Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 22 agosto 2011, 14:40

TeuZZa ha scritto:Sono stata fraintesa. Vabè. comunque ringrazio tutti per l'aiuto, non vi disturbo più con le mie pare! Grazie grazie e ancora grazie, saluti! :)
Non disturbi....chi ti risponde lo fa per scelta e non per obbligo....quindi tranquilla!
Saluti!
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da JT8D » 22 agosto 2011, 14:42

TeuZZa ha scritto:Sono stata fraintesa. Vabè. comunque ringrazio tutti per l'aiuto, non vi disturbo più con le mie pare! Grazie grazie e ancora grazie, saluti! :)
Non sei stata fraintesa, e non stai disturbando nessuno, siamo qui apposta :wink: .
In questo thread ti sono state spiegate molte cose, gli altri amici del forum hanno risposto a molte tue domande e curiosità che avevi.
E infatti come dici anche tu, una parte di te inizia a desiderare il volo ,e questo è molto positivo.
Quello che Flyingbrandon voleva dirti è che non devi pensare "tra 20 giorni", le decisioni vanno prese subito, sfruttando questo momento e questo attimo. Atttendere, tentennare, non è utile.
Fatti rassicurare da tutto ciò che è stato scritto in questo thread, e non tentennare :D
Vedrai che poi ne sarai contentissima anche tu !!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 22 agosto 2011, 15:15

TeuZZa ha scritto:Sono stata fraintesa. Vabè. comunque ringrazio tutti per l'aiuto, non vi disturbo più con le mie pare! Grazie grazie e ancora grazie, saluti! :)
Volevo aggiungere una cosa...puo' darsi che ci sia stato un fraintendimento tra me e te...ma questo è quasi "ovvio" e ti spiego perche'. Supponiamo di darci un appuntamento al bar per bere un caffè...senza specificare il quando. io vado ora...tu ci vai tra 20 giorni....ci incontreremo? Mi sa di no. E' banale vero? Bene....ora stessa situazione...ma l'appuntamento e' sul forum e io parlo con te con la mente di adesso....tu parli con la mente "tra 20 giorni".....si potranno mai incontrare i nostri pensieri? Se ti viene da rispondere che i pensieri non "conoscono" il tempo posso anche darti ragione....ma ti proporrei di provare a pensare qualcosa di qualsiasi argomento della tua vita di ORA e di scriverlo. Riapri la pagina tra un po' di tempo....se è uguale e non ha neanche sfumature diverse....mi spiace per te...se le ha...capirai che e' inutile che io parli con la mente di adesso con la tua "probabile di 20 giorni".
Ciao
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 22 agosto 2011, 16:04

Ma io ti do ragione su tutto, infatti non me la sono presa!! Semplicemente ho capito di essere andata "oltre" con le mie domande, che il problema viene da me e che voi non siete dentro di me, nella mia testa, che purtroppo non potete sostituire il mio cervello difettoso pieno di fobie...e che quindi forse tediarvi avanti con le mie sciocchezze potrebbe avere l'unico effetto di rompervi le scatole!!
Ti ripeto, per il resto sono assolutamente d'accordo su tutto, purtroppo io sono una scema che non sa decidersi...ma tu hai ragione, potrò dire di essere adulta e cresciuta solo quando sarò in grado di mettere in atto nell'immediato i miei pensieri.

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 22 agosto 2011, 16:12

TeuZZa ha scritto:Ma io ti do ragione su tutto, infatti non me la sono presa!! Semplicemente ho capito di essere andata "oltre" con le mie domande, che il problema viene da me e che voi non siete dentro di me, nella mia testa, che purtroppo non potete sostituire il mio cervello difettoso pieno di fobie...e che quindi forse tediarvi avanti con le mie sciocchezze potrebbe avere l'unico effetto di rompervi le scatole!!
Ti ripeto, per il resto sono assolutamente d'accordo su tutto, purtroppo io sono una scema che non sa decidersi...ma tu hai ragione, potrò dire di essere adulta e cresciuta solo quando sarò in grado di mettere in atto nell'immediato i miei pensieri.
La buona notizia è che lo puoi fare ORA. L'altra buona notizia e' che il tuo cervello non e' difettoso....lo e' solo il pensiero...e questo lo puoi correggere ORA. Pero' posso dirti una cosa?
Il tuo unico "problema"....o "stimolo"....o non so....è che tu continui, come all'inizio....forse perche' ti ha convinto qualcuno...a pensare di non essere in grado di fare....di avere difetti....addirittura di essere "scema"...e questo è un ottimo alibi per non migliorare. Sai....se non ne puoi essere capace non e' colpa tua....invece la notizia CATTIVA....è che ne sei capace....che puoi ora....e che tutto quello che ti stai vivendo...e soprattutto il come lo stai vivendo....è perchè lo vuoi tu....ti e' comodo così...purtoppo non ti so spiegare il perche'....ma sappi che lo e'.
Quindi....quando ne avrai voglia....quando deciderai che è il momento che inizi a viverti la tua vita....sappi che sei in grado....e non devi fare altro che decidere di farlo. Certo richiedera' che tu ti prenda le tue responsabilità....non ci sara' nessuno a cui dare la colpa e , soprattutto, non ci sara' la scusa che "non sei in grado di farlo perche' piu' forte di te"...ma a questo ti ci puoi abituare quando capirai che , tutto sommato, è proprio piacevole prendere la propria vita nelle mani. L'albero fa l'abero, la formica fa la formica e tu vuoi convincermi che non puoi fare la persona?
Ciao!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 23 agosto 2011, 14:02

