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da air4you » 24 aprile 2008, 15:43
Fuori dai cancelli la rabbia dei colletti bianchi "Air France, occasione persa"
Nella cittadella Alitalia col terrore di perdere il lavoroCarlo Alberto Bucci e Carlo Picozza
E in 2300 denunciano: "Altri milioni buttati" C´è il tramonto ed escono dal centro direzionale dell´Alitalia alla Magliana i quadri, i dirigenti e gli impiegati, cercando, con le parole nei crocchi, di scacciare paura e sfiducia per le sorti della compagnia. Dopo il ritiro dell´offerta di acquisto da parte di Air France-Klm «serve a poco il prestito ponte da 300 milioni di euro varato dal governo». E le dichiarazioni del premier in pectore Silvio Berlusconi sulle «dolorose riduzioni del personale», piombano sui "colletti bianchi" come l´ennesima doccia gelata: «Che coraggio», è il commento sarcastico di tanti che «nella notte» hanno preparato una «lettera aperta» con un j´accuse per i sindacati inviato ai media «con 2300 adesioni».
«Berlusconi fa dichiarazioni che inquietano», secondo Susanna Baldi (Network), da 22 anni in Alitalia. «Con l´uscita di scena di Air France si è persa un´opportunità grande», argomenta, «l´unica in grado di puntare allo sviluppo del traffico senza tagli traumatici di personale. Ora tutto è ridiventato incerto e le sortite di Berlusconi, sempre senza riscontri, accentuano il disorientamento». «Di dichiarazioni», aggiunge Lucia Cicconi, «il Cavaliere ne tira fuori una dopo l´altra, la seconda per smentire la prima e la terza contro la seconda. Sta di fatto che l´Air France l´ha cacciata lui». «Quando, nel ‘95, sono stata assunta nel settore Merci», racconta Daniela Savarese, 42 anni, 1500 euro al mese e un mutuo da pagare, «occupavamo tre edifici, ora siamo raccolti in uno. Ho convissuto con le crisi dell´azienda». «A mensa», aggiunge L. M., in staff al management, 33 anni, mille 430 euro mensili: «ci guardiamo in faccia sgomenti per quanto si sta consumando sulla nostra testa. La preoccupazione per il posto è il nostro pane quotidiano». «Era stato annunciato», ricorda Stefano Rocchi (Commerciale), «che la cordata italiana per il salvataggio dell´Alitalia sarebbe partita se Air France avesse dato forfait: spero e voglio credere che ora si faccia avanti». «Il prestito ponte», per due quadri che lavorano in Alitalia dal ‘90, uno al Marketing, l´altro alla Programmazione, «è una mazzata: perpetua il "tirare a campare" della compagnia quando ci sarebbe bisogno di un piano industriale: vorremmo sapere oggi di che morte morire. Siamo alla disperazione». «Questo è un teatrino già visto», commenta Roberto (Alitalia Fly), «falsato peraltro dalla campagna elettorale per Comune e Provincia. Resta solo una certezza: l´ipotesi Air France non si ripresenterà. Era credibile e neanche dolorosissima con i suoi 2.200 esuberi, meno della metà dei 5.000 della vecchia proposta Lufthansa». «Il prestito ponte?», commenta Manuela precaria di Alitalia Servizi, «Altri tre mesi e saremo di nuovo sull´orlo del baratro». Per F. R., (Acquisti) «non è cambiato niente: la cordata italiana non c´è. Restano gli annunci sui tagli all´organico dopo anni di sacrifici con salari ridotti, la cassa integrazione e le attese deluse». «È così dal ‘98», gli fa eco Stefania, analista voli. «Con altri 700 colleghi», dice Federica R. «sono un´assistente di volo precaria. Ora la speranza di una stabilizzazione lascia il posto alla preoccupazione».
Comincia a circolare la «lettera aperta» con 2300 adesioni «redatta nella notte», subito dopo la notizia del prestito ponte. «È un falso clamoroso», per il segretario nazionale del Sindacato dei lavoratori (Sdl), Andrea Cavola. «Come si fanno a raccogliere tante firme in così poche ore?». Già, perché quel documento si occupa anche dello stanziamento per il prestito ponte, varato dal governo solo due giorni fa («Ora 300 milioni di euro degli italiani saranno bruciati in pochi mesi»). «Quel documento», assicura Tiziana Borgatta, assistente di volo da 10 anni in Alitalia, «raccoglie le preoccupazioni dei dipendenti, che da settimane arrivano al nostro forum online». Un forum animato da un movimento «nato venerdì 28 marzo», subito dopo la rottura della trattativa con Air France, il giorno dopo la scesa in campo dei "colletti bianchi" della Magliana. Ora il movimento ha un nome, "Ali per volare", e attraverso il tam tam su internet sintetizza così il pensiero di tanti: «Siamo 2300 dipendenti Alitalia, che finora non hanno potuto dire la loro. Siamo vicini a tutto il management che ha voluto la fusione con Air France-Klm, unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida. Far saltare l´accordo è (stato) un atto irresponsabile». «Non siamo d´accordo con il comportamento dei sindacati. Molti di noi non si sentono più rappresentati». «Vero o apocrifo che sia», commenta Susanna Baldi, «più o meno la pensiamo tutti così».(24 aprile 2008)
potrei avere un parere da chi lavora in Alitalia su come loro vedono la cordata italiana
Ricordo che per il momento
1 NON c'è nessun piano industriale della fantomatica cordata
2 NON c'è nessun partner aereo con le cosìdette....... dopo il ritiro di AF KL credete dipendenti di AZ che Lh faccia meglio ????
3 CI SONO però le parole tranquillizzanti del premier che si sta accingendo a varcare la soglia di P. Chigi e che ha già detto ci saranno TAGLI DISASTROSI ancor prima di vedere i conbti. E' credibile ?
Forza con i commenti