Viaggio di nozze, USA e terrore

La fobia del volo: dubbi comuni, cause, soluzioni.
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Blues77 » 25 luglio 2015, 10:09

MartaP ha scritto:
Blues77 ha scritto: Hai ragione Marta, mi scuso per il refuso. In ogni caso, non è detto che l'approccio di Lampo sia sbagliato. A volte, uno strattone, può risultare più efficacie di una carezza. :bounce:
Certo, a volte e non con tutti. :D
Ma ti assicuro che la stragrande maggioranza degli paurosi si chiude a riccio, con gli strattoni.... :roll:
non è facile intuire la chiave di volta tramite la quale scardinare pensieri consolidati e a volte invalidanti.
Si procede per tentativi.. :idea:

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da MartaP » 25 luglio 2015, 10:46

Blues77 ha scritto:non è facile intuire la chiave di volta tramite la quale scardinare pensieri consolidati e a volte invalidanti.Si procede per tentativi.. :idea:
...non proprio.... :D

Nella fattispecie della fobia del volo, benché le cause scatenanti sono diverse per ognuno di noi ( e si chiama proprio "evento stressante" ed esiste anche una rating scale al proposito..) le modalità di approccio sono essenzialmente le stesse, e qui cito L. Evangelisti, (molto in sintesi, eh....):

1) recidere le radici della paura
2) la motivazione: ma ho davvero voglia di volare?
3) Evitare l'evitamento: affrontare l'aereo
4) Sdrammatizzare: Ridiculus!
5) Sfidare lo schema (di regole e percorsi) e sorprendiamo noi stessi!
6) Defragmentation: deframmentazione e ricompattamento delle informazioni
7)Rubare energia alla paura
otto) Potere delle immagini per disinnescare la paura
9) Respirare

Non fatevi ingannare dalla semplicità di questi titoli: questi passaggi sono tutti molto articolati e nei seminari vengono approfonditi con la psicoterapeuta e con il pilota....
E non è detto che funzionino subito: ognuno ha i suoi tempi.... :roll:
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 25 luglio 2015, 10:55

MartaP ha scritto: Certo, a volte e non con tutti. :D
Ma ti assicuro che la stragrande maggioranza degli paurosi si chiude a riccio, con gli strattoni.... :roll:
E' ovvio che ognuno si basa sulla propria esperienza. Vorrei, pero', fare una piccola considerazione. La prima...io non aiuto nessuno...l'unica cosa che posso fare, a volte, è mettere ordine e fornire spunti sulle idee. Se il mio approccio fosse di "aiuto" nei confronti di una persona ciò significherebbe che mi considero in una posizione privilegiata per dare una mano ad una persona esattamente come me. Qualsiasi cosa io possa fare è la persona che si aiuta e, come ho sempre detto, non ho nessun merito a riguardo. Se ti mostro un assurdo...e tu lo cogli...sei tu che ti aiuti. Chiunque sia in una posizione di NON equilibrio ha bisogno di uno strattone per tornare nella sua posizione di equilibrio. Se si chiude a riccio significa che ancora non vuole tornare nella posizione di equilibrio. Sei in salita...non ce la fai più ma non puoi più scendere...puoi pero' liberarti da ciò che ti appesantisce....anche se ci tieni per svariati motivi. Una persona che ti prende per mano e ti "spinge" ancora più in su, a mio modo di vedere, ti appesantisce ancora di più perché quella persona si "aggrappa" e non capisce perché, ora che non ci sei più il peso risulta ancora più pesante. A me che una persona riesca a volare...è veramente indifferente. Sono contento, invece, se in qualche modo cambia la sua vita e vive meglio. la "gentilezza" d'animo...o l'empatia...non necessariamente si evidenziano in un approccio affettuoso. Gli interventi alla "Lampo" che si basano su una spiegazione e risposta alle domande, la prima volta, e che si concludono "beh allora non volare e vivi felice" , affondano esattamente nella cultura "Zen"...che lui ne sia consapevole o meno. Sicuramente non aggiungono niente di negativo a quello che già c'è. La delicatezza corre il rischio di assecondare, anche se non a parole, il meccanismo di pensiero della persona. Al contrario l'intervento "Lampo" può rompere più velocemente quella "barriera" di chi vive nella paura. E' ovvio che non intendo , ma non mi pare neanche che qui sia mai accaduto, che uno debba esporre le proprie perplessità ed essere preso a badilate...così giusto per rompere quella barriera. Il mettersi in gioco davvero....che prevede un reset totale del proprio modo di pensare per poi tenere ciò che è funzionale per la propria esistenza, ahimè, non passa dalla "consolazione"...che in prima battuta può dare sollievo perché ci si sente capiti e compresi ma non aggiunge nulla alla fiducia che si nutre per se stessi....che è l'elemento fondamentale per aver coraggio. Il coraggio , per definizione, è presente solo nel momento in cui è presente una paura....altrimenti non è coraggio. Le persone che "cercano aiuto", e lo vogliono nei modi e negli argomenti che preferiscono....non stanno, in realtà, cercando aiuto ma sollievo e conferme. Se tu sapessi cosa ti serve per "aiutarti", non saresti in cerca di aiuto. Quindi quando qualcuno si chiude a riccio...il problema non è di ciò che arriva dall'esterno....ma da ciò che si crede nell'interno. Con questo non è mia intenzione indirizzare nessun tipo di intervento...ognuno agisce come sa e come crede. La sensibilità di chi risponde consiste nel trovare il punto di ingresso...e se riesce a permettere una evoluzione...bene....altrimenti la persona avrà altri modi e tempi per farlo....oppure no...ma non è un problema di chi risponde ma di chi domanda. Per concludere, quindi, non suggerirei a Lampo di leggersi libri sulla paura di volare...io stesso non ne ho mai letto uno....io suggerisco , a chiunque risponda qua, di farlo nel modo che ritiene più opportuno senza la volontà di aiutare , o di ricevere gratitudine. Io credo in una comunicazione più profonda che va aldilà delle parole scritte...e quando l'intento " è buono" ....arriva...e se non arriva ciccia....
Ciao!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Blues77 » 25 luglio 2015, 11:16