Ho letto e riletto il tuo post. Da cima a fondo. Mi ha tanto colpita. Cioè, non c'è nulla che non sapessi già ma vederselo sbattuto in faccia fa tutto un altro effetto. Non posso che dire che hai scritto una cosa più giusta dell'altra...

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da mermaid » 23 agosto 2011, 14:22

TeuZZa ha scritto:Ho letto e riletto il tuo post. Da cima a fondo. Mi ha tanto colpita. Cioè, non c'è nulla che non sapessi già ma vederselo sbattuto in faccia fa tutto un altro effetto. Non posso che dire che hai scritto una cosa più giusta dell'altra...
è' il difetto di brandon.... :wink:
:mrgreen:
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 8 marzo 2013, 10:32

Ciao a tutti!
Riesumo questo post di quasi due anni fa...
rispetto a quel periodo sto molto meglio ma, di nuovo, l'unico e insuperabile scoglio è questo benedetto aereo...
ma scrivo qui come promemoria per rinnovare a me stessa, senza prenderla come una sfida, la promessa di riuscire a volare un giorno...

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da mermaid » 8 marzo 2013, 10:41

TeuZZa ha scritto: per rinnovare a me stessa, senza prenderla come una sfida, la promessa di riuscire a volare un giorno...
oh... sembro io con la dieta... :mrgreen:
Ti!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 8 marzo 2013, 14:17

TeuZZa ha scritto:Ciao a tutti!
Riesumo questo post di quasi due anni fa...
rispetto a quel periodo sto molto meglio ma, di nuovo, l'unico e insuperabile scoglio è questo benedetto aereo...
ma scrivo qui come promemoria per rinnovare a me stessa, senza prenderla come una sfida, la promessa di riuscire a volare un giorno...
Già se dici unico e "insuperabile" scoglio non ti permetti di renderlo superabile. Stai molto meglio in che senso? Lo trovi erroneamente insuperabile in che senso? Cosa è cambiato da 2 anni a questa parte e, soprattutto, cosa ti sembra immutato in questi 2 anni?
Ciao!
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da crissy66 » 8 marzo 2013, 16:44

beh puo' darsi che piano piano si senta piu' pronta ad affrontare questa esperienza attraverso una sua propria elaborazione mentale... solo che a mio modesto parere, alla fine rimane solo che mettere in pratica quanto si sente, ed in questo caso, montare su un aereo, altrimenti poi neanche si avra' la certezza di sapere se effettivamente ci siamo riusciti .. :bounce:

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da MartaP » 9 marzo 2013, 18:27

mermaid ha scritto: oh... sembro io con la dieta... :mrgreen:
..allora non sono sola... :evil: :mrgreen:
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da MartaP » 9 marzo 2013, 18:34

TeuZZa ha scritto:Ciao a tutti!
Riesumo questo post di quasi due anni fa...
rispetto a quel periodo sto molto meglio ma, di nuovo, l'unico e insuperabile scoglio è questo benedetto aereo...
ma scrivo qui come promemoria per rinnovare a me stessa, senza prenderla come una sfida, la promessa di riuscire a volare un giorno...
Ciao,
hai fatto la terapia che nominavi agli inizi del post? Com' è andata?
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 11 marzo 2013, 19:26

