senzaparole ha scritto:sono ancora tutta orecchie...
e sono di roma!
(perchè non dovrei dire di dove sono?)
e mi chiamo paola ed ho 40 anni.
Ora posso chiamarti finalmente per nome.
Carissima Paola,
L'aereo è un mezzo sul quale l'essere umano focalizza ed immette tutte le tensioni ( bisogna averne naturalmente la predisposizione)che lo angosciano a terra; pare abbia ,per sua natura, avere una paziente predisposizione a diventare il capro espiatorio delle convulsioni dell'anima e a riceverne ogni segnale di sfogo, proprio come una calamita. Ambiente chiuso," tenuta stagna", velocità, cambio repentino di situazione fisica, mancanza di punti di riferimento conosciuti se non da tecnici o cultori (niente sotto,sopra,fronte e retro ), assenza di visuale di direzione frontale (neppure in treno ce l'hai ma sei a terra,vero?), repentino distacco dal suolo (ove le sicurezze sembra ci possano appartenere con gestione e controllo maggiore), velocità, "rumore"....Insomma tutti elementi che se presi uno alla volta potrebbero essere facilmente controllabili (almeno razionalmente) e misurabili ma che assemblati potrebbero altresì far perdere il senso generale dell'orientamento fisico, soprattutto quello emotivo. Ecco, "cadono" le certezze e tutti i parametri della nostra cultura cognitiva subiscono un trauma ed un possibile conseguente rifiuto,l'allontanamento dell'oggetto fobico. In realtà non è l'aereo a cadere, come non è la nave ad affondare; "precipitano" le certezze che sono direttamente proporzionali alla forza del mezzo stesso e, guarda caso, l'aereo è quello che detiene tutte queste forze con la predominanza maggiore.Gli aerei potrebbero cadere, certo, nessuno lo nega ma in quel condizionale la probabilità che possa verificarsi l'evento è talmente labile ed improbabile che nolenti o dolenti dobbiamo accettare,almeno accettare, il dato inconfutabilmente e statistico che la sicurezza nel viaggio la possiamo trovare solamente volando,non esistono alternative.Ora, visto e considerato che sei una persona innanzitutto molto intelligente ( hai molte resistenze nel parlare di te stessa ma ti stai aprendo con la dovuta dose di cautela)il tuo ragionamento sulla "fiducia" dovrebbe indurti a portare questa ipertutela che hai nei confronti di te stessa e dei tuoi cari anche in altri momenti di vita vissuta o da vivere. Sarai sicuramente ( non è poi detto che tu lo sia,naturalmente, è un'ipotesi letta attraverso quello che fino ad ora hai espresso) cauta,vigile e direttiva anche in altre occasioni con i tuoi figli. Scuola, cibo, compagnie, educazione familiare o religiosa,tutto come sai è potenzialmente una minaccia e tutto può essere ostacolato se in quel tutto non si riconosce una possibilità di sicurezza. Condizioniamo e siamo condizionati ma soprattutto un genitore, proprio per il tipo di responsabilità che accoglie decidendo di diventarlo, assume occasionalmente ( diventa clinico se protratto nel tempo) le vesti del personaggio tutore-censore che se non dismesse ,quando occorrenza non c'è, possono far sorgere e disegnare l'odiatissima figura del genitore iperprotettivo e castrante.Se "recludo" l'oggetto amato in una stanza per timore che l'esterno lo possa in qualche modo minacciare è probabile che un vaso caduto da un balcone non lo possa mai colpire ma è più facile che una volta scappato dalla stanza stessa possa poi lui colpire me con un vaso lanciandolo sulla mia testa deliberatamente per "vendetta". E' naturalmente solo un piccolo esempio portato all'esasperazione ma credo possa darti comunque l'idea di quello che voglio farti intendere. Dire : " L'aereo cade ( e non è poi così vero) la nave affonda, la macchina può sbandare, la moto ribaltare il motociclista, la lama tagliare, il fuoco bruciare è dire si delle verità ma non legate alla vera funzione degli oggetti citati; è elencare delle possibilità devianti se l'uso dello stesso oggetto non è appropriato o non manovrato attraverso le regole che ne determinano la sua sicurezza. Ritorniamo al cane che si morde la coda: L'aereo nella sua gestione corretta è "organizzato" e diretto (tra tutti i mezzi di locomozione conosciuti) dalle persone più preparate ed aggiornate dello scibile in movimento meccanico...Siamo ritornati ,come vedi, a parlare di persone che hanno una funzione e che per la stessa vivono, ripeto : vivono ,per fare in modo che la loro tutela diventi sicurezza per se stessi e per tutti coloro che alla loro attentissima professionalità si affidano. Far volare i tuoi figli ( ma anche te stessa) significa non esporli ad un pericolo ma offrir loro un'esperienza attraverso la quale potrebbero fortificare la fiducia che a te è venuta a mancare e che in loro, magari, già esistendo, potrebbe trovare solidità maggiore. La fiducia nel prossimo ( non in tutto il prossimo per carità, si commetterebbe uno sbaglio maggiore) è un sentimento da trasmettere e non da reprimere nel farlo aiuti anche te stessa...Potresti dimostrarlo incominciando proprio a prendere nuovamente e lentamente in considerazione la possibilità di volare; solo la possibilità.