Per esperienza personale, mi sento di poter dire che il cambiamento non può che originarsi da una riflessione interiore. E la cosa è meno banale di quanto potrebbe sembrare di primo acchito.
Pensiamo alle sigarette. Si sa per certo che fanno male eppure, un fumatore, se ne infischia alla grande.
Se ne infischia fino al giorno in cui, per propria intima riflessione, non se ne infischia più.
Avvertenze e consigli sono necessari perché creano consapevolezza ma quest'ultima se non supportata dalla volontà si riduce a nulla.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 25 luglio 2015, 11:31

MartaP ha scritto:
Blues77 ha scritto:non è facile intuire la chiave di volta tramite la quale scardinare pensieri consolidati e a volte invalidanti.Si procede per tentativi.. :idea:
...non proprio.... :D

Nella fattispecie della fobia del volo, benché le cause scatenanti sono diverse per ognuno di noi ( e si chiama proprio "evento stressante" ed esiste anche una rating scale al proposito..) le modalità di approccio sono essenzialmente le stesse, e qui cito L. Evangelisti, (molto in sintesi, eh....):

1) recidere le radici della paura
2) la motivazione: ma ho davvero voglia di volare?
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4) Sdrammatizzare: Ridiculus!
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Non fatevi ingannare dalla semplicità di questi titoli: questi passaggi sono tutti molto articolati e nei seminari vengono approfonditi con la psicoterapeuta e con il pilota....
E non è detto che funzionino subito: ognuno ha i suoi tempi.... :roll:
Eccolo li!
2) La motivazione: ma ho davvero voglia di volare?
E' proprio di questo che ho scritto, non volevo strattonare nessuno.
Ci sono persone che, purtroppo per loro, pur avendo il terrore del volo sono obbligate a volare per lavoro, per esempio, o perché hanno i figli che vivono all'estero, o cose simili.
Loro non hanno scelta, devono trovare il modo di affrontare la cosa.

Ero passeggero Must Go su un A300 dal LIN a FCO, seduto in business, eravamo pochi, io ero in una fila laterale lato corridoio e due posti avanti a me, nella fila centrale, c'era un passeggero: enorme, sarà stato 200kg, fradicio di sudore, che si agitava ed era bianco come un cencio. Mi alzai ed andai a chiedergli se si sentiva male, se aveva bisogno di aiuto (ero in divisa) ma mi rispose di no, che era solo impaurito, purtroppo.
Al momento del decollo, lo giuro, era finito con la testa sul pavimento e con il sedere per aria a forza di divincolarsi e piangeva disperatamente. Appena fu possibile mi alzai ed andai di nuovo da lui che, dopo essersi rimesso un po' in ordine, mi spiegò che non riusciva a controllarsi, ogni volo era così, la psicoterapia che stava seguendo non dava risultati ed essendo lui un Dirigente di una importante società con sedi a Roma e Milano doveva viaggiare tre volte a settimana da LIN a FCO. Sei voli a settimana in business in cui ogni volta accadevano queste scene, di cui lui si vergognava da morire, che erano incontrollabili. Era certo che sarebbe morto d'infarto prima o poi, ma per smettere di volare avrebbe dovuto licenziarsi.

Ora, in una situazione tragica in quel modo posso capire che ci sia la necessità di trovare una qualche soluzione, ma se parliamo di vacanze, di divertimento, continuo a non capire la NECESSITA' di volare.
Abitiamo in un Paese meraviglioso e praticamente sconosciuto nella sua gran parte agli italiani, possiamo spaziare da un mare stupendo a montagne incomparabili, da città d'arte a luoghi di divertimento, abbiamo forse la miglior gastronomia del mondo e che varia di molto anche nel giro di 100km, boschi, laghi, insomma tutto...
Perché ostinarci ad andare a Sharm o a New York soffrendo le pene dell'inferno da due mesi prima per la paura del volo quando possiamo organizzarci, per esempio, uno splendido viaggio di nozze in Italia o in Europa in luoghi a portata di automobile? Lo so che è statisticamente molto più pericoloso come viaggio, ma non spaventa!

Spero che MD82 non voglia di nuovo prendermi a schiaffi! :D

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 25 luglio 2015, 11:32

Blues77 ha scritto: Avvertenze e consigli sono necessari perché creano consapevolezza ma quest'ultima se non supportata dalla volontà si riduce a nulla.
Se posso precisare...creano conoscenza. "So" non equivale all'essere consapevole....ed è per questo che non basta. La consapevolezza, invece, è qualcosa che va molto più in profondità e prevede, come dici tu, un lavoro "interno"...e per questo funziona. Il lavoro interno, infatti, richiede volontà. Volontà non è da intendersi "voglio cambiare", "non voglio che sia così", ma azione...la volontà è ciò che traduce il pensiero in azione...quindi se diretta verso l'interno ti fornisce la consapevolezza.
Ciao!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 25 luglio 2015, 11:45

Blues77 ha scritto:Per esperienza personale, mi sento di poter dire che il cambiamento non può che originarsi da una riflessione interiore. E la cosa è meno banale di quanto potrebbe sembrare di primo acchito.
Pensiamo alle sigarette. Si sa per certo che fanno male eppure, un fumatore, se ne infischia alla grande.
Se ne infischia fino al giorno in cui, per propria intima riflessione, non se ne infischia più.
Avvertenze e consigli sono necessari perché creano consapevolezza ma quest'ultima se non supportata dalla volontà si riduce a nulla.
Non so se la mia esperienza ti da ragione o meno: sono stato un fumatore accanito per più di 20 anni, 2 pacchetti al giorno, tutti i giorni, una piccola dispensa con sempre almeno 2 stecche di riserva.
Fumavo in volo, corto/medio raggio, e c'erano sempre la "After take off sigarette", la o le "Cruise sigarette", la "Before descent sigarette" più quelle fumate durante l'attesa di sbarco ed imbarco.

