Roberto Gizzi ha scritto:6.L'autorità del Comandante di uno dei due 747 ha avuto la meglio sul più modesto "buon senso" del secondo.
A proposito del punto 6,non è successa la stessa cosa anche per l'incidente dell'ATR (se non ricordo male il nome,a Cascina di Trezzo),schiantatosi per problemi di ghiaccio?L'ipotesi l'ho letta su un quotidiano Nazionale,il giornalista diceva che il secondo aveva più volte detto al "Comandante" che forse era il caso di provvedere contro il pericolo di ghiaccio!
Ciao
Se ti riferisci all'incidente dell'ATR 42 dell'Ati che precipito' a Conca di Crezzo posso dirti esattamente come sono andate le cose essendo io,al momento di quel triste episodio,primo ufficiale proprio su quella macchina.
In realta' sui manuali in nostro possesso le condizioni di volo previste erano quelle di "normal condition" e "Ice condition".La differenza era nell'incremento di velocita' da adottare nel caso di presenza di "condizioni di ghiaccio".(problema ben conosciuto da tutti i piloti di turboprop).
Le condizioni di quella serata pero' erano di particolare intensita' tanto che anche altri aerei avevano riportato su quel settore,"severe ice formation" a determinate quote.
Ti faccio presente che il ghiaccio di tipo "vetrone"e' il piu' difficile da individuare ma e' anche il piu' pericoloso,sia in ternine di quantita' accumulabile che di alterazione aerodinamica.
L'equipaggio del nostro ATR non fece altro che applicare le velocita' allora previste per la "Ice condition" ma questo non fu sufficiente essendo il profilo(supercritico) dell'ala,ormai alterato dal ghiaccio(il sistema dell'Atr e' pneumatico di tipo Goodrich),il che condusse ad un decremento di portanza asimmetrico.
L'aereo rollo' bruscamente su un lato,quindi dopo un primo livellamento,cadde sull'ala opposta fino a portarsi quasi in volo rovescio.
Causa anche un probabile blocco meccanico degli elevatori imputabile anche esso al ghiaccio,l'ATR con un assetto quasi verticale e un bank iniziale di 135° circa descrisse una semiparabola,impattando il costone della montagna a circa 400 kts.h.Probabilmente se non ci fosse stato il profilo montuoso,l'I-ATRH avrebbe magari potuto riacquistare l'assetto di volo.
Dopo quell'incidente (e quello simile ad un altro Atr dell'American Eagle)la Aerospatiale introdusse numerose modifiche tra cui le piu' importanti furono la modifica dell'impianto antighiaccio alare con l'aggiunta di due sezioni interne,un riscaldatore elettrico dell'elevatore(horns),e un impianto di rilevazione della presenza di ghiaccio sulle ali.
Oltre alle modifiche di tipo meccanico,furono completamente revisionati i manuali di volo,introducendo una condizione di "Ice accretion",ovvero la condizione che porta l'ala ad essere penalizzata in termini di caratteristiche aerodinamiche,dalle variazioni prodotte al profilo dallo stesso ghiaccio.
Quest'anno ricorrera' il ventennale di quella tragedia.
Permettetemi percio' di ricordare i miei amici e colleghi:
Com.te Lamberto Laine'
F/o Pierluigi Lampronti
A/V Clara Corneliani
e tutti i passeggeri che persero la vita in quel triste giorno di autunno.