29/3/2008 (8:52) - NOZZE NEI CIELI
Alitalia, i piloti furiosi:
“Ci vorrebbe un miracolo”
A Fiumicino tra rabbia e depressione
ROBERTO GIOVANNINI
http://www.lastampa.it Va male. Malissimo. Tanto è tutto inutile». Franco P., trentadue anni, dipendente di Alitalia Servizi, chiacchiera con i colleghi nel piazzale davanti alla mensa nell’area tecnica dell’Aeroporto; aspetta l’inizio dell’assemblea del personale di terra di Alitalia. L’atmosfera generale - lo si capisce subito - è di depressione spinta: il «rilancio» di Jean-Cyril Spinetta contiene qualche miglioramento, ma poca roba. Una via d’uscita alternativa all’accettazione del piano Air France-Klm non sembra emergere, le fantomatiche cordate nazionali non ci sono, e il massimo in cui si può sperare è che sia possibile allungare un po’ i tempi e spuntare qualche altro aggiustamento al piano Spinetta. Roba non certo entusiasmante. E in effetti, tutt’altro che entusiasti sono i due-trecento lavoratori che decidono di seguire per un’ora e mezza l’assemblea nel piazzale, posti a semicerchio intorno a un pick-up che ospita l’impianto di amplificazione e dove prendono la parola i sindacalisti delle varie sigle. Qua e là si vede un blindato della Polizia, ma qui non serve la forza pubblica: «per noialtri ci vorrebbe un miracolo», come puntualizza Franco.
La palpabile sensazione è che non ci sia più trippa per gatti. Del tutto assenti sono i piloti e gli assistenti di volo, ma quel che è peggio è che la stragrande maggioranza del personale abbia deciso di restare a lavorare. Qualcuno dei sindacalisti delle organizzazioni non confederali, come lo SdL e la Cub-Trasporti, strappano applausi quando attaccano le scelte del passato sostenuto da Cgil-Cisl-Uil: «Chi ha sostenuto a suo tempo lo spezzettamento dell’azienda? - accusa il rappresentante della Cub, Paolo De Montis - Noi eravamo contrari...» Ma nessuno sembra voler insistere più di tanto sul punto, la situazione è fin troppo chiara: «Air France è un muro», spiega uno dello SdL. Con un certo realismo, Antonio Cepparulo, della Filt-Cgil, riassume così la situazione agli astanti: «Secondo noi un’altra cordata non esiste; ma bisogna trattare, perché quelli non aspettano altro per far saltare tutto e darci la colpa. I francesi? Scordiamoci di fare come una volta, che dopo un’intesa si poteva riaprire il tavolo. Per loro, dopo la firma di un accordo non si negozia più». L’assemblea si chiude con un appello alla mobilitazione e alla compattezza tra le varie «anime» della truppa Alitalia. Ma a quanto pare è già cominciato l’«ognun per sé, Dio per tutti». E così, se i «poveri» del personale di terra e dei servizi punta ancora sui franco-olandesi (magari con miglioramenti), i piloti sono letteralmente furiosi. «Siamo pronti ad affrontare con coraggio anche lo scenario del fallimento», dice il leader dell’Anpac Fabio Berti. Massimo Notaro dell’Unione Piloti definisce «scandaloso e irricevibile» il documento Air France; e addirittura una delegazione dell’Up è andata al comizio di Berlusconi, visto che «se non c’è una cordata italiana per salvare Alitalia, non c’è nient’altro». Piloti tutti convinti che sia meglio il fallimento che l’odiato francese? «Ma scherziamo? Io - ci spiega un comandante, Luigi S. - Air France è la soluzione migliore possibile». Ma è Michele R, un pilota, a raccontare lo stato d’animo dei suoi colleghi: «La maggior parte di noi si sta completamente disinteressando di questa storia. L’esito non dipende certo da noi, che siamo tagliati fuori da dove si decide, i giochi si fanno altrove e ormai è andata. Tutte queste “ammuine” dei sindacati dei piloti sono solo scena, io non ho intenzione di farmi il sangue amaro». Per Michele, «nessuno ha il coraggio di dire la verità, ma sono dieci anni che si è lasciata aggravare la situazione fino a farla diventare disastrosa. Se ci si pensa, è assurdo: con tutti i turisti che vogliono venire in Italia, una compagnia come Alitalia dovrebbe prosperare. E invece...»
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Caso Alitalia, stop dei sindacati:
"Non c'è alternativa a Air France"
29/3/2008
Epifani:«Favorire una cordata
non risolverebbe il problema»
http://www.lastampa.it
BRESCIA
«Allo stato attuale non c’è alternativa a trattare con Air France». Lo ha detto Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, a margine della conferenza operaia del Partito Democratico che si sta svolgendo a Brescia, a proposito della vicenda Alitalia. Il segretario della Cgil ha poi aggiunto che il mercato è molto difficile, «c’è una competizione globale e favorire una cordata di per sè non risolve il problema. Non c’è una soluzione nazionale ma ci vuole una soluzione attenta agli interessi nazionali, questo è il nodo della trattativa con Air France».
Bonanni: «Trattare punto su punto»
Per salvare Alitalia «occorre trattare con Air France punto su punto». Lo ha detto Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. Bonanni ha poi sottolineato che, in merito a una ipotetica cordata italiana, «quando si vedrà si valuterà. Ma oltre che valutarla occorre anche che questa faccia una proposta superiore a quella di Air France e che contempli il salvataggio di Malpensa che è la madre di tutti gli esuberi». In attesa che si palesi la cordata Bonanni spiega che intanto «trattiamo con l’unico interlocutore per migliorare il piano, trattando punto su punto. Stiamo parlando di 150 mila lavoratori, compreso l’indotto, un agglomerato di lavoratori ed economico di primissimo piano. Ora non abbiamo elementi per capire dove andremo a finire, tuttavia rimaniamo ottimisti».
Angeletti: «Non abbiamo problemi di passaporto»
Secondo il leader della Uil Luigi Angeletti, «il problema di Alitalia non è così semplice» e chi parla di una soluzione sul modello Parmalat, con un commissariamento, dimentica che il gruppo di Collecchio «aveva un problema finanziario ma sul piano industriale l’azienda funzionava, e in questo caso invece le cose non stanno così». «Non abbiamo problemi di passaporto - dice parlando anche per conto degli altri leader sindacali - abbiamo il problema di imprese che investano e rilancino la compagnia. Non è tanto la questione degli esuberi che Air France pone, ma quello su cui noi avversiamo il loro piano è la riduzione delle attività perchè meno aerei significa meno operatività. Ci sono cinque cargo e 135 piloti? Bene, se Air France ci avesse detto che i cinque cargo continuavano a volare ma che c’era un evidente esubero fra i piloti si sarebbe potuto parlare perchè a noi interessa che i carghi volino, che gli aerei di Alitalia volino».