Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
crddo chè dà qui alla fine dell'anno ne vedremo delle belle.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Posso immaginarmi la liquidazione di Sabelli. Fai i danni, piglia i soldi e scappa. Mannaggia, sembra un film giù visto.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
- 1airbusfamilydriver ha scritto:pensa quanto saranno tutti gli italiani che hanno sponsorizzato questa operazioneRob74 ha scritto:Chiedono altri soldi pubblici. Che vergogna.
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
-1 per cosa?i_disa ha scritto:- 1airbusfamilydriver ha scritto:pensa quanto saranno tutti gli italiani che hanno sponsorizzato questa operazioneRob74 ha scritto:Chiedono altri soldi pubblici. Che vergogna.
- air.surfer
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
http://www.felicesaulino.it/dossier.html
PATRIOTI CON LE ALI: CRONACA D’UN DISASTRO ANNUNCIATO
Voli cancellati, bagagli smarriti, disservizi e – soprattutto – ritardi. Ogni giorno, almeno la metà degli aerei targati Alitalia-Air One è in ritardo. A poche settimane dal picco estivo, le cronache locali cominciano già a registrare casi drammatici.
E così, a fine giugno, i passeggeri dell’aeroporto di Caselle, infuriati per i continui disservizi della nuova Alitalia, costringono la magistratura di Torino ad avviare un’indagine. La mattina del 5 luglio l’aeroporto di Cagliari va in tilt a causa dei ritardi (minimo un’ora) di tutti i voli diretti a Roma.
Per chi non può fare a meno di volare “made in Italy”, lo spettro di un’estate da incubo si avvicina con l’approssimarsi del picco di agosto. Quando, solo dallo scalo di Roma-Fiumicino transitano tra i 110 e i 120 mila passeggeri al giorno. L’Enac, l’ente nazionale di controllo dell’aviazione civile, teme il tracollo. Il 16 luglio convoca i vertici di Cai e degli Aeroporti di Roma e chiede un “piano d’emergenza”.
L’Alitalia privatizzata a gennaio di quest’anno da Cai, la “cordata patriottica” voluta da Berlusconi, sembra comunque sull’orlo del baratro: manager arroganti e senza esperienza di settore, mezzi inadeguati, mancanza d’organizzazione e di coordinamento.
Quella che raccontiamo nel nostro dossier è la storia di un disastro annunciato. Un disastro occultato per sei mesi dall’ottimismo dei vertici, dalla complicità del governo, dall’assenza di qualsiasi dato ufficiale e dal silenzio dei media.
Ma il crac dei “patrioti” è anche lo specchio d’un fallimento più grande: le privatizzazioni di tante aziende pubbliche italiane. Fatte in nome delle superiori virtù del “libero mercato”, grazie all’incapacità e alla complicità della politica, troppe cessioni (dai telefoni alle autostrade) si sono risolte in un saccheggio. E Cai? Le foto degli azionisti “patrioti” sembrano prelevate da un album di famiglia. Dentro ci sono quasi tutti i big del capitalismo finanziario e tariffario emerso in dieci anni di privatizzazioni “made in Italy”. A cominciare dal presidente Roberto Colaninno, l’indimenticabile “capitano coraggioso” dalemiano della scalata Telecom…
PATRIOTI CON LE ALI:
CRONACA D’UN DISASTRO ANNUNCIATO
Prima Puntata
LA WATERLOO DEL NAPOLEONE DI AGNONE
In assenza di qualsiasi dichiarazione men che ottimistica da parte di Rocco Sabelli, l’amministratore delegato di Alitalia, il primo luglio tocca a Colaninno ammettere pubblicamente “qualche problema sulla puntualità” della compagnia. Il presidente parla di “difficoltà” in via di “superamento”, ma ormai non può più nascondere la realtà: “Ogni giorno ci sono tra i 140 e i 150 aerei che partono in ritardo”. E, nel trasporto aereo, il “ritardo” è solo quello che supera i 15 minuti di tolleranza concessi sull’orario previsto.
Una settimana dopo è la volta di Corrado Passera. L’amministratore delegato di Intesa San Paolo è stato il vero regista dell’operazione Cai, l’uomo che ha messo insieme la “cordata patriottica”, imposto la presenza di mister Air One, Carlo Toto, e preparato il “Progetto Fenice”. Anche per il banchiere si tratta del primo accenno pubblico ai problemi della sua creatura. L’outing arriva, imprevisto, a margine di una manifestazione. Con una telegrafica risposta alla domanda di un giornalista sull’andamento dell’ex compagnia di bandiera: “Non si recupera in sei mesi un problema di 30 anni…”
A metà luglio, si sveglia Vito Riggio, il presidente dell’Enac. In vista di un’estate a rischio, con gli aeroporti in tilt e migliaia di passeggeri infuriati, non può continuare a chiudere gli occhi sui ritardi e i disservizi d’una compagnia aerea che “rappresenta oltre il 50 per cento del traffico totale…”.
I vertici di Alitalia e Aeroporti di Roma vengono convocati per giovedì 16. E Riggio dà subito l’impressione di voler fare sul serio: “Siamo arrivati a un calo di puntualità drammatico…I passeggeri non sono pacchi…non è più tollerabile vederli aggirarsi stralunati per gli aeroporti, con il loro volo in ritardo e a caccia di uno straccio d’informazione…”. Alitalia e Aeroporti di Roma hanno un paio di settimane di tempo per rientrare nella normalità: “Mi aspetto che siano prese immediatamente misure, prima del picco estivo…”.
È la prima volta che l’Enac mostra i muscoli, minacciando di esercitare i suoi poteri di autorità vigilante contro i “patrioti” legati al presidente del Consiglio. Segno che ormai perfino nei palazzi romani si prende atto della situazione e si cominciano a prendere le distanze da Cai. Ma i disservizi sono “intollerabili”. Come tanti, troppi passeggeri hanno già provato sulla loro pelle. A Caselle, a Cagliari, a Fiumicino, a Linate, a Palermo e in tutti gli aeroporti in cui sono stati “costretti ad aggirarsi stralunati, con il loro volo in ritardo e senza uno straccio d’informazione”.
