Voilà sempre stesso NACA, stesso RE, alfa 4°

Moderatore: Staff md80.it
e soprattutto perchè alitare sulla punta ?neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?
È per il centraggiozittozitto ha scritto:e soprattutto perchè alitare sulla punta ?
Se n'è parlato in questo stesso thread. Non è necessario un profio alare classico per creare portanza e volare, qualunque profilo non circolare può creare portanza.neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?
Per la stabilita`, prova a mettere una clip metallica (quelle da ufficio) sulla punta, poi a spostarla avanti e indietro e vedi la differenza di stabilita`.neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?
zittozitto ha scritto:e soprattutto perchè alitare sulla punta ?neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?
Penso che vola perchè è semplicemente una cosa molto leggera immersa in un fluido su cui letteralmente si appoggia.aeb ha scritto:zittozitto ha scritto:e soprattutto perchè alitare sulla punta ?neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?me lo son sempre chiesto anch'io
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io dal terzo piano del DePinedo facevo più di 50 metri di planata !!! ( con vento calmo )Almost Blue ha scritto:aeb ha scritto:zittozitto ha scritto:e soprattutto perchè alitare sulla punta ?neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?me lo son sempre chiesto anch'io
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Sono un esperto di aeroplanini di carta, mi han cacciato dalla classe na volta...![]()
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hai ancora tempo.Almost Blue ha scritto:Con rifornimento in volo?
No, io non arrivavo a tanto, ma una trentina di metri in picchiata si. Nell'aula a gradoni, l'aeroplanino non mi va a finire dritto dritto sulla cattedra? Scivola e cade per terra di lato, ma a quel punto stavano già ridendo tutti! (Era passato sopra tutte le teste). Ci rimasi fregato. La prof. smise di spiegare e disse che se non veniva araccglierlo chi l'aveva lanciato se ne sarebbe andata, non credo di aver più visto una persona più inca**ata.
Vero! Quando si salta da un paradigma all'altro saltano fuori i casini.capitano nemo ha scritto:
Io penso che sia la spiegazione del 3° principio che la spiegazione della distribuzione delle pressioni siano giuste. L'errore, a mio avviso, si commette quando si vuol fare coesistere questi due modelli, contemporaneamente.
Eh ehcapitano nemo ha scritto: Partiamo da un dato ineluttabile del quale sono testimone. Ho visto aerei alzarsi in volo. Questo significa che una forza li tirava verso l'alto. Quindi stabiliamo, tanto per cominciare, che la portanza esiste. Ma lo direi in silenzio, perchè se i profili alari sono suscettibili, leggendo questo thread, potrebbero rompersi le balle e smettere di fornire portanza.![]()
Questo non va bene. La conservazione della quantita` di moto non dipende dal terzo (e anche dal primo) principio della dinamica: sono i principi della dinamica ad essere delle conseguenze della conservazione della quantita` di moto, la quale deriva dal fatto che lo spazio in cui viviamo e` simmetrico per traslazione (quantita` di moto e posizione sono grandezze coniugate)capitano nemo ha scritto: Il 3° principio della dinamica, detto comunemente principio di azione e reazione, sostiene che in un sistema isolato, la quantità di moto rimane costante.
Se dici la deviazione del flusso sotto l'ala stai pensando in termini di pressione (o peggio ancora in termini di proiettili che colpiscono l'ala). E il sopra dell'ala non conta? Si deve guardare la qdm dell'aria intorno all'ala, davanti, dietro sopra e sotto. La variazione totale della qdm dell'aria permette ci trovare la spinta aerodinamica.capitano nemo ha scritto: Ora, il sistema isolato, nel nostro caso è rappresentato dall'ala e dal fluido in cui è immersa. Se l'ala perturba il fluido, il fluido agisce sull'ala, perchè la quantità di moto non deve variare e quindi variazione della quantità di moto del fluido deve essere controbilanciata da una uguale e contraria variazione della quantità di moto dell'ala. Quindi, la deviazione del flusso d'aria sotto l'ala che viene spinta verso il basso genera una spinta verso l'alto dell'ala.
La conservazione della quantita` di moto la si dimostra (ad esempio Landau, volume di meccanica). Tutte le leggi di conservazione si dimostrano da proprieta` di simmetria delle loro grandezze coniugate.capitano nemo ha scritto: Il perchè di questo non è dimostrabile, altrimenti non si sarebbe in presenza di un principio, ma di un teorema.
