Alt, attività sociale è un conto, attività economica un altro. Ma il trasporto aereo non è un'attività sociale, a parte la continuità territoriale. Ci sono tante alternative, se no pretendo il contributo dello stato anche per comprarmi la BMW.pasubio ha scritto: Invece, a mio parere lo Stato può e deve svolgere attività sociale, che non è attività economica (e infatti, i pubblici servizi sono svincolati dall'etica del profitto), ma è quella ritenuta meritevole di intervento.
Scuola, sanità ecc, devono essere pagati dalla fiscalità generale, ma questo non vuole dire che non debbano essere gestiti da privati, se questo porta a un miglioramento del servizio e a una diminuzione dei costi (vedi Lombardia, il miglior servizio sanitario in Italia e forse nel mondo con il costo fra i più bassi in assoluto).
Vogliamo dire una cosa "di sinistra"? Perché il figlio di un povero non deve poter andare in una scuola privata, e il figlio di un ricco sì? Perché se sono ricco posso andare in clinica, e se sono povero devo per forzapasubio ha scritto: Quando guardo la parte della mia retribuzione al netto delle tasse, mi girano solo perchè parte delle somme vanno a finanziare il settore privato.
Per esempio, mi pesa moltissimo che una parte vada a finanziare la scuola privata. Perchè? Se è privata, quindi bella, pulita ed efficiente, che si finanzi da sola.
Ma non mi pesa certo la parte che finanzia scuole, ospedali, trasporti e le cose di pubblica utilità.
Perché i soldi lo stato non li stampa, li chiede a noi con le tasse (o con il debito che prima o poi dovrà essere rimborsato). E come tale deve farne un uso molto oculato, senza sprechi. Se devo pensare che per far volare una persona in vacanza magari tolgo dei soldi all'assistenza pubblica, o alla ricerca, mi incaXXo come una iena.pasubio ha scritto: E poi, nessuno ha detto che il servizio occorre garantirlo necessariamente a due soldi. Andrebbe pagato "il giusto", cioè un prezzo che copra i costi, o gran parte di essi.
Poi, nessuno vieta l'ingresso dei privati nel mercato. Se un cliente vuole determinati servizi , o un certo standard, o quant'altro, è libero di scegliere il privato.
Ma non "il privato e basta". Scelta, tra pubblico e privato (in certi settori, lo ripeto).