Invece di continuare a tacere, Sabelli si sente attaccato sul piano personale. All’uscita dal vertice con Riggio, detta una replica stizzita: “Noi siamo preoccupati per quanto accade ai passeggeri – dice davanti ai microfoni di Sky – ma tra quelli che non possono meravigliarsi per la situazione di Fiumicino c'è proprio l'Enac e il presidente Riggio che è lì da qualche anno e conosce bene la situazione...”
Rocco Sabelli, ingegnere chimico nato ad Agnone, è fatto così. Non tollera le critiche. Un esordio alla Gepi, un passaggio all’Eni, poi qualche anno a Telecom, dove nel 1999 incontra Colaninno che da quel momento se lo porterà dietro in tutte le sue avventure.
Come braccio operativo dell’ex “capitano coraggioso”, l’ingegnere molisano si è costruito una solida fama di tagliatore di costi e di manager spietato. Certo, il “Napoleone di Agnone” porta al suo attivo il risanamento della Piaggio, ma adesso l’Alitalia rischia di trasformarsi nella sua Waterloo.
Anche il tentativo di scaricare tutte le responsabilità sugli Aeroporti di Roma e sulla gestione di Fiumicino sembra debole. Come osserva maliziosamente un pilota Alitalia, “il nostro amministratore delegato non spiega come mai le altre compagnie, a Fiumicino, pur usufruendo dello stesso personale Adr, delle stesse strutture e degli stessi servizi non hanno i drammatici problemi di Cai…”. Già, come mai?
La risposta degli addetti ai lavori è che Sabelli – a furia di tagliare costi, personale, forniture e servizi – ha messo in piedi una struttura che non è in grado di gestire una compagnia aerea nazionale. Una scelta suicida, se è vero che nei primi cinque mesi dell’anno il load factor, il coefficiente di riempimento degli aerei Cai, è stato inferiore di 20 punti a quello dell’Air France e di 15 punti a quello della vecchia Alitalia fallita.
Di questo passo, a fine anno, la compagnia di Sabelli chiuderà con sei milioni di passeggeri meno di quelli previsti dal “Piano Fenice” e una perdita di almeno 300 milioni di euro..
LE CIFRE DEL DISASTRO
Adesso che il disastro della nuova Alitalia è sotto gli occhi di tutti, è troppo facile prendersela con Sabelli. Per cinque mesi tutti (o quasi) quelli che avrebbero potuto (e dovuto) lanciare l’allarme sulle difficoltà di Cai hanno preferito comportarsi come le classiche tre scimmiette: non vedevano, non sentivano e – soprattutto – non parlavano.
I giornali si svegliano solo a metà luglio. Fabrizio Gatti, sull’Espresso del 16 luglio, è il primo ad occuparsi del “Flop tricolore”. Dopo un meticoloso elenco di guasti “non riparati”, voli dirottati su società minori, bagagli lasciati a terra e disservizi d’ogni tipo, arriva una notizia clamorosa: “La fusione con Air One non si farà”.
Ma la compagnia nazionale unificata (Alitalia più Air One) non era l’architrave del “Progetto Fenice”? E gli accordi sottoscritti solennemente a Palazzo Chigi con la benedizione del governo e il plauso di Berlusconi? Colaninno non smentisce la notizia. Anzi. Una sua dichiarazione alla Reuters suona come una conferma: “È presto per dire se ci sarà una fusione tra Alitalia ed Air One”.
Il 12 luglio tocca al quotidiano romano Il Messaggero rivelare che i “patrioti” di Cai hanno deciso di autoridursi la prima rata di pagamento per l’acquisto della compagnia. Invece dei 175 milioni di euro pattuiti con il commissario Fantozzi intendono versarne meno della metà: 70. La spiegazione? Una detrazione di spese di manutenzione.
Il giorno dopo Fantozzi scrive una lettera al Messaggero, sostenendo di non saperne nulla. È una bugia. Il commissario fa finta di ignorare la storiaccia dell’autoriduzione della rata dovuta dai “patrioti”, perché, e questo è il messaggio in codice affidato alla lettera, “il commissario liquidatore è tenuto a sapere solo che c’è un contratto e che questo va rispettato”. Punto. Adesso la matassa dovrà essere sbrogliata dagli avvocati.
Anche i sindacati che a settembre 2008 hanno firmato l’accordo con Cai mettono le mani avanti. A fine giugno, i responsabili trasporti di Cgil Cisl Uil e Ugl scrivono un’allarmata lettera all’amministratore delegato. Per la prima volta, mettono in dubbio il futuro dell’azienda: “La nuova Alitalia non ha centrato gli obiettivi che si era data nel piano industriale: la qualità del prodotto è insoddisfacente e non trova gradimento da parte della clientela, in particolare nel segmento business, quello più redditizio…”
E Sabelli? Ignora la lettera. Si limita a far sapere di contare su una ripresa estiva. Punto e basta. Ma ormai sull’autunno nessuno si fa illusioni. La previsione corrente tra gli addetti ai lavori è che, finita l’estate, Cai chiederà nuovi “sacrifici” ai dipendenti.
Lo stato si salute dell’ex compagnia di bandiera è impietosamente documentato dai pochi dati disponibili. Pochi, anzi, pochissimi, perché la strategia di comunicazione imposta dalla coppia Colaninno-Sabelli esclude la diffusione di qualsiasi cifra, di qualsiasi dato, di qualsiasi statistica.
In assenza di dati forniti dal Cremlino della Magliana, il 10 luglio tocca all’AEA, l’associazione delle compagnie europee, gettare un fascio di luce sull’Alitalia che viaggia con gli aerei semivuoti. A maggio ha imbarcato meno di due milioni di passeggeri (1.987.100). Il load factor è undici punti sotto la media delle 29 compagnie prese in esame. Da gennaio a maggio, il riempimento degli aerei è stato quindici punti sotto la media europea.
Dal vertice Alitalia non arrivano commenti e tutto procede come prima. Ai giornalisti e ai sindacalisti continua ad essere negata qualsiasi informazione. “Oggi, entrare negli uffici della Magliana (il palazzone romano dell’Alitalia) – confessa un pilota – è un’esperienza allucinante. Sembra di entrare al Cremlino di Breznev. Tra gli impiegati e perfino tra molti dirigenti cogli subito un clima di paura…”
I sindacati accusano Colaninno e Sabelli d’aver violato gli impegni solennemente sottoscritti a settembre a Palazzo Chigi? Silenzio. È vero che le assistenti di volo con problemi familiari o di maternità, per essere assunte da Cai, sono state costrette a firmare entro un quarto d’ora una dichiarazione in cui rinunciavano ai loro diritti? Silenzio. È vero che il personale con base Milano è costretto a operare su tre scali (Linate, Malpensa e Orio al Serio) secondo le necessità aziendali? Silenzio. È vero che – in barba agli accordi – i piloti in cassa integrazione sono ancora 860? Silenzio. È vero che i ricavi medi sono largamente al di sotto del previsto, meno 27% per le vendite dei voli nazionali e meno 22 per quelle dei collegamenti internazionali? Silenzio. È vero che da settembre l’Alitalia ha già seri problemi di liquidità? Silenzio.
Fra tanti dubbi, una certezza: la via maestra dell’aumento di capitale è tutta in salita. Con un atteggiamento poco patriottico, gli azionisti hanno già fatto sapere di non essere disposti a mettere mano al portafoglio. Se le cose stanno così, a ottobre, per molti dipendenti appena assunti da Cai si riaprirà il baratro della cassa integrazione…
PATRIOTI CON LE ALI: CRONACA D’UN DISASTRO ANNUNCIATO
Voli cancellati, bagagli smarriti, disservizi e – soprattutto – ritardi. Ogni giorno, almeno la metà degli aerei targati Alitalia-Air One è in ritardo. A poche settimane dal picco estivo, le cronache locali cominciano già a registrare casi drammatici.
E così, a fine giugno, i passeggeri dell’aeroporto di Caselle, infuriati per i continui disservizi della nuova Alitalia, costringono la magistratura di Torino ad avviare un’indagine. La mattina del 5 luglio l’aeroporto di Cagliari va in tilt a causa dei ritardi (minimo un’ora) di tutti i voli diretti a Roma.
Per chi non può fare a meno di volare “made in Italy”, lo spettro di un’estate da incubo si avvicina con l’approssimarsi del picco di agosto. Quando, solo dallo scalo di Roma-Fiumicino transitano tra i 110 e i 120 mila passeggeri al giorno. L’Enac, l’ente nazionale di controllo dell’aviazione civile, teme il tracollo. Il 16 luglio convoca i vertici di Cai e degli Aeroporti di Roma e chiede un “piano d’emergenza”.
L’Alitalia privatizzata a gennaio di quest’anno da Cai, la “cordata patriottica” voluta da Berlusconi, sembra comunque sull’orlo del baratro: manager arroganti e senza esperienza di settore, mezzi inadeguati, mancanza d’organizzazione e di coordinamento.
Quella che raccontiamo nel nostro dossier è la storia di un disastro annunciato. Un disastro occultato per sei mesi dall’ottimismo dei vertici, dalla complicità del governo, dall’assenza di qualsiasi dato ufficiale e dal silenzio dei media.
Ma il crac dei “patrioti” è anche lo specchio d’un fallimento più grande: le privatizzazioni di tante aziende pubbliche italiane. Fatte in nome delle superiori virtù del “libero mercato”, grazie all’incapacità e alla complicità della politica, troppe cessioni (dai telefoni alle autostrade) si sono risolte in un saccheggio. E Cai? Le foto degli azionisti “patrioti” sembrano prelevate da un album di famiglia. Dentro ci sono quasi tutti i big del capitalismo finanziario e tariffario emerso in dieci anni di privatizzazioni “made in Italy”. A cominciare dal presidente Roberto Colaninno, l’indimenticabile “capitano coraggioso” dalemiano della scalata Telecom…
PATRIOTI CON LE ALI:
CRONACA D’UN DISASTRO ANNUNCIATO
Prima Puntata
LA WATERLOO DEL NAPOLEONE DI AGNONE
In assenza di qualsiasi dichiarazione men che ottimistica da parte di Rocco Sabelli, l’amministratore delegato di Alitalia, il primo luglio tocca a Colaninno ammettere pubblicamente “qualche problema sulla puntualità” della compagnia. Il presidente parla di “difficoltà” in via di “superamento”, ma ormai non può più nascondere la realtà: “Ogni giorno ci sono tra i 140 e i 150 aerei che partono in ritardo”. E, nel trasporto aereo, il “ritardo” è solo quello che supera i 15 minuti di tolleranza concessi sull’orario previsto.
Una settimana dopo è la volta di Corrado Passera. L’amministratore delegato di Intesa San Paolo è stato il vero regista dell’operazione Cai, l’uomo che ha messo insieme la “cordata patriottica”, imposto la presenza di mister Air One, Carlo Toto, e preparato il “Progetto Fenice”. Anche per il banchiere si tratta del primo accenno pubblico ai problemi della sua creatura. L’outing arriva, imprevisto, a margine di una manifestazione. Con una telegrafica risposta alla domanda di un giornalista sull’andamento dell’ex compagnia di bandiera: “Non si recupera in sei mesi un problema di 30 anni…”
A metà luglio, si sveglia Vito Riggio, il presidente dell’Enac. In vista di un’estate a rischio, con gli aeroporti in tilt e migliaia di passeggeri infuriati, non può continuare a chiudere gli occhi sui ritardi e i disservizi d’una compagnia aerea che “rappresenta oltre il 50 per cento del traffico totale…”.
I vertici di Alitalia e Aeroporti di Roma vengono convocati per giovedì 16. E Riggio dà subito l’impressione di voler fare sul serio: “Siamo arrivati a un calo di puntualità drammatico…I passeggeri non sono pacchi…non è più tollerabile vederli aggirarsi stralunati per gli aeroporti, con il loro volo in ritardo e a caccia di uno straccio d’informazione…”. Alitalia e Aeroporti di Roma hanno un paio di settimane di tempo per rientrare nella normalità: “Mi aspetto che siano prese immediatamente misure, prima del picco estivo…”.
È la prima volta che l’Enac mostra i muscoli, minacciando di esercitare i suoi poteri di autorità vigilante contro i “patrioti” legati al presidente del Consiglio. Segno che ormai perfino nei palazzi romani si prende atto della situazione e si cominciano a prendere le distanze da Cai. Ma i disservizi sono “intollerabili”. Come tanti, troppi passeggeri hanno già provato sulla loro pelle. A Caselle, a Cagliari, a Fiumicino, a Linate, a Palermo e in tutti gli aeroporti in cui sono stati “costretti ad aggirarsi stralunati, con il loro volo in ritardo e senza uno straccio d’informazione”.
Invece di continuare a tacere, Sabelli si sente attaccato sul piano personale. All’uscita dal vertice con Riggio, detta una replica stizzita: “Noi siamo preoccupati per quanto accade ai passeggeri – dice davanti ai microfoni di Sky – ma tra quelli che non possono meravigliarsi per la situazione di Fiumicino c'è proprio l'Enac e il presidente Riggio che è lì da qualche anno e conosce bene la situazione...”
Rocco Sabelli, ingegnere chimico nato ad Agnone, è fatto così. Non tollera le critiche. Un esordio alla Gepi, un passaggio all’Eni, poi qualche anno a Telecom, dove nel 1999 incontra Colaninno che da quel momento se lo porterà dietro in tutte le sue avventure.
Come braccio operativo dell’ex “capitano coraggioso”, l’ingegnere molisano si è costruito una solida fama di tagliatore di costi e di manager spietato. Certo, il “Napoleone di Agnone” porta al suo attivo il risanamento della Piaggio, ma adesso l’Alitalia rischia di trasformarsi nella sua Waterloo.
Anche il tentativo di scaricare tutte le responsabilità sugli Aeroporti di Roma e sulla gestione di Fiumicino sembra debole. Come osserva maliziosamente un pilota Alitalia, “il nostro amministratore delegato non spiega come mai le altre compagnie, a Fiumicino, pur usufruendo dello stesso personale Adr, delle stesse strutture e degli stessi servizi non hanno i drammatici problemi di Cai…”. Già, come mai?
La risposta degli addetti ai lavori è che Sabelli – a furia di tagliare costi, personale, forniture e servizi – ha messo in piedi una struttura che non è in grado di gestire una compagnia aerea nazionale. Una scelta suicida, se è vero che nei primi cinque mesi dell’anno il load factor, il coefficiente di riempimento degli aerei Cai, è stato inferiore di 20 punti a quello dell’Air France e di 15 punti a quello della vecchia Alitalia fallita.
Di questo passo, a fine anno, la compagnia di Sabelli chiuderà con sei milioni di passeggeri meno di quelli previsti dal “Piano Fenice” e una perdita di almeno 300 milioni di euro..
LE CIFRE DEL DISASTRO
Adesso che il disastro della nuova Alitalia è sotto gli occhi di tutti, è troppo facile prendersela con Sabelli. Per cinque mesi tutti (o quasi) quelli che avrebbero potuto (e dovuto) lanciare l’allarme sulle difficoltà di Cai hanno preferito comportarsi come le classiche tre scimmiette: non vedevano, non sentivano e – soprattutto – non parlavano.
I giornali si svegliano solo a metà luglio. Fabrizio Gatti, sull’Espresso del 16 luglio, è il primo ad occuparsi del “Flop tricolore”. Dopo un meticoloso elenco di guasti “non riparati”, voli dirottati su società minori, bagagli lasciati a terra e disservizi d’ogni tipo, arriva una notizia clamorosa: “La fusione con Air One non si farà”.
Ma la compagnia nazionale unificata (Alitalia più Air One) non era l’architrave del “Progetto Fenice”? E gli accordi sottoscritti solennemente a Palazzo Chigi con la benedizione del governo e il plauso di Berlusconi? Colaninno non smentisce la notizia. Anzi. Una sua dichiarazione alla Reuters suona come una conferma: “È presto per dire se ci sarà una fusione tra Alitalia ed Air One”.
Il 12 luglio tocca al quotidiano romano Il Messaggero rivelare che i “patrioti” di Cai hanno deciso di autoridursi la prima rata di pagamento per l’acquisto della compagnia. Invece dei 175 milioni di euro pattuiti con il commissario Fantozzi intendono versarne meno della metà: 70. La spiegazione? Una detrazione di spese di manutenzione.
Il giorno dopo Fantozzi scrive una lettera al Messaggero, sostenendo di non saperne nulla. È una bugia. Il commissario fa finta di ignorare la storiaccia dell’autoriduzione della rata dovuta dai “patrioti”, perché, e questo è il messaggio in codice affidato alla lettera, “il commissario liquidatore è tenuto a sapere solo che c’è un contratto e che questo va rispettato”. Punto. Adesso la matassa dovrà essere sbrogliata dagli avvocati.
Anche i sindacati che a settembre 2008 hanno firmato l’accordo con Cai mettono le mani avanti. A fine giugno, i responsabili trasporti di Cgil Cisl Uil e Ugl scrivono un’allarmata lettera all’amministratore delegato. Per la prima volta, mettono in dubbio il futuro dell’azienda: “La nuova Alitalia non ha centrato gli obiettivi che si era data nel piano industriale: la qualità del prodotto è insoddisfacente e non trova gradimento da parte della clientela, in particolare nel segmento business, quello più redditizio…”
E Sabelli? Ignora la lettera. Si limita a far sapere di contare su una ripresa estiva. Punto e basta. Ma ormai sull’autunno nessuno si fa illusioni. La previsione corrente tra gli addetti ai lavori è che, finita l’estate, Cai chiederà nuovi “sacrifici” ai dipendenti.
Lo stato si salute dell’ex compagnia di bandiera è impietosamente documentato dai pochi dati disponibili. Pochi, anzi, pochissimi, perché la strategia di comunicazione imposta dalla coppia Colaninno-Sabelli esclude la diffusione di qualsiasi cifra, di qualsiasi dato, di qualsiasi statistica.
In assenza di dati forniti dal Cremlino della Magliana, il 10 luglio tocca all’AEA, l’associazione delle compagnie europee, gettare un fascio di luce sull’Alitalia che viaggia con gli aerei semivuoti. A maggio ha imbarcato meno di due milioni di passeggeri (1.987.100). Il load factor è undici punti sotto la media delle 29 compagnie prese in esame. Da gennaio a maggio, il riempimento degli aerei è stato quindici punti sotto la media europea.
Dal vertice Alitalia non arrivano commenti e tutto procede come prima. Ai giornalisti e ai sindacalisti continua ad essere negata qualsiasi informazione. “Oggi, entrare negli uffici della Magliana (il palazzone romano dell’Alitalia) – confessa un pilota – è un’esperienza allucinante. Sembra di entrare al Cremlino di Breznev. Tra gli impiegati e perfino tra molti dirigenti cogli subito un clima di paura…”
I sindacati accusano Colaninno e Sabelli d’aver violato gli impegni solennemente sottoscritti a settembre a Palazzo Chigi? Silenzio. È vero che le assistenti di volo con problemi familiari o di maternità, per essere assunte da Cai, sono state costrette a firmare entro un quarto d’ora una dichiarazione in cui rinunciavano ai loro diritti? Silenzio. È vero che il personale con base Milano è costretto a operare su tre scali (Linate, Malpensa e Orio al Serio) secondo le necessità aziendali? Silenzio. È vero che – in barba agli accordi – i piloti in cassa integrazione sono ancora 860? Silenzio. È vero che i ricavi medi sono largamente al di sotto del previsto, meno 27% per le vendite dei voli nazionali e meno 22 per quelle dei collegamenti internazionali? Silenzio. È vero che da settembre l’Alitalia ha già seri problemi di liquidità? Silenzio.
Fra tanti dubbi, una certezza: la via maestra dell’aumento di capitale è tutta in salita. Con un atteggiamento poco patriottico, gli azionisti hanno già fatto sapere di non essere disposti a mettere mano al portafoglio. Se le cose stanno così, a ottobre, per molti dipendenti appena assunti da Cai si riaprirà il baratro della cassa integrazione…
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
sono un italiano che non ha sponsorizzato questa operazioneMalboroLi ha scritto:-1 per cosa?i_disa ha scritto:- 1airbusfamilydriver ha scritto:pensa quanto saranno tutti gli italiani che hanno sponsorizzato questa operazioneRob74 ha scritto:Chiedono altri soldi pubblici. Che vergogna.
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
e non hai pagato la tassa alitalia? come si fa?i_disa ha scritto:sono un italiano che non ha sponsorizzato questa operazioneMalboroLi ha scritto:-1 per cosa?i_disa ha scritto:- 1airbusfamilydriver ha scritto:pensa quanto saranno tutti gli italiani che hanno sponsorizzato questa operazioneRob74 ha scritto:Chiedono altri soldi pubblici. Che vergogna.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
ho pagato,come tutti i contribuenti, ma non ho sponsorizzato questa operazione
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
io pensavo che vendessero ad af in due anni... mi sono sbagliato, scusate...
Einstein:"Tutti sanno che una cosa é impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa."
Einstein:"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima."
Einstein:"Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore."
Sono una goccia... Plic Plic Plic
http://www.taize.fr
PRESIDENTE DI BIRRA POINT- IL PUNTO DI INCONTRO MASCHILE DI MD80.IT
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Forse meno!blusky ha scritto:io pensavo che vendessero ad af in due anni... mi sono sbagliato, scusate...
Si vocifera di un 50% subito ad AF che metterà un suo uomo al comando della ex compagnia di bandiera al posto di Sabò. Gira già un nome ma non so se sia vero. Ah... un altro vero patriota... ma francese stavolta!
Per i 737 e Cityliner Airone, ovviamente sempre in linea al piano fenice (ironico) invece sembra che passino a: ...... ! Si accettano scommesse.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
LHI...air.surfer ha scritto:Forse meno!blusky ha scritto:io pensavo che vendessero ad af in due anni... mi sono sbagliato, scusate...
Si vocifera di un 50% subito ad AF che metterà un suo uomo al comando della ex compagnia di bandiera al posto di Sabò. Gira già un nome ma non so se sia vero. Ah... un altro vero patriota... ma francese stavolta!
Per i 737 e Cityliner Airone, ovviamente sempre in linea al piano fenice (ironico) invece sembra che passino a: ...... ! Si accettano scommesse.
Einstein:"Tutti sanno che una cosa é impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa."
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Credo che prima di Natale AF compri...
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
e dopo vediamo se la gente darà ancora il voto a quel..........avete capito, che ci ha fatto tirar fuori inutilmente dei soldi per pagare i debiti della vecchia Alitalia quando qualcuno se ne faceva caricoblusky ha scritto:Credo che prima di Natale AF compri...
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
da Dagospia..
GIANNI LETTA VUOL COINVOLGERE LA FINMECCANICA DI GUARGUAGLINI PER SALVARE ALITALIA - a parte INTESA, la maggior parte dei soci non ha intenzione di sottoscrivere la prima quota dei 327 milioni che si era impegnata a versare al Commissario Fantozzi - AirFrance preme per affiancare SABELLI CON UN MANAGER per finanza E controllo.
Era davvero bella la vista di decine di manager di Alitalia che nel weekend hanno assistito i passeggeri in partenza ai banchi di Fiumicino.
L'appello lanciato con un email da Rocco Sabelli per "cementare un clima positivo" dentro l'azienda, non è caduto nel vuoto, ma la curiosità dei manager che hanno cercato di individuare tra i loro colleghi anche il profilo alto e calvo del 55enne amministratore delegato molisano, è andata delusa.
Nelle stesse ore Sabelli era impegnato insieme all'Ufficio stampa dell'Alitalia a buttare acqua sul fuoco sulle voci che mettono in discussione il suo ruolo nella Compagnia nata dalla mente fertile di Corradino Passera e di Gaetano Miccichè, il responsabile Corporate di IntesaSanpaolo. Quest'ultimo ("Bocconiano dell'Anno 2008" per la sua "straordinaria professionalità") è l'uomo che vuole mantenere a tutti i costi Sabelli al timone di Alitalia.
Eppure, a dispetto delle smentite piuttosto blande che appaiono oggi su "Repubblica" dove Corradino Passera dice giustamente che non si possono risolvere in 6 sei mesi i guasti di 30 anni, Dagospia non può che confermare i rumors raccolti in queste ultime ore sui problemi e sul malessere della cordata dei patrioti italiani e dei soci di AirFrance.
Nella sua infinita miseria Dagospia può annunciare che domani si terrà a Milano un consiglio di BancaIntesa in cui verranno al pettine i problemi di Cai dove a parte la Banca milanese, la maggior parte dei soci non ha alcuna intenzione di sottoscrivere la prima quota dei 327 milioni che si era impegnata a versare al Commissario Fantozzi.
Il 10 luglio scorso è uscita l'indiscrezione secondo la quale i patrioti di Cai hanno versato soltanto 70 milioni della prima rata che prevedeva un esborso di 170, e adesso si apprende che di fronte al buco delle perdite, che sarebbero tre volte superiori a quelle previste nel budget, la cordata non vede l'ora di scendere dall'aereo.
I guai di questi patrioti che il 13 gennaio alle 6,10 del mattino ha battuto le mani per il primo volo della nuova Alitalia da Malpensa a SanPaolo, sono comprensibili. C'è un problema di riposizionamento sul mercato che non si può risolvere facilmente, e a questo occorre aggiungere il crollo dei passeggeri, i disservizi inevitabili, e la mancata integrazione ciò che è rimasto della vecchia Alitalia e l'AirOne di Carletto Toto.
Il peso di questa difficile impresa è stato messo da BancaIntesa sulle spalle di Rocco Sabelli, un ingegnere chimico che ha lavorato per molti anni a Telecom (1993-2001), poi è finito in Tiscali per breve tempo, e subito dopo ha costituito una sua holding (della quale fa parte DataService che sta cercando di vendere).
Il fatto nuovo è che mentre il suo sponsor Miccichè continua a difenderlo, si è aperto un varco nei rapporti con Roberto Colaninno, l'imprenditore di Mantova che dopo la scalata di Telecom si è buttato con successo nella Piaggio e con difficoltà in Alitalia. La voce corrente è che i rapporti tra i due manager non sarebbero più quelli di un tempo anche perché i francesi di AirFrance che sono alle prese con disastri e guai enormi, starebbero premendo per affiancare un vicepresidente esecutivo con la delega per la finanza, il controllo e il marketing.
confindustria carlo toto
In questo modo Sabelli verrebbe ridimensionato drasticamente in attesa che la cordata apra il portafoglio per far fronte ai suoi impegni. La patata bollente è tornata sul tavolo di Gianni Letta che oltre a mediare tra Colaninno e Sabelli, si starebbe guardando intorno per trovare un'alternativa.
A questo punto l'occhio del Gran Ciambellano di Palazzo Chigi sarebbe caduto su Finmeccanica e sul comandante supremo Pierfrancesco Guarguaglini, il manager da 5,5 milioni di euro l'anno che è riuscito a creare una solida joint-venture con i francesi di Thales dentro Alenia, l'azienda delle attività spaziali.
GIANNI LETTA VUOL COINVOLGERE LA FINMECCANICA DI GUARGUAGLINI PER SALVARE ALITALIA - a parte INTESA, la maggior parte dei soci non ha intenzione di sottoscrivere la prima quota dei 327 milioni che si era impegnata a versare al Commissario Fantozzi - AirFrance preme per affiancare SABELLI CON UN MANAGER per finanza E controllo.
Era davvero bella la vista di decine di manager di Alitalia che nel weekend hanno assistito i passeggeri in partenza ai banchi di Fiumicino.
L'appello lanciato con un email da Rocco Sabelli per "cementare un clima positivo" dentro l'azienda, non è caduto nel vuoto, ma la curiosità dei manager che hanno cercato di individuare tra i loro colleghi anche il profilo alto e calvo del 55enne amministratore delegato molisano, è andata delusa.
Nelle stesse ore Sabelli era impegnato insieme all'Ufficio stampa dell'Alitalia a buttare acqua sul fuoco sulle voci che mettono in discussione il suo ruolo nella Compagnia nata dalla mente fertile di Corradino Passera e di Gaetano Miccichè, il responsabile Corporate di IntesaSanpaolo. Quest'ultimo ("Bocconiano dell'Anno 2008" per la sua "straordinaria professionalità") è l'uomo che vuole mantenere a tutti i costi Sabelli al timone di Alitalia.
Eppure, a dispetto delle smentite piuttosto blande che appaiono oggi su "Repubblica" dove Corradino Passera dice giustamente che non si possono risolvere in 6 sei mesi i guasti di 30 anni, Dagospia non può che confermare i rumors raccolti in queste ultime ore sui problemi e sul malessere della cordata dei patrioti italiani e dei soci di AirFrance.
Nella sua infinita miseria Dagospia può annunciare che domani si terrà a Milano un consiglio di BancaIntesa in cui verranno al pettine i problemi di Cai dove a parte la Banca milanese, la maggior parte dei soci non ha alcuna intenzione di sottoscrivere la prima quota dei 327 milioni che si era impegnata a versare al Commissario Fantozzi.
Il 10 luglio scorso è uscita l'indiscrezione secondo la quale i patrioti di Cai hanno versato soltanto 70 milioni della prima rata che prevedeva un esborso di 170, e adesso si apprende che di fronte al buco delle perdite, che sarebbero tre volte superiori a quelle previste nel budget, la cordata non vede l'ora di scendere dall'aereo.
I guai di questi patrioti che il 13 gennaio alle 6,10 del mattino ha battuto le mani per il primo volo della nuova Alitalia da Malpensa a SanPaolo, sono comprensibili. C'è un problema di riposizionamento sul mercato che non si può risolvere facilmente, e a questo occorre aggiungere il crollo dei passeggeri, i disservizi inevitabili, e la mancata integrazione ciò che è rimasto della vecchia Alitalia e l'AirOne di Carletto Toto.
Il peso di questa difficile impresa è stato messo da BancaIntesa sulle spalle di Rocco Sabelli, un ingegnere chimico che ha lavorato per molti anni a Telecom (1993-2001), poi è finito in Tiscali per breve tempo, e subito dopo ha costituito una sua holding (della quale fa parte DataService che sta cercando di vendere).
Il fatto nuovo è che mentre il suo sponsor Miccichè continua a difenderlo, si è aperto un varco nei rapporti con Roberto Colaninno, l'imprenditore di Mantova che dopo la scalata di Telecom si è buttato con successo nella Piaggio e con difficoltà in Alitalia. La voce corrente è che i rapporti tra i due manager non sarebbero più quelli di un tempo anche perché i francesi di AirFrance che sono alle prese con disastri e guai enormi, starebbero premendo per affiancare un vicepresidente esecutivo con la delega per la finanza, il controllo e il marketing.
confindustria carlo toto
In questo modo Sabelli verrebbe ridimensionato drasticamente in attesa che la cordata apra il portafoglio per far fronte ai suoi impegni. La patata bollente è tornata sul tavolo di Gianni Letta che oltre a mediare tra Colaninno e Sabelli, si starebbe guardando intorno per trovare un'alternativa.
A questo punto l'occhio del Gran Ciambellano di Palazzo Chigi sarebbe caduto su Finmeccanica e sul comandante supremo Pierfrancesco Guarguaglini, il manager da 5,5 milioni di euro l'anno che è riuscito a creare una solida joint-venture con i francesi di Thales dentro Alenia, l'azienda delle attività spaziali.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
E se non versano i 327milioni che succede???
Einstein:"Tutti sanno che una cosa é impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa."
Einstein:"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima."
Einstein:"Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore."
Sono una goccia... Plic Plic Plic
http://www.taize.fr
PRESIDENTE DI BIRRA POINT- IL PUNTO DI INCONTRO MASCHILE DI MD80.IT
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Nulla.blusky ha scritto:E se non versano i 327milioni che succede???
Secondo quanto prevede il contratto, si è aperto un contenzioso relativo ai soldi che la procedura dovrebbe a CAI e che CAI intende (come da contratto) scalare dalla prima rata in contanti.
Adesso bisogna vedere come sono le clausole di escalation e risoluzione delle controversie (che non conosco). Le alternative come sono poche.
In ogni caso c'è un negoziato iniziale (30 gg. normalmente) per vedere se si riesce a risolvere la questione in maniera amichevole (cioè se alla fine ci si trova d'accordo sui conti).
In caso di mancata risoluzione amichevole, le alternative possibili sono: nomina di un perito esterno che risolve la controversia, arbitrato o causa civile. Nel primo caso i tempi sono intorno a 90 gg., nel secondo si può arrivare più o meno a 180 gg, nel terzo la soluzione è nel futuro molto, molto lontano.
La scelta a questo punto non è più delle parti, ma è stabilità dal contratto firmato a suo tempo.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Si accettano scommesse.i_disa ha scritto: e dopo vediamo se la gente darà ancora il voto a quel..........avete capito, che ci ha fatto tirar fuori inutilmente dei soldi per pagare i debiti della vecchia Alitalia quando qualcuno se ne faceva carico
(vedi: sei sempre tu a cominciare. ).
Scherzi a parte, come ti avevo già accennato le valutazioni si danno nel complesso e non sul singolo atto che in questo caso ci troviamo insieme a criticare.
(L'unica cosa che ci divide in questa storia è che io ritengo che "quell'offerta" AF alla fine non ci fosse più.)
Se vuoi te ne dico anche altri che non mi piacciono ma è la valutazione complessiva che conta e mi pare che su questa, per ora, gli italiani si siano pronunciati.
In futuro vedremo.
Ciao
Massimo
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
e coem sempre tu mi dai corda. dovremmo modificare il regolamento del forum e farci fare una sezione solo per noi di politicaMaxlanz ha scritto: vedi: sei sempre tu a cominciare.
continuo a ripeterti che si tratta sempre di punti di vista. non argomento altrimenti sfociamo nella politica vera e propria, quindi è meglio lasciar stare.
e cosi faranno fallire anche Finmeccanicaair.surfer ha scritto:GIANNI LETTA VUOL COINVOLGERE LA FINMECCANICA DI GUARGUAGLINI PER SALVARE ALITALIA
la hostess ideale? quella che vi chiede: caffè, the o me
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Ok.i_disa ha scritto:e coem sempre tu mi dai corda. dovremmo modificare il regolamento del forum e farci fare una sezione solo per noi di politica
i_disa ha scritto:continuo a ripeterti che si tratta sempre di punti di vista. non argomento altrimenti sfociamo nella politica vera e propria, quindi è meglio lasciar stare.
