Ragazzi, vorrei spezzare una freccia
(la battuta non è mia) a favore dei poveri traduttori letterari.
E' un lavoro non particolarmente ben remunerato, dove ti fanno una fretta del diavolo perché il libro deve uscire magari in contemporanea mondiale, e dove va tutto bene finché non becchi un termine tecnico. Queste povere ragazze (e ragazzi - di tutte le età) mediamente non hanno il tempo nemmeno di aprire il browser per fare una verifica su come sia fatto un sottomarino o un jet. A meno di beccare quello che per caso si interessa per i fatti suoi dell'argomento.
Certo ci sono anche editori "illuminati" che ti assistono nelle ricerche. Per avere un esempio basta leggere la traduzione italiana del ciclo di Aubrey e Maturin di Patrick O'Brian, uscita in Italia per i tipi della Longanesi.
Sempre fra i traduttori letterari vorrei ricordare Fernanda Pivano, che più che traduttrice era lei stessa poetessa, e la sua traduzione di "Spoon River Anthology".