Slowly ha scritto:Tendendo a mente domande che m ivengono poste quando parlo di questa mia attività, e notando come siano simili per tutti, credo possano essere considerate piuttosto "abituali".
Le porrei al Dottor Evangelisti, qualora abbia l'infinita pazienza di rispondere.
Se però mi dai del tu ed io mi sento meno vecchio aderisco con molto più entusiasmo (luca va molto molto meglio)
Slowly ha scritto:- Esiste una età minima o una età massima per frequentare il corso AZ? (Ci ripete, anceh se ormai lo sappiamo, dove si tengono?)
Non esiste un'ètà massima. Abbiamo avuto più di qualche ultrasettantene che, anche se un po' in ritardo, aveva voglia di farsi qualche viaggetto in posti lontani e aveva smesso di volare magari da una quarantina d'anni. L'età minima è, convenzionalmente, quella dei 18 anni, non tanto per problemi legali - che non sussistono previa approvazione dei genitori - quanto perchè nella parte del seminario dedicata all'approfondimento dei temi psicologici, dovendo necessariamente "maneggiare" argomenti un po' caldi (perdite, incidenti, problematiche psicologiche, ecc), il fatto di avere un assetto caratteriale ancora in corso di consolidamento non ci garantisce sufficientemente sulla possibilità di risolvere problemi senza crearne altri. I seminari vengono effettuati a Roma (Fiumicino) e Milano (Linate), anche se spero di riuscire a strutturare un polo al sud...
Slowly ha scritto:-
- "Io faccio il corso, mi sento una bomba, salgo su un aereo e ripiombo nel panico. Sono un caso disperato?" (Questa la chiedono tuti.
I tempi del cambiamento sono tempi individuali. I percorsi di miglioramento sono altrettanto individuali. Voglia di volare funziona, mediamente, molto bene. Una volta sbloccata la situazione i voli a seguire sono sempre nella direzione di un miglioramento costante e continuo. Qualora non fosse così rinforziamo l'informazione che non è una sconfitta ma un passo in avanti rispetto ad un percorso che per qualcuno può essere più lungo. Ma l'assistenza post-corso è continua e va dalla possibilità di ripetere gratuitamente una parte del corso, a voli insieme allo staff di Voglia di volare, all'assistenza per i viaggi fatti nei successivi 12 mesi. E l'assistenza psicologica - che non è ovviamente una psicoterapia individuale - è sempre disponibile. E laddove si ha la sensazione di problematiche più profonde si suggersicono strade differenti
Slowly ha scritto:-
- "Per volare abbastanza traquillo mi imbottisco di tranquillanti già dalla sera prima". Cosa ne pensa Dottore del'aiuto/abuso dei farmaci? Non "disturbano" la descrizione delle emozioni, così alterate, quando questi individui si presentano a voi?
Non sono un espero di farmaci. Io, comunque, sconsiglio l'assunzione di farmaci nel volo che si effettua durante il seminario. Questo per cercare di avere una cartina di tornasole più realistica di quanto il corso è riuscito ad aiutare il partecipante ad affrontare l'esperienza più temuta, quella del volo. Suggeriamo di portare i farmaci con sè sull'aereo (se qualcuno è abituato ad utilizzarli) ma, nella maggioranza dei casi, funziona più come "coperta di Linus" che come rimedio non essendo quasi mai utilizzato.
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Slowly ha scritto:
- Nella scorsa tristissima estate ci sono stati diversi eventi avversi. Come li spiegate a chi vi chiede "come mai accadono?"
I nostri Comandanti e gli Ingegneri della manutenzione spiegano tutto in maniera trasparente e "fondata". Le risultanze delle Commissioni di Inchiesta sugli incidenti vengono rese pubbliche, mediamente, dopo due anni. E quasi sempre sono molto diverse rispetto alle versioni (spesso fantasiose, a volte oniriche) lette sui giornali nei giorni successivi. Ci basiamo sui risultati delle indagini. Ma il tema centrale non è quello (anche se mi rendo conto che è un tema importante). Il mondo aeronautico è un mondo fondato sul concetto di prevenzione e sicurezza, ma, naturalmente, non è un mondo perfetto (il mondo perfetto non esiste). Il tema centrale è: perchè io (partecipante) mi sento molto più sicuro ingaggiando scenari oggettivamente molto più pericolosi ma nei quali ho la sensazione di avere il controllo della situazione piuttosto che scenari molto più sicuri? Tutte le riflessioni partono da là.
Slowly ha scritto:
- Alcune persone sono tranquille fino alla scaletta dell'A/M, poi vanno in panico al sentire "A/V, prepare for T/O!". Altre invece accusano forte ansia anticipatoria che delle volte sparisce una volta a bordo. Cosa differenzia questi due stati d'animo? E' vero che l'ansia anticipatoria può sopraggiugnere anche a molti mesi di distanza dal volo, purchè si abbia la certezza che si compirà? (Es. "Slo, in agosto vado negli USA, ho una paura folle!" e io "ma..siamo.......a gennaio!!!")
L'ansia è un fenomeno squisitamente soggettivo perchè fa riferimento non tanto all'oggetto della paura quanto a quello che io percepisco di quell'oggetto. Proprio per questo non esiste una paura del volo uguale per tutti. Se la mia componente principale è claustrofobica inizierò a sentire tensione nel momento in cui si chiude il portellone, se ho paura di perdere il controllo il momento del decollo mi farà pernsare di non poter controllare le mie emozioni, se ho paura delle altezze il momento della crociera sarà quello più temuto. L'ansia anticipatoria è un fenomeno molto comune e assolutamente semplice da spiegare: se io compro il biglietto dell'aereo sei mesi prima, nella mia mente la minaccia sarà presente nello stesso momento in cui l'ho comprato, dunque se la minaccia esiste in quel momento il mio organismo si preparerà ad affrontare la minaccia nello stesso momento (quindi paura, tensione, tachicardia, attacchi di panico). Quando volerò veramente è una variabile secondaria. E l'ansia anticipatoria compare anche SENZA avere la certezza che il volo si compirà, anzi la speranza è che, in un modo o nell'altro si possa riuscire ad evitare.
Slowly ha scritto:
- Crede, come avventuo ad hangar 18, che esperienza su aerei GA possano essere positive?
So che per Alessia questa cosa è stata molto utile. Ma, più in generale, dipende molto dal tipo di paura, dall'intensità, dalla qualità del volo, dal rapporto che si ha con chi comanda il volo. Sono tante le componenti e non è semplice dare una risposta "certa".
Slowly ha scritto:
- Ha qualche "caso limite" da raccontarci?
Tenderei ad evitare la domanda in rispetto alla riservatezza delle storie dei partecipanti però, come ho già scritto, ribadisco che la paura di volare è veramente molto invalidante e molto spesso si costruisce la propria vita su un solo concetto cardine: non posso prendere l'aereo! E tutto finisce per ruotare intorno a quel concetto.
Slowly ha scritto:
- E lei, come si rapporta con gli A/M? Li ama?
Pur non raggiungendo sicuramente la competenza di parecchi dei partecipanti di questo forum che sono molto molto preparati, io praticamente vivo su aerei e simulatori di volo. Sono cresciuto tra gli aerei dunque....si è un mezzo sul quale mi trovo sicuramente a mio agio.
Slowly ha scritto:
- Le va di raccontarci quelche aneddoto?
Come sopra
Slowly ha scritto:
Grassie!

Grazie a te Slowly, è stato un vero - ed inaspettato - piacere.
Slowly ha scritto:
Ci sto dentro come giornalista?

Beh, direi che ci stai benone ma si sa, quando si ha passione .....
