La crisi Alitalia

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La crisi Alitalia

Messaggio da Kitano » 16 agosto 2004, 14:54

Tratto da Repubblica.it
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Alitalia, conti a picco
è l'ora dei risparmi

Tra il '60 e il '70 le compagnie erano testimonial del Paese
Le divise delle hostess erano disegnate dalle sorelle Fontana

di EDOARDO BORRIELLO

ROMA - Le compagnie aeree sono in crisi e il passeggero non è più un Vip. L'epoca d'oro per lui è finita. E' cominciata l'austerity. Da ieri sulle rotte nazionali l'Alitalia non offre più birra o Coca-cola, ma solo acqua minerale o aranciata e uno snack salato o dolce, il tutto in una scatola-vassoio di cartone con salvietta rinfrescante incorporata. Neppure una caramella da succhiare al decollo o all'atterraggio. E se per caso dovesse essere servito un pasto, le posate sarebbero rigorosamente di plastica, per motivi di sicurezza. Champagne? Neanche a parlarne. Resta solo il sorriso delle hostess.
Sono tempi duri per chi vola. Il caro-carburante, l'attacco di Bin Laden alle torri gemelle di New York, la paura del terrorismo, la guerra in Iraq e la polmonite atipica hanno messo in ginocchio l'industria mondiale del trasporto aereo, che accumula passivi spaventosi.

Le compagnie stanno tagliando drasticamente i costi di gestione e il personale, riducendo, come sta facendo l'Alitalia e come hanno già fatto altre compagnie europee, il servizio a bordo.
Ormai le compagnie regolari fanno rotta verso gli standard di quelle "low-cost" - Ryanair, Easyjet e altre - che non offrono nulla ai passeggeri, fanno pagare snack e Coca-Cola e riempiono gli aerei di giovani con zaino e sacco a pelo. La concorrenza incalza e bisogna fronteggiarla.
E pensare che una volta prendere l'aereo era un avvenimento indimenticabile, qualcosa da raccontare a parenti ed amici. Le hostess erano vestite dalle sorelle Fontana. Il pranzo a bordo era una cerimonia, con steward in giacca bianca, tovaglia fresca di bucato, piatti di ceramica, vasta scelta di vini, champagne e caviale. Lo stesso menù rappresentava un cimelio da conservare e mostrare alla prima occasione.

"Ai miei tempi - dice Dino Mesturino, a lungo comandante di Jumbo e ora responsabile del colosso aeronautico europeo Airbus in Italia - volava meno gente e il biglietto costava di più. Eravamo in fase di espansione e i passeggeri dovevano essere prima acquisiti e poi fidelizzati, per cui il trattamento di bordo assumeva un'importanza primaria. I nostri passeggeri venivano letteralmente coccolati. Sui DC8 - ricorda - il comandante aveva a disposizione addirittura un salottino per intrattenerli. Ma non è tutto: per non separarsi dai propri cagnolini, le signore potevano portarli con sé in cabina".

Oggi che il grande Jumbo della Boeing è quasi scomparso dalle flotte delle compagnie, perchè è mutata la domanda, gli aerei da 100 e 150 posti, meno rumorosi e con consumi di carburante più bassi, stanno prendendo il sopravvento. Lo spazio a bordo è diminuito, l'equipaggio di cabina pure e di conseguenza i servizi per i passeggeri.
"Quello che non diamo più - dice Erika Young, inglese e capo cabina dell'Alitalia, nonchè rappresentante della Filt Cgil - riguarda soprattutto aspetti del servizio commerciale. In effetti il servizio è cambiato, ma gli elementi fondamentali rimangono tutti. Il ruolo visibile dell'assistente di volo - precisa - è legato al servizio commerciale, ma il suo ruolo primario, cioè quello della sicurezza, rimane inalterato".

La signora Young spiega che con l'evoluzione dell'aviazione civile mondiale le compagnie cercano di offrire al cliente soprattutto l'affidabilità, la sicurezza e l'accoglienza. "Dovendo tagliare i costi - afferma la capo cabina - ci si rende conto che alcuni aspetti del servizio, come il caviale e lo champagne, sono meno importanti dell'efficienza, della puntualità e della sicurezza. Per cui la compagnia sceglie di tagliare i costi in ambiti non primari. Comunque a mio avviso - conclude - il numero dei membri dell'equipaggio di cabina non va ridotto, proprio per garantire alti livelli di affidabilità".
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Zeno Guarienti _ md80.it _ Administrator
"Non sono il migliore in alcuna delle cose che faccio, ma nessuno è migliore di me nel farne così tante"


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