Sì ho fatto la terapia di cui parlavo e l'ho conclusa qualche mese fa...purtroppo per una serie di eventi un paio di anni fa, quando scrivevo sul forum, in concomitanza col famoso viaggio a Roma (che poi ho fatto -miracolo- senza quasi problemi) mi sono ritrovata in un baratro di ansie paralizzanti. Sono stata sempre una persona ansiosa, e 2 anni fa l'ansia è di nuovo scoppiata, nel modo peggiore, stavolta impedendomi di viaggiare. In poche parole la mia claustrofobia si era acutizzata al punto tale da non essere più in grado di montare su un'automobile non guidata da me, di guidare io stessa in autostrada, di prendere un treno o un aereo...pena fortissimi attacchi d'ansia. Ero bloccata, Paralizzata. Ero in uno stato penoso a dir poco. Ma non sono mai stata una persona che si perde d'animo e quindi ho deciso di rivolgermi a degli specialisti che con una cura efficace mi hanno aiutata tantissimo. Ad oggi riesco a sopportare l'autostrada benissimo, macino i km ogni we, vado in auto degli altri senza troppi problemi e sopporto il treno bene, con pochi fastidi. Il tutto senza farmaci, non perchè io sia contraria, anzi in passato ho dovuto ricorrere a degli ansiolitici, ma perchè credo che finchè ne ho la forza devo provare a uscirne con la testa, se poi non ci riuscissi ben vengano i farmaci. Ma per ora tengo testa all'ansia decentemente. Per questo intendo che in linea di massima sto meglio...e poi sotto tanti aspetti, che non vi racconto per non annoiarvi, la mia vita è cambiata da così a così, in meglio. Ho dimostrato a me stessa di poter superare i miei limiti varie volte e, per quanto io parta svantaggiata per un grosso problema d'ansia di natura caratteriale (e temo genetico in qualche modo, a casa siamo tutti bene o male ansiosi) voglio distruggere anche quest'ultima barriera...voglio volare...sono 13 anni anni che non volo, una vergogna...e non dico che amo viaggiare, ma almeno togliermi lo sfizio di Londra e Parigi mi piacerebbe tanto...ma poi più di tutto non sopporto più in alcun modo questa stupida limitazionemi deprime. I miei amici vedono il mondo e io al massimo vedo Udine :P...e badate, la paura che l'aereo cada non mi sfiora ormai più...è proprio un'intollerabile claustrofobia (che avverto, infatti, con moderazione, anche in treno) che mi fa disperare all'idea che una volta partiti è finita...non si può più scendere...ma vi pare possibile???uff

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 11 marzo 2013, 20:47

TeuZZa ha scritto:Sì ho fatto la terapia di cui parlavo e l'ho conclusa qualche mese fa...purtroppo per una serie di eventi un paio di anni fa, quando scrivevo sul forum, in concomitanza col famoso viaggio a Roma (che poi ho fatto -miracolo- senza quasi problemi) mi sono ritrovata in un baratro di ansie paralizzanti.
Perché lo definisci un miracolo? Io trovo che sia stata un'opportunità che hai avuto per constatare che tu sei l'origine e il frutto delle tue ansie. Non so che eventi ti siano accaduti ma sono certo che l'ansia l'hai legata tu. E, non ti dimenticare, non ti sei "ritrovata" in un baratro di ansie paralizzanti....ti sei creata tu quello che definisci "baratro".
TeuZZa ha scritto: Sono stata sempre una persona ansiosa, e 2 anni fa l'ansia è di nuovo scoppiata, nel modo peggiore, stavolta impedendomi di viaggiare. In poche parole la mia claustrofobia si era acutizzata al punto tale da non essere più in grado di montare su un'automobile non guidata da me, di guidare io stessa in autostrada, di prendere un treno o un aereo...pena fortissimi attacchi d'ansia. Ero bloccata, Paralizzata. Ero in uno stato penoso a dir poco.
Anche in questo caso...l'ansia non scoppia...non è un evento esterno a te...sei sempre la protagonista della tua vita...nel bene....e nel male.
TeuZZa ha scritto: Ma per ora tengo testa all'ansia decentemente. Per questo intendo che in linea di massima sto meglio...e poi sotto tanti aspetti, che non vi racconto per non annoiarvi, la mia vita è cambiata da così a così, in meglio. Ho dimostrato a me stessa di poter superare i miei limiti varie volte e, per quanto io parta svantaggiata per un grosso problema d'ansia di natura caratteriale (e temo genetico in qualche modo, a casa siamo tutti bene o male ansiosi) voglio distruggere anche quest'ultima barriera
Tu non devi tenere testa all'ansia...non è un controllo sull'ansia che devi operare...ma un controllo, se di controllo vuoi parlare, sul modo di pensare che ti porta a generare ansia. Non parti svantaggiata...e non sei di carattere ansioso...tanto meno geneticamente ansiosa. Se a casa siete tutti ansiosi è che vi trasmettete quel modo di pensare che vi porta ad esserlo. Molto probabilmente proprio la tua famiglia ti ha indotto fin da bambina a pensare in un certo modo...per fortuna sei cresciuta...hai autonomia di pensiero e puoi liberarti da quelli schemi che ti costringono a rimanere intrappolata nei tuoi pensieri che ti portano a vivere in modo ansioso.
TeuZZa ha scritto: ...voglio volare...sono 13 anni anni che non volo, una vergogna...e non dico che amo viaggiare, ma almeno togliermi lo sfizio di Londra e Parigi mi piacerebbe tanto...ma poi più di tutto non sopporto più in alcun modo questa stupida limitazionemi deprime. I miei amici vedono il mondo e io al massimo vedo Udine :P...e badate, la paura che l'aereo cada non mi sfiora ormai più...è proprio un'intollerabile claustrofobia (che avverto, infatti, con moderazione, anche in treno) che mi fa disperare all'idea che una volta partiti è finita...non si può più scendere...ma vi pare possibile???uff
Se vuoi volare puoi farlo...niente e nessuno te lo impedisce fisicamente. L'aereo non è un luogo che da problemi di claustrofobia...e il problema tuo non è esattamente di natura claustrofobica...è che se sali non puoi scendere. Ok...perché dovresti scendere? In nave ti butti in acqua? In treno tiri il freno e scendi? Ma oltre a vivere una situazione famigliare dove tutti sono ansiosi, vivi anche oppressa dal clima famigliare? Perché la via di fuga che ti sembra mancare in certi luoghi non propriamente "claustrofobici" ...danno proprio l'impressione di voler avere sempre la possibilità di scappare da una situazione "pesante"...ma,in aereo ad esempio, se non la rendi tu pesante non accade ciò. È importante che tu prenda consapevolezza del contesto in cui ti trovi. Se ci fosse una rapina in banca con proiettili vaganti, forse saresti contenta di essere in un qualcosa di chiuso e blindato che ti protegga. Quindi la percezione di pericolo che hai all'interno ti porta a cercare una via di fuga verso l'esterno...ma, se viaggi in aereo, fuori ci sono -57gradi, poco ossigeno...e l'aereo è proprio quella via di uscita che cerchi per sentirti protetta. Quindi perché dovresti avere voglia di "scappare fuori"?
Se parli delle tue esperienze, qua, non annoi nessuno...chi non ha voglia non legge...
Ciao!
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 11 marzo 2013, 21:05

