Michele ha scritto:Valerio Ricciardi ha scritto:E invece non è una frase da Messaggero Veneto,...
Come premesso non c'era nulla di personale, mi serviva un esempio, ho sbagliato a lasciare il nome (...)
Mi permetto di dire che in mia opinione non hai colto il punto, e sembra quasi che tu voglia confutare un non si sà bene cosa in quanto io non sto dicendo che gli ULM siano la perfezione (etc etc) sto ragionando su cose viste/esperienze, non ho la verità in tasca, non l'avevo quando ho scelto la scuola non l'avevo quando ho dovuto compiere una scelta tra ulm e AG, sto cercando di trarre dei ragionamenti da quanto ho visto/vissuto in questo anno, se guardi bene le critiche che ho mosso non sono proprio da niente, un esempio? a caso, i dati dei manuali dei velivoli, ti pare da poco che non corrispondano a realtà??
Ti ringrazio moltissimo per la risposta molto diretta, la speravo ardentemente. Nemmeno da parte mia c'è nulla di personale, ed
non ho mai avuto la sensazione che tu tentassi una difesa corporativa del mondo ULM, stante peraltro come umilmente ti sei presentato E CHE NON NE TRAI FONTE DI SOSTENTAMENTO ma delle due spendi solo.
Il punto è che se da un lato io per primo son disgustato quando leggo titoli da "tragedia sfiorata" ogni volta che ad un A320 si slenta un poco un pezzo di cappottatura di un attuatore dei flap e il pilota preferisce non tenersela mezza appesa sino all'arrivo, non ritengo nemmeno sia il caso di avere troppi tabù e star troppo
attentissimipercaritàdiddio a non notare che qualcosa, seriamente, forse non va.
A me in questo forum, pensa, da' già un bel po' fastidio dover leggere che "se ben manutenuti gli aerei di linea son
tutti uguali quanto a sicurezza", laddove poi quando parlo con piloti od ex piloti di linea proprio sugli aspetti connessi alla sicurezza operativa (persone con millemila ore di col volantino in mano, non allenatori da bar) sento con le mie orecchie che hanno opinioni ben diversificate delle diverse macchine, alcune le considerano più ostiche di altre, taluni modelli proprio belli rognosi (fine OT). Non sono un
politically corect a tutti i costi.
E siccome il rate di incidenti per tipo per ore volate per km percorsi (anche depurandolo dal fatto che ovviamente svolazzi brevi moltiplicano esponenzialmente gli atterraggi e secondariamente il pari numero di decolli, e nelle statistiche sui guai come nel calcolo della vita di una cellula pressurizzata ne va tenuto debito conto) mi continua ad apparire un po' altino, non una mattanza per carità ma più alto di quel che mi aspetterei, penso valga la pena implementare il tentativo di analisi che facevi tu.
Valerio Ricciardi ha scritto:
Se si vuol tentare di negare un problema cogente per paura che ciò possa spaventare l'opinione pubblica provocando indirettamente una reazione - ovviamente finalizzata solo alla ricerca di consenso - da parte del legislatore che imbrigli in nuovi "lacci e lacciuoli" (per usare un'espressione di berlusconiana memoria) la passione per il volo VDS con gli ULM, "rompendo il giocattolo" a tanti, lo si faccia pure. Problema "vostro".
Michele ha scritto: Questa è buona per un comizio elettorale, ma cosa speri che da una massa che è incompetente sul tema presa da un qualche avvenimento contingente esca qualcosa di buono che poi una massa più ristretta di gente che ne capisce ancora meno debba applicare??
Pensi sia questa la soluzione? (eh no non è nemmeno un mio pensiero la paura per una cosa così)
No, citavo un esempio fra i molti cui ho nella vita assistito in molte situazioni: pare si debba stare attenti a non evidenziare criticità, perché se no poi arriva il legislatore bolso che va in giro solo a distribuire guinzagli senza costrutto per far vedere che fa qualcosa.
Il dramma peraltro è che a volte il legislatore E' bolso, con esempi assolutamente pazzeschi: quando in Italia si introdussero (tardi) le cinture, si differenzio' la data entro cui si dovevano montare da quella in cui dovevi allacciarle. Pazzesco. Ma MOLTO più scandaloso fu che per un anno e mezzo i passeggeri seduti davanti DOVEVANO allacciarle.,.. quelli seduti dietro no, era FACOLTATIVO.
Ora, è dimostrato (dimostrato) in modo incontrovertibile che per un automobilista cinturato seduto davanti in caso di urto frontale il PRIMO rischio di morte è dato dalle lesioni da schiacciamento prodotte dal passeggero seduto DIETRO che gli si catapulta per inerzia contro lo schienale del sedile (e spesso gli dà anche una letale capocciata sulla nuca).
E lo è tuttora: la differenziazione della norma ha prodotto un messaggio subliminale per cui davanti è importante metterle, dietro... vabbé, ti reggi ai sedili. Perciò, sulle cose tecniche, lasciamo il legislatore dov'è che spesso è meglio.
