JT8D ha scritto:sardinian aviator ha scritto:Per la verità io sostenevo esattamente il contrario; una volta che c'era l'occasione non dico di fare dell'allarmismo, ma di evidenziare onestamente il rischio, dire che il modo di prevederlo in parte c'è (gli avian radar), che sono cose che capitano purtroppo sempre più spesso e che l'ingestione in più motori non è più un evento statisticamente trascurabile, che i sistemi di prevenzione non sono applicati da tutti e dappertutto (perfino la FAA è insoddisfatta), che per altri fenomeni naturali (ghiaccio, wind shear, ceneri vulcaniche) abbiamo trovato le contromisure investendoci risorse e per gli uccelli no, si è preferito (sembra) stendere un rassicurante velo basato sulla fatalità e sulla bravura del pilota. Ma le cose non stanno proprio così....
Sardinian, prendo spunto da questo tuo post per chiederti alcune cose. Sappiamo bene che fino ad ora non vi sono metodi efficaci al 100% per allontanare i volatili dalle piste. Tutti i metodi provati fino ad ora (richiami, falchi veri o robot, cannoni che fanno rumore, ecc...) non risolvono il problema. Riguardo i sistemi di prevenzione, parli degli avian radar. Leggevo qualche tempo fa questo comunicato stampa di Brussels Airport:
http://www.brusselsairport.be/en/mediaroom/news/78801/
Per la tua esperienza, è un sistema che può veramente essere decisivo nella prevenzione del problema? In Europa vi sono altri aeroporti che lo utilizzano o che stanno effettuando test su questi dispositivi ?
Tra l'altro, l'Aeroporto di Bruxelles sembra molto attento alla problematica, non solo riguardo i volatili ma anche altri animali che possono trovarsi in prossimità della pista:
http://www.brusselsairport.be/en/mediaroom/news/79204/
Hanno studiato una nuova miscela di erbe di cattivo gusto per gli animali, per dissuaderli dall'andare vicino alle piste.
Paolo
Gli avian radar sono in circolazione già da diversi anni; si è partiti modificando radar ad uso navale e/o meteo, il cui grosso problema erano gli echi spuri, per arrivare a strumenti particolarmente raffinati in grado di identificare il singolo volatile.
Produttori leader sono DeTect e Accipiter, se non ricordo male.
Sono possibili due tipi di impieghi: quello "strategico", ovvero creare una sorta di data base storico dei movimenti, identificando le fonti attrattive e "le rotte" più frequenti per eliminare le prime e modificare le procedure aeroportuali, il che richiede tempo e analisi accurate.
Quello "tattico": identificare in tempo reale la minaccia e trasmettere immediatamente l'informazione al pilota (anziché il solito notam o l'ATIS) affinché la eviti, ove possibile, o ritardi/anticipi la sua manovra.
Per ora, che io sappia, i radar in uso adempiono prevalentemente alla prima funzione, ovvero di long term.
La vera soluzione sarebbe però la diffusione della seconda alla quale tuttavia si oppongono diversi fattori:
- il costo degli apparati che, come tutte le cose, finché restano prodotti di nicchia o sperimentali sono molto cari;
- il fatto che l'industria aeronautica ritiene che il problema sia degli aeroporti e se ne lava un po' le mani (in realtà poi quello di cui stiamo parlando è avvenuto fuori dall'aeroporto)
- la necessità di trovare soluzioni alla comunicazione immediata ground-air;
- la fiera opposizione dell'ATC che non vuole ulteriori schermi in TWR né ulteriori responsabilità, ed anzi sostiene che con gli uccelli non vuole avere niente a che fare; ciò crea la necessità di un canale di informazione parallelo al quali si oppongono tutti. Per inciso il sistema funziona già laddove ATC e operatore aeroportuale sono lo stesso soggetto (es.aeroporti militari, aeroporto di Riga ecc...) Si potrebbe ovviare con un ripetitore del segnale a bordo ma poi bisognerebbe addestrare il crew ad interpretare i dati e tutto ciò ha un costo.
Certo se si investissero risorse si potrebbe arrivare ad un perfezionamento dei sistemi e ad una loro semplificazione ma qui subentrano le ragioni che ho espresso prima: se in fondo sono eventi rari, inevitabili, ed è andata sempre bene, perché spendere denaro?
Negli USA il sistema è più diffuso che altrove (NASA in primis), accoppiato magari alle reti AHAS, che si basano su previsioni storiche e matematiche, in Europa assai meno, in Sud Africa c'è qualcosa (Durban) ed in India si parla di investimenti massicci.
Per restare in Europa, a parte Riga non sono a conoscenza di altri impianti anche se poi qualcuno (Francoforte) utilizza altri sistemi di rilevamento all'infrarosso. Però magari non sono aggiornato io.
Le miscele di erbe non attrattive sono in uso da tempo specie in USA e nell'area del Pacifico e vanno bene per le oche, che cominciano a dare problemi anche in Europa (vedi Amsterdam).
Come vedi, il problema richiede soluzioni che appartengono a diverse discipline, ma quello che deve essere capito è che si tratta di un problema di aviation, non di ornitologia o di scienze naturali. Il che non è scontato.
Temo però (e mi auguro caldamente di sbagliarmi) che se non capita un altro Hudson, però senza happy end, non se ne parlerà per molto ancora. In Italia tutto tace. E film come questo, se davvero ha questo taglio, non aiutano.
È meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio