Su (giusta) sollecitazione, pongo il seguente quesito (rivolto specificatamente a coloro i quali "soffrono" di "paura" di volare, ma sono avvezzi alla navigazione): perchè mai una turbolenza in aria può provocare una certa qual ansia, mentre sballottamenti continui per ore in acqua (avete presente il rumore e le vibrazioni di uno scafo quando ricade in un cavo d'onda?) non sortiscono effetto alcuno?
P.S. per l'Admin: mi si passi la citazione quasi letterale
Andrea
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Sant'Agostino
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C.S.I.
Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti
Nanni Moretti (in Palombella rossa)
E' ua questione psicologica.
A rigore di logica si dovrebbero sentire maggiormente le onde lunghe rispetto agli scossono secchi di una turbolenza.
La chinetosi è causata dallo "sballottamento" degli otoliti e dei liquidi contenuti a livello dei canali semicircolari e del vestibolo.
Onde evitare che l'uomo sia sottoposto 24 ore su 24 a sensazioni provenienti dal sistema vestibolare che ha sede nell'orecchio interno, i liquidi hanno una certa viscosità e quindi non vengono sollecitati ad ogni minimo movimento della testa.
Pertanto è più facile andare incontro a chinetosi in caso di sollecitazioni lunghe e continuative (vedi l'onda lunga in mare) che non in caso di movimenti secchi e repentini come la turbolenza in volo.
Questo, tuttavia, dal punto di vista prettamente fisico.
In realtà contribuiscono ad integrare le funzioni vestibolari altri elementi, quali vista, tatto, esperienza, psiche.
Tra questi l'addestramento e la psiche giocano un ruolo determinante: che vola IFR ha lo stesso sistema vestibolare di un pilota VFR, ma ha imparato a non dare retta alle sensazioni illusorie e vola tranquillo in nube o al buio.
La psiche consente di non dare peso a sensazioni che si conoscono come non pericolose e non si soffre di mal di mare o d'aria.
Insomma, chi naviga, delle onde se ne frega, poi magari dopo un'ora sale in aereo e si vomita l'anima per una piccola turbolenza, ma è solo perché ne ha paura.
Il suo sistema vestibolare sta segnalando uno sballottamento inferiore per aria che non in acqua, ma il nostro soggetto teme più una sollecitazione rispetto all'altra e sta male.
Io ho molta più paura delle onde che delle turbolenze, ma non mi spiego perchè in aereo sono sempre in tensione e in treno o metropolitana (o in macchina) no.
Insomma, chi naviga, delle onde se ne frega, poi magari dopo un'ora sale in aereo e si vomita l'anima per una piccola turbolenza, ma è solo perché ne ha paura.
Quoto, essendo questo esattamente il mio caso.
Ma quando si dice che i piloti evitano certe turbolenze particolarmente forti, per il comfort dei passeggeri, e non per la sicurezza del volo, si dice un luogo comune o si dice la verità obiettiva?
Se amiamo tutti gli animali perche' alcuni li chiamiamo 'amoruccio santo' e altri 'cena' ?
Daniele77 ha scritto:
Ma quando si dice che i piloti evitano certe turbolenze particolarmente forti, per il comfort dei passeggeri, e non per la sicurezza del volo, si dice un luogo comune o si dice la verità obiettiva?
Non credo che comunque, in nome del comfort dei passeggeri, si possa prescindere dalla sicurezza...pertanto, se un pilota decide di evitare una turbolenza, lo farà tenendo in primo luogo presente la sicurezza e solo successivamente la comodità...
Punto di vista mio...
La sicurezza del volo, tuttavia non è minimamente inficiata da turbolenze che invece potrebbero apparire "pesanti" per i passeggeri, ma immagino che se possibile non vi si passi in mezzo anche se la sicurezza non ne soffrirebbe, per evitare di dovere arrecare lievi disagi come interrompere il servizio di bordo o cose simili.