e si rischia davvero di farsi male.
Questo significa che bisogna sapersi arrendere. Prima ci si rende conto di essere fuori e più tempo c'è per le scelte giuste.
Io quando ho deciso che sono fuori spengo anche il vario eletrico per evitare la tentazione di provarci ancora una volta.
La precedenza la darei ha:
campi fresati
campi seminati con piante basse.
Arati
Verde
Nel verde si può nascondere di tutto.
Dal fosso al tubo a, come successo a qualcuno, il tombino di cemento.
Prendere questi ostacoli con il carrello può significare lasciarci la schiena.
Esistono situazioni in cui resta una sola scelta. In salita sulla chioma delle piante.
Anni fa (davvero tanti) ho recuperato (in elicottero), un nimbus 3 che aveva fatto questa scelta in Valtellina.
Naturalmente ci sono altre considerazioni. le dimensioni del campo, la direzione del vento, la pendenza.
Se la pendenza è apprezzabile si atterra sempre in salita qualunque sia la direzione del vento. Chi ha provato ad atterrare in discesa ha scoperto che l'efficienza degli alianti è davvero tanta... talvolta anche con i freni spalancati.
Se si può scegliere un campo noto, già atterrato in passato da altri. Oggi c'è anche tante avio superfici a disposizione.
Se si è in gruppo e altri hanno già fatto fuoricampo senza danni.. seguirli se possibile nello stesso campo. Oltre alla compagnia in attesa del recupero si ha la sicurezza offerta dal fatto che se non hanno trovato ostacoli loro non dovremmo trovarli nemmeno noi.
Al contrario di come vedo fare spesso, in fuori campo è meglio un finale un po' più ripido del normale.
I vantaggi sono:
Maggior separazione dagli ostacoli. (molti li vedrete solo avvicinandovi al campo. Altri sono sono alle volte del tutto invisibili)
Dovendo fare una Flare più accentuata si dissipa più energia e quindi, malgrado le apparenze, ci si ferma prima che arrivando alla stessa velocità ma piatti.
Assicurarsi anzitutto di entrare in campo.
Meglio arrivare un po' più lunghi che corti. Una volta a terra l'energia si dissipa molto in fretta, ma se in campo non si entra ci si fa davvero molto male.
Stallare a 5 mt di altezza cercando di allungare la planata ha conseguenze molto più severe che toccare 10 metri dopo.
Una volta in campo mettere giù l'aliante e spalancare i freni. Non rullate assolutamente. Di sicuro ve ne pentirete dopo (tutti metri in più per recuperare l'aliante) ma almeno riducete i rischi di sbattere contro ostacoli che non avevate visto.
Una considerazione dovuta anche all'esperienza personale.
Il fuori campo è una logica conseguenza del volo senza motore. Non accettare questo, rifiutarsi di prendere in considerazione questa eventualità (ma la chiamerei anche opportunità) è molto pericoloso.
L'unica volta che ho fatto dei danni seri è quando mi sono rifiutato di prendere in considerazione questa scelta.
Ho voluto credere ad un computer quando la logica e la ragione mi dicevano che non potevo arrivare.
Mi sono chiuso in un angolo e alla fine sono dovuto atterrare su una collineta di riporto su cui sorgeva una pista da motocross con 100 mt utili e vento alle spalle.
Appena ho toccato ho imbardato per fermarmi, riuscendoci già nella parte discendente della collina. (risultato coda dell'aliante rotta)
L'aver rotto, anche se troppo tardi, la catena degli eventi, mi ha permesso di uscirne solo con danni materiali e nell'orgoglio.
Dal momento in cui ho cominciato ad essere basso, a quando l'ho accettato, non solo ho sorvolato decine di campi utilizzabili, ma anche un avio superficie nota e ben segnalata.
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Re: Fuori campo
Che bell' intervento Orsovolante, grazie
Nello specifico questo cosa vuol dire (per chi non se ne intende abbastanza, come me)?Orsovolante ha scritto:Ho voluto credere ad un computer quando la logica e la ragione mi dicevano che non potevo arrivare.