Provai varie volte a smettere senza riuscirci.

Un giorno mi accorsi che mia figlia 13enne mi rubava di nascosto le sigarette per fumarsele con gli amici, la chiamai e, seduto sul divano, con la sigaretta accesa in mano, cominciai a parlarle mentre stava in piedi di fronte a me di quanto stupido era fumare, delle malattie che si rischiano e bla, bla, bla...
Di colpo realizzai di quanto ridicolo e poco credibile fossi nel farle la paternale fumandole di fronte!
Allora le dissi: "Facciamo un patto, se tu non cominci a fumare e la molli qui, io smetto".
Lei accettò ma molto incredula.
E' successo 12 anni fa e quella fu la mia ultima sigaretta, lei ha ora 25 anni e non fuma.
E' stata dura, certe volte mi morivo dal desiderio di accenderne una, ma no potevo per mia figlia.

Credo che la giusta motivazione sia assolutamente necessaria per farcela.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 25 luglio 2015, 11:46

Lampo 13 ha scritto: Ora, in una situazione tragica in quel modo posso capire che ci sia la necessità di trovare una qualche soluzione, ma se parliamo di vacanze, di divertimento, continuo a non capire la NECESSITA' di volare.
Perché gli stessi schemi culturali che ti spingono a vivere in un determinato modo e che ti generano "ansie"...necessità di controllo...e apparire agli altri ...ti mostrano la "bellezza" di andare, girare, visitare...quindi in una mentalità "Zen"...non ti piace....non lo fai...mentre in una mentalità come la nostra....dove la vita è sofferenza....sacrificio....e sensi di colpa....beh...non ci trovi niente di strano a fare ciò che fanno tutti...cioè volare, andare a sharm....anche se ciò ti costa fatica, sacrificio e sofferenza (dove sta la differenza con la vita di tutti i giorni?). Ma il problema è l'aereo... :roll:
Ciao!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 25 luglio 2015, 11:49

Lampo 13 ha scritto: Di colpo realizzai di quanto ridicolo e poco credibile fossi nel farle la paternale fumandole di fronte!
Infatti sei diventato consapevole del discutere di un qualcosa, teoria, con un'azione che era l'opposto. Tu, in modo Zen, hai risolto la contraddizione....scegliendo , per tua figlia, di smettere anche tu.
Ciao!


P.S. Questo esempio calza bene...a livello di consapevolezza, anche nel momento in cui non è voluta ma risulta essere una "realizzazione". Tu avresti potuto incazzarti con tua figlia...trovando mille scuse plausibili di perché tu fossi fumatore e lei solo una deficiente a farlo. Invece hai portato l'attenzione su di te...e di quanto, eventualmente, potessi essere deficiente tu. Scusa eh...non volevo darti del deficiente... :mrgreen:
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da MartaP » 25 luglio 2015, 21:53

flyingbrandon ha scritto: Gli interventi alla "Lampo" che si basano su una spiegazione e risposta alle domande,... Sicuramente non aggiungono niente di negativo a quello che già c'è.
E' negativo, invece, perchè tu sai benissimo che dietro alla paura di volare ci sono dei meccanismi mentali piuttosto contorti e che l'aereo è ovviamente solo un "contenitore" di altre paure, è la punta dell'iceberg di un disagio più profondo, molto radicato....liquidare il problema in quattro e quattr'otto è troppo comodo e oltremodo superficiale...
flyingbrandon ha scritto: Per concludere, quindi, non suggerirei a Lampo di leggersi libri sulla paura di volare...io stesso non ne ho mai letto uno....
...tu ce l'hai di default... :mrgreen:
flyingbrandon ha scritto: io suggerisco , a chiunque risponda qua, di farlo nel modo che ritiene più opportuno senza la volontà di aiutare , o di ricevere gratitudine. Io credo in una comunicazione più profonda che va aldilà delle parole scritte...e quando l'intento " è buono" ....arriva...e se non arriva ciccia....Ciao!
..ma questo forum è espressamente dedicato a chi ha paura di volare.

Le persone arrivano, leggono, leggono ancora...e poi, sommessamente qualcuno, anzi, più di qualcuno si fa coraggio e scrive pensieri che probabilmente non confesserebbe neanche sotto tortura.
Lo fanno perchè qui non si sentono giudicati, derisi e non vengono presi per pazzi.
Lo fanno perchè si sentono prima di tutto accolti. Perchè c'è qualcuno che ascolta,qualcun' altro che dà le pacche sulle spalle, qualcuno che spiega come funziona un aereo e altri che li spronano a cambiare perchè si, non sei un caso disperato e se sei disposto a metterti in discussione puoi farcela!.......
Che è poi quello che fai anche tu.... :wink:

Certo, tutti possono scrivere quello che ritengono opportuno, tutti possono dare il loro contributo e sicuramente tutti partono con le migliori intenzioni...ma il problema non si affronta dicendo: " .. La soluzione? Non volare!"... altrimenti tanto vale chiudere baracca e burattini....

Io non scrivo qui per avere dimostrazioni di stima o di gratitudine, io dico solo:
ragazzi, ci sono passata. Se avete qualche dubbio, se la mia esperienza può servire a qualcuno, ben venga.
Altrimenti va bene lo stesso, ci sentiamo sul forum....o per aria, che è meglio !!!!! :mrgreen:
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 25 luglio 2015, 22:21

Scusami Marta, evidentemente ragioniamo in modo molto diverso.

La paura di volare è razionale? No.
La paura di volare è in genere il sintomo di malesseri più complessi? Direi che siamo tutti d'accordo nell'affermarlo.

Ora tu mi dici che il mio dire "Se hai il terrore di volare e non hai la necessità di farlo, evitalo e vivi meglio" è superficiale... forse, ma efficace, non lo puoi negare. Se hai paura dei serpenti, perché andare a visitare un rettilario? Si può benissimo avere spasso nel visitare le scimmie e le giraffe evitando di andare nel luogo terrifico.