Quoto tutto ciò che dici e mi sento stupida per quello che ho scritto in precedenza, alla fine ho sempre l'antipatica tendenza a negativizzare e drammatizzare tutto, dimenticandomi troppo spesso che alla fine io sono l'unica e sola causa del mio male. Ad ogni modo, sì, vivo in un contesto oppressivo e "claustrofobico" da quando sono nata e sento molto il peso dell'aria di piombo che mi si respira intorno. Ho una voglia pazza di scappare, anche se non posso, di buttare tutto all'aria e stravolgere tutto, andare 2000 km lontano da qui e fare a modo mio per una volta...e farlo per sempre. Vivere la mia vita insomma! :) Ed è questo che non capisco: scappare è il mio sogno irrealizzato, perchè allora la mia ansia si manifesta proprio sottoforma di impossibilità di viaggiare, incapacità si allontanarmi? E' come se il mio cervello ripetesse all'infinito lo schema claustrofobico per i fatti suoi!
Io chiamo claustrofobia l'insopportabile sensazione di non poter uscire da una situazione quando lo desidero. Mi capitava anche il primo anno di università: stare nelle aule mi faceva stare da pazzi e finivo quasi in svenimento con tachicardia a mille. E questo perchè sapevo che una volta che il docente avesse iniziato a parlare e avesse chiuso la porta, io non sarei stata più libera di alzarmi per uscire, nel caso in cui mi fosse mancata l'aria o in qualsiasi altro caso. Pensiero irrazionale e idiota, ora come ora leggerlo fa sorridere anche me, eppure la cosa mi faceva stare male, disagio massimo...sapevo che se mi fossi sentita male e fossi voluta uscire tutti mi avrebbero fissata, tutti avrebbero riso di me e il prof mi avrebbe anche forse rimproverato, come successo ad altri compagni. Sarei stata additata come la deficiente. Non so come ma poi la cosa è passata da se, forse quando ho cominciato a sbattermene degli altri che mi potevano guardare o no...e ho frequentato le aulee tranquilla. Poi mi ha preso in treno e in auto ma anche li facendo terapia cognitivo comportamentale è passato...ho imparato che posso accostarmi in corsia di emergenza o scendere alle fermate del treno...rimane l'aereo...ma come dici giustamente tu sono solo io che non voglio prenderlo. "Non esistono cose che non possiamo fare, ma solo cose che non vogliamo fare."