Re: Fuori campo
questa mi ha veramente fatto sbellicare (non fraintendere, la cosa è ben seria, mi riferisco solo alla forma in cui l'hai buttata giù)Orsovolante ha scritto:Chi ha provato ad atterrare in discesa ha scoperto che l'efficienza degli alianti è davvero tanta...
penso che questo sia un passaggio estremamente importante e ben scritto del tuo post, sarebbe bello farlo rimanere in thread "FAQ" come avviene in altre sezioni.Orsovolante ha scritto: Una considerazione dovuta anche all'esperienza personale.
Il fuori campo è una logica conseguenza del volo senza motore. Non accettare questo, rifiutarsi di prendere in considerazione questa eventualità (ma la chiamerei anche opportunità) è molto pericoloso.
L'unica volta che ho fatto dei danni seri è quando mi sono rifiutato di prendere in considerazione questa scelta.
Ho voluto credere ad un computer quando la logica e la ragione mi dicevano che non potevo arrivare.
Mi sono chiuso in un angolo e alla fine sono dovuto atterrare su una collineta di riporto su cui sorgeva una pista da motocross con 100 mt utili e vento alle spalle.
nel volo a vela esistono strumenti dedicati, che integrando i dati dell'altimetro, variometro, gps e la registrazione della traccia, permettono di ottenere in tempo reale dati molto importanti quali l'efficienza al suolo (angolo effettivo di planata, che oltre dal mezzo dipende fortemente dal vento e/o correnti), la quota stimata di arrivo ad un waypoint, lo scarico della traccia a fine volo (indispensabile nelle competizioni organizzate e online) e cosi via. Sono strumenti molto utili nel volo di distanza (altrimenti basta un variometro) ma bisogna tenere a mente che tutti gli stimati vanno presi con le pinze, in quanto lo strumento non può conoscere importanti dati al bordo come l'effettiva presenza e distribuzione di venti e correnti per dirne una. Questo almeno nel volo libero, ma non dovrebbe cambiare molto nel mondo dell'aliante, comunque orsovolante saprà sicuramente essere più esaustivo, era solo per darti un idea finchè non ti risponde luiMD82_Lover ha scritto:Che bell' intervento Orsovolante, grazie
Nello specifico questo cosa vuol dire (per chi non se ne intende abbastanza, come me)?Orsovolante ha scritto:Ho voluto credere ad un computer quando la logica e la ragione mi dicevano che non potevo arrivare.
Mi associo ai complimenti, sopratutto per l'incipit; quando si parla di fuoricampo infatti siamo tutti bravi a mettere davanti la sicurezza ma poi quando capita la necessità cerchiamo di ignorarla fino all'ultimo, e a volte è un pò tardi; mettere in evidenza un proprio errore per trarne preziosi insegnamenti non è cosa da tutti ed è un pilastro della sicurezza all'interno dei club.
ciao!
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Re: Fuori campo
Mi sono fatta un'idea, ora si. Grazie tristar!tristar ha scritto: nel volo a vela esistono strumenti dedicati, che integrando i dati dell'altimetro, variometro, gps e la registrazione della traccia, permettono di ottenere in tempo reale dati molto importanti quali l'efficienza al suolo (angolo effettivo di planata, che oltre dal mezzo dipende fortemente dal vento e/o correnti), la quota stimata di arrivo ad un waypoint, lo scarico della traccia a fine volo (indispensabile nelle competizioni organizzate e online) e cosi via. Sono strumenti molto utili nel volo di distanza (altrimenti basta un variometro) ma bisogna tenere a mente che tutti gli stimati vanno presi con le pinze, in quanto lo strumento non può conoscere importanti dati al bordo come l'effettiva presenza e distribuzione di venti e correnti per dirne una. Questo almeno nel volo libero, ma non dovrebbe cambiare molto nel mondo dell'aliante, comunque orsovolante saprà sicuramente essere più esaustivo, era solo per darti un idea finchè non ti risponde lui
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Re: Fuori campo
Da qualche parte dovrebbe esserci il post che scrissi all'epoca del... disastro
In ogni caso, riassumendo, si trattava di un volo in montagna, rientravo a Torino lungo la val di Susa proveniente dal col del Galibier in Francia.
Ho percorso tutta la valle molto basso, ma sempre con un fuoricampo conosciuto a portata e stando sul versante esposto al vento la mia efficienza era stata elevatissima.
Giunto a Vaie mi sono rilassato perché ero comunque certo che sarei uscito dalla valle.