Ma allora che si fa? Eh! Temo che altro non resti che una capacità interna ad una categoria ad autodisciplinarsi, a crearsi e concordare con un "patto fra gentiluomini" degli standard omogenei di comportamento, di addestramento di criteri di certificazione (es. livello e tipologia degli esami).
Ma la vedo dura: come nel caso della subacquea amatoriale quanto a scuole e diving club, chi ci lavora spesso ha come faro la garanzia del mantenimento del suo indotto economico, stante che ci campa, e ciò non va facilmente nella direzione della standardizzazione. Né di una "qualità minima garantita" orientata solo alla sicurezza dell'utente.
Per molte didattiche il momento in cui la durata minima di un corso per un "Open Water" (il breettino che ti abilita all'lutilizzo di autorespiratori ARA sino a -18 m in coppia e con istruttore, equivalente concettuale al primo brevettino VDS non avanzato) è scesa a cinque giorni dalla originarie due settimane... è coinciso con l'esplosione delle compagnie aeree low cost che portavano a due soldi a Sharm o Hurgada per pacchetti di una settimana
all inclusive... in posti in cui la bellezza dei fondali suggerisce di trasformarli in un cespite per delle piccole ma lucrose intraprese.
Io questo lo trovo pazzesco. E tende ad avvenire in tutti i settori in cui esista un discorso vendita di hardware/necessità di certificazione e brevetti o quel che è per usarlo/indotto commerciale privato relativo/associazioni di categoria/lobbysmo sul legislatore.
Michele ha scritto: Le regole ci vogliono ci DEVONO essere, non la solita roba all'Italiana, un esempio?I nostri ULM pesano 450kg (teorici) gli Ultralight ammerigani (non gli ultimi cretini in fatto di cose volanti) pesano 600 kg, risultato? noi siamo come al solito quelli che si inventano regole nuove per seguire un non si sa cosa non si sa come. (e per inciso circa lo stesso modello viene venduto in entrambi i mercati...)
Anche se si portassero a 600 kg, che per un Rotax da 100 Hp non mi sembrano il fulcro del problema, secondo me
di molto più gravissimo assai è il problema della quota minima feriale che è IMHO di altissima insicurezza, ed è scandalosa PROPRIO perché imposta a qualcuno che in teoria è al limite inferiore di certificazione della sua manualità ed airmanship (anche se lo sappiamo che dovrebbe prendere sul serio il piccolo ULM ed apporocciarlo con la stessa serietà e concentrazione con cui un Cpt gestisce un 707 blablablabla).
Fatto sta che io gli do' il "minimo brevetto possibile" ...dopo quello di ascensorista, e un attimo dopo gli impongo di volare nelle condizioni più difficili da gestire se qualcosa va storto. Quante sono le scuole di volo VDS in Italia? Perché su questo tema non si coalizzano e non strillano come oche capitoline?
Per non attirare troppo l'attenzione sul settore ed evitare revisioni delle regole, che temono?
Non attira molto di più l'attenzione la foto dell'ULM puntualmente (insisto
) sfrittellato sul giornalino di provincia?
Michele ha scritto: Valerio poi nei discorsi sul brevetto da subacqueo (che non conosco,non sono un gran amante del sott'acqua), se intendi che essere un pilota VDS sia equiparabile in parallelo ad uno che ha fatto un brevetto di due settimane al mare con il sederino in riva al mare
None. Io suggerivo che temo che come si può prendere il brevettino Open Water a volte coi punti Mira Lanza a Ibiza da mezzo ciucco di canne e birrette Corona colla fettina di limone (poi, confermo, vai pure in acqua ma non con me), sia pure in misura minore vi possa essere una disomogeneità di qualità dell'addestramento non trascurabile da una scuola all'altra, ed io non è che posso prima diventare Sigmet e poi poter decidere se il mio istruttore era preparato, serio e profondamente coscienzioso o se gli interessava troppo il numero di brevetti che la sua scuola sfornava rispetto alla mia futura pellaccia. E allora mi resta solo il passaparola o il parere dei più esperti, sempre scremandoli fra quelli il cui
cugggggino non abbia la scuola sua...
NOTA per me ovviamente resta più l'impressione dell'istruttore che dell'esaminatore: da ragazzino presi MOLTO sul serio l'esame di patente, davvero mi ero preparato bene (le basi me le dette la mia povera madre che era senza esagerazioni una pilota mancata per quanto era brava e sicura anche con le vetture del tempo), rammento che chi mi esaminò fu forse un ingegnere della Motorizzazione che stava facendo quello perché erano finite le supplenze di Applicazioni Tecniche, avessi avuto un occhio di vetro non se ne sarebbe mai accorto, l'importante era che appena seduto mi regolassi lo specchietto retrovisore interno anche se per me era già perfetto.
