Fuga da Linate, è l'effetto Frecciarossa
Dal 14 dicembre ai primi di febbraio la navetta aerea dei viaggiatori d’affari Linate-Fiumicino ha perso in totale oltre 91mila passeggeri (quasi 2mila al giorno): un calo di oltre il 30 per cento. Il treno veloce, invece, ha guadagnato 1.500 passeggeri al giorno
di Ilaria Carra
Il treno FrecciarossaA nemmeno due mesi dal debutto dell'Alta velocità da Milano a Bologna, quella tra cielo e terra è una battaglia che il suo vincitore l'ha già eletto. Dal 14 dicembre ai primi di febbraio la navetta aerea dei viaggiatori d'affari Linate-Fiumicino ha perso in totale oltre 91 mila passeggeri, quasi duemila in media al giorno, che in percentuale equivale a un calo di oltre il 30 per cento (dai 292.740 tra il 2007 e il 2008 ai 201.183 degli ultimi due mesi) di passeggeri sui 60 vettori AlitaliaAirone che ogni giorno fanno la spola tra Milano a Roma. Un bottino nei cieli ben più magro che consegna alla rotaia il primato nel trasporto tra le due capitali d'Italia. Come percentuali di passeggeri treno batte aereo 48 a 39. È l'effetto Frecciarossa che con i suoi trecento chilometri orari (ma può superare i 360) e 330mila biglietti staccati in meno di due mesi ha invertito i ruoli.
LA RIVOLUZIONE. Prima dell'Alta velocità, difatti, stando ai dati di Fs il trasporto aereo tra le due città si teneva stretto il 52 per cento della quota di mercato contro il 32 del treno e 15 dell'auto. Oggi, invece, poco meno della metà degli italiani che viaggia d'affari sceglie, invece, il treno e sempre di più, peraltro, la prima classe. L'Alta velocità ha rivoluzionato dunque i trasferimenti di lavoro tra le due città: abbattendo la soglia delle quattro ore, ha guadagnato in media circa 1.500 viaggiatori ogni giorno, con picchi di 2.200 in più da metà gennaio a oggi contro i quasi duemila perduti dagli aeroporti cittadini. Non solo: significativi l'aumento del 40 per cento in prima classe sui convogli e solo 4 posti su dieci occupati su ogni aereo (il load factor del 2008 era del 58 per cento di Alitalia e 51 di Air One). Che significa meno passeggeri a bordo. L'avvenuto sorpasso è annunciato dall'amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, in un'audizione in Senato: «Alitalia sconta una crisi generale — commenta Moretti — il trasporto aereo e ferroviario stanno crollando in tutto il mondo. Noi rappresentiamo qualcosa che va controcorrente nell'economia italiana, con un collegamento ogni 15 minuti nelle ore di punta e prezzi competitivi».
LA CRISI. Nella sfida treno-aereo oggi, dunque, la rotaia vince a mani basse. Via da Linate e Fiumicino verso le stazioni che oltretutto sono già in centro e fanno risparmiare sul taxi che in tempi economici difficili male non fa. Treni che oggi convengono anche come tempi: tra spostamenti e imbarco da Linate a Fiumicino s'impiegano circa tre ore e mezza, le stesse della linea Fast senza soste intermedie e solo mezz'ora in più rispetto alla trentina di convogli Etr che ferma a Bologna e Firenze (stazioni tra cui da dicembre le distanze si accorceranno ancora con il nuovo tratto veloce). Dall'aereo al treno. Un cambio di abitudini su cui pesano varie contingenze. La crisi Alitalia, anzitutto, più o meno coincisa con l'inaugurazione della Tav su cui lanciare i treni oltre i 360 chilometri all'ora, passati da 36 di prima a 51 collegamenti al giorno tra Centrale e Termini.
LA SPESA. Non secondaria, inoltre, la questione portafoglio. La sola andata tra le due città costa intorno ai 360 euro, fuori gara con il treno a 93 in prima e 67 in seconda classe seppur aumentati dal 2008 (85 e 59 euro). Solo comprando un biglietto andata e ritorno con orari fissi si riesce a spendere circa 190 euro. Senza flessibilità, però, che invece il treno garantisce sempre e comunque. Tanto che oltre il 70 per cento degli imprenditori milanesi, dice la Camera di commercio, ha dichiarato di voler utilizzare treni Tav e non più gli aerei. «Che hanno tariffe fraudolente — criticano Adusbef e Federconsumatori — il prezzo giusto per la tratta Roma-Milano è di 120 euro, non di 340 euro che sono 3 euro in più di Roma-New York e 180 per cento in più di quanto chiede Lufthansa tra Monaco e Berlino».
LINATE. Il sorpasso del treno impone allora un ripensamento del piano industriale sul cityairport milanese. E rimescola le carte dei viaggi business Roma-Milano, in assoluto la tratta più redditizia su cui la maggior parte degli operatori aerei non si esimerebbe dall'investire. Del resto il gestore degli scali milanesi, la Sea, visti i precedenti europei — tra tutti l'alta velocità tra Madrid e Barcellona che, inaugurata un anno fa, ai voli ha sottratto il 70 per cento del mercato — non era impreparata a un calo di viaggiatori. Solo pensava accadesse più in là nel tempo. «L'Alta velocità farà concorrenza soprattutto quando sarà a regime il tratto Bologna-Firenze» dice il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi. Che poi aggiunge: «Linate è un asset industriale importante su cui stiamo investendo».
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