Vorrei provare a raccontare un volo-tipo ai fifoni, ma in fondo è una scusa per raccontarlo a me. Tra due settimane si vola con easyjet da Verona a Palermo. Non ho paura, e non l'avrò fino a quando i motori non mi spingeranno verso l'alto, ma so già che allora mi suderanno le mani (e la mia ragazza mi prenderà in giro). Tutto quello che segue è immaginato su un aereo di medio raggio... diciamo, più o meno, quello che prenderò io

Tenere la mente occupata è importante, e fino a quando non mi siedo al mio posto, è semplice: ci sono tante cose da fare. Ma appena il sedere si appoggia su quel sedile e mi allaccio la cintura il nervosismo sale. Ok, sono qui, tra poco si parte. L'aria condizionata è già al massimo e fa quasi freddo. La gente continua ad entrare nell'aereo che piano piano si riempie. Prendo la rivista... c'è sempre una rivista. No, sugli aerei ryanair non c'è. Sfoglio la rivista. Se è in italiano o inglese o francese la leggo. La leggo anche se è in tedesco, non ci capisco niente, ma devo tenere la mente occupata. Dopo poco l'aereo comincia a muoversi: viene spinto indietro e poi si muove lentamente verso la pista. E' la fase chiamata di taxi.
Mentre ci si muove verso la pista di decollo solitamente gli A/V spiegano dove sono le uscite di sicurezza e ci suggeriscono di localizzare quella più vicina a noi. La trafila viene ripetuta solitamente un paio di volte, in italiano e in inglese. Chi capisce entrambe le lingue e non è particolarmente duro di comprendonio è autorizzato a distrarsi durante la ripetizione. Il piccolo show solitamente finisce con le parole (più o meno): "altre informazioni sul cartoncino di fronte a voi". Mediamente tutti prendono in mano il cartoncino e gli danno un'occhiata scettica con aria del tipo "se ci schiantiamo questa cosa non serve a niente... però non si sa mai... e poi è colorata". I "duri", quelli che "io ho già volato mille volte" il cartoncino e la dimostrazione non li guardano nemmeno. Teneteli d'occhio questi personaggi, perchè alla prima turbolenza li sorprenderete con gli occhi persi nel cartoncino. O indaffarati a ravanare sotto il sedile alla disperata ricerca del "giubbotto di salvataggio".
A questo punto, siamo arrivati alla pista. L'aereo sterza di un angolo più ampio di tutti quelli affrontati fino a quel momento e si posiziona a inizio pista. Il silenzio all'interno dell'aereo è totale. Perfino i bambini più rompicoglioni hanno smesso di piangere. Le mie mani cominciano a sudare, la mia morosa mi guarda divertita. Silenzio. Poi la voce gracchiante del pilota dice la fatidica frase: "Cabin crew, ready for take off". Pochi secondi dopo partono i motori. In quel preciso momento avrete la definizione esatta della parola "potenza". Duecento persone vengono spinte contro lo schienale del loro sedile all'unisono. Gli schienali delle persone meno gracili ringraziano scricchiolando leggermente. La pista scorre sotto l'aereo sempre più veloce. La pressione si allenta. Le mie mani ormai sono sudatissime, forse sono anche un po' pallido. Quando comincio a pensare: "Ok, ormai siamo arrivati a Palermo via terra", la punta dell'aereo si alza e un attimo dopo mi sento come in una bolla... ma è un attimo. La gravità torna a farsi sentire subito, i motori continuano a fare sul serio e l'aereo va su, al massimo della potenza. La prospettiva cambia in maniera repentina. Se siete abbastanza fifoni a questo punto sentirete - come capita sempre a me - un bel vuoto d'aria. La terra è là, già lontana. Tutti espirano, dopo aver trattenuto il fiato per almeno mezzo minuto. L'aereo si inclina di lato. Un po' di più. Ancora di più. Ecco, adesso basta altrimenti... miiii, che bello il paesaggio da quassù! (esclamazione tipica se si è dal lato della virata. Dall'altro verete tanto bel cielo azzurro). Una soave voce ci avverte che siamo in volo (ma va?!), che arriveremo tra un'ora, che se vogliamo possiamo acquistare bevande e cibo dal carrello che passerà tra poco e che per intrattenerci si esibirà il gruppo "I vampiri di Agrigento".