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 11 marzo 2013, 23:53

TeuZZa ha scritto:Ad ogni modo, sì, vivo in un contesto oppressivo e "claustrofobico" da quando sono nata e sento molto il peso dell'aria di piombo che mi si respira intorno. Ho una voglia pazza di scappare, anche se non posso, di buttare tutto all'aria e stravolgere tutto, andare 2000 km lontano da qui e fare a modo mio per una volta...e farlo per sempre. Vivere la mia vita insomma! :) Ed è questo che non capisco: scappare è il mio sogno irrealizzato, perchè allora la mia ansia si manifesta proprio sottoforma di impossibilità di viaggiare, incapacità si allontanarmi? E' come se il mio cervello ripetesse all'infinito lo schema claustrofobico per i fatti suoi!
Per forza lo fa. Io non so perché tu non possa prendere ed andare via dal punto di vista pratico dall'ambiente che ti opprime...se lo dici avrai i tuoi motivi. Ma il meccanismo "emotivo" che sicuramente ti blocca è che hai realizzato che tutto quello che ti è stato messo in testa è "sbagliato"...ed ovviamente lo è...ma il problema è che vieni colpevolizzata per questa idea. Quindi....da un lato ti viene da fuggire e vivere...ma nel momento in cui lo pensi ti scatta anche quel simpatico meccanismo che ti fa sentire male...un verme...in fondo è la tua famiglia...non puoi sentire questa "esigenza"...non possono sbagliare loro...e questo conflitto ti fa stare così. Il problema è che prendendo per buono il fatto che non ci sia stata una volontà , da parte della tua famiglia, di farti diventare ansiosa...ora è tutto merito "tuo". Quindi...non scaricare colpe ma non sentirti in dovere di aderire ad un modello imposto da altri. Ti pensano pazza? Ok...non è un tuo problema. Il senso di colpa come strumento per tenere a sé le persone è usato moltissimo...fa leva su credenze, modelli di pensiero di cui quasi non ti accorgi perché si sono inseriti in tenerà età....e a quell'età non puoi far altro che aderire e , soprattutto, non puoi fare altro che dubitare di te...perché loro sono la tua guida...il tuo modello...le persone che ti fanno sentire protetta. Se il tuo viaggio è anch'esso una proiezione della tua voglia di evadere...è inevitabile che entri in conflitto con il tuo "programma di partenza" e di sicurezza.
TeuZZa ha scritto:
Io chiamo claustrofobia l'insopportabile sensazione di non poter uscire da una situazione quando lo desidero. Mi capitava anche il primo anno di università: stare nelle aule mi faceva stare da pazzi e finivo quasi in svenimento con tachicardia a mille. E questo perchè sapevo che una volta che il docente avesse iniziato a parlare e avesse chiuso la porta, io non sarei stata più libera di alzarmi per uscire, nel caso in cui mi fosse mancata l'aria o in qualsiasi altro caso. Pensiero irrazionale e idiota, ora come ora leggerlo fa sorridere anche me, eppure la cosa mi faceva stare male, disagio massimo...sapevo che se mi fossi sentita male e fossi voluta uscire tutti mi avrebbero fissata, tutti avrebbero riso di me e il prof mi avrebbe anche forse rimproverato, come successo ad altri compagni. Sarei stata additata come la deficiente. Non so come ma poi la cosa è passata da se, forse quando ho cominciato a sbattermene degli altri che mi potevano guardare o no...e ho frequentato le aulee tranquilla. Poi mi ha preso in treno e in auto ma anche li facendo terapia cognitivo comportamentale è passato...ho imparato che posso accostarmi in corsia di emergenza o scendere alle fermate del treno...rimane l'aereo...ma come dici giustamente tu sono solo io che non voglio prenderlo. "Non esistono cose che non possiamo fare, ma solo cose che non vogliamo fare."
Certo...il meccanismo era lo stesso anche in aula...ma il "peso" dell'opinione altrui...sebbene per te rimanga importante ...non è paragonabile ...quello di un' aula di semisconosciuti e quello della famiglia. Quindi dai compagni hai imparato velocemente a sbattertene. Hai detto che poi eri tranquilla...quante volte sei corsa fuori dall'aula per disagio? Vedi...la soluzione che ti pongo io è diversa da quella pratica che puoi fermarti. Anche in aereo ti possono far scendere....a terra...e anche in volo atterrando. Quindi è come il treno e come il resto...ma non è questo il punto...il punto è che....non avrai nessuna necessità di scendere da qualsiasi mezzo che tu consideri...devi solo liberarti dall'idea che hai di te...dai sensi di colpa che provi...e dall'idea di "famiglia" che continui ad avere...se ti allontani emotivamente o fisicamente non fai del male a nessuno....se hai bisogno di spazio per trovarti...per ripristinare il tuo equilibrio...non fai del male a nessuno. Quelli che cercheranno di fartelo pensare....beh sono i primi da cui devi allontanarti....non intendo necessariamente fisicamente...ma emotivamente. Devi scorgere nel distacco la capacità di assumere per te stessa il ruolo di persona "primaria" per le tue necessità. Alla fine...se ti amano non possono che godere di una tua maggiore stabilità emotiva...altrimenti non è amore...è possesso.
Ciao!
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 12 marzo 2013, 8:52

Eeheheh hai colto PERFETTAMENTE e COMPLETAMENTE nel segno...hai fatto il ritratto della mia famiglia...della situazione...e hai scoperto un nervo che avevo "cercato di ignorare" da tempo.Possesso,ricatto morale, egoismo, ottusità sono complicati dal fatto che non posso andarmene x la mia totale mancanza di soldi (faccio la praticante full time e non vedo il becco di un quattrino) e x il fatto che le persone in questione sono gravemente malate ed invalide e utilizzano la simpatica formuletta "io che mi son tanto sacrificato x te...ora devi sacrificarti tu x sempre). Vivo nel senso di colpa da quando ho memoria,praticamente.anche solo una gita in friuli il pomeriggio è fonte di musi e guai grossi...figuriamoci un viaggio!In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci ma non ci ho mai dato peso...ora,dal monento che queste persone davvero non le posso lasciare (ad esempio andare a vivere con mio moroso significherebbe chiudere i rapporti con loro x sempre e io non lo voglio) e poi nn ho i mezzi economici per farlo...vorrei almeno imparare a gestirli e smetterla di distruggermi da colpe che,solo da qualche mese,comincio a capire di non avere.