Come no: l'invarianza temporale implica la conservazione dell'energia.capitano nemo ha scritto: Allo stesso modo in cui non è possibile dimostrare che la conservazione dell'energia è vera. Infatti non c'è un teorema di conservazione dell'energia, ma c'è un principio di conservazione dell'energia.
e verso l'indietrocapitano nemo ha scritto: Con riferimento alle pressioni, è indubbio che un corpo immerso in un fluido è soggetto a una forza che è la risultante di tutte le pressioni applicate. Anche qui non c'è possibilità di smentite. Ed è altresì indubbio che la distribuzione delle pressioni è tale da avere come risultante una forza che spinge l'ala verso l'alto.
Parole santecapitano nemo ha scritto: La cosa fondamentale, secondo me, però, come già detto, è che non bisogna schematizzare questo fenomeno con un misto tra azione-reazione e distribuzione delle pressioni. O ci si addentra in un modello o nell'altro.
Qui e` anche una questione di essere "pessimisti" o "ottimisti". Tu sei piu` della prima categoria, io della seconda. Ma si puo` conviverecapitano nemo ha scritto: Naturalmente poi, la quantificazione numerica della portanza è altra storia, e qui fioriscono le teorie, avvalorate da misure in galleria del vento, visto che non abbiamo un sistema migliore di previsione teorica, data la grande complicazione formale di un fenomeno fluidodinamico. Ma Kutta, e tutto il resto, rappresentano dei modelli per quantificare certi fenomeni, non per spiegare l'essenza dei fenomeni stessi. E la domanda inziale era: cosa genera la portanza.
Si` che cambia. Quando l'aereo decolla, il peso misurato aumenta. Nota che ho detto decolla, non sta salendo. La cosa importate e` l'accelerazione del baricentro dell'aereo.capitano nemo ha scritto: Ora mi piacerebbe ragionare sul problema dello scatolone sigillato, con dentro un aereo, il tutto posto su una bilancia. La domanda semplificata è: lo scatolone cambia peso durante il decollo? La risposta è ovviamente no.
E se lo consideri per la direzione orizzontale, perche' non lo applichi anche alla direzione verticale?capitano nemo ha scritto: Infatti se una forza spinge verso l'alto l'aereo, una forza uguale e contraria spingerà verso il basso lo scatolone, tramite il fluido che agisce contro le sue pareti. Non solo. in assenza di attrito tra scatolone e bilancia, lo scatolone si muoverà di moto orizzontale, perchè se l'aereo è originariamente in quiete e acquista quantità di moto, per il 3° principio lo scatolone dovrà muoversi di moto contrario rispetto all'aereo, in modo che, istante per istante, la quantità di moto rimanga costante e pari a quella iniziale. Il centro di massa del sistema aereo-scatolone-fluido, non si muoverà di un millimetro dalla posizione originaria rispetto alla bilancia.
Supponi di sapere che la quantita` di moto di conserva (e questo diventa momentaneamente un principio), allora leggendo la tua dimostrazione a rovescio ricavi che la terza legge della dinamica come conseguenza.capitano nemo ha scritto: Ho usato il 3° principio per dimostrare la conservazione della quantità di moto, mentre tu asserisci che si usa la conservazione della quantità di moto per sancire il 3° principio. Il principio rimane principio. Non potrei dimostrare la conservazione delkla quantità di moto senza chiamare in causa il principio.
Vedi quanto detto sopra: i principi diventano dei teoremi quando si capisce piu` a fondo come funziona il mondo.capitano nemo ha scritto:
Che si dimostrino le leggi ok, ma i principi non si dimostrano. La conservazione della quantità di moto si dimostra, avendo come base il 3° principio, che non è dimostrabile. Se non è così, dimmi tu come si dimostra.
Entrambe le forme verbali vanno bene.tartan ha scritto:Quindi la risposta (me lo chiedo anche io) che diede un mio collega ad un curioso che era presente all'arrivo a fiumicino del primo B747 AZ e che gli domandava " ma come fa a volare questo enorme coso?" era sostanzialmente corretta!
A proposito, come si dice, diede o dette?
capitano nemo ha scritto:Ma Kutta, e tutto il resto, rappresentano dei modelli per quantificare certi fenomeni, non per spiegare l'essenza dei fenomeni stessi. E la domanda inziale era: cosa genera la portanza.
