musicaldoc ha scritto:Insomma....vedo enormi similitudini tra due mezzi che in fin dei conti navigano entrambi nei fluidi. Uno probabilmente affascina di più ma purtroppo perdona molto meno....a meno che non ti avventuri su catamarani di 72 piedi sui foils a 40-50 Kts oppure su una VOLVO OCEAN 65 nei 50 urlanti
Ciao!
Guarda, sono assolutamente d'accordo con te sulle molte similitudini.
Ho avuto modo di navigare parecchie volte e abbastanza a lungo con un amico Skipper ad un livello piuttosto alto, un allievo di Straulino e che ha fatto regate tipo la Fastnet. Insomma io ero solo il mozzo! Ma qualche volta sono stato al timone da solo, una notte tra Ponza e Gaeta, un'altra portando un 12 metri con lui da Fiumicino a Porto Ercole, esperienze esaltanti, piene di emozione e si, certamente la barca si "sente", si riesce a percepire la planata e con un po' di attenzione a timonare (scusa le imprecisioni) per mantenerla in planata più a lungo possibile. OK, per me era difficile, magari per voi bravi è banale!
La differenza rispetto al volo strumentale con le sue eventuali vertigini, è che in barca si ha un riferimento visivo, una linea dell'orizzonte, anche di notte, che da comunque una "risistemata" ai segnali provenienti dalle chiappe e dalle orecchie. Quando in aereo vai in vertigine, magari per un raffreddore che ti "sbilancia" i segnali provenienti dal sistema vestibolare, se ti lasci andare alle sensazioni non ti senti male, sei perfettamente a tuo agio, solo che ti ritrovi "a capa 'e sotto". Il problema fisico nasce nel momento in cui ti obblighi a seguire l'orizzonte artificiale , lo tieni al centro, sei con le ali livellate ma il tuo corpo "urla" che sei inclinato di 30°, magari di 45°, da un lato!
Ovviamente se hai l'autopilota tutto è più semplice, l'aereo va dritto e tu devi solo fare qualche cosa per risistemarti le orecchie.
PS.
Quanto ai segnali provenienti dalle chiappe, le tensioni muscolari, eccetera, ho sempre scritto che l'aereo si "porta" con il c**o, per questo le tre cinture che bloccano le anche vanno strette bene, per diventare tutt'uno con l'aereo e a quel punto riesci a sentire ed anticipare le variazioni prima che siano indicate da quei cosi lenti chiamati strumenti, lavorando di anticipo riesci ad evitare l'overcontrollo ed un avvicinamento con turbolenza e vento a raffiche diventa un pochino più semplice.