Poi dici che le persone con la paura di volare vengono in questo sito dove, con una pacca sulle spalle metaforica e qualche post, magari leggendosi un libro, di colpo possono risolvere quelli che sono chiaramente problemi esistenziali di ben altra natura. Non ti sembra che questa speranza sia superficiale?

Se si hanno dei problemi esistenziali, causati da chissà cosa, ci vuole un percorso serio, profondo, faticoso e doloroso per risolverli, purtroppo è così. Se bastasse una pacca sulla spalla nessuno avrebbe paura del volo, no?

Poi ci sono dei casi particolari, come la Signora che deve volare in Romania per ragioni personali. Ha paura, e sa bene che la paura viene da ben altro e che la proiezione sul volo è solo un modo di non affrontare le vere cause, lo ha scritto lei stessa, ma ha il problema pratico di volare in Romania, non per vacanza, non per divertimento, ma per visitare la propria famiglia. In questo caso anche io cerco di dargli una pacca sulla spalla, le ho detto che la Wizzair è una Compagnia sicura quanto tutte le altre e che anzi io ci ho volato almeno un centinaio di volte facendomi delle belle dormite, ed è vero. Ma credi che questo basterà a farla stare serena? Purtroppo ho paura di no, anche se glielo auguro di cuore.

Forse abbiamo un modo diverso di porci di fronte alla vita, io se vedo un problema, lo affronto di petto e provo a risolverlo facendo del mio meglio per riuscirci, magari fallendo. Tu credi di aver bisogno dell'aiuto degli altri per affrontarlo e risolverlo; dico credi perché io sono convinto che i propri problemi te li puoi risolvere esclusivamente da solo, con le tue forze... poi magari gli altri ti fanno le feste, ti dicono bravo, e questo è bello!

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da MartaP » 26 luglio 2015, 8:35

Si Lampo, ragioniamo in modo diverso..
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 26 luglio 2015, 8:41

MartaP ha scritto:E' negativo, invece, perchè tu sai benissimo che dietro alla paura di volare ci sono dei meccanismi mentali piuttosto contorti e che l'aereo è ovviamente solo un "contenitore" di altre paure, è la punta dell'iceberg di un disagio più profondo, molto radicato....liquidare il problema in quattro e quattr'otto è troppo comodo e oltremodo superficiale...
Ma lui non liquida né risolve. Lui mostra il suo approccio alla vita...nello stesso modo in cui ti mostri il tuo rispetto a ciò che hai passato. Mettiamola così...una persona "delira" parlando di aerei e pensandosi scenari catastrofici. Nel momento di "delirio", non c'è chiarezza...non c'è lucidità...e per far uscire una persona dal suo "delirio" hai innumerevoli possibilità...dalla pacca sulla spalla....al mostrare l'ovvio e tutte le sfumature che ci sono tra i due aspetti. Mostrare l'ovvio non può essere negativo in nessun modo.
MartaP ha scritto: ..ma questo forum è espressamente dedicato a chi ha paura di volare.

Le persone arrivano, leggono, leggono ancora...e poi, sommessamente qualcuno, anzi, più di qualcuno si fa coraggio e scrive pensieri che probabilmente non confesserebbe neanche sotto tortura.
Lo fanno perchè qui non si sentono giudicati, derisi e non vengono presi per pazzi.
Lo fanno perchè si sentono prima di tutto accolti. Perchè c'è qualcuno che ascolta,qualcun' altro che dà le pacche sulle spalle, qualcuno che spiega come funziona un aereo e altri che li spronano a cambiare perchè si, non sei un caso disperato e se sei disposto a metterti in discussione puoi farcela!.......
Che è poi quello che fai anche tu.... :wink:

Certo, tutti possono scrivere quello che ritengono opportuno, tutti possono dare il loro contributo e sicuramente tutti partono con le migliori intenzioni...ma il problema non si affronta dicendo: " .. La soluzione? Non volare!"... altrimenti tanto vale chiudere baracca e burattini....
Sono molteplici i perché lo fanno...di iscriversi e di scrivere pensieri che non confesserebbero sotto tortura...e, credimi, uno degli aspetti perché ciò avviene è che sei anonimo...sei su un forum. Il fine ultimo non è per tutti quello di "voler cambiare"....e ne abbiamo avuto dimostrazione qua negli anni...e non parlo di "primo impulso"....per quello tutti dicono di essere stufi e voler uscire da questa sensazione...ma non è sempre vero nel profondo. Capita che questo sia un alibi...per dire....Ho provato di tutto. Il punto, comunque, è che non c'è solo l'intervento "lampo", o il mio o il tuo...e può essere funzionale che ci siano gli interventi "lampo"....come anche no. Le varie reazioni ad una risposta "Hai paura? Allora non farlo" , spesso, racchiudono e mostrano degli aspetti significativi.
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 26 luglio 2015, 8:46

Lampo 13 ha scritto: Poi dici che le persone con la paura di volare vengono in questo sito dove, con una pacca sulle spalle metaforica e qualche post, magari leggendosi un libro, di colpo possono risolvere quelli che sono chiaramente problemi esistenziali di ben altra natura. Non ti sembra che questa speranza sia superficiale?
Proprio perché il cambiamento arriva dalla persona stessa, non puoi sapere cosa manchi per fare "il salto"...può bastare una pacca sulla spalla...può bastare un libro....come può non essere sufficiente niente...neanche interventi ben più radicali.
Lampo 13 ha scritto:Se si hanno dei problemi esistenziali, causati da chissà cosa, ci vuole un percorso serio, profondo, faticoso e doloroso per risolverli, purtroppo è così. Se bastasse una pacca sulla spalla nessuno avrebbe paura del volo, no?
Su questo, invece, non posso fare altro che contraddirti. Non è vero che serve necessariamente un percorso serio, lungo e doloroso. Profondo sì...ma la profondità è determinata dalla persona stessa. Per la pacca sono d'accordo...e per questo dico che spesso la pacca è solo una rassicurazione che poco può fare.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 26 luglio 2015, 10:04

flyingbrandon ha scritto:
Lampo 13 ha scritto: Se si hanno dei problemi esistenziali, causati da chissà cosa, ci vuole un percorso serio, profondo, faticoso e doloroso per risolverli, purtroppo è così. Se bastasse una pacca sulla spalla nessuno avrebbe paura del volo, no?
Su questo, invece, non posso fare altro che contraddirti. Non è vero che serve necessariamente un percorso serio, lungo e doloroso. Profondo sì...ma la profondità è determinata dalla persona stessa. Per la pacca sono d'accordo...e per questo dico che spesso la pacca è solo una rassicurazione che poco può fare.