Devvetartan ha scritto:Quindi la risposta (me lo chiedo anche io) che diede un mio collega ad un curioso che era presente all'arrivo a fiumicino del primo B747 AZ e che gli domandava " ma come fa a volare questo enorme coso?" era sostanzialmente corretta!
A proposito, come si dice, diede o dette?
dequestruzzovolante ha scritto:Devvetartan ha scritto:Quindi la risposta (me lo chiedo anche io) che diede un mio collega ad un curioso che era presente all'arrivo a fiumicino del primo B747 AZ e che gli domandava " ma come fa a volare questo enorme coso?" era sostanzialmente corretta!
A proposito, come si dice, diede o dette?
Io sono sempre alla ricerca di un modello per far vedere come funziona sta roba, senti questo:filtro ha scritto:capitano nemo ha scritto:Ma Kutta, e tutto il resto, rappresentano dei modelli per quantificare certi fenomeni, non per spiegare l'essenza dei fenomeni stessi. E la domanda inziale era: cosa genera la portanza.![]()
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cinque pagine di topic per niente!!!
La teoria di Kutta-Jukowsky spiega proprio come si genera la portanza e ovviamente cosa la genera: la vorticità (circolazione se preferisci) ..e poi prova a trovarmi una qualsiasi teoria che quantifica senza qualificare..mah!
Faccio un sunto di come stanno le cose (e non è opinione, è fluidodinamica) : l'attrito del fluido sul corpo (condizione di non scorrimento) genera la vorticità che accellera il fluido, si crea quindi una differenza di pressione e quindi la forza portante. Il fatto poi che sia la vorticità a generare portanza lo dimostra la stessa formula
L=ro*U*G(vor)
con U velocità fluido indisturbato e G(vor) circuitazione della vorticità attorno al corpo
dove infatti non compare la pressione.
Spero sia sufficiente, eh!!
ad esempio F-16 e SU-27...ovviamente, spesso, a bassa velocità viaggiamo gli ipersostentatori abbassati...vihai ha scritto:Se n'è parlato in questo stesso thread. Non è necessario un profio alare classico per creare portanza e volare, qualunque profilo non circolare può creare portanza.neutrinomu ha scritto:Scusate faccio una domanda gonza in questo 3ad così serio e tecnico ma...![]()
come fa un aereoplanino di carta a volare o quanto meno a planare in maniera abbastanza stabile (almeno se fatto bene...) pur non avendo un profilo alare adeguato?
Chiaramente alcuni profili sono meglio di altri per giungere allo scopo. I profili alari sono guardacaso i migliori, i profili sottili (come i fogli di carta), però, non sono così malaccio e, con basso carico alare o alta velocità si comportano discretamente bene.
Ciao,
Perché dovrebbe assumere un moto vorticoso?!?! Manca completamente l'interazione tra le particolelle!1stAirbus ha scritto: Lo cospargo di limatura di ferro dopo averne ricavato una altrettanto lunga fessura al centro, inserisco una lama nella fessura, mentre la sposto avanti con una certa rapidità, la limatura di ferro dovrebbe assumere un moto vorticoso visibile che rappresenterebbe (in modo "schematico") l'andamento del fluido intorno alla mia "ala".
Bernoulli è un teorema che funziona egregiamente, anche per descrivere la portanza, basta applicarlo correttamente.Come cacchio si fa a creare un modello affidabile???
Qui da me c'è gente che continua a insistere con Bernoulli...![]()
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infatti non lo fanno.vihai ha scritto: La vera bestemmia è, semmai, il principio di uguale tempo di percorrenza secondo il quale due particelle separate dal bordo d'accacco debbano riunirsi al bordo d'uscita.
Ciao,
non l' ho capita1stAirbus ha scritto:
Io sono sempre alla ricerca di un modello per far vedere come funziona sta roba, senti questo:
Prendo un cartoncino abbastanza lungo e lo sistemo lungo un tavolo.
Lo cospargo di limatura di ferro dopo averne ricavato una altrettanto lunga fessura al centro, inserisco una lama nella fessura, mentre la sposto avanti con una certa rapidità, la limatura di ferro dovrebbe assumere un moto vorticoso visibile che rappresenterebbe (in modo "schematico") l'andamento del fluido intorno alla mia "ala".
Il problema che ho, è che la limatura di ferro è anche attratta dal metallo, per cui l'esperimento non verifica realmente il fenomeno della portanza.
Come cacchio si fa a creare un modello affidabile???