E sulla questione AZ i nostri non sono molto distanti, come ti ho appena detto.
Su altro magari sì. Ma non importa, è normale.
Ciao
Massimo
Ultima modifica di Maxlanz il 27 luglio 2009, 15:06, modificato 2 volte in totale.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
No passa direttamente ad un attacco di dissenteriaPaolo_61 ha scritto:Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Vero, ma non si era privatizzata AZ?Paolo_61 ha scritto:Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
Alberto
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«Un sogno scaturito da un grande desiderio: la grande voglia di volare e scoprire altri orizzonti verso i quali andare, con la voglia di nuovo. Per me questa è l'avventura.» Angelo D'Arrigo
«Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.» Robert Oppenheimer
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Eh eh!! Divertente!! Pensa se fosse vero quello che dice il matto di D'agostino....Paolo_61 ha scritto:Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
il 32% di finmeccanica non è statale?
Altro che ruttini...
Ruttoni!!!!
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
La sezione esiste già. si chiama MPMaxlanz ha scritto:Ok.i_disa ha scritto:e coem sempre tu mi dai corda. dovremmo modificare il regolamento del forum e farci fare una sezione solo per noi di politica
Ciao
Massimo
ciao!
Alberto
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Il mondo, Italia esclusa, si spaccherebbe dalle risate...air.surfer ha scritto:Eh eh!! Divertente!! Pensa se fosse vero quello che dice il matto di D'agostino....Paolo_61 ha scritto:Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
il 32% di finmeccanica non è statale?
Altro che ruttini...
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Uffa....'sti moderatori....albert ha scritto:La sezione esiste già. si chiama MP
ciao!
Ma non c'è una sezione che i moderatori non possono leggere, qualcosa tipo "normal user only"?
Ciao
Massimo
Ultima modifica di Maxlanz il 27 luglio 2009, 15:19, modificato 1 volta in totale.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
gli mp
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Sì, ma Finmeccanica da anni è gestita come un'azienda privata, in cui lo Stato si limita ad incassare i dividendi in attesa di incassare una lauta plusvalenza (in un futuro non prevedibile, visto che alcune delle aree dove opera FM sono leggermente "sensibili").air.surfer ha scritto:Eh eh!! Divertente!! Pensa se fosse vero quello che dice il matto di D'agostino....Paolo_61 ha scritto:Finmecanica si mangia tutta AZ, e alla fine non fa neanche il ruttino per digerirlai_disa ha scritto: e cosi faranno fallire anche Finmeccanica
il 32% di finmeccanica non è statale?
Altro che ruttini...
Ruttoni!!!!
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Secondo me ti sbirciano pure quella.i_disa ha scritto:gli mp
Ciao
Massimo
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Il Grande Fratello è fra noi.Maxlanz ha scritto:Secondo me ti sbirciano pure quella.i_disa ha scritto:gli mp
Ciao
Massimo
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
esagerato! non c è una legge sulla privacy? oppure è valida solo per qualcuno che conosci?Maxlanz ha scritto:Secondo me ti sbirciano pure quella.i_disa ha scritto:gli mp
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Tranquillo che quelli non li possiamo sbirciareMaxlanz ha scritto:Secondo me ti sbirciano pure quella.i_disa ha scritto:gli mp
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Paolo
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Mah.. per me Stato = Soldi pubblici.Paolo_61 ha scritto: Sì, ma Finmeccanica da anni è gestita come un'azienda privata, in cui lo Stato si limita ad incassare i dividendi in attesa di incassare una lauta plusvalenza (in un futuro non prevedibile, visto che alcune delle aree dove opera FM sono leggermente "sensibili").
Per analogia "Finmeccanica entra in AZ" = "soldi pubblici in una azienda privata".
Da aggiungere al conto, ovviamente.
Speriamo che D'Agostino si sbagli senno' ti prende una crisi isterica.
Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Quando una società a partecipazione pubblica produce utili (ENI, Finmeccanica, ecc,), opera a condizioni di mercato e viene gestita come una azienda privata, il mio giramento per il fatto che è pubblica diminuisce.
Per intenderci, nulla a che vedere con gli antichi e mai rimpianti carrozzoni tipo Gepi o IRI.
Diciamo che anche se non approvo, posso capire perché lo stato tiene un piede in Finmeccanica, così come capisco, anche se non approvo, che lo tenga in ENI.
In fin dei conti negli ultimi anni entrambe le società sono state gestite in modo abbastanza privato.
Per intenderci, nulla a che vedere con gli antichi e mai rimpianti carrozzoni tipo Gepi o IRI.
Diciamo che anche se non approvo, posso capire perché lo stato tiene un piede in Finmeccanica, così come capisco, anche se non approvo, che lo tenga in ENI.
In fin dei conti negli ultimi anni entrambe le società sono state gestite in modo abbastanza privato.
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Re: Alitalia - Compagnia Aerea Italiana
Paolo_61 ha scritto:Quando una società a partecipazione pubblica produce utili (ENI, Finmeccanica, ecc,), opera a condizioni di mercato e viene gestita come una azienda privata, il mio giramento per il fatto che è pubblica diminuisce.
Per intenderci, nulla a che vedere con gli antichi e mai rimpianti carrozzoni tipo Gepi o IRI.
Diciamo che anche se non approvo, posso capire perché lo stato tiene un piede in Finmeccanica, così come capisco, anche se non approvo, che lo tenga in ENI.
In fin dei conti negli ultimi anni entrambe le società sono state gestite in modo abbastanza privato.