Ciao!
Che tu non sia un fautore della psicanalisi di tipo freudiano, lacaniano, junghiano o simili lo hai evidenziato sempre nei tuoi interventi e non mi sento di darti torto, non perché pensi che sia inutile ma perché non la vedo come una scienza esatta e sono convinto che grossa parte della sua efficacia risieda nella persona che si incontra e nella sua capacità di aiutarti nel viaggio che devi fare, da solo, dentro te stesso. Per la sua struttura intrinseca è permeabile a santoni e cialtroni che possono fare danni enormi o plagiare a vita persone non abbastanza strutturate da sapersi difendere e da saper selezionare le persone con cui hanno a che fare.
Ritengo anche che se, per fortuna o per capacità, si riesce a trovare la giusta "guida", qualcuno che sappia darti i giusti suggerimenti atti ad allertarti quando ti stai arenando in una palude senza uscite, o stai sbattendo contro un muro che per essere abbattuto deve prima essere minato con gli esplosivi più adatti - scusa le metafore - tutto il percorso nel tuo personale Inferno venga facilitato, come con Virgilio per Dante.

Il percorso "Zen" che tu suggerisci, è basato su una consapevolezza di partenza senza la quale è un'arma spuntata; cerco di spiegarmi meglio, se tu hai già un alto livello di consapevolezza, questa ti fornisce la capacità di affrontare con apparente semplicità e sicura efficacia il problema che ti si pone davanti, cercando di risolverlo nel modo più razionale o accettandolo come una inevitabile variazione della tua vita - se hai un incidente che ti lascia senza gambe su una sedia a rotelle non puoi risolvere il problema legato alla amputazione ma devi accettare la nuova condizione e cambiare la tua vita per viverla al meglio coesistendo con il tuo nuovo corpo, che ormai sei tu, come per esempio sembra fare Alex Zanardi.
Ma se questo percorso non ha una base di partenza stabile e solida, molti dei tuoi suggerimenti sono quasi impossibili da seguire, è come se ad un bambino delle elementari tu voglia far risolvere un problema utilizzando l'algebra perché è più semplice che usando l'aritmetica. Magari è vero, ma finché il bambino non studia e capisce bene l'algebra, non può seguirti su quel percorso.
Magari mi sbaglio, qui ci sono persone che chiedono aiuto e tu cerchi di darglielo con generosità e pazienza ed in accordo con la tua esperienza di vita, che per esempio ti suggerisce che prendere un ansiolitico è inutile e dannoso, come chi prende un analgesico per i continui mal di testa senza andare a fare una RMN che potrebbe fargli scoprire un tumore al cervello in tempo per operarlo, ma spesso pur dandoti ragione, pur credendo di capire a fondo ciò che tu consigli, la coscienza della propria respirazione per esempio, alla prova dei fatti non riescono a seguirti, come un bambino delle elementari che ancora non conosce l'algebra.

E' sempre un piacere leggerti e discutere con te.
Ciao

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da flyingbrandon » 27 luglio 2015, 10:24

Lampo 13 ha scritto:
Ma se questo percorso non ha una base di partenza stabile e solida, molti dei tuoi suggerimenti sono quasi impossibili da seguire, è come se ad un bambino delle elementari tu voglia far risolvere un problema utilizzando l'algebra perché è più semplice che usando l'aritmetica. Magari è vero, ma finché il bambino non studia e capisce bene l'algebra, non può seguirti su quel percorso.
Magari mi sbaglio, qui ci sono persone che chiedono aiuto e tu cerchi di darglielo con generosità e pazienza ed in accordo con la tua esperienza di vita, che per esempio ti suggerisce che prendere un ansiolitico è inutile e dannoso, come chi prende un analgesico per i continui mal di testa senza andare a fare una RMN che potrebbe fargli scoprire un tumore al cervello in tempo per operarlo, ma spesso pur dandoti ragione, pur credendo di capire a fondo ciò che tu consigli, la coscienza della propria respirazione per esempio, alla prova dei fatti non riescono a seguirti, come un bambino delle elementari che ancora non conosce l'algebra.

