Vi preparo questo articolo così forse posso tornare a vivere!

Gli aerei sui quali ci piace viaggiare, lo sappiamo già, sono macchine complesse, molto più di quanto immaginiamo, spesso molto più di quanto il loro aspetto lasci intendere.
L’Md80 e le sue varianti sono certamente tra gli aerei più diffusi al mondo e più presenti nell’immaginario collettivo, nonché, senza dubbio, tra i migliori mai partoriti da mente umana.
Sono convinto che se chiedessimo ad un bambino di disegnare un aeroplanino, questi lo farebbe raffigurando i motori in coda.
Eppure molta gente teme salirvici a bordo.
Come il nostro Boss Zeno (applauso) (un applauso anche all’altro Boss, Emanuelepilota) scrive nell’articolo “Paura di Volare”, (il cui link è in Homepage), ogni qual volta saliamo su uno di questi prodigi dell’ingegno umano dobbiamo tranquillizzarci: siamo ospiti di uomini e donne addestrati alla perfezione, e siamo seduti su macchine create per volare, non certo per avere incidenti, ne tantomeno per cadere.
Un mio amico una volta, davanti ad una pizza (e una birra, ovviamente) mi disse:
“No, no; io ho paura, se dovevo volare nascevo Fringuello. E se si rompe? Cade giù e io? Che ne sarà di me?”
E’ proprio per rispondere a Doriano e ai suddetti ottocentotrentaseimilaquattrocentododici sconosciti che mi scrivono, che vi mando quanto segue:
Gli aerei sono macchine, dicevamo, e infatti possono guastarsi. Ma quanti e quali sono, a lato pratico, i guasti che realmente pregiudicano la “volabilità” dell’aereo? Bhé, sono pochi, pochissimi. Anzi, forse non esistono guasti che fanno cadere un aereo. Piuttosto, bisogna parlare di “condizioni di guasto relativo assoluto” (un preciso momento di volo rapportato ad un preciso guasto, che creano, combinati tra loro, una situazione pericolosa), o di “condizioni generali di guasto” (un guasto, anche grave, che però accade in un momento del volo nel quale le sue potenzialità fatali vengono meno).
Per spiegarmi meglio:
noi sappiamo che se tutti i motori vengono meno poco dopo la V1 si corrono guai seri, poiché l’aereo è proprio in quell’attimo sottoposto allo stress maggiore: vincere la forza di gravità grazie alla forza portante sviluppata dal complesso delle superfici alari. Ma non c’è portanza senza una velocità relativa (aereo contro aria atmosferica), e poiché nessuno aspetta di avere un vento contrario sufficiente per generarla si usano i motori, che sviluppando energia cinetica consentono alle ali di generare una portanza tale di inviluppare l’aereo. Quindi se si spaccano i motori ESATTAMENTE in quel momento è auspicabile che si generi una situazione di estremo pericolo, quella che appunto io chiamo “condizione di guasto relativo assoluto”.
Ma sappiamo anche che se un motore, o addirittura entrambi esplodono in crociera forse l’unica cosa che andrà persa saranno i soldi spesi per ripararlo/i. Si genera cioè una situazione controllabile, come quando sulla mia moto si spacca il freno posteriore. Esattamente come i piloti me ne frego (bhé, non proprio), poiché so a priori che il potentissimo sistema frenante anteriore tipico delle moto è sufficiente per frenare me, il TIR che ho dietro, un treno e una nave mercantile……….
Quindi si è di fronte ad una “condizione generale di guasto”. Condizione generale poiché prevedibile, quindi prevista, elaborata richiamando una procedura (generale e oggettiva): non utilizzare il freno posteriore perché è rotto.
Eppure ciò che accade è la stessa identica cosa, in entrambi i casi.
Penso sia il “momento”, e non il “guasto”, a generare pericolo.
E ancora: lasciamo perdere per assurdo i moderni congegni automatici. Mettiamoci virtualmente ai comandi di un buon vecchio DC-3, in atterraggio a Linate nei tempi andati; durante una fredda giornata di nebbia. Preferireste che vi si rompesse l’altimetro o un motore? Bhè io firmerei e pagherei in contanti per la seconda. L’altimetro, tzè, eppure il “momento” ha reso il guasto di un congegno semplice una catastrofe.
Tutti noi però sappiamo che un guasto è pressochè raro, e che accada proprio quando si decolla……….
Anzi, un guasto ad un sistema nel momento del suo massimo bisogno è pura follia, io in tal caso parlerei di sabotaggio.
Lasciatemi da qui introdurre un altro discorso, che fa l’amore (ah no, va a braccetto…..), con il discorso fin qui esposto, (che poi, quando avete finito di leggere mi spiegate).
Quello della manutenzione:
perché spesso ripetiamo che è “assurdo pensare che un aereo si spacca e bala bla bla…….”?
Perché è proprio compito dei Tecnici, Eroi dell’Aviazione al pari dei piloti.
Ovviamente, un aereo che costa in riparazioni più di quanto è in grado di assicurare in ricavi alla Compagnia, anche se magari funzionante, viene bellamente smantellato. O venduto alle Compagnie “povere”, che ci volano due mesi poi falliscono perché costa troppo mantenere il “ferro-vecchio”. Provate voi a fondare una Compagnia basata sugli Ilyushin………….
Un aereo di classe media, quella cui appartiene il nostro amico “tuboso” è soggetta a periodici cicli di revisione.
Vediamoli in dettaglio, chiedendo aiuto al manuale di FSMaintenance, LAGO, lagoonline.com:
Dunque, (aspettate, devo portare il cane a fare i bisognini, continuo tra dieci minuti):
(OK, l’ha fatta tutta, continuiamo. Tra l’altro ho incrociato una bella biondina con un giovane Husky. Ovviamente non mi ha guardato nemmeno per sbaglio…….. Liuke, ne sai qualcosa?)
Ogni 250 ore si esegue un Check A, che prevede un controllo generale agli strumenti, una verifica superficiale dei motori e un’ispezione della fusoliera. (Pulizia dentale di rito).
Ogni 1250 ore si esegue un Check B, esattamente come il Check A con in più il controllo lubrificanti e diverse prove di funzionamento. (Pulizia dentale impeccabile e costosissima).
Ogni 2500 ore c’è il Check C, esattamente come il B, ma più dettagliato. (Pulizia dentale impeccabile e costosissima + buono di 100€ per l’acquisto di una dentiera, quando servirà).
Ogni 15000 ore il fatidico Check D, che riporta il velivolo a zero-ore con una ristrutturazione della cabina, cambio pannolino e borotalco nelle zone sensibili. (In pratica un’operazione di plastica facciale).
Quindi, amici, dovete avere paura di volare?
No, sempre che non s’infiammino i motori durante la V1, s’intende…….
P.S.: E adesso scusate, rincorro la biondina!!!!!!!!
P.P.S.: Si, ma senza crederci troppo, così non resto deluso……
P.P.P.S.: Oh, sparita!
P.P.P.P.S.: Va bhé, gioco col GameCube va……..