A quel punto il computer mi diceva che sarei arrivato al campo di Collegno da cui ero decollato.
Solo che:
A) il computer non sapeva che il costone sarebbe finito circa 15 km prima del campo.
B) che trovandomi in una valle man mano che si abbassava la quota la brezza, contraria, sarebbe aumentata.
L'opzione giusta sarebbe stata quella di sfruttare la quota residua per attraversare la valle, portarmi davanti al costone di Borgone, cercare una termica. Se la trovavo andavo a casa, se non la trovavo atterravo a Vaie in avio superficie.
Invece ho voluto credere al computer che calcolava tutto con un efficienza impossibile per il mio vecchio aliante.
Cosi sono arrivato ad Avigliana bassissimo. Cosi basso che non ho potuto scavalcare una linea che mi separava dal prossimo fuoricampo conosciuto.
Ho fatto 4 o 5 giri sul tetto di una fonderia dismessa poi mi sono reso conto che stavo davvero rischiando di ammazzarmi, ho invertito la virata, aperto il carrello, messo i flaps ed ero per terra.
Sono atterrato su una collinetta artificiale a fianco della fonderia, credo creata dalle terre di fonderia e risanta trasformandola in una pista da super motard la cui cima per un centinaio di metri era perfettamente piana.
Sono entrato con il vento in coda e dalla parte dell'ostacolo più alto.
Per fermarmi ho imbardato l'aliante e di conseguanza si è rotta la coda (l'aliante vola ancora, ora si trova in Ungheria).
Una mia amica volovelista ha visto l'aliante che girava bassisimo dall'autostrada, è uscita ed è arrivata sul posto rima ancora che facessi una telefonata.
Questo è il succo. Se mi fossi arreso prima avrei ancora l'aliante (uno dei pochi alianti di plastica colorato di giallo ), e una ferita in meno nell'orgoglio.
In ogni caso, riassumendo, si trattava di un volo in montagna, rientravo a Torino lungo la val di Susa proveniente dal col del Galibier in Francia.
Ho percorso tutta la valle molto basso, ma sempre con un fuoricampo conosciuto a portata e stando sul versante esposto al vento la mia efficienza era stata elevatissima.
Giunto a Vaie mi sono rilassato perché ero comunque certo che sarei uscito dalla valle.
A quel punto il computer mi diceva che sarei arrivato al campo di Collegno da cui ero decollato.
Solo che:
A) il computer non sapeva che il costone sarebbe finito circa 15 km prima del campo.
B) che trovandomi in una valle man mano che si abbassava la quota la brezza, contraria, sarebbe aumentata.
L'opzione giusta sarebbe stata quella di sfruttare la quota residua per attraversare la valle, portarmi davanti al costone di Borgone, cercare una termica. Se la trovavo andavo a casa, se non la trovavo atterravo a Vaie in avio superficie.
Invece ho voluto credere al computer che calcolava tutto con un efficienza impossibile per il mio vecchio aliante.
Cosi sono arrivato ad Avigliana bassissimo. Cosi basso che non ho potuto scavalcare una linea che mi separava dal prossimo fuoricampo conosciuto.
Ho fatto 4 o 5 giri sul tetto di una fonderia dismessa poi mi sono reso conto che stavo davvero rischiando di ammazzarmi, ho invertito la virata, aperto il carrello, messo i flaps ed ero per terra.
Sono atterrato su una collinetta artificiale a fianco della fonderia, credo creata dalle terre di fonderia e risanta trasformandola in una pista da super motard la cui cima per un centinaio di metri era perfettamente piana.
Sono entrato con il vento in coda e dalla parte dell'ostacolo più alto.
Per fermarmi ho imbardato l'aliante e di conseguanza si è rotta la coda (l'aliante vola ancora, ora si trova in Ungheria).
Una mia amica volovelista ha visto l'aliante che girava bassisimo dall'autostrada, è uscita ed è arrivata sul posto rima ancora che facessi una telefonata.
Questo è il succo. Se mi fossi arreso prima avrei ancora l'aliante (uno dei pochi alianti di plastica colorato di giallo ), e una ferita in meno nell'orgoglio.
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Re: Fuori campo
Accipicchia Orso!
Non farci più spaventare però!
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