Nel tipico volo del pauroso medio, a questo punto non possono mancare un po' di turbolenze. Se sono leggere sembrerà di essere in pullman. Ok, l'interno dell'aereo assomiglia a un pullman come io assomiglio a Brad Pitt. Già... voi non mi avete mai visto. L'interno dell'aereo assomiglia a un pullman come un cane assomiglia a un elefante. E' chiaro il concetto, adesso? Bene, dicevo? Ah, sì: le turbolenze. Se sono un po' più forti si ballerà un po' di più; magari anche molto di più. C'è anche il caso che gli A/V si siedano e smettano di servire beveraggi e cibarie. Non fatevi subito prendere dal panico, l'aereo non sta per precipitare. E' solo questione di
buon senso: voi servireste the bollente mentre siete in macchina su una strada sterrata?
Certo, se sentite uno degli A/V che recita sottovoce il Padre Nostro con gli occhi rivolti al cielo, siete autorizzati a preoccuparvi un po', anche se, statisticamente, è più probabile che vi stia facendo uno scherzo.
A questo punto il pauroso medio pensa che possa succedere qualcosa tipo: si spengono entrambi i motori e l'aereo cade come una pera cotta. Andiamo con ordine: perchè entrambi i motori si spengano di punto in bianco in volo ci vuole una dose di sfiga pazzesca. Se voi siete convinti di portare così tanta sfiga fatevi vedere da un "mago" prima di partire; altrimenti sappiate che la vostra dose di sfiga sarà compensata dalla dose di c**o di qualcun'altro. Nel caso capitiate in un aereo in cui la sfiga è nettamente preponderante e effettivamente questo dovesse causare lo spegnimento simultaneo di entrambi i motori, sappiate che, a parte le imprecazioni dei piloti, non cambia poi quel granchè. Semplicemente, i piloti - che non sono lì per caso - sanno come affrontare la cosa. Planeranno fino all'aeroporto più vicino. Ci sono casi di aerei atterrati in questo modo e la gente sopra non se n'è nemmeno accorta. Secondo me, questi, oltre che sfigati, erano anche un po' tonti. Ma tant'è.
L'ultima paura del fifone medio prima dell'atterraggio è: "e se veniamo colpiti da un fulmine?" "Ma c'è sereno!" "E allora?! A volte può succedere lo stesso!" Oltre che fifone, anche cocciuto! Allora te lo spiego: non succede niente. L'aereo si comporta come una gabbia di Faraday: la carica si accumula all'esterno e lì resta. I motori vanno, dentro si ballerà un po'. Non sarà un gran bel momento ma arriverai a destinazione.E se veniamo colpiti da un meteorite? Guarda, è più probabile che tu incontri lo yeti!
La voce gracchiante del pilota che dice che abbiamo cominciato la discesa verso la destinazione risveglia il pauroso tipico dalle sue ipotesi di disastro e lo riporta a concentrarsi sul qui e ora.
Solitamente la discesa è dolce (ma andatelo a dire a quel pilota Alitalia che inclinò in avanti sopra Spezia e mi fece sbattere il muso contro il sedile davanti), costellata di virate e controvirate e condita con rumori non proprio rassicuranti provenienti dalle ali e da "sotto". Niente di preoccupante: sono i flaps e - verso la fine - il carrello. O volevate atterrare senza ruote?! Passare attraverso le nubi non è mai il massimo, ma sappiamo che non causa nessun problema all'aereo.
Ed eccoci qui, sotto le nubi, l'aeroporto di Palermo è alla nostra destra e noi stiamo tranquillamente viaggiando verso... quel monte di fronte a noi! L'ultima, bellissima (dipende dai punti di vista!) virata con l'ala che sembra stia per toccare l'acqua, e l'aereo torna in posizione dritta. Adesso davanti a noi non c'è più quell'orrendo monte cattivo ma la pista, sotto il mare, e sopra il cielo. I motori fremono, la potenza va e viene. Poi, all'improvviso, sorvoliamo la scogliera e siamo sulla pista. Sempre più vicini. Un piccolo BUMP! ci fa sapere che abbiamo toccato. E vai coi reverse: l'aereo vibra sotto l'inversione di spinta dei motori e rallenta bruscamente.
"Benvenuti a Palermo. Sono le ore 22.00 locali e... cosa c***o applaudite?! Ah, i "Vampiri di Agrigento"? Sì, ok, fate pure. Basta che stiate seduti con le cinture allacciate fino al completo arresto del..." CLICK! CLACK! "...eh, certo, figuriamoci se c'è qualcuno che mi ascolta! Fate un po' quello che volete. Ci auguriamo che sia stato un piacevole volo e speriamo di avervi presto di nuovo a bordo"
Scendo la scaletta dell'aereo e - in qualunque luogo mi trovi - mi guardo attorno, vedo il paesaggio dalla solita "prospettiva" e penso: "Lassù era meglio".