Qui da me c'è gente che continua a insistere con Bernoulli...![]()
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P.S., Grazie, sta diventando una questione di principio!!!
Bellissime GIF, dove le hai trovate?IVWP ha scritto:infatti non lo fanno.vihai ha scritto: La vera bestemmia è, semmai, il principio di uguale tempo di percorrenza secondo il quale due particelle separate dal bordo d'accacco debbano riunirsi al bordo d'uscita.
Ciao,
Ah, lascia perdere, tanto non funziona!IVWP ha scritto:non l' ho capita1stAirbus ha scritto:
Io sono sempre alla ricerca di un modello per far vedere come funziona sta roba, senti questo:
Prendo un cartoncino abbastanza lungo e lo sistemo lungo un tavolo.
Lo cospargo di limatura di ferro dopo averne ricavato una altrettanto lunga fessura al centro, inserisco una lama nella fessura, mentre la sposto avanti con una certa rapidità, la limatura di ferro dovrebbe assumere un moto vorticoso visibile che rappresenterebbe (in modo "schematico") l'andamento del fluido intorno alla mia "ala".
Il problema che ho, è che la limatura di ferro è anche attratta dal metallo, per cui l'esperimento non verifica realmente il fenomeno della portanza.
Come cacchio si fa a creare un modello affidabile???
Qui da me c'è gente che continua a insistere con Bernoulli...![]()
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P.S., Grazie, sta diventando una questione di principio!!!, vorticità ?!
ma Bernulli spiega benissimo...la mia ala non è una palla da golf
Non c'è nessuna similitudine con il campo elettromagnetico. comunque all'inizio di questa discussione, nelle prime pagine, qualcuno ha inserito dei link utili per capire la circolazione, vorticità dirsivoglia.1stAirbus ha scritto:Ah, lascia perdere, tanto non funziona!IVWP ha scritto:non l' ho capita1stAirbus ha scritto:
Io sono sempre alla ricerca di un modello......
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Qui da me c'è gente che continua a insistere con Bernoulli...![]()
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P.S., Grazie, sta diventando una questione di principio!!!, vorticità ?!
ma Bernulli spiega benissimo...la mia ala non è una palla da golf
Ci dev'essere una similitudine con il CAMPO elettromagnetico, che non una volta ricalca modelli della meccanica dei fluidi. Solo che bisogna fare attenzione pechè il campo elettromagnetico agisce su due piani ortogonali tra di loro.
Comunque grazie.
A me sembra invece assolutamente controintuitivo che due particelle d'aria che fanno due strade separate debbano ricongiungersi!filtro ha scritto:[
Bernoulli fornisce lo strumento di calcolo per le pressioni sull'interfaccia ala-aria ma non dice nulla sul fenomeno in sè, difatti non spiega il motivo per cui due particelle separatesi al bordo di entrata non si incontrino su quello di uscita..viene da chiedersi come è possibile, no? o qualcuno lo trova intuitivo??![]()
La vorticità legata al fatto che esiste una portanza, no?..il come sta proprio in questa benedetta vorticità, infatti un profilo simmetrico ad incidenza anche minima con vorticità totale (somma di quella sopra con quella sotto) nulla stalla.
non ha detto che si ricongiungono ma il contrario.A me sembra invece assolutamente controintuitivo che due particelle d'aria che fanno due strade separate debbano ricongiungersi!
credo che appunto vihai abbia confermato quello che dice filtro sul fatto che, ad intuzione, le particelle NON dovrebbero ricongiungersi.zittozitto ha scritto:non ha detto che si ricongiungono ma il contrario.A me sembra invece assolutamente controintuitivo che due particelle d'aria che fanno due strade separate debbano ricongiungersi!
forse è più corretto parlare di circolazione, è quella che conta, la vorticità è locale. Poi, se integri la circolazione in un intorno sufficientemente vasto dell'ala, questa è sempre nulla (teorema di kelvin), infatti la portanza interessa solo il profilo alare, mentre l'aria che sta dietro subisce una spinta verso il basso (vedi accenno al terzo principio di newton agli inizi del thread). Quando la circolazione nell'immediato intorno dell'ala è nulla, il profilo non genera portanza, ma non è necessariamente in stallo (un aereo fermo in hangar non è stallato).filtro ha scritto: ..il come sta proprio in questa benedetta vorticità, infatti un profilo simmetrico ad incidenza anche minima con vorticità totale (somma di quella sopra con quella sotto) nulla stalla.