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Ciao

La mia non vuole essere una critica, né a te né a quello che pensi e che condivido,
Premetto che fosse anche una critica a me o quello che penso non sarebbe un problema...si discute per far uscire qualcosa di meglio....insomma l'avrei presa come critica costruttiva.... :D
Il tuo esempio è calzante...non fa una grinza....ma ti spiego perché, secondo me, non colpisce esattamente l'obbiettivo. Parliamo di paure e parliamo di consapevolezza....tu parli di un aspetto cognitivo. Anche se è ovvio che la componente cognitiva ha un suo ruolo IN OGNI aspetto...è evidente che la componente emotiva , spesso, bypassa, almeno in prima battuta, l'aspetto cognitivo. C'è un motivo fisiologico e sensato sul perché l'amigdala abbia questa capacità ed è ovviamente fisiologicamente dettata dalla possibilità di "salvarti la vita". Quando studio e sperimento cerco proprio il senso....e questo mi ha portato a studiare altre culture, in particolare quella orientale, e fare dei confronti con il passato....ma passato passato. L'uomo, fondamentalmente, non è cambiato da un punto di vista fisiologico...ma è cambiato tantissimo sotto l'aspetto culturale...ed ecco perché spesso attingo a culture diverse. Se l'uomo da un punto di vista fisiologico e comportamentale non ha subito particolari modificazioni significa che il bambino nasce "puro" ...e finchè non è contaminato dagli aspetti culturali si comporta esattamente come madre naturale volesse ci comportassimo. Ed ecco il punto...quello che suggerisco io è una "riscoperta" di cose che hai già fatto e che sono insite dentro di te...al contrario di un aspetto puramente cognitivo come la matematica. Il bambino nasce e compie in modo totalmente naturale una respirazione addominale con inspirazione, ed espirazione prettamente nasale...che è ciò che si dovrebbe fare. Perché? Perché succhia il latte dalla madre e spesso, con la tetta in bocca ci si addormenta pure...non avrebbe altro modo di respirare. Il bambino vive come dovrebbe fare un adulto consapevole, nel momento, nel QUI e ORA, senza che nessuno debba dirgli di farlo. Il bambino vive le sue emozioni in modo diretto, senza alcuna maschera o filtro o strategia. E potrei farti altri esempi... il bambino ha un contatto "diretto" e una percezione di se stesso formidabile. Ce l'ha per natura. Poi arriviamo noi a distruggere tutto... :mrgreen: scherzi a parte...la cultura, del momento, agisce e modifica questo aspetto naturale. Per cultura intendo tutto....scuola, genitori, società. Ma va bene così...e forse è normale così ...in parte perché allontanandoti da ciò che sai ma di cui non hai consapevolezza ti permette di acquistare consapevolezza. Io non sono Zen...non sono niente ma se proprio dovessi abbracciare una "filosofia"...sarebbe quella taoista. L'unione è data dalla contrapposizione. Non c'è coraggio se non c'è paura...non c'è maschio senza femmina....e cosi via....per arrivare al non c'è consapevolezza se non vivi l'inconsapevolezza. Quando qualcuno scrive qua...non so a che punto sia della sua vita e della sua percezione....non ho modo di saperlo e non mi interessa neanche saperlo. Proprio per questo non è possibile sapere quanto manca o quanto serva per fare "click" e accendere la luce. Ho visto tante persone che l'hanno fatto in un attimo. Io stesso l'ho fatto in un attimo....ho lavorato a pezzi della mia vita separatamente senza capire che erano facenti parte di un unico pezzo. Quando mi allenavo o allenavo a spaccare la faccia con una gomitata era un aspetto che iniziava e finiva in quelle ore di palestra. Quando facevo altro era altro in altre ore. Tutto però prende un senso dentro di te quando vedi il filo conduttore...e, credimi, vederlo è un attimo. L'idea che una propria riscoperta richieda tempo è falsa. Tu qua puoi lanciare questi fili...e quando qualcuno lo afferra la sua vita cambia. Ciò non significa che abbia la soluzione ma è l'inizio della soluzione. La soluzione è un percorso interiore che dura una vita per poi scoprire che forse non si può neanche definire soluzione. Io parto dal respiro perché la cosa più semplice. Uno può vivere in ogni momento, anche senza sapere, ma in modo consapevole. Tu agisci in modo consapevole su molti aspetti della tua vita...il volo...le tue biciclette....hai qualcosa che ti focalizza e allo stesso tempo ti espande e ti appaga. Non ha importanza che tu non sappia o non riconsca nei "gesti" aspetti zen, Buddhisti o taoisti...perché non li hanno inventati loro....loro li hanno solo spiegati. Ecco perché...se una persona pensa di dover fare qualcosa e quel qualcosa richiede tempo e pensa non sia possibile uscirne cosi e bla bla bla....di fatto, limita la sua capacità di agire. Se tu confermi questo aspetto, falso e culturale, non permetti il cambiamento. A me è bastato vederlo o viverlo per capire che cosi non è. E quando qualcosa la fanno in 10 o 100 o 1000 non è impossibile...e neanche poco probabile vista la "natura" del blocco. Ecco perché...un bambino non ti risolve una questione matematica complessa senza aver appreso degli strumenti...perché deve apprendere e questo richiede tempo. Per riscoprire qualcosa che già sai, anche se inconsapevolmente, no....quello non richiede tempo.
Piacere anche mio chiacchierare con te.
Ciao!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 13:12

Lampo 13 ha scritto:La paura di volare è razionale? No.
La paura di volare è in genere il sintomo di malesseri più complessi? Direi che siamo tutti d'accordo nell'affermarlo.
Il mio modesto parere.
1) La paura di volare è anche razionale.
2) Io non sono daccordo con tutti nell'affermare che sia solo il sintomo di malesseri più complessi. proprio per niente. Mio padre non aveva malesseri di alcun tipo, però aveva paura di volare. Amava la montagna a faceva passeggiate in posti dove io mi cagavo sotto. Forse una spiegazione adatta lo avrebbe convinto anche a volare.
3) Ritengo giusto che ci si preoccupi di volare con questa o con quella compagnia. In un mondo come quello odierno, dominato dall'interesse personale, dubitare dell'affidabilità è quanto meno doveroso. Mi fermo qui perché siamo in PDV!
PS Non ho letto gli altri interventi.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 13:50

tartan ha scritto:
Lampo 13 ha scritto:La paura di volare è razionale? No.
La paura di volare è in genere il sintomo di malesseri più complessi? Direi che siamo tutti d'accordo nell'affermarlo.
Il mio modesto parere.
1) La paura di volare è anche razionale.
2) Io non sono daccordo con tutti nell'affermare che sia solo il sintomo di malesseri più complessi. proprio per niente. Mio padre non aveva malesseri di alcun tipo, però aveva paura di volare. Amava la montagna a faceva passeggiate in posti dove io mi cagavo sotto. Forse una spiegazione adatta lo avrebbe convinto anche a volare.
3) Ritengo giusto che ci si preoccupi di volare con questa o con quella compagnia. In un mondo come quello odierno, dominato dall'interesse personale, dubitare dell'affidabilità è quanto meno doveroso. Mi fermo qui perché siamo in PDV!
PS Non ho letto gli altri interventi.
Come dice Brandon, nel volare il rischio di morire non è uguale a zero.
Ma nelle attività umane è quella forse meno pericolosa in assoluto.
Tre giorni fa un pazzo ha volontariamente imboccato la tangenziale di Napoli contromano, ubriaco e a fari spenti, forse per vendicarsi della "ragazza", forse per suicidarsi con lei, forse per spaventarla, ed ha ucciso una coppia di poveracci che viaggiavano tranquilli nella loro Panda.
La piacevole attività che tuo padre praticava era sicuramente molto più pericolosa di farsi un volo con la peggiore delle Compagnie della "Black list".
In questo senso diciamo che volare non è pericoloso e che se ti rifiuti di volare per paura, cosa legittima, forse dovresti avere molta più paura di fare qualsiasi altra attività, e se questa paura non l'hai vuol dire che la paura del volo è solo una rappresentazione illogica di qualche altro problema.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 13:59

Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 14:06

tartan ha scritto:Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli Dei vi dovevano sottostare...
che tradotto in romanesco: "...e se vede che dovevi da morì!". :D

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 14:12

Lampo 13 ha scritto:
tartan ha scritto:Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli Dei vi dovevano sottostare...
Il FATO non dimostra niente quindi non va preso come esempio.
Mio padre mi ha trasmesso l'illogica paura della fiducia ed io lo ringrazio ogni giorno. Non ho paura di volare ma non mi fido di tutti e con alcune compagnie, delle quali non farò mai i nomi a causa della mia illogica paura, non volerò mai.
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Blues77 » 27 luglio 2015, 14:20

Lampo 13 ha scritto:
tartan ha scritto:Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli Dei vi dovevano sottostare...
che tradotto in romanesco: "...e se vede che dovevi da morì!". :D
Un momento. Da un lato si usano argomenti attinenti il razionale per mettere nero su bianco la bassissima pericolosità di un attività e poi, di contro, si cita il fato per sottolineare l'inevitabilita' di una sorte avversa.
Così, per dire, ma non mi sembra che imboccare contromano una strada, in piena notte, ubriaco fradicio, abbia qualcosa a che vedere con il fato. Ne per il delinquente motorizzato , tanto meno per le di lui vittime innocenti.
Al contrario, far presente che tutti, prima o poi, finiremo per smettere di respirare, mi sembra più sensato.
Di sicuro più coerente rispetto ad ragionamento il cui senso è che, prendere l'aereo, tra le innumerevoli cose che si possono fare durante la propria vita, non è quella che rappresenta il pericolo maggiore per una sua brusca e prematura interruzione.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Blues77 » 27 luglio 2015, 14:22

tartan ha scritto:
Lampo 13 ha scritto:
tartan ha scritto:Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli Dei vi dovevano sottostare...
Il FATO non dimostra niente quindi non va preso come esempio.
Mio padre mi ha trasmesso l'illogica paura della fiducia ed io lo ringrazio ogni giorno. Non ho paura di volare ma non mi fido di tutti e con alcune compagnie, delle quali non farò mai i nomi a causa della mia illogica paura, non volerò mai.
Che tutti, toccandoci a pelle, ci si augura non siano in Europa.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 14:37

Il volo commerciale e sottolineo commerciale rappresenta il mezzo di trasporto più sicuro perchè è anche quello maggiormento controllato in tutti i suoi aspetti. Perché è maggiormente controllato? Perché se non lo fosse sarebbe il mezzo di trasporto più pericoloso che esiste al mondo. Perché, allora gli altri mezzi di trasporto non sono ugualmente controllati? Perché non sono così pericolosi come il trasporto aereo e, quindi, essendo sostanzialmente privi di controllo, risultano molto più pericolosi del volo.
Avere paura di volare è normale, è normalissimo, non c'è niente di illogico dietro. Si tratta solo di saper accettare il rischio a fronte di un ritorno che può essere di qualunque natura.
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 14:40

Blues77 ha scritto:
Lampo 13 ha scritto:
tartan ha scritto:Hai ragione, mio padre aveva la illogica paura di fidarsi ed io ho preso da lui! Se tutti avessimo paura di fidarci, forse quel tizio sull'autostrada contromano non ci stava!
Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli Dei vi dovevano sottostare...
che tradotto in romanesco: "...e se vede che dovevi da morì!". :D
Un momento. Da un lato si usano argomenti attinenti il razionale per mettere nero su bianco la bassissima pericolosità di un attività e poi, di contro, si cita il fato per sottolineare l'inevitabilita' di una sorte avversa.
Così, per dire, ma non mi sembra che imboccare contromano una strada, in piena notte, ubriaco fradicio, abbia qualcosa a che vedere con il fato. Ne per il delinquente motorizzato , tanto meno per le di lui vittime innocenti.
Al contrario, far presente che tutti, prima o poi, finiremo per smettere di respirare, mi sembra più sensato.
Di sicuro più coerente rispetto ad ragionamento il cui senso è che, prendere l'aereo, tra le innumerevoli cose che si possono fare durante la propria vita, non è quella che rappresenta il pericolo maggiore per una sua brusca e prematura interruzione.
Non sono d'accordo.
Nel caso dei due poveretti nella Panda è stato solo il Fato, o la sfiga, o il caso, o come lo vuoi chiamare; erano nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, se fossero passati di li 5 minuti prima non sarebbero morti, ma non avevano nessun controllo su questo, se quel deficiente avesse preso un'altra strada magari gli sfigati di turno sarebbero stati altri, o forse nessuno, o magari di più. Su queste cose non abbiamo nessun controllo.
Un mio compagno di corso era 1°Uff sul 747 in AZ, decollò da MXP per gli USA, al decollo ebbero una piantata motore, procedura, scarico carburante, atterraggio, relazioni... invece di essere in USA prese l'auto per tornare a casa, dalla sua famiglia. Incrociò un camion col rimorchio. Il perno che mantiene collegato il rimorchio al camion si tranciò, il rimorchio si spostò nella corsia opposta mentre passava lui che ci si infilò sotto con l'auto, morendo.
Che controllo ci può essere in tutto questo? Con tutto quello che aveva fatto quella mattina potevano esserci mille motivi per arrivare in quel punto 10 secondi prima o dopo e salvarsi, ma arrivò esattamente quando non doveva...