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da mermaid » 12 marzo 2013, 18:45

SCAPPA PRIMA CHE PUOI :!: :!: :!: :!: :!:

vai a friggere patatine in un mcd's del bronx, ma scappa.......
Ti!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 12 marzo 2013, 19:02

Appena potrò volare :lol: 8) comunque spero di trovare una soluzione un po piu equilibrata

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da mermaid » 12 marzo 2013, 19:13

TeuZZa ha scritto:Appena potrò volare :lol: 8) comunque spero di trovare una soluzione un po piu equilibrata
la mia ovviamente era una risposta molto telegrafica e scarna, ma.... rileggi le tue parole... non tornerai a volare se non tagli questo cordone, anzi più che cordone mi sembra un cappio al collo, appena ti allontani stringe.
credi sia un caso che le persone che ti hanno inculcato questi sensi di colpa sin da bambina adesso siano malati e infermi così da necessitare per forza il tuo aiuto?
i figli non si mettono al mondo per avere una badante quando si è anziani...

Possesso,ricatto morale, egoismo, ottusità sono complicati dal fatto che non posso andarmene x la mia totale mancanza di soldi (faccio la praticante full time e non vedo il becco di un quattrino) e x il fatto che le persone in questione sono gravemente malate ed invalide e utilizzano la simpatica formuletta "io che mi son tanto sacrificato x te...ora devi sacrificarti tu x sempre).
non gliel'hai chiesto tu di essere messa al mondo a costo di enormi sacrifici, tu non devi proprio niente. sollevali dall'incombenza di doverti mantenere (altro ricatto...), i soldi risparmiati li possono usare per prendersi un aiuto.
spezza questa catena..
Ti!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 12 marzo 2013, 19:35

L'indipendenza economica è il mio primo pensiero.Non posso continuare a non guadagnare,è indignitoso.E infatti vorrei adoperarmi per cercare una fonte di reddito compatibile con la pratica forense.comunque credo che il mio compagno stia per regalarmi "a sorpresa" un pranzo a roma in giornata...e devodire che l'idea quasi mi stuzzica e non mi provoca il voltastomaco al solo pensiero 8)

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da MartaP » 12 marzo 2013, 19:35

TeuZZa ha scritto: ..Possesso,ricatto morale, egoismo, ottusità sono complicati dal fatto che non posso andarmene x la mia totale mancanza di soldi (faccio la praticante full time e non vedo il becco di un quattrino) e x il fatto che le persone in questione sono gravemente malate ed invalide e utilizzano la simpatica formuletta "io che mi son tanto sacrificato x te...ora devi sacrificarti tu x sempre). Vivo nel senso di colpa da quando ho memoria,praticamente.anche solo una gita in friuli il pomeriggio è fonte di musi e guai grossi...figuriamoci un viaggio!In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci ma non ci ho mai dato peso...ora,dal monento che queste persone davvero non le posso lasciare (ad esempio andare a vivere con mio moroso significherebbe chiudere i rapporti con loro x sempre e io non lo voglio) e poi nn ho i mezzi economici per farlo...vorrei almeno imparare a gestirli e smetterla di distruggermi da colpe che,solo da qualche mese,comincio a capire di non avere.
...vado anch'io , giusto un attimo, OT....

Mi associo a Mermaid: ho già visto una situazione del genere, da spettatrice molto molto vicina: non va a finire bene. Ossia:
genitori anziani o bisognosi di cure + figlia che ci vive assieme,relegata al solo ruolo di infermiera/badante che non ha il diritto di farsi una vita ed è oppressa dai sensi di colpa, se solo le passa per la testa di andarsene = figlia che non si farà mai una vita...MAI!
E, bada bene, con questo non intendo che i genitori bisognosi si devono abbandonare. Vuol dire che nessuno ha il diritto di indurti a rinunciare a vivere/amore/vacanze/..a volare....
Soprattutto i tuoi genitori... :(

"In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci "
Insulti pesanti?
Mi sono venuti i brividi....:shock:

Fine OT
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"Spock?" "Sì?" "A proposito delle colorite metafore di cui abbiamo parlato, penso che tu non debba più cercare di farne uso." .."m***a, non lo farò più."

