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Alitalia, opzione trasloco nel Golfo
per i dipendenti: «Noi, i nuovi arabi»
Con l’ingresso di Etihad nell’azionariato, 150 lavoratori interessati al possibile trasferimento temporaneo nell’emirato di Abu Dhabi. C’è chi si dice disponibile, chi trova l’idea inaccettabile. Ore decisive per la lettera d’intenti del vettore partner
di Valeria Costantini
6 ALITALIA
Assistente di volo Alitalia: alcuni dipendenti accetterebbero come sede Abu Dhabi Assistente di volo Alitalia: alcuni dipendenti accetterebbero come sede Abu Dhabi shadow
ROMA - Sono ore decisive per il futuro di Alitalia e anche all’aeroporto di Fiumicino crescono attesa e preoccupazioni. Etihad sta limando l’offerta da presentare per entrare come socio del vettore tricolore, che si tramuterà in una lettera di intenti oggetto di discussione nel cda di Cai e poi tra il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e i sindacati. Oltre all’apporto di capitale (si parla di una cifra intorno ai 500 milioni), è il numero dei tagli ai costi a tenere alto l’allarme tra i 14 mila dipendenti di Alitalia: oltre alla riduzione degli stipendi, è quel tetto dei 3mila esuberi a preoccupare il personale di terra e di volo. Ma quel che fa riflettere sono le contrapposte reazioni dei lavoratori all’ipotesi che Etihad offra a molti di loro di traslocare nel Golfo: per alcuni «potrebbe essere un’opportunità»; per altri sarebbe impossibile «chiedere alla famiglia un simile sacrificio».
Pronti al trasloco
Hostess Alitalia a Fiumicino (Ansa)
Hostess Alitalia a Fiumicino (Ansa)
La messa in mobilità o in cassa integrazione non è dunque l’unica tegola che potrebbe abbattersi su hostess e piloti: nelle intenzioni della compagnia aerea araba di Abu Dhabi, ci sarebbe anche quella di replicare la strategia utilizzata con la Air Berlin. Quando Etihad è diventata partner al 29% della low-cost tedesca tre anni fa, ha preso in prestito una sessantina di piloti, proponendo il trasloco a tempo determinato con opzione di ritorno nella madre patria. Un trasferimento nell’emirato di Abu Dhabi che quindi potrebbe riguardare anche i circa 1500 piloti di Alitalia e gli assistenti di volo, una volta raggiunto l’accordo Alitalia-Etihad. I rumors dallo scalo di Fiumicino parlano di un’opzione che potrebbe coinvolgere circa 150 dipendenti.
Verso Oriente
Diverse le reazioni dei dipendenti Alitalia all’ipotesi di un trasferimento nell’assolata Abu Dhabi. I più giovani come Francesca, 27enne hostess romana, sono abituati a stravolgere la propria vita pur di mantenere il posto di lavoro: «Ho già cambiato base per tre volte, vedremo, dipende dalle condizioni ma può essere una bella opportunità». Più complessa la situazione di piloti esperti come Fabio, da 15 anni alla cloche dei voli Alitalia: «Dall’avvento di Cai ho già convissuto con mobilità e tagli allo stipendio, sarebbe difficile ora chiedere alla mia famiglia ulteriori sacrifici con un trasloco del genere».
La migrazione
«E’ necessario conoscere prima le condizioni proposte per valutarle. – sottolinea Giovanni Galiotto, presidente dell’Anpac, l’associazione nazionale dei piloti italiani - E’ chiaro che se l’alternativa è la perdita del posto di lavoro, sarebbe un’opzione che molti prenderebbero in considerazione, soprattutto se comportasse una crescita professionale. Il modello Air Berlin sarebbe soddisfacente perché prevede un distacco temporaneo triennale con la possibilità di rientro». Tuttavia tra esuberi, cassa integrazione (cig) e futuro incerto - nel frattempo - nelle file del personale Alitalia c’è già chi ha cercato cieli più sereni.
Mini esodo verso altri vettori arabi
Un piccolo esodo di piloti e assistenti di volo è già scattato da tempo. Non è un caso se alle giornate di recruiting di altre compagnie aeree, in molti sotto la giacca nascondevano la livrea Alitalia. Incluse le due ultime giornate di reclutamento dell’altro vettore del Golfo, la Emirates, che ha cercato personale di Cabin crew tra Roma e Milano a inizio anno: a sentire hostess e piloti almeno una cinquantina di loro colleghi sarebbe pronta a prendere il volo per Dubai. A fare gola agli ex Alitalia, ci sono anche le compagnie del lontano Oriente, giapponesi e cinesi in primis, ma pure i nuovi vettori africani: era stato in servizio per 20 anni nella compagnia di bandiera italiana anche il pilota del volo Ethiopian Airlines dirottato lo scorso febbraio su Ginevra dal co-pilota in cerca di asilo politico.