flyingbrandon ha scritto:Sì, è la stessa cosa...e a questo avevo già risposto in un altro post a lei. Anzi...penso che i tempi siano generalmente più brevi...a meno che un malore non ti colga in ospedale. Se la tua salute richiede determinati farmaci, come hai sottolineato tu, li hai. Avere l'occorente non significa vivere pensando che qualcosa ci colga...anche perché questo può capitare comunque a chiunque. Se una patologia non è compatibile con il volo lo sai...se è puramente una questioni di tempi...beh dovresti comprare casa al pronto soccorso. In ogni caso, visto l'effetto Nocebo accertato, non imposterei la mia vita su quando mi scoppia la bomba dentro il corpo...anzi...e siccome anche lei diceva, giustamente, di non sentirsi malata non deve vivere come se lo fosse. Parlava di aritmia...se non è grave, e non penso lo sia altrimenti la sua vita sarebbe diversa da come l'ha descritta, non penso debba condizionare la vita in nessun modo...e volare serenamente è uno dei modi. quindi in ogni caso non vedo perché quel volo, da qualsiasi punto di vista, debba rappresentare una preoccupazione in più rispetto a tutto ciò che svolge...anzi sul perché lo sia mi sono già espresso in altri post.
Ciao!
Oddio...dire che è lo stesso sarebbe come equiparare aereo ed H e non mi pare siano la stessa cosa.
Anche perchè sarebbe come non riconoscere un ruolo ed un significato ad un qualcosa che ha sia questo che quello.
Il discorso dei tempi (nel volo) non lo so. Uso le parole sue. Se sta male (inteso come parte l'aritmia), è in mezzo all'oceano e sono necessarie due ore per arrivare a terra, lo vedo diverso dall'essere con la casa in PS o nelle sue immediate vicinanze o su un volo domestico (in cui magari in un'ora o meno è a terra). Un'ora è sempre un'ora e può fare la differenza, nel suo caso come in altri (il concetto "time is muscle" per lo STEMI lo fa capire bene, ma il concetto del tempo c'è in sacco di altri casi). I motivi sono intuibili.
E non è che, di per se, la sua aritmia sia grave. E' che quando si scatena può diventare una situazione di potenziale gravità, perchè un cuore che viaggia dai 180 ai 250/280 bpm, non è una situazione troppo simpatica e più perdura nel tempo e meno simpatica è. E più passa il tempo, in assenza di specifico trattamento, e maggiori sono le possibilità che si sommino altre rogne, anche queste poco simpatiche.
Poichè questo è un aspetto ben noto a chi soffre di determinate patologie, forse è anche legittimo, da parte loro,
porsi un certo tipo di domande. Non entro nel merito della preoccupazione o meno, ma dell'informazione. Ed è anche possibile che le due cose si condizionino.
Informarsi e conoscere può voler dire sentire il proprio cardiologo, vedere se c'è la necessità o meno di copertura con antiritmici per os o, eventualmente, bdz. Può essere conoscere semplici manovre di stimolazione vagale.
Può anche voler dire avere due righe scritte dallo specialista con se da poter presentare al personale di bordo nel caso che. E, poichè i medici a bordo sono come il prezzemolo, allora vedrei anche impegnata benissimo la risorsa perchè, in presenza di qualcosa di accertato e cerficato, non si porrebbero problemi nella somministrazione di un determinato tipo di farmaci, sempre ammesso che facciano parte della dotazione medica di bordo.
Non lo vedo impostare la propria vita come se dovesse scoppiare la bomba. La vedo come la stessa attenzione che pongono altre persone con altre patologie alla propria condizione.
E' evidente che un aereo non è un H e nessuno chiede che lo sia, ma è altrettanto evidente che, in presenza di alcune condizioni, l'approccio ad una attività che per la maggioranza delle persone non richiede alcun tipo di calibrazione, per altre invece possa richiederla.
Solo per curiosità ho sentito un cardiologo. Premesso che la sua aritmia non è controindicazione assoluta al volo, ma che sono necessarie alcune valutazioni, la domanda che fa lei è molto comune, soprattutto per i voli lunghi.
Anche la preoccupazione...e non che questo possa in qualche modo rendere più o meno "pertinenti" le sue paure o i suoi timori, ma è sicuramente un aspetto da considerare in alcuni contesti. Poi ognuno fa ciò che vuole. Sicuramente ci sarà anche chi vive facendo finta che qualcosa non ci sia quando di fatto c'è. Ma se c'è...
flyingbrandon ha scritto:P.S. Se poi riguardi la "storia" di questo post...non è partito come " Sono una potenziale morta ambulante per motivi di salute...dovrei volare ma ho paura che un malore mi colga". Quindi...non è quella la preoccupazione...è che mano a mano che toglie la spinta al suo modo di pensare "erroneo"...ciò a cui si può attaccare per darsi un motivo...una scusa che giustifichi che la paura sia motivata è questo.
Mah...io vedo che all'inizio scrive che non può scendere (io ho inteso come "se sto male - per il mio problema - non posso scendere") e due o tre post dopo parla del suo problema.
Per il resto, a parte che ha detto che è confusa, non mi pronuncio.
Per ciò che riguarda l'aspetto medico della faccenda, invece, sentito chi di dovere, mi sentirei di dire che ci sono
tutti gli strumenti e le possibilità per poter arginare almeno questa preoccupazione e volare sopra l'oceano, a due ore dalla terraferma, in assoluta tranquillità.