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da MartaP » 12 marzo 2013, 19:36

TeuZZa ha scritto:L'indipendenza economica è il mio primo pensiero.Non posso continuare a non guadagnare,è indignitoso.E infatti vorrei adoperarmi per cercare una fonte di reddito compatibile con la pratica forense.comunque credo che il mio compagno stia per regalarmi "a sorpresa" un pranzo a roma in giornata...e devodire che l'idea quasi mi stuzzica e non mi provoca il voltastomaco al solo pensiero 8)
..Bene!! :wink:
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da mermaid » 12 marzo 2013, 19:47

MartaP ha scritto:
TeuZZa ha scritto: ..Possesso,ricatto morale, egoismo, ottusità sono complicati dal fatto che non posso andarmene x la mia totale mancanza di soldi (faccio la praticante full time e non vedo il becco di un quattrino) e x il fatto che le persone in questione sono gravemente malate ed invalide e utilizzano la simpatica formuletta "io che mi son tanto sacrificato x te...ora devi sacrificarti tu x sempre). Vivo nel senso di colpa da quando ho memoria,praticamente.anche solo una gita in friuli il pomeriggio è fonte di musi e guai grossi...figuriamoci un viaggio!In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci ma non ci ho mai dato peso...ora,dal monento che queste persone davvero non le posso lasciare (ad esempio andare a vivere con mio moroso significherebbe chiudere i rapporti con loro x sempre e io non lo voglio) e poi nn ho i mezzi economici per farlo...vorrei almeno imparare a gestirli e smetterla di distruggermi da colpe che,solo da qualche mese,comincio a capire di non avere.
...vado anch'io , giusto un attimo, OT....

Mi associo a Mermaid: ho già visto una situazione del genere, da spettatrice molto molto vicina: non va a finire bene. Ossia:
genitori anziani o bisognosi di cure + figlia che ci vive assieme,relegata al solo ruolo di infermiera/badante che non ha il diritto di farsi una vita ed è oppressa dai sensi di colpa, se solo le passa per la testa di andarsene = figlia che non si farà mai una vita...MAI!
E, bada bene, con questo non intendo che i genitori bisognosi si devono abbandonare. Vuol dire che nessuno ha il diritto di indurti a rinunciare a vivere/amore/vacanze/..a volare....
Soprattutto i tuoi genitori... :(

"In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci "
Insulti pesanti?
Mi sono venuti i brividi....:shock:

Fine OT
nessun ot marta... qui sta il nocciolo della questione mi sa....
anche io l'ho vissuta da vicino una situazione simile. non con ricatti morali così pesanti, ma il concetto era quello: mi sono rovinato la vita per te ora tu mi devi curare. guarda caso si è ammalato appena ho messo 60km tra me e mio padre... non ho mollato: turni+università+ospedali di mezza lombardia ma sono rimasta a vivere nel mio monolocale prealpino.
Ti!

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da MartaP » 12 marzo 2013, 19:52

mermaid ha scritto:
nessun ot marta... qui sta il nocciolo della questione mi sa....
anche io l'ho vissuta da vicino una situazione simile. non con ricatti morali così pesanti, ma il concetto era quello: mi sono rovinato la vita per te ora tu mi devi curare. guarda caso si è ammalato appena ho messo 60km tra me e mio padre... non ho mollato: turni+università+ospedali di mezza lombardia ma sono rimasta a vivere nel mio monolocale prealpino.
non è da tutti...vuol dire, Sirenetta, che c'hai due p**e così.... :wink: :mrgreen:
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Messaggio da mermaid » 12 marzo 2013, 19:57

MartaP ha scritto:
mermaid ha scritto:
nessun ot marta... qui sta il nocciolo della questione mi sa....
anche io l'ho vissuta da vicino una situazione simile. non con ricatti morali così pesanti, ma il concetto era quello: mi sono rovinato la vita per te ora tu mi devi curare. guarda caso si è ammalato appena ho messo 60km tra me e mio padre... non ho mollato: turni+università+ospedali di mezza lombardia ma sono rimasta a vivere nel mio monolocale prealpino.
non è da tutti...vuol dire, Sirenetta, che c'hai due p**e così.... :wink: :mrgreen:
me le ha fatte venire in 25 anni :roll:
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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da melamatta » 12 marzo 2013, 22:17

Ragazzi io vi ringrazio per le vostre belle parole e per avermi capita così tanto...ora non voglio tediarvi più con tutta questa tristezza...la prossima volta che vi scriverò forse avrò volato...un abbraccio

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Re: Un caso perso di aviofobia, aiuto! :)

