Che dopo il decollo, passando una certa quota, si toglie un po' di potenza, ché tanto non serve. E non è che il pilota dice "tiro giù due tacche" così a caso: viene tutto calcolato prima del decollo, e molto spesso gestito dal pilota automatico.Matteo Bevilacqua ha scritto: Che significa che la spinta di salita è spesso inferiore a quella di decollo?
La spinta massima si può tenere continuativamente per cinque minuti, poi è obbligatorio ridurla. E comunque è bene tenerla il meno possibile, e lo spiego dopo.Matteo Bevilacqua ha scritto: Esistono caso in cui la salita e tutta al massimo?
Ma è chiaro che non è che dopo 5 minuti i motori si fondono. È che i motori la compagnia li vuole usare per un po' di tempo, non per un volo solo...
No.Matteo Bevilacqua ha scritto: La potenza di decollo rimane sempre massima però,vero?
Quando le situazioni lo consentono (lunghezze di pista, meteo, pressione dell'aria), si preferisce decollare con una spinta inferiore. Si stressano meno i motori, che durano di più e si rompono di meno, si fa meno rumore (e i vicini ringraziano), si consuma meno carburante, che costa.
Il tutto dentro parametri di sicurezza calcolati. Se sono pesante, fa caldo, sta arrivando brutto tempo (c'è bassa pressione), magari sono in un aeroporto in quota, ecco, si usa la potenza massima. Ma se è una bella giornata d'inverno, alta pressione, freddo becco, al livello del mare e su una pista di sei km, e con dieci nodi di vento in faccia, la potenza massima non serve, e si usa un settaggio di potenza inferiore.
ciao
Andrea