Echo ha scritto:Questo vizietto ce l'ha tutta Europa... tutto il mondo è Paese. Poi c'è chi lo fa più di frequente (francesi, italiani e spagnoli) e chi magari lo fa meno.
Sono d'accordissimo a non usare l'italiano per le comunicazioni ATC... ma se scambio una battuta, saluti o commenti con un pilota italiano di certo non lo faccio in inglese.
Quoto Echo; dappertutto qualche comunicazione in lingua locale si sente, anche se obiettivamente l'Italia è campione mondiale di quanto sopra. (In Svizzera non manca mai un Gruezli, invece del good morning).
Certo le comunicazioni a cui si riferisce questo thread non saranno una gioia per Monsignor Giovanni della Casa e non brillano per professionalità, ma è giusto dire che in otto ore una battuta (o un momento di rabbia) ci può stare.
Di sicuro, però quando si vola in un paese straniero sentire comunicazioni in lingua locale dà fastidio, soprattutto se si è in VFR e quindi non si è così fortunati da avere un controllore a separarti dagli altri traffici.
Ogni comunicazione ti crea il quadro della situazione e perderne qualcuna è quantomeno seccante.
Una buona abitudine che ho sentito spesso in Scandinavia è dire "To all traffics, disregard last message in national language" (o semplicemente To all traffics, disregard), cosa che ti mette tranquillo perché sai che non si sono detti nulla di importante per il tuo volo e per la sicurezza.
Mi riferisco a comunicazioni VFR.
Certo che sarebbe bello che quando c'è traffico internazionale (praticamente sempre) si parlasse solo inglese e rigorosamente in fonia standard, ma forse questa è un'utopia.