Messaggio da flyingbrandon » 13 marzo 2013, 0:52

TeuZZa ha scritto: Vivo nel senso di colpa da quando ho memoria,praticamente.anche solo una gita in friuli il pomeriggio è fonte di musi e guai grossi...figuriamoci un viaggio!In effetti le vacanze le ho sempre vissute male perché sono sempre state fonti di insulti pesanti e rinfacci ma non ci ho mai dato peso...ora,dal monento che queste persone davvero non le posso lasciare (ad esempio andare a vivere con mio moroso significherebbe chiudere i rapporti con loro x sempre e io non lo voglio) e poi nn ho i mezzi economici per farlo...vorrei almeno imparare a gestirli e smetterla di distruggermi da colpe che,solo da qualche mese,comincio a capire di non avere.
TeuZZa...tu da quando sei nata hai un solo scopo nella vita...e cioè "vivere"...aggiungerei anche il meglio possibile. Solitamente, per come intendo io la famiglia, il ruolo dei genitori è darti quella capacità di riuscire in quello scopo nei migliore dei modi. In ogni caso, che ci riescano o meno, il tuo dovrebbe rimanere sempre quello. Questo aspetto, non è solo umano...ma animale. Quando si diventa autosufficienti è doveroso staccarsi e proseguire la propria strada. Distaccarsi non è, in realtà , un distacco forzato ma un distacco naturale. Per poter tu stessa, un domani, trasmettere le stesse capacità ad un tuo figlio devi prima essere in grado di vivere...altrimenti come fai? Ora...da quello che racconti questo non avviene nella tua famiglia ( e non solo nella tua eh). Per fortuna , sempre la natura, ci ha dotati di un cervello che è in grado di apprendere anche dall'esperienza diretta...di apprendere anche, e a volte soprattutto, da ciò che in un primo momento ci appare negativo...e questo è quello che stai facendo tu. Ora...il problema è che affermi che , nonostante gli insulti e i sensi di colpa ficcati nella tua testa " non ci ha mai dato peso"...e questo non è vero...altrimenti non avresti le ansie che hai. Non vivresti questi conflitti "emotivi" ma saresti serena. Uno dei primi punti è capire perché stai così...e forse a questo ci sei arrivata...l"altro è scegliere se vuoi vivere così...e , tutto sommato, hai lo specchio di quello che potresti diventare davanti ai tuoi occhi, oppure cambiare la tua vita verso ciò che tu pensi essere più favorevole alla tua evoluzione. Se scegli la seconda non ti è possibile vivere la vita che qualcuno vuole per te ma solo la vita che tu vuoi vivere per te. La tua indipendenza deve passare necessariamente dalla consapevolezza che solo TU puoi scegliere per la tua vita...e poiché anche gli altri possono fare la stessa cosa, non puoi pensare di poter gestire la scelte altrui. Quindi mi spiace ma...non hai soluzione che riguardi la possibilità di gestire altre persone al di fuori di te. Dici che se scegli di andare a vivere con il tuo moroso dovresti "rompere" per sempre con la tua famiglia...e questo non lo vuoi. Ma rifletti su una cosa...la tua scelta NON è rompere per sempre, e forse neanche temporaneamente..la tua scelta consiste nell' andare a vivere con il tuo moroso (naturale evoluzione di un rapporto di amore). E in questo non puoi trovare nessun male. Detto questo, loro hanno la libertà di rompere per sempre (il sempre poi è un concetto privo di significato) ma questo dovrebbe farti venire dei dubbi sui "ruoli". Mi spiego meglio...se la tua scelta "normale" di vivere la tua vita non trova la felicità dei tuoi genitori, i tuoi genitori, per la "normale" definizione che abbiamo dato all'inizio non si stanno comportando da genitori...ma proprio per niente. Allora ti chiedo...se un genitore non si comporta da genitore perché tu devi andare avanti a comportarti da figlia? Rispondimi! Se il distacco fisico al momento non ti è possibile solo per una questione economica, comunque devi operare un distacco emotivo. La via per modificare un rapporto, quando non ci piace come questo rapporto si mette in relazione a noi è proprio la rottura. Se non si modifica, l'unica possibilità è costruirne un altro, dopo la rottura del precedente. Purtoppo, o per fortuna, per modificare un rapporto bisogna essere almeno in due...per romperlo basti tu. Tu non puoi cercare di vivere pensando al rapporto che vorresti con i tuoi genitori o i genitori che vorresti ma devi rapportarti a quello che hai. In realtà, ti dirò, il distacco ti permette anche e soprattutto di togliere il "ruolo" da quella persona e vederla per quello che è...umana....fallace...e incapace di comprendere forse. Questo ti permette di non accrescere odio o sensi di colpa ma di poter perfino dare una mano a comprendere...ma ti devi ricordare che la tua mano, se non voluta, è una scelta da rispettare...morale...se ti si offre una scelta...o te o loro...se vuoi vivere non puoi fare altro che scegliere te. Se tu scegliessi di rimanere intrappolata in questo meccanismo, e le cose procedessero in modo naturale, arriverà il giorno che perderai i genitori e rimarrai con te stessa...e a quel punto troverai veramente una brutta sorpresa con poche alternative. Se di sfiga fossi nonostante tutto riuscita a fare una famiglia, potresti solo scegliere di aggrapparti ai tuoi figli nello stesso modo...se invece fossi rimasta sola...saresti proprio sola. In tutti e due i casi sarebbe proprio una brutta vita. E non pensare di poter continuare così ma essere diversa con una tua famiglia..perché se non vedi l'enormità della situazione in cui ti trovi...enormità che non dovrebbe farti dubitare sulla scelta...beh non potrai fare altro che non accorgerti che quei meccanismi fanno parte di te.
Ciao!
The ONLY time you have too much fuel is when you're on fire.



(È!)
(יוני)

O t'elevi o te levi

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