Michele ha scritto: Sulla quota minima hai ragione, ma per questo è necessario diventare avanzati dove in linea teorica puoi salire fino a FL195 limite del VFR. Una soluzione c'è e sarebbe avanzato obbligatorio, ed è comunque la mia risposta, il prossimo passo che devo fare.
Il che denota maturità ed un atteggiamento giustamente conservativo.
Michele ha scritto: Su gps azzi e mazzi è un discorso che mi interessa poco/niente so come regolarmi in accordo a quanto mi è stato insegnato. E non lo vedo in questo momento come un problema per la sicurezza.
Ho citato la storia del GPS "alternativo" non per il problema tecnico in sé, ma perché rimasi molto colpito dal TONO "anarco-insurrezionalista" e insofferente alle regole come vecchiume bolso per conformisti col quale coloro che lo ipotizzavano portavano avanti il discorso divenuto istantaneamente polemica contro i rompicabbasisi che non vogliono far vivere felici come ci pare. C'era gente aeronauticamente "con la bocca sporca di latte" che prendeva di petto piloti di linea coi calli sulle dita...
Se tua zia con l'hobby della ceramica ti chiedesse di fare cento fotografie dei suoi vasi decorati a mano, ti fideresti più dei consiglietti pratici per scegliere e disporre le luci miei, che faccio il fotografo dal 1978, o del commesso del negozio di fotografia? Mi risponderesti "si, ma tu ti sei formato con le lampade alogene e gli ombrellini, adesso ci sono i LED e i bank con le fluorescenti, la tua esperienza è rispettabile ma relativa"?
Qui che tu lo creda o no ho letto di peggio.
Michele ha scritto: sentire una persona di cui ti fidi ciecamente (perché per aria deve essere così) tornare ''schifato'' da un corso di aggiornamento per istruttori ti lascia un po' così',
E questo depone bene per il tuo istruttore.
Michele ha scritto:Ma quali potrebbero essere le soluzioni? Esaminatori con curriculum ''importanti''? Maggiori sanzioni nel caso di casini? ma da parte di chi? e chi controlla? io non lo so
Mmmmhhhh.... manco io, ma se il peso del curriculum dev'essere come quello che si utilizza per i concorsi a cattedre per l'Università, rischi di selezionare più furbi maneggioni costruttori professionisti di curricula che gente brava.
Michele ha scritto:Ogni scuola dovrebbe avere almeno ''un decano'' che provenga dal militare o commerciale.
Buonissima idea, non so quanto realizzabile. Ma direi più dal commerciale e dall'umile lavoro ripetitivo in tutti i climi e a tutte le ore, il militare rispetto al commerciale rischia di far la parte del gasatissimo Istruttore alpinista del CAI pieno di stellette da Gran Mogol al confronto con la guida alpina del Trentino.
Michele ha scritto:se guardo al mio campo negli ultimi incidenti di cui sono a conoscenza erano coinvolti professionisti, o piloti con migliaia di ore sul groppone (ad es aliante). (Da qui il mio discorso sul momento del c*****e).
Mah, il Cpt Liotta che per trent'anni abitò l'appartamento sotto al mio, cresciuto sui DC9 e poi sugli MD8x, mi diceva che dopo che si è dovuto ritirare dal servizio attivo (piccolo infarto) non ha più volato AG perché aveva visto troppi bravissimi colleghi farsi male, a suo avviso per eccesso di confidenza e sottovalutazione (prima o poi) delle condizioni del mezzo o meteo. Diceva che dopo che hai per anni posato per terra con delicatezza e senza sbucciarti mai le nocche anche col tempaccio pure un DC9-50 (della serie era quello che amava meno, diceva che era "pesantone" all'atterraggio e lasciava meno margine) rischi di prendere il 172 per una bicicletta, e ti fai male per quello.
Io non ho mai capito come si possa cadere in una situazione che porta facilmente all'errore che
sai più di ogni altro essere sempre in agguato, ma essendo io un empirico alla Locke mi rimetto a un catalanesco "tutto quel che è successo con ogni evidenza poteva succedere".
Michele ha scritto:In conclusione, a mio parere, il VDS non si può trascurare o archiviare come un brevetto preso a Sharm, tanto più vedendo il declino in cui versa l'AG, nel mio campo ad occhio si alza un velivolo ag per 5 Ultralight portati da piloti VDS ed AG. E' sintomo di molte cose. (buone e cattive)
Non volevo assolutamente archiviare come il brevetto da festaiolo alle Maldive, pavento solo l'eventualità che vi siano realtà locali che cerchino di annacquarlo un po' per ragioni di salvadanaio come avvenne per la subacquea (nella quale peraltro prosperano anche scuole straserie e strasicure con istruttori straca**uti e straaffidabili dove il brevetto - che ne so PADI, o ANIS - costa come a Sharm).
Grazie per il
piacevolissimo scambio.