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 14:49

Il controllo non era relativo al suo comportamento, sarebbe dovuto essere sul gancio che si è rotto. Se si fosse controllato il TIR così come si controllano gli aerei, quel tizio poteva tranquillamente stare li e salvarsi perché il gancio, magari, non si sarebbe rotto.
Se le norme che regolano la guida fossero più stringenti, quel tizio contromano non ci sarebbe stato. Non era la panda che non ci doveva stare, era il tizio ubriaco, è tanto difficile da capire?
Pare che ora non si ritiri più la patente a chi guida brillo. Pensate, il motivo non è che anche da brilli si guida in sicurezza, no, è che tanto il giudice la patente la restituisce subito, quindi è inutile toglierla. Ecco perché il volo è più sicuro del trasporto automobilistico!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 15:05

Poi c'è un'altra cosa da tener presente, lo so che sembra stupida ed in genere non piace:
tutti dobbiamo morire.

Bisognerebbe fare mente locale su questo concetto.

Tutti moriremo.
Prima.
Poi.
Ma tutti moriremo, come sono morte circa cento miliardi di persone da quando esiste l'uomo.

Ok, meglio poi che prima viene da dire.
ma cos'è il tempo di una vita rispetto all'eternità?
Vivere 20 anni o 120 anni, cosa cambia in una ottica universale?

E' comunque un tempo infinitesimale.
Banale è dire che è più importante quanta vita c'è nei nostri anni di quanti anni ci sono nella nostra vita,
ma se ci pensate è vero.

Che vita è andare in galera per l'ergastolo vivendo fino ad 80 anni rispetto ad una persona che muore a 30 anni dopo aver fatto esperienze molto emozionanti?

Che vita sarebbe stata quella di Pessoa, banale traduttore di corrispondenza commerciale se non fosse stato il creatore di una grande quantità di eteronimi, con cui moltiplicò la sua vita durata 47 anni?

« O poeta é um fingidor.
Finge tão completamente
Que chega a fingir que é dor
A dor que deveras sente. »

« Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
Che arriva a fingere che è dolore
Il dolore che davvero sente. »

Questo omino, che ha vissuto per pochi anni una vita riservatissima, sconosciuto al mondo, ha in effetti vissuto cento vite e lasciato un segno indelebile nella cultura del '900 europeo.

Insomma, tornando alla mia Garbatella (rione popolare di Roma), "a chi tocca 'un se 'ngrugna!"

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 15:19

Tutto scontato!
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 15:22

tartan ha scritto:Tutto scontato!
nel senso di in saldo o di banale? :D

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 15:36

Nel senso che la morte fa parte della vita e tutti lo sanno, quindi non è la morte che mette paura, è il morire che angoscia, è il momento che ti accorgi che stai finendo ed è questo che ti mette veramente paura. Mentre se ti senti male per la strada puoi pensare che forse rimandi perché qualcuno ti prende e ti porta al pronto soccorso, in aereo chi ti prende? E dove ti porta? E se cadi in mare chi ti salva? E dove scappi se non ti va più di stare li?
Sono questi i pensieri predominanti, le paure predominanti, non la morte in astratto. Quella c'è e quando viene te la tieni, però perché andarsela a cercare in quel modo? Si tratta, in fondo, solo di convincersi che non è che ti vai a cercare la morte, ma che ti vai a cercare la vita viaggiando in aereo, quella vita che non avresti mai altrimenti.
Mo ho un po esagerato, ma solo per cercare di spiegarmi! :D .
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 15:45

... e me lo dici col c**o su una mongolfiera? :D

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Blues77 » 27 luglio 2015, 15:56

Lampo, se attraverso sulle strisce e mi arrotano, il fato non c'entra nulla. C'entra, eventualmente, la colpevole distrazione dell'automobilista.
E cosi per qualsiasi altra morte o infortunio, dovuto a negligenza.
I lavoratori deceduti sul lavoro, perché l'azienda ha deciso di tagliare i costi di manutenzione, sono morti per il destino cinico e baro o per colpe precise?
Questa storia del fato non mi convince, perché mi pare possa fare da premessa ad atteggiamenti fatalisti o ottusamente remissivi.

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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 15:57

Ti riporto il "PENSIERO PROFONDO" che ho scritto all'inizio del mio sito di mongolfiere:

IL VIAGGIO DELLA VITA
Sai dove, quando e come comincia,
crei il percorso con le scelte che fai ad ogni bivio,
ma non sai dove, quando e come finirà.

IL VOLO IN MONGOLFIERA
Vedi sopra

:mrgreen:
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da Lampo 13 » 27 luglio 2015, 16:00

Blues77 ha scritto:Lampo, se attraverso sulle strisce e mi arrotano, il fato non c'entra nulla. C'entra, eventualmente, la colpevole distrazione dell'automobilista.
E cosi per qualsiasi altra morte o infortunio, dovuto a negligenza.
I lavoratori deceduti sul lavoro, perché l'azienda ha deciso di tagliare i costi di manutenzione, sono morti per il destino cinico e baro o per colpe precise?
Questa storia del fato non mi convince, perché mi pare possa fare da premessa ad atteggiamenti fatalisti o ottusamente remissivi.
Non avrei potuto fare questo lavoro per 35 anni essendo fatalista, ma questo non significa che nella vita non ci sia anche una componente casuale (non causale). Credere di poter sempre calcolare e prevenire tutto è una illusione: ci da sicurezza, ma è falso.

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tartan
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Re: Viaggio di nozze, USA e terrore

Messaggio da tartan » 27 luglio 2015, 16:02

Non sempre la verità è importante! In Italia praticamente mai!
La mia vita è dove mi spendo, non dove mi ingrasso!
Prima o poi si muore, non c'è scampo, l'importante è morire da vivi.
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Prima di pretendere un diritto devi assolvere almeno ad un dovere.

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