Poiché la mia risposta ad Alessandro ha suscitato "orrore" in qualcuno, credo sia giusto spiegare il mondo aeronautico da cui io provengo, quali erano le regole che si seguivano ed i modi che vigevano.
Quel mondo mi ha "creato" Pilota, mi ha "cresciuto" Pilota e mi ha anche dato i mezzi per salvarmi il c**o!
Non affermo che sia il solo mondo possibile, ma è quello che ho conosciuto io.
Tralasciamo di entrare troppo nei particolari del periodo da Allievi Piloti, fatto di punizioni che andavano dalle decine di giri di corsa del piazzale alle ore di studio obbligatorio serale (le uniche 2 ore libere della giornata), ai giorni di cancellazione della libera uscita, ne avevamo 1 e 1/2 a settimana e che ci costringevano a settimane di clausura senza neanche 1/2 ora libera per noi. C'erano solo i telefoni a gettone, usabili solo nelle ore di libertà...
Tralasciamo le punizioni per chi, interrogato come ogni mattina, sbagliava una voce di una delle procedure di emergenza (da sapere tutte a memoria) recitata ad alta voce di fronte a tutti.
Lasciamo perdere il farsi tutta la linea volo a calci in c**o, veri, non metaforici, per aver dimenticato l'aerofreno aperto ed avendo fatto così stabilizzare la vite per 15 giri prima dell'intervento dell'istruttore.
Lasciamo stare le cassette di vino da portare al Gruppo per farsi perdonare qualche mancanza...
ma quando, finalmente, con i miei fiammanti gradi di Sotto Tenente Pilota Militare arrivai al Reparto e fui assegnato alla mia Squadriglia (la 313), fui preso da parte e mi fu spiegata la regola principale:
"Tu devi stare zitto, sempre, non puoi aprire bocca, mai, nemmeno per fare domande perché faresti solo domande stupide. Stai sempre in silenzio e guardati intorno, cerca di capire quali sono le regole ed i comportamenti, chi fa cosa e come, esegui ciò che ti viene richiesto e meno ti fai notare, meglio è..."
Dopo tre mesi mi fu detto: "Ok, ora puoi cominciare a fare le domande, ma non troppe e non ti azzardare a esprimere le tue opinioni, sarebbero solo stupidaggini."
... con il tempo sono diventato un anziano e devo dire che, si, al 90% delle domande avevo potuto rispondermi da solo guardandomi in giro e che, si, le opinioni che avevo all'inizio erano stupidaggini."
Entrato in linea, con la vecchia scuola, ho volato con Comandanti che in 5 giorni di turno, per 15 tratte, non solo non mi facevano toccare i comandi, ma facevano da soli le comunicazioni radio, agivano da soli sui vari comandi e non ti facevano uno straccio di briefing neanche a pregarli... qualcuno non mi diceva nemmeno buongiorno la mattina... era sbagliato e pericoloso, ora si sa e le cose sono cambiate, per fortuna. Io sono stato un Comandante diverso, ho dovuto esserlo, per convinzione e comunque per imposizione, anche se a volte ero un po' paternalistico, che è un grosso difetto.
Il Comandante DEVE essere il punto di riferimento di tutto l'equipaggio, il parafulmine delle tensioni a bordo, la persona che da l'esempio e che gestisce le persone cercando di metterle nella condizione di esprimere il massimo delle loro abilità, mantenendo una atmosfera di professionalità ma anche di serenità. Non è facile per nulla. E' forse la cosa più difficile da fare, espletare le funzioni di Comandante è meno complesso, pilotare l'aeroplano è la parte divertente del lavoro...
Beh, se Alessandro si presentasse (ORA, NON 30 ANNI FA) a bordo di una aereo civile (NON MILITARE) con un atteggiamento così... "leggero", parlando di CEO, scrivanie, decine di migliaia di euro, mamme con conoscenze, certezze di carriere dirigenziali, etc. (ora so a causa della giovane età) si troverebbe davanti un muro invalicabile.
Tutto qui, purtroppo l'età lascia le vecchie abitudini incise nella mente come rughe nella pelle...  
